29/06/2013
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Just because you haven’t a prince,
doesn’t mean you’re not a princess
-Zayn Malik
Quando scesi dall’aereo stavo ancora sorridendo e non riuscivo a smettere di pensare ad Harry. Quante possibilità c’erano che lo rivedessi? praticamente nessuna. Sospirai mi avvia verso l’uscita.
Raggiunto il parcheggio, stavo per chiamare un taxi, quando intravidi una figura familiare appoggiata ad una range- rover nera.
-Ciao, Jul- mi salutò con un sorrisetto
-Che ci fai qui, Zayn?- gli chiesi mentre salivamo sull’auto
-Ho pensato che non avessi la macchina, visto che ti ho accompagnata io qualche giorno fa e comunque non mi costava niente: sarei dovuto uscire lo stesso per comunicare alla mia ragazza che adesso è la mia ex-ragazza e…-
-Ok, ok- tagliai corto io. Le ragazze di Zayn non duravano mai più di due settimane, senza contare il fatto che venissero ripetutamente tradite.
Sentii abbaiare alle mie spalle, mi voltai e vidi un cucciolo di bassotto con la lingua da fuori
-Rodrigo! Ciao, bello- dissi
Rodrigo era il cane che io e Zayn avevamo in comunità: lui lo aveva trovato abbandonato vicino ad un cassonetto e lo aveva portato a casa, ma non se ne poteva occupare a tempo pieno. Io neppure, così avevamo deciso di fare a turno.
Il ragazzo aprì il cassetto del cruscotto davanti a me e ne estrasse una bustina di carta bianca
-Guarda cosa ti ho portato?!- esclamò trionfante, porgendomi il pacchetto
Lo afferrai e capii subito che cosa contenesse; lo aprii e annusai, prima di dire:
-Croissant! Grazie, Zayn! Non mangio niente da ieri a pranzo: sull’aereo mi hanno offerto qualcosa, ma non avevo esattamente voglia di ingurgitare cibo risalente alla settimana scorsa-
Quella dei croissant era una tradizione: ogni volta che tornavo da un viaggio, non importava che ora fosse, io e Zayn ne mangiavamo uno al cioccolato.
-Hai fame?- mi chiese. Il cornetto era ottimo e lo avevo già polverizzato, ma, sinceramente, la fame era rimasta.
-Un po’-risposi, stringendo le spalle
-Allora possiamo fermarci al ristorante italiano sulla 45esima- disse
Erano appena le 11:30 del mattino e solo con le abitudini alimentari di Zayn si poteva pensare di mangiare italiano a quell’ora; ma il mio stomaco reclamava.
-Va bene.- Acconsentii
Poco più di 10 minuti dopo eravamo seduti davanti a delle pizze fumanti
- Com’è andata a Londra?- chiese Zayn
- L’ho adorata! Voglio tornarci assolutamente, è veramente fantastica- esclamai con gli occhi che mi brillavano
Mi girai verso la vetrata del locale e vidi un ragazzo che cercava disperatamente di fermare un taxi, così ripensai ad Harry e sorrisi senza rendermene conto
-Mi sembri assente- la voce di Zayn mi risvegliò dai miei pensieri
-No, no, sono solo stanca: il jet-leg mi ha uccisa e stasera ho l’ennesimo appuntamento ,con chissà quale sfigato, che mi ha organizzato Eleonore-
Eleanor era una mia collega e, lavorando insieme, eravamo diventate molto amiche.
Io e Liam, il mio ex-fidanzato, stavamo insieme dai tempi del college e avevamo rotto poco tempo prima. Lui aveva ricevuto una proposta di lavoro a Philadelphia più conveniente di quella che aveva a New York, ma io non volevo muovermi ed entrambi sapevamo che la relazione a distanza non avrebbe funzionato. Così ci eravamo presi un pausa, prima di lasciarci definitivamente.
Così Eleanor si era messa in testa di dovermi trovare un nuovo fidanzato ad ogni costo.
-Chi sarà il fortunato?- chiese ironico Zayn
-Piantala, Malik- ribattei acida e poi gli raccontai le anticipazioni che mi aveva fatto la mia collega:
- E’ un amico di Louis, il suo fidanzato- iniziai a spiegare
-Louis è inglese e hanno frequentato l’università insieme; poi, però, hanno preso strade diverse: Louis è venuto a New York per lavorare come giornalista sportivo e il suo amico è rimasto in Inghilterra- continuai
-Solo che poi è spuntato fuori un lavoro in America e pare che questo amico lavorerà proprio per il New York Times come free-lance. – conclusi mentre ci avviavamo alla cassa
Usciti in strada, il cane camminava davanti a noi
-Rodrigo, bello, vieni qui!- lo chiamai –Fai vedere come alzi la zampa, su’!-provai ad incitarlo. Ma niente: il cane non ne voleva sapere.
-Quando andiamo al parco tutti i padroni chiamano i cani e loro accorrono. Lui no. – dissi con voce lamentosa
-Forse si vergogna di far sentire agli altri cani il suo nome: ne hai scelto uno ridicolo!- disse Zayn divertito
-Vuoi che ti rinfreschi la memoria sul perché lo abbiamo chiamato così? O ti ricordi come ti sei fatto picchiare da quell’energumeno spagnolo, che si chiamava proprio Rodrigo, dopo averci provato con la sua ragazza?- gli dissi con ironia
-Ancora con questa storia…- disse spazientito
-Sei stato davvero male: 5 giorni a casa senza riuscire a muoverti- dissi ridendo
-Non è stato così male: tu mi hai portato la cena tutte le sere- disse guardandomi di sbieco e io arrossii un po’
Arrivati a casa, stavo girando la chiave nella serratura e, prima che potessi entrare, Zayn mormorò:
-Jul, tu sei una a posto. Non sei tu il problema se non sei fidanzata, i ragazzi dovrebbero fare la fila per uscire con te-
-Grazie- mi limitai a dire mentre entravo nel mio appartamento
-Neanche tu sei male, Zayn- pensai, mentre mi richiudevo la porta alle spalle