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Autore: Lui_LucyHP    25/06/2013    10 recensioni
Alla fine della Guerra contro Voldemort, le vittime sono molte.
Harry, nel tentativo di tornare a Grimmauld Place con una Passaporta, si troverà invece in un'altra dimensione, dove le cose sono andate diversamente.
James, Lily e gli altri sono tutti vivi, ma combattono una guerra che dura più di vent'anni, perché lì, Voldemort, non è mai caduto la notte del 31 Ottobre 1981, ed è più forte che mai.
Harry si troverà di nuovo ad essere l'unico in grado di sconfiggere il Mago Oscuro.
Ci riuscirà? Come sarà il suo rapporto con i genitori che non ha mai conosciuto?
E quello con tutti gli amici che aveva, ma che lì non l'hanno mai conosciuto?
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, James Potter, Lily Evans, Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Ron/Hermione
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo, Da Epilogo alternativo
Capitoli:
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Grazie a tutti quelli che continuano a seguire la storia e a chiedere aggiornamenti!
Mi fa davvero piacere sapere che ci sono persone che seguono
così volentieri la storia! Questo capitolo è per tutti voi,

Lucy

 

James osservava Sirius, serio. Era certo che non avesse creduto a una sola parola di quello che lui e Lily gli avevano appena raccontato; glielo leggeva negli occhi. Rossana, al contrario, aveva gli occhi lucidi e sembrava molto più convinta. Probabilmente era dovuto ai ricordi che aveva cominciato a vedere nella sua mente; è molto più facile credere a qualcosa, quando la si vede.
«Oh, Lily! Siete veramente fortunati, lo sai?» commentò, con la voce rotta. «Non tutti possono avere una seconda possibilità come la vostra!»
«Lo so, Ross. Però ho un po' paura che...»
Un boato, proveniente dal Salone d'Ingresso coprì il resto della frase della donna. Urla spaventate cominciarono a sostituire incantesimi ed improperi di vario tipo che avevano sentito fino a poco prima. I quattro corsero fuori dall'aula con le bacchette puntate e si diressero verso la fonte del rumore. A metà del corridoio Severus Piton, che proveniva dalla direzione opposta, si parò davanti a loro, sbarrando la strada.
«Non di qui! Il Basilisco è entrato nel Castello... Indietro, presto!»
Corsero tutti e cinque nuovamente nell'aula di Trasfigurazione, l'unica in quel corridoio. Dietro di loro potevano avvertire chiaramente qualcosa strisciare sul pavimento nella loro stessa direzione. Si rifugiarono nella stanza e sbarrarono la porta, ma sapevano che non avrebbe retto i colpi del serpente. James aveva cominciato a sudare freddo. Non riusciva ad immaginare come avrebbero fatto ad uscire vivi da lì.
«Siamo solo al primo piano, ma non possiamo saltare!» esclamò Sirius, che era subito corso davanti ad una delle finestre. «Siamo ad almeno sette metri da terra».
«È un castello costruito nel Medioevo, Sirius. Che cosa ti aspettavi?» sbottò Ross, visibilmente agitata.  
«Non è questo il momento per discutere!» intervenne Lily, impedendo a Sirius di ribattere. L'uomo la guardò male, ma rimase in silenzio.
In quel momento, il serpente si schiantò con un boato sulla parete che separava l'aula dal corridoio e la porta si incrinò.
Lily e Rossana strillarono e osservarono la porta, spaventate. James, dopo aver controllato ogni angolo dell'aula con lo sguardo, senza trovare nulla a parte qualche quadro, spostò la sua attenzione su Severus Piton, che stava esaminando una spessa tenda rossa appesa ad una delle finestre.
«Trovato qualcosa di utile?» chiese, pensando di poter essere utile.
Un secondo colpo seguì il primo e alcune assi della porta cedettero. Da una delle fessure che si erano formate, si potevano distinguere le squame verdi del Basilisco.
«Sì» mormorò Severus, tirando giù la tenda. La colpì appena con la bacchetta e al suo posto comparve uno spesso tappeto persiano, dello stesso colore. Con un secondo colpo, il tappeto si sollevò di alcuni centimetri da terra e cominciò a vibrare.
«Presto, tutti su!»
Il tappeto era grande abbastanza per permettere a tutti e cinque di sedervisi, più o meno, comodamente.
«Tenetevi!»
James non aveva la minima idea di cosa usare come appiglio. Infine, optò per il bordo del tappeto e lo afferrò saldamente con la mano sinistra. L'unica cosa che riuscì a pensare mentre il Basilisco entrava nell'aula e loro si lanciavano all'esterno con il Tappeto, fu che, per la prima volta nella sua vita, stava facendo qualcosa di illegale per salvarsi la vita e non per puro divertimento.
«Beh, Mocc... Ehm, Piton, non pensavo sapessi guidare un Tappeto Volante!» esclamò Sirius, non riuscendo a mascherare completamente una nota di divertimento, nonostante il pericolo mortale che aveva appena corso.
«Infatti, non lo so guidare» rispose Severus, poco prima che il Tappeto, in caduta libera, si schiantasse sul terreno dei prati di Hogwarts.

 

***  

Harry teneva ancora la bacchetta sollevata davanti a sé, incredulo. Il corpo di Voldemort, il potente mago oscuro che, in quella Dimensione, aveva terrorizzato il mondo magico per più di vent'anni era morto. Il braccio con cui reggeva la bacchetta cominciò a tremare per lo sforzo nel restare in quella posizione. Lentamente, lo abbassò  e si avvicinò al corpo del mago. Osservando gli occhi rossi della persona che aveva rovinato tutte quelle vite, non poté fare a meno di provare un gran sollievo. In quella Dimensione avrebbe trovato qualcuno ad attenderlo, preoccupato per lui e quello che aveva passato; non soltanto amici, ma anche una famiglia. Doveva tornare a Hogwarts, il prima possibile. I Mangiamorte stavano ancora combattendo contro l'Ordine e il Ministero. Doveva portare con sé anche il corpo di Voldemort; i Mangiamorte non avrebbero mai smesso di combattere, se non avessero avuto la prova che il loro Padrone era morto.
Tentò di sollevare il corpo, ma era troppo pesante.
«Mobilicorpus» mormorò.
Il corpo di Voldemort si sollevò da terra e rimase sospeso a mezz'aria. Harry allora afferrò uno dei polsi, chiuse gli occhi e ruotò su se stesso, concentrandosi sul villaggio di Hogsmeade. Non successe nulla. Nessuna sensazione di costrizione, nessun fastidio, nulla. Quando riaprì gli occhi era ancora in mezzo alla radura buia, illuminata ormai solo dalla debole luce della luna. Ovunque si trovasse, la Materializzazione non era permessa. Si guardò attorno, alla disperata ricerca di qualcosa, qualunque cosa, che potesse essergli utile per creare una Passaporta. Poi, ripensando a quello che era successo l'ultima volta che ne aveva creato una, rinunciò. Anche se era stato Silente a richiamarlo in quella Dimensione, non poteva essere certo che non sarebbe potuto succedere di nuovo qualcosa di strano. Consapevole della sua capacità di attirare guai nello stesso modo in cui una calamita attira il ferro, era meglio trovare un'alternativa più sicura. Una fiammata illuminò per un attimo la radura e una Fenice dal pelo rado e l'aria piuttosto malandato andò a posarsi sopra il corpo di Voldemort.
«Fanny!» esclamò Harry, dopo che ebbe riconosciuto l'animale. L'aria triste e stanca della Fenice, tuttavia, lo rendevano dubbioso. Sarebbe stata in grado di portare lui e il cadavere a Hogwarts?
Ma non poteva aspettare ancora, doveva fermare la battaglia che si stava consumando dentro le mura del castello. Appoggiò la mano sulla testa della Fenice e un attimo dopo si trovò nel prato del castello, in tempo per vedere Silente e Hagrid infilzare con due spade il Basilisco. L'enorme serpente emise un forte sibilo e si trascino lentamente verso la foresta, ma fece poca strada, prima di cadere senza vita.
Nello stesso momento in cui tutti si accorsero del suo ritorno e videro il corpo di Voldemort a terra, Fanny prese fuoco. Dalle ceneri spuntò un piccolo uccello che raggiunse a fatica il suo padrone.
«Fanny, amica mia» disse Silente, accarezzando la testolina dell'animale. «Non potevi davvero scegliere notte migliore per rinascere. Oggi comincia un nuovo giorno per te, come per tutto il mondo magico».
I Mangiamorte, ormai senza più un padrone, si diedero alla fuga, inseguiti dai membri dell'Ordine e del Ministero. Mentre una Lily singhiozzante lo trascinava dentro il castello, al riparo dagli incantesimi che volavano da tutte le parti, scorse i cadaveri di numerosi Mangiamorte, tra cui riconobbe Bellatrix Lestrange, il marito Rodolphus e un mago che, nella sua Dimensione, era stato accusato di tradimento dal Ministero.
Scorse anche qualche corpo di uomini del Ministero e alcuni membri dell'Ordine, fortunatamente nessuno che conosceva personalmente. Pur sentendosi un po' in colpa, non poteva fare a meno di sentirsi sollevato: quella volta non era morto nessuno di importante per lui.
«Oh, ce l'hai fatta, ci sei riuscito!» continuava a ripetere Lily, tra le lacrime. Lo trascinò all'interno della Sala Grande, semi distrutta dalla battaglia, in un angolo vicino al tavolo dei professori. Dallo sguardo che gli lanciò Sirius, capì che Lily e James gli avevano raccontato qualcosa. Spostò lo sguardo, incapace di fissare gli occhi grigi della persona che tanto aveva significato per lui, e incontrò gli occhi sgranati di Remus Lupin, che non sembrava credere a quello che vedeva.
«Quando ti ho visto lì, davanti a Voldemort, mi sono sentito morire!» lo sgridò James, raggiungendoli poco dopo assieme a Severus e Rossana. La donna esibiva un grosso livido sotto l'occhio destro, mentre Severus aveva qualche graffio sulle mani. James, si stava massaggiando un polso, ma quando raggiunse il figlio, smise per poterlo abbracciare.
«Che cosa vi è successo?»
«Un incidente con un Tappeto Volante» borbottò Rossana, fulminando Severus con lo sguardo.
Harry avrebbe voluto sapere di più, ma fu anticipato da Lily.
«Avevi promesso che finito tutto ci avresti raccontato ogni cosa» disse.
«Lo so» sospirò. Non gli sembrava una buona idea, visto l'alto numero di Mangiamorte che erano riusciti a scappare, per non parlare del castello di Hogwarts che doveva essere ricostruito. Lo fece notare agli altri, cercando l'appoggio di Severus, che però lo deluse.
«Dei Mangiamorte si occuperanno le squadre del Ministero, Harry» disse. «In quanto al castello, può aspettare un po'. Silente sta avvisando tutti che cominceremo tra qualche giorno; credo abbia parlato anche di una festa. Vado a vedere se gli serve qualcosa».
Harry rimase da solo con i suoi genitori, Sirius, Remus e Rossana. Si sentiva in imbarazzo come mai prima d'ora; da dove cominciare? Da tutto quello che gli avevano fatto passare i Dursley, o di quando aveva salvato Sirius dai Dissennatori? Forse era meglio... Non sapeva proprio che cosa dire. Poi, ricordandosi che Sirius, Rossana e Remus non sapevano proprio nulla, cominciò dal principio.
«D'accordo, allora... Forse Lily e James vi hanno detto che provengo da un'altra Dimensione». I tre annuirono e Harry proseguì: «Poco prima della mia nascita, una profezia annunciò l'arrivo di un bambino, l'unica persona in grado di sconfiggere Voldemort. Il mago, dopo aver deciso che quel bambino ero io, cominciò a cercarmi e Lily a James si nascosero con l'Incanto Fidelius, fidandosi di uno dei loro migliori amici, Peter Minus. Ma l'amico li tradì e rivelò a Voldemort il luogo in cui si trovavano. La notte di Halloween, quando avevo poco più di un anno, Voldemort arrivò a Godric's Hollow e uccise i miei genitori. Cercò di uccidere anche me, ma non ci riuscì perché il sacrificio di mia madre mi diede una protezione; l'Anatema che Uccide gli rimbalzò addosso e lui rimase senza corpo. In un lampo, in tutto il mondo magico si sparse la notizia e divenni famoso come il Bambino Sopravvissuto. Silente mi affidò alla sorella Babbana di mia madre, pensando che sarebbe stato meglio per me crescere lontano dal nostro mondo e poi, il fatto che fosse legata a mia madre, mi garantiva protezione da Voldemort, perché Silente era certo che non fosse morto, come tutti, invece, credevano. Sirius Black, che tutti ritenevano il Custode Segreto e quindi il traditore, cercò Minus, il vero responsabile di tutto, ma quando lo trovò cadde in trappola. Minus fece saltare in aria una strada piena di Babbani, uccidendone dodici e lui stesso si tagliò un dito, prima di trasformarsi in topo e sparire nelle fogne. Sirius Black fu arrestato con l'accusa di aver ucciso i Babbani e Peter Minus; fu spedito ad Azkaban senza processo».
Tutti i presenti impallidirono, anche Lily e James, che già sapevano, a grandi linee, quello che era successo.
«S-Sirius... ad Azkaban?» balbettò Rossana, mentre il marito, di fianco a lei, prendeva posto su un grosso pezzo di muro, crollato dal soffitto.
«Sono morto dopo poco tempo, vero?» chiese, con un filo di voce. «Odio i Dissennatori, mi sarei ammazzato dopo poco tempo, ne sono certo».
«No, non sei morto, per fortuna, altrimenti non avrei mai potuto conoscerti! Con i Dursley ho passato un'infanzia terribile; dormivo nello sgabuzzino del sottoscala...»
«Che COSA?!» esclamò James, infuriato. «Dannato Vernon, non mi è mai piaciuto! Passi per Petunia, che è soltanto gelosa perché non ha alcun potere, ma Vernon...»
«James, lascialo continuare!»
«Già e non mi raccontarono nulla del mondo magico... addirittura mi nascosero le prime lettere che arrivarono da Hogwarts. Il giorno del mio undicesimo compleanno arrivò Hagrid che mi raccontò la verità. Credo di non aver mai sentito così tanto di appartenere a qualcosa come il mondo magico; per la prima volta in vita mia mi sentivo normale, uno come tanti. Ogni volta che combinavo qualcosa che odorava anche solo lontanamente di magia, gli zii mi punivano e mi sgridavano... dicevano che ero anormale. Invece, non era  vero! Non ero solo, c'erano tante altre persone come me... Il mio primo anno di scuola, conobbi i miei migliori amici, Ron e Hermione, ma non fu un anno normale. Voldemort aveva trovato un modo per riprendersi il corpo che gli era stato tolto. Silente aveva nascosto a Hogwarts la Pietra Filosofale, perché qualcuno era sulle sue tracce: uno dei professori di Hogwarts, che era posseduto da Voldemort. Io riuscii a fermarlo, prima che arrivasse alla Pietra. Il secondo anno non cominciò meglio del primo; io e Ron non riuscimmo a passare la barriera per il binario nove e tre quarti e arrivammo a scuola con una macchina volante, che rubammo al signor Weasley».
«Macchina volante! Altro che tappeti... » commentò James, divertito.
Lily, invece, sembrava molto contrariata. «Ma che cosa vi è passato per la testa? Non potevate avvertire qualcuno? O attendere che i Weasley tornassero all'auto?»
«È un po' tardi per sgridarmi, no? Comunque, le cose peggiorarono con il passare dei giorni. La Camera dei Segreti venne aperta e cominciarono ad esserci degli attentanti in cui i figli di Babbani rimasero pietrificati; fortunatamente non morì nessuno. Dietro a tutto c'era ancora lui, Voldemort. Aveva lasciato un Diario di quando era studente, una specie di ricordo, che sperava di utilizzare per avere di nuovo un corpo; riuscii a fermarlo anche quella volta. Durante l'estate nei notiziari Babbani comparve la foto di Sirius Black, noto pluriomicida evaso da un carcere di massima sicurezza; non avevo la minima idea che in realtà fosse un mago. Pochi giorni dopo arrivò zia Marge, in visita con uno dei suoi maledetti cani... L'ultima sera della sua vacanza insultò i miei genitori e mi arrabbiai, facendola gonfiare come un pallone».
James e Sirius scoppiarono a ridere e la stessa Lily non riuscì a nascondere un sorriso.
«Non l'ho mai sopportata» ammise. «E nemmeno Petunia».
«Sì, beh, comunque quella stessa sera scappai di casa, ero certo che sarei stato punito dal Ministero per quello che avevo fatto. Salii sul Nottetempo e arrivai al Paiolo Magico, dove il Ministro in persona mi stava aspettando. Rimasi sorpreso del fatto che si fosse interessato personalmente della mia fuga, per non parlare del fatto che non ci fu nessuna conseguenza per aver gonfiato zia Marge. Poi scoprii che Sirius Black stava cercando me, per uccidermi, secondo loro. Il nuovo anno cominciò con il terrore dei miei amici che Sirius mi trovasse e con Remus Lupin come professore di Difesa».
«Vedi, Remus, io e James te lo abbiamo detto un sacco di volte di parlare con Silente!» esclamò Sirius. «Scusa dell'interruzione, Harry. Continua, ti prego. Voglio sapere come finisce la storia di me evasore».
«Con il passare dei giorni scoprii la storia che tutti cercavano di tenermi nascosta: Sirius, il migliore amico dei miei genitori e mio padrino, li aveva traditi e venduti a Voldemort. Ero pronto ad affrontarlo e ad ucciderlo per vendicare i miei genitori, ma quando mi trovai davanti a lui, nella Stamberga Strillante con i miei amici, fummo interrotti da Remus Lupin, giunto in suo soccorso. Scoprimmo così la vera storia, quella che comincia con un ragazzino diventato Lupo Mannaro che, dopo aver tentato inutilmente di nascondere la cosa ai suoi amici, venne coinvolto in giri notturni durante la luna piena assieme ai suoi tre migliori amici Animagi illegali; ci raccontò della decisione di affidare a Peter il compito di Custode e far credere il contrario a tutti gli altri. Scoprii così che Peter era ancora vivo, il topo di compagnia del mio migliore amico Ron, per la precisione. Sirius era evaso perché aveva riconosciuto il topo in una foto della famiglia Weasley e sapeva che io avrei potuto essere in pericolo. Purtroppo però, Minus riuscì a scappare, dopo che fu smascherato e solo Silente credette a Sirius, condannato al bacio del Dissennatore. Io e Hermione tornammo indietro nel tempo e lo facemmo fuggire assieme ad un Ippogrifo di Hagrid, che era stato condannato a morte dal Ministero per aver colpito uno studente a lezione».
«Alla fine del mio quarto anno Voldemort riuscì a riprendersi il corpo, usando anche il mio sangue. Aveva escogitato un piano per arrivare a me sfruttando il Torneo Tremaghi che si teneva a Hogwarts quell'anno, facendomi gareggiare come quarto campione. I miei amici, Silente e le persone a lui più vicine furono gli unici a credermi. Il Ministero, invece, negò tutto e fece il possibile per screditare me e Silente agli occhi di tutti per rendere meno attendibile quello che dicevamo. Il quinto anno, come insegnante di Difesa arrivò il Sottosegretario del Ministro; tutti sapevamo che in realtà doveva tenere d'occhio la situazione. Alla fine dell'anno, dopo i GUFO, io... sono caduto in una trappola di Voldemort...»
Un nodo alla gola gli impedì di continuare, nonostante fossero passati ormai due anni. Parlare della morte di Sirius, davanti a quello di un'altra Dimensione, era ancora più difficile. Cercò in tutti i modi di non guardare verso il suo padrino, ma quegli occhi grigi lo attiravano come il miele le mosche. Sirius parve capire.
«Ha a che fare con me, vero?» chiese, poi proseguì, senza aspettare la risposta: « Avanti, qualsiasi cosa sia successa, sono qui, no? O, meglio, tu sei arrivato qui».
Sirius sembrava molto più maturo di quello che aveva conosciuto nella sua Dimensione e anche più sereno. Probabilmente, nonostante tutti gli anni della guerra, avere ancora James e Lily, vivi, aveva fatto la differenza. Anche James, dopotutto, sembrava più adulto di quello che gli avevano descritto tutti.
Sono cresciuti, pensò. Mi hanno sempre parlato di loro nel periodo scolastico, ma la scuola l'hanno finita da un pezzo.
Nessuno poteva sapere come sarebbero cambiati con il passare degli anni: Lily e James erano morti molto prima di poterlo mostrare e Sirius, rinchiuso ad Azkaban, non poteva aver certo passato dei bei momenti.
Non poteva rimpiangere il passato, Sirius aveva ragione: era qui, adesso. Aveva una seconda possibilità, tanto valeva sfruttarla al meglio.
«Voldemort stava cercando di impossessarsi della Profezia, per sentirla tutta. Mi fece credere di aver catturato Sirius e averlo portato nell'Ufficio Misteri in cui era riposta. Mi precipitai lì senza pensarci, neanche per un secondo, con alcuni amici che mi avevano seguito, mettendo in pericolo tutti. Trovammo dei Mangiamorte ad attenderci e cominciammo a lottare. Fummo raggiunti anche da alcuni membri dell'Ordine, tra cui Sirius, anche se sarebbe dovuto rimanere a casa sua. In uno scontro con Bellatrix fu colpito da un incantesimo e finì oltre il Velo che si trova in una delle stanze dell'Ufficio Misteri. Nessuno mi ha mai spiegato che cosa sia, ma credo si tratti del velo che separa la vita e la morte. Comunque, Sirius morì ed è stata tutta colpa mia».
James sembrava sul punto di intervenire, ma Lily gli fece cenno di tacere. Fu Sirius, invece a parlare. Il viso di James si scurì, un'espressione che non piacque per niente a Harry.
«Non credo sia tutta colpa tua. Da quanto hai detto io ero in fuga e Silente mi aveva ordinato di stare a casa. Ho disobbedito ai suoi ordini, anche se non capisco perché, quindi è stata anche colpa mia».
«Ti nascondevi a Grimmauld Place, che era diventato anche il Quartier Generale dell'Ordine della Fenice» spiegò Harry. «Non eri contento di dover stare rinchiuso lì...»
«Beh, lo immagino... Anche quella casa è stata una prigione per me, capisco perfettamente come si sentiva... come mi sentivo».
«L'unica cosa positiva, se così si può dire, fu che il Ministro in persona vide Voldemort al Ministero e dovette ricredersi su tutto. Ovviamente fu sostituito, ma le cose non cambiarono di molto. Cominciò a spargersi la voce che io fossi il Prescelto e il Ministero voleva sfruttarmi, facendo credere alla gente che io stessi dalla loro parte per acquisire maggior consenso. Fu al sesto anno che Silente, finalmente, mi rivelò degli Horcrux e tutte le supposizioni che aveva fatto in quegli anni. Ne trovò uno e mi portò con sé per recuperarlo. Quando tornammo indietro scoprimmo che i Mangiamorte erano entrati a Hogwarts. Silente era già debilitato da una Maledizione che lo aveva colpito in estate e da una Pozione che aveva bevuto quella sera. Piton lo uccise al posto di Draco Malfoy, che non riuscì a farlo. Credo di non aver mai odiato Piton come in quel momento, anche perché in seguito scoprii che il medaglione che avevamo preso quella sera era finto. Il vero Horcrux lo aveva preso Regulus anni prima. Il settimo anno non andai a Hogwarts; il Ministero era caduto in mano a Voldemort e non potevo tornare lì. Partii con Ron e Hermione alla ricerca degli altri Horcrux. Non fu facile, dato che eravamo in continuo movimento per nasconderci da tutti quelli che mi cercavano: ero l'Indesiderabile numero 1. Tra liti varie,  discussioni e morti, non passammo proprio dei bei momenti. Fummo catturati da un paio di Mangiamorte e fatti prigionieri a Villa Malfoy per quasi un mese; Ron morì dopo quasi due settimane di torture. Io e Hermione riuscimmo a fuggire, a trovare tutti gli Horcrux e distruggerli. A Hogwarts, stava per cominciare la Battaglia e Voldemort, uccise Piton perché era convinto, come me che avesse ucciso Silente e lui voleva la Bacchetta di Sambuco, nota anche come Stecca della Morte, che era appartenuta proprio a Silente.  Piton, in punto di morte, mi affidò i suoi ricordi. Scoprii tutta la verità: che lui e mia madre si conoscevano da bambini e che erano amici, fino a quando lui non la chiamò Sanguesporco. Piton si unì a Voldemort qualche anno dopo e fu lui stesso a riferire della Profezia a Voldemort. Supplicò Silente di nasconderli, ma fu inutile dato che Minus li tradì. Promise a Silente di aiutarlo a proteggermi, anche se alla fine scoprirono che anche io ero un Horcrux. Dovevo morire anche io, così, dopo che più volte avevo ignorato il suo ordine a consegnarmi a lui, mi diressi nella Foresta Proibita, dove si trovava Voldemort con i suoi Mangiamorte. Lo affrontai e lui mi scagliò l'Anatema che Uccide, ma ancora una volta aveva sottovalutato l'amore. Quando aveva usato il mio sangue per rigenerarsi, aveva preso anche la protezione di mia madre, e lui era diventato una sorta di mio Horcrux. Scampai alla morte ancora una volta e alla fine, nel bel mezzo del parco di Hogwarts, riuscii a batterlo. Purtroppo però erano quasi tutti morti».
Nessuno commentò quando terminò di raccontare. Lily singhiozzava su una spalla di James, che non riusciva a mascherare completamente il fastidio che provava verso qualcosa. Rossana stava facendo il possibile per non piangere, mentre dava qualche pacca di conforto a Remus che aveva cominciato a piangere poco prima.
«Ne hai passate anche troppe, Harry. Oltre a quello, hai combattuto di nuovo qui, per noi. Grazie» disse Sirius, commosso anche lui, ma non in lacrime. Si avvicinò a Harry e lo abbracciò stretto. Harry non si era mai sentito così bene tra le braccia di un adulto. Non poteva ricordare di quando aveva un anno e viveva con i suoi genitori, ma quell'abbraccio si Sirius, il suo padrino e la morte che più gli pesava sulla coscienza, era tutto quello di cui aveva bisogno in quel momento.

***                

Harry riuscì a liberarsi dell'ennesima persona che veniva a congratularsi con lui e si diresse verso il tavolo in cui erano state sistemate le bevande.
Stava cercando di decidere se prendere una Burrobirra o un bicchiere di Idromele, quando si sentì battere sulla spalla. Dopo un attimo, vide Sirius prendere un calice di Acquavite, un'espressione sul viso che s'addiceva più a un cane bastonato che al suo padrino.
«Tutto bene, Harry?» chiese, con un sorriso tirato. «Sei molto ricercato, vedo».
«Aver ucciso Voldemort mi ha messo di nuovo al centro dell'attenzione» borbottò, decidendo infine per un bicchiere di Idromele. Silente non aveva detto quanto sarebbe durata la festa, ma era certo che non sarebbe terminata in poco tempo e aveva bisogno di qualcosa per tirarsi su. Odiava essere al centro dell'attenzione.
«Non fare così, Harry, per noi sono stati più di vent'anni di terrore. Una cosa che spero di non dover vivere nuovamente. È il secondo bicchiere, quello?» chiese poi, indicando quello che Harry teneva in mano. Poco lontano da lui ce n'era un secondo, vuoto.
«Ho diciotto anni» si giustificò. E la giornata sarà molto lunga, aggiunse mentalmente.
«Oh, non preoccuparti. Non sarò di certo io a dirti di non bere» disse, facendo l'ennesimo sorriso tirato.
«Che cosa c'è che non va?»
«Niente, niente... Non preoccuparti» rispose Sirius, che stava guardando verso una delle alte finestre della Sala Grande. Harry seguì il suo sguardo e vide James, con il volto scuro e Lily, accanto a lui, che gli parlava animatamente; sembravano entrambi arrabbiati per qualcosa.
«C'entrano James e Lily?»
«Solo James» ammise Sirius, tornando a guardare verso Harry. «Credo sia geloso per il rapporto che si è creato in poche ore tra noi due. Non è colpa mia, credo. A me viene naturale stare con te e parlarti normalmente come se fossi sempre stato con me. So che non è così, anche perché non credo dimenticherò facilmente il cadavere del mio figlioccio davanti alla porta di James, ma ora sei qui. Io ero importante per te nella tua Dimensione, anche se per poco, e voglio che qui sia lo stesso, per te».
«Sì, ho capito» disse Harry. «Solo che mi sento più a mio agio quando parlo con te. Certo, non sei il Sirius che ho conosciuto nella mia Dimensione, lui non era così maturo, ma sei comunque tu; è lo stesso con Remus».
«Non preoccuparti, non mi terrà il muso a lungo, spero. Ehi, una signorina carina sta venendo dalla tua parte... Vado a cercare Ross, come moglie, ha il dovere di consolarmi».
Harry si girò e vide Ginny venire verso di lui; l'Idromele gli andò di traverso e si mise a tossire. Era davvero bella anche con la semplice veste di seconda mano che indossava.
«Ciao, Harry».
«Ciao, Ginny» rispose al saluto, quando riuscì a controllare i colpi di tosse.
«Allora, sei preoccupato per i risultati dei MAGO?»
«Come, scusa? I MAGO?» chiese Harry, non capendo cosa volesse dire Ginny. Lui non aveva frequentato il settimo anno e non aveva sostenuto gli esami.
«Lo sapevo che mio fratello stava mentendo, è una frana in queste cose; per fortuna non gli ho detto che avevo cominciato qualche giorno fa a ricordarmi di te».
«Tu... Tu ti ricordi di me? Com'è possibile?»
Come aveva fatto Ginny a ricordare? Le aveva parlato sono quel pomeriggio che aveva passato alla Tana, alla festa per la fine degli esami di Ron e Hermione. Era rimasto sul vago nel parlare di sé e, sicuramente, non aveva detto niente di così personale da poter provocare il meccanismo dei ricordi.
«Quando Ron era in coma, Barry Evans andava spesso a trovarlo e mi era sembrato strano, dato che si conoscevano da poco» spiegò Ginny. «Una sera, quando tutti erano andati via, Silente chiese di parlare con mio padre e, non potendo assistere, decisi di tornare da Ron, mentre lo aspettavo. Ma dentro c'era già qualcun altro, qualcuno disperato per le condizioni di Ron. Sono rimasta ad origliare dietro alla porta dell'Infermeria».
«Hai origliato una conversazione? Fa molto gemelli Weasley!»
«Ho imparato un po' da tutti, Potter. Ero l'unica figlia femmina e, come si dice, la necessità aguzza l'ingegno, no? Comunque, era un monologo, più che una conversazione; Ron era in coma. Barry Evans disse delle cose, sul fatto di amici passati, morte e poi, anche di me. Disse qualcosa come: “Mi dispiace di non essere riuscito a salvare almeno Ginny, l'amavo davvero; ma in questa Dimensione le cose saranno diverse, lo prometto”».
Harry si sentì arrossire e l'Idromele rischiò ancora una volta di farlo soffocare.
«Beh, questo Barry Evans deve...»
«Oh, per favore, Harry! Mio fratello è una frana a mentire così come a tenere qualcosa per sé. Mi ha praticamente confessato che Barry Evans era solo un finto nome che ti eri inventato per proteggerti da Voldemort... Ormai ho capito che tu non sei il vero Harry Potter... cioè, quello di qui, insomma! Sei arrivato da un qualche altro universo o simile... Sembra una cosa senza senso a dirla così...»
«Lo so, è strano... L'importante è che qui siano tutti vivi e, adesso, contenti per la fine della guerra».
«Sì, è vero» disse Ginny avvicinandosi pericolosamente a lui.
Harry sentì il cuore aumentare di colpo. Era passato quasi un anno da quando l'aveva baciata, il giorno del suo compleanno, alla Tana. Quando l'aveva rivista a Hogwarts, durante la battaglia, non aveva fatto in tempo.
«G-Ginny... che cos..»
«Harry, pensi di poter amare me come hai amato l'altra me?»
La sua bocca si stava avvicinando sempre di più.
No, pensò Harry disperato. Perché adesso, in mezzo a tutta questa gente? Non può baciarmi adesso...
«Io... sì, credo di sì» rispose, cercando di allontanarsi da lei. «Ci ho messo un bel po' a capire che eri più della sorellina del mio migliore amico e non ho avuto il tempo di stare con te quanto volevo».

«Bene. Perché ti conosco da poco, ma c'è qualcosa che mi attira verso di te. Allora, che ne dici di andare a fare un giro per le rovine del castello? Sai, non è da me baciare qualcuno davanti a tutta questa gente».         

                        

***

«James, che cosa c'è?» chiese Lily, coricandosi nel letto accanto a quello del marito nella Torre di Grifondoro, uno dei pochi luoghi di Hogwarts completamente intatti. Silente aveva insistito affinché tutti restassero lì a riposare qualche ora, la notte dopo l'intensa giornata di festa che avevano vissuto quel giorno; il primo, dopo più di vent'anni, senza Voldemort.
«Niente» rispose secco.
Lily sbuffò. «Avanti, James, ti conosco fin troppo bene. Durante la festa non hai mai rivolto la parola a Sirius e, l'unica volta in cui lui si è avvicinato,  lo hai cacciato malamente. Sembrava un cane bastonato, prima, quando l'ho salutato».
James non rispose, ma borbottò qualcosa che suonò come 'per essere un cane, è un cane'. Infine, si decise a confessare quello che Lily aveva già capito da un pezzo, ma che voleva sentir uscire dalla bocca dell'orgoglioso marito.
«Sono geloso, va bene?» sputò fuori. «Sirius in neanche un giorno ha creato con Harry un rapporto che con noi non ha, anche se lo conosciamo con la sua vera identità da più tempo. Non so come tu faccia a non essere gelosa!»
Io sono nata femmina e con un cervello, avrebbe voluto rispondere, ma si trattenne; James era già abbastanza abbattuto per conto suo.
«Harry ha conosciuto Sirius, nella sua Dimensione, anche se per appena due anni» rispose Lily. «È normale che stia bene con lui! Quando i suoi genitori sono morti, aveva solo un anno, non ricorda nulla; mentre quando Sirius è morto aveva quasi sedici anni. Gli fa bene stare con lui, qui, vedere che è vivo, sposato e felice. Dobbiamo solo fargli capire che può contare su di noi e, quando sarà pronto, verrà».
«Vorrei che ci lasciasse fare i genitori» sbuffò James.
«Ha diciotto anni, James. Non ha bisogno che gli si cambi il pannolino, gli si dia la pappa e tutto il resto. Anche a me fa male sapere tutto quello che abbiamo perso: le prime magie, la lettera per Hogwarts, gli acquisti a Diagon Alley... Sono tante cose, ma potremmo viverne altre».
«Sì, hai ragione. Però resta il fatto che vorrei che considerasse anche noi come considera Sirius; anche con Remus è più a suo agio!»
«Lo so, James, anche io lo vorrei; dobbiamo solo aspettare. Intanto, domani chiedi scusa a Sirius! È il tuo migliore amico non puoi tenergli il muso per una cosa del genere».
«Domani mattina gli parlerò. Silente ha detto niente sulla ricostruzione?» chiese, cambiando argomento.
«Cominceremo tra qualche giorno. Siamo in tanti e mancano ancora venti giorni all'inizio della scuola. La questione principale al momento è catturare tutti i Mangiamorte che sono riusciti a scappare».
La stanchezza accumulata durante la battaglia e poi alla festa li fece addormentare presto.
In tutto il mondo magico, per la prima volta dopo anni, potevano dormire tutti sonni tranquilli, senza tenere un orecchio sempre all'erta, pronto a cogliere ogni rumore. Nessun Mangiamorte o Signore Oscuro avrebbe più minacciato le loro vite.

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Ciao a tutti!!
Spero che il nuovo capitolo vi sia piaciuto, io non sono del tutto soddisfatta; alcune parti le ho cambiate almeno tre volte e ancora non sono contenta. Fatemi sapere che cosa ne pensate! :) Come sempre, grazie a chi continua a leggere, recensire e a tutti quelli che hanno la storia tra le Preferite(70), le Seguite(196) e le Ricordate(25). Spero di riuscire ad aggiungere presto un altro capitolo... La storia si sta per concludere, purtroppo.
Alla prossima,
Lucy

   
 
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