Grazie.
Erano ormai due settimane che Sheila lavorava in una delle
discoteche più rinomate di Londra ed erano due settimane che viveva a casa di
Drew, lui era un tipo molto ordinato e perfezionista, un maniaco dell’ordine
per così dire. Della sorella nemmeno l’ombra, non c’erano foto o altro che
facesse percepire la sua presenza in quella casa, in quelle due settimane non
si erano mai incontrati in casa, ma non incontrava nemmeno Drew, era come se
vivesse sola in quella cosa così grande e ordinata. Drew rincasava la mattina e
Sheila quando lui entrava usciva già di casa, aveva trovato un altro piccolo
lavoro come babysitter perché doveva mettere molti soldi da parte se avesse
voluto rivedere e stringere il suo Niall. Dalla partenza improvvisa di Ally e
Camila non sapeva come fare, aveva bisogno che Camilla la informasse sui
movimenti di quella band, divenuta ormai troppo famosa e troppo difficile da
incontrare. Aveva provato a cercare Maura o Greg, aveva ricordato anche loro,
magari l’avrebbero potuta aiutare. Ad Ally le cose non andavano per niente
bene, la prima settimana dopo l’ictus la nonna di Ally aveva perso la parola,
qualche giorno dopo ne aveva avuto un altro, questa volta causando la morte
celebrale e costringendola a vivere attraverso delle macchine varie tra cui il
respiratore. Ally stava attraversando un momento orribile con la sua famiglia,
a Sheila non andava di darle ulteriori preoccupazioni e quindi decise di non
raccontarle niente di tutto quello successo nelle ultime due settimane.
Sheila si alzò di malavoglia da quel letto, quella mattina
sarebbe dovuta andare a lavoro un paio d’ore più tardi. Decise di ritornare a
casa sua a prendere altri vestiti puliti e tutti gli effetti personali rimasti,
come il suo portatile. Fece la doccia e in meno di quindici minuti era già
fuori di casa, passò dal solito Starbucks e fece una colazione al volo, subito
dopo si diresse a casa sua. Inutile dire che in quelle settimane aveva ricevuto
una cifra enorme di telefonate da parte di sua madre e Sam la sua analista. Non
ne aveva accettato nemmeno una. Sapeva che quel giorno sua madre sarebbe stata
al lavoro e quindi avrebbe avuto abbastanza tempo per recuperare tutte le sue
cose e andare via. Appena entrò si indirizzò nella sua camera, da sotto il suo
letto prese la due grandi valigie vuote e iniziò a riempirle, ci mise le scarpe
e svuotò l’armadio, prese il portatile, la macchina fotografica e il libro che
stava leggendo prima di andare via. Chiuse entrambe le valigie e chiamò un taxi
lo fece aspettare dall’altra parte della strada portò le valige dentro l’auto e
rientrò dentro. Aveva dimenticato il suo cellulare e andò a riprenderlo, quando
ricordò che nell’armadio di sua madre c’era il cappotto che Ally le regalò
qualche mese prima, corse nella camera
da letto aprendo velocemente le ante dell’ armadio lo tirò giù, insieme al
cappotto cadde una piccola scatola di cartone. Il contenuto si rovesciò sul
pavimento, erano fogli, lettere, fotografie di un uomo insieme a sua madre, il
cuore le cominciò a martellarle nel petto e una forte ansia la pervase. Chi era
quell’uomo? Era suo padre? Gli occhi azzurri brillanti, i capelli biondissimi,
il sorriso ammaliante, il carisma che traspariva solo attraverso una foto, lo sguardo ammiccante e
furbo la convinse, come se non esistessero altre prove al mondo, che quello era
suo padre. Non sapeva se sua madre le avesse mentito anche su questa cosa, ma
avrebbe portato a galla anche questa storia. Rimise tutto nella scatola, la
richiuse e scese dalle scale. Sentì la porta d’ingresso aprirsi e la figura di
sua madre apparire sulla soglia della porta, senza fare il che ben minimo
rumore si nascose in cucina vicino la porta di servizio. Sua madre prese il
cellulare e Sheila impostò subito il suo in modalità silenziosa, era nascosta
dietro i banconi della cucina ma riusciva a scorgere tutti i movimenti di sua
madre. Martha provò a richiamarla per l’ennesima volta, il cellulare di Sheila
cominciò a vibrare non facendo nessun rumore. La donna posò il cellulare sul
tavolo della cucina poi prese una bottiglia e si versò un po’ di whiskey nel
piccolo bicchiere di vetro, buttò giù il primo e continuava a rigirasi il
cellulare tra le mani, riempì nuovamente il bicchiere e lo buttò giù tutto d’un
sorso, Sheila iniziò a chiedersi se fosse colpa sua, se bevesse per lei
incominciò a sentirsi anche in colpa ma il sol pensiero di lei e Niall e di
quell’uomo nella foto la inondò di rabbia. Martha iniziò a digitare qualcosa
sulla tastiera del suo cellulare, compose un numero, non era quello della
figlia, si portò il cellulare all’orecchio e attese una risposta dall’altro
lato che non arrivò. Ripeté l’azione della bottiglia – bicchiere - bocca per
altre due volte. Sua madre non aveva mai retto l’alcool, molto probabilmente era
già molto alticcia ne ebbe la prova quando riprese il cellulare e ricompose
quasi certamente il numero precedente, lo percepì dal suo modo di parlare.
-Pop star, finalmente mi rispondi!-
-Si lo so, sono giorni che ti chiamo, so
anche che hai visto le mie chiamate e le hai ignorate.-
-Cos’è sei diventato troppo famoso, per noi
comuni mortali? Non vuoi ascoltare le lamentele di una mamma la quale figlia ha
completamente la vita distrutta a causa tua?-
-Non sono ubriaca!- Urlò.
-Mia figlia è scappata da due settimane, e
non so dove sia! È colpa tua.- Iniziò a piangere.
-È da te? Dimmi la verità! Doveva venire da
te, aveva quei maledetti biglietti.-
-Dov’è mia figlia?-
Presumibilmente un’ulteriore risposta negativa non tardò ad
arrivare, provocò infatti una reazione in Martha, la quale lanciò il cellulare
contro il muro frantumandolo in tanti pezzi. Ancora in lacrime, trascinandosi
si portò al piano di sopra, Sheila ne approfittò per andare via da quella casa
entrò nel taxi e tirò un sospiro di sollievo.
Se Martha aveva detto la verità, ora non sapeva più dove cercare
Sheila, i sensi di colpa ritornarono ma più forti. E se gli capitasse qualcosa?
Londra è una città così pericolosa. Sperò che stesse al sicuro, magari da
un’amica fidata, non poteva immaginarla sola e indifesa per le strade di quella
città. Ora più che mai aveva voglia di stringerla a sé. Erano già un paio d’ore
che era sdraiato sul letto della sua stanza d’albergo.
-Ragazzi, è meglio se sta
un po’ da solo. Non andate a consolarlo, tanto cosa gli potete dire che non gli
avete già detto?- Alle parole apprensive ma allo stesso tempo autoritarie
di Paul i ragazzi annuirono all’unisono.
-È strano che non è sceso nemmeno per
cenare.- Disse
amareggiato Liam. È incredibile l’affetto che provano l’un l’altro, è come se
vivessero tutti e cinque in simbiosi.
-Che ne dite di andare in
quella casa in periferia, quella dove andiamo sempre, dai passeremo una
giornata da soli e lo facciamo divertire un po’.-
-Si Harry, a parte il fatto che stiamo
insieme 24h al giorno.-
-Ma si Zayn, Harry ha ragione almeno
passeremo una giornata senza impegni lavorativi, senza pensare a niente.-
Prepararono le loro valige e in meno di due ore erano
spaparanzati sul grande divano di quella grande casa a rilassarsi a giocare a
Fifa, era in corso una partita tra Liam e Niall, Barcellona vs. Real Madrid.
Nel frattempo Louis e Harry erano concentrati nella preparazione dei Cape Cakes
al cioccolato come piacevano a Niall, mentre Zayn li guardava seduto sul
bancone ridendo ad ogni piccolo errore da parte di Louis e Harry.
-Louis prendi le uova dal
frigo, queste non bastano.-
-Eccole.-
-Bene, ora ne devi rompere 4.
Era quasi finito l’impasto, Harry era un cuoco provetto e Louis
se non altro ci provava combinando non pochi disastri. In casa erano rimaste
solo 4 uova, con le mani sporche aveva preso l’ultimo che sfortunatamente gli
cadde sul pavimento scatenando l’ira funesta di Harry.
-Ma insomma, sei un’incapace! Ora dove le
andiamo a prendere le altre?.- Per Zayn era qualcosa di esilarante vedere quei due bisticciare
come cane e gatto quando si trovavano in cucina. Appunto per questo Zayn si era
rifiutato categoricamente di aiutare il riccio in cucina. Diventava scontroso,
arrogante, suscettibile e irascibile, praticamente insopportabile. Intanto si
scompisciava beato a godersi la scena.
-Ehi calma riccio, se continui così avrai
un attacco di cuore.- Rispose
Louis dando il cinque a Zayn.
Passarono quella giornata “tra uomini” non pensando a niente se
non a divertirsi, a un certo punto della giornata hanno chiamato alcune fan su
Skype e si sono sbellicati dalle risate guardando le loro reazioni.
Era sera e Sheila dopo il lavoro ritornò ansiosa e tormentata in
quella grande casa che non gli apparteneva, se sua madre quella mattina non
avesse rotto il cellulare avrebbe potuto recuperare il numero di cellulare di
Niall, si lasciò tormentare da i se e da i ma. A turbarla ulteriormente furono
quelle carte trovate nell’armadio di sua madre, lei le aveva sempre raccontato
dell’abbandono di suo padre. Non aveva ricordi visivi, ricordava solo le parole
del racconto di sua madre in merito.
“Sei fuggita così
all’improvviso… Ho bisogno di sapere che va tutto bene.
Sai quanto per mio padre sia importante il
collage…
Ti
amo e al mio ritorno, ho bisogno di sapere che mi stai aspettando”
Erano quasi tutte così le lettere che si trovavano in quella
scatola, lettere che raccontavano le giornate passate al college e che
chiedevano notizie di lei, a volte erano allegate delle foto di un bel ragazzo
biondo nel quale lei si ritrovava molto. Dopo aver ritrovato il suo Niall,
avrebbe ritrovato il suo papà, ne era certa, era lui. A svegliarla dai suoi
pensieri fu l’apertura violenta della porta d’ingresso, era Drew.
-Drew? Sei tu?-
-Si sono io.- Disse quasi scocciato il ragazzo.
-Mi hai spaventato. Ehi ma stai bene?-
-Ascolta ragazzina ho un milione di
problemi, non mi va di pensare anche a te che ti spaventi. Se non ti sta bene
quella è la porta.-
Non sapendo cosa rispondere Sheila tornò in stanza, sistemò la
sua roba, voleva uscire di casa. Dalla
porta d’ingresso notò la porta della cucina socchiusa si sporse leggermente e
vide Drew fare ciò che non si sarebbe mai aspettata che facesse. Visto come ne
aveva parlato qualche settimana prima.
Niall era grato ai suoi amici per quello che facevano, ma i
pensieri erano troppo forti e il sorriso di Sheila prese vita nella sua mente,
fissava il soffitto angosciato da tutta quella situazione. Lui aveva tutto, si
fermò a riflettere, meno ciò che davvero avrebbe desiderato. A distoglierlo fu
Harry che entrò nella sua camera e si gettò sul letto con lui.
-Ehi, si vede che sei ancora giù di
morale.-
-No Harry io vi ringrazio, mi sono
divertito oggi, così come tutti i giorni che passo con voi.-
-La stai pensando non è vero?-
-È così ovvio?-
-Come hai capito che te ne sei innamorato?
Insomma, voi eravate amici prima, siete cresciuti insieme. Da cosa l’hai
capito?-
-Quando
i suoi pensieri toccavano i miei, quando ascoltavo la sua voce, quando ho visto che era piena di difetti,
quando litigavamo e lo stomaco prendeva
l’ascensore, quando qualsiasi
canzone d’amore che ascoltavo sembrava scritta per me e lei, quando nella sua assenza perdevo l’equilibrio,
quando ho guardato i suoi occhi e ci ho visto i
miei sogni, quando le nostre labbra avevano respiri e silenzi d’amore, quando eravamo fermi e i nostri cuori avevano battiti che
uscivano dal petto, quando la sua pelle accarezzava
la mia e i brividi mi attraversavano il corpo. Sono stati questi i momenti che ho capito di essermi
innamorato di lei.-
Harry
rimase senza proferire parola, facendo compagnia a Niall fissando il soffitto.
Dopo qualche minuto però riuscì a rispondere.
-Non mi sono mai sentito
così, credi che riuscirò mai ad innamorarmi?-
-Si Harry vedrai che ti
innamorerai anche tu.-
-Ehi che ne dici di
organizzare una festa? Si domani sera.-
-Harry non lo so. E se Paul
si incazza?-
LOOK AT ME:
Allora ci tengo a precisare che non sono morta, ma ho affrontato la maturità e...
qualche piccolo problemino, credo di passare uno dei momenti più brutti della mia vita!
BENE NON VOGLIO CONTINUARE AD ANNOIARVI... PASSIAMO AL CAPITOLO?
Sheila potrebbe avere un papà? Wow e chi se lo aspettava? Io no di certo!? Ahahaha
Niall è un depresso cronico proprio come me... mmm UNA FESTA? Ma davvero? SECONDO VOI COSA ACCADRA'?
Harry mi fa morire! Per non parlare di Zayn e Louis... Ahahah
COSA STAVA FACENDO DREW? Boh chissà e Trish è scomparsa? Perchè Drew era nervoso?
LO SCOPRIRETE NEL PROSSIMO EPISODIO ahahahah xD
SPAZIO PUBBLICITA'
Allora ragazza se volete leggere qualcosa di diverso dalla solita e banale FF... DOVETE assolutamente passare da queste meraviglie qui <3
ti amo ma ti odio di Paradise22
Questa FF è straordinaria come l'autrice, ha avuto l'idea geniale di rendere i personaggi interattivi così da poter comunicare con loro xD Ciò risulta esilarante specie quando insulto Harry... PASSATE!
Vita incompresa di I_M_A_Koala
DOVETE ASSOLUTAMENTE PASSARE DA QUESTA FF cioè ti cattura troppo... parla di bambini che trovano un vecchio diario... e il diario contiene la storia d'amore di ........ INSOMMA DOVETE LEGGEREEEE
Sai sei l'errore più bello della mia vita di MarysChapters
Questa FF invece è cominciata da poco, siamo solo al 4° capitolo e intriga già parecchio. E' stupefacente il modo in cui è scritta... PASSATE!
Let me love you di StylesEyes
Questa è la mia ultima scoperta... cioè è indescrivibile, è violenta, mai banale, ti cattura, ti lascia con il fiato sospeso... è cominciata da poco ma merita assolutamente che gli date un'occhiata... PASSATE!
Se devo passare dalle vostre FF non temete lo farò al più presto, il problema è che ho peso il cellulare (in casa mia xD lo so sono cretina) e non appena mi sarà possibile passerò. SONO SEMPRE PASSATA DALLE VOSTRE :D LO SAPETE <3
SE ANCHE VOI VOLETE UN PO' DI PUBBLICITA' DOVETE MANDARMI UN MESSAGGIO CON SCRITTO COME OGGETTO PUBBLICITA' 13 E NEL MESSAGGIO IL LINK DELLA FF (scusate se ho dimenticato qualcuno, fatemelo notare please)
E ORA UN PO' DI FOTO!
IL MIO FACEBOOK & IL MIO TWITTAH E POI SE VOLETE C'E' ANCHE LA MIA PAGINA DI FB SUI ONE DIRECTION 1D Stole My Heart