Matt.

Matt è probabilmente l'unica persona in questo mondo che io posso chiamare amico, o qualcosa del genere.

Non è stata esattamente una mia decisione, è successo e basta.

E' un tipo parecchio strano: adora giocare ai videogiochi, e, soprattutto, restarsene chiuso in casa.

Raramente esce, e, sicuramente, preferisce giocare ad un videogioco dove un idraulico vestito di un improbabile rosso acceso che salta sulle tartarughe, piuttosto che avere una normale e sana conversazione con un qualsiasi essere vivente.

Non è mai stato un tipo molto aperto al farsi delle nuove conoscenze, effettivamente.

Non che io lo sia, ma, da parte mia, è più una scelta.

Io non parlo con la gente che considero stupida, a meno che, ovviamente, non abbia bisogno di loro per qualche motivo.

Matt, invece, sembra quasi aver paura ad approcciarsi con la gente, cosa che non ho mai capito, sinceramente.

Per quanto possa sembrare strano, Matt è più intelligente della media, quindi non capisco che problemi si faccia a parlare con le persone a lui inferiori, ma suppongo che abbia i suoi motivi.

Anche quando ci siamo conosciuti ho dovuto parlare io per primo.

I ricordi di quella notte sono molto sfocati, ma ricordo che pioveva.

Non che fosse una cosa molto strana, o particolare: in Inghilterra pioveva spessissimo, quasi tutti i giorni.

Tuttavia, quella notte, un tuono più forte degli altri mi svegliò.

Con la gola secca, decisi di andare a prendere un bicchiere d'acqua.

Mi avventurai a lungo per i corridoi bui della Wammy's House, andando anche rovinosamente a sbattere contro diversi mobili, quando sentii una voce che singhiozzava provenire da una delle camere.

Nulla di speciale neanche in questo.

Molto spesso i nuovi arrivati all'orfanotrofio piangevano, sopratutto di notte, quando gli incubi tormentavano i bambini e nessuno che li potesse consolare era presente.

In fondo tutti avevamo perso i genitori, no?

Coloro che si sfogavano nei pianti, però, venivano solitamente ignorati dagli altri ragazzi, che si limitavano a proseguire il loro percorso, lasciando che il dolore e lo sconforto soffocassero nella solitudine e nel sonno.

Tuttavia quella voce disperata, di qualcuno che sembrava più piccolo di me, catturò la mia attenzione, tanto che decisi di dare un'occhiata.

Quando entrai vidi un bambino, avvolto nelle coperte inginocchiato sul pavimento, che gridando disperatamente si copriva il volto con le mani, lasciando scoperti solo i capelli scuri.

Non so esattamente cosa pensai in quel momento: forse preso da un improvviso ed innato instinto fraterno, o forse perchè rivedevo in lui il me di qualche anno prima, quando arrivai alla Wammy's House, lo abbracciai.

Passammo la notte insieme, dormendo sul pavimento avvolti dalle coperte.

Il ragazzino era Matt.

Da allora non si staccò più da me.

Dovunque io andavo, lui mi seguiva.

Quando studiavo, lui era lì vicino, che mi guardava con i suoi enormi occhioni verdi.

Comunque, non riusciva a stare zitto per molto, quindi spesso lo cacciavo: superata la timidezza iniziale era un bambino logorroico ed assillante.

Per quanto ne sapessi, non parlava con nessun altro al di fuori di me, e quando non c'ero, o studiavo, se ne stava da solo.

All'inizio le sue attenzioni mi davano fastidio, ma poi, in sua assenza, ho iniziato a provare un certo senso di solitudine.

Alla fin fine, mi piaceva ascoltare i suoi monologhi su stupidaggini, come, non so, sui film di spionaggio che amava tanto.

E quando iniziò a fumare, provai addirittura a dissuaderlo.

Senza rendermene conto, mi stavo involontariamente affezionando a lui.

Ma non  credo di essermi mai affezionato a lui quanto lui fece con me.

Ormai, sono un adulto, me ne sono reso conto.
 

Perchè Matt, sei ancora con me?

Sei intelligente, per quanto possa sembrare il contrario, potresti essere rimasto alla Wammy's House ed aver intrapreso un lavoro onesto.

Non sei riuscito ad allontanarti da me?
 

Matt ha bisogno di una roccia, un supporto, e, quando i suoi genitori sono morti, sono diventato io la persona su cui appoggiarsi.

La persona tenace che lo avrebbe potretto, che gli sarebbe sempre stata accanto, che sarebe stata dalla sua parte.
 

Hai iniziato a fumare  per sentirti più adulto, Matt?

Più forte?

Una sigaretta non cambia assolutamente nulla, amico mio.

Ma io non sarò sempre qui per te: devo catturare Kira, lo sai, no?

Non ti proteggerò per sempre.

E quando me ne andrò, lasciandoti di nuovo solo, ritornerai ad essere il bambino spaventato che incontrai quella notte di pioggia.

Sei fragile, dannatamente fragile, Matt.

 

Angolo "dell'autrice"

Ho riscritto questo capitolo almeno sei volte, XD.

E non è ancora venuto come volevo, XDD.

Ma vi prego di accontentarvi, e di non uccidermi, XD.

*Fugge*