Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: zaynsvoice_    27/06/2013    1 recensioni
Amore vecchio, amore nuovo.
Quel è il migliore? Di chi ci si può fidare? Possiamo fidarci nuovamente? domande all'apparenza semplici, ma le risposte? Sono altrettanto semplici?
C'è anche qualche accenno ai Larry, se non vi piace come coppia non ci posso fare niente c:
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Gli occhi azzurri più belli che avessi mai visto
 

 

(4)
 

 

 

 

 

Harry's pov

Mi stavo completamente attorcigliando nelle coperte.
Ma non tanto perché sentivo freddo, ma per sentirmi, in un certo senso, protetto dal mondo esterno. Non avevo voglia di alzarmi dal letto. Non volevo andare a scuola.
Volevo starmene comodamente spaparanzato sul letto a non fare niente dalla mattina alla sera. Un po' come Bruno Mars nella sua canzone 'The lazy song'.
Alzai la faccia dal cuscino per controllare l'orario: erano ancora le 6:45.
Era ancora presto, dato che la scuola iniziava alle 8:30, perciò provai a dormire di nuovo per una mezz'oretta circa, ma con scarsi risultati.
Decisi di alzarmi dieci minuti dopo. Appena scesi dal letto n brivido di freddo scivolò lungo la mia schiena, abituato al tiepore delle coperte.
Dei ciuffi di capelli, mi caddero sull'occhio. Me li “pettinai” -per modo di dire, dato che il mio pettine era la mano- e scesi giù in cucina.
Appena entrai nella stanza un profumo di frittelle invase le mie narici, facendomi borbogliare lo stomaco.
Le frittelle di mia mamma erano, per modo di dire, famose. Non so perché, ma le mamme hanno questa specie di dono del cucinare.
«Buongiorno mamma» dissi dandole un bacio sulla guancia.
«Buongiorno tesoro, quante frittelle vuoi?» «Tre, grazie» mise il cibo nel piatto, e me lo porse. «Come mai sveglio così presto? La scuola inizia alle 8:30» «Lo so, ma mi sono svegliato e non riuscivo a riaddormentarmi» «Capisco» sussurrò flebilmente mia mamma intenta a preparare altre frittelle per mia sorella minore Jade.
Jade è una piccola e insopportabile peste di otto anni, ma in fondo, molto in fondo, le voglio bene. È pur sempre mia sorella minore, e come ogni fratello maggiore che si rispetti, devo proteggerla dai mostri dentro l'armadio o sotto il letto.
L'anno scorso aveva la fissa dell'Uomo Nero, e ogni sera mi faceva controllare dentro l'armadio. Se non lo facevo me la dovevo sorbire tutta la notte nella mia stanza. Ma considerando che è piccola, ci può stare.
«Jay, muoviti, le frittelle sono pronte, poi se arriva il pulmino non fai in tempo a mangiarle» urlò mia mamma, cercando di farsi sentire dalla piccoletta. «Ora arrivo, mi metto l'ultima scarpa.» squittì mi sorella con la voce acuta.
La porta si aprì facendone spuntare la figura minuta di mia sorella.
I capelli mossi e castani racchiusi in una coda alta, lasciando spuntare qualche capello sfuggito alle piccole manine di mia sorella.
Grembiulino rosa, che non sopportavo. Non lo avevo mai sopportato il grembiule. Infatti a scuola venivo ripreso molto spesso dalle maestre perché me lo toglievo, e loro non volevano.
Piccole converse alte e rosse ai piedi. Jade, molto probabilmente, aveva preso da me la mania per le converse, me le metto dappertutto.
La piccolina sorrise, lasciando in bella mostra una piccola ''finestra''. Lo trovavo adorabile.
«Tieni piccola» disse mia mamma porgendo un piatto con una frittella e lasciandole un bacio sulla guancia.
La bimba si accomodò sulla sedia e cominciò a mangiare lentamente.
«Allora..» esordì mia mamma sedendosi e guardandoci entrambi «..Nervosi per il vostro primo giorno in una scuola nuova?» Jade annuì. Era una bambina timida e per lei risultava difficile farsi dei nuovi amici.
«Tu invece Harry?» ci pensai un momento, prima di scuotere il capo in segno di negazione. «Non penso ci siano problemi. O almeno, spero.» dissi di risposta allo sguardo confuso di Anne.
«Oh, beh, lo spero per te tesoro» affermò mentre si alzava. Appena fu accanto a me mi lasciò un buffetto sulla guancia. Lei sapeva che odiavo i buffetti sulle guance, ma lei lo faceva lo stesso.
Un rumore dall'esterno ci fece volgere lo sguardo alla finestra.
«Jay, è arrivato il pulmino. Ci vediamo più tardi, buona fortuna» «Ciao» sussurrò nervosa mia sorella. Appena fu salita sul pulmino controllai l'ora nell'orologio a muro della cucina: erano le 7:20. Avevo ancora tempo.
«Oggi ti accompagno in macchina a scuola, così impari la strada e poi potrai andare anche a piedi» annuì con la testa e salì in camera mia.
Andai in bagno e dopo essermi lavato la faccia, mi lavai i denti.
Mi tolsi il pigiama, rimanendo in boxer.
Arrivato in camera, aprì le ante dell'armadio, prendendo dei jeans neri, una maglietta a maniche corte bianca, e sopra una felpa blu. Anche se era solamente metà settembre, a Londra iniziava a fare freddo.
Dopo essermi infilato la felpa, mi misi le solite converse bianche, ormai diventate grige con l'andare del tempo.
«Mamma sono pronta» urlai. «Ok, te intanto aspettami alla macchina»
Appena uscì dalla macchina, il fresco pungente mattutino mi pizzicò le guance, facendole diventare rosee.
Entrai in macchina aspettando mia mamma, che arrivò dopo pochi minuti.
Il suo respiro era affannoso, lasciando di tanto delle piccole nuvolette di vapore, che si dissolvevano nel nulla.
«Harry» iniziò Anne. Già sapevo dove voleva andare a parare.
«Non ripetere il tuo comportamento dell'anno scorso, ti prego»
Avevo indovinato.
La mia condotta negli anni scolastici precedenti, non era una delle migliori insomma.
Venivo messo in punizione per aver causato risse, oppure venivo sorpreso mentre fumavo in bagno.
Non avevo un buon comportamento, me ne rendevo conto, ma nelle materie scolastiche -eccetto algebra, proprio non riuscivo a capirla- me la cavavo abbastanza bene. Prendevo qualche 7 o 8, e non mi lamentavo per questo.
Ma sapevo che con il mio comportamento aveva deluso le aspettative di un figlio ''modello'' e perfetto.
Beh, semplicemente non lo ero. E mia mamma, oramai, se ne era accorta.
La macchina frenò, dato che eravamo arrivati davanti alla scuola. Presi un bel respiro e aprì lo sportello.
«Che ore sonno mamma?» controllò nel suo orologio da polso e guardandomi mi disse che erano le 8:15.
Fortunatamente, il primo giorno di scuola non ero in ritardo. Non volevo già dare una cattiva idea di me ai professori.
Non che me importasse più di tanto di ciò che pensavano di me, ma meglio prevenire che curare, giusto?
Mi sistemai meglio la cartella sulle spalle e mi guardai in giro in cerca di Scarlett, ma non la trovai.
Guardandomi un po' intorno notai che era una classica scuola stile inglese, con i soliti gruppetti: troie, o meglio, cheerleaders, i ragazzi fichi, quelli normali, e infine gli sfigati, ovvero i nerd.
Io per ora a seconda del gruppo sociale scolastico, appartenevo agli sfigati, dato che ero ''nuovo''.
Nessuno notò la mia presenza, a parte qualche ragazzina che subito dopo si girava a parlottare con la compagna.
Feci qualche passo in avanti, in cerca di qualche viso familiare, ma ancora nulla.
«Harry» mi sentì chiamare, qualche minuto dopo. Girai la testa, ma non trovai nessuno, dedussi che non stavano cercando me, ma un altro Harry.
Iniziarono dei piccoli colpetti su una spalla, allora mi girai e trovai gli occhi color ghiaccio della mia migliore amica.
«Ehi, buongiorno Scar» dissi avvolgendo le braccia attorno alla vita e lasciandole un piccolo bacio sulla guancia.
«Buongiorno Harold» la fulminai con lo sguardo.
Odiavo quando qualcuno mi chiamava con il mio nome per intero.
«Solo perché sei la mia migliore amica non ti farò niente» u sorriso beffardo si dipinse sul suo viso, lasciando che gli occhi si rimpicciolissero, dandole un'aria tenera.
«Vieni con me, ti presento i miei amici» mi prese per un polso e mi trascinò a un muricciolo che segnava la fine della scuola.
Sopra erano seduti tre ragazzi più una ragazza.
Il primo era biondino, probabilmente non naturale perché aveva qualche ciuffo castano. Aveva gli occhi azzurri, e un piccolo sorriso era accennato sul suo viso.
Il secondo invece, aveva gli occhi color nocciola, una vistosa voglia sul collo, e i capelli corti erano un po' alzati verso l'alto. Accanto a lui, un ragazzo dai capelli nero pece, con un buffo ciuffo biondo. Forse la tinta era l'avanzo di quella del biondino, pensai. A questo pensiero sorrisi, cercando di non dare nell'occhio. Il ragazzo era intento a fumarsi una sigaretta, che poco dopo fece cadere per terra, e la schiacciò con il piede.
Aveva la pelle ambrata, cosa strana per un ragazzo londinese, e forse, non era originario di qui. Aveva le braccia, quasi interamente ricoperte da tatuaggi, alcuni -per me- erano senza senso, e gli occhi erano color caramello. Alla sua destra c'era una ragazza carina, occhi neri, capelli biondo cenere e mossi, che le arrivavano fino alle spalle, e la pelle era chiara.
«Allora» iniziò Scarletti «Partendo da sinistra sono: Niall, Liam, Zayn e Tiffany. Sono i miei migliori amici, spero ti troverai bene qui con noi» disse indicando i ragazzi uno per uno, e questi, a loro volta mi fecero un sorriso che ricambiai timidamente. «Ah, già -riprese- ne manca uno, Louis, ma di solito arriva in ritardo, quindi non ci preoccupiamo. Vieni ti accompagno a prendere i tuoi orari» si offrì Scar, la quale mi prese per un polso, come poco fa, e mi trascinò dentro l'edificio.
Era abbastanza carino, pareti bianche, porte di legno in cui c'era scritto la materia svolta dentro la stanza, e il professore che la spiegava, armadietti grigio metallizzato. Insomma, era una classica scuola inglese.
Scar mi trascinò fino a una porta, bussò e un fievole ''permesso'' ci fece entrare.
C'era una piccola scrivania in legno, dietro a essa, una donna sulla mezza età intenta a leggere scartoffie su scartoffie.
«Ehm.. Buongiorno, sono nuovo e mi servirebbero gli orari» la donna alzò lo sguardo, facendo vedere dei grandi occhi marroni dietro delle spessi lenti. Si sistemò per bene gli occhiali sul naso e mi chiese il nome. «Harry Styles».
La signora aprì un cassetto, e dopo aver sfogliato vari fogli, mi porse un fascicolo e una chiave, «Ti serve per l'armadietto. I libri te li daranno i professori alle lezioni».
Ringraziai, e dopo un saluto accennato, lasciammo la stanza.
«Bene» aggiunse Scar «Cosa hai alla prima ora?» aprì il fascicolo che mi aveva dato poco prima la segretaria e consultai l'orario.
«Qui dice fisica, tu invece che hai?» chiesi, sperando di avere almeno un amico dentro l'aula. «No, ho letteratura inglese. Vorrà dire che ci vedremo al cambio dell'ora. Però, mi pare che Louis abbia fisica alla prima ora, se è arrivato abbastanza in tempo lo trovi lì.» disse Scar. Ero curioso di sapere chi fosse questo Louis.
Mi avviai verso l'armadietto, e con mio grande piacere, era quello accanto a quello di Scarlett e, a quanto mi aveva detto lei, anche a quello di Niall.
«Ciao Harry, ora vado in classe, ci vediamo dopo, buona fortuna»
La salutai con un cenno del capo, per fortuna prima mi indicò dove fosse l'aula di fisica.
Mi incamminai verso la classe, e il professore non era ancora entrato.
Mi guardai attorno, i banchi erano disposti due a due in quattro file.
I posti erano quasi tutti occupati, solo uno era libero. Accanto a un ragazzo con i capelli castani.
«Ehm, scusa, posso sedermi qui?» domandai timidamente.
Il ragazzo in questione non alzò nemmeno lo sguardo, ma annuì lo stesso.
Volevo presentarmi, ma l'entrata del professore mi interruppe.
Era un ometto basso e cicciottello, buffi occhiali spessi, appoggiati malamente sul naso, e capelli neri pettinati, tranne per qualche ciuffo ribelle, che saltavano di qua e di là.
«Buongiorno ragazzi» disse con voce bassa, ma non molto. «Oggi dovremmo avere un nuovo alunno, Harry mi sembra. Dove sei?» alzai la mano, lentamente, e piano piano, tutti gli sguardi si rivolsero tutti a me. Chi mi guardava con curiosità, chi con disprezzo.
«Benvenuto allora, spero ti troverai bene in questa scuola. Questo è il libro» mentre disse questo si avvicinò a me porgendomi un libro, non molto alto.
«Allora, detto questo, possiamo cominciare la lezione. Harry, se non hai affrontato qualche argomento, puoi tranquillamente dirlo. Aprite il libro a pagina 28» aprì il libro e provai a concentrarmi sull'argomento. Ero abbastanza bravo in fisica, ma non ero proprio una cima.
«Piacere Louis» mi girai verso il mio compagno di banco.
Potevo finalmente vedere i suoi occhi, e lo devo ammettere, erano gli occhi azzurri più belli che avessi mai visto.

 

 

ANGOLO AUTRICE

 

buongiorno bellezze, scusate il ritardo, ma la connessione internet è saltata e infatti sto scrivendo, ma non so quando posterò lol.
Detto questo, spero vi sia piaciuto questo capitolo, a me sinceramente piace, e visto che non ho connessione, ci ho dedicato più tempo, per cui è venuto un po' più lungo degli altri.
Come avrete capito ci sarà del Larry. Se non vi piace questa coppia #peaceandlove

VI PREGO RECENSITE, VI SCONGIURO, SENNÒ È COME NON SCRIVERE A NESSUNO, FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE. È IMPORTANTE PER ME.

Con ciò, au revoir people.

p.s recensite (?) lol

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: zaynsvoice_