Note iniziali:
Salve
a
tutti. Sì, odiateci con tutto il cuore, ma dopo nove mesi
(mese più, mese meno)
siamo tornate! Mi scuso a nome di entrambe (gestiamo in due questa
storia), ma
non siamo riuscite più ad aggiornare poiché ci
siamo perse di contatto e con la
scuola e impegni vari gestire una storia come questa ci è
risultato quasi
impossibile. Oggi ho letto tre messaggi che chiedevano riguardo al
futuro su
questa storia e, non avendo nulla in programma, ho deciso di
rispolverare i
personaggi e tentare di riaggiornare. Spero che non riceverò
troppe recensioni
negative per il ritardo, vi prego di
perdonarci…l’importante è che alla fine
siamo tornate, no? *cerca di pararsi il sederino*
Per
problemi tecnici, ho dovuto modificare alcune età dei
personaggi. Alla fine del
capitolo spiegherò bene tutto.
Ripeto
che
questa è una storia come le altre, dotata quindi di una
trama che si snoderà
con il passare dei capitoli, quindi per leggerla non bisogna per forza
partecipare! Poi se c’è qualche lettore
disponibile per fare almeno altri due
maschi Grifondoro andrebbe ancora meglio! Aggiungo in oltre che ho modificato il primo capitolo, poiché non mi piaceva molto (era più lista della spesa che altro), e se volete (di contenuto è praticamente uguale a quello che avete già letto, cambiano un po' le descrizioni e il modo in cui è scritto, secondo me poi) lo potete leggerlo, magari dandomi una vostra opinione....
Buon
capitolo =D
CAPITOLO
2 – A LEZIONE DI POZIONI.
«Preparare
una pozione è assai più complesso che seguire
passo per passo le indicazioni su
un libro. È un po’ come cucinare, ci vuole sesto
senso e predisposizione.»
Angelina
Moon, insegnante di pozioni da ormai tre anni, cammina per
l’aula con passo lento
e pesante mentre introduce la sua lezione. Lo fa sempre, ama dare un
tocco di
importanza e teatralità a ciò che insegna.
Passa
attraverso i banchi, guarda dritto negli occhi ogni alunno, scandendo
tutte le
parole che dice.
«Poiché
questa è la prima lezione dell’anno e voi sarete
ancora presi dalle vacanze
estive, proporrei qualcosa di leggero – tutti nella classe
sospirano,
rilassandosi sulla sedia e incuriositi da ciò che li
attenderà – Ma questo non
significa che non faremo niente, quindi non siate troppo
felici.»
Aneglina
Moon sorride agli studenti. Essendo giovane ha un rapporto con gli
alunni
diverso da altri professori un po’ più avanzati
con l’età. Con loro può
scherzare e rendere ogni lezione meno pesante, sapendo farsi rispettare
quando
è il momento di lavorare seriamente.
Ritorna
alla cattedra senza parlare finché non si siede.
«Quindi
oggi lavorerete in coppia!»
Esclama
l’insegnante, battendo le mani per far risultare quello che
ha detto più
emozionante.
«Le
coppie
le scegliamo noi, vero?»
Chiede
Christian, sporgendosi in avanti sul banco. Siede al primo, per seguire
meglio
la lezione. Al sentire la sua voce tutte le ragazze nella stanza si
voltano
ammaliate nella sua direzione, perfino qualche Serpeverde, eccetto una
Faye e una Selene
visibilmente irritate da quel comportamento da oche.
«Certo
che
no, Sungood.»
Risponde
Angelina, mostrandogli un sorriso smagliante.
«Perché
le
classi non sono più suddivise per età?»
chiede maliziosamente Lila, alzando un
sopracciglio e toccandosi i capelli ricci in modo che nascondano
l’orecchio
malformato.
«Ordini
del
Preside per il primo periodo. Tutto tornerà come prima, non
si preoccupi troppo
signorina Silvereen. E ora, passiamo alla pozione che dovrete preparare
una
volta che vi avrò diviso in coppie.»
L’insegnante
sfoglia velocemente il libro di pozioni, lodando mentalmente il suo
vizio di
tenere i capelli in una coda alta in modo che nessun ciuffo ribelle
cada
davanti agli occhi.
«Preparerete
una pozione d’amore. Semplice, quella a pagina 134.
Alla fine la coppia che
otterrà il miglior risultato potrà scoprire
quello che è contenuto qui dentro»
Angelina
da
una piccola bottarella a un calderone coperto, catturando la
curiosità dei
presenti. Fa per alzare il coperchio, ma poi lo richiude sotto gli
sguardi
delusi di tutti. Giocare è
divertente,
pensa tra sé e sé.
«Le
coppie
sono: Tom Evans con Pat Ferguson; Lila Silvereen con Faye Anderson;
Nishe Clayreen
con Axel White; William Grant con Caroline
Hill; Selene Morres con Christian Sungood…»
Continua
ad
elencare le varie coppie chiamando per nome e cognome (e tutti sanno
che quando
fa così significa che non ammette repliche), mentre gli
alunni cominciano a
spostarsi.
Tom
cerca
con i suoi occhi azzurri Pat e non appena la trova le va incontro,
sedendo
accanto a lei e sorridendole amichevolmente. La ragazza ricambia il
sorriso
allegramente, spostandosi una ciocca dei suoi lunghi capelli ricci
dietro
l’orecchio. Lei e Tom si conoscono sin dal primo giorno di
scuola perché,
avendo la stessa età, ogni lezione di ogni anno
l’avevano passata all’interno
della stessa stanza e poi sono anche nella squadra di Quidditch.
Lila
si
alza dal suo posto sbuffando rumorosamente e si lascia cadere nella
sedia accanto
a quella di Faye che la guarda irritata. La ragazza dai capelli neri
non osa
pensare a quale tortura l’attende guardando “la
più piccola”. Hanno la stessa
età, è vero, ma la corporatura di Lila
è molto minuta. Non si sopportano e il
vero motivo di quest’odio è perché
l’una non sta al gioco dell’altra: Faye non
crede mai ad una singola parola di Lila, non pendendo quindi dalle sue
labbra
come succede a molti; mentre Lila non si fa abbindolare dal bel faccino
dell’altra.
Axel
guarda
accigliato il banco disordinato di Nishe e cerca di ritagliarsi un
piccolo
spazio, il tutto sorridendo. Come può non farlo? La fortuna
è stata dalla sua
parte e ora, nel guardare quella pelle pallida e quegli occhi azzurri,
si sente
rinascere. Vorrebbe accarezzarle i capelli, stringere il suo corpo
asciutto tra
le sue braccia. Ma invece si limita a non dire nulla, proprio come
Nishe. Si
guardano, lei apre il libro e comincia a sfogliarlo senza alzare lo
sguardo,
ben sapendo che due grandi occhi grigi la stanno perforando.
Caroline
e
William non hanno bisogno di spostarsi, essendo già
l’uno accanto all’altra. La
ragazza si lega i capelli biondi in uno chignon disordinato e sorride
contenta
al ragazzo che ha accanto. Sicuramente vinceranno loro, William
è il più bravo
del corso. Non parla molto, nemmeno con lei, resta spesso chiuso in se
stesso,
avvolto nella sua timidezza come se fosse nebbia che lo fa scomparire.
Lila
e Faye
non sono le uniche ad essere scontente di quelle combinazioni: Selene
si trova
accanto al “famoso” Christian e si sente bruciata
dagli occhi di tutte le
ragazze che invidiose la guardano, sperando che un loro sguardo la
possa
uccidere. Lei si vorrebbe alzare ed esclamare che il
bell’imbusto glielo regala
con tanto di fiocco, ma resta zitta e seduta cercando di guardare il
meno
possibile il ragazzo moro che ha accanto. In fondo sa che lui non le ha
fatto
niente di male, ma lei non sopporta chiunque sia adorato da tutti come
un dio e
lui non fa eccezione.
«Bene,
direi che potete cominciare! Avete un’ora, ragazzi»
Dice
Angelina, battendo nuovamente le mani a mo’ di gong. Subito
tutti si mettono
all’opera, chi con più entusiasmo chi con meno.
L’insegnante gira tra i vari
banchi, osserva come lavorano i suoi studenti. A volte allunga il collo
in un
calderone per vedere come sta procedendo.
«Il
primo
passaggio dice di riempire il calderone con l’acqua fino a
poco più di metà e
bisogna farla bollire»
Dice
Pat,
prendendo il contenitore dell’acqua e cominciando a versare.
Tom afferra
annoiato il libro e sfoglia fino a pagina 134 e da una rapida occhiata
a tutti
i passaggi da fare.
«Sei
brava
in Pozioni?» le chiede, cercando di mantenersi serio. Pat
aggrotta le
sopracciglia, non sapendo bene cosa rispondere, intuendo un altro fine
in quella domanda «Me la cavo…» a quel
punto capisce dove vuole andare a parare e gli sorride amichevolmente
«Scordatelo.» gli dice ferma la ragazza dai capelli
castani lunghi,
spostandoseli da davanti gli occhi, nonostante un ciuffo ribelle si
ostini a
calarle sulla la fronte. «Scordarmi cosa?» fa lui,
come se fosse piombato giù
dalle nuvole. «Che farò tutta la pozione da
sola.» continua con quel tono,
mordendosi il labbro inferiore carnoso per trattenersi dal ridere.
«Ci
ho
provato» ammette Tom grattandosi quell’accenno di
barba che ha e sorridendo, un
sorriso di quelli che contiene una risata.