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Autore: fedenow    12/01/2008    45 recensioni
“Cosa ne sai tu, Granger, di cosa è cambiato e non è cambiato?”
Togliete "Granger" e sostituitelo con il vostro nome: troverete la condizione in cui vi trovate al termine dell'epilogo del settimo libro. Qui vi presento i momenti subito successivi al fatidico "All was well." Buona lettura! Post Doni della Morte
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Diciannove anni dopo...più qualche minuto

And I know I’m running for the first time in my life…That’s why I tell you: you’d better be home soon.
Ahhh ragazzi...che bello tornare su efp..Qui è proprio "casa dolce casa"!





DICIANNOVE  ANNI DOPO...PIÙ  QUALCHE MINUTO





“Non avrà problemi”, mormorò Ginny.

Harry la guardò e distrattamente abbassò la mano a sfiorare la cicatrice a forma di saetta sulla fronte. “Lo so.”

La cicatrice non gli faceva male da diciannove anni. Andava tutto bene.  

[Harry Potter e i Doni della Morte, p.697]



Andava tutto bene. Ginny era lì accanto, intenta come lui a fissare il punto esatto in cui il treno era scomparso. Gli si avvicinò e gli prese una mano fra le sue.
“Andrà tutto bene, vedrai”, lo tranquillizzò nuovamente. “Anche l’anno scorso eri teso, e come vedi non è successo niente!”, concluse con un sorriso rassicurante.

“Sì, a parte il fatto che James è stato messo in punizione cinque volte!”, esclamò Harry rassegnato, senza distogliere lo sguardo da quel puntino ormai invisibile che era il treno.

“Se è per questo saranno anche molte di più…Non pensare che ce le venga a raccontare tutte!”

Riuscì a strappare un sorriso a Harry, che si voltò finalmente a guardarla. “E non ti preoccupa la cosa?”, chiese ironico.

La moglie rispose al sorriso. “Sinceramente? No.” Fece una pausa per permettere al marito di contraddirla, cosa che però non avvenne. “Perché so di essere una buona madre, Harry, che ama i suoi figli e che ha cercato di trasmettere loro tutto il suo amore. E perché i miei figli hanno il padre migliore del mondo, che darebbe la vita per loro e gli ha trasmesso degli ideali così solidi che non verranno certo distrutti da qualche marachella scolastica!”

Harry  fece un inchino divertito di falsa alterigia alle parole della moglie, poi gli occhi gli ricaddero sui lunghi binari, che si allungavano nella campagna fino a scomparire nella foschia londinese. “Ma si può sapere come fai a essere così tranquilla?”, domandò; tuttavia il tono era notevolmente più rilassato rispetto a prima.

“Perché mi fido di loro, ecco tutto.”, affermò Ginny con semplicità.

Harry apparve contrariato. “Anch’io mi fido di loro, ma con Albus è…diverso…”

“Se la caverà benissimo, vedrai.”, disse abbracciandolo.

“Lo so. Sono solo preoccupato…”

Ginny si allontanò da Harry quanto bastava per guardarlo negli occhi. “Ed è questo che fa di te un buon padre!”, e dopo avergli schioccato un veloce bacio sulle labbra si chinò per raccogliere il borsone che aveva posato a terra. “Ora devo proprio andare. Devo andare a fare la spesa subito altrimenti il supermercato viene invaso da quei babbanacci incompetenti che intasano le casse solo per comprare cibi precotti! A proposito, hai visto la nostra dolce figlia? Non si vede da qualche minuto e la cosa mi preoc-”

“Lily? Ah, è andata a “Candyworld” a prendere qualche caramella.” Fece un gesto rivolto a una piccola vetrina posta alle sue spalle, traboccante di dolci zuccherati da ogni parte. “Mi ha chiesto prima qualche spicciolo e così…”

“…Non hai saputo dire di no, ho capito, Uomo di Ferro! Bene, ora mi tocca anche salvare Lily dalla  carie!”, disse, fingendosi offesa. “E tu non fare tardi stasera, mi raccomando…”, concluse baciando di nuovo il marito.

“Ok, promesso…”

La donna sorrise mentre si dirigeva verso il negozio di dolciumi, passando accanto a Ron e Hermione che continuavano a bisticciare.
“Ron, è inutile che ti lamenti: hai torto! E tu Herm, hai tutta la mia solidarietà -le diede teatralmente una pacca sulla spalla- “…e naturalmente hai ragione!”, concluse con un sospiro.

Il fratello le rivolse uno sguardo torvo. “Ma se non hai sentito una parola di quello che abbiamo detto!”

“Non importa, Ron: le donne hanno sempre ragione!”, concluse voltata, sventolando un dito per aria.


“Oh, tesoro, eccoti qui! Mi stavo preoccupando! Ma cosa…Lily!”, disse Ginny notando solo allora i due enormi lecca-lecca che la bambina teneva in mano. “Quei cosi sono più grossi della tua faccia!”

Lily le concesse un sorrisino malefico. “Eh sì, mamma, così durano di più!”

“Sì, al contrario dei tuoi denti! Avanti, vieni, piccola peste!”, disse trascinandola di peso verso l’uscita.

“Ciao zii! Ciao papi! Ti voglio bene, papi!”, urlò la bambina, incurante delle centinaia di persone che ancora affollavano la stazione. Harry le lanciò un bacio, Ron e Hermione interruppero il loro litigio quel tanto che bastava per salutarla.
Soddisfatta, la bambina si mise a trotterellare intorno a sua madre verso la colonna che congiungeva mondo magico e mondo babbano.

“…E poi, Lily, mi devi spiegare perché ne hai comprati due. Uno non era più che sufficiente?”, disse Ginny a metà fra l’arrabbiato e il divertito.

“Uno è per Grimpsy!”

“E chi sarebbe Grimpsy?” Già si figurava un amico immaginario che la piccola si era trovata per giustificare la sua golosità.

“È la mia lumachina, mamma!”, affermò Lily esaltata.

“La tua cosa?!?”

“La mia lumaca! Ma non preoccuparti: la tengo bene nell’armadio con l’insalata e tutto il resto!”

Ginny pensò sconsolata alle pile di magliette e calzoncini che avrebbe dovuto lavare. “N-non ne dubito, tesoro…!”




***



“No, Ronald! Te lo ripeto per l’ultima volta: Kurt era il nipote, mentre il nonno si chiamava Gilbert!”, esclamò Hermione con un tono che non ammetteva repliche. Squadrò il marito di sottecchi, poi proseguì incerta: “E comunque non mi va che spargi zizzania fra i bambini e Scorpius ancora prima che si conoscano…”

Gli occhi di Ron si dilatarono considerevolmente. “Cosa?!? Ma era una battuta innocente! Gli ho detto solo di batterlo in qualsiasi cosa facciano, no? Era…uno scherzo, no?”

“Ron, non puoi crescere i nostri figli per scherzo!”

“Ma Hermione! Io dicevo soltanto-”

“Ah, lascia stare! Vado in bagno un momento!”

Ron fissò a bocca aperta la moglie che si allontanava verso i servizi igienici della stazione: aveva ancora quel passo altero che la caratterizzava quand’era arrabbiata fin dai  tempi di Hogwarts.
Harry si fece vicino all'amico, grattandosi la testa impacciato.

“Harry! Mi dici cosa le ho fatto stavolta?”, domandò incredulo.

“Mah…non lo so di preciso. Certo è importante come farai pace!”, disse lanciandogli un’occhiata maliziosa.
Poi se ne andò ridacchiando felicemente fra sé, lasciando un Ron ancor più basito di prima.




***



Hermione non  rallentò l’andatura finché non si scontrò con una persona, appena girato l’angolo davanti ai bagni.
“Mi scusi! Guardi, non l’avevo…Malfoy?”, chiese Hermione accorgendosi di conoscere fin troppo bene l’uomo con cui si era scontrata.

“Ciao Granger. Vedo che non ti è ancora passata la mania di guardarti i piedi mentre cammini.”, affermò Draco seccato, con una smorfia sul volto.

“E a te non è passata la mania di renderti odioso a tutti.” Hermione lo sorpassò e fece per entrare in bagno.

“Cosa ne sai tu, Granger, di cosa è cambiato e non è cambiato?”

L’affermazione la colse di sorpresa, quando aveva già una mano sul maniglione della toilette. Aveva parlato con una voce profonda, particolare. Avrebbe potuto dire dispiaciuta, se non stesse parlando di Malfoy. Eppure…era sicura di aver colto una nota di rammarico nelle sue parole…

Si voltò di scatto, decisa a non lasciarsi ingannare.
“Malfoy, non so cos’è cambiato, ma so che il tuo carattere è rimasto il solito arrogante, impertinente carattere! E ti assicuro che non ci vuole un genio per accorgersi di questo.”
Lo fissò mentre parlava: aveva le mani affondate nelle tesche, il volto assolutamente privo di espressione. Non avrebbe potuto dire se la stesse maledicendo o stesse pensando che, in fondo, non era poi così stupida.

Hermione di nuovo si voltò, e di nuovo qualcosa la interruppe.

“Ieri sera…mio figlio  mi ha chiesto cos’è un Mezzosangue.” Si interrupe un attimo, vedendo Hermione che tornava a guardarlo.
“Gli ho detto che sono dei maghi diversi per via dei loro genitori, e che quelli che conosco sono generalmente più intelligenti della media.”

La donna cercò di trattenere l’emozione. Davvero stava parlando con Draco Malfoy?
“Hai fatto bene.”

“Sai,” proseguì quello impassibile, “tutte le volte che lo guardo, mi rendo conto che è la cosa più bella che esista. Vederlo crescere, intendo. Mi sembra tutto così…normale e…giusto. Tutte cose che io non ho mai conosciuto.” Sbuffò ironicamente. “E sai qual è la cosa più buffa? Che devo tutto a voi, ci credi? Se mio figlio può vivere, ora, serenamente, senza terrore, è merito vostro. Tuo, di Weasley e di Potter, perché nonostante la vostra ridotta intelligenza avete capito prima di me quello in cui ero invischiato.”

Hermione era talmente sotto shock che non ebbe nemmeno la forza di raccogliere l’insulto di Malfoy. Perché stava ricordando il tormentato periodo di Hogwarts?

“Quindi…bhe, grazie.”, aggiunse con tono neutro, ma che pure tradiva un forte coinvolgimento.

“Figurati…”, bisbigliò Hermione in uno stato di semi-incoscienza.

“In fondo tutti commettono degli errori, no?” Adesso Draco stava persino sorridendo. “Quindi..scusami, Hermione.”, concluse perdendo parzialmente il pallore naturale del suo viso.

Malfoy si era appena scusato? Si era scusato con lei? No, decisamente non era possibile. E per di più l’aveva chiamata per nome?

“Amore!”
Ron giunse trafelato, e Hermione fu contenta che l’imbarazzo fosse rotto. “Credevo ti fossi persa! Ma cosa…Malfoy?”, chiese, accorgendosi solo ora dell’indesiderato personaggio. Volse improvvisamente lo sguardo sulla moglie.
“Voi stavate…parlando?”, chiese con gli occhi sgranati e un’implicita nota di disgusto.

“Bhe…sì…”, rispose timidamente la moglie.

Ron era sempre più inebetito. “E di cosa stavate parlando?”

Malfoy fece un passo verso di lui, sorridendo vistosamente. “Ma della tua stupidità, Weasley! Conosci forse un argomento più succulento?” Iniziò a camminare verso l’uscita.
“Ci si vede, perdenti!”, esclamò allegramente, voltato di spalle.


Ron e Hermione erano ancora davanti ai bagni, incapaci di muoversi.

“Era Malfoy quello?”, chiese Ron mentre ancora fissava la figura che si allontanava gaiamente.

“Ci assomigliava molto…”

“E quell'idiota stava…ridendo?”, domandò voltandosi a guardare la moglie.

Hermione si voltò a sua volta, sorridendo involontariamente “Le persone cambiano, no?”

“Sarà…”

Si diressero anche loro verso l’uscita, Ron perplesso, Hermione sorridente.
“Sai Ron? Ho pensato di perdonarti per il litigio di prima!”, disse la giovane afferrandogli un braccio.

“Scusa?”, domandò Ron incredulo. Non riusciva mai a spuntarla così facilmente.

“Sì, insomma…”, proseguì sua moglie, “tutti commettono degli errori, no?”

Ron si arrestò di colpo. “Sei sicura che Malfoy non ti abbia rifilato qualche Pozione Stordente o Filtro dell’Incapacità?”

Hermione rise, ma glissò la domanda. In fondo, era accaduto proprio quello.
Ron comunque, riacquistato il suo consueto buon umore e approfittando del repentino cambiamento della consorte, chiese vagamente: “Hai visto com’è cresciuta Lily?”

“Già…”

“Già…Certo il terzo figlio deve dare molto soddisfazioni…”, disse guardando la moglie di sottecchi.

Hermione si fermò senza preavviso, e parlò con straordinaria determinazione, ma non riuscì a nascondere completamente il sorriso che nasceva sul suo volto. “Ronald, se mi stai chiedendo se voglio un altro figlio, la risposta è Assolutamente No!”

“Dai, amore…”

“No! Mi sembrano che i nostri due bellissimi bambini siano più che sufficienti!”

Ormai erano giunti all’auto, ma Ron non si dava per vinto. “Ma non è giusto che Harry abbia tre figli e noi solo due!”

“Ron, quando esattamente crescerai?”, chiese la donna sedendosi al volante. Come al solito non riusciva a rimanere seria quanto avrebbe dovuto.

“Quando avremo un altro bambino! È statisticamente provato che un uomo matura con il terzo figlio!”

Hermione non si trattenne più e scoppiò a ridere. “Ok, ok…vedremo…Ora basta perché già non ti sopporto più!”, disse fra le risate.

“Mi vorresti diverso da quello che sono?”

Hermione tornò seria e analizzò la domanda.
“No, Ron. Decisamente no.”, mentre il marito si avvicinava per baciarla.

Poco dopo, un automobile piena di amore e di promesse sfrecciava per le strade di Londra.





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Dedicata a chi, come me, ha finito “Harry Potter and the Deathly Hallows” o "Harry Potter e i Doni della Morte", e ha pensato per prima cosa  e poiii??? Questo è un piccolo ingolosimento!!
Dai, cosa vi costa un minutino per un commentino?!??? Mi raccomando!!
fedenow
   
 
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