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Autore: _Giuls17_    27/06/2013    2 recensioni
Ecco appena pronto il primo capitolo del seguito di "love, changes and battles" spero che possa piacere come la storia precedente.
Maka si ritrova ad affrontare una situazione difficile, qualcosa che tre anni fa, quando si era dichiara a Soul Eater Evans non aveva prevesito. Qualcosa che la metterà davvero in una situazione brutta e dovrà tornare a Death City per volere di Shingami, ma Perchè se n'è andata? E cos'è successo con Soul un anno dopo l'epilogo della storia precedente? Scopriamolo assieme, ma non sarà nulla di piacevole, per chi si aspettava un futuro felice per i due.
Capitolo 23: Provai a resistere, dovevo rimanere sveglia ma lentamente mi lasciai andare al dolore, finché tutto non divenne nero e per l’ultima volta pensai a quei bellissimi occhi rossi che mi mancavo come la vita.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri | Coppie: Soul/Maka
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 23

Da quel giorno la mia vita, così come l’avevo conosciuta venne totalmente stravolta.
Niente aveva più senso, niente era più come prima, l’unica certezza che mi era rimasta era mio figlio ma con una madre conciata in quel modo avrebbe avuto bisogno di aiuto.
Perché anche se gli altri avevano ripreso la loro vita da dove l’avevano lasciata, io non avevo potuto, io non c’ero riuscita.
Ero rimasta ferma al momento in cui la mia anima si era spezzata, ero rimasta ferma al giorno in cui avevo scoperto che Soul era sparito, e nonostante fosse passato un mese da quel giorno io non avevo fatto alcun progresso.
Camminavo, mangiavo lo stretto necessario ma, dentro ero vuota.
totalmente vuota; non c’era più niente che mi legava a questo mondo, ero diventata l’ombra di me stessa e stavo vivendo una vita che non sentivo più mia.
Fuori sembravo ancora Maka ma dentro non ero nessuno.
Non ero riuscita neanche a recuperare la mia anima ma in realtà non lo desideravo neanche tanto, poiché quella era l’unica punizione che mi sarei potuta infliggere per averlo perso.
Era l’unica cosa che potevo fare per ricordarlo, senza di lui la mia vita non avevo senso e mai più l’avrebbe avuta.
Ecco perché avevo deciso di vivere in quel modo, soffrendo, autopunendomi, per ricordare il mio sbaglio, per non dimenticarlo.
Risi sotto i baffi, sarebbe stata una cosa impossibile dimenticarlo, lui mi mancava come il pane e l’acqua, lui mi mancava come l’aria, lui era quel quid che completava la mia anima.
E senza di lui non sarei mai stata più niente, né una donna, né un’artigiana, né una madre.
Ed era questa consapevolezza che mi teneva sveglia la notte, l’impossibilità di essere la madre giusta per mio figlio non mi dava pace, con la mente mi ero sforzata di trovare una soluzione ma tutto quello che ero riuscita a vedere era buio, era solitudine.
Niente sarebbe riuscito a illuminarmi la giornata, se non un suo sorriso o i suoi occhi, color rubino.
L’unica speranza per mio figlio era un mio cambiamento, ma io stessa lo vedevo come un obbiettivo irraggiungibile.
Ero messa troppo male.

-Maka ti ho fatto la spesa così non dovrai muoverti di casa almeno per un po’.- Tsubaki era sempre troppo gentile con me, ma lei era l’unica che si era veramente resa conto di come stava.
L’aveva capito guardandomi negli occhi un paio di settimane fa e da quel momento non mi aveva più lasciato.
-Io penso sia una femmina.- le risposi, cercando di cambiare argomento.
-Chi?.-
-Mio figlio, ho la sensazione che sia femmina.- mi toccai la pancia con affetto.
Ecco quelli erano gli unici momenti in cui mi sentivo viva, ma erano troppo pochi.
-Ma il dottore ha detto…-
-Lascia stare quello che ha detto il dottore.- la zittì subito, -Sono libera di immaginare e spero che sia femmina, lo stesso.-
Guardai fuori dalla finestra, provando a immaginarla più come a Soul che come a me, forse avrebbe avuto gli occhi rossi.
-Come la chiameresti in caso?.-
-Hope. Quella che io non ho mai avuto.-

-Dai Maka vieni a farti una foto con noiiii!!.- la voce di Liz mi riportò alla realtà, guardai la stanza e le persone che mi stavano circondando, ma non ricordavo né il perché fossero a casa mia né quando fossero arrivate.
La mia mente era attraversata da una fitta nebbia che mi impediva di ricordare.
Vidi i volti sorridenti dei miei amici e una fitta di dolore mi partì dal cuore, erano tutti cosi schifosamente felici e allegri che mi venne da vomitare e il dolore si trasformò in rabbia.
Era questo il sentimento che avevo tenuto nascosto per tutti questi mesi, perché loro avevano smesso di ricordarlo, erano andati avanti senza pensare a Soul, lo avevano dimenticato.
Mi asciugai una lacrima, e allora mi resi conto di odiarli, perché io non c’ero riuscita, perché loro avevano fatto un passo avanti mentre io ero tornata indietro.
Io non avevo smesso di ricordare, io non ero andata avanti.
Mi alzai e notai i loro sguardi, erano speranzosi.
Ma non c’era più niente da salvare in me, perché io non c’ero più.
-Mi fate schifo.- dissi con un tono di voce abbastanza alto.
Me ne pentii il minuto dopo ma me ne fregai, nonostante tutto questa era stata l’unica mia manifestazione d’affetto dopo un tempo infinito.
Non replicarono, né mi accusarono, perché in fondo anche loro sapevano che davanti a loro non c’era Maka, c’era una sconosciuta che aveva preso il suo posto.

Andai in camera sua e chiusi a chiave.
Non avevo cambiato niente, non avevo spostato niente, tutto era rimasto come lui lo aveva lasciato ed ebbi la sensazione di tornare indietro nel tempo.
Ricordai quando ancora frequentavamo la Shibusen come allievi, ricordai tutti i litigi e le bugie che gli avevo detto per nascondere l’amore che provavo per lui.
Le lacrime ripresero a uscire forte e mi appoggiai al suo letto, riuscii a sentire ancora il suo odore, e come un pugnale mi colpì dritta al cuore.
Facendomi sentire ancora di più la sua assenza, facendomi sentire sola e persa, facendomi capire che stavo perdendo la mia vita.
Quella che lui aveva difeso troppe volte.
Ma anche quella volta non me ne importò un cazzo, perché senza di lui la mia vita non aveva ragione di esistere.
***
-Tsubaki forse è meglio che rimani a dormire qui stanotte, Maka sta male più del solito.- le parole di Black Star la fecero riflettere, anche lui si era accorto che la loro amica stava male.
Beh quello sarebbe stato un eufemismo, la verità era che Maka non era mai tornata dal viaggio, era rimasta lì con Soul e loro non erano riusciti a riportarla a casa, e a farla stare bene.
Avevano fallito e in parte Tsubaki si sentì responsabile delle condizioni dell’amica.
-Lo penso anche io.- rispose stringendo la mano a Black Star e augurandosi che tutto andasse bene.

***
-Ti amerò per sempre.-
Mi svegliai di colpo, sudata e con il cuore che stava battendo troppo veloce.
Lo avevo sentito chiaro e tondo, avevo sentito la sua voce proprio in quella stanza, accesi la luce trattenendo una mano sul cuore, ancora non aveva smesso di battere.
-Soul!!.- urlai con tutte le mie forze.
Era lì, potevo percepire la sua anima, sentire le sue melodie ma in realtà lui non c’era.
Il dolore al petto fu così forte che smisi per un secondo anche di rispirare e iniziai a boccheggiare.
-Soul- stavolta urlai più piano, provai ad alzarmi ma caddi a terra, le gambe non riuscivano a reggermi.
-Maka che cosa succede?!.- Tsubaki entrò di corsa in camera e rimase quasi pietrificata nel vedermi in quel modo.
-Aiutami.- furono le uniche parole che riuscii a pronunciare prima di vomitare. -Il bambino sta male?!.- chiese allarmata.
-No sono io.- risposi debolmente.
Il dolore al petto era aumentato e si era fatto costante, la mia mano non riusciva più a contenere quello strazio.
-Maka stai sudando freddo!. Chiamo Black Star dobbiamo portarti da Stein!.-
La vidi correre via dalla camera, provai a trattenerla per una mano ma non ci riuscii, le forze mi stavano abbandonando e sentii gli occhi farsi sempre più pesanti.
Provai a resistere, dovevo rimanere sveglia ma lentamente mi lasciai andare al dolore, finché tutto non divenne nero e per l’ultima volta pensai a quei bellissimi occhi rossi che mi mancavo come la vita.

***
-Che cos’ha?!.- urlò Tsubaki dopo pochi minuti.
Stein stava controllando Maka e aveva capito subito che qualcosa dentro di lei aveva smesso di funzionare, il suo cuore la stava abbandonando.
-Ha un infarto.- rispose secco.
Prese il camice e andò a sterilizzarsi, doveva muoversi o avrebbe perso sia Maka che il bambino e questo non lo poteva permettere, doveva salvarli.
Sentiva di sottofondo Tsubaki piangere a dirotto ma in quel momento non poteva pensare anche a lei, aveva cose più importanti da fare.
Digitò veloce il numero di un medico che conosceva bene per farlo venire, aveva bisogno di tutto l’aiuto possibile perché lui da solo non sarebbe stato sufficiente.
-Dobbiamo farla partorire.- riferì velocemente le sue intenzioni a Tsubaki e preparò tutto l’occorrente, in quei pochi minuti il medico lo raggiunse.
Prima provarono a fermare il cuore di Maka, per farlo tornare stabile, ma nessuna delle sostanze fece effetto.
Ebbe l’impressione che fosse Maka a bloccarlo in qualche modo, perché forse aveva deciso di morire.
Scosse la testa allontanando quello stupido pensiero e pensò al bambino, il feto stava soffrendo troppo.
Allora optò per un parto cesario, era l’unico modo in cui lo avrebbe potuto salvare.

***
Tsubaki non si rese conto dello scorrere delle ore, troppa era l’ansia e la paura di perdere la sua migliore amica.
-Starà bene!.- Black Star provò a incoraggiarla ma in fondo anche lui non ci credeva molto.
Fece un sorriso forzato e tornò a guardare la porta della sala operatoria in attesa che Stein uscisse con qualche bella notizia.
Ma non appena vide la porta aprirsi tutte le sue speranze svanirono.
Stein teneva in braccio un esserino piccolo, avvolto da una coperta.
Senza dire niente lei prese in braccio il figlio di Maka.
-E’ una femmina.- disse cercando di sorridere.
Tsubaki lo guardò meravigliato, Maka aveva avuto ragione.
-Ciao Hope.- disse iniziando a piangere.
-Dov’è Maka?!.- Black Star non aveva neanche guardato la piccola, aveva bisogno di sapere che la sua amica era viva.
-Ha avuto un arresto cardiaco, un paio di minuti fa.- Stein non lo guardò, non aveva il coraggio di farlo.
Black Star ricadde sulla sedia, svuotato del tutto.
Tsubaki riprese a piangere ancora più forte, la sua amica era andata via.
-Non ho potuto fare niente, non sono riuscito manco a trovare la sua anima.- il professore cadde a terra.
Stremato e sfinito. Aveva fallito.
-Dov’è Maka!!.- tutti si voltarono al suono della voce di Spirit.
-Amico…-iniziò Stein ma anche in quel momento non ebbe il coraggio di dirgli che la sua unica figlia giaceva morta dietro quella porta.
-Le devo parlare, è successa una cosa straordinaria!!.- era troppo felice e nessuno se la sentì di spezzargli il cuore.
-Ma cosa vi prende!! Ragazzi Soul è VIVO!!.-
A quelle parole tutti lo guardarono con gli occhi spalancati e solo in quel momento la falce della morte si rese conto che Tsubaki teneva in mano un bambino.
-Perché tieni in braccio mio nipote?.-
Stein si alzò di colpo, prima che Stein potesse realizzare cosa fosse successo veramente.
-Dov’è Soul?!.- qualcosa dentro di lui si stava muovendo, era la speranza.
-E’ arrivato ora alla Shibusen.- disse piano, senza staccare gli occhi da quel bambino, piccolo e indifeso.
-Dottore!.- il medico che aveva operato con lui uscì dalla stanza con un sorriso stampato in faccia.
-Cosa succede?.- chiese non capendo.
-E’ un miracolo!!!.- urlò ancora più forte, rientrando dentro.
Stein lo seguì senza esitare.
E quello che percepì lo lasciò senza parole, lei era tornata.


Angolo autrice: ciao a tutti, allora intanto chiedo scusa per l’immenso ritardo ma per sto studiando tantissimo ed ho davvero poco tempo. Spero solo che questo capitolo vi piaccia, come è piaciuto a me. Però vi annuncio che il prossimo capitolo sarà l’ultimo purtroppo =(
   
 
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