Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: xla    12/01/2008    10 recensioni
E se Duddley fosse geloso di Harry? E se Harry fosse fidanzato e la persona che ama lo venisse a trovare a casa? Chi è il biondino, ma, sopratutto; che ci fa un furetto in casa Dursley?!... CAP 31 OVVERO: LA MARCIA NUZIALE E' INIZIATA O LO SPOSO è SVENUTO! -ULTIMO CAPITOLO- [ non tiene conto del 5-6-7 libro ] buona lettura, lasciate un segnetto baci xla
Genere: Commedia, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Famiglia Dursley | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il C@v@liere

- XV ATTO -

 

Duddley si avvicinò al cugino. Aveva lasciato i suoi genitori a parlare di una certa Barry, aveva finito la colazione e lo aveva raggiunto come sempre. Vide che si era addormentato a cavallo dell’altalena, con la testa e la schiena appoggiate a una delle due catene di ferro. Doveva avere uno spirito molto accomodante per addormentarsi in quella posizione, un vero bradipo vista l’ora. Poi pensò che non avesse dormito per via del loro momentaneo incontro ravvicinato di quella notte, sulle scale, e un po’ se ne dispiacque, perché lui aveva dormito alla grande, ovviamente per modo di dire, eh? Immaginò Harry che si rigirava e girava nel letto senza riuscire a chiudere occhio per… la brutta figura? Non era mica un brutto ragazzo. Per lui? Magari lo aveva pensato per tutta la notte e poi che non gli dispiacevano poi tanto i maschi e lui… see, magari fosse stato così! Dud si convinse che doveva essere la sua ragazza, il motivo per cui Harry se ne stava penzolante a dormire lì.

Avvicinò la faccia a quella del ragazzo e notò che delle lacrime gli rigavano il viso e aveva un’espressione decisamente truce, ma ringraziò il cielo che non inveisse come le altre volte che si trovava nelle braccia di Morfeo.

Lo sentiva di notte e si chiedeva come mai… ma ora… ora che sapeva la storia, almeno una buona parte… pensò che in fondo Harry aveva tutto il diritto di piangere, in qualunque momento; che aveva il diritto di essere consolato da chi gli voleva bene. E forse, lui, era tra questi? Ma certo che no! Al primo posto c’era quella Hermione che gli teneva affettuosamente la mano quando era stato in ospedale, pensò rammentando la foto movente. Ma se era così, dov’era, eh? Ora, dov’era la sua ragazza? Non c’era, no? C’era lui, ben felice di consolarlo e cullarlo tra le sue braccia. Forse era vero che gli uomini non dovevano piangere, ma a lui Harry non appariva come un uomo. No, appariva come un piccolo angioletto dolce e sfortunato. Una persona buona alla quale erano capitate tante cose brutte: se fosse capitato a lui non avrebbe retto come il cugino, avrebbe gettato la spugna già da tempo. Magari passando dalla parte del nemico, chissà! Ma Harry no, non l’avrebbe mai fatto. Era troppo onesto e buonista per voltare le spalle a chi credeva in lui e scappare con chi amava; anche se ci avrebbe messo la mano sul fuoco che ci aveva pensato più di qualche volta, a lasciare la comunità magica, visto anche come lo trattavano, e scappare con la sua ragazza. Niente più Salvatore, niente più Bambino Sopravvissuto, niente più Prescelto; solo… Harry. Ma chissà se l’avrebbe fatto davvero… forse a quest’ora neanche lui ci sarebbe più, sarebbe morto per mano del nemico, senza più Harry che lo difendeva a costo della sua vita. Ripensò a tutte le volte che lo prendeva in giro, che lo minacciava atteggiandosi a bullo invincibile, alle risate che si faceva quando i suoi genitori lo punivano per qualcosa che non aveva fatto e lui se ne stava zitto, zitto e muto, e faceva tutto quello che gli veniva chiesto… quella era poca roba per Harry a quanto pareva, visto ciò che aveva dovuto affrontare. La fama, si sa, porta con sé tanti pro, quasi quanto i contro.

Perché sì, ci sono molte persone che ti adorano e ti fanno salamelecchi ma altrettante, se non di più, che ti odiano; pensano che la popolarità ti abbia dato alla testa, che non sei più lo stesso di un tempo, ti guardano male, ma questo se sei baciato dalla fortuna, altrimenti ti serbano l’indifferenza. Dud non sapeva cosa fosse; non aveva la minima idea del significano della parola indifferenza. Quando qualcuno ti evita, non ti rivolge la parola… magari quel qualcuno è proprio la persona che ami più di ogni altra. Lui invece era stato sempre al centro dell’attenzione di tutto e tutti e, se non era così, si faceva ascoltare a suon di urli e pugni. Invece Harry subiva e basta; magari anche la sua ragazza lo trattava da zerbino, perché no? Era possibile. Eppure… nonostante la sua indole passiva, il cugino aveva salvato il mondo da un pazzo assassino. Anche mezzo schizofrenico, a quello che ne sapeva.

Dud prese un fazzoletto che aveva in tasca e gli ripulì il viso dalle lacrime, anche se era bello anche così. Poi si fermò ad osservarlo: la camicia bianca era sbottonata in alto, il che permetteva di vedere bene il collo, la testa da un lato, e… quel collo era molto, molto invitante. Si avvicinò, con l’intenzione di baciarglielo, già pregustando il sapore della sua pelle, quando un luccichio attirò la sua attenzione. Abbassò gli occhi verso la gola e lo vide! Attaccato al collo di Harry c’era un cordoncino di cuoio nero, con della pelliccia morbida; davanti sembrava esserci attaccato qualcosa che penzolava. Dud prese in mano quella cosa, che aveva tutta l’aria di essere una targhetta d’oro bianco, e sopra, a caratteri d’oro rialzati, c’era scritto:

 

69  My Puppy 69

:-:* Your  Angel *:-:

 

Rimase pietrificato per qualche istante. No… cioè… le opzioni erano due: o lui si era sbagliato a leggere, oppure era scritto male. Ma sì, ci sarà stato qualche sbaglio! Altrimenti perché il cugino andrebbe in giro con addosso un collare da cane, o da gatto, con su scritto Il Mio Cucciolo, Tuo Angelo? Non avrebbe avuto senso, no?... Vero? Magari Harry aveva strani gusti e frequentava quei strani locali sadomaso tra un pazzo sadico e l’altro: aveva pur il diritto di svagarsi, ma chi gli poteva aver fatto un regalo, se era la parola esatta, del genere?

Leggendo più attentamente, e scavando nella sua piccolissima memoria, Dud collegò la lettera letta la sera prima in stanza di Harry con il collare: era la sua ragazza! E doveva essere anche messa piuttosto bene, come risorse finanziarie, per potersi permettere di fare un regalo del genere al suo fidanzato. Quella Hermione non gli andava tanto giù, doveva essere la classica tipa alta, bionda, occhi azzurri. Magari una smorfiosetta con due facce, perché no, era fattibile. Ma cosa pensava, di potersi comprare il cugino con degli stupidi regalini? Beh, se era veramente così allora quella ragazza non aveva capito proprio nulla della vita. In tutta sincerità, ora che aveva scoperto che Hermione era così perfetta – insomma… bella, ricca, dolce - lui si sentiva molto sminuito: non gli bastava la certezza che il cugino non si sarebbe mai venduto anche per tutto l’oro del mondo, la cosa che più lo rendeva triste era il fatto che lui, pur avendone le possibilità, non aveva mai reso felice Harry, mai. Neanche una volta, magari per sbaglio. Era normale che Harry volesse qualcuno che si prendesse cura di lui, che lo facesse sentire protetto e lo facesse sorridere, divertire...  che lui si ricordasse, quella scuola dove andava il cugino, era come un college, insomma: ci entravi il primo settembre e ne uscivi i primi di giugno, dormivi lì e non tornavi a casa se non per le vacanze. Dopotutto, suo cugino non era mai tornato per roba come il Capodanno o per Natale, no? Era tornato, per la gioia dei genitori, solo in estate. Quei miseri tre mesetti, poi rimetteva tutte le sue strane cose nel suo baule, qualche strampalato lo veniva a prendere e lui se ne andava. Quando avevano dodici anni gli aveva detto “ Chi vuole essere amico tuo? “ con disprezzo… ma che ne sapeva lui, della storia del cugino, dopotutto neanche lui si era mai degnato di dirgli nulla. E infatti si era dovuto interessare lui, alla fine, no?

Alla scuola normale Harry non aveva mai avuto amici, anche perché chiunque gli si avvicinava, lui lo menava, con il suo gruppetto di bulli falliti, e non sapeva perché: diceva a tutti che Potter era un pazzo, che era un tipo che da un momento all’altro ti poteva uccidere e che quindi ti dovevi tenere a distanza da lui, né guardarlo né parlarci. La maestra era stata scontrosa con lui sin dal primo giorno, perché i suoi genitori erano andati a parlargli, giorni addietro, assicurandosi che avesse capito bene che doveva aver a che fare con un pazzo, uno problematico. Non eccelleva in nessuna materia, il che costituiva per l’insegnante un motivo in più per metterlo in punizione o per sgridarlo. Passava gli intervalli sotto un albero nel cortile dell’edificio, a guardarsi intorno, oppure a raccogliere fiori per l’unica maestra che era gentile con lui: una volta lo aveva fatto anche con la loro. Il risultato fu uno schiaffo sulla guancia bronzea e compiti in più per casa. Lui ci rideva sopra come un matto; vedere il dolore del cugino lo aveva sempre messo di buon umore. Ma ora non più. Si domandava se anche lì, nella sua scuola di gente strana, era così. Tutti che gli ridevano alle spalle, le punizioni e via dicendo… era una situazione molto più dura, perché eri costretto a vedere chi non sopportavi, vedevi un certo insegnate unto, perché anche loro, ovviamente, vivevano lì. Harry gli aveva raccontato di un certo insegnante molto simile a un pipistrello, che andava in giro sempre interamente vestito di nero, i capelli neri e tanto unti che neanche dieci shampoo li potevano salvare. E, se non ricordava male, era il capo, o qualcosa del genere, della casa rivale, a quello che aveva capito, di quella di Harry. I Sipeldi… no, no… era.. mh… i Siveleni? Ma no, era… aveva a che fare con un rettile e un colore, mh… ah, sì: Serpeverde! Sì, sì, era questa! E il pipistrello li favoriva spudoratamente, senza velare il disprezzo verso la classe di Harry, la casa o… quello che era, insomma! Poteva solo immaginare come era seguire le lezione di uno così. Inoltre sembrava provare un certo odio verso Harry e se non fosse stato per il preside, lo avrebbe già espulso: neanche il tempo di mettere piede dentro la scuola. Ma se aveva amici era tutt’altra storia.

Perché quando sei nei guai ci sono gli amici che ti aiutano a venirne fuori. Sono quelli che ti sostengono nel momento del bisogno, che sono vicino a te quando piangi, quando perdi e, molto di più, quando vinci e ridi. Quando hai voglia di non pensare a nulla e di spassartela alla grande, loro sono lì, sia per ascoltare le tue scemate sia per darti consigli. Forse i suoi amici erano quelli sul comodino, magari era stata scattata quando avevano undici anni, perché erano molto piccoli, non che ora il cugino fosse grande, ma, in confronto a quella foto, era veramente cresciuto. E chissà cosa aveva dovuto affrontare da quando aveva messo piede in quella scuola di strampalati! Quei due ragazzi nella foto avevano una faccia, come dire… pulita; gente di cui ci si poteva fidare, di chi non ti avrebbe abbandonato mai, neanche se li avessi pregati in ginocchio o pagati oro. Il cugino era molto fortunato, da questo punto di vista, perché lui non aveva quel tipo di amici, ma quel tipo che ti sta vicino sono quando sei il migliore e quando non lo sei ti lascia nella merda.

Da come gliela aveva descritta Harry, Hogwarts doveva essere veramente un posto meraviglioso, e Dud non aveva dubbi sul fatto che il cugino la considerasse più come casa propria che non la loro e questo lo feriva molto. Insomma, a casa sua non aveva mai rischiato la vita, mentre da quando era andato lì sì, ogni giorno viveva col pensiero di poter morire da un momento all’altro. E la cosa non era affatto rassicurante! Specie per un bimbo di appena undici anni. Se lo poteva immaginare: mingherlino, spaurito e immerso in un mondo nuovo che fino a quel momento aveva, con ogni probabilità, sognato e poi… bum, da un giorno all’altro aveva scoperto di essere un mago, che ne esistevano diversi altri, tante creature, la tanto decantata dicotomia tra bene e male… un bel po’ di cose. Voldy a parte, eh? Sì, aveva iniziato a chiamarlo così, per il semplice motivo che era più corto e più facile da ricordare. Anzi… chissà se anche Harry, magari un po’ scherzando, lo chiamava così!

Ma fatto stava che: bella scuola, buoni amici e non… quel collarino aveva un che di inquietante! A questo punto poteva aspettarsi di tutto dal cugino. Una frusta… un paio di manette… che ne poteva sapere? Anche se, in tutta sincerità, la cosa da una parte gli metteva paura e dall’altra gli metteva la pelle d’oca. Come se fosse pieno d’aspettativa: l’immagine di un Harry con manette, guinzaglietto e collarino con lo sguardo lucido… beh, aveva le sue conseguenze. E non solo per lui, chiaro? Ma, a ben pensarci: cosa gli toccava fare? Correva dietro ad Harry neanche fosse la sua baby-sitter o che ne sapeva lui! Insomma, aveva quattordici anni, no? Eroe oltretutto, che aveva bisogno della manina per attraversare la strada? Certo che no!... anche se a ben guardarlo aveva bisogno di un grande aiuto, visto il disastro che era. Dud sorrise al pensiero di lui che insegnava al cugino come si faceva questo e come si faceva quello, e lui, guardandolo con occhioni da cerbiatto, che lo fissava ammirato per le tante cose che sapeva fare. Quando a stento sapeva mettere su l’acqua per il tè. Ma, a ben pensarci: Harry sapeva cucinare, almeno un po’ commestibile, lavare, stirare e pulire… una perfetta massaia, no? Gli mancava solo il grembiulino rosa a margherite della madre, pieno di fronzoli, pizzi e merletti, uno spolverino fuso con una mano, nell’altra un mestolo di ferro, e in testa un fazzoletto bianco per non fargli andare i capelli davanti agli occhi quando faceva le pulizie. Almeno assieme avevano un futuro. Una coppia perfetta: lui si occupava di portare a casa i soldi e Harry si occupava della casa. Si, ok, tutto pianificato nei minimi dettagli. Bastava solo trovare una motivazione valida per far sloggiare i suoi genitori ed erano a cavallo e poter avere così la casa tutta per loro. Già… ma quale scusa poteva essere abbastanza convincente? … Bene, aveva appena trovato il suo dilemma amletico! Ora, il suo scopo nella vita era di cercare, tra tante, la scusa migliore: così almeno quell’ estate faceva qualcosa. Si poteva dire che aveva trovato i suoi compiti per le vacanze.

A Duddley tornò in mente che anche lì c’era qualcosa che lo contraddistingueva dal cugino: a parte il fatto che lui non avrebbe messo mano a nessun libro come a ogni vacanza che si rispetti, che se lui scriveva su dei semplici quaderni a righe o a quadretti, Harry scriveva su delle pergamene senza righe, quindi da figurarsi gli arcobaleni che poteva fare, gialli e ammuffiti. Inoltre non aveva visto penne a sfera o roba varie nella sua stanza, quindi… come scriveva? Ma a piuma d’oca, no? Chissà quanti sbavi con l’inchiostro fresco e ogni volta a intingere la piuma nel barattolino. Dimenticare il barattolino o la piuma equivaleva ad essere perso! E poveri insegnanti che dovevano decifrare gli scarabocchi! Perché quelli che faceva Harry, come scriveva, non si potevano assolutamente definire calligrafia o scrittura o, ancor peggio, carattere, ma i cari vecchi e insostituibili scarabocchi. Neanche i geroglifici lo battevano, quello zuccone analfabeta!

Solo allora Dud si accorse che Harry teneva in mano qualcosa. Glielo prese. E con rabbia scoprì che era un’altra lettera di colei che oramai aveva additato col vezzeggiativo di quella lì. Lesse la lettera.

 

Caro Harry,

ho finito prima di quanto credessi, e questa mattina verso le undici verrò in quel posto che mi hai detto essere molto importante per te. Verrò con una sorpresa… anzi, credo che verrà prima la sorpresa di me. Sai che mi devo preparare almeno il necessario, per sopravvivere tra i babbani.

A tra poco amore.

I Kiss You.

You Angel.

Ps: porto anche la panna e la cioccolata!

 

Era uno scherzo, vero? Non poteva essere che avesse veramente intenzione di venire. Beh, poteva anche venire, ma lui non l’avrebbe fatta entrare di certo. Nossignore! Piuttosto avrebbe fatto sbattere fuori Harry da casa e… no, così non andava, non voleva la ragazza proprio perché altrimenti gli avrebbe rubato  il cugino, quindi così la cosa gli si sarebbe ritorta contro. Perché sarebbe bastato davvero poco: che lui fosse corso dal paparino e gli avesse detto una cavolata immane, tipo “ Harry ha fatto una tu-sai-cosa “ e se ci avesse aggiunto “ davanti ai vicini “ allora sì, che gli avrebbe potuto fare ciao ciao con la manina per sempre. Addio Harry, non l’avrebbe mai più rivisto, e questa era proprio l’ultima cosa che voleva. Ecco, già se la immaginava, tutta perfettina che veniva con mille e uno bagagli… che ovviamente doveva portare Harry, da bravo fidanzato modello, e comodo zerbino, qual’era.

D’improvviso sentì dei passi avvicinarsi e, senza pensare, si mise il biglietto in tasca e si affrettò a nascondersi, nel solito posto, dove era sicuro di poter avere una buona visuale di ciò che sarebbe accaduto di lì a poco. Vide due figure ammantate camminare verso l’entrata del parco; erano coperte da un lungo mantello nero e il cappuccio in testa. Li vide varcare il cancello e dirigersi verso il cugino e… che cosa avevano intenzione di fare? Derubarlo? Non se ne parlava, perché non aveva niente con sé e sembrava un trovatello per come andava in giro e, rettificando, come sua madre lo faceva andare in giro. Ucciderlo? E perché mai? Oddio, non è che lo volevano violentare?... ok e questa da dove gli era uscita? Non è che stava prendendo lo stesso vizio del cugino, visto che lui volava troppo di fantasia ed era capace di stare ore imbambolato a fissare un punto morto? Le due figure nere si fermarono a un passo da Harry e una di esse allungò una mano verso di lui, Dud trattenne il fiato, aspettando tremante la prossima mossa dei due sconosciuti:

-Harry…- sentì chiamare il ragazzo –Harry… - E il cugino si svegliò piano, sbattendo le palpebre, e, mettendo a fuoco le immagini davanti a sé, mormorò sorpreso:

-Lady Malfoy?- gli occhi sgranati.

Dud trattene di nuovo di riflesso il fiato, mentre la Lady si toglieva il cappuccio. Si presentò una bellissima donna, sorridente, occhi azzurro chiaro e luminosi, i capelli lisci e biondi raccolti per metà da un cerchietto verde, labbra scarlatte, la pelle bianca, lattea. –Harry, tesoro, quanto tempo. E come sei cresciuto- lo abbracciò forte e anche Harry l’abbracciò felice.

-Nissy, cara, lo stai strangolando – fece eco la seconda figura, con un tono ironico, togliendosi il cappuccio.

A Dud si sgranarono gli occhi, nel constatare che l’uomo vicino alla donna era altrettanto bello. Alto, sguardo sereno, eppure un po’ severo, occhi grigi, pelle anch’essa lattea, lunghi capelli biondi con striature di bianco mandati indietro e lasciati sciolti. Il volto con qualche piccola ruga che però lo rendeva ancora più attraente.

Harry parve scattare sull’attenti appena lo vide e alzò subito la mano per una stretta, salutandolo gentilmente –Signor Malfoy… - ma l’uomo lo interruppe:

-Oh, Harry, ancora con questo Signor Malfoy? Mi fa anche sentire vecchio- nota dolente –Quindi chiamami anche papà, tanto… a me fa solo che piacere-

Harry diventò dei sette colori dell’arcobaleno. Lucius rise e l’abbracciò forte:

-Ma che carino, si è imbarazzato. E’ proprio un amore- cantilenò Narcissa sognante,

-Il nostro angelo ha gusto- disse l’uomo facendo l’occhiolino ad Harry.

Dud non poteva credere ai suoi occhi: Harry che parlava tranquillamente con dei perfetti estranei! Va bene, per lui erano degli estranei perché non li aveva mai visti prima e gli rodeva da morire il fatto che il cugino parlasse con gente che lui stesso non conosceva, per quanto belle potessero essere quelle persone. La donna pareva uscita da un manicomio, non faceva che ridere, battendo talvolta le mani, le gote arrossate dal riso cristallino, e non faceva che spupazzarsi il suo Harry, che la lasciava fare tranquillamente, anche se dal colore della sua faccia si poteva chiaramente capire che il suo corpo richiedeva aria. Eh sì, ogni tanto si usa respirare! L’uomo sembrava uno di quei dei crudeli di cui si parlava tanto nei libri di narrativa. Specie uno, il dio degli inferi. Ade. Austero e severo, ma con una certa vena comica. Dopotutto c’è dell’ironia anche nella morte, no? Prima ci sei e poi… puff, non ci sei più; siamo tutti un po’ prestigiatori. Oppure un altro dio adatto a quell’uomo era Apollo, visto che spendeva come il sole con quei capelli e poi sorrideva tranquillo. Ma pareva che gli ci fossero voluti anni prima di riuscire un poco a lasciarsi andare e…

-… Godersi la vita, e già! Ecco la meta a cui i giovani d’oggi devono aspirare. E quale modo migliore di godersi la vita se non fare del sano e salutare sesso? – disse Lucius con un luccichio negli occhi e un sorriso nostalgico – Eh, già – ripeté, più a se stesso che ai presenti, - Bei tempi, quelli – gli occhi al cielo senza nuvole. Ma si dovette piegare in due da una gomitata ben assestata alle costole da parte della moglie:

-Lucius, ma ti pare il caso? – il tono di rimprovero falso.

-Ma cara, se non gliele dico io queste cose, chi mai gliele dice?- esordì l’uomo, come se fosse un affronto alla sua elegante e aristocratica persona.

-Tu? E chi sei tu, il dio del sesso?- il tono giocoso rendeva quella donna crudele, all’apparenza, ma si capiva subito che scherzava.

Lucius assunse un’espressione comica all’inverosimile: distese i muscoli facciali, gli occhi chiusi e le sopracciglia rialzate, un dito alzato come a puntualizzare qualcosa – Ti devo per caso ricordare, mia cara che io, ai tempi di Hogwarts ero.. –

Ma la moglie lo interruppe – Ai tuoi tempi di Hogwarts.. – parve riflettere – Mhh… e quanti anni sono passati? Cento? No, aspetta, mi sono sbagliata… mille? No, no, scusa, è vero: duemila! – esordì con una risata sonora, facendo scappare un risolino ad Harry.

-Ti devo forse ricordare, tesoro, - il tono da saputo – che i miei anni, sono anche i tuoi! – e non era una domanda!

Narcissa lo fissò apatica, senza espressione, ed Harry e Lucius temettero il peggio. Erano già pronti a svignarsela smaterializzandosi che Nissy sorrise tranquilla:

-Oh, ma chiudi quella bocca, che ti ci entrano i nargilli, gioia –

-Cosa sono i nargilli?-

-Chiedi a quella simpatica svalvolata della Lovegood –

Lucius guardò Harry, nel vano tentativo di trovare risposte, ma Harry alzò le mani in segno di resa. Aveva passato un anno a cercare di capire cose fossero quei benedetti nargilli, che sapevano tanto di elfetti-lucciole e non ne era venuto a capo. E poi, se permettete, lui doveva pensare a salvare il deretano al mondo, altro che nargilli!

Nissy continuò – Poi quello che conta è quello che vogliono loro… e che devono scopare come conigli? –

-A beh, io me lo auguro- ribatté l’uomo, che si prese uno schiaffo sul braccio dalla moglie, che era piegata in due dalle risate, come il moro:

-Ma taci, vecchia ciabatta-

Oddio, con genitori del genere…  come accidenti poteva essere la ragazza di Harry? Ma le domande di Dud trovarono presto risposta.

Harry d’improvviso non vide più nulla, era impegnato a ridere, quindi non aveva la guardia alta, ma sentì un famigliare profumo e una voce profonda al suo orecchio:

-Indovina chi sono…-

Decise di stare al suo gioco – Ma chi sarà mai? Uno stupratore? – scherzò.

Si sentì appoggiare la schiena a qualcosa di morbido e le mani che prima gli coprivamo gli occhi andarono ad intrecciarsi con due dita sul suo ventre. Vedeva Lucius e Nissy sorridere amorevoli. Poggiò la testa sulla sua spalla

-Non è colpa mia se ispiri stupro da tutti i pori, amore- e si baciarono.

Harry si rigirò nel suo abbraccio e gli mise le braccia al collo e sentì le sue sui fianchi e sulla schiena.

Sì, era proprio…

-Draco- mormorò a fior di labbra al biondo. Che sorrise e gli si avventò di nuovo sulle labbra.

 

 

___________________________________

ANGOLINO

 

Posto ora questo sudatissimo capitolo, così mi posso arrovellare il cervello per altre due fanfe long e per il seguito di questa ^^! Vorrei dire una piccolissima cosa sull’entrata in scena dei Signori Malfoy; come già visti in “gli aristidrachi” sono un po’ ooc ma io ce li vedo bene anche così, almeno ti sbizzarrisci con le peggio scenate e battute, invece a seguire la linea di carattere della mammina; Nissy è ferina e crudele mentre Lucius freddo e quant’altro e visto che io amo impelagarmi nelle peggio cose, ho deciso di darci un po’ di vita! Ah, lo so che Dudley sta diventando troppo sveglio ma tranquilli; se fosse tonto come l’originale sapete come sarebbe andata? Si sarebbe sbattuto a morte Harry con la forza, spezzandogli la bacchetta e lo avrebbe ridotto a uno straccio, poi sarebbe arrivato Draco coi genitori e avrebbe ammazzato tutti e fine. Bene, finito di spiegare queste cose, passo a ringraziare chi commenta;

Ada [ azzie mille per betare tutti i miei deliri, appena possibile risponderò alla tua mail çç ]

DJKIKA [ infatti a Dud piace Harry XD… ah; alla fine come è andata quella cosa dei capelli cara? ]

Ubbo [ oimena, mo svengo O___O; amo le tue storie io ç___ç! Sono felicissima che ti piaccia e dimmi, oh divina; è questa la sorpresa che pensavi?*.* ]

Fra Ro [ cara; eheh, tu non ne hai la minima idea di cosa succederà ai Dusley quando i Malfoy lo verranno sa sapere BWAHAHAH!°.° ]

Lily 4ever [ ma se Dud non la smette davanti casa si troverà un esercito di pazze armate di torce e… io voglio la pistola e il fucile *.*… anche se non riesco ad acchiappare una casa neanche se ci vado a sbattere °_° ]

KIA [ scusa il ritardo! ]

Ximeng [ non so te, ma io mi sentirei meglio pensando a una vasca di nutella alla vaniglia con dentro Harry *ççç* ]

Ultima cosuzza; vorrei chiedere perdono a tutti coloro che hanno aspettato così a lungo, grazie mille e se solo non commentate più, magari leggete solo e grazie per questo, è solo colpa mia perché ho mandato le cose troppo per le lunghe.

 

xla

 

   
 
Leggi le 10 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: xla