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Autore: barbabietoladazucchero    29/06/2013    1 recensioni
- Ehi, splendore!- mormora con la sua voce roca. Ora, se una voce potesse ingravidare, sarei già incinta di 3 figli.
- Mr. Styles… - replico, in modo leggermente lascivo. Le sue labbra si fiondano sulle mie e mi bacia come se fossimo sul set di “9 settimane e mezzo”: orgasmo raggiunto in meno di 5 secondi.
Essere la compagna di Phil Styles ha i suoi vantaggi.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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 POV Beth.
Ok, Beth ora ti alzi dal pavimento e reagisci, forza.
Sii padrona del tuo corpo e elevati, puoi farcela.
Ancora avvolta dal trench mi alzo e mi dirigo in bagno, mi lavo la faccia evitando accuratamente lo specchio: non voglio vedere lo stato pietoso in cui sono.
Vado in camera puntando al letto, ma prima, tiro fuori una borsa da sopra l’armadio e la riempio.
Poi mi butto sotto le coperte, contando di non uscirci mai più.

-Beth…Beth sono Phil- qualcuno mi scuote per una spalla.
Apro un occhio e lo vedo.
-Oddio sei davvero tu- dico con la bocca impastata dal sonno.
-Vestiti e scendi in salotto, dobbiamo parlare-
Si alza e se ne va lasciandomi assonnata e terrorizzata. Mi giro per guardare l’ora: le 5.30 del pomeriggio.
Mi alzo controvoglia e cerco qualcosa da mettermi.
Arrivo in salotto e Phil è seduto sul divano a braccia conserte, bello come sempre. Anzi, forse di più: la barba leggermente incolta, i vestiti un po’ sciupati e la faccia stanca. Mi viene voglia di abbracciarlo, di chiedergli scusa e di baciarlo finché morte non ci separi.
-Siediti- mi dice duro.
Ok forse non ci saranno baci.
-Ora mi spieghi che cazzo ti è preso per saltare addosso a mio figlio non appena sono uscito dalla porta.-
E neanche abbracci.
-Phil io non lo so, avevamo litigato, più o meno, e io ero furiosa con te! Insomma senza un minimo di tatto, senza chiedermi come stavo, hai saltato dalla felicità non appena hai saputo che non potevo avere bambini, ma neanche Voldemort è così insensibile! Mi sentivo sola e ho chiamato Harry, e poi bo, lui era lì, mi è stato vicino...-
-Forse un po’ troppo- mi interrompe acido Phil.
-Il fatto è- riprendo ignorandolo –Che se la cosa non fosse venuta fuori con i paparazzi, te l'avrei detto lo stesso! Io mi sono sentita male dal momento esatto in cui è successo- piccola bugia –Non era programmato, non volevo accadesse ed è stato solo un stupido errore commesso perché non ragionavo con lucidità- altra piccola bugia –Non volevo andare a letto con Harry, non ci ho mai pensato- terza piccola bugia: congratulazioni, ho vinto un premio?
-È stata colpa di quei maledetti notiziari che hanno ingigantito la cosa. Ti chiedo scusa Phil, mi sono comportata da schifo, come mai in vita mia.- brutti notiziari britannici che non sanno farsi gli affari propri.
Notiziari britannici.
Non notiziari americani.
Faccio quattro conti: il notiziario era quello delle 9.00, è impossibile che quella notizia stava già girando anche in America.

-Aspetta. Tu eri a New York. 5 ore indietro, cosa cavolo ci facevi sveglio alle 4 di mattina?-
Il volto di Phil diventa rosso.
-Io non… Mi sono svegliato per andare in bagno-
-Certo, ovvio. Poi mentre tornavi dalla pisciatina notturna hai pensato ‘ehi,vediamo che sta succedendo in Inghilterra’ giusto?-
-Ehm. Sì-
-Mi prendi per il culo Phil?!-
-No! Io…-
E poi ho un’illuminazione.
-Oh mio Dio. Non sei mai partito per New York. Ecco perché sei arrivato così velocemente e perché hai visto il notiziario!-
Lui è palesemente imbarazzato, sposta lo sguardo dappertutto mentre si gratta la testa.
-Che stupida che sono- dico amaramente.
-Non è come pensi, ti posso spiegare-
Lo guardo scettica, ho sempre odiato le frasi tipiche che si dicono in certe situazioni.
-Illuminami-
-Non ti ho mai detto una bugia riguardo NY, ci dovevo andare, solo non subito...Non martedì ecco, ma sarei dovuto partire domani sera-
-Dove sei stato da martedì a oggi?- chiedo fredda.
-In campagna…-
-In campagna.-
-Vicino a Gloucester-
-Perché? Anzi no. Con chi??-
-Anne-
-ANNE? Quella Anne?- sono sbalordita.
-Ma non è come pensi-
-Dimmi cos’è successo allora, per Dio!- ora me lo mangio.
-Siamo andati in ritiro pre New York per organizzare il lavoro che avremmo dovuto fare là, non te l’ho detto perché… bè è abbastanza ovvio come avresti reagito. Inoltre volevo evitare che avessi il pensiero fisso di cosa potesse succedere, anche se, visti i recenti avvenimenti, forse non era una cattiva idea, almeno saresti stata impegnata in altro…-
-Te l’ho già detto Phil, è stato un errore, ti ho chiesto scusa miliardi di volte, l’ho fatto solo perché ero triste e arrabbiata con te! - mi sento morire a dire queste cose.
-Eh certo, allora scopiamo in giro solo perché siamo frustati!-
-Ok Phil, tanto questa discussione non ci porta da nessuna parte. Io ho già fatto una valigia, me ne sto in albergo per un po’, entrambi abbiamo bisogno di pensare-
-Bene- si alza dal divano e sale le scale.
-Bene. Ciao- ormai non mi sente più.
Afferro la borsa, la valigia, prendo il cappotto ed esco nel gelido pomeriggio di novembre.

POV Harry.
-Credo che potremo volgere la cosa a nostro favore. Insomma sappiamo bene che Harry è amato soprattutto per la sua fama di rubacuori e sciupa femmine, organizzeremo qualche intervista in cui dirà che è stata una delle tante incontrata in un club, che si è divertito ma nulla di serio. Poi dirà le solite cose: che ama solo le fan, che è uno spirito libero, vuole pensare solo alla musica e blablabla. Ok Harry ora levati quella faccia da ‘mi è morto il gatto’ e tira fuori il tuo solito sorriso, devi farti vedere in un paio di posti, pensavo a Starbucks, Hollister, insomma quei negozi lì…-
Ma chi la sta più ascoltando.
Tanto è sempre la solita solfa: succede l’inaspettato, esce la storia sui giornali, inventiamo la palla di turno e tutto si sistema. Sempre le stesse cose, sempre le stesse stronzate. Tutto pianificato, dal primo all’ultimo sorriso.
Sono così stanco.
Sta volta non ho voglia di fingere, mi sono preso una batosta come poche volte nella vita.
Non posso credere a quello che mi ha fatto. Mi ha usato solo per sfogarsi di mio padre.
Che schifo.
-Harry…Harry! Ci sei? Hai capito cosa devi fare?- mi riporta alla realtà l’addetta alle pubbliche relazioni.
-Sì, certo…- commento con il morale a terra.
Dai Harry reagisci, non ti merita punto e basta.
So cosa mi ci vuole.
-A una condizione- dico attirando l’attenzione di tutti.
-Trovatemi una ragazza di copertura, qualcuna con cui passare un po’ di tempo. Ho bisogno di riprendermi e svagarmi un po’- dico con un sorriso, anche se è l’ultima cosa che voglio fare in questo momento.
-Questo è il mio Hazza!- mi dà una pacca sulla spalla Louis. –Scaccia la tristezza con una botta facile- dice facendomi l’occhiolino.
Dimenticala Haz.
Dimenticati di Beth.

POV Beth.
Tu. Tuu. Tuuu.
Questa è la segreteria telefonica di Harry Styles! Al momento non posso rispondere, ma lasciatemi un messaggio e sarete richiamati! Biiip.”
-Ciao Harry, sono io…Sono Beth. Cavolo, non so nemmeno da dove iniziare…m-mi dispiace. Per quello che ti ho detto, non è stato bello, è stato offensivo e…Ho bisogno di parlarti Harry, ci sono cose che ti devo dire e tu-tu-tu.-
Sarò mai in grado di lasciare un messaggio vocale senza essere interrotta brutalmente?
Potrei richiamarlo.
Questa è la segreteria telefonica di Harry Styles! Al momento non posso rispondere, ma lasciatemi un messaggio e sarete richiamati! Biiip.”
-Ehm, ciao di nuovo Harry. Sono ancora io, ancora Beth. Non ci sono stata nel messaggio di prima per cui ho pensato di registrarne un altro…forse è stata un’idea stupida…Come ti ho detto vorrei parlarti, mi trovi all’hotel tu-tu-tu.-
Cribbio!

Tanto ormai il danno è fatto.
Questa è la segreteria telefonica di Harry Styles! Al momento non posso rispondere, ma lasciatemi un messaggio e sarete richiamati! Biiip.”
-L’hotel Holiday Inn a Kensington, se hai voglia di parlarmi. Ah, sono Beth. Sì bè forse si era capito. Ehm, ciao Harry- clic.
Complimenti Beth, non potevi essere più imbarazzante.
Mi accascio sul letto dell’hotel pensando al turbine di eventi in cui sono stata trascinata nelle ultime 48 ore: ho litigato con Phil prima che partisse per New York, che poi si è scoperto essere a Gloucester, ho baciato il figlio del mio ragazzo, sono andata a un appuntamento con lui e ci sono finita a letto tre volte. Mezzo mondo ha foto di me che cavalco il suddetto ragazzo, ho dato ad Harry del burattino, mi sono presa una pausa dalla relazione con Phil e ho lasciato tre messaggi in segreteria uno più imbarazzante dell’altro.
Ciliegina sulla torta: oggi non sono passata in clinica da mio padre.
Ci mancava soltanto lui a farmi sentire una completa merda.
Oddio, probabilmente ha pure visto il notiziario.
Ti prego fa’ che non mi abbia riconosciuta.
Già vedo il suo sguardo schifato mentre non dice una parola e si limita a fissarmi.
Ho bisogno di un bagno. Ho bisogno di un bagno bollente e dei miei McFly.

E così passa un intero week end senza che io abbia notizie da Harry o da Phil. Bè da Phil posso capire, probabilmente si aspetta che sia io a farmi avanti per prima, anche se tecnicamente ha lui la palla: deve decidere lui se continuare la nostra storia o finirla definitivamente.
Io non so cosa voglio. In questi tre giorni ho pensato sia ad Harry che a Phil e non riesco a immaginarmi senza uno dei due; sinceramente non mi sono posta troppo il problema di scegliere uno dei due perché ci sono buone probabilità che saranno loro a scegliere di non volermi più nella loro vita.
Passerei così da tutto a niente, dalle stelle alle stalle insomma.
E se finisco zitella? Cavolo, non ho mai amato i gatti. Sono così pelosi, snobisti, ruffiani e… pelosi.
Magari divento una zitella a livello completo, manco i gatti. Solo io, me stessa  e me medesima.
Inizierò a parlare da sola, a mangiare allo specchio come gli uccellini per darmi l’impressione di avere qualcuno accanto.
Poi morirò, nessuno lo verrà a sapere e mi troveranno dieci giorni dopo solo perché ci sarà una puzza sospetta provenire dal mio appartamento, mi metteranno nella fossa comune e piano piano mi decomporrò nel freddo suolo inglese.
Che ansia.
Sto impazzendo, ho bisogno di parlare con un essere umano in carne e ossa, e non con un semplice riflesso dello specchio.
Afferro il telefono e compongo il numero.
Tu. Tuu. Tuuu.
-Pronto?-
-Niall, ciao! Sono Beth…- ti prego non mi odiare anche tu.
-Ma ciao! Come stai??- oh signore, grazie.
-Si tira avanti… Hai già cenato?-
-Mmh no…-
-Bene! Tra mezz’ora al chioschetto di Hyde Park Corner?-
-Perché no, a dopo!-
Forse non finirò zitella. Forse Niall mi rimarrà amico e si accorgerà della mia morte prima che io appesti tutto l’appartamento.
Che sollievo.

POV Harry.
Ok, Harry stasera si volta pagina. Localino, un paio di drink, una bella ragazza, e si ricomincia tutto daccapo.
Mi sto preparando mentre cerco di combattere qualsiasi pensiero mi possa condurre a Beth.
-Haz è arrivata!- mi grida Louis dalla porta di ingresso.
-Arrivo!-
Un’ultima occhiata allo specchio: forza Hazza, puoi farcela.
Arrivo in salotto dove c’è una bella ragazza che mi sta aspettando. La classica bella ragazza. Alta più del necessario grazie ai trampoli che ha ai piedi, pelle abbronzata da chissà quante lampade, vestito che le strizza il corpo, manicure, trucco perfetto, capelli setosi lunghi e marroni raccolti in una coda laterale bassa.
E la trovo davvero bella.
Il fatto è che la trovo bella dopo che probabilmente ha passato tre ore dal parrucchiere, due dalla manicure, mezz’ora dall’estetista e ha speso tutta la sua carta di credito per il vestito.
Io Beth la trovo bella quando è in un pigiama di tre taglie più grande, quando ha il trucco sbavato per la pioggia, quando è ricoperta di vernice, quando ha il viso tutto rosso e gonfio e quando ha i capelli indomabili.
Quando l’altra sera siamo tornati dall’appuntamento ci siamo trovati nel letto della camera degli ospiti di mio padre. Lei era completamente nuda, senza una traccia di trucco, il viso rosso, i capelli scompigliati e il fisico di una persona normale. Non quello di una modella che fa la fame da mattina a sera, ma quello di una ragazza sana, italiana, amante del cibo, con delle curve da perdere la testa.
E giuro che in quel momento niente poteva battere la sua bellezza. Quella bellezza che toglie il fiato non perché è perfetta senza un difetto, ma perché è una bellezza così reale e concreta che tutte le donne hanno, e che solo poche ne hanno la consapevolezza.
Era così a suo agio con il proprio corpo che non esisteva niente di più bello da vedere: come si muoveva, come mi toccava e tutto quello che mi comunicava…
-Hazza sei tra noi?- mi chiede Louis interrompendo i miei pensieri.
Sorrido alla ragazza.
-Certo, andiamo?- la prendo per mano e mi avvio verso il portone.
-Immagino che non devo aspettarti sveglio…- mi dice Louis con un occhiolino.
Non rispondo, tanto non saprei nemmeno cosa dire.

POV Beth.
Sia benedetto Niall e il suo cervello. Mi ha fatto bene parlare con lui, ha tirato fuori idee interessanti, come “alzati, va’ da lui e bacialo Beth. Cosa cazzo stai aspettando?”. Morale: Niall mi ha fatto capire chi voglio nella mia vita, o meglio chi voglio di più nella mia vita. Voglio Phil, ma voglio ancora di più Harry.
Ed è da ieri sera che non riesco a smettere di sorridere.
Lo amo!
Era così ovvio, che mi sento una completa ritardata a non averlo capito.
Forse lo avevo capito, ma non accettato, chi lo sa.
Così ho deciso di presentarmi a casa di Louis e Harry e dichiararmi come nelle commedie romantiche degli anni ’80. Quasi quasi porto uno stereo come in quel film con John Cusack.
Suono alla porta sperando vivamente mi venga ad aprire Harry.
E ovviamente un Louis tutto assonnato appare.
Non appena mi vede un sorriso malefico appare sul suo volto.
-Bene, bene. Ma buongiorno, a cosa devo l’onore?- mi chiede stropicciando gli occhi.
-Ehm ciao Louis, vorrei parlare con Harry. Posso entrare?-
-Ma certo!- mi dice con un sorriso a trentadue denti.
Mi sento inquieta.
-Prego, questa è la cucina. Posso offrirti qualcosa?-
-Magari un bicchiere d’acqua?-
-Allora…- incomincia prendendo il bicchiere –Ho saputo quello che è successo. Peccato sia finita così male, Harry era molto abbattuto, credo tu ti sia comportata come una vera merda, senza offesa- mi dice porgendomi il bicchiere.
-Tu non sei uno che le manda a dire, eh Louis?-
-No infatti, soprattutto quando in gioco c’è la reputazione e i sentimenti di una persona a me cara- continua a sorridere.
Ha un bellissimo sorriso che mette a disagio come poche cose.
-Sai, stavo ascoltando un discorso molto interessante sul tempismo. Obama dice ‘nice idea, bad timing’ ottima idea, pessimo tempismo. Il valore del tempo, l’importanza di essere puntuali, di avere un buon tempismo. Dicono: “se vuoi scoprire il valore di un anno chiedilo a uno studente che è stato bocciato all’esame finale. Per scoprire il valore di un mese, chiedilo a una madre che ha messo al mondo un bambino troppo presto. Per scoprire il valore di una settimana, chiedilo all’editore di una rivista settimanale. Per scoprire il valore di un’ora chiedilo agli innamorati che stanno aspettando di vedersi”. Ahh, il tempo. Prezioso, effimero, se solo fossi venuta dopo, tra un paio d’ore, probabilmente non sarebbe successo quello che sta per succedere…- continua a gesticolare mentre è appoggiato al piano rialzato della cucina.
-Louis, di cosa diavolo stai parlando?-
Ma non fa in tempo a rispondermi che dalla porta entra una ragazza mora, bella da far mancare il fiato. Una di quelle ragazze che mettono in crisi la sessualità di ogni donna. Non pensavo che Louis stesse insieme a qualcuna.
-Ehi piccola hai dimenticato la… borsa- entra Harry accorgendosi subito della mia presenza.
I nostri sguardi sono incollati, il mio sbalordito e pieno di dolore: quella non è la ragazza di Louis. Il suo pieno di rammarico e sorpresa mentre apre la bocca per cercare di dire qualcosa. Ma cosa si potrà mai dire in situazioni del genere? “Non è come credi?”
Bugia! Perché è palese a tutti quello che è successo, ieri notte e in questo momento.
Louis continua a sorridere.
Si sente un ‘crash’ che io prendo come il mio cuore spezzato mentre è solamente il bicchiere che mi è scivolato dalle mani.
-È solo una questione di tempismo- conclude Louis.
Senza guardare in faccia a nessuno mi dirigo verso la porta della cucina, mi fermo per un millesimo di secondo per sentire l’odore di Harry che è malamente mischiato con quello della stupida modella super figa.
Senza guardarmi indietro vado al portone, le ultime parole che sento sono quelle di Louis.
-Dimenticala Haz, dimenticati di Beth.-



Visto che lo scorso capitolo l'ho pubblicato in ritardo pubblico subito il successivo.
Non sono sicura di riuscire a pubblicare l'altro martedì. Si vedrà!
Enjoy my story.
B.
  
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