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Autore: cipolletta    29/06/2013    2 recensioni
Le persone sono destinate ad invecchiare.
E' qualcosa da cui non si può sfuggire, è qualcosa di inevitabile.
Lui invece, col passare del tempo, ringiovaniva.
La sua pelle non si ricopriva di rughe , non cedeva, perchè lo era già.
E diventava sempre più liscia, più giovane.
Lui era Harry, ed era proprio un caso estremamente curioso.
Il curioso caso di Harry Styles.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ancora me lo ricordo sai?
Era una primavera di tanti, tanti, anni fa quando lo conobbi.
Avevo solo tre o quattro anni, e questa è una delle poche cose che ricordo di quei tempi.
Ricordo che al primo impatto rimasi spiazzata dai suoi ricci bianchi e la sua pelle grinza come quando si sta troppo nella vasca da bagno.
Ricordo però che un attimo dopo, appena lui mi sorrise faticosamente, lo guardai per quello che era.
Un bambino.
Un bambino dall'aspetto un po' insolito e le spalle troppo ricurve, ma pur sempre un bambino.
Un bambino dagli occhi smeraldo e dal destino segnato.
E sorrisi anch’io.
 
<< Dicevano che sarai morto presto ma...forse no>> me lo disse una notte, quando giocando ci eravamo infilati sotto le coperte ed eravamo illuminati dalla piccola fiamma della candela che tenevo in mano.
Gli accarezzai i ricci e gli sorrisi.
Avevamo sette anni, non sapevamo cosa ci aspettasse.
<< Sei strano>> glielo dissi con sincerità, senza timore di offenderlo.
Perchè lui era strano.
Ma era anche la persona più fantastica al mondo, con cui potevo essere me stessa.
Era speciale, Harry.
 
Avevo diciassette anni quando mi ricordai di lui.
Era estate ed ero seduta su una panchina al parco della città e fissavo il bel prato curato mentre aspettavo Logan Mitch.
Una foglia secca si staccò dall'albero vicino e cadde proprio nel punto dove si era posato il mio sguardo.
Che strano, pensai, le foglie non cadono in estate, ne tantomeno sono ingiallite.
Doveva essere una foglia speciale quella.
L'immagine di quel bambino già vecchio ma con un cuore grande mi ritornò in mente.
Come avevo potuto dimenticarlo?
Come avevo potuto accantonare il pensiero di Harry ?
In fondo era stato il mio migliore amico per tanto tempo .
Chissà dov’era, cosa faceva. Chissà se aveva un’altra migliore amica.
Una domanda poi mi assalì il cervello e non cercai nemmeno di procurarmi una risposta.
Chissà se era ancora vivo.
<< Daisy>>
Mi sentì chiamare e mi girai, incontrando le pupille scure del mio amico, così diverse da quei specchi verdi che ricordavo.
<< Logan…>> scrollai la testa, scacciando ancora una volta il pensiero di quei ricci candidi dalla mente << Sei in ritardo>>.
 
Ero in vacanza da mia nonna quando lo rividi, dopo così tanti anni.
Stavo tornando da una passeggiata al parco del paese, quando vidi la porta di casa spalancata e preoccupata corsi all’interno, sorprendendomi di non trovarvi mia nonna.
Quando poi sentì la sua voce mi tranquillizzai e corsi da dove proveniva, ovvero dalla vicina.
Priva di bussare alla soglia esitai, sai?
Era da quando lui se n’era andato che non entravo in quella casa. Troppi ricordi che minacciavano di riaffiorare.
Con una scrollata di spalle battei il pugno sul legno scuro e ruvido ed aspettai paziente che la signora Queenie venisse ad aprire.
Invece mi ritrovai davanti un signore sulla cinquantina dall’aspetto bonario e calmo.
Benché avessi poco più di ventidue anni pensai che quell’uomo fosse proprio di bell’aspetto.
Portava  degli occhiali rotondi e una montatura pesante dove ricadevano alcuni ricci grigiastri e disordinati. La pelle era pallida e segnata dalle rughe normali per quell’età.
Mi ricordo perfettamente come agganciai le braccia dietro il collo dell’uomo, una volta riconosciuto quel verde degli occhi.
Harry mi strinse i fianchi con le mani e ridacchiò divertito.
<< Daisy?...Daisy Fuller?>> domandò sconcertato.
Io annuii con veemenza e mi allontanai da lui, spostandomi una ciocca rossa di capelli da davanti al viso.
<< Proprio io>> enunciai indicandomi << Chi avrebbe mai detto che avrei rincontrato nuovamente Harry Styles?>>
Ci fissammo negli occhi per qualche secondo prima che lui accennasse ad un sorriso ,facendo intravedere delle fossette ai lati della bocca , e schioccò la lingua.
<< Sei cambiata… Sei molto bella>>
Non potei fare a meno di arrossire e sfregarmi un braccio coperto dal cappotto nero di lana cotta.
<< E tu sei… più giovane>> mi vergognai subito della mia risposta così poco gentile e quando cercai di riparare mi stoppò con un gesto veloce della mano.
<< Così sembra>>
 
<< E così.. tu danzi>> lo disse orgoglioso, rimarcando l’ultima parola come a dargli più valore.
Eravamo seduti su una panchina nel dondolo del porticato di casa di mia nonna, ed Harry giocherellava distrattamente con l’orlo di uno dei cuscini bianchi mentre gli raccontavo della mia vita nel New Orleans e di come aspiravo a diventare qualcuno nel mondo del balletto classico.
<< Già…>> annuii << Così sembra>> risposi ripetendo le sue parole, alche lui ridacchiò leggermente e puntò lo sguardo verso qualcosa davanti a noi.
<< Scommetto che diventerai una ballerina famosa… così famosa che dovrò fare la fila per parlarti. E magari sarò costretto anche ad indossare un frac>>
Scossi la testa divertita e gli mollai un leggero scappellotto << Spero davvero di farcelo. Ma… Harry te lo prometto. Non ti farò fare la fila. E mi basterà la classica giacca e cravatta>>
Immaginai subito che la fragorosa risata che seguì subito dopo, sarebbe stata l’ultima che avremmo condiviso.
O almeno, l’ultima per quel momento.
 
Le ultime note del lago dei cigni suonarono, e mi accasciai a terra con eleganza, portando le braccia sopra alla mia gamba sinistra perfettamente allungata a terra.
Quando il sipario si chiuse e gli scrosci d’applausi andarono a scemare, mi alzai da terra quasi contemporaneamente alle ballerine dietro di me, poi mi diressi nei camerini.
Mi sedetti davanti al mio specchio ed afferrai con mani tremanti il volantino dello spettacolo che avevo appena finito di interpretare. Chi avrebbe mai detto che solo un anno dopo sarei finita a New York, in una delle compagnie di ballo più famose del momento?
Ce l’avevo fatta.
Mi sciolsi l’elegante chignon ed intrecciai poi i capelli secchi dal gel in una treccia laterale, poi mi liberai dal tutù bianco , dalle calze coprenti e dalle scarpette da ballo e fasciai il mio corpo magro in una vestaglia di seta.
<< Signorina Fuller, c’è qualcuno che chiede di lei…>>
Mi voltai verso l’addetto allo staff e annuii , per poi alzarmi con fretta e raggiungere la porta del camerino.
Mi aspettavo di trovare Jason McMiles, quello che a quel tempo era il mio fidanzato.
Non avrei mai immaginato che dietro quella porta ci fosse proprio lui, Harry, con in mano un mazzo di rose bianche.
<< Ciao…>> esclamò vedendomi e porgendomi le rose.
<< Harry!!!.... Che ci fai tu qua?>>
<< Passavo per New York e chi ti vedo appesa nella locandina degli spettacoli? Daisy Fuller.>>
Lo abbracciai di slancio, facendo cadere il mazzo di fiori a terra.
 
Ero a Parigi quando lo incontrai ancora.
Ormai io e la mia compagnia di balletto facevamo il giro d’Europa ed eravamo diventati abbastanza conosciuti, ma modestamente io rimanevo quella più ‘notata’ dal pubblico. Probabilmente per tutta la passione che mettevo.
Stavo passeggiando per gli Champs Elysées quando lo vidi. Era seduto su una panchina di ferro, di quelle circondate da ciclamini rossi che si trovavano lungo le vie a Parigi.
Stava leggendo il quotidiano Le Monde ma non sembrava concentrato sull’articolo.
Era cambiato da come lo ricordavo. I solchi delle rughe erano spariti, la pelle sembrava più tirata ed ora i capelli erano grigio scuro tendenti al nero.
Portava ancora spessi occhiali da vista, ma sembrava ringiovanito anche nel fisico, ora più muscoloso.
<< H-Harry?>> domandai retorica avvicinandomi.
Lui alzò lo sguardo e lo incatenò col mio.
Riconobbi quel verde. Oh si, era proprio lui.
<< Daisy!>> esclamò lui accartocciando il giornale al suo fianco e correndomi incontro.
Mi ricordo che ci abbracciamo a lungo.
Mi ricordo che sedemmo su quella panchina nei Champs Elysées per più di due ore, a parlare e parlare delle nostre vite, di quello che avevamo fatto in quei tre anni che non ci eravamo visti.
Quando lo salutai per ritornare a provare ricordo che mi baciò la guancia.
 
Quando la macchina mi investì, quella sera dopo le prove, prima di svenire mi domandai cosa stesse facendo Harry, poi fu tutto nero.
Lo ritrovai accanto a me, addormentato sul mio braccio, quello senza flebo.
Il letto dell’ospedale era circondato da macchinari collegati ognuno in maniera differente a me e ricordo di aver pensato che fosse la fine per me nel mondo della danza.
E così fu, purtroppo.
 
Misi su una scuola di ballo, era piccola , formata da una sala di specchi ed uno stanzino arredato elegantemente dove ricevevo i genitori delle allieve.  Riuscivo a trasmettere la mia passione a ben sette bambine e dodici ragazze.
Ero così soddisfatta.
Mi venne a far visita moltissime volte sai?
Mi aspettava fuori dalla porta della scuola e poi ogni sera mi portava in un posto diverso.
Ed io ogni sera lo osservavo. Lo osservavo cambiare, ringiovanire di poco alla volta.
Era un mercoledì sera quando ci baciammo per la prima volta.
Mi aveva portata in un portico sotto le stelle ed io avevo ballato per lui. O almeno, ci avevo provato.
Quando rischiai di cadere lui mi prese per i fianchi e mi baciò.
Fu il bacio più bello della mia vita.
Il primo di una lunga serie.
Avevo trent’anni quando il nostro aspetto combaciò.
Era come se ci fossimo incontrati a metà strada.
Harry aveva i ricci neri , la pelle diafana e liscia, senza nessuna ruga. Il fisico era alto e muscoloso e gli occhiali erano andati a finire dentro un cestino, rivelando i suoi occhi verdi che rispecchiavano la sua giovinezza.
Io invece avevo delle piccole rughe sulla fronte , ma erano quelle rughe che ogni donna possiede a quell’età. I miei capelli erano arancioni e il mio fisico magrolino, come sempre d’altronde.
Eravamo innamorati l’uno dell’altro e Dio solo sa quanto stavamo bene insieme.
Ci completavamo, come due pezzi di un puzzle.
Eravamo io e lui e lui e io in ogni cosa, ogni decisione.
Potrei anche dire che il nostro amore era come l’alcool.
Ti faceva girare la testa, ne volevamo ancora e ancora, non potevamo farne a meno.
Ma come alcoolico che si rispetti, anche il nostro amore era destinato a farci sentire male, prima o poi.
 
Avevo trentadue anni quando scoprii di essere incinta ed avevo appena compiuto trentatre quando, alla tua nascita, ci abbandonò, convinto di  non poter essere un buon padre.
Mi aveva lasciato una lettera, sai?
Ce l’ho qui, proprio nel mio cuore. La saprei ripetere tutt’oggi a memoria.
Diceva ;
Ti chiedo solo questo: Pensami.
Pensami quando incontrerai qualcuno col nome uguale al mio, o quando sentirai il nome della mia città al telegiornale. Pensami e non forzarti a lasciarmi fuori dalla tua vita o dalla tua testa, ti prego. Pensami quando vedrai due alberi molto vicini ma troppo lontani per toccarsi. E pensa a noi due quando vedrai le foglie dei loro rami sfiorarsi per il vento. Pensami nel giorno del mio compleanno, e non scordarti la data, è il regalo più bello. Ti chiedo solo questo, pensami.
Ti chiedo anche di non parlare di me alla nostra Caroline, ci soffrirebbe. Ti chiedo perfino di trovarti un altro uomo, anche se so che è in contrasto con quello che ho appena detto, ma voglio che tu sia felice.
Ricordati di me, finchè puoi.
Come io mi ricorderò di te e ti penserò senza tregua.
 
 
 
Ed esattamente undici anni dopo, con l’aspetto di un ventenne , venne a bussare alla mia scuola di danza.
Non mi ricordo la mia prima reazione, ma probabilmente sarò rimasta pietrificata e senza fiato in gola.
Tu oramai eri una bellissima dodicenne e forse perfino te lo ricordi quel giorno.
Ebbene si, Caroline, quel ragazzo giovane era tuo padre, l’uomo che ho amato in  tutta la mia vita.
Mi ricordo come mio marito di allora credesse fosse il figlio di chissà quale mia amica. Figuriamoci se avrebbe mai potuto pensare che quello fosse stato il mio primo amore.
E invece mi ricordo come ci siamo detti addio sai?
Con un bacio sulla guancia, come due amici di vecchia data.
Ma io me lo ricordo come  trattenne le sue labbra sulla mia pelle per un insolito tempo.
 
Quando un paffuto bambino dai capelli ricci mi venne consegnato dai servizi sociali, all’inizio non capii.
Poi però guardai i suoi occhi e riconobbi quel verde, quel verde che avrei riconosciuto fra mille.
E allora lo abbraccia stretto e lo portai a casa.
Gli preparai la cioccolata calda e gli raccontai di come Caroline fosse una bellissima ventenne in carriera.
Mi ricordo di averlo cullato per farlo addormentare, e mi ricordo di aver pianto come non mai quella notte. Mi ricordo come sembrasse un angelo con quella bocca socchiusa e il respiro regolare.
Poi , purtroppo, fu sempre più difficile.
Harry ringiovaniva sempre di più, disimparava a camminare, a leggere, a parlare.
Disimparava tutto quello che nella sua vita aveva appreso.
Non riusciva nemmeno più a pronunciare il mio nome.
Ed io ogni notte sbarravo gli occhi al pensiero se ricordasse il nostro amore, se ricordasse nostra figlia.
 
Poi quella mattina di settembre, quando aveva l’aspetto di un neonato, lo presi in braccio e lo cullai leggermente.
Mi guardò con quegli occhi ormai spenti, ed io capii che aveva capito.
Capii che aveva mantenuto la sua promessa, si ricordava di me, della nostra storia.
Poi chiuse gli occhi e fui io a capire che non li avrebbe mai più riaperti.

 
Non vivemmo per sempre felici e contenti, ma ci eravamo amati noi due.
Amati da morire.
 



 

HOLA.
Tra ieri e oggi sto sfornando OS come il pane OuO
Comuuuunque.
Ieri sera guardavo il curioso caso di Benjamin Button con quel figone di Pitt e non mi chiedete perchè ma l'ho sognato, con il volto di Harry Styles o.o
Quindi mi è venuta un'ispirazione da sabato mattina ed ho buttato giù questa cosa che non so come chiamare AHAHAHA.
Spero che vi piaccia a tal punto da lasciare una recensioncina :3
Un bacio
Cipolletta.

PUBBLICITà DEL SABATO :
When you look me in the eyes ( OS basata su una canzone dei Jonas Brothers, nonmichiedeteilperchè AHAHAHA):
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1952788&i=1
Super ( OS su Liam): http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1883088&i=1
The werewolf and the demi-god ( una mia ff su Percy Jackson e Teen Wolf): http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1645388&i=1

Bene, ora mi dileguo.
Ciaos.

  
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