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Autore: shelters    25/06/2013    4 recensioni
"things change and friends leave and life doesn't stop for anybody"
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(l'epilogo di questa storia non avrà la struttura degli altri capitoli. il narratore sarà onnisciente, quindi il tutto è narrato in 3° persona e affronta i sentimenti di entrambi i protagonisti) 

Charlotte, quella mattina, scriveva velocemente. La mano lunga e ossuta scorreva sul foglio bianco, e il dorso di essa si sporcava di inchiostro blu.
Lei scriveva sempre in blu; riteneva il nero troppo scuro, pesante.
La finestra era aperta e un venticello fresco riempiva la stanza, smuovendo l'orlo della toga appesa ad una gruccia; il tocco, invece, era posato sulla scrivania ed era a tratti chiazzato dai raggi del sole.
Come si sentiva la bruna? Non ne era certa nemmeno lei.
Era consapevole del fatto che, di lì a poche ore, si sarebbe conclusa un'era, un periodo importante della sua vita.
Era nervosa, voleva che andasse tutto bene e, in cuor suo, sapeva di non essere pronta ad incrociare, per un'ultima volta, il verde degli occhi di Harry. 
La cerimonia del diploma era forse uno degli eventi più importanti nella vita dello studente: tirare in aria il cappello era sinonimo di liberazione, l'addio definitivo ad una vita che, a molti, iniziava ad andare stretta.
Posò la penna e ripiegò con cura la lettera; indossò la tunica sopra un vestito color carta da zucchero e si rimirò allo specchio. 
Era pronta? Probabilmente non lo seppe mai, perchè Louis aprì la porta e la invitò a scendere. Prese il tocco e camminò lentamente fuori dalla camera, scandendo i suoi ultimi attimi da liceale con il suono delle ballerine sul parquet.
-

"l’amore può superare qualunque ostacolo, ma non quello che ne segna la fine."


Una biondina blaterava sul palco.
"Io credo che nessuno uscirà da questa scuola senza portare una cicatrice. Siamo dei guerrieri, e abbiamo fronteggiato l'adolescenza tutti insieme, uniti dall'appartenenza a qualcosa: la scuola"
Louis Tomlinson si controllava attentamente le unghie, sbuffando annoiato di tanto in tanto; finiva poi per guardarsi intorno e picchiettare sulla spalla della sorella, chiedendole che diavolo di ore fossero.
Tipico di Louis: le cose formali lo stancano.
Charlotte Tomlinson giocava con un filo della manica della sua toga. Lo arrotolava intorno al dito e faceva dei piccoli nodini, tutto per non ascoltare Sephora e le sue frasi fatte.
Tipico di Charlotte: in mezzo ad un gruppo di persone, si assenta.
Harry Styles, il discorso, proprio non lo prendeva in considerazione. Anzi, probabilmente non sapeva nemmeno che qualcuno stesse parlando. Era troppo concentrato, forse una delle poche volte nella sua vita, nel fissare qualcuno. E si odiava per aver rovinato tutto.
Tipico di Harry: fa le cose senza pensare, ma è subito pronto a piagnucolare per le conseguenze.
Il flusso dei pensieri dei tre fu interrotto da uno scrosciare di applausi e seppero che era il momento.
Tra il senso di liberazione di Louis, l'ansia di Charlotte e la noia di Harry, i tre si disposero in fila.
I fratelli uno dietro l'altro, catalogati per cognome, uniti, dopo un decennio, anche in questa occasione.
"Devine, Horan, Malik, Payne, Samuels" il tempo sembrava non passare mai.
Harry scosse per un'ultima volta la chioma riccioluta, prima di posare un piede sulla scala e salire sul palco; rivolse un sorriso sfacciato al preside che alzò gli occhi al cielo, felice di essersi liberato di un impiccio.
E, poche persone dietro, c'era Charlotte. 
"Sono pronta?" si chiese nuovamente. Pronta per spiccare il volo, per lasciarsi alle spalle Holmes Chapel, la famiglia, gli amori?
Lou la incitò silenziosamente a salire sul palco e, quando fu in cima e scrutò la folla, individuando due iridi verdi che sembravano volerla divorare, capì che sì, era pronta.

-

"Life is funny like that. Just when one door closes, a million others open and take you on a journey you’ll never forget."


"Vi chiedo un ultimo sforzo, ragazzi".
Il preside si avvicinò al microfono solo al termine della consegna dei diplomi.
L'ansia precedente, ormai, era diventata eccitazione palpabile.
Gli ultimi secondi da liceali.
"Vi prego di fare un grande applauso ai neo-diplomati della classe 2012/2013. You made it!"
E poi fu solo un tripudio di tocchi rossi e nappine gialle.
Louis si voltò, strinse forte l'esile corpo della sorella e, con la sua rinomata allegria, prese a saltellare ed urlare.
E tutti poterono vedere Harry sorridere a Charlie, come se quella fosse l'ultima spiaggia, l'ultimo istante.
Una catena forte si formò sotto gli occhi di tutti, esistevano solo loro due.
Ognuno decise di imprimersi a fuoco un dettaglio dell'altro: Charlie scelse le labbra, così carnose, rosso ciliegia.
Harry, invece, scelse l'anima. 
Perchè sapeva che, per tutta la vita, non gli sarebbe bastata una cosa sola.

-

"Il legame che unisce la tua vera famiglia non è quello del sangue, ma quello del rispetto e della gioia per le reciproche vite."


Charlotte, quella sera, entrò al Diners vestita di nuove sicurezze.
Il suo sorriso smagliante era in pendant con un vestito corto a quadretti bianchi e blu, e lei era finalmente pronta per mostrare quel fisico statuario.
Si scostò dagli occhi un ciuffo sfuggito alla coda alta e raggiunse il suo tavolo, in cui la famiglia era riunita.
Non mancava proprio nessuno, addirittura i cugini di Brighton erano arrivati.
Quella sera, la bruna capì molto.
Capì che la famiglia era qualcosa di unico, il genere di affetto che ti può bastare. Erano tutti lì, alla fine. Lì per lei e per il fratello, più basso di lei - cosa che l'aveva avvilito molto-, per augurargli il futuro più brillante possibile, per augurare loro serenità.
In un tavolo piccolo, con le panche imbottite, i Tomlinson impararono qualcosa: che l'unione fa la forza. E i fratelli, per ora, si bastavano.

-

"c’eravamo incontrati nel più importante dei modi, per caso."


"Louis, sì. Stai tranquillo. Ora non sono in Università, a dire il vero non sono nemmeno ad Oxford. Ti chiamo quando arrivo, devo incontrare un'amica. Byee"
Era passato un anno. Un anno intero, un anno di metamorfosi. Quasi non se la ricordava più la Charlotte insicura e silenziosa di una volta; era bastato cambiare aria. Aveva sempre sospettato che il piccolo paesino nella campagna inglese le avesse tarpato le ali, ma ora ne era più che certa.
Camminava tranquillamente per i corridoi di un' Università non sua, mentre le solite ballerine basse scivolavano sulle tegole di legno.
Svoltò l'angolo e, nel mentre, guardò lo schermo del telefono per controllare l'ora.
Come un uragano, si scontrò con l'ennesimo studente di fretta. Alzò lo sguardo appena in tempo per ritrovare un verde cristallino che aveva provato a seppellire, ma che era rimasto sempre accanto a lei.
Harry non era cambiato molto, forse i capelli erano meno ricci e lui più alto, ma quelle labbra rosse che tanto aveva combattuto per ricordare c'erano ancora.
Se lei era sbigottita e felice, lui sembrava apatico. 
Si alzò e, con uno sguardo freddo la congedò, non aiutandola nemmeno ad alzarsi.
Charlie potè giurare di aver sentito un saluto, ma decide di non rischiare e non lo ricambiò.
Si limitò a rimanere lì, seduta per terra, rimirando il vuoto.
Ci aveva creduto per un attimo, l'aveva incontrato e aveva pensato che il destino fosse dalla sua parte. Ripensando a quello che lui aveva detto un anno addietro, le sembrava una sciocchezza, una cosa da liceali.
Fece leva sulle braccia e si alzò in piedi, spolverandosi i pantaloni beige e rassettandosi i capelli sciolti, come piacevano a lui. 
Finì a malapena di voltare l'angolo che il turbine di capelli castani tornò com'era sparito.
"Eri davvero convinta che ti avrei lasciata andare di nuovo?" le sussurrò ridendo, con il tono di un bambino.
E quando le loro labbra si riunirono, dopo 14 mesi di agonia, Charlotte capì di essere una persona nuova.
E che, forse, nella loro storia, gli angoli erano davvero cruciali.

Love always, Charlie

-

voglio piangere, non avete idea.

è la prima ff che finisco e sono fiera del risultato, non ho il coraggio di rileggere l'epilogo o avrei un crollo emotivo.
non so che cosa dire, heelp.
voglio intanto ringraziare tutti per aver seguito la ff e per aver recensito (in particolare Pice), perchè, davvero, mi avete fatta sentire ripagata.
ora come ora, ho in cantiere altre cose, ma arriveranno -forse- più in là.
intanto mi riprendo dallo shock della fine.
spero davvero che questa ff vi sia piaciuta e, davvero, grazie mille.

un saluto,
Viola.

P.S. una ragazza (Pice) mi ha fatto questo disegno. e ci tenevo a postarvelo, perchè non riesco ad esprimere quanto sono felice. (e parte della mia felicità è dovuta al trailer che i 5 mongoli hanno rilasciato. di sclerate simili ne ho fatte poche nella mia vita)
  
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