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Autore: white mirror    25/06/2013    1 recensioni
" Tutto cominciò lì, tra giocolieri, trapezisti e scimmie ammaestrate..
..
in una bizzarra notte di mezza estate.."
Un viaggio nelle opere del grande William Shakespeare!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Carissimi lettori,
finalmente sono riuscita ad aggiornare e devo dire di essere estremamente soddisfatta del risultato. Mi dispiace moltissimo per la lunga attesa e spero di riuscire a pubblicare presto anche  il quinto capitolo. ringrazio tutti quelli che ancora mi seguono, in particolar modo "I promise" che ha messo questa storia tra le preferite. ;-)
spero che il capitolo sia all'altezza delle aspettative.
attendo con ansia le vostre recensioni. un bacio W.M.
















Capitolo 3 – Istruzioni di gioco







 
Uno strano cinguettio giunse al mio orecchio, destandomi da quel sonno apparente. Alti alberi in fiore circondavano la piccola radura nella quale mi ero appena svegliata, donando le un aspetto quasi surreale.

Una lieve brezza mi accarezzò il volto, che attento osservava il nuovo ambiente.

'Sono morta? Questo è forse il paradiso ?'
Domande di questo genere cominciavano ad apparire nella mia testa; il panico si stava insinuando a poco a poco, come un viscido serpente, nei meandri della mia mente.

Prima di andar completamente fuori di testa, decisi di provare a far due passi e a riflettere sull'accaduto.

Mi tirai su con estrema fatica, massaggiandomi per bene ogni arto del mio corpo, in modo tale da eliminare quel continuo e fastidioso formicolio.


'Non posso essere morta. Sì, sono finita in una foresta sconosciuta, in chissà che modo... Ma sono qui in carne ed ossa!' Tentai di autoconvincermi di ciò mentre camminavo avanti e indietro nella verdeggiante radura.

"No! Non sono assolutamente morta!" Affermai con decisione dopo qualche minuto.
 "L'unico problema adesso.. È come uscire di qui...non so neanche come ci sono arrivata.." Dissi, ma una voce familiare interruppe i miei ragionamenti.
 

"Il re vorrà dare una festa proprio qui stanotte: bada che la regina se ne stia lontana dai suoi sguardi che Oberon è al colmo dell'ira..."
 Tentai di seguire il suono di tale voce per avvicinarmi il più possibile e capire a chi appartenesse.

Spostarsi in quella foresta non era di certo cosa facile, anzi alquanto faticosa.. Ma continuai, spinta dal desiderio di conoscenza; finché non giunsi vicino ad un altro spiazzo verde da cui avevo sentito arrivare tali parole. 
Mi sistemai dietro un albero dal tronco largo per non essere vista e osservai la scena con estrema attenzione.

Una ragazza con lunghi capelli dorati, intrecciati abilmente con fiori di ogni sorta, stava seduta su di un masso, al quale era appoggiato un bambino dalla pelle candida come la luna e i capelli rosso fuoco.

"O io m'inganno affetto sulla tua forma e sul tuo sembiante ..." Disse ad un tratto la giovane " .. Ovvero tu sei proprio quella birba malandrina di uno spirito che viene chiamato.."

"PUCK!!!" Gridai saltando fuori dal mio nascondiglio.

I due occhi neri del ragazzo incrociarono i miei e in meno di trenta secondi mi ritrovai a terra con quella peste attaccata al collo.

"Elena! Finalmente sei arrivata!!! Ti stavamo aspettando!"

"Come prego? Chi mi stava aspettando? E meglio ancora.. DOVE ci troviamo???" Chiesi ancora sconvolta da tutta la situazione.
" oh per quello avremo tempo dopo! Ora abbiamo tanto lavoro da fare.. Dobbiamo occuparci dei preparativi della festa, dobbiamo chiamare i folletti capi, le ninfe dei boschi, .."

"Puck! Ti prego ascoltami! Non ho la più pallida idea di cosa tu stia dicendo! Mi potresti dire che sta succedendo?? Sto diventando scema!"

"Ehm ehm..." La ragazza si schiarì la voce " Robin Goodfellow*... Chi è costei?" 
"Una mia amica .... Umana..."

"Umana?" Chiesi come se mi avessero offeso "perché.. Voi non siete.."

Dovetti lasciare la frase a metà non appena vidi comparire sulla schiena di entrambi un bel paio d'ali. ".. No... Scusa.. State scherzando?"
 
"Come è scortese questo umano.." Aggiunse la fata

"No.. Semplicemente non è abituata a vedere creature come noi.."

Tentai di riprendere fiato, respirando a pieni polmoni per evitare lo svenimento.

"Ehm.. Puck, per cortesia.. Dimmi che tutto questo è un sogno, o un effetto collaterale di quella sostanza bluastra usata per i vostri trucchi di magia, ti prego.. "

"No no, è tutto vero e non vero alla stesso tempo." Rispose con un sorrisino compiaciuto.

"Ed ecco che ricomincia... Ti prego, dimmi almeno dove ci troviamo! E il modo per uscire di qua!" Gridai con voce implorante a quel diavoletto di dieci anni.

"Ehi, non c'è bisogno di urlare, basta ..." Si interruppe improvvisamente e tese l'orecchio verso la foresta.
 Imitandolo la Fata ripeté il gesto.

" Sta arrivando, fatti da parte.." Disse il piccoletto alla ragazza.

"Arriva anche la mia padrona! Volesse il cielo ch'egli se ne andasse subito.." Rispose lei con aria preoccupata.

"Scusa.. Ma.. Arriva, Chi?"

"Ma come CHI? Che umana irrispettosa! Le loro altezze! Dove hai vissuto fino ad oggi??" Domandò acida la giovane.

"Eh, vorrei saperlo anche io.." Replicai sconsolata portandomi le mani sul volto in preda alla disperazione.

"Elena, non ti preoccupare, tra poco ti sarà tutto chiaro...ma adesso vieni" disse prendendomi per mano "mettiti qui a lato, dietro a questo cespuglio e osserva con attenzione"

Non appena mi fui sistemata dall'altra parte di quel groviglio di rami, vidi apparire nella radura tante luci colorate, che si muovevano accompagnate da una armoniosa melodia, puntini brillanti d'ogni colore che fluttuavano nell'aria, cullate da quelle note celestiali.

D'un tratto però la musica cessò e con la stessa velocità con cui erano arrivate, queste luci scomparirono, lasciando il posto a persone.. O meglio..creature magiche di ogni sorta.

Questi si erano divisi in due, spostandosi sui lati della radura. Davanti al gruppo di destra, composto principalmente da giovani fate, vi era una bellissima donna, dai capelli d'oro e dagli occhi del colore della tempesta.

La sua bellezza, quasi innaturale, mi aveva lasciato senza fiato. I suoi lunghi capelli biondi erano raccolti in una complicata acconciatura, decorata con graziosi boccioli di rosa, che mettevano in risalto il candore della sua pelle. 
Sulla elaborata chioma era stata posata una corona lavorata con numerose gemme e diamanti. 
L'abito, non meno bello di colei che lo indossava, era adornato con piccole pietre preziose e scendeva lungo la bella figura facendone risaltare tutte le curve femminili.

Dall'altra parte della radura invece si trovava un vasto gruppo di creature magiche, a capo del quale vi era un uomo giovane, bello e dall'aspetto fiero e deciso.
 Quest' ultimo non aveva nulla da invidiare alla donna di fronte a lui, in quanto di pari beltà. La sua carnagione era leggermente più scura e i capelli di un nero corvino contrastavano il verde smeraldo degli occhi. Con indosso una tunica color porpora, fermata da una spilla d'oro abilmente decorata, stava immobile, quasi in attesa di un qualcosa che sapeva non avrebbe mai avuto.

Dopo aver osservato attentamente notai che tra i due schieramenti vi era una sorta di lotta silenziosa, nessuna aveva ancora proferito parola ma dagli sguardi si poteva comprendere l'odio smisurato provato da entrambi. 
Ad un tratto il giovane a capo del gruppo si mosse e si avvicinò al suo avversario; allo stesso modo fece la donna.

"Cattivo incontro al lume della luna, fiera Titania" disse lui mandando in frantumi quel muro di silenzio che si era costruito fino a quel momento.

"Sei tu, invidioso Oberon? Fate, andiamo via subito: ho rinnegato il suo letto e la sua compagnia." Aveva ordinato con tono perentorio la donna.

"Fermati, ostinata e proterva creatura. Non sono forse il tuo signore?"

"Se così fosse, io dovrei essere la tua dama.." Rispose lei " ma.. Perché sei qui? Vieni forse perché la spavalda amazzone, la tua cornuta amante, il tuo amore guerriero, ha da sposarsi con Teseo ?"

"Come puoi, o Titania, attentare al mio buon credito menzionando il nome di Ippolita, quando sai benissimo com'io sia informato del tuo amore per Teseo !" Rispose Oberon in preda alla furia.

"Non ti preoccupare" disse Puck che intanto mi aveva raggiunto senza farsi notare "fanno sempre così quando si incontrano.. Ma vedrai, aspetta ancora un poco .."
.
Il litigio fra i due andò avanti per altri dieci minuti, dopo di che Titania, stanca di stare a spendere parole inutilmente, decise di andarsene insieme al suo seguito di fate.

"Ebbene, va' pure per la tua strada: ma non uscirai dal bosco senza ch'io ti faccia pagare il tuo torto. Oh mio caro Puck, vieni qui."

"Subito padrone!" Disse saltando fuori dal cespuglio
 "Puck.. Chi è quella graziosa fanciulla che si nasconde ai miei occhi?"

"Ehm.. Beh.. Allora è una storia buffa.. Ero andato dall'ALTRA PARTE.. e .. Insomma stavo cercando di apprendere qualche nuova tecnica dal signor W e beh.. Tra una cosa e l'altra.."

"Dimmi che non hai disobbedito nuovamente ai miei comandi.." Chiese Oberon passandosi entrambe le mani tra i folti ricci.

"No, cioè è stato un errore.."

"Puck!"

"Mi dispiace, non volevo, perdoni.."
 Oberon sospirò profondamente e accarezzò la chioma rossa del ragazzo con un gesto quasi paterno.

"Va bene.. Ormai il danno è fatto.. Ma sarai tu a risolvere la faccenda!"

"Sì signore! Assolutamente lasci fare a me!"

"Ah ma prima vammi a prendere quel fiore chiamato Viola del pensiero. Trovamelo : te ne ho mostrato un giorno l'erba: il succo che se ne spreme, ove sia fatto cadere sulle palpebre di qualcuno che dorma, lo farà innamorare pazzamente, uomo o donna che sia, della prima creatura vivente che veda. Portami quell'erba."

"Vado e torno!" Rispose Puck partendo di corsa verso la foresta.

"Dolce fanciulla non aver paura, esci da dietro quell'arbusto e mostrati.." 
"Ehm.. Scusate il disturbo mio signore.." Dissi tirandomi su dal mio nascondiglio "ma io non sono sicura di aver capito cosa mi sia successo.. Dove ci troviamo? Perché sono qui? Come posso uscire?"

"Mi scuso per l'incompetenza del mio servitore, dovrete essere molto confusa; lasciate che vi spieghi signorina..?"

"Elena.. e non si preoccupi di certe formalità, mi dia del tu"
 
"Elena, che nome magnifico. Lascia che ti spieghi alcune cose Elena: innanzitutto, come avrai ben intuito, questo non è il mondo da cui tu provieni; questo è stato inventato dal signor W per mettere alla prova le generazioni future.
Tu hai mai letto un'opera intitolata 'sogno di una notte di mezza estate'?"

"Ma certo! Come ho fatto a non pensarci prima! Puck,Oberon,Titania, Ippolita.. Sono tutti personaggi di sogno di una notte di mezza estate!! Che stupida! Aspetta.... Mi stai dicendo che sono finita in un opera del più grande drammaturgo inglese di tutti i tempi??"

"Non esattamente, il signor W ha realizzato una sorta di .. ‘gioco’, ambientato in un mondo parallelo, prendendo spunto dalle sue opere.."

"Alt, vorresti dire che 'il signor W' È William Shakespeare???"

"In un certo senso"

"Oh Dio! Ah ah.. Ahahahahhahhh questa si che è bella, io ho conosciuto William Shakespeare e ora sono in un gioco che ha creato, ispirato alle sue opere più famose"

"Esatto!"

"Ehm.. Scusa.." Dissi cercando di asciugare le lacrime " ma è davvero difficile da credere"

"Lo so, ma è così. Io sono Oberon; W ha deciso di mettere come prima storia quella di 'sogno di una notte di mezza estate' e di prendere me come guida iniziale. Adesso ti dirò le cose principali ne devi sapere, come le regole del gioco, i motivi, le vite e i livelli, poi potrai iniziare."

"È uno scherzo, vero?"

"Allora, fortunatamente tu conosci già la l'opera quindi non c'è bisogno che ti faccia il riassunto generale. Lo scopo del 'gioco' è far si che la storia finisca nel modo giusto, altrimenti non si passa al livello successivo.
 Ogni racconto ha difficoltà differente che aumenta man mano che si procede. Puck sarà a tua disposizione per tutto il viaggio, nel caso ti servisse aiuto. I racconti scelti da W sono cinque, dovrai completarli tutti se vuoi tornare a casa"

"Ottimo" commentai con lieve sarcasmo.

"Stai attenta a tutti i personaggi principali, nessuno di loro sa di questa sorta di doppio mondo quindi non ne puoi parlare..e affidati al tuo istinto, andrai benissimo vedrai".

"Ceeeeerto, sicuro, devo solo completare cinque commedie o tragedie di Shakespeare, sarà una passeggiata!" Risposi tentando di nascondere quella terribile sensazione di incapacità totale nata dall'assurda situazione.

"Ecco, è così che si ragiona! Ma adesso attenta che arrivano Demetrio e Elena" disse trascinandomi dietro lo stesso cespuglio che pochi minuti prima mi aveva offerto riparo dagli occhi di Titania.

"Elena Io non ti amo, e quindi non mi venir dietro!" A quelle parole mi si gelò il sangue "Dove sono Lisandro e la bella Ermia? Fosti tu a dirmi che eran fuggiti in questo bosco. Ed eccomi qui, ma perché non riesco a trovare la bella Ermia? Vattene via e cessa di seguirmi."

"Sei tu a tirarmi dietro, mio amato Demetrio, con il tuo cuore duro come una calamita; eppure tu non attiri del ferro volgare, perché saldo come l'acciaio è l'amor mio." Disse Elena cercando di seguire il suo amato.

"Son forse io che ti attiro? Ti parlo forse con parole di lusinga? O non ti dico piuttosto senza ambagi, chiaro e tondo, che non t'amo e che non potrò mai amarti?!?".

A quelle parole non riuscii a trattenermi "Però un tentativo lo potresti fare?" Dissi ad alta voce quasi senza accorgermene.

"Chi è là?" Gridò Demetrio.
Mi tappai la bocca con entrambe le mani, sperando che non mi scoprissero. Poco dopo, infatti ripresero il loro litigio amoroso e se ne andarono.

"Puck!" Gridai non appena vidi quel bulbo rosso comparire tra i rami della folta foresta.

"Elena!! Come va? Sei arrabbiata con me? Io non volevo..."

"È tutto a posto, non ti preoccupare, non è colpa tua e io non sono arrabbiata" dissi cercando di tranquillizzarlo.

"Bentornato, vagabondo. Hai il fiore con te?" chiese Oberon al giovane folletto.

"Ho il fiore. Eccolo!" Rispose passandoglielo con estrema delicatezza.

"Perfetto! Elena, tu sai cosa farne!"

"Si signore!"

"Fanne buon uso e mi raccomando non sprecarlo! E ricorda che la storia deve terminare come scritto dal signor W, non fare errori. Se hai bisogno di Puck durante il viaggio basta che suoni questa campanella tre volte" disse posandomi sulla mano, assieme al fiore, una piccola campanella dorata con un fiocco rosso in cima.

"Ok, tutto chiaro.. Più o meno.."

" Robin Goodfellow* andiamo! Bene Elena, qui le nostre strade si dividono, spero che tu possa superare il test e tornare a casa.. In bocca al lupo !"
Disse prima di trasformarsi in un puntino di luce e volare via insieme al suo servitore, verso l'oscurità della selva.
 
 









 
 
 
 
*altro nome di Puck in "sogno di una notte di mezza estate"


Nota dell'autrice: non dimenticate di lasciare un commento! ;-) grazie e alla prossima
 
  
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