Il cibo non è una
priorità!
Era trascorsa quasi una
settimana e di Hermione non ne aveva più avuto notizie.
David e Theodore avevano
trascorso qualche giorno con lui per cercare di farlo riprendere, ma sembravano
aver fatto un buco nell’acqua: Draco non era in sé e aveva assunto le sembianze
di un vegetale.
Il professor Paroceti e
Aaron Bustworker continuavano a chiedere di lui, ma lui aveva annunciato di
essersi preso qualche giorno di malattia senza lasciare spiegazioni di alcuna
sorta specialmente su ciò che riguardava il licenziamento di Stefania
Ferretti.
“Ho preparato la
zuppa”
“Uhm…”
Theodore aveva scoperto
di possedere notevoli doti culinarie, ma l’espressione che aveva assunto, ormai
sepolto da alcuni plaid da diversi giorni, sembrava quella di un condannato a
morte che sapeva che dentro la zuppa avrebbe trovato la morte data per via di un
potentissimo veleno al sapore di noce moscata.
“Draco, non mangi da
giorni…”
“Theo, prendilo come una
sorta di sciopero della fame, immagina che io sia ridotto così per via di
qualcosa di… uhm.. politico!”
L’amico lo guardò
sconsolato e lavò le stoviglie con un colpo di bacchetta, poi, si mise accanto a
Draco brandendo in mano una scatola di cioccolatini.
“Draco”
Il ragazzo emerse da
sotto le coperte.
“Dobbiamo
parlare”
E la sua testa si
nascose di nuovo sotto le coperte, provvidenzialmente.
***
Hermione era nelle
stesse condizioni.
Harry, Ron e Blaise non
sapevano più dove sbattere la testa.
“E’ stata lei a
lasciarlo, dopotutto…”
Ron non era ancora
riuscito a far diventare la sua sensibilità paragonabile a qualcosa di più
grande di uno stupido cucchiaino da tè.
“Ron, ti ricordo che
anch’io ho lasciato Ginny al nostro sesto anno, ma questo non vuol dire che
stavo bene…”
L’ultimo maschio dei
Weasley si rabbuiò e tornò a fissare il grande vaso all’ingresso di casa
Zabini.
Blaise apparve sulla
soglia del suo salotto con delle cioccolate calde:
“Secondo voi se gliela
porto su in camera, me la lancerà sui capelli?”, domandò perplesso non sapendo
decidersi sul da farsi.
“Da a me, gliela porto
io”, si offrì volontario Harry prendendo il piccolo vassoietto dalle mani di
Blaise che si accomodò sul divano in preda ad una stanchezza
inquietante.
“Hai notizie di
Malfoy?”, domandò Ron.
“Mi ha appena mandato un
gufo Theo e dice che tra Draco e una lattuga non c’è alcuna differenza… anzi, ha
detto che c’è solo una differenza…”
“Sarebbe?”
“La lattuga lo ascolta
senza fare tante storie!”
***
Toc
Toc
Non ricevendo alcuna
risposta, Harry si diede il permesso di oltrepassare la
soglia.
Aprendo la porta, vide
la sua migliore amica che guardava assorta il paesaggio aldilà della grande
finestra.
“Come
va?”
Hermione si voltò
lentamente.
“Sai Harry? Io credo di
essere un’idiota!”, ammise.
Il ragazzo occhialuto le
si sedette accanto e con il suo silenzio la incitò a proseguire e magari
spiegare il perché si sentisse un’idiota.
“Questa era la stanza di
Draco, quando abitava qui e su quella mensola sono rimasti degli oggetti che gli
sono appartenuti…”
Harry si voltò verso
quella mensola e vide alcuni oggetti piuttosto
impolverati.
Blaise e le sue manie di
pulizia non erano riuscite a spolverare quella stanza.
“Ho trovato un
accendino, un blocco di disegni, un fazzoletto, alcune foto e qualche libro, sai
che libri, Harry?”
Harry scosse la
testa.
“Ho trovato quattro
libri che per me significano tanto, Romeo e Giulietta, Uccelli di Rovo, Qual è
l’indirizzo dell’amore? e Il telefono squilla sempre due
volte”
Harry non sembrava aver
colto il filo del discorso, ma dallo sguardo serioso non traspariva questa sua
mancanza di allacciamento al filo conduttore.
“Sulla prima pagina di
ognuno di essi vi è scritta una data, e per me quelle date significano tanto,
poi, ho preso a leggere Il telefono squilla sempre due volte… sai Harry, ho
sempre creduto che la morale fosse un’idiozia per adolescenti… mi sono dovuta
ricredere”, disse guardandosi le mani per poi volgere lo sguardo sul suo
migliore amico.
“Hai capito che Draco
non meritava questo trattamento?”
Lei non parlò, solo un
urlo, proveniente dal salotto li fece spaventare e correre verso la fonte di
quell’improvviso sfogo d’ugola.
***
Ron era caduto dal
divano e un gufo era immobilizzato davanti a Blaise –colui che aveva cacciato
l’urlo.
“Cos’è successo? Ci hai
fatti spaventare!”, disse Hermione aiutando Ron a rialzarsi da
terra.
“Per tutti i copricapo
di Merlino, mia madre si sposa per la decima volta!”
Era impallidito
all’improvviso e faceva davvero paura.
“ E cosa c’è di male?”,
chiese Adrian distolto dal sonno per via del grido di
guerra.
Blaise scosse la testa,
“E’ il mio decimo padre”
***
“Ehi Draco, c’è posta
per te!”
“Uhm, come fai a
conoscere anche tu quel programma?”
Theodore rimase
imbambolato da quella domanda.
Cos’era un
programma?
“Draco, tu sta qui io
vado a chiamare un Medimago, ok?”
Propose fiducioso nella
arti mediche.
“Theo, sto parlando di
televisione…”
Come se grazie a quella
spiegazione fosse tutto più chiaro…
“Si tratta di un invito,
qualcuno sta per sposarsi…”
Il cuore di Draco mancò
un battito.
“Chi?”, domandò con voce
tremante.
“La mamma di Blaise.
Wow, il suo decimo marito, spero non sia un cretino come il
nono”
Draco chiuse gli
occhi.
Aveva bisogno di fare
una bella dormita.
Ok, c’ho
ripensato.
Avevo in mente un
finale, adesso ne ho un altro.
Ringrazio tantissimo
voi, care ragazze, senza di voi avrei già messo la parola:
Fine.
Ditemi sempre cosa ve
n’è parso, altrimenti faccio un incursione e l’aggiungo dopo la parola fine, ma
sempre in questo capitolo.
XDXD
Purtroppo, ormai è
abitudine, non posso ringraziarvi singolarmente, ma lo studio mi
chiama.
Kisses