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Autore: __wannabefree    28/06/2013    3 recensioni
Tre ragazzi. Tre giovani amici uniti da un forte legame presto diventano inseparabili. Louis e Harry sono legati da qualcosa di ben più profondo dell'amicizia e presto il loro legame "speciale" metterà a dura prova il rapporto di amichevole complicità dei tre.
Genere: Comico, Drammatico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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(prologo)


Eravamo in viaggio da più di dieci ore ed avevamo fatto solo una pausa, ma questo non mi importava, dato che più tardi sarei arrivato in quello stupido collegio meglio era. Stavo ascoltando musica da quando eravamo partiti, non avevo tolto le cuffiette per neanche un secondo. La musica mi aiuta, mi capisce, mi rende una persona forte. Girai lo sguardo verso il finestrino e, oltre al riflesso dei miei capelli biondi, vidi un grande istituto con un cortile immenso dove c’erano tanti ragazzi che giocavano. Prima ancora di arrivare provavo già una brutta sensazione. Mi sentivo come un topolino grigio che si dirigeva verso la bocca di un gatto e non c’era nulla, nulla che potessi fare per evitarlo. Guardai avanti a me, vedendo le mani incrociate di mio padre e di Britney, la compagna di mio padre. La odiavo. Mia madre era morta di cancro tre anni fa ed io cominciavo a dimenticare i suoi lineamenti. Presi il suo porta cipria dallo zainetto che mi ero portato e lo aprii. Quando aprivo il suo porta cipria e ci vedevo riflessa la mia faccia mi tornava in mente la sua. Il profumo della cipria aveva lo stesso profumo di quando la baciavo sulla guancia. Mia madre, lei non mi avrebbe mai mandato in un collegio. Mio padre sta cercando un posto per parcheggiare ed io ho il tempo per guardarmi intorno. Ci sono ragazzi ovunque, c’è chi si rincorre, chi gioca a carte, chi a calcio, chi legge, ognuno di loro è impegnato in qualche attività ed io mi sento così fuori posto. Passiamo accanto a dei ragazzi che suonano il flauto dolce e mi viene in mente di quando mi insegnarono a suonarlo alle scuole medie, ricordo che mia madre mi regalò il primo flauto, quello di legno scuro che ormai si era rovinato. Io e mio padre scendiamo dall’auto, mentre Crudelia De Mon alias Britney rimane in auto. Ci avviciniamo verso un signore anziano, ma non molto, sarà sui 55 anni e mio padre gli stringe la mano mentre io continuo a guardarmi intorno. Sono sempre più convinto che questo collegio non è per me. Sono sempre più convinto che accadrà qualcosa di brutto. Mio padre si avvicina a me e mi abbraccia, salendo in macchina e lasciandomi qui, da solo. Da solo in mezzo a tanta gente.
«Le cose poi migliorano, sai, davvero.» Mi dice il preside avvicinandosi a me e mettendomi una mano sulla spalla, per confortarmi. Io smisi di guardarmi intorno, girandomi verso di lui ed accennando un piccolo sorriso.
«Io sto bene, grazie.» Dissi mentendo. Non sto bene affatto. Mi manca la mia stanza, i miei poster, le mie chitarre che ho dovuto lasciare a casa, mi manca lo stereo, mi manca persino la crepa sul muro che ho fatto io stesso qualche anno fa, sbattendoci la testa.
«Ti voglio presentare un compagno.» Disse il preside interrompendo, di nuovo, i miei pensieri. «Harry, vieni! Ti presento Niall!» Urlò il preside verso un ragazzo che stava a qualche metro da noi insieme ad un altro ragazzo. Harry, che a quanto pare era quello riccio, si girò verso di noi e cominciò a venirci incontro. A questa distanza riuscii solamente a vedere i suoi ricci. Aveva dei capelli davvero belli ed era anche più alto di me. Man mano che si avvicinava riuscivo a distinguere sempre più particolari sul suo viso. Ad esempio, riuscii a notare le sue fossette mentre sorrideva ed i suoi occhi verdi. Mi sorrise e prese una delle mie valigie, dirigendosi verso l’entrata dell’istituto, ed io lo seguii cercando di starli dietro.
«Il mangiare è schifoso, per questo ci teniamo i soldi da parte per comprarci qualcosa tipo pizze e pasti cinesi. – Disse mentre cominciavamo a salire le scale che ci portavano al portone principale – E chi non lo fa, qualche anoressico, si nutre di gomme da masticare.» Aggiunse poi ridendo e sollevandomi la mia valigia da terra. Arriviamo in una stanza ampia, ci sono due divani ed una poltrona e, proprio al centro della stanza, c’era una statua in marmo di una donna che ha tra le braccia un bambino piccolo. La osservo per un po’, non riuscendo a non pensare a me e mia madre. «Sul serio.» Aggiunse Harry, riferendosi ancora al fatto del cibo. Ridemmo insieme e cominciammo a salire le valige, arrivando al primo piano, dove c’erano già delle stanze da letto. «Possiamo fare quello che vogliamo qui, è uno spasso!» Disse euforico il riccio, girandosi verso di me e trovandomi con il fiatone. «Wow, sei proprio messo male! Dovrai venire a correre con noi o avrai un infarto prima dei vent’anni!» Disse ridendo Harry, fermandosi davanti ad una porta. «Ecco, qui c’è il nostro bagno ed anche le docce.» Afferma sorridendo e girandosi verso di me che sto ancora guardando in giro. «Come hai detto che ti chiami?» In effetti, non l’avevo detto.
«Bè, tutti mi chiamano Ni.» Dissi io imbarazzando grattandomi la nuca.
«Ni?» Chiese lui.
«Mio padre, lui mi ha sempre chiamato così.» Spiegai, ancora imbarazzato.
«Davvero? E come mai?» Chiese.
«In realtà, non ne ho idea.» Risposi guardando in alto e notando che ormai le scale erano quasi finite.
«Il mio mi chiamava Hazza, mi faceva vomitare.» Ridemmo e finimmo di salire gli ultimi gradini.
«Meglio di Ni.» Aggiunsi io ridendo. Entrammo in una stanza molto disordinata, con una tenda africana, uno scaffale con sopra alcuni libri poco interessanti per me e due cappelli colorati appesi proprio vicino alla porta.
«Tadà – disse Harry allargando le braccia – il mio letto è quello disordinato.» Disse indicando un letto disordinatissimo, con dei pantaloni di jeans ed una maglietta nera appallottolati sopra, con quattro cuscini di colore diverso ed una coperta con dei cerchi sopra ad un lenzuolo blu a righe bianche. Accanto al letto c’erano due comodini sempre disordinati e sul muro dietro al letto c’era appena una mensola con una mucca ed altri oggetti sopra. Intorno a questa mensola, c’erano tante fotografie di Harry ed un altro ragazzo, Harry e la sua famiglia, Harry ed una ragazza bionda che gli assomigliava tremendamente, probabilmente era la sorella, e Harry con un ragazzo più o meno della sua età. Sembrava molto felice, magari lo sarei stato anche io. Più lontano dal letto c’è appesa una bacheca vuota e ci sono due sedie di legno scuro e dei vestiti e delle lenzuola per terra. «Sembra un campo di battaglia, sarà per reazione contro mia madre, tu che dici?» Chiede ridendo Harry, dirigendosi verso un altro letto, più ordinato dell’altro ma sempre in disordine. «Questo è di Louis e – si dirige verso l’altra parte della stanza dove c’era un altro letto – questo è il tuo.» Aggiunge poggiando la valigia sul letto. Osservo il letto con un lenzuolo uguale a quello di prima ed una mensola vuota sopra esso. Sembra così triste. Accanto al mobile c’è un comodino con una lampada bianca molto simile a quella che avevo nella mia stanzetta a Mullingar. Mi avvicino al letto e ci poggio la valigia sopra. Accanto al mio letto c’è una finestra che si affaccia suo cortile e si può vedere tutto quello che fanno gli alunni. «Ehi, senti, so che è orribile il primo giorno, ma ora io sto meglio qui che a casa mia. Siamo come i ragazzi smarriti di Peter Pan.» Dice Harry sorridendo e sedendosi sul suo letto. «Quando hai finito qui vieni giù alla festa, okay?» Mi dice lui per poi uscire dalla stanza. Apro le valigie e le svuoto. Prendo un orsetto che mi aveva regalato mia madre sul davanzale vicino alla finestra ed esco la foto di mia madre, stringendola al petto, per poi poggiarla sul comodino. Mi alzo e mi guardo intorno, dirigendomi vicino al letto di Louis, che ancora devo conoscere. Ci sono tante scritte sul muro e tanto foto. Prendo gli occhiali e mi dirigo verso la finestra, per osservare meglio. Tutti si divertono, lì fuori. Tolgo gli occhiali e scendo le scale, fermandomi davanti alla statua di prima. Mi avvicino guardandomi intorno, fermandomi davanti alla statua. La tocco ed accarezzo il capo del bambino, per poi sedermi sul divano vicino alla statua.
«Vuoi fumare?» Chiede quasi urlando un ragazzo biondo scuro con gli occhi azzurro chiaro, sbucando da dietro la poltrona. Salto in aria per lo spavento ed il ragazzo mi guarda curioso. «Si vede lontano un miglio che sei nuovo, come un agnellino impaurito. Quanti anni hai? Tredici? Quattordici? Sei una specie di genio? Hai saltato delle classi?» Il ragazzo si alza da terra e, sempre fumando, si dirige verso di me, porgendomi la mano. «Io sono Louis, piacere.»
«Niall Horan, ma tutti mi chiamano Ni.» Dico stringendoli la mano. Il ragazzo ride sedendosi accanto a me.
«Preferirei chiamarti stronzo che Ni.» Si gira verso di me ridendo e continuando a fumare la sua sigaretta. «E così stai con me e Harry, eh?» Disse lui ridendo e dandomi una spallata scherzosa.
«Si, è mister Stan che l’ha deciso.» Rispondo timoroso. Ho un po’ paura di quel ragazzo, sembra così sicuro di sé.
«Io non ero mai stato in un collegio prima d’ora.» Dico per rompere il silenzio che si era formato da qualche minuto.
«Bè, ora sei un ragazzo smarrito – dice lui usando lo stesso paragone di Harry – Benvenuto tra noi.» Dice prendendo una bottiglia d’alcool ed alzandola in aria a modo di ‘Cin cin’. «Vieni, dai, devo mettere un po’ di alcool nel succo d’arancia che altrimenti la festa non può cominciare. – Mi dà un mano ad alzarmi e si dirige verso l’uscita. – Dacci dentro!» Dice girandosi verso di me ridendo.
«Dacci dentro.» Ripeto a me stesso e dirigendomi verso l’uscita.


SPAZIO AUTRICE

Okay, sono una stupida.
Non ho mai scritto 3 Fan Fiction insieme e non so quanto sopravviverò,lol
In più, questa è la mia prima slash ed è ispirata a "L'altra metà dell'amore", un film stupendo adfsgfd
Anyway, fatemi sapere se vi piace o se, secondo voi, dovrei modificare qualcosa c:
Ciau kuoricini icsdì<3

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