Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: wordsaredeadlythings    28/06/2013    0 recensioni
Era tutto così vuoto, silenzioso.
Quando spalancò gli occhi, fu come ritrovarsi in un sogno. C’erano macchie di colore ovunque; era come essere immersi in un mare composto di arcobaleni, come sorvolare un cielo intessuto di colori esplosivi. Erano così brillanti che facevano quasi male, ed ebbe la tentazione di piangere.
Si guardò intorno, nuda ma senza vergogna, senza bisogno di coprirsi, e realizzò che era quello. Quello era il posto dove si andava dopo la morte. Era quello il luogo dove avrebbe trascorso l’eternità. Lei, anima eterna. Senza più sofferenze. Senza nient’altro che pace.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“The stars, the moon, they have all been blown out
You left me in the dark
No dawn, no day, I’m always in this twilight
In the shadow of your heart.”

 
 
 
Quando riaprì gli occhi, capì di essere sulla Terra. Tra i vivi.
Quel pensiero la gettò nello sconforto. La sensazione di pace se n’era andata: forse era una prerogativa di quel luogo mistico e brillante in cui si trovava prima. Voleva tornare lì, allacciare la sua anima a quella pace perpetua, discorrere per ere intere insieme a quella figura dagli occhi verdi profondi come l’infinito.
Quello non era il suo posto. Non era mai stato il suo posto, in fin dei conti.
Si guardò intorno: la stanza nella quale si trovava era immersa nel silenzio; le pareti erano di un verde chiaro asettico, e l’intera mobilia era bianca. Doveva essere un ospedale.
Stesa sull’unico letto nella stanza, infatti, c’era una persona: una ragazza dai cespugliosi capelli castano chiaro, la pelle bianca quasi quanto le lenzuola, profondamente addormentata. La ragazza arricciò il naso proprio in quel momento, muovendosi lievemente nel letto, e l’anima comprese che stava per svegliarsi. All’improvviso sgranò gli occhi, osservando in silenzio quella figurina docile. Non aveva mai visto una persona svegliarsi: una delle tante cose che non avrebbe più fatto davvero, dato che non aveva più bisogno di respirare, ormai.
Lentamente, la ragazza aprì gli occhi. Erano grandi, di un verde misto ad azzurro che fu come un colpo al cuore per l’anima. Somigliavano così tanto agli occhi della figura che improvvisamente l’anima ebbe voglia di piangere, ma l’idea che le sue lacrime fossero fredde e trasparenti come erano state in vita la fece desistere. Piangere non serviva a niente, ma non le interessava nemmeno tanto: ormai era morta. Non c’era più dolore dove sarebbe andata.
La vide guardarsi intorno, quasi confusa: si stropicciò gli occhi con le mani, e a quel punto l’anima notò i polsi fasciati, con una lieve striscia rossa che bagnava la stoffa candida. E all’improvviso comprese il perché della sua presenza, la scelta che la figura aveva compiuto di metterla accanto a quella ragazza: aveva provato ad andarsene, ma era rimasta incatenata alla vita. L’anima era riuscita a volare, la ragazza no.
Quando la ragazza si rese conto di essere ancora in vita, sgranò gli occhi e scoppiò in lacrime. L’anima sentiva di capirla, per questo si avvicinò al letto, rimanendo in piedi davanti a quest’ultimo, mentre la ragazza nascondeva il viso dietro le mani, singhiozzando rumorosamente. L’anima osservò dispiaciuta la ragazza: avrebbe fatto qualsiasi cosa per farla smettere di piangere. Così allungò la mano e sfiorò la testa di lei, che continuava a singhiozzare imperterrita. L’anima accarezzò quei capelli crespi in silenzio, sentendone la consistenza sotto le dita astratte, nonostante ormai non fosse più in grado di usare i suoi sensi. Magari quello che provava era una proiezione che le aveva fornito la sua protetta tramite i ricordi, non lo sapeva: voleva solo far sentire la ragazza meno sola, anche se forse non poteva essere molto d’aiuto, visto che non era fisicamente lì.
All’improvviso si sentì sola, sola da morire. Sola come non mai. Perché lei era oltre il velo, e non doveva stare tra gli umani, tra i viventi. Eppure eccola là, spedita nuovamente in quella dimensione che aveva faticato così tanto per abbandonare, ad aiutare una ragazza che non era riuscita a farlo.
E pianse, anche se le lacrime erano fredde e trasparenti come ghiaccio, lei pianse lo stesso. Pianse per quella ragazza che forse si sentiva sola e incompresa come lei, che forse aveva capito che non bastava respirare per vivere, che forse si era sforzata tanto quanto lei di mostrare un sorriso che non era vero, di nascondersi sotto maschere gioiose solo per piangere meglio nel cuore della notte.
Alcuni istanti dopo, la porta si spalancò, ed una figura entrò all’interno della stanza. L’anima si voltò, osservando il viso dai lineamenti dolci e paffuti della ragazza che si trovava all’entrata. Sembrava avere la stessa età della sua protetta. Evidentemente doveva essere una sua amica, chissà.
La vide mordersi un labbro con forza, mentre la ragazza stesa sul letto riprendeva fiato rumorosamente, singhiozzando di nuovo. L’anima, che pur continuava a piangere, pensò al sangue che stava sgorgando dalle ferite provocate dai denti su quelle labbra piene e morbide, quel sapore metallico che invadeva la bocca con violenza quando tutto sembrava andare male, e sentì dolore anche per quella seconda ragazza.
E’ questo essere angeli custodi? Sentire dolore per loro?, si chiese, ma non trovò risposte a quella domanda.
« Rachel… » affermò la ragazza, facendosi forza ed avvicinandosi al letto.
Rachel non rispose al richiamo dell’amica. L’anima osservò la ragazza scuotere la testa, bagnare le garze di lacrime, lacrime perché era ancora viva, respirava, soffriva.
« Rachel, ti prego… Rachel, mi… »
« N-Non d-dirlo » biascicò finalmente Rachel, togliendo la mano dagli occhi « N-Non d-d-dirlo, n-non d-dirlo, n-n-n-non d-d-d-dirlo » il pianto andava peggiorando, e l’anima ebbe voglia di urlare all’altra ragazza di avvicinarsi ancora di più, poggiare una mano sulla testa di Rachel e ripeterle che sarebbe andato tutto bene. Sentiva di essere legata a Rachel, di conoscere i suoi desideri, e forse anche i suoi pensieri. Ma non era difficile capire di cosa aveva bisogno.
Perché la gente non capisce mai niente?, pensò l’anima, osservando Rachel in silenzio. Si sistemò sulla sedia accanto al letto, per poi appoggiare una mano sopra quella della ragazza. Questa volta non sentì niente. Forse cominciava a cancellare anche quegli ultimi ricordi di come fosse il tatto. Ma andava bene così.
« Rachel, cosa… cosa devo fare per… per farti smettere di piangere? » domandò la ragazza, evidentemente in difficoltà.
« V-Vuoi che s-s-metta? » balbettò lei, mentre il pianto lentamente diminuiva « V-Vuoi che s-s-smetta? P-P-P-erché io n-n-non posso s-s-smettere! » trillò, e nuove lacrime si affacciarono sul suo viso, lo inondarono.
Fa qualcosa!, esclamò l’anima, osservando con rabbia la ragazza, che però non fece niente.
« Vuoi che me ne vada, Rach? »
« S-S-Sì. Vattene Jean. » affermò la ragazza, stringendo i denti.
No! Non andartene! Non devi andartene! Lo sanno tutti che se qualcuno ti chiede di andartene in realtà vuole solo che tu rimanga! Rimani!, tuonò ancora l’anima (anche se non riusciva più a distinguere parole da pensieri, ormai).
Jean si alzò dalla sedia, per poi voltarsi ed uscire, quasi di corsa. Quando finalmente la porta si fu chiusa oltre le sue spalle, Rachel singhiozzò con più forza.
Pianse per molto tempo, ma l’anima non la lasciò da sola. Rimase lì.
E, chissà come, Rachel riuscì a sentirlo.




Sì, questa cosa è già stata finita di scrivere ed è pronta per essere pubblicata.
Sì, posterò un capitolo al giorno - tanto sono solo quattro.
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito lo scorso capitolo, sappiate che vi amo follemente (soprattutto quella scema di GypsyRose che scrive delle recensioni con l'intento di farmi piangere e ci riesce anche piuttosto bene, gne). Non pensavo che avrei ottenuto più di due recensioni, e addirittura ne ho tre. Aww, che gioia!
Suppongo che in questo capitolo sarà già tanto se ce ne sono due, ma a me va bene così, sono contenta e mi piace postare, anche se poche persone apprezzano quello che scrivo (e sono oscenamente di parte perché sono tutte le mie migliori amiche).
Okay, mi eclisso.
xoxo
_Cris


   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: wordsaredeadlythings