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Autore: _fighter    27/06/2013    2 recensioni
Venezia, Italia.
Lei è una bellissima ragazza di vent'anni, dolce e gentile con tutti che dopo il liceo si trasferisce a Venezia, per andare all'Università.
Lui è un ragazzo di quasi ventidue anni, dolce e sicuro di se stesso ma irritante e irrimediabilmente bello, che a volte gira su Chatroulette.
"Se la prima è stata un caso, la seconda una coincidenza, la terza sarà destino?" scoppiammo entrambi a ridere.
 
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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                                                                        4. Compito.



Erano circa due ore che ero chiusa in camera. Erano le dieci passate e al compito mancava ancora quel qualcosa che non riuscivo a capire.
L'argomento era "Legalizzare o no i matrimoni fra persone dello stesso sesso?" ovviamente tutto in inglese e poi il tutto sarebbe stato allargato con l'argomento dell'adozione delle coppie gay. Avevo fatto già sette pagine in due giorni, ma ancora, mancava qualcosa.
Affondai la testa sul cuscino sbuffando e mi portai le mani in viso scaraventando prima la penna a terra.
Mi rialzai di nuovo, afferrai il pc e ridussi tutte le icone. Volevo girare un po' su twitter e vedere cosa succedeva nel mondo in generale.
Su twitter seguivo un sacco di gente e avevo conosciuto anche molte ragazze simpatiche.
"Venite su Chatroulette, ti divertirai!" si certo come no, ora anche le pubblicità di Chatroulette.
La curiosità mi divorava, volevo vedere cosa scriveva la gente riguardo a quel sito.
Scrissi "Chatroulette" nella barra ricerca di twitter e iniziai a leggere i tweets.
'C'è un tizio su chatroulette che mi ha chiesto di sposarlo' 
'Uno balla in mutande, oddio, sto morendo'
'Una ragazza piangeva, ho cercato di aiutarla in tutti i modi possibili'
'Ho parlato con una ragazza su chatroulette e ho scoperto che andremo nello stesso albergo nelle vacanze di Natale'
'Un ragazzo aveva una maschera di un cavallo e urlava "Sono un unicorno" ho dovuto chiudere per il troppo ridere'
'Un nero mi apparso dal buio all'improvviso e mi ha sorriso, molto creepy'
Scoppiai a ridere agli ultimi due tweets.
Quello doveva essere lo stesso nero, sicuramente.
Continuai a ridere come una stupida. Passare un po' di tempo su Chatroulette non era male e poi se si incontrava un ragazzo normale come quello della scorsa volta era ancora meglio. Bastava cercare. Così chiusi twitter e vi entrai.
Presi un pacchetto di caramelle, quelle lunghissime, rosse e piene di zucchero che non finivano mai.
Il primo "partner" era un bambino sugli undici/dodici anni. 
"Cosa ci fai qua, piccolo?" feci carina.
"Cerco figa, amore, tu me la dai?" rispose sorridendo prendendo una sigaretta. Rimasi sconvolta.
"Posa quella sigaretta, sei troppo piccolo per fumarla e anche per la figa, tesoro." aggrottai le sopracciglia rispondendo a tono.
"Ho dodici anni, amore e faccio quello che cazzo mi pare, allora me la dai o no?" la mia mascella toccò terra.
"Non c'è nessuno che te la dia da te, piccolo marmocchio?" mi ricomposi arrabbiata.
La nuova generazione faceva schifo, scopavano a dodici anni manco fossero costretti a fare i figli prematuramente e fumavano peggio dei vecchi.
"Senti bella, non vuoi darmela? okay. Ma non venirmi a fare la mamma, almeno mia madre un marito per scopare ce l'ha e non si mette su siti del genere." fece le spallucce.
Cosa, cosa, cosa? Mi stava dando della poco di buono, zitella e vecchia? Ma chi si credeva di essere?
"Senti marmocchio, ho vent'anni e non sono affatto vecchia. Ti vengo a fare la mamma perché alla tua età dovresti giocare con i compagni a calcetto oppure guardare la tv e non scopare come un coniglio in webcam. E tanto per dire posso scopare come e quando voglio visto che sono adulta, non ho bisogno di un marito come la tua cara mammina." ero rossa in viso dalla rabbia. Mi mettevo a litigare con un bambino, come mi ero ridotta?
Le ore di studio si facevano sentire. E molto anche.
"Si ciao monaca" e staccò.
Io monaca? Ma cosa..okay, forse non andavo a letto con qualcuno da un bel po' però avevo solo vent'anni, ehy, con calma. 
Non volevo essere una poco di buono. Odiavo gli adolescenti, amavo i bambini ma gli adolescenti erano insopportabili.
Il secondo "partner" era una ragazzina sui quindici anni. Ancora?
Oh, ma tutti quella sera? Tutti bambini?
"Ciao, che ci fai qui?" chiesi sorridendo appena.
"Io..voglio morire. Io devo morire, perché sono nata?" iniziò a piangere.
Ma cosa cazzo succedeva?
"Ehm..perché vuoi morire?" 
"Perché? Ma mi vedi? Faccio schifo, sono grassa, brutta, non ho amici, non ho un ragazzo, a scuola mi prendono in giro e i miei genitori non capiscono nulla" disse. 
Rimasi prima silenziosa, stavo pensando a quanto fosse idiota. Mi chiedevo se avesse anche quindici anni.
La ragazza era magra quanto me e aveva dei grandi e bellissimi occhi marroni.
Gli amici e il ragazzo poteva subito trovarli se usciva e non si piangeva addosso.
E non ci credevo nemmeno un po' che a scuola la prendevano in giro, la gente ha smesso di prendere in giro per l'aspetto.
La gente insulta per i cantanti preferiti ora.
Sicuramente la insulta uno di quei ragazzini che poi alla fine si scopre essere innamorato di lei.
E i genitori cosa non potevano capire? Quanto idiota lei fosse?
"Stai blaterando delle stupidate, lo sai?"
"Guarda, mi taglio, soffro" mi indicò i tagli sui polsi.
No, forse soffriva perché si tagliava e non il contrario.
Io a quindici anni usavo la lametta per cercare di togliermi i peli dalle gambe con scarsi risultati e non per altro.
"Cosa.." aggrottai la fronte.
"Ora mi suicido, sì, mi suicido e tu sarai la testimone, avverti tutti i miei familiari" disse alzandosi.
Questa era matta, aveva bisogno di uno psicologo.
"COSA? EH NO RAGAZZINA, SIEDITI, NON VOGLIO CHE QUALCUNO SI SUICIDI SOTTO I MIEI OCCHI. Stammi a sentire e apri bene le orecchie.
Se la tua vita fa davvero schifo come fai sembrare, MIGLIORALA.
 
Non rovinarti con i tagli, non lamentarti con persone estranee.
Sei grassa? Sei brutta? Anche se questo non è assolutamente vero, per niente, esistono i trucchi e i nutrizionisti.
A quindici anni, dovresti preoccuparti di studiare per avere voti alti e non preoccuparti di sembrare bellissima solo per farti vedere dai ragazzi.
Se non hai amici, un motivo c'è, per esempio oggi è sabato e le persone normali escono.
Non guardare me, io non sono normale.
Non hai un ragazzo? A CHI IMPORTA? Hai bisogno di qualcuno che ti baci ogni due secondi o che dica "amore" ogni tre minuti per essere felice? No.
Puoi stare anche sola, ci vuole tempo per trovare un ragazzo decente.
La gente non insulta più nessuno per l'aspetto, quindi, meno cazzate.
E i tuoi genitori, cosa non capiscono, illuminami. Non capiscono che la loro figlia sembra una stupida che si fa del male solo perché ha qualche problema ad accettarsi? Bhe sì, allora non capiscono un tubo.
La vita è bella, a quindici anni devi essere felice.
Non sai che la realtà è bruttissima, quando ti farai grande capirai.
Pensa solo a goderti l'adolescenza perché non ritornerà."
Finii il mio grande discorso prendendo fiato.
Pensavo quelle cose di tutte le ragazze che scrivevano cose del genere su twitter.
A quindici anni, dovevano amare la vita e non tagliarsi o piagnucolare. Se avevano dei problemi dovevano imparare a risolverli ed essere forti, non piangersi addosso. Non serviva a nulla e non faceva apparire la vita più bella.
Non la sentii nemmeno respirare, piangeva silenziosamente. 
Si asciugò le lacrime e abbassò la testa.
"H-hai ragione..grazie, da oggi non userò più la lametta, mi curerò di più, non mi piangerò addosso, farò tante amicizie e cercherò di parlare di più con i miei genitori" alzò la testa.
"Grazie, solo adesso ho capito quanto sono stata stupida" mi sorrise lievemente.
"Ora è tardi, ma domani mattina esci e fai una passeggiata" le dissi con un sorriso rassicurante.
"Certo, ora pero' vado a letto, sono un po' scossa, mi dici... Mi dici solo come ti chiami?" mi chiese prima di alzarsi.
"Azzurra" sorrisi "notte piccola." chiusi la finestra dopo aver visto un sorriso.
Erano le undici meno un quarto, un'altra parlata prima dell'arrivo di Anya ci stava.
Il prossimo "partner" doveva per forza essere un marmocchio o una marmocchia, dopo gli ultimi due non mi sarei sorpresa di trovare un bambino di otto anni. Che orribile spettacolo.
Ma quello che mi si presentò davanti non fu affatto orribile.
"Oh, guarda chi si rivede, ciao Azzurra." ero io o il mio nome era stato pronunciato in modo fantastico? No, ero io.
"Uhm..ciao.." ero arrossita per forza, sentivo caldo.
Rise, pensai che avesse una bella risata e anche un bel sorriso.
I denti bianchi come il latte facevano sembrare tutto più bello.
"Che strana coincidenza, è la seconda volta che ti vedo in una settimana" dissi poi.
"Se la prima è stata un caso, la seconda una coincidenza, la terza sarà destino?" scoppiammo entrambi a ridere.
"Probabilmente" risposi stanca.
"Che hai? Sembri esausta" disse quasi preoccupato.
"Lo sono..abbastanza diciamo" 
"E perché mai? Litigata col ragazzo?" chiese con un lieve sorriso a labbra chiuse.
"No..cioè non ho un ragazzo" risposi timida guardando la mia stanza come se non l'avessi mai conosciuta prima.
"Ah" sorrise "E allora perché sei stanca?" continuò poi contenendosi.
"Ho avuto..aspetta un attimo, io non so come ti chiami" mi bloccai subito facendolo scoppiare in una risata naturale.
"Matteo" continuò a ridere.
"Ah ecco, apposto, hai un nome" risi.
"Così pare" rise anche lui.
Ridevamo solamente quella sera? Possibile? Ero in imbarazzo.
"Comunque, il mio professore di Inglese ha voluto assegnarmi un compito per casa tramite email martedì ma io ho visto l'email solo venerdì sera e come una matta ho scritto di tutto. Manca poco per finire, ma è come se mancasse qualcosa e non so cosa cavolo sia" dissi esasperata.
"Forse posso aiutarti, ricordi che facciamo lingue entrambi?" 
"Ohw si..ma dai è sabato sera, non disturbarti, scriverò qualcosa domani mattina e come vada vada" sviai il discorso.
"No, sul serio, mi salveresti dalla noia. Guarda, è sabato sera e sono solo perché il mio amico mi ha scaricato per la sua ragazza come la settimana scorsa" 
"Siamo in due allora, la stessa cosa."
E ridemmo, ancora, cosa c'era da ridere?
"Allora? Qual è l'argomento?" mi chiese cortese.
"Legalizzare o no i matrimoni fra persone dello stesso sesso?" lessi la domanda all'inizio del foglio.
"Davvero? Io la settimana scorsa dovevo fare lo stesso compito, però in francese" rispose raggiante.
"Sul serio? Sei il mio salvatore venuto dal cielo per caso?" chiesi adorante.
"Probabilmente, dai, leggi quello che hai scritto" mi indicò il foglio.
Certo, sciocca.
Iniziai a leggere subito e lo avvertii che erano buone sette pagine.
Lui non curante mi chiese di continuare a leggere.
"Ecco, ora devo concludere ma è come se mancasse qualcosa" conclusi riposando il foglio.
"Hai ragione, però è un ottimo lavoro, aspetta prendo il mio di francese" si alzò per prendere i fogli nell'armadio dietro di lui.
Era abbastanza alto, aveva qualche muscolo, proprio al punto giusto e wow, aveva un bel didietro.
"Eccomi" si sedette e io smisi di fantasticare sul suo sedere.
"Sì" dovevo contenermi.
"Ora te lo leggo io, in francese ovvio. Se capisci che quel qualcosa che manca è qui, fermami e te lo detto mentre tu lo trascrivi in inglese" mi disse sorridendo. Annuii sorridente e iniziò a leggere in francese, io ovviamente ci capivo qualcosa per fortuna.
La sua esposizione era fantastica e poi le parole usate erano anche di un certo livello.
Doveva essere molto bravo, non che io non lo fossi però volevo fargli un complimento nella mia testa.
"Wow" dissi quando finì di leggere.
Sorrise appena "Allora? Hai notato qualcosa?" mi chiese.
"Sì, sì, nella quinta pagina, qualcosa riguardante i Paesi. Anche se devo dire che mi ero immersa nella lettura, sai che sei davvero bravo?" 
"Oh, non quanto te, sei bravissima anche tu" mi disse.
Ma quanto era carino? Era dolcissimo e oltretutto bellissimo.
Perché era a Milano?
Arrossii lievemente.
"Uhm, comunque, pagina cinque, sì. Hai ragione Azzurra, mancava proprio questo!" indicò le righe di quella pagina sorridendo.
Ancora quel sorriso, dio se era fantastico.
Iniziò a dettarmele in francese e io trascrivevo in inglese. 
Ci fermavamo ogni tanto per controllare o fare qualche battuta o ridere per qualche parola sbagliata.
"Ecco, finito, ora metti un tuo pensiero alla fine e hai fatto!" posò i fogli del compito di francese di lato sulla scrivania. Mi sorrise, ancora.
Potevo morire vederlo ogni volta sorridere.
Erano quasi le undici e venticinque.
"Oh cavolo, è tardi, sta per arrivare la mia amica" era tardissimo.
"Sono le undici e mezza? Sta per arrivare anche il mio amico allora." disse un po' triste.
"Ah..ehm, non so come ringraziarti Matteo..mi hai salvata, senza di te domani sarei dovuta stare sui libri e invece farò qualche altra cosa" risi alla fine.
"Ma figurati, è stato un piacere" disse sorridendo. Oh ma aveva delle fossette quando rideva? Era così stupendo.
"Bene..allora..ciao e grazie ancora.." cosa dovevo fare? chiudere l'icona? non sapevo che fare.
Sorrise tristemente "Ciao Azzurra, alla prossima" mi salutò con la mano e poi scomparì.
"Partner numero quattro"
No, non volevo un altro partner, avrei voluto parlare ancora con Matteo.
"SONO A CASA!" urlò Anya dal salotto.
"Ehy, com'è andata?" chiusi il pc e corsi in salotto.
"Benissimo, mi ha portata su una gondola, è stato romanticissimo" disse adorante.
"Credo che io mi stia innamorando di Gianluca, è tanto strano?" mi parlò poi preoccupata.
"Ma certo che no" corsi ad abbracciarla. "Gianluca è un bravo ragazzo e voi dovete stare insieme, innamorarsi di lui sarebbe solo la cosa migliore" le dissi sorridendo. "Ahh quanto ti voglio bene cucciola" disse.
"Andiamo a studiare forza" mi lasciò.
"Oh no, ho finito, devo solo mettere una mia opinione" dissi felice.
"Davvero? Come hai fatto? Pensavo ci volesse un sacco di tempo" mi chiese aggrottando la fronte.
"Una mano del signore" o una mano di Mattero, era lo stesso tanto sembrava Dio, era stupendo.
"Mh, d'accordo. Allora ti dispiace aiutarmi a cucinare ora così domani mattina andiamo a fare shopping al centro commerciale?" mi chiese quasi insicura.
"Sì..certo, ma possiamo mangiare anche qualcosa lì, non dobbiamo cucinare per forza per pranzo" 
"Ehm..no, ti dispiace se ho invitato Gianluca e il suo amico a mangiare qua da noi domani sera?" mi disse totalmente in imbarazzo.
Che scherzava? Mi avrebbe fatto piacere, non capivo perché dovesse dispiacermi.
"Scherzi? Va benissimo!" iniziai a saltare. "Cosa cuciniamo?" continuai.
Lei riprese aria e sorrise. Pensava che potessi arrabbiarmi? Che sciocca.
"Non ne ho la più pallida idea" mi disse portandosi le mani in volto sbuffando.
"Dai non credo che siano due maiali, facciamo qualcosa di semplice. Però cerchiamo su Google... Non voglio uccidere nessuno" dissi ridendo.
Anya scoppiò a ridere e mi seguì in camera da letto dove prendemmo il pc per cercare le ricette del cibo che avremmo cucinato per Gianluca e il suo amico.





*SPAZIO AUTRICE*
Oggi scrivo sotto ahaha
In ogni caso come avevo promesso VIDEOOOOOO!
L'ho fatto io quindi non spaventatevi se fa pena.
Come ho scritto nella storia, Matteo ha gli occhi azzurri.
Colton Haynes ha gli occhi azzurri ma sono tendenti al verde e i suoi capelli sono biondi, ma sono biondo scuro AHAH
Avrete notato che nel capitolo ho messo un po' di realtà, cioè i ragazzini di oggi.
E ho parlato anche di quelle ragazze che praticamente si piangono addosso senza fare nulla. Niente offese, ho scritto solo quello che penso.
In ogni caso, spero che la storia vi piaccia. Siamo ancora all'inizio.
Infatti questi primi capitoli sono stati corti solo per presentare i personaggi.
Ed ecco che arriva il nome del ragazzo di Chatroulette: MATTEEEEEEEEEEO.
Lascio a voi i commenti. So che non è lungo, ma è essenziale.
GRAZIE MILLE PER LE RECENSIONI E PER I SEGUITI, DAVVERO.
PERFAVOOOOOORERECENSITEANCHEQUESTO.

 

RECENSITE!
Alla prossima, Anna:) x

  
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