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Autore: LadyPalma    26/06/2013    1 recensioni
Potranno Caterina e Maria trovare la felicità dopo inganni, tradimenti e fughe? Forse, ma questo è ciò che può accadere dopo. All'inizio c'è solo una lettera e un altro piano dei Bolena!
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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12.

 

Sua maestà il Re aveva fissato la moglie per qualche secondo con occhi spalancati, poi improvvisamente aveva abbassato lo sguardo ed era scoppiato a ridere, prendendo l’assurda richiesta appena udita nell’unica interpretazione possibile: un audace, e per certi versi irritante, scherzo a sue spese. Ma lo sguardo impassibile che la Regina continuava ad ostentare fece sorgere qualche perplessità e, mentre la risata lasciava lentamente il suo volto, che assumeva adesso un’aria preoccupata, fu costretto a farsi ripetere la domanda.

“Si, Enrico, avete capito bene…” confessò seriamente lei muovendo qualche passo verso di lui “Voglio che Anna Bolena non sia condannata a morte” ripeté poi scandendo bene le parole.

Enrico scosse la testa sempre più esterrefatto “E cosa proponete invece?”

Caterina ci pensò su un momento. “Che venga rilasciata, magari esiliata” rispose poi alzando leggermente le spalle.

Magari esiliata? Caterina, siete forse impazzita?” urlò a quel punto lui incapace di trattenere il suo sconcerto.

“Non merita la morte” mormorò lei semplicemente, mentre il ricordo dell’incontro con Elisabetta le tornava alla memoria. Per quanto quella donna l’aveva umiliata e le aveva causato dispiacere, era una donna e madre esattamente come lei.

“Ha provato ad uccidere voi e Maria… Mi ha tradito con infiniti amanti” ribattè il Re snocciolando le accuse mosse contro la Regina caduta in disgrazia e rinchiusa nella Torre.

“E’ la madre di vostra figlia”

“Elisabetta è una bastarda!”

Un colpo secco aveva scosso il pavimento e quel botta e risposta era improvvisamente finito. Stavolta però non era stata di Enrico l’ira esplosa in quel momento e la causa di quel rumore era stato il tacco di Caterina.

“Avete messo a morte Tommaso Moro e il vescovo Fisher e Dio solo sa quante altre persone… E per quanto io desideri che Anna perisca, so che la vendetta non porta a niente, il sangue non lava via il sangue” disse poi lentamente, con gli occhi lucidi nel menzionare due dei suoi più cari amici, periti durante la follia del marito.

“Bene!” strillò allora lui, dopo qualche secondo, colpito inevitabilmente anche lui dalla menzione di quei due nomi “Libererò Anna, ma dovrà starsene lontana dall’Inghilterra, che se ne vada in Francia dal suo caro Francesco”

“Per me può andarsene anche all’Inferno” replicò la donna secca “Ma non voglio essere io a mandarcela prima del tempo”

“Attenta a non finirci anche voi nel prestare aiuto a persone indegne” disse Enrico lanciandole un’occhiata sprezzante raggiungendo a grandi falcate la porta.

Il tonfo della porta sbattuta alle sue spalle, fece chiudere d’istinto gli occhi a Caterina, ma l’attimo dopo erano di nuovo aperti, di nuovo sul libro di Dante. E poteva anche andare all’Inferno, ma intanto iniziava la scalata in Purgatorio.

**

 

Eccolo lì, indagato tra gli amanti di Anna Bolena, sopravvissuto alla sua precipitosa caduta in disgrazia e con nessuna fortuna rimasta tranne le sue poesie... Eppure eccolo lì a strimpellarle davanti all'intera Corte. Come diavolo faceva? Questo si domandava Charles bevendo un sorso di birra chiara, ma fare un breve bilancio della vita di Thomas Wyatt, lo aveva distratto solamente per poco dal suo pensiero costante, la principessa Maria.

"Ahimè cosa farò per amore?"

La frase della nuova poesia di Wyatt era riecheggiata alle sue spalle e, voltandosi con un'espressione incuriosita sul volto, scoprì che era stato un altro Thomas a parlare.

"Cosa volete, Cromwell?" gli chiese bruscamente, mentre il nuovo arrivato muoveva la sedia al suo fianco e vi prendeva posto con un sorriso amaro.

"Non dovreste adirarvi così" rispose il lord cancelliere allargando le braccia "avete sposato la sorella del Re, non vedo che impossibilità per voi ci sia nello sposarne la figlia" disse poi mentre il sorriso diventava adesso ironico.

Suffolk spalancò gli occhi, colto completamente alla sprovvista. Come faceva quell'uomo a conoscere la natura del suo rapporto con Maria? Si era forse traditi con qualche gesto, oppure era semplice intuizione? Scosse la testa e un lieve sorriso apparve anche sulle sue labbra.

"Detto da uno che freme dalla voglia di infilarsi nel letto della Regina" commentò con aria di sfida.

Neanche lui era messo male ad intuito, dopo tutto.

"Non.." iniziò Cromwell, ritrovandosi adesso lui a corto di parole.

"Non è vero?" suggerì Brandon alzando un sopracciglio.

"Non sono affari vostri" completò l'altro a denti stretti.

Il duca sospirò pesantemente distogliendo lo sguardo, mentre il cancelliere abbassò gli occhi lasciando tamburellare le dita sul legno davanti a lui con aria pensierosa. Poi rialzò improvvisamente la testa e ogni traccia di provocazione sembrava essersi dissolta dal suo volto.

"Parlate con la Principessa" consigliò semplicemente "E buona fortuna" aggiunse alzandosi nuovamente in piedi e guardando fisso davanti a sé.

Suffolk seguì silenziosamente la direzione dei suoi occhi e quando si ritrovò davanti il mite sorriso di Caterina, annuì con aria consapevole. In quel momento loro due forse erano così diversi. Afferrò una manica della sua pesante tunica e lo fece voltare.

"Anche a voi, buona fortuna anche a voi"

**

 

I cancelli che delimitavano l'area della Torre si aprirono davanti ai suoi occhi e un sospiro le sfuggi dalle labbra. Alzò gli occhi: le grosse nuvole scure in quella distesa grigia non promettevano nulla di buono, eppure a lei il cielo non era mai sembrato così bello. Si prese qualche secondo per contemplarlo e quasi non si accorse della piccola figura dai capelli rossi che si attaccò alle sue gonne.

"Elisabetta!"esclamò Anna piegandosi verso di lei e prendendola in braccio "La mia dolce principessa" disse stringendola al petto, sentendo le lacrime pulsarle negli occhi.

"Mammina, adesso stai bene?" chiese Elisabetta guardandola con i suoi grandi occhioni, che tradivano ancora una certa preoccupazione.

"Sì, la mamma starà benissimo" rispose una voce maschile davanti a loro.

Anna alzò gli occhi e si ritrovò a sorridere di fronte al volto amico di Lord Giuliano. Lui sorrise a sua volta e senza dire altro, condusse entrambe nella sua carrozza, concedendo loro giusto il tempo di salutare l'atmosfera londinese. Francia? Italia? Avrebbero lasciato presto l'Inghilterra e l'avrebbero fatto insieme.

"Un attimo!" esclamò l'ex regina prima di lasciarsi definitivamente tutto alle spalle.

allungò una mano sotto la manica destra dell'abito e lasciò scivolare tra le mani di un servitore una lettera sigillata.

"Dovete consegnarla alla... Regina Caterina" ordinò non senza una certa reticenza nell'appellare la sua rivale con il titolo che aveva provato con tutte le sue forze a strapparle.

Ma poi sorrise e basta, sorrise incontrando di nuovo gli occhi rassicuranti di Giuliano. Aveva la possibilità di essere amata e di amare, aveva la possibilità di capire cosa vuol dire essere felici.

Non c'era potere più grande.

 

   
 
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