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Autore: Cherry Blues    29/06/2013    9 recensioni
Ci troviamo nel bel mezzo della battaglia del Britpop, l'agguerrito scontro musicale tra gli Oasis di Noel e Liam Gallagher e i Blur di Damon Albarn.
Siete pronti a viverla con gli occhi di Sunshine, la groupie tutto pepe di Damon?
Pronti a decidere se Noel -o, come dolcemente lo chiama lei, il "northerner sbruffone dittatore del mondo"- abbia fatto bene a impuntarsi proprio sulla groupie dell'acerrimo rivale?
Preparatevi a sfide, sbeffeggiamenti, attrazioni, passioni, equivoci e situazioni comiche o imbarazzanti, il tutto condito dalla magica atmosfera che si respirava negli anni 90.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Noel Gallagher, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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P r e m e s s a (it’s good to be back, it’s good to be back!!!)
Buonasera! Vi ricordate ancora di me? ç.ç
Mi scuso davvero per il ritardo. Purtroppo non è stato un bel periodo... tra ieri e oggi ho trovato finalmente il tempo per scrivere seriamente questo capitolo. Scusatemi davvero tanto…
Accidenti, è passato così tanto tempo che mi sento in dovere di ricordare a che punto eravamo arrivati ahah sì, Shine era appena uscita da casa di Noel, dopo averlo svegliato di mattina, essersi tagliata con un bicchiere e… c’era qualcos’altro? Averlo baciato, giusto ahah
Inoltre, onde evitare confusioni tra due personaggi che torneranno in campo, Justine Frischmann è la ragazza di Damon, Justine Andrew quella di Alex, il bassista :)
Mi scuso ancora per il ritardo, spero che non me ne vogliate…
Buona lettura
Un abbraccio
Cherry


12. Signorina Hamilton?



Bene, cosa dico ora? “Ciao Damon, sono stata a casa del nostro acerrimo nemico. La prima volta? No, ci ero pure già stata. Ah si, questa volta ci siamo anche baciati, sai com’è”
Fanculo.
Scuoto la testa con rabbia, serrando i pugni attorno al manubrio della mia bici, anche se con la mano destra è un po’ difficile: la fasciatura di Noel stringe.
Pedalo più forte che posso sfrecciando per le vie di Londra verso casa di Damon, concentrandomi sul rumore della catena della bici per non sentire il mio flusso di pensieri.
E poi… oh, non ci ha visti nessuno, neanche i suoi gatti! Quindi io sono andata in lavanderia e basta, il caso è chiuso!
Parcheggio la bici –anche se il verbo corretto sarebbe la scaglio per terra con rabbia- e aspetto qualche secondo per riprendere il controllo di me, sistemandomi i capelli dietro le orecchie.
Bene, si va in scena.
Apro la porta e saluto Damon, spaparanzato sulla poltrona, con la sua immancabile sigaretta tra le labbra.
“Ciao piccola” mi saluta distrattamente facendomi segno di raggiungerlo e sedermi sulle sue ginocchia.
Lo assecondo quando cattura le mie labbra in un bacio, ma mentre le sue mani scivolano velocemente sotto i miei vestiti non riesco a pensare altro che … si accorgerà del sapore di Noel???!!!
Ok, sto diventando paranoica, decisamente paranoica.
Intanto lui guida le mie mani sotto la sua maglietta, però si ferma quasi subito, accigliato.
“Cos’hai fatto qui?” chiede, alzandomi leggermente la mano destra.
Bè, è risaputo: quando bisogna nascondere qualcosa è meglio non discostarsi troppo dalla realtà –guardate e imparate, gente, ho una certa esperienza-.
“Niente di che, mi sono tagliata con un bicchiere” spiego tranquilla alzando le spalle.
Ma che brava, Shine, così si mente! Sì sì sì, pericolo scampato.
“… In lavanderia?” ribatte lui scettico.
BAM.
Oh merda.
No ok, non facciamoci prendere dal panico.
La regola numero 2 in una buona bugia è farcire la storia con un particolare verosimile che tolga ogni dubbio circa la nostra buonafede.
“No…” Dunque, la ragazza di Alex sarà un ottimo diversivo “Sono passata al pub con Justine…”
Ma non appena pronuncio queste parole la vedo affacciarsi incuriosita dalla cucina, il suo ragazzo dietro di lei.
Merda.. “… Frischmann” aggiungo allora in extremis.
“Con Justine Frischmann…?” ripete a bassa voce Damon alzando un sopracciglio, mentre io annuisco “La mia ragazza…” annuisco ancora “…che ti vorrebbe uccidere” conclude con scetticismo.
“Cosa vuoi che ti dica?” rispondo facendo la finta tonta “Si vede che era di buon umore”
“Sunshine” comincia severo fissando i suoi bellissimi occhi –ora leggermente assassini- nei miei “Non raccontarmi balle”
“Ah, grazie per la fiducia!” sbotto alzandomi in piedi. “Se non mi credi, chiedilo a lei quando la vedi!”
“Lo farò” promette lui lasciando uscire dalle labbra un leggero soffio di fumo, mentre mi squadra sospettoso.
“Massì, Damon, che ne sai?” aggiunge Justine –Andrews- con un sorriso “Magari la tua ragazza voleva ingraziarsela un po’, giusto per convincerla a fare i bagagli da qui”
“Questo sarebbe già più plausibile” ammette lui indeciso “Bè, comunque tu resti qui, Sunshine… qualsiasi cosa ti abbia detto…” Fa una piccola pausa “Sempre che vi siate veramente incontrate, ovvio”
Lo liquido con uno sbuffo sonoro e infastidito, optando piuttosto per raggiungere la mia amica in cucina –e salvarmi dall’interrogatorio-. Alex per fortuna è troppo intento a rollare due spinelli per prestare attenzione alla discussione. “Aprite le finestre!” ammonisco.
“Sì, mamma” sillaba Damon.
Non appena io e Justine rimaniamo sole nella stanza mi dirigo con nonchalance verso il frigorifero, dove la mia missione per la ricerca delle ciambelle perdute viene momentaneamente interrotta da lei che si schiarisce esageratamente la voce. Rimango immobile un secondo, poi riprendo indifferente a rovistare nel frigo.
“Ehm- ehm!!” Di nuovo.
Sbatto lo sportello e mi giro verso di lei, con la ciambella in mano e uno sguardo sottile negli occhi. “Che c’è?”
“Io ti ho coperta, davanti a Damon…” inizia con un sorrisetto “Ma non credere che mi sia bevuta la tua storiella”
“Che mi sono tagliata la mano con un bicchiere?” alzo le spalle con un visino da angioletto.
“No, quella può anche essere vera, conoscendo la tua imbranataggine” ridacchia, ma poi torna subito seria, braccia incrociate “Dov’eri?”
“In la-van-de-ri-a!!!”
“E???”
“Eeeeeeee basta”
“Con chi eri?” insiste con un sorrisetto furbetto.
“Ma si può sapere perché vi interessa tanto la mia vita sociale?” mormoro infastidita addentando la ciambella.
“Bè, per te e Damon non sono mai state un problema le vostre avventure con altre persone…” inizia a riflettere, ignorando completamente la mia domanda.
“Anche perché NON siamo una coppia!” sottolineo interrompendola.
“… Quindi” continua, ignorando anche questo mio illuminante intervento “se fossi stata con un semplice qualcuno non avresti avuto motivi di tentare di usarmi come espediente per nascondere con chi fossi …” le sue labbra si inarcano sempre di più, compiaciute, mentre la detective Justine Homes si avvicina alla verità –elementare, Sunshine!-.
“Sarai stanca dopo tutti questi sproloqui” la interrompo nuovamente “Vuoi un bicchiere d’acqua? In faccia, magari??!!” aggiungo stizzita.
“Quiiiiindi, le possibilità si riducono a quattro persone… Due, considerando i tuoi precedenti”.
Resto a guardarla in silenzio, seminascosta dalla mia ciambella che, se non fosse così buona, avrei già spappolato su quel suo visino tanto sicuro di sé.
“Te lo chiederò una volta sola, e ti prego di essere sincera, almeno con me… Me lo devi”
La guardo contrariata alzando un sopracciglio. Perché glielo devo?
“Perchè eri andata a letto con Alex” spiega velocemente reclinando la testa.
“Non ti conoscevo ancora!!!” replico prontamente con tono da capricci.
“Non importa, me lo devi e basta. Rispondi sinceramente”
Sospiro, annuendo. “Dimmi la domanda esatta… a bassa voce!” sottolineo, accennando con lo sguardo all’altra stanza.
“Eri con i Gallagher” decreta soddisfatta e compiaciuta appoggiando le mani sui fianchi.
Eri con i Gallagher.
Oh yeah, l’affermazione è sbagliata!
“No” decreto felice arricciando il naso e premiandomi con un altro morso di ciambella.
Justine assottiglia lo sguardo, riflettendo. “Eri con uno dei Gallagher”
BAM. Fanculo.
Ma come cavolo ha fatto? Ci spiava con le telecamere? Era nascosta nelle sopracciglia di Noel?
Sospiro, con fare arrendevole. “Ma avevi detto che mi avresti fatto una sola domanda…”
“Oh mio Dio!!!” squittisce lei applaudendo.
“Justine!” ringhio.
“Scusa scusa scusa!” si affretta a dire, prendendomi per mano e trascinandomi in camera da letto “Così sei lontana da orecchie indiscrete”.
“E’ un po’ difficile, sai, dato che tu sei ancora qui!” borbotto contrariata mentre chiude la porta.
 “Lo sapevo, lo sapevo!!!” continua imperterrita “Damon ti ucciderà” decreta continuando ad annuire velocemente a mo’ di scoiattolino caffeinomane.
“Damon non mi ucciderà perché, UNO, non glielo diciamo… e DUE, saranno un po’ cazzi miei, la gente che incontro?”
“Certo, Shine… ma stiamo parlando dei Gallagher, è diverso! E’ come se la moglie di John Major se la facesse con uno del partito laburista…”
“Da quando segui la politica?” mormoro disgustata.
“O come se una dei Capuleti se la facesse con uno dei Montecchi”
“Questa l’ho già sentita …” borbotto annoiata.
“O come se la ragazza di Simon LeBon se la facesse con qualcuno degli Spandau Ballet…”
“Sìsìsìsì, basta! Ho capito il concetto” esclamo tappandomi le orecchie, esasperata dai suoi settordicimila esempi e da tutti quei raccapriccianti come se se la facesse con.
“Chi dei due?” chiede impaziente mordicchiandosi il labbro.
“Avevi detto UNA DOMANDA!!!” replico alzando gli occhi al cielo e buttandomi sul materasso.
Lei mi afferra per le mani e mi ritira su “Almeno dimmi cos’avete fatto!” getta l’occhio sulla mia mano fasciata “Vi siete picchiati?”
“No” sillabo. Sarebbe stato meglio, però.
“Comunque ce li hai sempre intorno …” riflette, fissandomi con uno sguardo a  metà tra il serio e il malizioso “Ti sei chiesta cosa vogliono da te?”
“Bè…” mormoro abbassando lo sguardo di lato “Liam vorrebbe portarmi a letto”
“Anche molto sfacciatamente” conferma lei “E il fratello?”
Sgrano gli occhi innocentemente, nascondendomi dietro la ciambella e mordendomi un labbro “Paul?”
“No-el” scandisce lei, alzando lo sguardo al cielo.
Uffa.
“Noel è solo un antipatico sbruffone del cazzo, che devo ancora capire perché io me lo ritrovi sempre davanti, a parte ovviamente per il fatto che si diverte a sfottermi, a sfidarmi e a imporre la sua superiorità del cazzo! E’ un arrogante del cavolo che si crede di poter mettere sotto dittatura me e il resto del mondo! Antipatico, odioso e fastidioso come nessuno mai!”
Justine mi guarda compiaciuta, con un sorrisetto.
“Che c’è?” le ringhio contro.
“Niente… Hai appena risposto alla mia ultima domanda” decreta soddisfatta.
Fanculo, Justine Holmes.
 
E giusto poche ore dopo aver affrontato Justine 1, ecco arrivare Justine 2, also known as la Frischmann.
Sfreccio fuori di casa prima che Damon possa vederla e le corro incontro.
“Ancora qui?!” ringhia esasperata, i suoi capelli corvini che sembrano quasi arricciarsi dall’odio.
Eh, scusate, ma una povera pulzella con la casa allagata cosa può fare, se non farsi ospitare da una rockstar affascinante e sexy?
“Devi dire a Damon che stamattina abbiamo preso un drink insieme al pub”
Lei scoppia a ridere. “Ma sei scema?” mormora scuotendo la testa e scansandomi.
“No, devi dirlo davvero, è importante!” continuo ripiombandole davanti.
“Senti, non so cosa tu abbia combinato o cosa tu abbia in mente, ma non me ne frega un cazzo, hai capito?, bel visino da schiaffi?!”
Resto a fissarla decisa. “Se lo fai torno a casa mia”
Finalmente Justine sembra interessata ad ascoltarmi: il suo sguardo inquisitore mi squadra da capo a piedi e si sofferma sul mio bel visino da schiaffi. “Cosa devo dirgli?”
Sorrido “Che abbiamo preso un drink al pub insieme e…” sollevo la mano destra a mo’ di prova “…io mi sono tagliata con un bicchiere”
“Bene” ringhia “Però ti voglio fuori di qui entro due giorni”
“No, ok, io intendevo che sarei andata via non appena la mia casa sarebbe stata pronta” preciso subito.
“La tua casa e’ pronta, sei tu che vuoi star qua per farti sbattere da mattina a sera” ringhia stringendo i pugni.
“La mia casa è ancora allagata” e sono sincera. Perché nessuno mi crede mai? Il fatto che io abbia quella mia infallibile strategia per mentire dovrebbe forse essere una buona ragione per non credermi?!
E poi la mia casa è più vicina al mio nuovo lavoro, quindi ci sto prendendo due piccioni con una fava, cara Justine.
“Stanno andando troppo a rilento, quei lavori” sibila sospettosa.
“Dagli un incentivo” alzo le spalle.
Mi squadra con odio, poi mi ringhia un “In macchina”, sfilando le chiavi dalla borsetta.
“Great Western Road” squittisco dal sedile vicino al suo, mentre mi raggiunge dentro.
“Ok. E togli i tuoi piedi dal mio cruscotto, cazzo!”
Sbuffo platealmente, accontentandola.
Accidenti, sarà un viaggio davvero noioso.
 
Carico il vassoio con birre e sandwich, pronta a dirigermi al tavolo 4.
Settembre è ormai iniziato da più di una settimana e credo che gli eventi principali si possano riassumere in tre punti: numero 1, tra pochi giorni uscirà il nuovo disco dei ragazzi, The Great Escape, e ci aspettiamo tutti un ottimo risultato; numero 2, sono tornata nel mio vecchio appartamento dato che a quanto pare l’incentivo dato da Justine agli addetti ai lavori ha fatto il suo effetto –non scorderò mai il loro imbarazzo e nemmeno l’occhiata assassina lanciatami da Justine dopo che, avendo visto la cifra scritta sull’assegno ceduto loro, le ho rivolto un “Valgo così tanto per te?” sbattendo le palpebre-; numero 3, il mio nuovo lavoro mi piace sempre più. Sì, le colleghe e i colleghi sono quasi tutti simpatici, il padrone mi tiene sotto controllo ma finora non ho mai fatto un passo falso –a parte la scivolata e il ballo sul tavolo, certo, ma quelli sono stati prima della mia assunzione-, gli orari di lavoro non sono troppo pesanti, Damon viene spesso a trovarmi e… la mia divisa è bellissima.
Lo so, sono vanitosa, ma ogni volta che mi dirigo verso la saletta all’angolo non posso fare a meno di lanciarmi un’occhiata compiaciuta attraverso lo specchio: adoro, adoro, adoro questa gonnellina ampia nera sollevata da strati di tulle azzurro, sotto, che sembra dello stesso colore dei miei occhi. E il padrone è stato tanto gentile da lasciare che sulla targhetta scrivessero Shine Hamilton anziché il mio nome intero.
Appena stacco gli occhi dallo specchio, però, noto che sono entrati dei nuovi clienti, e non so se lo realizzo prima per il tintinnio della porta d’ingresso o per la scarica di adrenalina che mi invade il corpo: sì, lo so, li odio … però in fondo prima o poi li aspettavo –non so il perché e non voglio saperlo, zitta vocina!-.
Mentre Noel e Liam prendono posto al loro solito tavolino all’angolo, scarico velocemente il mio vassoio nelle mani di una collega che non faccio nemmeno in tempo a identificare e ne prendo uno vuoto. “Vai tu al tavolo 4, io vado al 7” decreto decisa, avvicinandomi con indifferenza ai due Gallagher che stanno discutendo di qualcosa –musica, per quanto riesco a tradurre simultaneamente dalla loro lingua ancora in fase di formazione-.
“Scusate, devo chiedervi di uscire” inizio veloce, spuntando alle loro spalle “Non avete letto che gli animali non sono ammessi nel locale?”
I due alzano contemporaneamente il loro sguardo incazzato su di me, ma bastano due secondi perché sgranino gli occhi, squadrandomi nella mia uniforme.
“Tu?” boccheggia Liam, appoggiandosi svaccato con un gomito sopra lo schienale della sedia. “Che cazzo ci fai qui…così?”
“Ci lavoro… e voi siete clienti, quindi comportatevi bene se non volete che vi faccia buttare fuori” rispondo tagliente.
“Buongiorno…” mormora Noel con un abbozzo di sorrisetto strafottente, assottigliando lo sguardo dopo averlo abbassato sul mio petto “… Signorina Hamilton”
“Hamilton?” chiede Liam, che pure sta guardando nello stesso punto.
“C’è scritto sulla targhetta, idiota” replica il fratello.
Liam anticipa la sua risposta con un sorriso malizioso, uno di quelli che ti fanno sentire…nuda “Perché, tu stai guardando la targhetta?!” prorompe sghignazzando.
Lo fulmino con lo sguardo, coprendomi la scollatura con il vassoio e spostandomi istintivamente. Peccato che così io sia finita a un centimetro dalla sedia di Noel.
“Porco” sillabo stizzita. “Cosa volete da bere?”
“Una Guinness, ovviamente” risponde accendendosi una cicca, ma mi curo a malapena della sua risposta, dato che la mia attenzione si è focalizzata su una leggera quanto bruciante sensazione sulla mia gamba destra: mi irrigidisco quando mi rendo conto che è stato Noel a lasciarci sopra una lenta carezza.
“E tu?” mentre mi sforzo di fulminarlo come avevo appena fatto col fratello.
“Idem”
“Le metto nel biberon o avete già imparato a bere dal bicchiere?” li rimbecco col tono che si usa con i bambini: fantastica l’occhiataccia che mi lanciano.
“Torno subito” sancisco ridacchiando e dando loro le spalle. “Non guardarmi sotto la gonna, Liam” aggiungo col mio sesto senso femminile senza voltarmi mentre mi allontano.
“Non lo stavo facendo!!!” ribatte lui.
“Sì, invece, l’ha fatto!” mi conferma Noel.
“Figlio di puttana!” lo insulta Liam.
“Non offendere la nostra mamma, idiota”
Scuoto la testa divertita raggiungendo il bancone e posizionando i bicchieri sotto l’erogatore in attesa che scenda la birra. Mamma che originali che sono: sempre Guinness, sempre Benson&Hedges…
Ma la birra non scende, fantastico.
Mi intrufolo veloce nel backstage del bar –lo so che non si chiama backstage, però è più figo così- per provvedere alla carestia di luppolo, ma, tornando poi al bancone, non faccio in tempo a scostare la tenda per uscire dalla penombra di quel corridoietto senza finestre che vengo bloccata da una figura appoggiata allo stipite.
“Salve, signorina Hamilton” sussurra sistemandomi i capelli dietro le orecchie e avanzando verso di me, costringendomi a indietreggiare leggermente per non far cadere il vassoio con i  bicchieri precariamente in equilibrio.
“Noel, i clienti non possono entrare qui dietro” ringhio appiattendomi contro il muro e aspettando che i miei occhi si abituino a questa penombra per metterlo a fuoco.
“I clienti normali no, Noel Gallagher sì” sancisce lui strafottente aspirando un tiro dalla sua sigaretta.
“Sei insopportabile” sibilo girando il volto di lato e rendendomi conto di quanta poca forza mi sia rimasta nella mano sinistra, sola a sopportare un vassoio con due birre.
“Sei sempre più acida, Sunshine” ridacchia.
“Sunshine…” ripeto esasperata “Era quasi meglio signorina Hamilton
“Signorina Hamilton….” sussurra allora buttando fuori il fumo “a che ora stacca?”
Sono grata a questa luce scarsissima che gli impedisce di notare quanto questa domanda mi abbia lasciata impreparata –e le guance leggermente arrossate-, ma… no, questa volta non gliela do’ vinta, mi spiace.
“Tra mezz’ora” rispondo veloce aggirandolo e tendendo aperta la tenda per passare alla zona bancone “Ma sono già impegnata con una delle rockstar più fighe della storia”
“Se parli della tua solita cattiva compagnia del cazzo, sappi che non ha niente della rockstar” borbotta avviandosi al tavolo, punto sul vivo.
Lo raggiungo per posare la sua birra e quella di Liam, allungando loro anche una ciotola di patatine “Rosicchia queste, Noel…” inizio gentile “… anziché rosicare e basta” concludo perfidamente liquidandolo con un sorrisetto.
Damon viene a prendermi quasi puntuale, con tanto di arrivo annunciato da un “Buonasera perdenti” lanciato da Alex, che non appena entrato aveva visto i Gallagher, impreparati, in procinto di alzarsi dal loro tavolo.
Cazzo, stanno andando via!
Senza nemmeno togliermi subito l’uniforme come faccio di solito, corro in mezzo alla sala buttandomi tra le braccia di Damon –o meglio, sulle sue labbra-, in uno di quei baci appassionati che da tempo non gli davo.
Qualcuno intanto è uscito sbattendo sonoramente la porta.
 
Un fottuto squillo del telefono mi sveglia alle 7 di mattina.
“Shine!!!” squittisce Justine Andrew dall’altro capo del filo.
Cerco di svegliare gli occhi dal loro torpore.
Cazzo, ma è il mio giorno libero! Io voglio dormire a quest’ora!
“Co..?” comincio, senza neanche la voglia di finire la frase.
“Hai letto l’Observer??!!”
“Justine, stavo dormendo! Secondo te mi metto a leggere il giornale alle 7 di  mattina durante il mio giorno libero?!”
“Bè, leggilo, subito! E se dopo questa dai ancora confidenza al tuo sbaciucchiatore del cazzo” –sì, purtroppo le avevo accennato qualcosa circa il fatto di Noel- “ti uccido io, prima che lo scopra Damon!” e riaggancia.
Ecco come cominciare bene la giornata, insomma.
Sbuffando, mi infilo i primi vestiti che trovo e zampetto fino al giornalaio più vicino.
“Una copia dell’Observer” mormoro, faticando incredibilmente nello sforzo di non trasformare la O di Observer in uno sbadiglio.
“A lei”
Sfoglio le pagine alla ricerca di un’intervista, quando.. ecco la faccia –da sbruffone- di Noel comparire al centro del foglio.
Scorro le colonne velocemente, ma non mi ci vuole molto per capire a cosa si riferisse la ragazza di Alex.
Mi irrigidisco non appena rileggo quelle parole.
“Odio quell’Alex e Damon. Spero che prendano l’AIDS e muoiano”





Note: Noel l’ha detto davvero, se le fonti sono giuste è stato il 17 settembre 1995.

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Dai, mi mancava leggere le vostre nuove recensioni!!! :)
  
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