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Autore: Haley_V    26/06/2013    2 recensioni
Ero da sola. La mia migliore amica era una lama di metallo che non faceva che recarmi dolore. Nessuno poteva capirmi. Ma forse nemmeno io potevo.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Demi Lovato, Joe Jonas, Selena Gomez, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta, Tematiche delicate
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(Pov Demi)



 
-         Ciao Demi.

Mi immobilizzai all’improvviso, come congelata. Come potevo stupida aver dimenticato che ci fosse stato anche lui? E per un momento avevo creduto che avrei passato un periodo di totale serenità.. e invece dovevo vedermela con Joseph- faccettad’angelo- Jonas.
Chiusi gli occhi, con un enorme nodo alla gola. Dovevo salutarlo? Dovevo ignorarlo e andare per la mia strada? O dovevo far palesemente finta che tra di noi non fosse successo nulla negli ultimi due mesi? Nel dubbio, sentendomi addosso le occhiate indagatrici di praticamente metà dello staff che ci fissava da dei buoni minuti, mi voltai, e  cercando di non mostrare alcun segno di cedimento, ricambiai il saluto, forzando un sorriso tiratissimo che all’esterno risultò più come una smorfia di disgusto.

-         Ciao Joe. – mormorai, mantenendo lo sguardo basso. Dovevo assolutamente evitare di creare un contatto visivo con lui, sapevo che se avessi ceduto alla tentazione di contemplare i suoi occhi marroni, che tanto amavo, per me sarebbe stata la fine. Fece qualche passo verso di me, e incurante della folla che ogni tanto lanciava delle occhiatine verso di noi, sussurrò apprensivo:

-         Come stai?

-         Come vuoi che stia? – risposi acida, molto più di come avrei voluto. La mia reazione scaturì in lui uno sguardo quasi colpevole, colmo di amore e di tristezza.

-         Mi sei mancata…

In quel momento venni mossa da un moto di tenerezza verso di lui. Con lui era sempre così: riusciva a farmi provare mille emozioni tutte assieme, e non riuscivo mai a capire come davvero dovevo comportarmi. Fui tentata da accarezzargli il viso, di abbracciarlo e dirgli che mi era mancato anche lui, che lo amavo e che volevo restasse sempre con me, senza lasciarmi andare più via. Ma non ci riuscii. Mugugnai qualcosa di indecifrato e sospirando, alzai lo sguardo. I suoi occhi color cioccolato mi guardavano fissi senza mai rompere quel contatto visivo, come se la loro vita dipendesse dal guardarmi. Probabilmente non aveva mai tolto gli occhi da me. Non riuscivo a capire come si potesse provare così tanto amore e odio per una persona sola, come lui riuscisse a scaturire tutto ciò.

-         Devo andare… - sussurrai rassegnata, camminando nella sua direzione. Nel passargli davanti gli sfiorai quasi impercettibilmente il braccio; quel lieve contatto bastò a scatenare in me una serie di emozioni che ancora una volta fui costretta a reprimere. Amore, odio, passione, paura, nostalgia. Provavo tutto questo in una sola volta, per una persona sola, senza capire dove mettere le mani per mettere un po’ d’ordine nella mia testa al momento così confusa.  
Per i giorni successivi il mio obbiettivo principale era evitare Joe. Mi sentivo una liceale, correvo in tutta fretta per il set, cercando in tutti i modi possibili di non incrociarlo nella mia stessa direzione, anche se a volte era praticamente impossibile.




 
-         Sai di essere la coprotagonista insieme a lui, vero Demi? Non credo che sia possibile evitarlo per sempre, a meno che non invii un fantoccio al posto tuo. – mormorò Allyson, ridacchiando. Ero stata molto limitata e vaga nel raccontare gli avvenimenti recenti della mia vita, e loro non facevano domande, ma Allyson sapeva che tra me e Joe c’era stata una storia e che ora tra di noi c’era un rapporto di…..
 
ecco, cosa c’era tra di noi? Diciamo che ne sapevo meno di lei.
 
-         Non me lo ricordare… - mugolai disperata, buttandomi di peso sul letto del nostro bungalow, ovvero il bungalow di Mitchie e le sue amiche, per la precisione. Mi guadagnai un’occhiataccia dalle truccatrici, disperate al solo pensiero di dovermi rifare da capo trucco e capelli, dopo due ore di lavoro e solo una scena girata. Me ne infischiai, e tornai a contemplare il soffitto. Con me era inutile, il lavoro di trucco e parrucco aveva vita breve su di me, non riuscivo a stare ferma per soli 5 minuti e in ogni backstage erano costretti a rifare tutto da capo un’altra volta.

-         E cosa pensi di fare?

-         Allyson, detto sinceramente, se lo sapessi non starei qui a disperarmi. – arrivò Kevin, con un’aria pensierosa mentre contemplava il copione che aveva in mano.

-         Hey ragazze! Avete già girato la prima scena?

-         Kev! – esclamai, cercando di darmi un contegno – si, aspettiamo la prossima! E tu?

-         Sto studiando il copione… tra due scene mi tocca fare il tutor dei “cuccioli di camp rock”, e Frankie già se la ride perché dovrà riempirmi di colla…! – disse tutto d’un fiato, con una nota di esasperazione nella voce, che mi fece sorridere.

-         Buona fortuna.. – esclamai ridendo, posandogli una mano sulla spalla. Mi guardò sorridendo, e scuotendo la testa, mi fece l’occhiolino e se ne andò. Guardai Allyson esasperata, e al suo fare spallucce, mi ributtai sul letto come poco prima.

-         Sono nei casini. – mormorai disperata, buttandomi un cuscino contro la faccia.
 
Come ovviamente sarebbe dovuto accadere, iniziarono le riprese delle scene in cui ci sarebbero stati anche i “connect 3”. Shane (Joe) arrivava a camp rock con i fratelli su un camion pieno di galline, e dopo una comicissima caduta, che ammetto dovetti metterci tutta me stessa per non ridere, Shane e Mitchie avrebbero iniziato il loro contemplamento da piccioncini innamorati, con tanto di abbraccio e occhiate sdolcinate. Non c’era nemmeno un bacio ma iniziavo già a sudare freddo. Riuscivo a malapena a guardarlo negli occhi, addirittura abbracciarlo e corrergli incontro urlando come un’oca per me era troppo. Mi sforzai fino all’impossibile, e dopo una decina di ciak sbagliati finalmente feci la scena alla perfezione. Mentre recitavamo ci guardammo negli occhi, e per un momento mi sentii … completa, come non mi sentivo da mesi. Mentre io mettevo tutta me stessa per recitare la mia parte, riuscivo a leggere negli occhi di Joe che di finzione in quello che diceva e in come mi guardava c’era ben poco. Mi sorrise, o meglio, Shane mi sorrise, ma in quel momento sentii che di fronte a me c’era Joe, ed eravamo da soli, non davanti alle telecamere. Dovetti ben presto tornare alla vita reale, quando il regista, sollevato urlò: - Buona!
Scossi la testa risvegliandomi dal mio torpore, e mi guardai attorno. Mi resi conto di trovarmi in un set, e che stavamo recitando. Con gli occhi di alcuni che avevano notato la mia momentanea assenza mentale, abbassai lo sguardo imbarazzata e decisi di far finta di nulla, continuando ad agire con completa nonchalance.
 
-         Guarda Dems, proprio perché ti sono amica e ti voglio bene, ti dico che se credevi di sembrare distaccata mentre giravi, hai fallito miseramente nel tuo obbiettivo.

-         Non infierire, per favore…

-         No Demi, dico sul serio! Persino una delle truccatrici mi ha chiesto perché ti sentissi così tra le nuvole! Cosa credi, che gli altri non se ne accorgano? Figuriamoci se non hai confuso Joe ancora di più di come lo era prima. – sentivo che nel tono di Allyson c’era una nota di sarcasmo e di divertimento, ma almeno tentava di sforzarsi a nasconderlo. Non capiva quale vera tragedia fosse per me, ma cosa potevo farci io, se ogni volta mi bloccava e mi impediva di pensare razionalmente? Affondai il viso tra le mani, e mugugnai disperata.



Quel pomeriggio maledii gli inverni canadesi, per il freddo che faceva. Non ero abituata a quel clima, a Los Angeles in quel periodo faceva decisamente più caldo, salvo qualche giornata di vento, ma nulla di che; avevamo appena finito di girare una scena (ringraziando il signore Mitchie aveva a che fare solo con i suoi compagni di Camp Rock), e dopo due ore di prove per il balletto, ci avevano finalmente concesso un po’ di pausa. Decisi, ancora con il costume di scena, di fare un giro, e godermi quel posto che non vedevo da anni.
Il vento freddo di prima si era calmato un po’, anche se ogni tanto si alzava bruscamente, e questo portava a farmi rabbrividire e a stringermi in quel misero giubottino di jeans che, data l’ambientazione del film, serviva a ben poco. Ero sovrappensiero, e non mi accorsi di stare andando a sbattere contro qualcosa… o meglio, qualcuno.

-         Oddio, scusa!

-         Le tue abitudini non sono cambiate, vedo. Ti piace ancora stare qui!

Alzai lo sguardo, pregando tutta me stessa di non aver riconosciuto quella voce, ma dovetti ricredermi.

-         J-J-Joe…
-         Ciao. – mi rispose, accennando ad un sorriso.
-         Che ci fai qui?
-         Beh … - sbuffò leggermente divertito – prima di tutto ci lavoro, ma forse non te ne sei accorta…
Ridacchiai, nervosa. – Ma va? Intendevo qui nel bosco… 

-         Credo lo stesso che fai tu. – mi interruppe - Sono venuto a pensare un po’. Anche se fa freddo si sta una meraviglia qua giù.
-         È vero…

La sua voce era oltremodo tranquilla, così come la mia tutto a un tratto. Mi ero dimenticata  quanto mi sentissi serena con lui. Tuttavia, dopo avermi convinto a continuare la passeggiata assieme a lui, quello che si creò tra di noi fu puro e semplice imbarazzo. Un imbarazzo raggelante, che in nessun modo sapevo come rompere. Fu lui a farlo.

-         Demi, io …. Credo di doverti parlare.

Annuii, senza fiatare. In un altro momento, forse solo pochi minuti prima, se avessi sentito quelle stesse parole lo avrei cacciato via, gli avrei impedito anche di dire mezza parola, mi sarei rifiutata di dargli retta. E invece, rimasi in silenzio, in attesa di ciò che aveva da dirmi. Volevo realmente ascoltarlo, perché, e soprattutto pensando cosa non lo so, ma la mia testa decise che andava bene così.

-         Sono stato male per quello che è successo, poco tempo fa. Intendo dire, mi dispiace se continuo a farti solo del male, ma credimi che non rientra nelle mie intenzioni…. Io non riesco a smettere di pensarti Demi, e per quanto tu possa mandarmi via, non ti libererai di me. Almeno non così facilmente. Non riesco a starti lontano senza sentirti almeno una volta, non riesco a fare qualsiasi cosa senza chiedermi cosa tu stia facendo in quel momento, non riesco a vivere se non ci sei tu a respirare la mia stessa aria e darmi la forza di far qualunque cosa. Non smetterò mai di dirti che ti amo, perché non smetterò mai di provarlo. Io ti ….
Non fece in tempo a finire la frase, perché non gli concessi di aggiungere altro. In quel momento, mentre i miei occhi lo osservavano parlare, mentre le mie orecchie ascoltavano le sue parole, mentre la mia mente assimilava quello che stavo ascoltando, fui presa nuovamente da un gesto irrazionale, senza il minimo senso.
Lo baciai.
Gli ero letteralmente saltata al collo, le braccia tese e strettagli intorno, e ad occhi chiusi e senza dire nemmeno una parola mi ero fiondata sulle sue labbra morbide, calde, di cui mi resi conto di sentire terribilmente la mancanza. Non riuscivo mai a rendermi veramente conto di quanto realmente dipendessi da Joe. E ogni volta, per capirlo, dovevo andare a sbatterci la testa. Quel gesto così impulsivo, pochi minuti prima l’avrei completamente rifiutato, avrei evitato in ogni modo che accadesse, perché dovevo impormi di stargli lontano, di non pensare a lui, perché Joe era capace solo di farmi soffrire, di farmi entrare in confusione, di non farmi capire più nulla. Ma in quel momento, la mia testa diceva che andava bene così, e io gli diedi retta.
Finalmente prendemmo fiato, e ci staccammo. Sciolsi lentamente la presa sul suo corpo, contatto che mi  fece venire i brividi, e lo guardai, ancora chiusa in un raggelante silenzio, senza avere il coraggio di parlare. Non so perché avessi fatto così, non so perché l’avevo baciato. E la cosa che mi spaventava di più, era che non me ne pentivo affatto.
Tu hai bisogno di lui, Demi.
 
 
-         Demi …

Il suo fu appena un sussurro; lo guardai dritto negli occhi, nel suo sguardo apparve un luccichio che sembrava andato perduto da secoli, una scintilla di vita, come se all’improvviso si fosse destato da un sonno che sembrava eterno.
Era felice.
E mi sentivo in colpa per questo, perché io non lo ero. Sentivo il grande bisogno di baciarlo, perché avevo bisogno di lui, forse anche più di quanto avessi mai ammesso, ma nella mia testa albergavano talmente tante di quelle cose, così confuse, così astratte, che non riuscivo a capire se il mio fosse stato un gesto d’amore, oppure no.

-         Demi … perché?
-         Perché ti ho baciato? – soffiai – non lo so. Credo di aver bisogno di te più di quanto riesca ad ammettere. Anche se ho talmente tanta di quella rabbia, di confusione in testa, che non so cosa provi ora…

Fu lui a interrompermi questa volta. Ci fu un secondo bacio, lungo, piacevole, rilassante. Era da tempo che non mi sentivo così. Forse era vero, dipendevamo l’uno dall’altro, nonostante la distanza, eravamo destinati a ricongiungerci, in qualche modo.
Una parte di me continuava a ripetermi di staccarmi da lui, di andare via, di lasciarlo perdere, di andare per la mia strada e dimenticarlo. Ma come si fa a dimenticarsi di respirare? Baciandolo, era come se la mia vita, almeno in parte, avesse ripreso ad avere un senso.
E anche se mille voci continuavano a parlarmi, l’unica cosa che riuscii a concludere, mentre le mie labbra erano ancora incatenate alle sue, era che mi era fottutamente mancato.




















Hey Everybodyyyyyyyyyyyyyyyyyy :DDDDDDDDD I'm back! Dite la verità, non ci speravate più, eh? Dovete perdonarmi, perchè se non ho pubblicato fin'ora è stato a causa di un blocco dello scrittore... non avevo la minima voglia di scrivere, in particolare la Demi, per motivi particolari.... Avevo vinto uno dei 2000 posti al Fan party di Milano, ma i miei non mi ci hanno fatto andare (: Sono stata malissimo per più o meno due settimane, e non nego di starci male anche ora. Ho fatto molta fatica a scrivere questo capitolo, infatti lo scritto in parecchi giorni... forse è anche per questo, chi lo sa... La consapevolezza di essere vicini a incontrare il proprio idolo e vedere la propria possibilità sfumata in pochi attimi non è una cosa bella... e credo abbia influito un pò su tutto. Comunque, cercando di pensare ad altro, vorrei fare le mie sentite condoglianze a Demi per la sua perdita. Pochi giorni fa è morto suo padre, Patrick, e mi dispiace molto per lei. E soprattutto, mi sento un mostro, perchè "grazie" a questo brutto avvenimento, mi è venuta ispirazione per tutta la ff, fino alla fine. Siamo vicini all'epilogo di questa storia, e la morte di suo padre mi ha aiutato a capire come concluderla. Lo so, sono una persona orribile cc 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, e che non mi odierete troppo per aver lasciato perdere per tanto questa storia, che alla fine, è parte di me (:
Aspetto con ansia le vostre bellissime recensioni, se vi va di farmi sapere la vostra... grazie a tutti quelli che mi seguono, che apprezzano, che recensiscono, ai lettori silenziosi, e a @WalingAway_ e @Niam_ che mi supportano sempre e sono innamorate di quello che scrivo :33 (Non esagero, mi considerano una specie di dio AAHHAHAHAHAH anche se non capisco perchè uu'') Vi voglio bene ;) :P <3 
E voglio bene anche a tutti voi, pipoool *-* <3 <3 <3 
Alla prossima, che giuro sarà presto! <3 
xx
Haley (:

 
  
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