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Autore: lilyhachi    27/06/2013    8 recensioni
(STORIA IN REVISIONE)
(Alternative Universe; Captain Swan)
La maledizione non è mai stata lanciata, tutti i personaggi vivono le loro vite nel Mondo Delle Favole ed Emma è cresciuta come principessa insieme ai suoi genitori. Se Emma avesse conosciuto un certo pirata, noto come Killian Jones, nella Foresta Incantata, come sarebbero andate esattamente le cose? Spero vi piaccia e, se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate al riguardo.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Prima di iniziare, un altro banner che personalmente adoro e spero piaccia anche a voi :)

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12. Just remember me
 
“People say goodbye,
in their own special way”.
(In my veins – Andrew Belle)
 
Due mesi. Erano passati due dannatissimi mesi.
Due mesi che non aveva sue notizie, che non l'aveva più vista.
Si era imbarcato sulla sua nave senza nemmeno dare ai suoi uomini una rotta, uno scopo, una ragione per continuare il loro viaggio che ormai era giunto al termine.
Hook era diventato il fantasma di sé stesso. Da quando aveva avuto il tanto agognato faccia a faccia con Tremotino, per poi leggere il dolore sul volto di Emma, era tornato ad essere il capitano cupo nato dopo la morte di Milah. Emma aveva portato un po' di allegria nella sua triste vita.
Allegria che ormai era completamente scemata.
Nonostante non avesse ottenuto la sua vendetta, non aveva nulla da bramare visto che non poteva uccidere Tremotino, si era quasi arreso a dirla tutta.
Perchè continuare ad insistere dopo aver fallito troppe volte? Quel mostro era immortale e lui? Lui era solo un uomo.
Jim non aveva preso bene la sua decisione e non perdeva occasione per rinfacciarglielo. In tutta risposta, ogni volta che lo irritava, Hook lo gettava direttamente in mare, convinto che un bel po' di acqua fresca gli avrebbe messo a freno la lingua, invece non faceva che aumentare la parlantina.
Quella mattina, il vento non era molto dalla loro parte ed Hook era così abbattuto e silenzioso, che non si era nemmeno disturbato a dare loro direttive, si era limitato a fare avanti e indietro sul ponte principale, per poi appoggiarsi con la schiena all'albero maestro.
Di quel passo, avrebbe rischiato l'ammutinamento ma sapeva che i suoi uomini gli erano troppo legati per fargli una cosa del genere.
Mentre era assorto nei suoi pensieri, Jim gli si parò davanti, zuppo di acqua.
Hook sorrise, rammentando che lo aveva fatto gettare in mare per la terza volta quella giornata, e l'espressione del ragazzo non sembrava felice al riguardo.
Jim gli si avvicinò, afferrandolo per il colletto della camicia.
Hook non reagì, in quanto sapeva che avrebbe potuto spezzargli il collo con un semplice movimento ma era curioso di vedere fin dove sarebbe arrivato quel ragazzino.
“Per quanto vuoi continuare, eh?”, gli chiese digrignando i denti.
“E' così che ci si rivolge al proprio capitano?”, domandò Hook con tono sarcastico.
“Sì, quando il proprio capitano è un vero imbecille!”, rispose il ragazzo con sdegno.
“Jim...”, cominciò Spugna, come se avesse intenzione di fermarlo.
“State indietro! Basta stare rannicchiati in un angolino a far finta che non sia successo nulla! Non lo accetto!”, ringhiò il ragazzo, rivolgendo a lui e alla ciurma uno sguardo truce.
Hook cercò di osservarlo per qualche momento. I ricci biondi completamente bagnati gli ricadevano sulla fronte, e il corpo era completamente zuppo di acqua di mare.
Gli occhi azzurri lo osservavano con aria di sfida. La bocca era storta in una smorfia di rabbia. Il viso era coperto da una leggera peluria, che il ragazzo si era fatto crescere dopo la “separazione” da Emma e da Mulan. Era cambiato davvero tanto, e non solo fisicamente.
Non era così impavido prima dell'arrivo di lei, era un bambino terrorizzato ma adesso dinanzi a lui c'era un vero e proprio uomo, deciso a far rinsavire il suo capitano.
“Tu sei un codardo!”, esclamò ad un tratto, beccandosi l'ennesimo sguardo di rabbia di Hook. “Sei caduto due volte in tentazione. Prima quando siamo venuti a liberarti e poi con Emma!”.
“Tu non sai niente, ragazzino!”, rispose lui in un sibilo.
“Invece, so tutto!”, esclamò il ragazzo di rimando. “Mi basta sapere che sei un codardo. Tu volevi che lei ti mandasse via, perchè non sei abbastanza coraggioso da restare!”.
A quelle parole, Hook non ne potè più e scaraventò via il ragazzo con tutta la forza che aveva in corpo, per poi essergli addosso con una furia negli occhi che poco lo caratterizzava.
“Credi di potermi dare lezioni? Tu? Un povero orfanello?”, disse con tono maligno e tenendolo fermo per la gola.
Jim rispose tirandogli un pugno dritto in faccia, sotto gli occhi sgomenti del resto della ciurma. Hook rispose alla stessa maniera e in ben poco tempo, i due si ritrovarono ad azzuffarsi, per essere subito separati da Spugna e da William, continuando a guardarsi in cagnesco.
“Non ne vale la pena!”, esclamò Jim, liberandosi. “Sarei fiero di farmi prendere a pugni da un vero capitano, non da un rammollito che non combatte per ciò che desidera!”.
Hook alzò lo sguardo, massaggiandosi la guancia ferita, come se avesse il sentore che il ragazzo stesse per aggiungere qualcosa che lo avrebbe quasi sicuramente spiazzato.
“Un uomo che non lotta per quello che vuole, merita ciò che ottiene!”, continuò Jim.
Non aveva fatto altro che ripetere quella frase a Jim da quando lo aveva accolto sulla sua nave ed era ancora un diciassettenne spaesato e desideroso di imparare.
Il ragazzo aveva preso quella frase come un vero e proprio insegnamento di cui fare tesoro e adesso glielo stava rivoltando contro con tutta la cattiveria e lo sdegno possibili.
Perchè quella frase gliela rinfacciava chiunque?
Il capitano si precipitò nella sua cabina, sbattendo la porta e cercando di mandare giù le parole di quell'odioso ragazzino che gli stavano facendo ribollire il sangue per quanto erano vere.
Cominciò a camminare per tutta la stanza senza darsi pace, fin quando la porta non si aprì, mostrando Jim, che aveva un'espressione meno spavalda.
Hook lo osservò un attimo, assicurandosi che non fosse intenzionato ad aggredirlo di nuovo, ma ebbe modo di cogliere una nota di dispiacere negli occhi del ragazzo, che gli si avvicinò cauto, come se stesse per scusarsi per ciò che era accaduto.
“Killian...”, cominciò il ragazzo con tono pacato. Non l'aveva mai chiamato per nome.
Prima che potesse continuare, Jim, con il volto percorso da un'espressione meravigliata, come se gli fosse appena venuta un'idea, si precipitò alla scrivania del capitano, dandogli le spalle.
Il ragazzo si voltò verso di lui, porgendogli una pergamena e una penna d'oca.
Il suo sorriso lo inquietava leggermente. Cosa diamine aveva in mente?
“Il tuo cuore appartiene ad Emma, quanti altri mesi vuoi che passino prima di rivederla?”.
Hook alzò gli occhi al cielo, intuendo le intenzioni del ragazzo.
“Oh, grandioso...”.
 
“Davvero incantevole”.
Il principe baciò dolcemente la mano ad Emma, rivolgendole uno sguardo di ammirazione, mentre la ragazza si riavvicinava ai suoi genitori. 
Quella era l'ennesima serata a corte che Emma doveva sorbire. L'occasione era il matrimonio della principessa Alexandra, convolata finalmente a nozze per la felicità dei suoi genitori.
Emma era stata ovviamente costretta a presenziare ma non le dispiaceva affatto visto che con quella ragazza ci era praticamente cresciuta e vederla mentre si sposava con un principe che sembrava amare davvero non poteva che renderla felice.
Alexandra era corsa ad abbracciarla, allontanando il principe che stava cercando di circuirla, e in un attimo Emma si trovò sommersa dai capelli biondi della ragazza elegantemente raccolti. Somigliava moltissimo a sua madre, ma caratterialmente era tutto suo padre, a detta di Snow.
“Emma! Sei bellissima, mia cara!”, esclamò con fare gioioso e prendendola con la mano per osservarla meglio mentre era avvolta in un bellissimo vestito.
Da quando era tornata a palazzo, i vestiti venivano scelti esclusivamente da lei ed ogni volta che li sfoggiava non faceva che ricevere complimenti per il modo in cui si vestiva.
Per quell'occasione aveva scelto un vestito verde setoso che esaltava la sua figura longilinea e creava un bel contrasto con il colore dei suoi capelli, che erano tornati alla lunghezza originale.
“Mi hai salvata, grazie!”, sussurrò la ragazza, facendole un sorriso che Alexadra ricambiò con fare complice. Non era la prima volta che le correva in aiuto quando un principe borioso le si avvicinava, e la ragazza sapeva quanto Emma fosse poco incline a familiarizzare con i principi, sentimentalmente parlando.
Da quando Hook era andato via, o meglio, da quando lei lo aveva mandato via, aveva certamente avuto a che fare con altri “uomini” ma sempre in modo molto relativo, comportandosi come quelle principesse con la puzza sotto il naso, ovvero facendoli cadere ai suoi piedi e senza disturbarsi minimamente a conoscere davvero uno di loro, che poteva essere un ragazzo da bene.
Sua madre non aveva perso tempo a farle notare il suo atteggiamento, ma sapeva perchè sua figlia si comportava in quel modo dato che Emma le aveva raccontato ogni cosa, scoppiando a piangere tra le sue braccia per una notte intera. Da allora il suo cuore aveva chiuso le porte a chiunque fosse intenzionato ad aprirlo e Snow lo sapeva, ma cercava comunque di farla rinsavire.
Il peggio era accaduto quando Snow l'aveva vista in azione con uno dei tanti principi che Emma aveva aggiunto alla sua lista di “povere anime da torturare”, visto l'atteggiamento che gli riservava, e dopo le aveva fatto notare quanto fosse stata perfida e spocchiosa.
Emma non poteva farci niente: non riusciva a vedere nessuno di quei principi come un possibile candidato e non perchè non fossero degni, non era certo così arrogante, ma non sapeva nemmeno lei per quale motivo si comportava in quel modo.
“Tu vuoi continuare ad essergli fedele”. 
Quelle erano state le parole di sua madre che le risuonavano in testa ogni volta.
Stava davvero tentando di rimanergli fedele? Era forse per quel motivo che ogni volta che qualcuno tentava anche solo di darle un bacio lei si scansava? Probabilmente sì, visto che da quando Killian era andato via, le sue labbra non avevano baciato nessun altro né avevano intenzione di farlo.
Per quanto cercasse di mentire a sé stessa, Killian era ancora nel suo cuore e lei poteva sentirlo pulsare come se non fosse mai andato via.
A volte, osservava la porta della sua stanza, sperando che lui la varcasse.
Al termine della cerimonia e del ricevimento, Emma tornò finalmente castello in compagnia dei suoi genitori.
Quella serata l'aveva letteralmente sfinita e l'unica cosa che desiderava era mettersi a letto e sprofondare nel sonno più profondo.
Sognava Killian quasi tutte le notti, e non aveva il coraggio di ammettere che era quello il motivo principale per cui voleva andare spesso a dormire: per rivederlo nei suoi sogni.
Scesa dalla carrozza, venne presa per la vita da sua madre Snow, avvolta in un bellissimo vestito lilla, che le rivolse un sorriso dolce.
“Sei stanca?”, chiese gentilmente.
Emma annuì. “Credo che andrò a letto. Papà sta bene?”, domandò osservando Charming che si era portato una mano alla schiena.
Snow rise di gusto. “Tuo padre ci teneva a mostrare le sue doti di ballerino questa sera”.
“Non ho più l'età per certe cose”, intervenne il re, contraendo il viso in una smorfia.
La regina gli si avvicinò, prendendolo per il braccio e posandogli un leggero bacio sul naso.
“Per me sei sempre il principe odioso che mi ha intrappolata in una rete”, esclamò Snow, facendo intenerire sua figlia a quella scena fin troppo amorevole.
Quei due incarnavano il vero amore che sarebbe durato in eterno: erano senza tempo.
Dopo aver dato loro la buonanotte, Emma si recò nella sue stanze e si tolse finalmente le scarpe. Prima di mettersi la camicia da notte, si affacciò alla finestra, osservando il paesaggio notturno e il molo senza una nave che vi era attraccata. Ogni volta che si sporgeva dalla sua finestra non poteva fare a meno di ricordare quella famosa mattina in cui vide la Jolly Roger per la prima volta.
“Il loro capitano non è un uomo ma una bestia”.
Quanto aveva avuto ragione Christine?
Si voltò verso il letto quando qualcosa alla sue spalle attirò l'attenzione di Emma: una colomba (1).
Quest'ultima si posò sul polso di Emma, permettendole di notare un piccolo rotolo di carta fisso alla sua zampa. La ragazza lo prese e lo srotolò per poterlo leggere.
Sembrava una lettera e non appena intuì di chi poteva essere, il suo respiro si fermò per un momento.
 
“Cara Emma,
non so nemmeno io perchè sto scrivendo una lettera.
Forse sono più adatto alle entrate improvvise ma questa volta ho deciso di fare diversamente.
Sono mesi che non ho più avuto tue notizie ed è comprensibile visto ciò che è successo, ma devo ammettere che non c'è stato giorno in cui io non abbia pensato a te.
Conoscendomi, sai fin troppo bene quanto sia difficile per me fare una cosa del genere.
Dopo tutto quello che ho fatto, so che forse non mi vorrai più vedere ma, ti prego, se tu senti le stesse cose che sento io da quando ci siamo separati, vieni a Daguerreo.
Se non verrai, mi farò definitivamente da parte”. (2)
 
Emma si portò una mano al petto, cercando di trattenere i singhiozzi senza risultato. Aveva sognato ogni notte una situazione del genere e una parte di lei credeva che fosse ancora un sogno. Quanto si stava mostrando debole in quel momento? Sicuramente moltissimo, ma per un attimo sembrò non importarle, perchè se lui le aveva chiesto di vederlo doveva esserci un motivo preciso.
Forse perchè vedeva un futuro, e gli ci era voluto tempo per capirlo. Perdonarlo per essersi recato da Tremotino alle sue spalle non era ancora stata in grado di farlo, ma quello era sicuramente un passo avanti da parte di lui e forse se ne sarebbero occupati insieme.
Rise mentre rileggeva quella assurda lettera, assaporando ogni singola parola.
Non era per niente nello stile di Killian e quel dettaglio la fece sorridere maggiormente.
Sapeva per certo che non era arrivato a quella decisione da solo, c'era lo zampino di qualcun altro e non poteva fare a meno di sorridere nell'immaginare un Killian imbranato mentre si apprestava a scrivere una lettera destinata ad una ragazza.
Forse era stato Jim ad aiutarlo e, conoscendolo, era l'unica persona che potesse fare una cosa del genere. Immaginò lui che lo sgridava mentre si lamentava del tono stucchevole della lettera.
Senza frapporre indugi, la principessa indossò subito il mantello e le scarpe, per poi recarsi furtivamente nelle stalle, scappando una seconda volta dal castello.
La differenza era che quella volta sarebbe ritornata a casa, magari insieme a Killian.
 
Un idiota. Un vero idiota.
Ecco cosa era Killian Jones: un idiota.
Camminava nervosamente davanti all'entrata della città e si sentiva ridicolo. Si era fatto convincere da quello stupido ragazzo così romantico da fargli venire il diabete.
Si era fatto convincere da Jim a scrivere una lettera ad Emma.
Una lettera? Cos'era lui? Un ragazzino con una cotta?
Si portò nervosamente la mano alla nuca e poi alla fronte, con un'espressione afflitta.
La ciurma era rimasta sulla nave ad attenderlo e gli sembrava strano non sentire quell'imbecille di Jim che faceva il tifo per lui. Come diamine gli era venuto in mente?
Lei forse non sarebbe nemmeno venuta e forse aveva riso di lui, leggendo quella lettera ridicola, che le aveva fatto recapitare da una colomba.
Una colomba? Sul serio? Quanto era caduto in basso?
“Killian!”.
Hook si voltò immediatamente, incontrando gli occhi di Emma.
Si guardarono per un attimo senza dire nulla, riprendendo confidenza con i loro volti che non vedevano da troppo tempo. Sembrava un'eternità.
“Swan, mi dispiace!”, disse lui in un sussurro, e riprendendo ad osservarla.
Prese a camminare velocemente verso di lei. Rivedersi forse bastava ad annullare ciò che era successo, a far capire ad entrambi quanto fosse indispensabile la reciproca presenza.
Peccato che l'idillio venne immediatamente rotto da qualcuno ancora prima di crearsi.
“Ed eccoci qui”. Regina. “Nel luogo in cui i nostri eroi hanno iniziato a sentire qualcosa l'uno per l'altro. Non è romantico? Incontrarsi dove tutto ha avuto inizio, no?”.
Hook si mise subito dinanzi ad Emma, come per proteggerla. Qualunque cosa Regina avesse in mente di fare, lui non le avrebbe permesso di portarla via di nuovo.
“Non ti azzardare a...”, cominciò lui, ma venne subito zittito dalla donna, che girava loro intorno come se fosse un predatore pronto ad agguantarli.
“A fare cosa?”, esclamò con tono ironico. “A torcere un capello alla tua bella principessa? Puoi tornare da lei quanto vuoi, caro il mio capitano, ma sai bene che c'è soltanto una cosa a cui resterai fedele: la vendetta. Vivere lontano da essa per te è impossibile. Continuerai a ferire la piccola Emma, nonostante tutti i tuoi sforzi. Pensavo avessi compreso qual è il tuo posto”.
“Sta zitta!”, ringhiò Hook, cercando di non farsi confondere dalle sue parole, che per lui erano come i suoi demoni interiori, che lo tormentavano puntualmente ogni singola notte.
Regina rise. “Basta con i preamboli!”, concluse, giocherellando con qualcosa fra le mani. “Ho una missione da compiere!”.
Prima che Emma ed Hook ebbe anche modo di realizzare cosa quella donna avesse intenzione di fare, Regina prese quella che sembrava essere una boccetta, che probabilmente conteneva qualche incantesimo.
“Non ti permetterò di farle del male!”, esclamò il capitano mentre Emma gli stringeva il braccio.
“Mi credi così stupida da ricadere negli stessi errori?”, domandò lei sarcastica.
Con la magia scaraventò Emma lontana da loro.
Forse non poteva strapparle il cuore ma la magia su di lei aveva sempre effetto, nonostante tutto.
Svuotò velocemente il contenuto della boccetta e lo lanciò in aria, mentre Hook aveva sguainato la spada, pronto ad un eventuale combattimento, che non ci sarebbe stato.
Una nube di fumo nero e viola si materializzò sulle loro teste. Sembrava una di quelle nubi che accompagnavano i temporali ma quella aveva qualcosa di diverso e decisamente sinistro.
Regina rideva. La sua risata era maligna e divertita in una maniera che gli faceva paura.
La donna allargò le braccia, sollevandole verso l'alto per poi puntarle verso di lui, senza mai togliersi quel sorriso soddisfatto dal viso.
La nube lo colpì in pieno.
“Killian!”. Emma urlò, raggiungendolo.
Hook cominciò a sentire delle fitte a livello del petto, che si intensificavano poco a poco.
Cosa gli aveva fatto quella strega?
Sentì le gambe cedergli e si inginocchiò, annaspando.
Sentiva le forze che lo abbandonavano poco a poco. Era una sensazione strana.
Stava forse morendo? Eppure non sentiva dolore, si sentiva solo “svuotato”.
Emma lo guardava terrorizzata e cercò di sollevarlo ma le sue mani gli attraversarono le spalle.
La ragazza si fissò i palmi delle mani, spaventata.
Hook abbassò lo sguardo: stava scomparendo, come se fosse un fantasma.
Guardò Emma e vide i suoi occhi grondanti di lacrime.
“Killian!” esclamò, con la voce rotta dal pianto.
Hook si alzò e cominciò a camminare, sperando che fosse tutta un'allucinazione.
La bionda gli corse incontro, come se volesse abbracciarlo ma cadde a terra, attraversando il suo corpo. Hook vide la sua esile figura, accasciata a terra.
“Cosa gli hai fatto?”, domandò disperata, rivolgendosi a Regina, la quale era rimasta tutto il tempo impassibile, come se non immaginasse nemmeno che quello sarebbe stato l'effetto desiderato.
Il capitano si voltò verso Emma, che si era alzata e continuava a piangere.
Lei gli diede le spalle, come se non volesse accettare tutto ciò che stava accadendo.
Ad Hook sembrò di sentire il suo cuore rompersi in mille pezzi.
Era bella, anche quando piangeva. Desiderava con tutto il suo cuore allungare la mano sana soltanto per accarezzare la sua pelle chiara e morbida, e farla tremare sotto il suo tocco.
Voleva baciarla per farla rabbrividire.
Voleva stringerla e cullarla, cercando di appianare tutto il suo dolore, ma non poteva farlo.
Le si avvicinò e le cinse le spalle da dietro, pur sapendo che lei non avrebbe sentito il suo tocco.
Lei rimase immobile, lacerata dai singhiozzi, perché non sapeva come salvarlo. 
Avrebbe provato con un bacio ma vista la situazione, non avrebbe funzionato.
Entrambi sentivano che quello era un addio.
Emma si voltò: ormai tutta la figura del suo pirata stava scomparendo e lei non poteva farci nulla.
“Killian...” sussurrò piano. Gli occhi erano gonfi e rossi. La voce era roca.
“Emma”, cominciò lui abbassando lo sguardo, “prima che io...”.
“No, non dirlo!”, ringhiò lei, scuotendo il capo con decisione.
“Fammi finire!”, esclamò lui di rimando. “Dopo tutto quello che ho fatto...perchè sei venuta?”.
Emma cercò di rimettere insieme i suoi pensieri almeno per un momento, voleva dirgli ciò che sentiva prima che potesse succedere qualcosa di irreparabile che le avrebbe spezzato il cuore.
“Perchè non mi sono arresa”, rispose contenendo i singhiozzi. “Quando trovi qualcuno per cui vale la pena lottare, non ti arrendi mai”.
Hook le rivolse un leggero sorriso.
Quanto poteva essere straordinaria quella ragazza?
Lui non aveva fatto altro che lasciarsela scappare e adesso la stava perdendo ancora.
Emma continuava a piangere senza sosta.
“Non piangere, biondina”, cercò di confortarla lui.
“Cosa devo fare?”, chiese lei in tono di supplica.
L'uomo scrollò le spalle, cercando, per quanto possibile, di non farsi prendere dalla disperazione: l'avrebbe solo fatta stare peggio di quanto non stesse già.
Solo ricordarti di me”, rispose Hook di gettò.
Alzò la mano destra a mezz'aria, dinanzi al viso di lei, che fece altrettanto.
Le loro mani non potevano toccarsi, ma vollero entrambi concedersi quella dolce illusione.
La guardò un'ultima volta. C'erano così tante cose che avrebbe voluto dirle ma in quel momento sembrava che i suoi pensieri stessero svanendo insieme a lui.
Io ti amo”, esclamò Emma fra le lacrime.
Prima che Hook potesse anche solo pensare di risponderle, scomparve completamente, lasciando Emma nello sconforto e nella disperazione più totale.
 
“Tu”.
La voce di Emma era rabbiosa, faceva quasi paura. “Tu hai fatto questo”.
Regina la guardava, quasi spaventata da ciò che Emma avrebbe potuto fare.
Si sentiva spaventata da una principessina? Ridicolo.
La bionda le fu addosso, immobilizzandole i polsi e guardandola con rabbia.
“Tu hai fatto questo!”, ringhiò con gli occhi che sembravano sprizzare fiamme.
La stretta di Emma era così forte che Regina non riusciva a liberarsi da essa.
Da dove stava prendendo tutta quella forza?
La ragazza, accecata dalla rabbia, le portò una mano al collo e cominciò a stringerlo, come se il suo unico desiderio fosse quello di fermare il suo respiro.
Regina sentiva le forza abbandonarla piano e non riusciva nemmeno ad usare la magia per difendersi, perchè Emma stava probabilmente sprigionando la sua.
“Emma!”.
La voce dei due idioti fece allentare la prese di Emma, così Regina potè tirare un sospiro di sollievo.
“Emma, fermati!”.
Charming tirò via Emma con forza, allontanandola da Regina.
La Fata Turchina, Blue, scagliò quello che doveva essere un incantesimo sulla regina, privandola dei suoi poteri, come se fosse avvolta da una barriera magica.
La bionda sembrava uscita da uno stato di trance. “Come? Voi...lei...”.
“Emma, calmati!”, esclamò Snow, prendendole il viso fra le mani. “Blue ti ha vista fuggire e ci ha avvertiti. Stai bene? Perchè sei qui?”.
Emma la fissò, come se stesse realizzando cosa era appena accaduto. “Killian...lei...”.
Il re rimase sconvolto alla visione di sua figlia ridotta in quello stato di confusione.
“Lo ha ucciso!”, esclamò in un sussurro. Killian era morto.
Red afferrò Regina, cercando, per quanto possibile di non farla scappare.
“Potrebbe anche non esserlo, chi lo sa!”, rispose lei sbuffando.
La bionda si voltò verso di lei. “Come faccio a salvarlo?”.
Regina rise. “Non puoi. Non funziona come con i tuoi genitori”.
“Riportalo indietro!”, ringhiò Emma, addolorata.
“Non posso, ammesso sempre che sia vivo!”, rispose Regina con naturalezza.
Emma cercò di nuovo di avventarsi su di lei, per essere poi fermata nuovamente da Charming.
La ragazza allentò la presa del padre, guardandolo con espressione decisa, come per fargli capire che non aveva alcune intenzione di sporcarsi le mani con lei.
Charming, nonostante fosse leggermente titubante al riguardo, decise di lasciarla fare, lasciandole andare il braccio con lentezza e seguendo ogni suo minimo movimento.
Emma si avvicinò a Regina e fece segno a Red di lasciarla andare, così la ragazza obbedì per poi avvicinarsi a Snow, che osservava la scena, preoccupata e pronta ad intervenire.
“Vedo che provi gusto a farti bandire”, cominciò la bionda, guardandola con odio.
Regina rise. “Potete bandirmi cento volte, ma se voglio farvi del male, lo farò”.
Emma le rivolse un sorriso amaro e maligno, incrociando le braccia al petto.
“Già”, rispose in un sibilo. “Spero che siate contenta, vostra altezza. Voi provate un gusto malsano nello strappare via la felicità delle persone. Ditemi, vi sentite meglio ora? Vi sentite meglio adesso che mi avete portato via colui che amo, proprio come ha fatto vostra madre con Daniel?”.
Regina sbiancò, portando lo sguardo su Snow.
“Esatto, conosco la storia”, continuò Emma con gli occhi pieni di lacrime. “Il vostro amato sarebbe certamente felice di vedere quanto siate caduta in basso e quanta gioia riusciate a provare nel far soffrire persone che non vi hanno mai fatto nulla. Perchè è meglio prendersela con qualcuno che non aveva niente a che fare con tutto ciò, vero? Qualcuno come Killian, no?”.
La regina la fissava con occhi spalancati e non riusciva nemmeno a ribattere, visto il modo in cui quella ragazza si stava rivolgendo a lei. Nessuno l'aveva mai fatto prima, nemmeno suo padre.
“Questo è l'ultimo avvertimento”, continuò la bionda ad un palmo dal suo viso. “Posso fronteggiarti con la magia, nonostante debba imparare qualcosa e ti giuro, che se ti avvicinerai ancora a noi, io ti ucciderò con le mie stesse mani”.
Pronunciò quella frase con così tanta rabbia, che per un attimo i suoi genitori non sembrarono riconoscerla, ma Snow ricordò la stessa scena avvenuta molti anni fa e Regina ricadeva sempre e soltanto negli stessi errori.
Emma si allontanò, tornando tra le braccia di suo padre, che la strinsero forte, per essere poi affiancante dalle braccia esili di Snow, mentre Regina veniva portata via e bandita...per la seconda volta nella sua vita e dalla stessa famiglia, che quella volta aveva un membro in più.
 
Bianco.
Era tutto dannatamente e fastidiosamente bianco e calmo.
Stava ascendendo al paradiso? Forse no, eppure credeva di essere morto.
Si alzò da terra e cominciò a camminare senza meta precisa, ma d'altronde, quel luogo era così bianco che non si vedeva niente: né porte, case o altro di rilevante.
Dove diamine si trovava?
Si chiese se Emma stesse bene. Ricordava chiaramente come lei avesse tentato invano di abbracciarlo, come non aveva potuto stringerlo un'ultima volta.
Gli sarebbe piaciuto baciarla e percorrere il suo corpo come se non ci fosse un domani.
In effetti, un domani per lui non c'era stato, visto l'effetto dell'incantesimo.
Regina doveva averlo spedito in qualche altro strano mondo, senza alcuna via d'uscita.
D'un tratto, cominciò a precipitare.
Era la stessa sensazione orribile che si prova durante un sogno e sembra quasi di cadere.
Peccato che lui non si sarebbe svegliato, constatando che era soltanto uno stupido sogno.
 
 
 
Note:
 
- (1) non è molto nello stile di Hook ma a mali estremi estremi rimedi, così ho usato un espediente utilizzato anche per Snow e Charming nella 1x10 :);
- (2) anche la lettera nella stesura richiama un po' quella scritta da Charming, preciso che è stato convinto e aiutato da Jim nel fare il tutto xD.
- (3) la scena finale con Emma e Killian che scompare lentamente è ispirata ad una scena di Final Fantasy X con Yuna e Tidus come protagonisti.
 
Eccomi qui!
Ormai manca poco, il prossimo sarà il penultimo capitolo e mi piange un po' il cuore a pensarci. Non credevo nemmeno che l'avrei portata a termine questa storia ma bando alle ciance.
Allora, questo è quanto...dov'è finito Hook? E' vivo o morto?
Non posso dire niente. Si spiegherà tutto nel prossimo capitolo che sarà incentrato completamente su Hook, quindi sarà abbastanza introspettivo e spero che non vi dia noia xD.
Intanto, spero che questo capitolo via sia piaciuto...potete lanciarmi ciò che preferite u.u
Un ringraziamento a tutti quanti, lasciate un commento se vi va anche piccino piccino :)
Al prossimo capitolo, un abbraccio :)
   
 
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