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Autore: Silver_Doe    28/06/2013    1 recensioni
1976 - Sesto anno dei Malandrini ad Hogwarts: un anno indimenticabile e fondamentale per la vita dei nostri protagonisti, i quali si ritroveranno insieme ancora una volta, uniti più che mai da quel legame indistruttibile che è la loro profonda amicizia. Avventure, cambiamenti, litigi... ma soprattutto la storia d'amore tra James e Lily, riempiranno fino in fondo questo memorabile periodo, nel quale una nuova guerra sta per sconvolgere l'intero mondo magico. Tutto sta per cambiare e niente sarà più come prima: una nuova era sta per iniziare!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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CAPITOLO X

La lezione di Pozioni era finalmente finita. Lily non sapeva di preciso cosa avesse fatto in quelle due ore: sapeva solo di essere stata in silenzio per tutto il tempo, tagliando così tante code di rospo che adesso le doleva la mano. Non aveva la minima idea di cosa stessero facendo gli altri, non che la cosa le importasse: era lì… ma in realtà non c’era. Alice e Marlene cercavano di starle il più vicino possibile, ma non c’era stato verso di farla parlare, o di farle fare qualsiasi altra cosa… difficile quanto inutile.
Lumacorno era tornato subito, dopo neanche dieci minuti, comportandosi come se nulla fosse successo, ma con lui non c’erano né Severus, né Black… né James. Ringraziò il cielo: non sapeva come avrebbe reagito vedendo la faccia olivastra di Piton, perciò era stato molto meglio che non ci fosse. Però… c’era qualcosa in lei che la spingeva a volere che almeno Potter tornasse. Non riusciva a spiegarselo, davvero. Aveva sempre odiato quando lui la difendeva da Severus, o da qualsiasi altro: So cavarmela benissimo da sola! gli strillava ogni qualvolta provasse a proteggerla; ma quella volta non le dispiacque, non le dispiacque per niente. Non riusciva a toglierselo dalla mente: il suo viso, i suoi occhi castani, il suo corpo che, ancora una volta, l’aveva protetta, non pensando alle conseguenze delle sue azioni, ma solo a difenderla. Conosceva il disprezzo che James provava nei confronti dei Serpeverde e di Severus in particolare, ma Lily ebbe come la sensazione che quella volta non avesse attaccato per mettersi in mostra o perché gli stavano dando semplicemente un leggero fastidio, no, quella volta era stato diverso, lei lo sapeva e basta.
Per tutto il tempo continuò a pensare a lui e si rese conto che i suoi sentimenti stavano pian piano cambiando, così come lei stessa. Stava cominciando a vederlo sotto un’altra luce, più bella e brillante, e, se prima era decisa a negarlo, adesso stava riuscendo, giorno dopo giorno, ad accettare quel cambiamento, che, poco tempo prima, le sarebbe parso impossibile…
La campanella suonò, annunciando così la fine della lezione.
- Lily… credo che dovresti prenderti una pausa… và a riposarti, avviseremo noi la McGranitt. Le spiegheremo ciò che è successo, sempre se non ne è già al corrente, e… e capirà, vedrai. Non hai un bell’aspetto… - le disse Alice con premura.
- Ma… - cercò di obiettare.
- Niente ma… non morirà nessuno se salterai una lezione, Lily! Vero? – chiese a mo’ di conferma all’altra amica.
- Ma certo! Lily davvero… non hai per niente una bella cera… come potresti! Penseremo a tutto noi… senti, prenderò appunti solo per te, va bene? – disse Marlene facendole un sorriso.
Erano così gentili e premurose: si vedeva che si preoccupavano per lei. Davanti a quei due visi così insistenti non riuscì a trovare nulla da obiettare, infondo avevano ragione. Lily riuscì a muovere le labbra in quello che pareva un sorriso.
- Si… avete ragione… allora avvisate voi la McGranitt? -
- Si!! Non ti preoccupare! Fidati per una volta! -
- Grazie ragazze… - le abbracciò e fatto ciò uscì dall’aula.
Cosa avrebbe fatto adesso? Dove sarebbe andata? La risposta le apparve chiara come le sue acque: il Lago Nero. Era sempre stato così: quando aveva qualcosa che la turbava, quando aveva voglia di schiarirsi le idee, quando non sapeva dove andare… le rive del lago erano la sua meta. Era il suo posto preferito in assoluto: per lei non c’era forse niente di meglio che sedersi lì, farsi cullare dalla pace che regnava in quel luogo e posare lo sguardo oltre le montagne, al di là dell’orizzonte.
Lo raggiunse in fretta e non appena arrivò si sedette su una roccia, appoggiando la borsa a terra e godendosi finalmente quel’attimo di quiete. Era così piacevole restarsene lì, illuminata dai raggi del sole, e farsi accarezzare dolcemente i capelli dal vento… chiuse gli occhi: sarebbe rimasta lì per sempre, se solo avesse potuto.
- Non riesco davvero a capire come si faccia a non perdere la testa per te… -
Lily aprì subito gli occhi e si voltò, non che ne avesse avuto bisogno, sapeva perfettamente di chi fosse quella voce.
- Potter! -
- Posso? – chiese lui, avvicinandosi a dov’era seduta.
Lei annuì, spostandosi un po’ per fargli spazio. Le sembrò quasi assurdo: dovunque lei andasse, lui appariva, appariva magicamente, come se le stesse camminando sempre affianco. Era una cosa così strana… quasi inverosimile. Ma, in quel momento, era felice che fosse arrivato: aveva bisogno di vederlo, di sentire la sua voce.
- Tutto bene? – fu James il primo a parlare.
Cosa doveva rispondere? Doveva mentirgli e dire che stava alla grande? Avrebbe potuto, ma lui non l’avrebbe bevuta.  - No, non credo di stare tanto bene… - decise quindi di essere sincera.
Lui la guardò intensamente negli occhi. - Mi dispiace Lily… non dovresti passare tutto questo da sola, non lo meriti. -
- O forse lo merito, chi lo sa… forse sono stata troppo stupida e ingenua per troppo tempo, e questo è il prezzo che devo pagare… -
- Io credo che tu sia stata solo troppo buona con persone che non se lo meritavano affatto. Capita… -
- Il fatto è che per cinque anni ho trascurato tutto e tutti solo per stare accanto a quello che credevo il mio migliore amico, mentre avrei potuto comportarmi diversamente, magari in modo migliore… -
- Hai fatto un errore, tutti sbagliano, ma non per questo devi affliggerti. Sei umana, siamo umani, e nella vita non tutto va come vorremmo… -
Lily rimase stupita da quelle parole: non sapeva che dentro James ci fosse anche quel lato così dolce, così saggio. Quel ragazzo la stava letteralmente sorprendendo, adesso finalmente in modo positivo.
Lo guardò per diversi secondi, lasciando trasparire un bel po’ di sorpresa.
Lui sembrò accorgersene. – Perché mi guardi in quel modo? -
Lei non seppe cosa rispondere. – Non lo so neanch’io… non mi aspettavo che fossi così… così… -
- Così come? -
- Così saggio… dov’è finito il solito Potter-spaccone? -
- E’ sempre qui, credo… solo che in questo momento sta dormendo… shh! E’ meglio non svegliarlo… -
Lily si mise a ridere.
- Quanti altri personaggi diversi ci sono dentro di te, James Potter? -
-  Non so, non li ho mai contati… -
E un’altra risata uscì dalla bocca di Lily.
James la guardò di nuovo: era impossibile non guardarla.  Aveva una risata splendida, così leggera… quando rideva poi, si muoveva tutta, i capelli che le danzavano sulla schiena…
- Potter io… volevo ringraziarti, si un’altra volta… e questa volta non perché sia la cosa giusta, ma perché me lo sento e voglio farlo. -
Un sorriso gli illuminò il volto. – Ringraziarmi? E perché mai? Per aver schiantato Piton? Pensavo ti desse fastidio! -
- No… si, anche per quello, cioè no… insomma per avermi difesa… certo, avresti anche potuto evitare di schiantarlo a terra… ma grazie, davvero… -
- Ti senti bene? Sei tu Lily Evans? – disse lui ironicamente, ma in realtà felice come una Pasqua. Il suo stomaco ormai era diventato un rifugio per farfalle.
- Si, sono io! Ti capisco, sto sorprendendo perfino me stessa in questi giorni… e non so nemmeno perché ti sto dicendo tutto questo! -
- A me non dispiace, rimarrei qui ad ascoltarti per ore… devo approfittare della tua momentanea gentilezza, non so per quanto durerà! -
Lily non seppe più cosa dire, così si mise ad osservare l’acqua cristallina, e altrettanto fece James. Non servivano parole in quel momento, non ce n’era bisogno.
- Vieni spesso qui? – chiese lui, dopo un po’.
Lei annuì. – Praticamente sempre… credo che sia il mio posto preferito in tutta Hogwarts. -
- Strano, io avrei detto la biblioteca! Comunque… non ti sto disturbando, vero? -
Lily fece finta di pensarci un attimo su. – No, non mi stai disturbando… altrimenti ti avrei già cacciato da secoli! -
- Si… lo so! E mi sembra così strano che tu non l’abbia fatto… -
- Forse perché non voglio farlo… -
- Mi correggo: mi sembra così strano che tu non voglia farlo! -
- Ecco, ora mi stai disturbando! -
- Oh… scusa! Allora sto zitto? -
- Si… se ci riesci…! -
Rimasero lì per tutto il resto  della mattina: forse Lily non aveva saltato solo la lezione di Trasfigurazione… ma in quel momento poco le importava. Non riusciva ancora a credere a ciò che stava succedendo: che lo volesse o no, che ci sperasse o meno, stava accadendo e lei non poteva fare niente per fermarlo, non voleva fermarlo.

- Sirius sono quasi le otto, dovremmo andare… - constatò James.
- Ah già, la punizione! Non soltanto abbiamo fermato da soli una decina di imbecilli razzisti… anche il resto da sopra! Mi sembra più che ovvio… - si lagnò Sirius, come al suo solito.
- Piantala Sirius… avete, abbiamo sbagliato a reagire in quel modo… la punizione ci sta... - disse Remus,  guardando i tre amici.
- Oh certo! E cosa avremmo dovuto fare, sentiamo… Ti ricordo che sei stato tu uno dei primi ad alzarti e a sguainare la bacchetta! -
- Lo so, e me ne pento… avremmo dovuto reagire diversamente, con un po’ più di diplomazia… -
- Diplomazia? Remus per quanto io trovi sempre saggi le tue opinioni, questa volta non sai quello che stai dicendo. Avrei dovuto starmene lì e non fare niente? Mentre quelli si sarebbero mangiati Lily? – anche James si stava scaldando.
- No, dico solo che tipi come loro vanno semplicemente ignorati. Reazioni, sono tutto quello che vogliono, e purtroppo, mi dispiace dirvelo, tu e Sirius gliene regalate a bizzeffe di reazioni, ogni volta. -
- Mi dispiace Remus, ma io non riesco a starmene zitto e fermo, proprio non ci riesco e neanche voglio! Siamo delle persone, non delle piante! Dobbiamo reagire, dobbiamo fermarli! Forse non è chiaro, ma tra poco qui scoppierà una guerra, si una guerra, e mi dispiace ancora, ma non voglio starmene in un angolo mentre tutto quello che amo va a rotoli, proprio no! Io voglio combattere, in prima linea, e se non condividi il mio pensiero, bè mi dispiace, ma io non cambierò. Andiamo Sirius? -
Remus decise di non controbattere: James era fatto così e non sarebbe stato di certo lui con le sue parole a farlo cambiare. A lui dispiaceva il fatto che non riuscisse mai a farlo ragionare, o meglio a farli ragionare… Scosse il capo avvilito, per poi ritornare alle sue letture, con Peter che lo guardava di tanto in tanto.

James e Sirius si trovavano ormai fuori dalla Sala Comune e si stavano dirigendo verso la Sala Grande.
- Quando fa così non lo sopporto… - continuava a ripetere Sirius.
- Già… a chi lo dici! Diplomazia! Pff! -
- Aaah Ramoso, rimarremo solo io e te, a combattere per salvare questo meraviglioso e dannato mondo! Sirius Black e James Potter, i due paladini di Grifondoro! -
- Chi è che salverà il mondo? – quella voce proveniva da lì vicino, molto vicino: una ragazza, una bellissima Corvonero, avanzava verso di loro, in particolare verso Sirius.
Quest’ultimo si zittì di colpo, sgranando gli occhi a quella vista: l’ultima cosa che si aspettava era di vedere Silvie. Non ci avrebbe mai pensato.
- Silvie…! Da quanto che non ci si vede! – rispose lui, cercando di nascondere il piccolo momento di imbarazzo.
- Ti sono mancata? -
- No, certo che no! Sono io a mancare alle ragazze, non viceversa, trèsor! -
- Oh già, mi ero dimenticata per un momento con chi stessi parlando! E comunque… cosa ti fa pensare di potermi chiamare trèsor…? Non ti ho mica dato tutta questa confidenza. -
- Diciamo solo che non c’è bisogno… me la prendo da solo! -
Lei lo guardò con una smorfia di disappunto. – Bè non mi presenti il tuo amico? -
- Sono James, James Potter, anche se mi stupisce il fatto che abbia bisogno di presentarmi. – disse James, ammiccando lievemente.
- Accipicchia… siete identici… ora capisco il perché della vostra leggendaria amicizia! Comunque io sono Silvie… - rispose lei, porgendo la mano.
Lui gliela strinse con un sorriso, per poi guardare in modo furbesco il suo amico.
- Per quanto ci piacerebbe restare, Silvie, io e Sirius andiamo piuttosto di fretta… dobbiamo, ecco… andare... - 
Sirius lo fulminò con lo sguardo per poi muovere le labbra in quello che sembrava tanto un insulto.
- Oh… mi lasciate di già? Che peccato… - 
- Ci rincresce moltissimo, ma abbiamo cose più importanti da fare, sai com’è… -
- E’ un modo carino per dirmi che sono una perdita di tempo? -
- Bè io non l’ho detto, ma ovviamente sei qualcosa di secondario, mi dispiace distruggere i tuoi più intimi sogni… -
- Và al diavolo, Black! Ci si vede in giro, James… quando vuoi, dove vuoi. - e gli fece l’occhiolino, il tutto nell’intento di far innervosire Sirius, era ovvio.
- Sarà un piacere! – rispose James, cercando di stare al gioco. Sirius invece rimase in silenzio, non sapendo come controbattere.
Silvie fece per andarsene, ma prima che potesse fare un altro passo si fermò e si voltò.
- Ah e cerca di non sbavare troppo quando mi vedi… sei pietoso! Ciao ciao! – rivolse a Sirius un ultimo sguardo accattivante e se andò, lasciandoli soli.
- Hai visto la ragazza! Bè direi che è pane per i tuoi denti, caro Felpato! Non potevi desiderare di meglio! – ironizzò James.
- Aah stà zitto! L’ho solo lasciata fare, per una volta… - disse Sirius; il momento della sua rivincita sarebbe arrivato,  prima o poi: come si dice, la vendetta è un piatto che va servito freddo, e seppur congelato, lui gliel’avrebbe servito, eccome! Poteva aver segnato il primo gol, ma non avrebbe acchiappato il boccino!
- Certo… certo… come no! – 
  
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