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Autore: Aki_anyway    26/06/2013    6 recensioni
[Storia interrotta]
Chester, Cheshire, Nord Inghilterra.
Anno Domini 1257.
Harry è il figlio di Lord Des Styles, signore di Chester; Niall è un ladro di strada; Zayn è uno scultore; Louis e Liam due cavalieri: come si intrecceranno le vite dei cinque ragazzi durante l'attesissima Fiera di Chester?
Dal testo: "Il destino è come un fiume in piena che ti travolge con la sua portata. Il destino ti lascia senza scampo, senza uscita, senza una via di fuga. E’ qualcosa di tremendamente crudele e violento, ma allo stesso tempo può diventare fonte di vita e di amore. Tutto accade per un motivo, con uno scopo preciso, tutto ci riconduce svolta dopo svolta a un traguardo che è solo nostro. Questo può essere gioia così come dolore, non lo puoi sapere, non lo potrai dire fino a che non lo avrai raggiunto, ma solo una cosa è certa: tu non puoi decidere."
#Larry
Genere: Azione, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Chester, Cheshire, Nord Inghilterra.
Anno Domini 1257



_I will find you_


 

La luce del mattino entrò debole tra le spesse tende che coprivano la finestra.
Un raggio tiepido colpì il volto di Harry che, mugugnando, si voltò dalla parte opposta mentre qualche ciocca dei capelli ricci gli scivolava sul volto.
Un rumore sordo gli giunse dalla porta, probabilmente qualcuno stava bussando con insistenza, ma il ragazzo decise di ignorarlo. Pochi secondi dopo una figura femminile entrò con irruenza nella camera senza troppe cerimonie.
“Harold, alza quel culo sodo dal letto, tra poco hai lezione di canto!”
Il giovane boffonchiò qualcosa di incomprensibile e si alzò a fatica a sedere sul letto strofinandosi gli occhi. La donna dai capelli argentei si diresse a passo svelto verso la finestra e aprì di scatto i tendaggi lasciando penetrare con forza la radiazione solare.
Harry dovette coprirsi gli occhi con la mano per qualche secondo prima di iniziare a distinguere le forme sfocate della stanza che gli si paravano davanti. Un attimo dopo una tunica pregiata gli arrivo diritto in faccia.
“Ouch” sbuffò il giovane “Lou, lo sai che potrei farti tagliare la testa per questo?” disse poi sghignazzando.
“Se avessi voluto realmente farlo lo avresti già fatto da tempo” rispose lei di rimando con un sorriso.
Lou era stata la nutrice di Harry e della sorella tempo addietro, li aveva accuditi fin dalla più tenera età e ora loro la consideravano come parte della famiglia. Era una donna irriverente e sfrontata ma Harry la adorava anche per questo, in più era l’unica a cui era consentito tenere un comportamento del genere nei confronti del giovane, dato che questi era l’unico figlio maschio di Lord Des Styles, signore della cittadina di Chester, nel Cheshire.
Gli occhi grigi di Lou lo guardavano in attesa, ormai spazientiti.
“Ehi, esci subito! Non posso cambiarmi se mi fissi a quel modo!” disse lui con un finto sguardo corrucciato.
Lou sbuffò. “Ti ho visto nudo tante di quelle volte che neanche puoi immaginare”.
“Ma ero solo un bambino!”
“E ora cosa sei?” disse lei avvicinandosi con un sorriso di scherno.
Harry la spinse indietro giocosamente e lei si avviò verso l’uscita.
“Vai a mangiare qualcosa in cucina quando sei pronto, hanno fatto il pasticcio” e così dicendo si chiuse la porta alle spalle.

Harry si alzò piano rabbrividendo nella grande stanza fredda dalle pareti di pietra massicce ricoperte di ricchi arazzi. Una volta cambiato si guardò nello specchio che dominava la parete alla parte opposta della stanza.
 I nobili natali del ragazzo erano solo uno dei motivi per cui Harold Styles era tra i ragazzi più desiderati del contado, infatti egli era bellissimo, aveva grandi occhi verdi, morbidi ricci castani, un viso da angelo e quando sorrideva due magnifiche fossette gli incorniciavano il viso ancora fanciullesco.

Al riccio però non interessavano le ragazze e le dame di corte che lottavano per le sue attenzioni, anzi, le trovava terribilmente irritanti e soffocanti. Non gli interessava neanche l’amore, non gli interessava sposarsi per ereditare un giorno le ricchezze del padre. Tutto quello che a Harry importava era cantare e godersi i fino in fondo i suoi 17 anni. Ovviamente al padre tutto questo non era mai piaciuto, e il ragazzo riceveva spesso punizioni per la sua disobbedienza e per le sue scappatelle di nascosto per giocare coi ragazzi nelle strade della cittadella.
Nell’ultimo periodo però si era ritrovato a essere più responsabile.

Come ogni cinque anni si stava avvicinando il periodo in cui si svolgeva l’attesissima fiera di Chester, un evento che richiamava gente da tutta l’Inghilterra del Nord. L’evento più importante che si teneva allora era il famoso Torneo organizzato dal Signore della città a cui partecipavano i cavalieri di tutte le contee circostanti, il vincitore avrebbe ottenuto una lauta ricompensa monetaria, oltre che ai favori del Re d’Inghilterra in persona. Ma a Harry non interessava questo, lui voleva partecipare al torneo e vincerlo solo per riconquistare la fiducia del padre, erano cinque anni che si allenava duramente per farcela.

Sovrappensiero aprì la finestra per far entrare il caldo sole primaverile. Il sole gli illuminò il viso e Harry chiuse gli occhi dolcemente per godersi il tepore di uno dei rari giorni inglesi senza nuvole.
Davanti alla finestra si stendevano per chilometri le ampie distese verdi delle campagne inglesi e in lontananza poteva scorgere le fertili colline del Galles. Proprio sotto la sua finestra si stendeva l’ampia spianata in cui i laboriosi operai stavano finendo di montare l’arena provvisoria che avrebbe dovuto ospitare il torneo. Sotto di lui sentiva il vociare allegro proveniente dalle strade gremite di gente proveniente da tutta l’Inghilterra. Erano giorni che mercanti e cavalieri continuavano ad arrivare numerosissimi portando nuova vita della piccola cittadina. Poteva intravedere dei ragazzi in lontananza correre dietro a un pallone rudimentale ridendo e scherzando come fosse il divertimento più grande del mondo. Harry si sentiva vivo affacciato a quella finestra che dominava il mondo, poteva sentire tutta la vitalità e la gioia delle strade che gli fluivano nelle vene.
Preso dalle emozioni il giovane cominciò a cantare con trasporto una delle sue canzoni preferite insegnatagli dal maestro che lo seguiva. Narrava di una giovane dama che grazie all’amore che provava per l’amato riusciva a scappare alla tirannia del padre e inseguiva il suo sogno, Harry non sapeva perché ma se ne sentiva particolarmente legato.

Fu allora che accadde.
Alla sua voce se ne unì un’altra, molto più leggera e cristallina. Era una voce bellissima e aggraziata, ma forse troppo bassa per appartenere a una ragazza. Harry pensò che dovesse trattarsi di un giovane, così si fermò per un attimo di cantare per sporgersi dalla finestra e cercare con lo sguardo da dove provenisse la voce. Purtroppo le spesse mura del castello gli impedivano una buona vista ed Harry non riuscì a individuarne la fonte.
La voce non aveva interrotto la canzone, così decise di ricominciare a cantare all’unisono con questa e si rese presto conto che le due voci, unite nella grazia di un accordo, erano uno spettacolo unico. Quella del riccio era bassa e roca e copriva le note più basse, l’altra era alta e dolce e assieme creavano un’armonizzazione che fece rabbrividire Harry. Il suo cuore aumentò leggermente i battiti.
Qualcuno bussò alla porta dietro di lui riportandolo alla realtà. ”Arrivo!” gridò voltandosi e poi tornò alla finestra dove l’altro giovane aveva smesso di cantare. Harry sospirò dispiaciuto e si voltò per andarsene.
“Ti troverò ragazzo!” sentì gridare dalla voce.
Il cuore di Harry perse un battito e si trovò a sorridere come un ebete verso la finestra illuminata. Poi si voltò e uscì dalla stanza, senza riuscire a smettere di sorridere.
 





 

In quel momento un giovane irlandese biondo, vestito di una umile tunica si spostava noncurante tra le vie piene di banchetti accuratamente sistemati di Chester. Su questi vi erano disposti i più svariati prodotti di artigianato e alimentari, provenienti da tutta l’Inghilterra e non solo, pronti a essere venduti e trattati. La via principale era affollatissima, ragazzini correvano da tutte le parti, le madri comperavano cibo e prodotti utili per la casa, i commercianti sgobbavano indaffarati. Il ragazzo alzò lo sguardo in lontananza, verso la piazza della città. Le case a graticcio si stendevano per tutta la lunghezza della via, addossate l’una all’altra e davano un effetto pittoresco e piuttosto affascinante. Le botteghe dei negozi in quel punto si stendevano su due piani nei caratteristici Rows di Chester.

Niall però era in cerca di qualcosa di diverso dai prodotti esposti per la via. Senza dare troppo nell’occhio strava osservando attentamente ogni mossa dei commercianti presenti.
L’irlandese era sempre stato un ragazzo povero: nato e cresciuto per la strada aveva dovuto imparare l’arte dell’arrangiarsi . Pian piano aveva iniziato a rubare e poi aveva affinato la sua tecnica mettendo a punto vere e proprie truffe grazie alle quali sopravviveva.
Si fermò d’improvviso quando trovò quello che stava cercando.

Un giovane artigiano dai capelli corvini e la pelle olivastra stava accuratamente intagliando una statuetta lignea raffigurante un pastore.
L’irlandese si avvicinò mostrando curiosità.
“Wow, che bella, è opera interamente tua?” esordì  con un ampio sorriso e un tono fin troppo smielato.
L’altro alzò lo sguardo. Due occhi nocciola cangianti sul verde incontrarono quelli blu mare di Niall che ne rimase per un momento incantato.
Il ragazzo era sicuramente di origini orientali. Aveva una corta barba ispida che gli copriva parte del volto, i tratti aggraziati, un naso impeccabilmente rettilineo e due folte sopracciglia nere che gli incorniciavano gli occhi.
“Certo, mi guadagno da vivere così” disse lui senza un accenno di sorriso, tornando poi a concentrarsi sul suo lavoro.
Evidentemente non era un tipo particolarmente amichevole.
“Vieni da oriente?” azzardò Niall.
L’altro si interruppe di nuovo con aria scocciata. “Si, sono venuto in Inghilterra a guadagnarmi da vivere con le mie opere, per mostrare che le nostre terre non sono fatte di barbarie come voi pensate.”
L’irlandese alzò un sopracciglio. “Quindi hai viaggiato da solo?”
“Si” rispose l’altro.
Era quello che Niall voleva sentire, un commerciante solo era una facile preda.
“E tu invece? Nemmeno tu sei di qui a quanto sento.” il ragazzo biondo si sorprese che al moro interessasse la sua provenienza.
“Esatto” gli sorrise gentilmente “sono irlandese e sto facendo un pellegrinaggio verso Santiago de Compostela. Ho sentito molto parlare della fiera di Chester durante il percorso, così ho deciso di fermarmi per dare un’occhiata”
“Wow” commentò l’altro con tono piatto “Un uomo di Dio quindi?” terminò con una punta ironica nella voce.
Niall non aveva pensato al fatto che il moro probabilmente professava una qualche religione pagana, ma non gli importava molto di aver ferito in un qualche modo la sua fede. Decise quindi di sorvolare sull’argomento.
“Posso vedere cosa vendi?” chiese quindi.
L’altro gli rispose con un cenno della testa indicando il banco pieno di statuine li vicino. “E’ tutto esposto lì”
“Davvero? Sai, sei piuttosto bravo, hai per caso dei pezzi particolari che ti sono particolarmente cari? Sono molto curioso.” L’irlandese sorrise dolcemente “Se non sono troppo indiscreto però.” Completò.
Il moro alzò lo sguardo guardandolo torvo attraverso le lunghe ciglia nere come la pece. Niall pensò che non gli avrebbe risposto.
“In realtà..” fece invece e l’irlandese esultò interiormente. Come al solito il suo intuito aveva visto giusto. “Un attimo” disse voltandosi per avviarsi verso una grossa cassa che si trovava alle sue spalle.

Era il momento di agire.
Niall mosse lo sguardo per la bancarella e individuò in breve la piccola sacchetta in cui erano contenuti i guadagni del giovane: era ben nascosta in un angolo sotto al bancone. Col tempo era diventato un esperto e conosceva a memoria tutti i luoghi in cui i commercianti erano soliti a tenerli.
Allungò la mano furtivamente e si sporse per raccoglierla, il tutto in una frazione di secondo.
“Per favore metti giù i soldi che ho guadagnato con fatica”
Niall si raggelò. Come diavolo aveva fatto a scoprirlo? Era stato fulmineo come al solito, nessuno lo aveva mai beccato. Alzò lo sguardo e vide che il moro gli stava ancora dando le spalle. Non si è nemmeno voltato.

Il moro tornò tranquillamente a sedersi al banco con una piccola statuina tra le mani come nulla fosse accaduto. L’irlandese si accorse di essere ancora nella stessa posizione in cui era stato beccato e si tirò su svelto.
“Ma come?...” non riuscì a terminare la frase.
“O andiamo ragazzo, con tutta la strada che ho fatto pensi davvero che non abbia mai incontrato dei ladruncoli e che non sappia riconoscerli a prima vista?” puntò gli occhi scuri in quelli dell’altro, il quale rabbrividì per un attimo. “Non hai affatto l’aspetto di un pellegrino, sei troppo ben nutrito e curato per esserlo, oltretutto era ovvio che non ti interessasse di quello che faccio.”
Niall rimase sconcertato, la pacatezza del moro oltretutto gli metteva timore, mai nessuno aveva reagito così le poche volte in cui era stato colto sul fatto.
“Questa figura rappresenta mia madre, gliela regalai quando era ancora viva”
“Eh?” Il biondo lo guardò stranito. Di che stava parlando?
“Mi hai chiesto se avevo un pezzo non in vendita a cui ero legato e ti sto rispondendo” disse tranquillamente. “Da quando è morta la porto sempre con me, è l’unico ricordo che mi rimane della mia famiglia” sospirò alla fine.
Niall in quel momento notò la profonda sofferenza di quel giovane che girava il mondo da solo, senza una casa in cui tornare, e si sentì in sintonia con lui per un momento.
“Come ti chiami?” L’irlandese chiese senza pensare. Un attimo dopo si chiese che diavolo stesse facendo, da quando attaccava discorso con qualcuno che l’aveva colto sul fatto?
“Zayn, e tu?”
“Niall” rispose solo l’irlandese. “Mi denuncerai alle guardie?”
“Non credo, mi sei simpatico” e per la prima volta Zayn sorrise al giovane biondo e questi sentì una strana sensazione nello stomaco, qualcosa che non pensava di aver mai provato prima.


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Visto che ho ricevuto critiche specifico:
La storia NON vuole essere un trattato storico, è ambientata nel medioevo e segue in generale le caratteristiche del periodo storico, mi sono presa però qualche piccola 'licenza' storica per far funzionare al meglio la storia, spero non ne abbiate a male e che possa piacervi e appassionarvi comunque.

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Ciao belle!
questa è la mia prima long, è un po’ un esperimento dato che non ne ho mai scritta una.
E’ ambientata nel medioevo a Chester, una cittadina non lontano da Holmes Chapel che ho visitato quando a Marzo sono andata a Liverpool per il concerto dei 1D.

Vi starete probabilmente chiedendo cosa sono i Rows che cito: sono delle botteghe su due piani a cui si può accedere tramite un ballatoio al piano superiore, sono veramente caratteristici e particolari, se passate per il Nord England vi consiglio davvero di passare da Chester!
Detto questo spero che la storia possa piacervi. Dal prossimo capitolo ci sarà anche il nostro Liam, non lo lascio fuori. (:

-Erika 

  
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