Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Rey_    26/06/2013    22 recensioni
ATTENZIONE: SEGUITO SUMMER PARADISE WITH YOU.
Dal capitolo 6
“Cosa posso fare per farmi perdonare?” le chiesi, passandole anche un asciugamano e aiutandola a frizionarsi i capelli. Incrociai il suo sguardo nello specchio e lei mi sorrise debolmente.
“Non devi farti perdonare di niente. So che hai la testa un po’ bacata, capisco che possono sfuggirti un po’ di cose” mormorò sarcastica, il sorriso che si allargò. Con un mezzo sospiro sollevato, ricambiai il sorriso e le poggiai le mani sui fianchi, facendola girare verso di me.
Lei mi lasciò fare, curiosa di vedere la mia prossima mossa.
“E se io volessi farmi perdonare comunque?”
“Ti direi che per punizione non te lo lascerei fare” replicò al volo, stampandosi un sorriso beffardo sulla faccia. Arricciai le labbra, preso in contropiede dalla sua aria furba e dalla sua affermazione apparentemente irremovibile.
“Mh, e se io ti baciassi?” proposi, cercando di mostrarmi serio. Il suo sorriso si allargò.
“Te l’ho detto: non ti lascerei fare” affermò, però in contrasto con le sue parole si avvicinò a me, diminuendo pericolosamente la distanza tra i nostri visi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 Capitolo 35- Epilogo
 
 



Jenny
 




Non c’era cosa più rilassante di passare l’intero pomeriggio sdraiata sulla spiaggia a prendere il sole. I ragazzi, finalmente dopo una mattinata a pregarmi di giocare a beach volley in modo da formare squadre complete, anche se chiamando me non avrebbero fatto di certo un buon acquisto, mi avevano lasciata in pace a poltrire come volevo dall’inizio della vacanza.
Era  la prima settimana di luglio, ed eravamo tornati a ‘casa’ per passare le vacanze estive prima che i ragazzi partissero di nuovo per un altro tour, però questa volta io e Cher non eravamo neanche sfiorate dalla paura di perderli, semplicemente perché saremmo andate con loro, ed io non vedevo l’ora di viaggiare per l’Europa con il mio ragazzo.
Sarebbe stato sempre impegnato, quello lo sapevo. Ma sapevo anche che avrebbe fatto in modo di trovare anche solo un paio d’ore al giorno da passare con me per farmi visitare quelle città che lui ormai conosceva bene essendoci stato già decine di volte.
L’unica cosa che mi dispiaceva era che Cat doveva rimanere a casa e, dato il fatto che da un mese a questa parte lei e Niall erano diventati inseparabili, sarebbe stato difficile per loro stare lontani per più di due mesi. Potevo capirla e potevo anche capire il piccolo sclero che aveva avuto quando Niall le aveva detto che sarebbe venuto in vacanza con noi. Quello che però lei non sapeva era che non sarebbe rimasto con noi tutti e tre i mesi, ma ad agosto sarebbe tornato a casa, da lei, per farle una sorpresa e per passare il più tempo possibile insieme prima della partenza.
Erano dolcissimi insieme ed ero contenta e soddisfatta del fatto che ero stata io a farli conoscere; lo dicevo sempre che sarei stata un ottimo cupido.
Sospirai e chiusi gli occhi, beandomi del calore del sole sulla mia pelle, sentendolo penetrare in ogni mio singolo poro e sentendo i muscoli rilassarsi, la stanchezza scivolare via e una vaga sensazione di pace e tranquillità insediarsi dentro di me.
Peccato che quella sensazione che avevo bramato per tutta la mattinata venne interrotta sul nascere da una cascata di acqua gelida che mi risvegliò all’istante dalla stato di torpore facendomi imprecare a mezza bocca e tirare su a sedere di scatto.
Sapevo che sarebbe stato impossibile rilassarsi in spiaggia quando c’erano quei cinque cretini lì intorno. Non perché erano assaliti da fan urlanti come accadeva a Londra o in qualsiasi altro posto, ma perché erano dei perfetti imbecilli e sembrava non potessero vedere una persona con gli occhi chiusi a sonnecchiare che dovevano darle fastidio, e in questo caso la persona presa di mira ero stata proprio io.
Quando aprii gli occhi, sputacchiando l’acqua salata che mi era finita in bocca, già sapevo chi avrei trovato davanti a me, l’unico che non era spaventato dalle possibili conseguenze del tirarmi una secchiata d’acqua mentre stavo quasi per addormentarmi. Gli altri ragazzi probabilmente erano terrorizzati dalla mia reazione, sapevano tutti quanto mi desse fastidio essere svegliata, ma c’era sempre una persona a cui non spaventavano le mie urla o lei mie minacce poco minacciose: Harry.
In quel momento se ne stava in piedi davanti a me, a qualche metro di distanza di sicurezza, con ancora in mano un secchiello probabilmente preso in prestito da uno dei bambini che stavano giocando sul bagno asciuga, e un sorriso a trentadue denti stampato sulla faccia.
Lo guardai in silenzio per qualche secondo, limitandomi a respirare profondamente e a scostarmi i capelli bagnati dalla faccia, mentre lui lasciava cadere a terra il secchiello e si metteva una mano sulla bocca per evitare di scoppiare a ridere.
Presi un bel respiro imponendomi di non collassare davanti alla vista del mio Harry in costume, con la pelle abbronzata, i ricci bagnati che gli ricadevano scomposti sulla fronte e gli occhi verdi che sembravano brillare alla luce del sole.
In quel momento dovevo rimanere lucida, arrabbiata e vendicativa.
“Harry” cominciai, respirando profondamente e fissando gli occhi nei suoi. Lui tossicchiò per mascherare una risata e mi lanciò uno sguardo innocente.
“Si?”
I ragazzi, dietro di lui che osservavano la scena, scoppiarono a ridere e si diedero di gomito, probabilmente scommettendo su quale sarebbe potuta essere la mia prossima mossa.
“Che cosa hai fatto?” sibilai, chiudendo gli occhi e respirando di nuovo. Gonfiò le guance d’aria per evitare di scoppiare a ridere e si strinse nelle spalle.
“Ho rinfrescato la mia ragazza che si stava cuocendo sotto il sole” replicò con nonchalance. Lo guardai male e mi alzai in piedi, facendogli fare automaticamente un passo indietro.
“E lo sai che alla tua ragazza da fastidio essere ‘rinfrescata’ con un secchio d’acqua gelata mentre si sta rilassando?” sbottai.
Lui mi sorrise e scrollò di nuovo le spalle, aprendo le braccia.
“Certo, ma io ho provveduto al suo bene, fregandomene dei suoi fastidi” replicò lui, con espressione tranquilla e un sorriso furbetto sulle labbra. Lanciai un’occhiataccia a Louis e Niall che si stavano sbellicando dalle risate, prima di tornare con gli occhi su Harry e fulminandolo con il peggiore degli sguardi che potessi avere.
“E poi” riprese, prima che potessi cominciare a pensare a come fargliela pagare, “Mi piace vederti bagnata” ammiccò, facendomi l’occhiolino. A quel punto scoppiò a ridere anche Zayn, che aveva osservato la scena in silenzio, e Niall e Louis si buttarono praticamente a terra, mentre io arrossivo dalla testa ai piedi.
“Questo è troppo” sibilai. Harry sembrò capire dal mio sguardo cosa volessi fare e anticipò ogni mia possibile mossa cominciando a correre lontano da me ridendo a squarciagola.
Partii all’inseguimento arrancando dietro di lui sulla sabbia, rischiando di rotolare a terra ogni due passi.
“Harry! Non fare il bambino e affronta le conseguenze, vieni qui!” gli urlai dietro ridacchiando, non riuscendo a trattenere la maschera da scocciata, perché ogni cosa con lui era divertente, anche quando il suo unico scopo era farmi innervosire o imbarazzare davanti agli altri.
“Non ci penso neanche!” mi urlò di rimando lui, accelerando e schizzando sulla sabbia veloce come non era mai stato.
Accidenti, dove andava a finire la sua goffaggine quando ne avevo bisogno?
“Tanto ti prenderò prima o poi!”
“Con quella andatura non credo proprio” sghignazzò, inciampando sulla sabbia, evitando all’ultimo secondo di finire faccia a terra.
Grugnii qualcosa e accelerai il passo passando davanti a Louis e Niall che ridevano come due assatanati, mentre Zayn scuoteva la testa divertito e Liam se ne stava con Cher sugli scogli a parlare delle loro cose.
“Ti stancherai di correre prima o poi, signorino” continuai a urlare, rischiando di farmi scoppiare i polmoni per il poco fiato che avevo e che stavo sicuramente sprecando per minacce inutili, perché sapevo che quella che si sarebbe stancata per prima di correre sarei stata io e non l’avrei mai raggiunto, perché aveva un bel po’ di metri di vantaggio che non sarei mai riuscita ad annullare.
“La prima a crollare sarai tu!” mi rispose infatti lui, quasi leggendomi nel pensiero. Allora cominciai a rallentare, lasciando che mettesse sempre più distanza tra di noi, per poi fermarmi completamente e piegarmi sulle ginocchia per riprendere fiato.
“Okay!” urlai, alzando le braccia al cielo, “Hai vinto, ma scordati di me stanotte!”. Quella era l’unica cosa che sapevo l’avrebbe fatto tornare sui suoi passi.
Infatti, come previsto, frenò bruscamente scivolando sulla sabbia, per poi rialzarsi con sguardo preoccupato cominciando a tornare indietro.
Sorrisi sotto i baffi e ripassai accanto ai ragazzi, Louis mi fece l’occhiolino e Niall alzò il pollice in segno di vittoria, mentre mi riaccomodavo sul mio asciugamano.
“Jenny, Jenny!” mi richiamò Harry, lasciandosi cadere sulla sabbia accanto a me, con un gran sorriso stampato sulle labbra. Lo guardai alzando un sopracciglio e lui sbatté le palpebre.
“Andiamo, stavo solo giocando”
“E io stavo solo dormendo” replicai scimmiottando la sua voce. Lui alzò gli occhi al cielo e arricciò le labbra.
“Dai, non prendertela così” mi pregò. Io feci spallucce e chiusi gli occhi, cercando di ignorarlo.
“Non me la sono presa, solo che credo che questa notte farà troppo caldo per dormire nello stesso letto” spiegai, mordendomi il labbro per non scoppiare a ridere e per non smascherarmi.
Sapevo quanto fosse indispensabile per lui dormire con me; non perché avesse sempre il disperato bisogno di darsi da fare, ma perché se non eravamo vicini, stretti in un abbraccio, con i nostri respiri mischiati, lui non riusciva più a dormire. E se io non sentivo le sue mani delicate tra i miei capelli, le sue labbra che mi sfioravano il viso e le sue lunghe gambe intrecciate alle mie, trovavo difficile anche pensare di riuscire ad addormentarmi.
Ormai eravamo dipendenti l’uno dall’altra e sarebbe stato difficile separarci in qualsiasi momento.
Quindi avevo un qualcosa con cui ricattarlo.
“Non è vero. Quando hai caldo è perché ci sono io, senza di me moriresti di freddo” si impuntò con voce dolce, allungando la mano e sfiorandomi il fianco, facendomi rabbrividire. Gli scoccai un’occhiata e trattenni un sorrisetto.
“Nessuno muore di freddo a luglio, Harry”. Lui ridacchiò e continuò a sfiorare la mia pelle già surriscaldata, rischiando di farmi davvero bollire, passando dai fianchi alla pancia, ripetendo lo stesso percorso più volte e, anche se non potevo vederlo e avevo gli occhi chiusi, sapevo che stava sorridendo beffardo, sapendo esattamente quali sensazioni mi stava provocando.
“E poi io non ho mai freddo, sono una persona calorosa, lo sai” continuai, aprendo gli occhi e sorridendogli. Lui strinse le labbra divertito e fermò il suo tocco, ritirando la mano.
Un lampo di sfida gli attraversò gli occhi ed io cominciai a preoccuparmi, perché quello era lo sguardo che aveva quando gli veniva in mente qualcosa che sicuramente sarebbe stata divertente per lui ma non per me.
“Bene, vediamo allora sei hai caldo bagnata dalla testa ai piedi” borbottò tra se e se, per poi alzarsi di scatto, piegarsi sulle ginocchia e tirarmi su come se non pesassi niente. Cacciai un urlo di sorpresa e lui ghignò stringendomi al petto e puntando la riva.
“Harry, su, non vorrai farlo davvero” cercai di farlo ragionare, allacciando le braccia dietro al suo collo per tenermi meglio, mentre i ragazzi lo guardavano divertiti. Praticamente stavamo dando spettacolo, sia a loro che alle altre poche persone che c’erano sulla spiaggia.
Sentii il sangue colorarmi le guance mentre gli occhi di tutti i presenti erano puntati su di noi e tornai a guardare Harry, che stava facendo l’occhiolino in direzione dei ragazzi che ridacchiavano divertiti.
“Fatti rispettare, Hazza!” urlò Niall, alzando il pugno al cielo. Lo fulminai con lo sguardo.
“Io e te faremo i conti dopo, biondino” lo minacciai. Lui sbarrò gli occhi e arrossì, Zayn gli diede una pacca sulla spalla e ridacchiò.
“Ahia. Saranno guai, amico” lo sentii mormorare, prima di concentrare di nuovo la mia attenzione su Harry, che si stava avvicinando a grandi passi al bagno asciuga.
“Harry, per favore, stavo scherzando” provai a dire. Lui mi lanciò un’occhiata eloquente e si fermò con l’acqua che gli arrivava ormai alle ginocchia. Mi strinsi ancora più forte a lui e lui sorrise.
“Non stavi scherzando, e comunque non era divertente” replicò, strofinando il naso contro il mio, “Questo è divertente” affermò, prima di provare a sciogliere l’abbraccio e buttarmi in acqua. Urlai e mi aggrappai a lui più forte, stile koala, ridacchiando.
“No! Possiamo provare a parlarne civilmente…”
“E staccati, sanguisuga” rise, prendendomi per i fianchi e buttandomi in acqua. Feci appena in tempo a prendere fiato e chiudere la bocca, impresa molto ardua dato il fatto che ero nel bel mezzo di una risata, poi affondai nell’acqua.
Quando riemersi in superficie Harry era piegato in due dalle risate e i ragazzi ci stavano raggiungendo correndo e urlando. Tossicchiai e mi abbracciai, rabbrividendo di freddo, mentre Louis batteva il cinque ad Harry, che mi guardava soddisfatto. Rabbrividii di nuovo, sentendo le labbra cominciare a tremare.
“Stronzo” sibilai. Lui piegò la testa di lato sorridendomi, mentre Niall mi si avvicinava ridacchiando.
“Povera Jenny, Harry è sempre così cattivo con lei” mormorò, circondandomi con le braccia. Guardai Harry oltre la spalla di Niall, che alzò gli occhi al cielo e si affrettò a scrollarmi il biondino di dosso.
“Togliti, nano, ci penso io a riscaldarla” borbottò, afferrandomi la mano e tirandomi verso di se. Mi imbronciai e feci resistenza.
“No, fottiti, mi riscaldo da sola” mormorai. Lui ridacchiò alzando gli occhi al cielo.
“Dai, vieni qui, hai già le labbra blu”
“Perché, se diventano blu ti fanno schifo e non mi baci più?” replicai, allontanandomi e incrociando le braccia al petto. Lui rise e mi prese la mano, intrecciando le nostre dita e sorridendomi teneramente.
Lo sapevo che non ero affatto credibile e che la mia forza di volontà era decisamente scarsa, ma come facevo a non sciogliermi davanti a quegli occhi, a quel sorriso, a quelle fossette?
Con un sospiro mi arresi e mi lasciai stringere in un abbraccio, rabbrividendo di nuovo e poggiando la testa sul suo petto.
“Ti bacerei anche se avessi le labbra marroni, verdi, nere. Ti bacerei comunque, perché è la cosa che mi piace fare di più” mi sussurrò all’orecchio, mentre i ragazzi, discretamente (lo so, è difficile crederlo) si allontanavano parlottando per i fatti loro.
“Beh…ripensandoci c’è qualcosa che mi piace di più fare” riprese Harry, con il solito tono di voce provocante. Schioccai la lingua e lo allontanai di nuovo avviandomi verso la spiaggia perché l’acqua era davvero gelata.
Lui mi corse dietro ridacchiando e passandomi un braccio intorno ai fianchi.
“Possibile che con te si va sempre a parare li?” gli chiesi lanciandogli un’occhiata esasperata. Lui rise sotto i baffi e si strinse nelle spalle.
“Tesoro, è il prezzo da pagare per stare con uno come me” spiegò con aria sufficiente. Lo guardai alzando un sopracciglio e lui scoppiò a ridere, sbilanciandomi all’indietro per farmi cadere sulla sabbia e finire sopra di me. Mi sorrise e infilò una mano tra i miei capelli, lisciandoli all’indietro mentre un’onda ci travolgeva. Ridacchiai e lui mi sfiorò il naso con il suo, socchiudendo gli occhi e provocandomi una scarica di brividi piacevoli che mi risalì la schiena.
Era sempre così con lui: un attimo prima mi stuzzicava, facendomi saltare i nervi, poi però diventava improvvisamente dolce da non riuscire a resistergli.
Era un continuo braccio di ferro tra noi due, la testardaggine di entrambi che un giorno ci avrebbe sicuramente portati all’esasperazione. Ma se fosse stato tutto dannatamente perfetto, quanto l’avremmo sopportato?
Stavamo bene così, ci amavamo completamente, compresi tutti i difetti, e non poteva andarci meglio.
“Però ti piace stare con uno come me, vero?” riprese Harry, mormorando con voce tenera, sporgendo il labbro inferiore all’infuori.
Scoppiai a ridere e a lui scappò un bellissimo sorriso.
“Harry, io amo stare conte” confessai senza imbarazzo, perché era la pura verità e lui lo sapeva bene. Mi abbagliò con un altro splendido sorriso ed io gli accarezzai le guance, sfiorando le sue adorabili fossette.
“Anche quando sono testardo, pervertito e un po’ stronzetto?” chiese ancora, baciandomi la punta del naso. Gli sfiorai i ricci e lo attirai a me, guardandolo dritto negli occhi.
“Io ti amo sempre, per sempre” puntualizzai. A quel punto non resistette più e si chinò su di me per premere le labbra sulle mie in un dolcissimo bacio.
“Sempre, piccolina mia” mormorò contro le mie labbra, per baciarmi di nuovo mentre venivamo colpiti da un’altra onda gelida. Ma in quel momento non ci accorgemmo di niente, né dei ragazzi che si stavano praticamente uccidendo in acqua, né di Liam e Cher presi a confabulare sugli scogli, né del resto della spiaggia.
Eravamo solo noi, nel nostro mondo felice. E quello era il posto dove avrei voluto passare tutto il resto della mia vita.
 
 
 

 
 
 




Cher
 
 


“Ehi piccola” mi chiamò Liam, arrampicandosi con fatica sullo scoglio in cui ero appollaiata a rilassarmi. Aprii gli occhi e ridacchiai quando mise un piede in fallo e scivolò giù finendo sulla sabbia. Lui sbuffò divertito e mi lanciò un’occhiata.
“Che ne dici di venire giù?”
Scoppiai a ridere e scossi la testa stringendo le labbra, allora lui sbuffò di nuovo e mi lanciò un’occhiataccia, riprendendo a salire sugli scogli.
Lo guardai trattenendo a stento una risata mentre arrancava rischiando di scivolare da un momento all’altro. Odiava quello scoglio, lo sapevo bene. Lo odiava perché aveva paura ogni volta ad arrampicarsi, ma anche perché sapeva che quando andavo lì era perché avevo bisogno di pensare e stare da sola.
Però quel pomeriggio non era per stare sola che mi ero raggomitolata lì, ma per guardare il tramonto sul mare come non avevo più fatto gli ultimi mesi, essendo stata a Londra, e per ripensare a tutti i bei momenti che avevamo passato insieme proprio su quella spiaggia.
Eravamo tornati per le vacanze estive e Liam, oltre ad avermi fatto la sorpresa di farmi ritrovare su una aereo diretto a casa, mi aveva anche mostrato i documenti del suo prossimo acquisto: la casa in cui ero cresciuta.
Con un sorriso emozionato mi aveva detto: “Così quando sentirai la mancanza del mare potremmo tornare qui e starcene insieme nella nostra nuova casa”, poi mi aveva abbracciato forte e lì non ero riuscita più a trattenere le lacrime. Lacrime sicuramente di gioia, non tanto per la casa, ma per il ragazzo che stavo stringendo tra le braccia.
Il ragazzo che non avrei più lasciato andare per niente al mondo.
“Ecco, ci sono” grugnì Liam, riscuotendomi tra i miei pensieri e scavalcando l’ultimo scoglio per sedersi accanto a me con un sorriso vittorioso stampato sulle labbra.
Scossi la testa divertita e lo guardai dall’alto in basso.
“Sei poco atletico, ragazzo, dovresti fare un po’ di palestra” lo presi in giro. Lui mi scoccò un’occhiataccia e mi pizzicò un fianco facendomi ridacchiare.
“Non è colpa mia se tu sei una scimmietta che si arrampica dappertutto” replicò, “Le persone normali se ne stanno normalmente sulla normale spiaggia” concluse poi, incrociando le braccia al petto e stringendo le labbra.
Scoppiai a ridere e lanciai un’occhiata alla spiaggia, dove i ragazzi stavano facendo il loro meglio per terrorizzare le persone lì intorno. Jenny e Harry erano persi nel loro mondo, mentre Louis e Niall stavano tentando di affogare Zayn, che non appena si sarebbe liberato di quei due sapevo non gliel’avrebbe fatta passare tanto liscia.
Quei due quando si mettevano insieme erano davvero insopportabili, capaci di far saltare i nervi anche alla persona più paziente del paese. Non so cosa avrebbe fatto Louis quando Niall sarebbe tornato a casa per stare un po’ di tempo con la sua Cat, avevo paura che sarebbe caduto in depressione senza il suo compagno di giochi.
Liam seguì il mio sguardo e abbozzò un sorriso.
“Okay, forse non ci sono proprio persone normali sulla spiaggia in questo momento ma…perché te ne stai qui tutta sola a deprimerti?” mi chiese, piegando un po’ la testa di lato e allargando le braccia.
Gli sorrisi e mi avvicinai a lui, accoccolandomi al suo petto e lasciandomi stringere.
Lui mi baciò la testa e intrecciò le dita alle mie.
“Non mi sto deprimendo, stavo solo pensando un po’” risposi tranquilla, per poi guardarlo.
“Questa è una cosa che fanno le persone normali, sai?” lo stuzzicai. Lui ridacchiò e mi baciò la punta del naso.
“Mmh, allora facciamo progressi”
“Già” replicai con un sorriso soddisfatto. Lui ricambiò e si chinò su di me per sfiorarmi le labbra con le sue in un veloce, tenero e stuzzicante bacio.
Mi passai la lingua sulle labbra e un lampo di desiderio gli attraversò gli occhi.
“Questa direi che è un’altra cosa che fanno le persone normali” mormorò, prendendomi la testa tra le mani, “E io voglio essere tanto normale adesso” soffiò, prima di baciarmi di nuovo, questa volta più profondamente.
Rabbrividii di piacere mentre lui mi stringeva a se, per poi ricordarsi improvvisamente che eravamo all’aria aperta e interrompere il bacio.
“Allora, nuova persona normale, a cosa stavi pensando?” mi chiese con un gran sorriso, mentre riprendeva fiato e controllo. Ricambiai il sorriso e mi sistemai tra le sue gambe, la schiena poggiata al suo petto in modo da sentire il suo cuore che martellava furioso.
“Pensavo a quando inizierà il tour” mormorai. Lui poggiò la sua guancia sulla mia e lo sentii sorridere.
“Scommetto che questa volta non vedi l’ora, vero?”
“Già. Perché so che sarò con te e non dovrò aspettare invano giornate intere un qualche tuo segnale di vita” ribattei leggermente acida, ricordandomi di come l’anno scorso avessi passato tutto l’autunno e l’inizio dell’inverno: con l’umore a terra aspettando una sua chiamata o un suo messaggio mentre lui se ne stava in America a far impazzire milioni di fan scatenate.
Lui sospirò e mi baciò la tempia.
“Non me lo perdonerai mai, vero?” borbottò. Sorrisi e chiusi gli occhi lasciandomi andare contro di lui.
“Stavo scherzando, lo so che non è stata colpa tua, in un certo senso”, alzai gli occhi per guardare nei suoi e sorrisi quando ci vidi un pizzico di rimorso e di preoccupazione. Allora mi voltai completamente verso di lui e gli presi il viso tra le mani.
“Liam, smettila di pensarci” lo ammonii, sfiorando le sue guance con le mani, “Stavo scherzando,io non ci penso neanche più. E poi se non fosse successo tutto ciò probabilmente non saremmo arrivati a questo punto. Io  non ho rimpianti, davvero” gli assicurai, sospirando quando vidi un sorriso affiorare sulle sue labbra piene.
“Grazie, piccola” mormorò, sbattendo le palpebre probabilmente per trattenere le lacrime. Per evitare il peggio, lo baciai, mettendo a tacere tutti i suoi pensieri negativi e trasmettendogli tutto l’amore che provavo per lui.
“Poi non vedo l’ora perché vedrò tutti posti bellissimi, viaggerò come non ho mai fatto prima, sono elettrizzata!” esclamai, battendo le mani e sorridendo. Lui ridacchiò, tornando finalmente in se e stringendomi come poco prima.
“Già, peccato che non avremo molto tempo per girare, sicuramente saremo costretti a passare intere giornate a fare le prove” mormorò sbruffando. Mi strinsi nelle spalle senza perdere minimamente l’entusiasmo.
“Beh, mentre voi farete le prove io e Jenny potremo andare a fare un giro e a visitare la città” spiegai, già immaginando io e mia sorella in giro per le città che avevo sempre desiderato vedere: Parigi, Berlino, Roma.
Non vedevo l’ora.
“Non credo proprio” borbottò invece Liam, distruggendo tutte le mie aspettative. Mi voltai verso di lui, sicura di non aver capito bene.
“Scusa?”
Lui mi guardò imbronciato.
“Non puoi andartene in giro tutta da sola, senza di me. Tu sei solo mia e di nessun’altro” si impuntò. Scoppiai a ridere e gli pizzicai la guancia.
“Ma che dici? Dovrei stare rinchiusa tutto il giorno il albergo?”
“No, ma non voglio che gli altri ti guardino e pensino a te in quel senso” borbottò, incrociando le braccia al petto. Ridacchiai e gli carezzai la guancia, trovandolo incredibilmente adorabile quando era così geloso.
“Non essere stupido, non posso mica andare in giro con un cartello con scritto: ragazza fidanzata, statene alla larga” esclamai. Qualcosa di sinistro gli illuminò gli occhi, mentre un sorriso gli affiorava sulle labbra imbronciate e il rossore cominciava a colorargli le guance. Piegai la testa di lato curiosa da quella strana e improvvisa reazione, mentre lui sembrava prendere fiato e coraggio con un lungo respiro.
“Beh, un cartello no. Ma un anello potrebbe bastare” la buttò li, gelandomi completamente sul posto.
Spalancai gli occhi, mentre lui mi fissava con un sorriso timido e le guance completamente rosse.
“Un c-cosa?” balbettai, il cuore che mi salì in gola e le orecchie che cominciarono a fischiarmi.
Lui respirò di nuovo profondamente, chiudendo per un attimo gli occhi, per poi riaprirli e fissarli inesorabilmente nei miei.
“Hai sentito” mormorò a mezza bocca, per poi sorridere, “Tu sei mia, solo e unicamente mia. Vuoi…vuoi sposarmi, Cher?” esplose, gli occhi lucidi e un sorriso incerto e preoccupato. Sentii gli occhi pizzicarmi e il cuore rimbombarmi nelle orecchie, mentre il mio stomaco era un groviglio di emozioni indescrivibile.
“Oh Dio” mi scappò. Mi coprii la bocca con le mani mentre Liam sorrideva e le lacrime cominciavano a scorrermi sulle guance.
“Non ci credo, lo hai…detto davvero?” chiesi conferma, la testa che cominciava a girarmi. Liam si lasciò scappare una mezza risata, ma dagli occhi si vedeva che era preoccupato dalla mia possibile risposta, anche se era praticamente scontato quale sarebbe stata.
Mi scoccò un’altra occhiata timida, completamente disarmante, e si infilò una mano nella tasca dei pantaloncini, tirando fuori un semplice anellino d’argento con un piccolo diamante al centro.
Mi scappò uno squittio e mi tappai di nuovo la bocca con le mani, mentre fissavo la mano grande di Liam che teneva un oggetto così piccolo ma di così grande importanza.
“Vuoi sposarmi, Cher?” chiese ancora. I miei occhi schizzarono ai suoi, emozionati ma anche un po’ spaventati, allora decisi di finirla di tenerlo sulle spine.
“Dio, si!” quasi urlai, buttandomi su di lui e stringendolo a me come se potessimo diventare una cosa sola. Lui, finalmente sollevato, scoppiò a ridere e affondò la testa tra i miei capelli, stringendomi più forte che poteva, le mani che gli tremavano leggermente mentre il mio cuore stava per scoppiare.
Con fatica lui si staccò, prendendomi per i fianchi e allontanandomi quel poco che bastava per guardarmi dritto negli occhi, ormai inondati così tanto di lacrime da impedirmi di vederlo lucidamente.
“Io ti amo, e questo lo sai, e entrando nella mia vita l’hai resa migliore. Hai fatto di me l’uomo che sono diventato. Ma adesso, accettando di diventare mia moglie…cavolo, come suona strano!” ridacchiò e mi asciugò le lacrime che scorrevano sulle mie guance.
“Beh, accettando di diventare mia moglie mi hai reso l’uomo più felice del mondo” confessò, con la voce gonfia e il suo tenero e timido sorriso.
Poi delicatamente mi prese la mano, la strinse, e infilò l’anellino sull’anulare, per poi alzare gli occhi su di me e guardarmi profondamente. Tirai su con il naso e gli sorrisi, strofinandomi gli occhi. Lui ricambiò il sorriso e mi attirò di nuovo a se, facendo incontrare le nostre labbra nel bacio che sigillava la nostra promessa, il nostro amore, che sarebbe stato per sempre.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
*
 
 
“Secondo te le ha chiesto di sposarla?”
“Si, Cam, lo ha appena fatto” rispose Mike, sorridendo e sbuffando appena davanti all’esclamazione del ragazzo. Cam squittì e saltellò, in una chiara reazione da ragazza.
Mike lo guardò con un sopracciglio alzato e Cam si portò entrambe le mani sulle guance, con aria sognante.
“Prima o poi tutti trovano il proprio principe azzurro, non vedo l’ora che tocchi anche a me” esclamò con voce acuta, tornando a fissare Cher e Liam che si abbracciavano, si baciavano, ridevano.
Principe.
Mike aveva sentito bene, Cam aveva detto proprio principe.
Era l’ultima conferma che gli serviva per fare quello che aveva desiderato fare da quando Cam aveva messo piede alla tavola calda per la prima volta.
Lo guardò e per mezzo secondo Cam si perse in quegli occhi senza capire bene cosa volessero dire, o forse Mike non gliene diede proprio il tempo, perché lo afferrò per il colletto della camicia e gli stampò un bel bacio sulla bocca.
“Credo sia appena arrivato il tuo momento” gli bisbigliò contro le labbra sorridenti.



 
 
 


 
 

THE END.
 
 
 
 
 
 



















Ehm…*prende fiato e si arma di fazzoletti*
Minchia, è davvero finita.
Sto tipo per piangere e cancellare tutto, lalala.
No, non lo farò sul serio, tranquille.
Bene, è strano, ma non mi ricordo affatto come si chiude una storia.
Non è vero Sara, lo sai ma non vuoi farlo.
HAHAHAHAHAHAHAH.
Sto sclerando.
Siete al corrente del fatto che potrei andare avanti a parlare con me stessa all’infinito pur di non smettere di scrivere e accettare che davvero è finita?
Si, è una specie di minaccia.
No, okay, cerco di fare le cose per bene per non lasciarvi un brutto ricordo di questa storia probabilmente rovinata da tutti gli angoli autrice scleranti che mi sono ritagliata a fine capitolo.
Andiamo con calma…tanto abbiamo tempo, no? çç
Allora, partiamo con il fatto che non avrei mai immaginato di arrivare a questo punto, alla fine reale di questa storia e di non riuscire proprio a spuntare quel fottuto quadratino.
Ho scritto e finite altre ff, che probabilmente sono finite nel dimenticatoio, anche se ognuna ha un piccolo angolo nel mio cuoricino. Ma questa sento che sarà molto difficile da dimenticare.
Forse per il fatto che è praticamente un anno che scrivo di loro e, anche se divisa in due, la storia è tutta una cosa unica e i personaggi che mi sono inventata di sana pianta, ormai sono diventati parte integrante delle mie giornate.
Forse per il fatto che non c’era giorno, ora o minuto che non mi chiedessi cosa fargli fare, come rendere loro la vita difficile, come farli litigare e poi farli riappacificare.
Gliene ho fatte passare tante, forse fin troppe, ma credo che ogni volta che si aggiungeva un problema alle loro già incasinate vite, era per il bisogno di allungare la storia il più possibile, per non arrivare mai a questo punto.
Considerate solo che la prima scaletta che avevo scritto per coming back with you arrivava appena ai 20 capitoli.
Comunque, uff, non so da che parte cominciare.
Cominciare? Hai già scritto un fottuto poema, cerca di farla breve!
Okay, senza fare troppo la melodrammatica, voglio ringraziare ogni singola persona che ha letto questa storia.
Le ragazze che mi seguono fin dall’inizio, dal primissimo capitolo in cui Liam e Cher giocavano con le biglie; le ragazze che hanno praticamente visto nascere questa storia e l’hanno seguita sempre, senza mai abbandonarla.
Le ragazze che si sono aggiunte dopo, quelle che l’hanno scoperta solo verso la fine, ma che comunque sono state presenti, dandomi il loro sostegno e facendo aumentare sempre di più la mia quasi inesistente autostima con le loro recensioni dolcissime piene di complimenti che ancora non realizzo di meritare.
Ma grazie anche alle lettrici silenziose, perché so che ci sono e, se non l’avete fatto fino ad adesso, fatevi sentire! Ho bisogno di sostegno in questo momento di merda çç
Un grazie speciale va alla ragazza, la primissima ragazza che ha recensito summer paradise with you che, anche se ormai non credo mi segua più, è stata fondamentale.
E poi vabbè, c’è lei che lo sa che è importantissima per me e amerò per sempre efp per avermi fatto conoscere una ragazza speciale come lei, anche se non crede di esserlo.
Grazie, di tutto.

Credevate avessi finito?
Hahah, no. Affatto.
Anche se è praticamente inutile perché loro non lo leggeranno mai, quasi mi sento in dovere di ringraziare anche i ragazzi.
Beh, è merito loro se mi sono avvicinata così alla scrittura, se sono riuscita a farmi coraggio e a far vedere cosa sapessi fare.
E’ grazie a loro se io oggi ho qualcuno a cui pensare quando sono triste, qualcuno che mi fa sorridere sempre e comunque, qualcuno che non mi fa mai sentire sola.
Quindi, beh, grazie.
Poooi…ho talmente tante cose da dire che sicuramente me ne sto dimenticando qualcuna.
Ah, si. Volevo dirvi che questo è anche una specie di addio.
Cioè, non è una cosa così tanto tragica perché io sono sempre qui con il cervello attivo e pronto a recepire qualsiasi idea mi venga in mente, ma al momento non c’è niente di sensato che svolazza per questa testolina, quindi credo che efp farà a meno di una mia fan fiction per un po’ di tempo.
Ho qualche os (qualcuna legata a questa storia) da postare, ma a parte quelle, niente di niente.
Quindi credo che vi saluto qui, sperando che questo epilogo sia stato all’altezza delle vostre aspettative e che non vi dimenticherete di questa storia.
Non vorrei andare, ma ho finito le cose da dire, fortunatamente per voi.
Per chi è arrivata alla fine senza mandarmi a fanculo prima…
GRAZIE, davvero, per tutto.
Siete le migliori lettrici che mi potessero capitare.
Vi voglio bene, con tutto l’amore del mondo.
Sara.
 
 
Ps. Cioè, vorrei farvi notare: i saluti sono quasi più lunghi del capitolo.
Sono da rinchiudere, lol.













  
Leggi le 22 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Rey_