*Inizio dell’angolo in cui la scrittrice vi rompe le palle
scrivendo cose di cui non ve ne frega nulla*
Siete arrivati alla seconda parte del prologo ** che bravi =P (Non ci
aspetta un premio a ogni traguardo? NdTutti. Nah =P NdMe)
La struttura della Fiction sarà tutta così… penso che quindi
pubblicherò sempre lei- lui (ma come siete fortunatii)
So che l’impulso è di commentare sempre il secondo capitolo-
seconda parte, ma se volete fare un atto di bontà nei confronti di questa
scroccona (Lei! NdTutti) e lasciate anche solo un “letto” pure alla parte d’Hermione,
la suddetta scroccona (Lei! NdTutti) vi amerà alla follia **
E già che ci siamo, penso che pubblicherò a distanza di 3-4
giorni e quando avrò ricevuto un numero di recensioni che non renda ridicola la
pubblicazione. ^^
*Fine dell’angolo in cui la scrittrice vi rompe le palle
scrivendo cose di cui non ve ne frega nulla*
Prologo: 0.02
E’ VERO
Nella casa la luce è ancora accesa
la mente che ogni giorno è schiacciata da qualcosa
dal riposo impolverata dalle proprie ansie
io fumo la mia vita aspirando lentamente.
porte e finestre sono chiuse
le comunicazioni con l’esterno son confuse son concluse.
la carica emotiva situata giù in profondità e ogni mio
pensiero taglia l’aria.
{oh mio dio. oh my gosh. oh mio dio.}
questa è la mia storia e questo sono io.
durante la missione sulla terra
un attimo di pausa in un eterna guerra.
insomma sai sembra sarà così per sempre
insomma sai sembra che non ci siano nuove su quel fronte
un altro giorno e questo è quello che ti viene in contro.
ogni stop è solo un altro start.
la vita non si ferma TIC TAC…
ogni stop è solo un altro start.
la vita non si ferma THE FUTURE.
ogni stop è solo un altro start.
il tempo non si ferma TIC TAC…
piano, meglio andare piano.
il piano è stabilito e adesso cominciamo e poi ci diamo vita
finché
non è finita,
rinizia la salita, strisciando si risale una parete obliqua.
e quando arriva il top, arriva una altro stop ed
immediatamente torno in stato di shock…
{Casino Royale, The Future.}
Certo che
rendersi conto di come le cose vanno in fretta è davvero una cosa difficile. Ma
quando ci sei riuscito tutto assume un tono strano, scarlatto quasi. Le strade,
i profumi, le cose. Quando qualcosa di grande finisce in bene, ti senti come
svuotato. Ti guardi intorno, tutta la gente che non sa non può sapere non
saprà mai. E la
cosa è quasi rassicurante.
Me ne
stavo seduto sul mio letto, con la paura che gli altri non si fossero salvati e
senza il coraggio di alzarmi ad andare a vedere. Mi faceva male tutto.
Avrei
preferito aver dimenticato la Sua faccia.
Harry che
lotta e io che non posso fare niente per lui.
E
Hermione. Accucciata nel suo stesso sangue. A due passi da me.
Ma sapete
quanto possono essere lunghi due passi?
Se sei
stato immobilizzato, sono tantissimi.
E non
solo da un incantesimo.
E non
solo dall’orrore.
Avevo
paura di sentire che in quel suo piccolo polso non batteva più alcun rapido,
scorbutico, meraviglioso cuore.
Un nuovo
tipo di paura che non avevo mai provato. E io di paure ne ho provate tante.
Hermione si è sempre arrabbiata con il mio essere “così dannatamente fifone,
Ronald!”.
Così,
quando mi sono svegliato, il mio primo pensiero è stato questo.
Non
sapevo quando ero svenuto.
Se era
successo prima che Harry lanciasse l’ultimo attacco.
Se era
successo dopo che Ginny mi aveva tolto l’incantesimo.
E non
ricordavo esattamente se la nostra vittoria era avvenuta in un sogno o nella
realtà. Sembrava comunque troppo lontana. Irraggiungibile.
Mi
sentivo come un bruco uscito dal bozzolo. Ora ero una farfalla. E volevo
volarmene via.
Ma c’era
un piccolo particolare a distruggere il mio perfetto quadro.
Hermione
e Harry.
La porta
si era aperta, e ne era entrata Ginny. Per un secondo avevo studiato mia
sorella in un completino jeans e maglietta molto da giovane donna e poco da
ragazzina indifesa che io volevo ricordare. Mi aveva gettato le braccia al
collo, fregandosene dei lividi, dei tagli, delle ferite. Come sempre. Ma
quell’abbraccio era quello che volevo.
E mentre
ancora mi stringeva avevo chiesto al suo orecchio: -E loro?
Lei mi
aveva stretto in maniera impercettibilmente più forte.
-Non
hanno ancora ripreso conoscenza. Ma stanno bene.
Quella
notte, quando tutto il reparto era vuoto e dormiente, avevo corrotto
un’infermiera di lasciarmi andare da Hermione. Mi sono seduto sul suo letto, le
ho preso una mano gelata, magra, dalle unghie spezzate. Ho fissato il suo viso
cereo, graffiato, i suoi capelli arruffati in una nuvola vaporosa che qualcuno
doveva aver lavato per lei (probabilmente Ginny) e ho pensato che anche in quel
momento era splendida.
Ho
passato tutte le ultime notti così, reggendo quella piccola mano tremante,
cercando di darle un po’ della mia forza.
Non
pensate che io sia quel genere di uomo. Quello sdolcinato, romantico…
Ma non
riuscivo a togliermi dalla testa l’immagine di quel piccolo, fragile e potentissimo
corpo riverso a terra, nel sangue che la sua pelle perdeva nello sfregare a
terra.
Flash
back di tutto quello che era successo baluginavano nella mia testa.
Tutti i
momenti, gli istanti, in cui io l’ho amata in silenzio. Mi sono passati davanti
agli occhi mentre la guardavo soffrire senza urlare. Soffriva, ma non emetteva
un verso. Non un lamento, non un grugnito. E fintanto che ha potuto i suoi
occhi sono rimasti fissi in quelli di Lucius Malfoy che la torturava. Perché?
Perché Hermione Granger non cede mai. Non cede. E’ come una roccia. Non cede.
E adesso
eccomi qua.
Sono
l’uomo più felice della terra.
E’ in
piedi, su quelle gambe piccole e livide, fragili e sottili.
Mi
guarda, con quell’aria di critica e supplica.
Mi
sorride, con quelle labbra gonfie e tenere che non ho mai assaggiato.
Mi alzo,
la scacchiera si riversa a terra. Goffo, impacciato (dannatamente goffo e
impacciato, in effetti) mi lancio verso di lei.
Ha le
guance scavate, le labbra screpolate, ma i suoi occhi brillano.
Hermione.
Hermione. Hermione.
-Ti sei
svegliata, finalmente!
E anche
se non voglio, non voglio, che il mio tono risulti canzonatorio, ironico, è
proprio così che suona.
Come
una presa per il culo delle tante.
Io avrei
voluto che suonasse dolce. Tenero. Apprensivo.
E invece
no. Suona come se volessi sfotterla.
Il suo
viso assume quel cipiglio che io conosco tanto bene, quello scocciato.
-Ron…!- E
poi ride, cede al sollievo di vederci vivi, sani, sorridenti.
Mi getta
le braccia al collo e mi stringe con quelle braccia sottili e fragili.
Vi siete
mai chiesti come faccia una donna a stringervi tanto forte?
Io sì.
Ma è una
sensazione splendida.
-Oddio!
Siete vivi! State bene! Oddio! Abbiamo vinto?
Si
stacca, mi guarda negli occhi. Le sorrido. I nostri visi sono ad un palmo di
mano. –Abbiamo vinto!- esulta. E quel piccolo corpo che pensavo non
essere nemmeno in grado di camminare si mette a saltare, mi abbraccia di nuovo.
Si lancia
su Harry, proprio come Ginny, fregandosene del dolore che quel gesto potrebbe
provocare. Harry annega nella sua chioma crespa e vaporosa. Sembra anche lui
rasserenato. La tensione che ha attanagliato i nostri stomaci negli ultimi
giorni si sgonfia. Mi siedo sul letto con loro.
-Hermione!
Stai bene….- sorride Harry. –Stai bene!
Lei
sorride di rimando, quel sorriso dolce, materno, gentile.
-Sì,
incredibilmente bene, adesso.- Gli accarezza le guance. –state bene!
Siete Vivi! Abbiamo vinto!- Si accascia contro la sua spalla. Provo una
dolorosa stretta allo stomaco.
Accasciati
su di me.
Harry le accarezza
la testa per un attimo, imbarazzato.
-è morto,
vero?- Chiede lei. Per un secondo la voce le trema.
-Sì.- la
rassicura Harry. –è morto.
Lei
sorride. Un sorriso splendidamente felice.
-E Ginny
come sta?- chiede, sempre piano. –Cosa… cosa è successo?
Non
vorremmo dirlo. Non vorremmo rivivere tutto.
Ma
dobbiamo.
E lo
facciamo.
-Ginny
sta bene.- La rassicuro subito. –è arrivata tardi, grazie al cielo,
troppo per essere implicata nella battaglia. Mi ha liberato dall’incantesimo.
-Poi è
venuta da me. Avevo appena battuto Voldemort.
-Così ci
ha smaterializzati, ad uno ad uno qui.
Lei
sospira. –è andato tutto bene. Non mi sembra possibile.
-Nemmeno
a me.
-Ma è
andata… adesso… adesso basta illegalità, basta mangiare solo minestre precotte
scaldate su un falò… basta dolore fisico… basta stress. Possiamo essere un po’
normali… sposarci, lavorare, avere figli pidocchiosi a cui cambiare il
pannolino. Possiamo concederci vacanze in cui il nostro massimo problema sarà
che cosa mangiare per cena.- Sogna con un sorriso, scostandosi da Harry.
Il peso
mi muore nello stomaco.
Ora va
meglio.
-Sarà
bello.- Faccio. –Adesso andrà tutto bene.
-Bisognerà
solo trovare… la forza di ricominciare.- Sussurra Harry.
-Lo
faremo insieme.- Dice lei, gli occhi ancora luccicanti.
-Ce la
faremo?- Chiedo. Ho paura. Perché? Le cose sono in discesa.
Va
tutto bene.
Lei mi
tira una pacca sul braccio e dice: -Ehi, ti sembra una cosa così difficile?
Dopo tutto quello che abbiamo già fatto?
Scuoto il
capo, rapito.
Ecco
quello che regala a me. Una pacca sulla spalla.
Ma è
sempre meglio di niente, no? E poi quel suo sorriso continua ad essere lì,
anche mentre si rivolge a me. Sembra un’adolescente emozionata, per una volta
nelle nostre vite, e il suo sguardo sembra urlare “ce la faremo perché siamo
una squadra!”.
Annuisco, placidamente.
Va bene,
Hermione Granger.
Facciamo
anche questa. Facciamo le persone normali.
Ma solo
perché lo vuoi tu…
“è
tutto vero! Vero!” Urla
una potente voce nella mia testa.
La guardo
e le rivolgo un piccolo ghigno.
Siamo
sulla stessa barca, ancora una volta. Ma oggi si dirige verso acque tranquille.
*
Grazie di essere arrivati fin qui, spero non vi abbia fatto schifo!
(Ma non sta mai zitta? NdTutti)
Si accettano critiche quanto applausi (anche se i secondi sono
più apprezzati, eh? NdTutti) (Ma vaaa…! NdMe)
Alla prossima,indicativamente domenica 13-01 o lunedì 14-01…
Un abbraccio =)