Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Hinata_Dincht     25/06/2013    4 recensioni
e se Hinata e Temari fossero migliori amiche in cerca di lavoro e i big brothers della bionda tutto pepe gestissero un bar? e se magari aggiungiamo anche due compagnie che frequentano assiduamente il locale, capitanate da un certo biondino e un moro di nostra conoscenza??? verrebbe una storia stra sìììì! siate clementi vi prego, è la mia prima fanfic! ^_^ leggete e fatemi sapere, ci tengo! Hinata is a good girl! Coppie sicure, in ordine di apparizione: [ PainKonan ], [ KankuTen ] [ in aggiornamento...]
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Kankuro, Sabaku no Gaara , Temari
Note: Alternate Universe (AU), OOC, Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

 

 

Per la seconda volta nel giro di pochi giorni, Temari si ritrovò ad aspettare impazientemente Hinata al bar. Stava passando la scopa da dieci minuti sempre nello stesso angolo, lentamente e con gesti sbadati; aveva il cervello in pappa. Tenten, dal bancone, lanciava sguardi interrogativi a Kankuro, stravaccato su una sedia e venuto solo per fare presenza. Quella mattina, per decisione di Gaara, avevano tenuto chiuso per pulire il macello che avevano lasciato le fan scalpitanti dopo il concerto. Tuttavia, stava notando Tenten, l'unica a lavorare era lei. Ino e Sakura bisbigliavano fra di loro, nell'angolo più remoto, ridacchiando; Kankuro era infortunato; Gaara era una statua, teso come una corda di chitarra, intento a fissare la porta come se potesse romperne i vetri con lo sguardo; Temari, infine, era concentrata sul suo angolino, e si muoveva in maniera strana, come una persona con seri problemi mentali.

Ma, d'altronde, se avesse saputo cosa le stesse passando per la testa, avrebbe sicuramente compreso appieno il comportamento di Temari.

 

*

Temari era in bagno a darsi una sciacquata al viso. Sudata da quanto aveva ballato, aveva il bisogno di darsi una rinfrescata; aveva fatto bene i calcoli non truccandosi, sarebbe colato tutto per il caldo opprimente che c'era. Sorrise sovrappensiero: non riusciva a capacitarsi di come Hinata fosse riuscita a ballare per un'ora e mezza senza mai fermarsi e senza avere uno dei suoi soliti mancamenti. La stava aspettando lì con il suo cambio da cameriera, non avrebbe dovuto tardare molto: ormai il concerto era finito da cinque minuti, e Hinata sapeva benissimo che, onde evitare che qualcuno la vedesse mentre si cambiava, sarebbe dovuta arrivare prima che le fan attaccassero di prepotenza il bagno.

Temari si terse la fronte imperlata di acqua con il dorso della mano, incrociando il suo stesso sguardo nello specchio. Dietro di sé, notò con un colpo al cuore, c'erano altri due occhi che la stavano fissando, dietro ad una maschera di gatto.

Temari non ebbe il coraggio di voltarsi, emozionata com'era, e rimase a guardare incredula il suo idolo attraverso lo specchio.

- Ti ho vista ballare, sai?-

 

*

Una sgommata attrasse l'attenzione di tutti, ma dalle vetrate non fu possibile vedere la macchina incriminata.

Dopo pochi secondi, lo scampanellio della porta annunciò l'entrata di una Hinata Hyuuga visibilmente a disagio e con la testa bassa.

- Ehi, Hi-chan!- esclamò allegro Kankuro. - Neji ha esagerato con il freno a mano, eh? La prossima volta digli che ti porti qui in orario altrimenti le prende da Gaara!- e ridacchiò sommessamente all'idea di suo fratello infuriato che tentava di colpire un Neji forse un po' troppo forte per lui. Allora sarebbe intervenuto lui, Kankuro, prode eroe, e gliele avrebbe suonate di santa ragione, e sarebbe stato adorato e riverito e ben ricompensato da Tenten. Aveva già la bavetta alla bocca.

- Si batte la fiacca stamattina, eh?- aveva ghignato Ino, in direzione della ritardataria.

Ma Hinata non dava segni di voler rispondere; si stavano domandando se almeno stesse ascoltando.

- Tu taci, Ino.- sbottò Temari scorbutica, e si avviò verso l'amica con l'intenzione di portarla via e raccontarle quello che era successo la sera prima. Purtroppo, Gaara fu più veloce di lei: aveva afferrato Hinata per un polso e la stava trascinando via. L'espressione impressa sul volto del fratello la fece desistere dal tentativo di riprendersi la preda. Temari sapeva cosa significasse quello sguardo freddo, la mascella tirata e i muscoli tesi. Avrebbe aspettato. Non molto, ma l'avrebbe fatto.

 

*

Gaara chiuse la porta dello stanzino dietro di sé, lasciando calare il buio. Poteva sentire il respiro affrettato di Hinata, ed immaginava avesse già iniziato a torturarsi i capelli.

- Gaara, io... mi dispiace, non volevo arrivare in ritardo.-

Ed eccola che iniziava di nuovo a balbettare. Aveva smesso un sacco di anni prima, in loro presenza.

- Non è questo il problema.-

La sentì trattenere il fiato.

- Perché eri in ritardo?- chiese.

- Io, ecco..- La ragazza non sapeva cosa rispondere. Risposta che avrebbe potuto dare tranquillamente se non avesse avuto qualcosa da nascondere.

- Non. Tentare. Di. Mentirmi!- sbottò Gaara. Sentiva la rabbia ribollire dentro se stesso e l'impulso di sfogarla era sempre più forte. Non sentì nemmeno il sussulto impaurito di Hinata. E anche se l'avesse sentito, non si sarebbe impietosito: era dalla sera prima che la sua mente lavorava e macchinava e si contorceva nell'ira.

- Ti ho vista ieri sera.- ringhiò.

Momento di silenzio. - Non riesco a capire.- mormorò Hinata. - Gaara..-

Il ragazzo l'afferrò per un braccio e quella mugolò.

- Con l'Uchiha.-

Gaara non riusciva a vederla, ma poteva scommettere che le sue labbra fossero dischiuse e gli occhi spalancati e impauriti.

- Non dirlo a Temari.-

Gaara fu colpito da quelle parole. Dopo il primo attimo di stupore, la rabbia salì ancora. - Perché non dovrebbe saperlo? È la tua migliore amica!- ringhiò.

Hinata prese la mano dell'amico e la strinse. - Perché non voglio che reagisca come te.-

 

*

Ino stava guardando sorniona Sakura.

Te l'avevo detto. Ecco cosa significava quella classica espressione da Yamanaka tronfia; e cosa che rendeva ancora più irritante quella faccia a Sakura, era il fatto che aveva ragione. Pienamente ragione.

- Smettila di guardarmi così.- borbottò Sakura, allungando il braccio per pulire tutta la lunghezza del tavolo. L'amica sbuffò.

- In fin dei conti avevo ragione.- si vanagloriò l'altra. - Fra quei due c'è del tenero.- si guardò le unghie con interesse, mentre accavallava le gambe.

- Invece di pensare a quei due, ti è passata di mente l'idea, che so io, di lavorare?-

Sakura era la prima che non riusciva a togliersi di testa il modo in cui i due ragazzi si erano appartati. La infastidiva. Le rodeva.

- Quanta acidità nell'aria, ragazzi.- commentò divertita l'altra. - Cos'è, ti sei fatta una colazione di idrossido di sodio, stamattina?-

Sakura si voltò a guardarla. - Bella battuta, peccato che l'idrossido di sodio sia basico e non acido.- rispose piccata. Ino ebbe la decenza di starsene zitta. Solo per pochi secondi.

- Comunque quasi mi pento di non averci provato prima con Gaara. Hai visto come l'ha presa?- chiese, maliziosamente. - Dio, un ragazzo così sarebbe da urlo. Un ragazzo che sappia possederti.-

Lasciò in sospeso la frase. Sakura si era bloccata. Sì, l'aveva vista quell'espressione di possesso, di fermezza.

Sbuffò, contrariata.

- Ok, che vuoi fare?-

 

*

Hinata era sul punto di piangere. Gaara l'aveva scoperta. Lei non voleva, per nulla al mondo, che i suoi amici la odiassero. La sera prima non si era nemmeno degnata di fare attenzione, non aveva pensato alle conseguenze che le sarebbero potute ricadere addosso. Ed ora sguazzava nella merda. Tentò di non farsi sentire mentre tirava su con il naso.

- Ci sei stata a letto?-

Non si aspettava assolutamente quella domanda.

- Io... ecco...-

- Cosa?! Hai fatto sesso con lui?!- Gaara era tanto alterato quanto esasperato.

- No!- sbottò la ragazza. - Ci ho dormito insieme.- puntualizzò. - Ma non ho fatto nulla del genere.-

Gaara emise un verso strano. Forse aveva digrignato i denti. Forse aveva semplicemente sospirato.

Improvvisamente la porta si aprì, dietro di loro. Gaara si voltò con intento omicida, ma si fermò davanti a Sakura ed Ino. Ino che li guardava con una finta aria innocente.

- Che fate qui, ragazzi?-

Gaara alzò gli occhi al cielo, irritato. - Ci facciamo una scampagnata e facciamo volare gli aquiloni.-

Ino sbuffò contrariata.

- Stiamo solo parlando, Ino-chan.- bisbigliò Hinata, senza alzare lo sguardo da terra. Avrebbero visto le sue lacrime.

- Già, solo parlando.- ripeté meccanicamente la bionda. - Beh si da il caso che anche noi vogliamo parlare con Hinata.-

 

*

Gaara non riusciva a crederci. Si era fatto trascinare fuori da Ino, per andare a pranzo insieme. Un pranzo che implicava anche dello shopping pre-cibo, giusto per fare appetito. Come no.

Era troppo incazzato persino per urlare.

Guardava crucciato Sakura e Ino che si mettevano al lavoro come api operaie intorno ad Hinata, che ogni tanto gli lanciava occhiate preoccupate.

Sbuffò e si rassegnò ad aspettare.

Intanto Hinata veniva gettata dentro ad un camerino con una pila di vestiti fra le braccia e gli incoraggianti inviti a sbrigarsi di Ino. Si guardò intorno spaesata. Odiava fare shopping, soprattutto quando le ragazze che l'aiutavano erano enormemente più belle di lei. Persino con Temari si sentiva a disagio.

Sospirò.

Quando l'avevano trascinata fuori dal bar, Temari le aveva lanciato un'evidente occhiata tradita, e lei aveva tentato di risponderle con una di scuse. Si era ripromessa di passare più tempo con lei. Le mandò un messaggio per concordarsi di stare insieme quella sera. Poi si affrettò, spinta dai continui sbuffi di Ino e dai borbottii sommessi di Sakura, a provarsi gli abiti.

Primo. Stretto, le mancava il fiato.

Secondo. Giallo, scartato.

Terzo. Aveva le tette decisamente troppo fuori per i suoi gusti.

Quarto. Se si fosse seduta, i ragazzi sarebbero sicuramente riusciti a capire di che colore fossero le sue (ancora alquanto infantili) mutande.

Provò l'ultimo di controvoglia. Era rosso, colore troppo azzardato per lei, ma lo mise ugualmente. Quando non riuscì a chiudere la zip sul retro, chiese titubante l'aiuto di qualcuno e Sakura accorse. Ino era andata a cercare altri vestiti, quella pazzoide.

La ragazza le scostò gentilmente i capelli dal collo e fu allora che notò la recente tacca rossa. Allora Ino aveva ragione. Quello era un succhiotto bello e buono.

E chi, se non Gaara, avrebbe potuto farglielo?

Tirò su la zip e, modulando il tono in maniera da essere più calma di quello che in realtà fosse dentro, disse: - Hinata, dovresti imparare a nascondere i succhiotti. Se vuoi ti insegno a farlo, non è difficile.-

L'interpellata, con orrore, si guardò allo specchio e notò solo allora la vistosa macchia sul suo collo. Sbiancò, prima di arrossire.

Sakura ridacchiò e maliziosa le disse: - Ma brava la nostra Hinata! Si può sapere chi te l'ha fatto?-

Hinata stava per perdere la testa. Il solo ricordare le labbra di Sasuke che le suggevano la pelle, le faceva perdere un battito ed il calore la infuocava di desiderio. Sentiva con imbarazzo gli echi dei propri ansimi librarsi nella memoria.

A distarla, fu la voce di Sakura che, accortasi della sfumatura bordeaux sul viso della ragazza disse: - Non serve che tu me lo dica, se non vuoi.-

Hinata annuì, fermamente.

Sakura sospirò, corrosa dalla curiosità. - Comunque, che ne pensi di questo vestito?-

Hinata si guardò allo specchiò criticamente e arrossì nuovamente.

Quanto vorrei toglierti questo vestito.

Scosse la testa allontanando il ricordo di Sasuke che le sussurrava all'orecchio lascivamente.

- Secondo me, sei bellissima.- proruppe dal nulla Ino. - E sexy.- disse in tono di chi la sa lunga, annuendo convinta. Poi, come se niente fosse, strappò via l'etichetta del vestito.

- Gaara! Qui qualcuno deve pagare!-

 

*

Gaara e Hinata entrarono nel bar, l'uno borbottando sconfortato alla vista del portafogli vuoto, l'altra troppo concentrata sui propri piedi per salutare i presenti.

Tenten sbuffò irritata.

- Kankuro, chiudi la bocca, altrimenti farai un lago di bava sul pavimento.-

Kankuro si ridestò.

- Ehi, Hi-chan, come mai così bella per venire a lavorare?-

Hinata non ebbe il coraggio di rispondere.

- Perché?- sbottò Ino, critica. - Serve un permesso per essere carine?-

Kankuro non la badò nemmeno, accennando solo uno sbuffo. Erano tutti così strani, quel giorno.

Hinata nel frattempo si era seduta di fianco a Temari, prendendo un po' del suo succo dalla cannuccia.

- Com'è andato lo shopping?- domandò la bionda, tenendo gli occhi fissi sulle parole crociate, concentrata.

Hinata sbuffò e prese il settimanale. - Tem, lo stai tenendo al contrario.- borbottò, ottenendo finalmente l'attenzione della ragazza. - Non ho avuto scelta.- si scusò infine.

Temari accavallò le gambe, voltandosi dall'altra parte, indispettita; le sue dita iniziarono a tamburellare nervosamente sulla tavola.

Hinata sospirò tristemente. Appoggiò la mano sulla spalla dell'amica e provò a sorridere nel chiederle: - Hai ricevuto il mio messaggio? Stasera che si fa?-

L'altra scansò la mano, facendo spallucce. Mugugnò: - Stasera si lavora, te lo sei dimenticata?-

Hinata, senza una parola in più, si alzò e si allontanò, sconfortata, senza accorgersi che Temari si era girata a guardarla.

 

*

Gaara non riusciva a credere di aver passato un pranzo così penoso con le tre ragazze. Era stato a dir poco imbarazzante.

Hinata era stata perlopiù in silenzio a rigirare il suo cibo nel piatto, senza osare ad alzare lo sguardo. Nemmeno Sakura era completamente normale. Non gli staccava gli occhi di dosso, eppure non sembrava voler proferire parola; pareva invece studiarlo. Ino, dal canto suo, aveva blaterato per tutto il tempo, non-stop: avrebbe potuto prendere la medaglia d'oro per la chiacchierata più densa senza riprendere fiato e senza ricevere alcuna risposta, un monologo in apnea praticamente. C'era qualcosa di incredibilmente perverso in quell'appuntamento a quattro, ne sentiva la puzza, ma ancora non aveva scovato il sotterfugio marcio, quasi sicuramente partorito dalla mente contorta della Yamanaka.

Avrebbe ben presto fatto chiarezza. Attirò l'attenzione di Tenten e, fattole un cenno, si mise a fare ordine fra le bottiglie di alcolici tartassati dalla sera prima, meditabondo.

 

*

Tenten girò il cartello, nascondendo la scritta “Chiuso” e mostrando l'”Aperto”. Alzò una mano a difendere gli occhi dai raggi del sole cocente e si guardò intorno, pensierosa.

La situazione all'interno del bar era quasi apocalittica.

Hinata era silenziosa, notizia non strabiliante, ma alquanto singolare, considerando che non aveva più rivolto parola a nessuno da quando era rientrata con il suo nuovo acquisto; Gaara e Temari, dal canto loro, non miglioravano la situazione, guardandola con astio. Sakura, sebbene fosse sempre stata gentile con tutti, spiava i ragazzi di sottecchi con frustrazione; Ino si spostava da una parte all'altra del bar, canticchiando e sghignazzando.

Kankuro, invece, era l'unico normale. L'unico che avrebbe potuto fornirle informazioni, se ne stava lì, seduto beatamente a fare battute idiote e a sorridere in maniera ebete.

Tenten si schiaffò una mano sul viso, disperata, mentre una sola domanda affiorava nella sua mente.

Perché?

 

*

Hinata salutò educatamente Naruto che, appena entrato, le aveva rivolto un sorriso per poi dirigersi al solito tavolo dove si era seduto e aveva ordinato un caffè.

Tornò a lavare le tazzine, riponendole al loro posto una volta asciutte.

Le mani le tremavano leggermente e brividi le scorrevano lungo la schiena come se il suo corpo fosse stato un parco giochi e la sua spina dorsale le montagne russe.

Se li sentiva addosso, gli occhi di Sasuke. Quando era entrato, con un pacco di libri sotto il braccio e l'aria svogliata di chi non ha particolarmente voglia di studiare, le aveva lanciato lo sguardo più eloquente del mondo. Come il bacio che, quando l'aveva portata in tutta velocità a lavoro la mattina, le aveva strappato, lasciandole il suo sapore e il suo ardore addosso per tutto il giorno.

Così Hinata non si era stupita di trovarsi al centro dell'attenzione del ragazzo, nel momento in cui si era inchinata davanti a Naruto; non si era stupita, ma era rimasta spiacevolmente ansiosa. Fu così che si voltò, quasi per caso, a vedere Sasuke che si alzava con il buio e la rabbia negli occhi. Il suo cuore perse un colpo quando il ragazzo si era inaspettatamente allontanato da lei e si era avvicinato al tavolo di Naruto, chinandosi un poco sotto lo sguardo sospettoso del nemico a sussurrargli qualcosa all'orecchio.

E Hinata capì, quando incrociò gli occhi di Naruto che la fissavano con astio e intravide il ghigno soddisfatto di Sasuke mentre si voltava di schiena.

Fra le lacrime che già prendevano il controllo della sua visuale, lasciò andare tutto e a passo spedito entrò in cucina, gettandosi disperata fra le braccia di una Temari allibita.

 

***

 

ARGHHH!

Mi sa che mi sono messa nei pasticci con le mie stesse manine con questo capitolo. Dovrò trovare al più presto il modo per districarmi da questo casino. Questa volta sono stata abbastanza frammentaria, ma almeno ho fatto spazio a qualche punto di vista in più. Avevo intenzione di scrivere tutto il flashback di Temari, ma non riuscivo a incastrarlo da nessuna parte. Sarà per il prossimo (prometto).

Cosa avrà mai detto Sasuke a Naruto?

Si aprono le scommesse!

Vorrei ringraziare le persone che pazientemente mi lasciano un commento e quelle che si limitano a leggere le sciocchezze che partorisce la mia mente. Grazie di cuore!

A presto!

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Hinata_Dincht