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Autore: GO TOMMO GO    29/06/2013    2 recensioni
In quel momento qualcosa colpì l’attenzione del riccio.
Posò gli occhi su ogni lineamento del viso della ragazza e lo sguardo fu seguito dalla sua mano che iniziò ad accarezzale il naso, la mascella, il mento ed infine le labbra color pesca che intrigavano parecchio il ragazzo stregato da quella vista.
Harry in quel momento riuscì a cogliere l’intensità che ci fosse tra loro e sentì accrescere in lui un senso di protezione maggiore di quello che lo aveva spinto a seguirla dopo che, scendendo le scale in compagnia di Briget, l’aveva vista scappare in lacrime. E ad un tratto sentì il cuore iniziare a battere più forte, correre come un treno, e abbandonando la testa sul sedile prese la mano della ragazza e accettò l’idea che quello era solo l’inizio di una lunga storia.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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“he hates me”
 
 
Ero pronta. O almeno credevo. Ero nel panico più assoluto e alla festa manca ancora un ora e mezza..
Alla fine avevo comprato l’abito che mi aveva consigliato Loren ma sono ancora dell’idea che non sia fatto per me, non sono tipo da vestiti e tacchi più che altro opto per vans e felponi , ma il sacrificio volevo farlo solo per placare la curiosità che ormai era diventata insopportabile.
Chi mi aveva invitata? Perché? Come possono invitare una come me alla festa di Michael gran figo e promessa del basket Jonson? E se fosse stata una ragazza, una stupida oca che per farsi notare ha deciso di umiliare me, piccola e insulsa secchiona quale sono? Ma non fa differenza perché presi la decisione che mi costo di più, quella di rischiare..
 
“Casa Jonson” era l’iscrizione che leggevo sulla cassetta della posta, attaccata al cancello della stramega villa che mi si presentava davanti.. ma lo stile classico e inglese della casa non combaciava con la puzza di alcolici che galleggiava nell’aria, con le bottiglie di birra buttate tra le aiuole curate e la musica assordante che proveniva dall’interno. L’unica cosa che mi veniva da pensare era che mi trovavo tremendamente fuori luogo e la timidezza stava prendendo il sopravvento, cosa che dovevo assolutamente evitare..
Attraversai a grandi falcate il giardino strabordante di gente ubriaca e arrivai alla porta d’ingresso un po’ troppo pimpante del previsto, lo spettacolo che mi trovai davanti non era di certo una delizia per gli occhi.                                Il portone spalancato lasciava vedere la situazione critica che c’era nella casa.
Le scale appena davanti alla porta principale, addobbate a festa, presentavano bicchieri vuoti rovesciati e coppiette che pomiciavano a più non posso senza un minimo di contegno. Nel salotto, e più precisamente di fianco al camino, era sistemata la console del DJ che mixava qualunque canzone o cd trovasse a portata di mano per non parlare della cucina; l’unica cosa che riuscivo a vedere lì dentro era gente che vomitava, ballava e si baciava e fu quello il momento in cui decisi che avevo “vissuto” fin troppo per quella sera. Ma proprio quando stavo per uscire dal salotto la musica si fermò di colpo, e gli occhi di tutti si fermarono sul minuscolo corpo che mi ritrovo.
Silenzio tombale,centinaia di occhi puntati su di me, respiro accelerato, mani sudate e l’ultima persona che avrei voluto vedere sulla faccia della terra, al centro della stanza affiancato dalla sua sempre perfetta, super popolare, snob e acida ragazza del 4° anno. Si stava avvicinando un po’ troppo per i miei gusti e il malumore stava arrivando a livelli esorbitanti quando sussurrò al mio orecchio:
ciao bocconcino  Due parole. Due semplici parole pronunciate con disprezzo e strafottenza. Le labbra ancora dischiuse vicino al mio orecchio e il fiato a sfiorarmi il collo.  In una situazione del genere sarei dovuta minimamente morire all’istante solo perché un essere vivente di sesso diverso si era avvicinato troppo al mio corpo così da creare una situazione innaturale per me. Ma invece, la reazione che ebbero quelle parole su di me fu esattamente il contrario, mi raggelarono il sangue. Mi facevano paura sia il tono che aveva usato sia il ghigno che aveva spalmato sulla faccia in quel momento, mentre indietreggiava dalla sagoma inespressiva che ero diventata verso quella perfetta e ubriaca della fidanzata.
che vuoi?”fu l’unica cosa che riuscì a far uscire dalle labbra serrate ormai da minuti. La folla intorno aspettava la prossima mossa da parte di Liam che arrivò molto presto; il ghigno di poco prima scomparve per dare spazio ad uno sguardo che credo lo avesse riservato a ben poche persone, quelle che odiava di più. E proprio in quel momento mi resi conto che lui mi odiava, anche se non potevamo nemmeno considerarci conoscenti avendo scambiato giusto tre parole, che però gli erano bastate per accrescere in lui tutto quell’astio nei i miei confronti.
frena dolcezza, vuoi che ti prenda con le buone o con le cattive?”fece l’occhiolino e ricevette dei boati di apprezzamento dalla folla che ci circondava. Un branco di persone senza personalità disposte ad appoggiare il predatore invece che la preda. Ammetto che il desiderio di scappare da quella tensione mi tentava parecchio ma quel briciolo di pazzia, che dubitavo di avere ancora, mi suggerì di rimanere e scoprire come si sarebbero susseguiti gli eventi.
non mi interessano le tue intenzioni; non mi interessi ne tu, ne tutta questa gente sputai acida e sventolai il dito in direzione dei presenti. Occhi gelidi e mascella serrata dalla rabbia furono la risposta che ebbi da parte sua, di nuovo; mi odiava ogni secondo di più.
Lui rise amaramente e scosse la testa in segno di incredulità.
“stavolta tocca a me però amore, non puoi vincere di nuovo tu, mi hai umiliato già una volta il che è strano perché TU.NON.SEI.NIENTE.” quasi urlò; quando ormai le lacrime che avevo tentato di trattenere fino a quel momento iniziarono a rigarmi lentamente il viso, facendo trasparire l’umiliazione e l’odio che ormai crescevano anche dentro di me.
“sei stato tu, tu mi hai portata qui con l’inganno per.. per rendermi ridicola di fronte a tutti vero? Mossa astuta da parte tua Payne, mi hai colta alla sprovvista!” sussurrai più che per farlo sentire a lui per convincere me stessa dell’idea che lui aveva progettato tutto solo per prendersi gioco di me, per screditarmi agli occhi degli altri.
“hai colto nel segno piccola nullità, sai per escogitare tutto questo non ho impiegato molto tempo perché umiliarti è una cosa talmente facile che mi riesce senza sforzi” alzò lo sguardo verso i presenti come per cercare il loro appoggio, come per incitarli a reggergli il gioco.
“abbiamo finito con te, non pensi che sia arrivata l’ora di evaporare da qui… penso che le tue gambe rachitiche sappiano la strada per tornare dalla mamma, su cammina.” stavolta a prendere la parola fu quell’arpia di Katrine, l’accompagnatrice nonché fedele compagna di scopate di Payne. In quel momento il mio cervello stava andando in fumo, ma finsi di non afferrare la sua frecciatina e mi rivolsi di nuovo a lui.
“pensi che umiliarmi davanti a tutti possa servire ad accrescere la stima che le persone hanno di te? Non ti facevo così crudele… Sei solo un fallito Payne.” sbottai tra un singhiozzo e l’altro. Ormai stanca di quella situazione l’unica cosa che il mio cervello riuscì a metabolizzare era l’idea che dovevo scappare, scappare da quella faccia da schiaffi che si ritrovava Liam James Payne e  dalle sue parole insipide e piene d’odio.
 
Mentre mi facevo spazio tra la folla per uscire da quell’ inferno pensai a quando stupida fossi stata a credere che qualcuno si fosse veramente interessato a me, ma tornai alla realtà  quando la brezza notturna mi scompiglio dolcemente i capelli e asciugo il corso delle lacrime che continuavano a scendere irrefrenabili. L’unica cosa che avrei voluto fare in quel momento era urlare e dare sfogo alla frustrazione, all’ansia e all’idea che a farmi una cosa simile sia stato proprio lui.
Dovevo immaginarlo..
 
Finalmente, dopo aver ripreso un minimo di contegno e aver respirato profondamente, uscii da quel cancello e lottai con tutte le forze che avevo per smettere di piangere perché non volevo dare alle persone altri motivi per deridermi visto che ne avevano già parecchi. Voltai il primo angolo, percorsi il marciapiede per 20 metri circa, e poi voltai il secondo angolo di strada sperando che, avendo la mente annebbiata dal dolore e dal pianto, stavo prendendo la strada giusta per tornare a casa… per tornare alla mia umile vita. A quel punto lo sentì, sentì una mano stringermi la spalla e una voce rassicurante pronunciare il mio nome con talmente tanta tranquillità e dolcezza che per un attimo smisi di singhiozzare.
Una forma esile e affannata, per colpa della corsa, si presentava ai miei occhi. Aveva delle mani grandi e sottili, gambe lunghe e pelle candida come la porcellana; mi faceva ombra dai 20 centimetri di altezza che aveva più di me e la voglia irrefrenabile di abbracciarlo fu incontrollabile in quel momento. Avevo bisogno di quel contatto per sentirmi in qualche modo protetta, rassicurata; non mi diede la forza di smorzare il pianto isterico che portavo avanti da minuti ormai ma, al contrario, istigo la mia mente a sfogare tutto e a svuotare l’anima da tutte le angherie che avevo subito quella sera e negli anni precedenti, mi aiutò a liberarmi finalmente di un peso che mi portavo dentro da troppo.
Rimasi arpionata al corpo del ragazzo per un infinità di tempo così concentrata a sfogare tutte quelle emozioni che quasi non mi accorsi che il ragazzo stava cantando. Cantava al mio orecchio parole sconnesse tra di loro, ma che al solo suono mi trasmettevano calore e mi facevano sentire in pace con me stessa e con il mondo. Ripresi il controllo e liberai il ragazzo che mi sorrise, quel sorriso che mi accompagnerò ancora per molto, molto tempo ..
Mi resi conto che avevo condiviso il mio dolore, cosa che facevo con pochi, con una persona totalmente estranea o almeno così avevo creduto fino a poco prima.
Harry Styles..
“scusami, io non volevo..” balbettai ancora scossa dal pianto mentre tentavo di allontanarmi dal ragazzo riccioluto che mi guardava con un espressione comprensiva. Scoprire chi fosse il ragazzo era stato uno shock perché non sapevo più come comportarmi in quel momento, ero come bloccata, avevo tremendamente vergogna di lui.
“tranquilla, non c’è problema..” disse toccandosi i capelli in leggero imbarazzo “..ti ricordi di me, vero?”  chiese abbassando lo sguardo un po’ intimorito dalla risposta che avrebbe potuto ricevere e io, a mia insaputa arrossì non sapendo cosa rispondere. Il mio cervello iniziò ad analizzare i pro e i contro di ogni risposta che avrei potuto dargli e valutare quale delle tante fosse la meno imbarazzante. Infine decise la più semplice e diretta, la verità
“si..” risposi abbandonando le forze sul bordo del marciapiede e riassumendo il tono della Megan tranquilla e pacifista, cioè tutto il contrario di quella che aveva discusso fino a poco prima con Payne. Una risata roca e di gusto mi spiazzò e la ragione fece mente locale della situazione, cosa voleva dire l’azione compiuta dallo splendido ragazzo che avevo di fronte? Avevo forse detto qualcosa che non andava? Lo guardai in modo interrogativo così da incitarlo a spiegare a parole il perché di quella risatina.
“dimostramelo” spiegò gentilmente accomodandosi al mio fianco. Una piccola richiesta che aveva mandato la mia mente nel pallone. Non volevo esplorare i ricordi di quella sera, il litigio con mia madre, la caduta dal tetto del garage e il primo scontro con Liam; ma furbescamente trovai una via di scampo.
“tu sei uno dei ragazzi più popolari della scuola, tutti sanno chi sei, anche un escremento sociale come me.” enfatizzai le ultime parole tenendo la testa bassa per non incontrare i pozzi verdi che aveva al posto degli occhi. Il riccio storse il muso sorpreso, si aspettava che avrei subito fatto appello a quella sera e al modo in cui aveva cercato di difendermi dalle grinfie di Liam ma non ero ingenua come le altre ragazze che abbordava in continuazione.
La loro fama era caratterizzata principalmente dal loro fascino e da come ci sapessero fare con le ragazze, chi più e chi meno, e ovviamente Harry era uno di quelli che aveva una vita sentimentale molto attiva. A differenza di alcuni suoi amici, Harry era sempre stato un ragazzo serio nelle relazione, quando decideva di impegnarsi seriamente era perché amava davvero la sua ragazza, e come capita a tutti, anche lui commetteva qualche bravata ogni tanto ma lo faceva solo da ubriaco quando era single. Aveva un animo buono e quando qualcosa gli dava fastidio non esitava a farlo presente al diretto interessato; non amava le ingiustizie e per questo motivo, per quanto volesse bene all’amico dai riccioli miele, non andava molto d’accordo con Liam. Sarebbe stato il ragazzo ideale per una come Meg che in quel momento, mentre ripensava agli occhi smeraldo del ragazzo che gli stava accanto, sentiva che sarebbe diventato una delle persone più importanti della sua vita, una persona che avrebbe amato incessantemente anche senza essere ricambiata, una persona che non avrebbe dimenticato mai più.
“dai, non usare scuse.  Anche se prima non alludevo a quello ammettilo che un viso così non si scorda facilmente!” cantilenò posando lo sguardo su di me e sorridendo a 360 gradi. Quel ragazzo era un concentrato di energie e di buon umore che non immaginavo nemmeno di cattivo umore;                         vedere Harry Styles ridotto male era uno spettacolo che avveniva una volta ogni secolo.
Anche a scuola era sempre tranquillo e con il sorriso stampato in faccia a differenza mia che ero sempre chiusa in me stessa e con la luna storta. Mi era capitato una sola volta di pensare a Harry Styles in modo particolare, quando girava voce che avesse spaccato il naso ad uno che faceva la corte alla sua ragazza e che aveva osato sfidarlo. Stentavo ad immaginare, non essendo presente, la brutalità con cui lui si scagliò sul ragazzo perché, dando retta alle voci, si era parecchio incazzato e vedendolo mi dava l’impressione di essere una persona che odiava quando qualcuno metteva solo gli occhi sopra qualcosa di suo.
“cosa ci fai qui? Perché hai seguito la povera vittima di Payne?” chiesi  senza dare peso alle parole che lo lasciarono visibilmente spiazzato senza che io volessi. Ero così esausta dalla serata e degli eventi che non badavo nemmeno più a cosa dicevo, a chi lo dicevo e ignorai anche il fatto che la timidezza poco a poco si era dileguata e le forze abbandonare l’organismo.
A quel punto mi voltai e godei della vista del suo viso, inespressivo e a disagio che in un attimo diventò incredulo e spaventato a morte, le braccia scattarono come molle e mi afferrarono dalla schiena, quando svenni.
“Megan” piccolo scossone da parte di Harry. “cazzo,Meg…”mi carico tra le sue braccia e senza nemmeno chiedere aiuto ai ragazzi che erano alla festa, Harry mi portò in macchina sicuro sul da farsi. Mi stese sui sedili posteriori e accuratamente piegò la sua giacca e la pose sotto la mia testa per farmi stare più comoda ma poi cambiò idea e, alzandomi la testa, si posizionò sul sedile sinistro sistemandomi il capo sulle sue gambe.
In quel momento qualcosa colpì l’attenzione del riccio.
Posò gli occhi su ogni lineamento del viso della ragazza e lo sguardo fu seguito dalla sua mano che iniziò ad accarezzale il naso, la mascella, il mento ed infine le labbra color pesca che intrigavano parecchio il ragazzo stregato da quella vista.
Harry in quel momento riuscì a cogliere l’intensità che ci fosse tra loro e sentì accrescere in lui un senso di protezione maggiore di quello che lo aveva spinto a seguirla dopo che, scendendo le scale in compagnia di Briget, l’aveva vista scappare in lacrime. E ad un tratto sentì il cuore iniziare a battere più forte, correre come un treno, e abbandonando la testa sul sedile prese la mano della ragazza e accettò l’idea che quello era solo l’inizio di una lunga storia.
 
 
 
HELLO PEOPLE! Panda is back.
Non vi libererete molto facilmente di ma e di questo triangolo amoroso
che ormai sta diventando sempre più appassionante
tra colpi di scena, litigi e nuovi incontri per la nostra Meg.
Finalmente abbiamo avuto l’onore di leggere l’incontro fatale tra Meg ed Harry..
ne passeranno tante insieme e nel prossimo capitolo
ci saranno molti altri colpi di scena e gelosie irrefrenabili…
e se volete sapere come continuerà seguite la storia!
Grazie a tutte le persone che seguono la storia e la recensiscono xx
Ludo.
  
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