t
e a m K
-Ehi,
oggi è un anno.- Violette volta lo sguardo e fissa l’amico
che, a naso insù, punta il cielo –E’ già un anno, oggi.- ripete piano,
senza distogliere lo sguardo dalle nuvole, inclinando il capo. I rasta si muovono con la sua testa, ondeggiando, e il ragazzo
di fianco a lui allunga una mano per sfiorarglieli –Un anno.- mormora,
socchiudendo gli occhi.
Quel giorno Violette se
lo ricorda ancora.
Pioveva, a dirotto, e
c’erano tutti. Anche Pardio era andato, nonostante
tutto, e Violette era sicuro di aver intravisto
Amaranto versare qualche lacrima silenziosa.
Vicino gli si era
sistemato Azzurro, e ancora lo vedeva in piedi, concentrato a fissare i
presenti: c’erano anche quei calciatori giapponesi, Yuuto,
Akio e Jirou, e qualcun’altro che loro non conoscevano. Demonio era vicino a
loro, eretto, silenzioso, lo sguardo cieco puntato sul nulla. Fidio gli teneva
una mano poggiata sulla spalla forse cercando di consolarlo. Lui, i giapponesi
e Demonio erano i più vicini alla tomba. Violette non si era
scordato le loro schiene dritte e tese di fronte alla lapide del Signor K.
-Vuoi
piangere, Demonio?- Violette si volta verso l’amico,
poggiando la guancia sul palmo della mano.
L’altro
scuote la testa –Il Signor K. è stata l’ultima cosa che ho visto, lo sai, Violette?- sussurra solo, ed il compagno sussulta a
quelle parole.
-Mi
sono voltato subito dopo aver calciato la palla, per guardarlo. Per vedere se
andavo bene.- si passa i polpastrelli sulla guancia e
sorride amaramente –Non sono andato bene.- la mano scivola giù, lungo il fianco
–Il suo sguardo diceva “non vai bene”.- scuote nuovamente la testa, lasciando
il discorso a metà –Non piangerò.- conclude, ed il compagno sposta lo sguardo
sull’asfalto. Si porta le ginocchia al petto e rimane in silenzio.
Azubel aveva pianto come un disperato, senza curarsi degli sguardi
degli altri, e Indigo aveva persino cercato di
consolarlo. Violette aveva constatato con stupore che
la morte di una persona poteva riunirne altre e cancellare qualsiasi discordia
tra di loro come se non ci fosse mai stata.
Rozeo si era limitato a stringersi a Rosso, che lanciava sguardi di odio a chiunque non facesse parte della sua squadra, come
se la morte del Signor K fosse stata solo affare del suo team, suo e di nessun
altro. Violette aveva provato lo stesso fastidio verso
quelle persone che non erano mai riuscite ad apprezzare, se non alla sua morte,
l’uomo che aveva offerto loro quella, seppur sbagliata, seconda possibilità,
all’inizio. Ma in quel preciso momento, vederle lì,
raccolte in un triste silenzio, lo aveva fatto ricredere su tutto.
-Lo
odi?- domanda dopo un po’ il ragazzo dai capelli quasi bianchi, giocherellando
con una ciocca dei suoi stessi capelli.
Gli
occhi ciechi di Demonio lo cercano, può percepirli
sulla pelle. Ci mette un po’ a rispondere –No, non credo.- scrolla le spalle
–Forse provo pena per lui.-
Violette
sa che Demonio è stato l’unico a stringere un vero e proprio legame con il
Signor K, e si ricorda bene di quanto i primi tempi fosse
stato geloso del suo migliore amico, così ben trattato dal loro
allenatore.
-Ha
accettato sé stesso poco prima di morire. Magari non aveva rimpianti.- replica Violette.
-Forse.-
Bianco, per la prima
volta in vita sua, probabilmente, aveva perso ogni traccia del suo ottimismo e
della sua parlantina, e si era buttato a terra vicino a
Giallo, che non guardava niente se non i suoi piedi.
Grigio si era
arrampicato sull’enorme schiena di Marrone e aveva nascosto il viso nella sua
schiena.
Rattimo aveva urlato qualcosa, poi se ne era
andato.
Violette si sentiva distrutto. K non era stato con
loro a lungo, questo era certo. Ma tutti in
qualche modo si erano legati a lui, nonostante il suo essere così schivo e
irraggiungibile. Grazie a lui, che fosse stato giusto o meno,
erano riusciti a sentirsi accettati, tutti quanti. Meno inutili. In grado di
andare avanti. Non era stato il metodo giusto. Alla fine avevano fallito e si
erano ricreduti tutti. Ma probabilmente, senza la spinta
del Signor K, nessuno avrebbe mai deciso di cercare un riscatto, e questo
valeva tantissimo per ognuno di loro.
Era stata la presenza di
Verdio ad impedirgli di scoppiare a piangere. Non
poteva piangere. Demonio era abbattuto, e tutta la squadra con lui. Almeno lui
doveva rimanere calmo, mostrarsi forte. La mano di Verdio
si era intrecciata decisa alla sua e gli aveva fatto forza.
Demonio
si alza, barcollando –Andiamo?- chiede, e Violette gli è
al fianco. Gli poggia una mano sulla spalla, come quel giorno aveva fatto Fidio –Andiamo.- annuisce.
Non si ricorda quanto era durato. Solo che era stato lunghissimo.
E che Verdio non aveva mai
lasciato la sua mano.
Poi, semplicemente, se ne erano andati tutti.
Il Team
K aveva temporeggiato fino all’ultimo, in silenzio.
Era rimasto solo
Demonio.
Fermo.
In piedi.
Cieco.
E loro lo avevano lasciato lì, da solo, a dare il suo ultimo
saluto.
Non avevano avuto il
coraggio di rimanere oltre.
Ed
ecco Rattimo, Rosso, Azubel.
Arriva anche Nero, poi Giallo, Bianco, Azzurro, Rozeo,
Indigo. Grigio, Pardio,
Amaranto, Marrone. Arrivano tutti, anche Verdio, che
sorride a Violette come quel giorno, e come quel
giorno gli si avvicina e gli prende la mano.
-Ehi,
Signor K.- Demonio fa un passo in avanti, da solo, di fronte alla lapide.
Ma
questa volta tutta la squadra lo segue.
E’
passato un anno.
Ed
il Team K è di nuovo lì, riunito.
Davanti
a quella tomba.
Tutti insieme.
*
Salve
a tutti *v*//
Ho
deciso di scrivere questa fic incentrata sul Team K
parecchio tempo fa, e finalmente l’ho finita e ricontrollata. Ho scritto su di
loro perché, bhè, insomma, nessuno se li fila, a
parte Demonio che comunque è un personaggio abbastanza
calcolato (e stupendo. Quanto è bello Demonio. Lo amoasfjsdbh). Non avendo una
caratterizzazione psicologica (essendo poco calcolati anche nell’anime,
poveri-) ho cercato di delineare appena i giocatori del team, in particolar
modo Violette (ed ho accennato a tale Verdio/Violette,
mia nuova e lucente OTP che merita tanto amore perché sono bellissimi e fluffosi ekjsdvbdshbkl).
Allora,
secondo me, il Team K, nonostante tutto, è grato a Kageyama. Ora, si, ok, li ha solo usati, se vogliamo
metterla così, ma sono convinta che grazie a tutta questa storia questi ragazzi abbiano trovato il coraggio di uscire allo
scoperto e di affrontare di petto ciò che gli capita e capiterà. Mi trasmette
una bella sensazione, questa squadra, e nella mia mente è unita come l’ho
descritta nella fic.
Uh, ok, la finisco qui che sennò scrivo uno
dei miei soliti papiri-
Voglio solo aggiungere una cosa: Inazuma Eleven ha una quantità di
personaggi innumerabile, e molti sono sottovalutati, ignorati, lasciati da
parte per ovvi motivi di preferenza. Ma ci sono e sono bellissimi, e si possono
scoprire molto interessanti, e possono dare un sacco di idee.
Quello che voglio dire è (?) che c’è bisogno di più amore per i personaggi
secondari, che sono tanto lov <3 (chehodetto(?)).
Detto
ciò, spero che la fic vi sia piaciuta *u*//
Alla
prossima <3
Greta.