Le cose tra me e mia madre non stavano andando bene, non c’erano stati miglioramenti finora: ci limitavamo a scambiarci giusto qualche parola, quindi una parte di me si vergognava a chiederle

della festa perché sembrava che la stessi usando solo quando mi faceva comodo.

Quando tornai a casa lei era già rientrata dal lavoro, stava discutendo con Louis in cucina.

‘Che strano.’ pensai. Louis e mamma erano sempre andati d’accordo e spesso mi balenava in testa l’idea che lo preferisse a me. Lui era il figlio perfetto, era impossibile non volergli bene: intelligente,
bravo, simpatico e bello. Io invece pensavo di essere nata al contrario: ero strana, odiavo ciò che in realtà avrei dovuto amare e dietro al mio sorriso si nascondevano solo dolore, solitudine e tanta tristezza. Il guaio era che finora nessuno se ne era accorto, a nessuno sembrava importare di me.

Louis uscì dalla cucina nello stesso momento in cui io entrai. Ignoravo i motivi della sua discussione con mia madre e, ad essere sincera, non mi interessavano.

“Ciao, tesoro. Com’è andata a scuola?” mi salutò lei, sfoderando un sorriso quasi falso, tipo i miei.

“Bene. E tu, a lavoro?” chiesi, cercando di essere gentile.

Sembrò sorpresa dalla mia domanda, dato che di rado accadeva che le chiedessi come era andata la sua giornata o semplicemente che mi interessassi della sua vita.

“Bene, grazie. Oggi ho avuto a che fare con una coppia appena sposata, che cercava casa in centro. Dio mio, non immagini quanto erano strani: la moglie voleva che le trovassi un bagno con la sauna
e il marito voleva costruire un campo da golf in giardino, è assurdo!” esclamò.

La sua risposta mi fece sorridere, questa volta sul serio, dopodiché le domandai: “E tu che hai fatto?”.

“Beh, ho detto loro che era impossibile e se ne sono andati, dicendo che mi avrebbero fatto licenziare, ti rendi conto?”.

Scoppiai a ridere, contagiando anche lei. Era da un sacco di tempo che non succedeva e capii che alla fine non era tanto male; passavamo sempre le giornate a discutere e a tenerci il muso, senza
renderci conto di quanto stessimo sbagliando.

“Che è successo con Louis?” le chiesi allora.

“Oh niente di importante, ha preso l’ennesima multa”.

“Ah, come sempre”.

“Già. E tu, come va?”

“Bene, a scuola mi trovo bene. A proposito, stasera una mia compagna di classe dà una festa e mi ha invitata...” le dissi.

“E tu vorresti andarci?”

“Sì, ma se vuoi rimango a casa, non è importante” la buttai lì.

“Guarda che a me va bene, purché non beva, non fumi e non ti faccia canne, intesi?”.

“Quindi posso andare?” chiesi, spalancando gli occhi.

“Ti ho detto di sì” ripeté.

“Mamma, ti adoro” le dissi, dopo esserle saltata addosso e averla riempita di baci.

“Sì, ma non fare troppo tardi perché stasera non ci sono. Scarlett, hai sedici anni, ricordatelo!” urlò dalla cucina, dopo che me ne ero già andata.