Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Naco    21/09/2004    2 recensioni
Una voce, un sogno, un'ombra che si allontana. Per Sabrina l'alba è un momento speciale, tra il sogno e la realtà. E forse un'alba come questa la porterà a scoprire cos'è la felicità?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
UNA SCONVOLGENTE VERITA'

UNA SCONVOLGENTE VERITA'

Sabrina guardò i suoi due amici abbracciati mentre ballavano un lento e sorrise, felice di averli riuniti. Ricordò le parole che Alessandro le aveva detto la sera di ferragosto e dovette ammettere che aveva avuto ragione: la loro era stata solo una minima parte in quella riconciliazione, il resto lo avevano fatto da soli, parlando e chiarendosi.

   Alessandro… guardò verso di lui e sorrise senza accorgersene. Ripensò a quel ragazzo che l’aveva fatta soffrire e che poi, inspiegabilmente era cambiato e diventato il suo migliore amico… migliore amico… quante volte aveva sentito Valentina pronunciare quelle due parole… e ora lei e Marco erano insieme… chissà se anche lei e Alessandro…

   Scosse la testa per allontanare quel pensiero assurdo dalla testa e si accorse che Michele la stava guardando. Sorrise e si allontanò colpita dall’episodio che le era capitato. Quanto avrebbe dato, pochi mesi prima, perché Michele la guardasse così! Sarebbe stata la ragazza più felice del mondo, ma ora… perché non aveva provato quella stessa sensazione che prima, quando lui le parlava o la guardava, sentiva nel cuore? Cosa le stava accadendo? Lentamente senza accorgersene aveva dimenticato quel ragazzo che l’aveva fatta soffrire per anni, non amandola e per cui aveva dato tutta se stessa dopo che Valeria lo aveva lasciato? Perché? Come mai proprio ora e non prima? Cosa, o piuttosto chi era intervenuto ad aiutarla a dimenticare?

   Persa nei suoi pensieri, senza sapere come, si ritrovò sulla spiaggia deserta come in quella mattina in cui aveva conosciuto Alessandro…. Ma perché continuava a pensare a lui? Possibile che fosse lui la persona che le aveva fatto dimenticare Michele? Allora voleva dire che…?

   -Sabrina- si sentì chiamare.

   Si voltò con il cuore palpitante –Michele…

   -Scusami, non volevo spaventarti- mentì. Lo sapeva, quando l’aveva chiamata, che Sabrina si sarebbe spaventata, sentendosi chiamare. La conosceva e riusciva a capire quando la sua mente volava lontano. Ma era quello che voleva, spaventarla o più di tutto svegliarla, capire cosa le era accaduto, perché da un po’ di tempo si stava allontanando da loro o piuttosto farle comprendere bene cosa volesse, cosa cercasse, o chi…. –Volevo solo complimentarmi per la riuscita della missione.

   -Perché dici così- arrossì –Anche tu, Andrea e Alessandro avete avuto un ruolo determinante in questa storia.

   -Già, ma conoscendoti, ero convinto che non c’è l’avresti fatta a tenere nascosta la verità a Valentina!- la punzecchiò ridendo.

   -E, infatti, è solo grazie all’aiuto di Alessandro che non ho parlato. Conoscendomi mi è stato sempre accanto affinché non parlassi e non sai quante volte ero sul punto di farlo! E’ stato davvero un caro amico.

   -Solo?- la domanda di Michele cadde come un macigno sul cuore di Sabrina e proprio come Michele aveva immaginato, arrossì violentemente.

   -Che vuoi dire?

   Michele la fissò e il suo cuore iniziò a battere all’impazzata –Ci stai lasciando, Sabrina. Alessandro per te sta diventando più importante di noi, dei tuoi amici che ti conoscono e che conosci da sempre e se da una parte mi dispiace, dall’altra sono felice per te. Dacché ti conosco sei sempre stata una ragazza allegra e spontanea su cui poter sempre contare. Per me eri e sarai sempre una grande amica, che mi ha aiutato nei momenti di difficoltà e che non mi ha mai abbandonato. Ti sarò sempre grata per questo e per questo voglio che tu sia felice con lui.

   -Ma io non…

   -Non sai quel che vuoi e hai paura di sbagliare. Conosco quella sensazione di sconforto e indecisione, l’ho provata anch’io. Prova a guardare nel tuo cuore senza aver paura di scoprire la verità. Ti stai innamorando di lui.- non era una domanda, ma un’affermazione.

    -Non lo so, non lo so!- urlò coprendosi le orecchie con le mani –Ho paura di scoprire la verità e non so perché… sto cambiando!

   Michele le posò una mano sulla spalla e sorrise dolcemente –Brava, hai capito! Stai crescendo e stai cambiando, è naturale che non ti senta più sicura di nulla, ma coraggio, noi ti staremo sempre accanto, comunque vada.- la baciò sulla fronte e se ne andò lasciandola lì a cercare di capire cosa Michele avesse voluto dirle implicitamente.

 

-Complimenti!- esclamò una voce alle sue spalle mentre ancora fissava la figura di Michele che si allontanava all’orizzonte.

   Si voltò e il suo voltò assunse una posa acida e antipatica.

   Cosa vuoi Valeria? - chiese con voce fredda –Ci hai spiati, vero?

   Le sue labbra s’inarcarono in un sorriso malizioso che Sabrina conosceva bene e che non prometteva nulla di buono. Ricordava di averlo già visto anni prima, quando Michele aveva annunciato al gruppo che Valeria era diventata la sua ragazza e quando poche settimane prima l’aveva rivista. Aveva un brutto presentimento.

   -Non vi ho spiati, diciamo così, ho solo involontariamente ascoltato la vostra conversazione sul futuro e sull’amore.

   -Ma cosa vuoi?

   -Complimentarmi! Michele ti ha detto che ti vuole bene, non sei contenta? Erano anni che aspettavi che ti dicesse che eri importante per lui! Brava, l’hai conquistato! Ma con Alessandro sarà diverso!

   -Ma cosa dici! Non capito nulla di ciò che Michele mi ha detto e poi lascia stare Alessandro! Lui non proverà mai nulla per te, perché ti conosce!

   -Davvero? E tu lo conosci? Allora dimmi, tu sai il vero motivo per cui Alessandro abita in casa tua?

   -Perché i suoi genitori vorrebbe che lontano da casa diventasse più aperto.- rispose acida.

   Valeria rise –Credi davvero che Alessandro sia venuto qui per un motivo talmente sciocco? La verità è un’altra… vuoi sapere quale?

   -No!- esclamò voltandosi e allontanandosi.

   -Alessandro è venuto qui perché ha perso i suoi genitori in un incidente stradale e non ha più nessuno.

   Sabrina si fermò e si voltò di scatto –Stai mentendo, vero? E poi chi te lo avrebbe detto?

  -E’ stato lui. Circa due settimane prima che arrivasse qui, è rimasto orfano e i tuoi genitori hanno deciso di prendersi cura di lui finché non raggiungerà la maggior età, cioè fino alla prossima settimana. Poi ti lascerà, tornerà al suo paese natio e lì io lo raggiungerò!

   Sabrina la guardò mentre le lacrime le scendevano copiose lungo le guance –Stai mentendo!- esclamò senza forza.

   -Non ci credi? Chiediglielo! Mi dispiace, so come ti senti, ma cosa vuoi? Ha scelto me…

   Sbrina si coprì le orecchie con le mani per non ascoltare quella sua risata maligna da vincitrice e corse via. No, non poteva essere vero, stava mentendo! E se invece avesse detto la verità? Ma perché l’aveva rivelato proprio a lei? Rivide il volto di Michele quando anni prima cercava Valeria con lo sguardo e le sue crisi… vide il volto di Alessandro sovrapporsi a quello di Michele. Scosse la testa negando a se stessa tutto. No, era una bugia, era falso… eppure non riusciva ad averne la certezza matematica.

 

Valeria la guardò allontanarsi e sorrise certa di avere la vittoria in pugno. Ormai Sabrina aveva perso tutta la sua fiducia in Alessandro e lei l’avrebbe conquistato più facilmente in quel momento in cui, dopo aver perso i suoi, avrebbe perso anche la ragazza che amava….

   “Io, Alessandro de Angelis non proverò mai niente per te!”… le aveva detto giorni prima alla festa di Paola e lui non avrebbe mai potuto immaginare che quelle sue parole cariche di odio l’avrebbero portato proprio da lei.

   Alessandro de Angelis… aveva già sentito quel nome… ma dove? Poi mentre camminava era passata accanto a un giornalaio e allora i suoi ricordi si erano fatti più chiari. Lentamente quella pagina di cronaca nera le era affiorata nella mente e in particolare quell’articolo in fondo alla pagina in cui si raccontava di un tragico incidente stradale che era costato la vita ad una famiglia di Cagliari e di cui l’unico superstite era stato il primogenito e che, essendo minorenne, aveva trovato ospitalità presso amici dei genitori. Era apparsa anche la foto del ragazzo e lei immediatamente aveva pensato che “avrebbe tanto voluto conoscere un ragazzo come lui e magari farci qualcosa”.

   Era stato davvero un colpo di fortuna che si era trasferito proprio lì e che non avesse raccontato mai a Sabrina la verità… Capirlo non era stato difficile: più volte Sabrina gi aveva chiesto notizie sulla sua famiglia e questo spiegava che era all’oscuro di tutto e la sera di ferragosto aveva avuto la grande fortuna di interrompere la loro conversazione proprio mentre, probabilmente, lui le stava per raccontare la verità. Una fortuna che non si sarebbe certo lasciata sfuggire.

 

La signora Mancini stava leggendo un articolo, distesa sul divano, cercando di rilassarsi dopo una dura giornata di lavoro, quando Sabrina entrò nel soggiorno piangendo, mentre gli occhi mandavano lampi di rabbia.

   –Mamma, è vero che Alessandro ha perso i genitori in un incidente stradale e che per questo è venuto qui?- le chiese mettendolesi di fronte, cosicché non potesse scappare.

   La signora Mancini si tolse gli occhiali e li depose sul giornale sul tavolino avanti a lei e la guardò.

    –Sì, è tutto vero- sospirò –Immaginavo che alla fine l’avresti saputo e che mi avresti chiesto spiegazioni. Quel giorno eri al campeggio con i tuoi amici e io in cucina che lavavo i piatti, quando squillò il telefono e andai a rispondere: era una vicina di casa di Alessandro che ci chiedeva di andare immediatamente a Cagliari perché era accaduto qualcosa di grave a Giuseppe e a Caterina.

   Devi sapere che Caterina era stata una mia grande amica e tuo padre molto presto divenne amico di Giuseppe, il suo fidanzato. A quei tempi eravamo inseparabili e anche in seguito, quando loro erano tornati a Cagliari, ci tenemmo sempre in contatto, almeno per i primi tempi, poi più nulla, ma non ne siamo rimasti offesi: erano persone chiuse che non sapevano farsi amici, un po’ come il figlio d'altronde, e non amavano i contatti a distanza. Sapevamo che quando conoscevano una persona e si sentivano compresi, davano il meglio. Coppia strana, ma veri amici.

   Ti dicevo erano chiusi e proprio per questo noi eravamo gli unici amici a cui credessero veramente e di cui sapevano di potersi fidare. Saputa la notizia non esitammo a correre a Cagliari. Arrivati la vicina ci spiegò che la famiglia de Angelis aveva avuto un incidente stradale mentre accompagnavano il loro primogenito ad una festa. Erano stati loro a chiederle di chiamarci. La vicina ci raccontò la dinamica dell'incidente: la loro auto si era scontrata con un’altra che andava controsenso. La piccola Lucia era morta sul colpo mentre i genitori erano in gravissimo stato all’ospedale. Solo Alessandro, il più grande, era rimasto illeso, riportando solo qualche contusione.

   Ci precipitammo all’ospedale, ma ormai era tardi: Giuseppe era morto pochi minuti prima e Caterina non avrebbe superato la notte. Quando mi vide mi chiamò con filo di voce e piangendo mi disse queste parole: -Maria… ti prego… prendetevi cura di Alessandro finché non sarà grande abbastanza per cavarsela da solo… vi prego…- e spirò. Alessandro era lì nella stanza: fermo, impassibile, ma abbiamo capito subito che stava soffrendo e che si sentiva in colpa per l’accaduto.

   Fu lui a chiederci di non dirti nulla perché, ci disse, non voleva che provassi compassione per lui. Come puoi immaginare l’uomo che lo accompagnò quella mattina non era lo zio, ambedue i genitori erano figli unici, ma il marito della vicina che ci aveva avvisato.

   Povero ragazzo, si era sentito responsabile per la morte dei suoi familiari ed era questo il motivo della sua freddezza e maleducazione… ma per fortuna adesso è completamente passata, visto che ti ha raccontato tutto…

   -No, non mi ha raccontato nulla!- urlò balzando in piedi –L’ha raccontato a Valeria, a quella puttana! Ha preferito raccontarlo a lei e dopo quello che ci ha fatto…lo odio! Non voglio più vederlo!- e corse via lasciando la madre a chiedersi quale fosse il ruolo di Valeria in tutta quella storia.

 

Sabrina spalancò la porta della stanza di Alessandro, convinta che fosse rientrato, ma la trovò vuota. Si fermò, con gli occhi frementi dall’ira, decisa ad aspettarlo finché non fosse tornato. Si guardò attorno meravigliata: da quando Alessandro l’aveva occupata, non aveva messo più piede in quella stanza e si stupì nel trovarla identica, a parte i libri di Alessandro sul tavolo, la fotografia dei suoi genitori sul comodino e i suoi abiti nell’armadio.

   -Mi cercavi?- chiese una voce alle sue spalle.

   Nell’ascoltare quelle parole, tutta la rabbia che aveva accumulato esplose in un attimo.

   Si voltò di scatto, gli occhi scintillanti –Perché non mi hai detto nulla?- chiese urlando fra le lacrime –Perché non mi avevi detto che i tuoi genitori erano morti in un incidente stradale e che tu eri l’unico sopravvissuto?

   Alessandro la guardò stupito –Chi te l’ha detto?

   -E’ stata Valeria.

   -Valeria… ma cosa?

   -Si, Valeria. Tutto proprio tutto avrei potuto immaginare tranne che avresti raccontato la tua storia proprio a lei invece che a me o a qualcun altro! Perché non me lo hai detto? Altro che commiserazione! Tu non volevi la mia di commiserazione, ma quella di Valeria sì! Perché lei sa come consolare la gente, vero? Dopotutto quello che ci ha fatto, come hai potuto…! – urlò e gli tirò uno schiaffo –Non volevi raccontarlo a me? C’era Michele, Marco e se proprio cercavi una ragazza c’erano Paola e Valentina. Ma lei sa come consolarti! Dimmi, l’hai già fatto o aspettavi la maggiore età? Hai sfruttato me e i miei genitori e volevi farlo fino ai tuoi 18 anni e poi? Poi andare via con Valeria! Ti credevo diverso e invece scopro che siete tutti uguali! Ti odio! Ti odio!- e accompagnava le parole, già vere e proprie frustate, con schiaffi prima su una guancia poi sull’altra, forti, troppo forti per una ragazza, ma forse a renderli tali c’era la forza della disperazione e dell’odio nei confronti di quella ragazza che le aveva rovinato la vita e quel ragazzo che aveva creduto di conoscere e di cui forse era anche innamorata.

   Alessandro restava immobile, perso in quegli occhi di fuoco, chiedendosi cosa fosse successo alla ragazza dolce che conosceva e chi fosse quella che gli stava di fronte.

   -Calmati!- urlò infine bloccandole le mani –Calmati Sabrina! Io non ho mai raccontato nulla a Valeria! Deve averlo scoperto da sola! In quei giorni i giornali ne parlarono, anche se per poco tempo e lei deve esserselo ricordato! Calmati! Secondo te perché avrei dovuto raccontarlo a lei?- chiese, ma lei continuava a dimenarsi e a scuotere la testa.

   –Perché proprio lei, perché?- continuava a chiedere senza aver neanche ascoltato le parole di Alessandro –Ti odio! Ti odio!

   Alessandro cercava di trattenerla, ma le sue forze stavano diminuendo, mentre quelle della ragazza sembravano aumentare –Sabrina ti prego calmati!

   Sabrina continuava a dimenarsi e Alessandro sentì il cuore gonfio di tristezza. Michele… era per lui che Sabrina era in quello stato e pensare che lui invece… come sarebbe stato bello se lei l’avesse dimenticato e con lui tutta quella brutta storia… e invece…

   –Calmati!- le urlò dandole uno schiaffo e in quell’atto riversò tutta la sua tristezza e amarezza come se, attraverso quell’atto, volesse cancellare la sua sofferenza e renderla realmente felice e allegra, come tutti la consideravano… allegra? No, Sabrina non era una ragazza allegra, ma bisognosa di un affetto superiore a quello di un amico e di una band… lei aveva bisogno d’amore.

   A quello schiaffo Sabrina sembrò tornare in sé –Non voglio più vederti- ripeté e corse via senza neanche accorgersi di aver investito i suoi genitori, saliti nel sentire i ragazzi litigare.

   –Ma cosa è successo?- chiese la signora Maria.

   Alessandro li guardò –Signori Mancini, devo parlarvi.

 

 

ç_ç So di essere davvero sadica nel far passare ad Alessandro tanti dolori e perdite. Ma osa volete? Sono i personaggi che scelgono la loro strada e, quando ho creato il suo personaggio, sapevo che sarebbe finita così. Nonostante anche i, poi, mi sia commossa per la sua storia!o stesso!

Ringrazio ancora una volta tutti color che commentano e commenteranno questa storia.. grazie ragazzi, mi rendete davvero felice!

Per Melanto.: hai ragione i ragazzi sono tutti uguali! ><

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Naco