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Autore: Illa_Horan    27/06/2013    3 recensioni
Questa storia parla di una ragazza che a soli 6 anni viene violentata da suo zio, i suoi genitori morirono a causa di un "incidente" stradale. lei viene affidata ad una famiglia italiana, ma i ricordi e soprattutto la paura di vedere di nuovo suo zio la perseguitano così decide di parlare con gli assistenti sociali che la trasferiscono in una nuova città, Londra.
Qui incontrerà poi cinque ragazzi che le salveranno la vita, la aiuteranno a riacquistare fiducia nella persone e soprattutto a credere in sè stessa e nei proprio sogni, in poche parole la faranno tornare a vivere.
questa storia è abbastanza delicata, ma è anche una storia molto sentimentale, ci saranno litigi, pianti, sofferenze, intrighi d'amore, amicizie, incidenti, brutti incontri...
il resto lo scoprirete leggendola
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non so precisamente da quanto sto camminando e non so nemmeno quale sia la mia destinazione. Credo siano passati più di venti minuti ormai da quando sono uscita di casa.
Il telefono dentro la tasca della giacca inizia a suonare, inizialmente penso sia Niall che chiama supplicando di perdonarlo, di ritornare da lui e di sistemare le cose ma quando vedo il nome mi rendo conto di essermi sbagliata.
Io: “pronto?” dico asciugandomi le ultime lacrime e cercando di nascondere la voce di una che ha appena pianto.
Liam: “Dove sei? Niall è disperato, mi ha appena chiamato chiedendomi se eri da me”
Io: “sono da qualche parte in mezzo al nulla”
Liam: “non scherzare, cos'è successo?”
Io: “secondo te? Ho appena scoperto quello che mi è successo più di un anno fa”
Liam: “oh”
Io: “e ovviamente tu lo sapevi” dico con lo stesso tono freddo usato poco prima con Niall “Liam, è inutile che piangi anche te”
Liam: “non.. ho fatto apposta, credimi”
Io: “lo so, non sono arrabbiata con voi, cioè si, ma non come lo sono con Niall”
Liam: “scusa”
Io: “adesso vado, ciao” dico riattaccando e spegnendo il telefono, sapendo che probabilmente mi avrebbero chiamato anche gli altri. E ora? Cosa faccio?. Il cielo si stava ormai oscurando, il sole era appena tramontato e io non avevo un posto dove andare. Sicuramente non sarei andata da nessuno dei ragazzi, volevo stare da sola e in questo momento vederli era una pessima idea visto che avrei potuto gridargli in faccia.
Decido di andare al parco e sedermi su una delle panchine che c'erano lì.
Poi non so come ma vedo Zayn arrivare verso di me correndo. Qualcuno lo avrà avvisato e siccome il telefono era spento avranno voluto venire a cercarmi.

Una volta davanti a me si appoggia alla panchina cercando di riprendere fiato.
Io: “cosa vuoi?”
Zayn: “ero solo preoccupato”
Io: “chi ti ha chiamato?”
Zayn: “Niall” io faccio una risata sarcastica come per dire 'immaginavo'
“senti, io non so cosa sia successo, ma stava male, non l'ho mai sentito così in tutti gli anni che lo conosco, e neanche tu stai bene da quello che vedo”
Io: “ma va? VOI mi avete mentito!”
Zayn: “tu l'hai..?”
Io: “esatto. Per quanto pensavate di tenermelo nascosto?” Zayn rimase zitto, come Liam e Niall quando gli feci la stessa domanda, non avevano nessuna risposta, a parte chiedermi 'scusa'.
Zayn: “bhè io non te lo avrei mai detto. Non volevo tu soffrissi per colpa di quello stronzo”
Io: “no? E ora cosa sto facendo?” chiedo guardandolo negli occhi, con le lacrime che iniziano a scendermi ancora per la millesima volta stasera.

Zayn senza dire più una parola mi strinse a sé, mi prese la mano e iniziò a incamminarsi verso casa sua. Sicuramente non mi avrebbe lasciato sola questa notte e nemmeno le seguenti finchè non mi fossi ripresa. Ma non ci avrei messo molto a riprendermi, dovevo guardare avanti e dimenticare tutto il resto, come avevo sempre fatto.

Zayn: “qui starai meglio, io ci sarò sempre per te”
Io: “ormai ci sono abituata”
Zayn: “non sei contenta?”
Io: “si, molto” dico facendogli un sorriso leggero
Zayn: “e.. adesso, con Niall?”
Io: “niente. È finita e questo lui lo sa. Mi ha mentito e questa non gliela perdono così facilmente. Il rapporto di coppia si basa sulla fiducia reciproca ma se questa non esiste che senso ha stare assieme? Potrei dubitare di lui per sempre e questo non lo voglio fare”
Zayn: “su questo hai ragione ma voi due vi amate e so che lui non ti mentirebbe mai”
Io: “ma l'ha fatto”
Zayn: “tutti possono commettere degli sbagli, anche tu ne hai commessi ricordi?”
Io: “si ma non su una cosa così grande”
Zayn: “adesso sei in un momento di rabbia ma pensaci”
Io: “mi dispiace ma ormai ci ho già pensato”
Zayn: “tu lo ami”
Io: “SI, lo amo ancora e lo amerò per tutta la vita ma ha esagerato”
Zayn: “vedrai un giorno si sistemerà tutto”
Io: “non c'è niente da sistemare Zayn, non più”
detto questo mi appoggiai alla spalla di Zayn, guardando dentro la mia testa e cercando qualche ricordo confuso che mai più sarebbe tornato.


Il mattino dopo, siccome non avevo niente da fare, mi alzo silenziosamente dal letto cercando di non svegliare Zayn e di passare un’intera giornata con me stessa. Avevo bisogno di riflettere e sicuramente stando con loro non sarei riuscita. 
Dopo essermi preparata ritornai dentro la stanza per prendere la borsa che avevo lasciato sulla scrivania. Era buio pesto e non riuscivo neanche a vedere le sagome degli oggetti, quindi andai a sbattere contro qualcosa. –Cavolo, che male!- pensai urlando dal dolore. Sentii Zayn muoversi, così presi la borsa di fretta e uscii ma lui farfugliando nel sonno mi chiese cosa stavo facendo.
Io: “tranquillo, esco un attimo”
Zayn: “come vuoi” disse e ritornò a dormire.

Le strade di Londra, anche se ancora mattino, erano già popolate di turisti e non. 
Tra 4 giorni ci sarebbe stato il matrimonio di Louis e El e quindi ne approfittai per andare alla ricerca del vestito da damigella. Cercavo in tutte le vetrine dei negozi quello che poteva essere più adatto, quando andai a sbattere contro qualcuno. La borsa mi cadde e a lui cadde una piccola scatolina ricoperta di velluto. Si chinò a raccogliere sia la mia borsa sia la sua scatolina e quando incrocia il suo sguardo a momenti svenni. Lui, cioè Niall era davanti a me. In un primo momento non l’avevo riconosciuto siccome aveva un cappello di lana in testa e i suoi soliti ray-ban neri. Gli presi la borsa dalle mani e cominciai ad indietreggiare fissandolo, poi appena fece un passo verso di me corsi via sentendolo chiamarmi in continuazione.

Smisi di correre fino a quando il suono della sua voce non scomparve definitivamente. Mi ritrovai infine davanti a una boutique di abiti da damigella e da sposa molto carini. – Che culo che ho avuto- entrai spingendo la porta e vi posso assicurare che non sarei uscita di lì senza prima aver in mano il sacchetto con dentro l’abito. Provai almeno una ventina di vestiti e finalmente dopo più di un’ora uscì dal negozio contentissima. Il vestito arrivava un centimetro più su delle ginocchia ed era di un color lavanda, era stupendo infatti ne presi uno anche per Danielle visto che anche lei era la damigella e conoscendola sapevo che gli sarebbe piaciuto.
Presi il telefono e la chiamai.
Io: “Ehi Dany, dove sei?”
Dany: “in giro per Londra perché?”
Io: “ho appena preso un vestito e vorrei fartelo provare”
Dany: “va bene, raggiungimi da starbucks così poi vieni a casa”
Io: “sissignora” agganciai e mi affrettai a raggiungerla. In pratica io mi trovavo da tutt’altra parte da dove si trovava lei in questo momento e per arrivare in 20 minuti sudai quasi 50 camicie.

Dany: “quanto ci hai messo?” chiese. Una volta di fianco a lei mi buttai seduta sul marciapiede con il fiatone, non ero abituata a correre così tanto e con tutti i sacchetti che mi penzolavano ogni due per tre tra le gambe.
Io: “s-sta zitta e andiamo” lei si mise a ridere, mi passò una bottiglietta d’acqua e una volta ripresa ci incamminammo verso casa.
Dopo quello che avevo saputo sull’incidente non riuscivo a smettere di fissare Danielle, era così felice, i suoi riccioli gli sfioravano la faccia a causa del vento stava sorridendo e non riuscivo a immaginarla in un altro modo: impaurita, preoccupata e che piangeva.
Io: “Dany, stai bene?” gli chiesi dopo un po’
Dany: “certo, perché me lo chiedi?”
Io: “no, così tanto per sapere”
Dany: “a proposito, cos’è successo l’altra sera?”
Io: “ho saputo dell’incidente”
Dany: “ah ecco perché mi hai chiesto se stavo bene”
Io: “scusami io non volevo che lui ti facesse del male” dico cominciando a piangere
Dany: “ehi ma scherzi? Io stavo male per te non per me”
Io: “si ma te non centravi nulla” 
Dany: “bhè almeno non eri sola”
Io: “già, senza di te non so cosa avrei fatto”
Dany: “però ora promettimi che non ci penserai più, è tutto finito, basta”
Io: “si è vero, mi ero promessa di guardare avanti” 
Dany: “bene” 

E quando Danielle aprì la porta di casa guardai veramente avanti. Purtroppo la scena che mi si presentò non era una delle migliori perché seduti sul divano del salotto c’erano i One Direction al completo che mi stavano fissando. 
Bene, ora potevo anche morire dall’imbarazzo.


CONTINUA..<3
Non saprei cosa scrivervi, oltre a quello che vi ho scritto in questo capitolo non c'è nient'altro da sapere. Come avete visto Ilaria ha perdonato Zayn, ma con lui la storia era diversa, Zayn è il suo migliore amico, l'unico che c'è sempre stato per lei, anche più di Niall. Quindi per lei era importante avere il suo sostegno adesso.
Se volete lasciare una recensione vi ricordi che devono essere lunghe più di 10 parole, a presto, e grazie a chi segue la storia :)








  
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