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Autore: MissBethCriss    30/06/2013    1 recensioni
Secondo la definizione di ohana, che corrisponde al termine famiglia, nessuno viene abbandonato. O dimenticato. Questo Blaine e Sebastian lo hanno imparato sulla loro pelle: sono stati uniti dal fato a due piccoli angeli e mai si separeranno da loro. Il fato, che per molto tempo ha remato contro di loro, ora li ha resi un ohana.
F is for Family. A family named Smythe-Anderson.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Blaine e Sebastian sfortunatamente non mi appartengono, ma sono di proprietà del nostro Ryan Murphy, pelatone fortunato; *sigh*

Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro (mi fa sempre ridere scriverlo), ma è stata fatta solo per il puro piacere di scrivere di quei due baldracchi che mi hanno rubato il cuore.






babies meh





A is for Adventure.

Blaine amava la Florida e per questo quando Sebastian iniziò a parlare di come facesse bene l’aria marittima alla crescita dei bambini incominciò a fare ricerche per trovare la spiaggia perfetta e la trovò sotto la voce “St. George Island Park”, era una delle più belle e lo convinse a pieno la calma che gli dava quel oceano meraviglioso. Era il posto perfetto e se Sebastian avrebbe accettato stava facendo un pensierino anche per Orlando, i piccoli morivano dalla voglia di vedere Disneyland. Aveva progettato tutto nei minimi particolari: dove dormire, dove mangiare, cosa e quando vedere una determinata cosa, le attività da fare. Blaine impazziva nel progettare viaggi e poi questo sarebbe stato un viaggio importante perché era il primo vero viaggio di Andrew e Emily e lui voleva che se lo ricordassero per sempre. Quando anche l’ultimo particolare era stata programmato andò tutto felice verso lo studio del marito e bussò piano e si trovò il sui Bastian illuminato dalla luce della lampada da tavolo con gli occhiali sul naso, amava quando li usava gli davano un’altra aria, più matura che lo faceva impazzire. Sebastian alzò gli occhi da quei infiniti fogli pieni della sua calligrafia che stava sistemando per sorride al marito poi portò un dito alla bocca e fece gli fece segno di rimanere in silenzio per poi indicargli quella piccola figura che stava raggomitolata su una poltrona più grande di lui con il pollice sulla bocca e con il suo fedele Kiwi che vegliava i suoi sogni.

«Che ci fa lui qui? – disse a bassa voce al marito – non dovrebbe stare nel suo lettino?»

«Non riusciva a prendere sonno ed è venuto qui dicendo qualcosa dei poteri della poltrona che lo facevano dormire o qualcosa del genere, come si è messo lì si è addormentato subito. Tu invece? Cos’è quel sorriso?»

Anderson andò di corsa a sedersi di fronte al marito e tutto felice iniziò a leggergli tutto il programma che aveva dettagliatamente studiato.

«Florida!»

«Abbassa la voce, stupido. Florida si può fare. È una brillante idea, amore.»

«Io l’amo. Poi devi vedere le foto di queste spiagge, sono meravigliose già solo fatte di pixel figurati dal vivo!»

«St. George Island, si può fare. Periodo?»

«Io ho cercato per luglio, ad agosto ci aspetta tua madre a Parigi no? Pensavo di non farli stancare troppo con due viaggi in un solo mese.»

«Scommetto che sul tuo pc ci sono ancora aperte tutte le pagine per poter prenotare tutto, vero?»

Disse sorridendogli da sopra i fogli del programma e Blaine gli rispose con un sorriso colpevole. Lo conosceva bene.

«Immaginavo. Per me si può fare, ma passo per Disneyland, maman ha già preso i biglietti e ci tiene a portarci i suoi amati nipoti e due parchi a tema uguali non li reggo. Scusa. Però la cosa di Orlando mi piaceva. . .»

«Allora passiamo al piano B: Harry Potter!»

Sebastian si tolse gli occhiali e scosse leggermente la testa chiedendosi perché suo marito alcune volte si comportava come un bambino più piccolo dei loro figli.

«Scommetto che se ti dico no anche a questo te ne esci fuori con un altro parco a tema, mi arrendo ora facendo felice il bambino che è in te e il nostro Andrew. Ad una condizione.»

«Quale?»

Si avvicinò a suo marito e gli parlò col tono di voce più basso che poteva visto che non voleva far sentire questa cosa al piccolo che dormiva beatamente dietro di loro.

«A undici anni quando non riceverà la sua lettera da Hogwarts sarai tu a dargli la notizia, ok?»

«Sei crudele.»

«Possiamo sempre non andarci.»

Sebastian allungò la mano verso suo marito che l’afferrò per ufficializzare il loro patto.

«Prometto di essere io l’artefice della rottura di uno dei sogni più belli che nostro figlio avrà mai e – aggiunse sogghignando tutto di un fiato – tufarailaconversazionditusaicosaanostrafiglia! Ah.»

«Sai giocare il tuo gioco, Anderson. Complimenti.»

Poi una piccola manina si posò sul ginocchio di Blaine per attirare la sua attenzione, poi si arrampicò sulla gamba del padre e si appoggiò ancora tutto assonnato al suo petto posando sopra il tavolo il suo pupazzo.

«Guarda chi si è svegliato.»

Disse accarezzandogli i ricci rossi tutti arruffati mentre lui con una manina si stropicciava gli occhietti stanchi.

«Di cosa stavate parlando?»

«Di una sorpresa che vi annunceremo domani!»

«Ma daddy

«Andrew domani io e daddy ti diremo tutto, ma ci deve stare pure Emily.»

«ANDIAMOLA A SVEGLIARE ALLORA!»

«No, adesso insieme a Kiwi andiamo a fare la nanna.»

«Ma papa!»

Sebastian nascose tutti i fogli che Blaine aveva scritto per metterli lontano dalla portata di suo figlio, era capace di tutto pur di soddisfare la sua curiosità per poi alzarsi e prendere Andrew per caricarselo sulle spalle in modo da portarlo nel suo lettino fra le mille risate. Blaine prese l’orsacchiotto del figlio e si mise ad osservare quei due folli che giocavano sopra al lettino del figlio, poi Sebastian veniva a criticare lui dandogli del bambino. Quando il piccolo Andrew chiese la resa dal solletico Sebastian si alzò e gli lasciò il bacio della buonanotte sulla fronte, poi fu il turno di Blaine che gli posizionò di fianco a lui il suo fedele Kiwi e gli diede pure lui il bacio della buonanotte per poi riboccargli le coperte. Raggiunse Sebastian sulla porta e chiuse la luce poi lo prese per mano, il più alto lo spinse in direzione della camera di Emily per vedere se stava bene e aprirono piano la porta per non disturbarla per rimanere lì visto che dormiva talmente bene che avevano paura che si potesse svegliare se si fossero avvicinati troppo. Blaine abbracciò da dietro Sebastian e gli lasciò un bacio sulla spalla.

«Sono meravigliosi.»

«Già. . .»

«Florida stiamo arrivando!»

Sussurrò Blaine mentre chiudevano piano la porta della camera della figlia per poi dirigersi mano nella mano verso la loro stanza.

 

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«Papa! Hai visto come stavamo in alto!!»

«Oh si piccolo mio, piaciuto l’aereo?»

«Tantissimissimo!»

«L’OCEANO!»

Esultò la piccola Emily mentre indicava alla sua destra l’oceano che si estendeva da sotto i suoi occhi, Andrew si porse più verso la sorella per poterlo vedere meglio. Sebastian sorrideva con gli occhi fissi sulla strada mentre Blaine scattò una foto per immortalare i due con gli occhi luminosi mentre si perdevano in quel punto dove cielo e mare si fondono.

Appena arrivarono nella casetta in riva alla spiaggia che aveva prenotato Blaine i due piccoli si slacciarono subito le cinture per dirigersi vicino al mare seguiti subito da Sebastian che li raggiunse subito e li prese in braccio uno per parte.

«Ci andiamo insieme dopo!»

Blaine tirò fuori le valigie dal portabagagli mentre aveva ancora al collo la sua macchinetta per fare le foto li osservò per bene e la prese fra le mani, e quando loro si rimisero in posa ci ripensò e portò le valigie dentro alla loro casa.

«Ma che ti prende, Blaine?»

«I capelli Sebastian. I capelli. Non ti faccio una foto senza i capelli.»

«Ma dai! È estate non sai che meraviglia quando c’è la brezza.»

«Stai zitto.»

«Daddy fanno schifo. Ha ragione papa.»

«Bambolina tu da che parte stai?»

«Dalla parte del ciuffo che hai fatto uccidere!»

Blaine uscì fuori in quel momento e sorrise a sua figlia.

«Questa è mia figlia. Foto?»

Scattò la foto e finalmente Sebastian li lasciò liberi che entrarono subito dentro alla casetta bianca dal tetto blu, poi si avvicinò a suo marito, lo abbracciò e fece sfiorare i loro nasi.

«Fa vedere la foto.»

Blaine gliela girò e aspettò la reazione di suo marito.

«Mi hai preso a mezza faccia! Sei proprio uno stronzo. Ricrescono, mettitelo in testa! R-I-C-R-E-S-C-O-N-O.»

«Ma a me piacevano, ti ho sempre visto in quel modo. Quando ti bacio amo passarti una mano fra i capelli, adesso ci scivolo sulla testa! E non dire la parola con la s, potrebbero sentirti.»

Sebastian sospirò e abbassò la testa fino a quando le loro fronti non si sfiorarono.

«Cosa devo fare con te?»

«Niente, mi ami anche per questa mia piccola ossessione.»

Sebastian fece unire le loro labbra e unì le mani dietro alla schiena per attirarlo ancora di più a se, mentre Blaine si aggrappò al suo collo. Ma un urlo li fece staccare e si misero a ridere.

«Non ce la possiamo fare.»

Disse sconsolato Sebastian, Blaine per consolarlo gli strinse la spalla.

«Vediamola così: Parigi è vicina e passeranno un sacco di tempo con la nonna e potremmo fare la coppietta spensierata per qualche ora.»

«Ma se tu ami il tuo ruolo di papà, Bastian.»

«Lo amo, ma amo anche te. Vi amo entrambi allo stesso modo, beh forse a loro un pochino di più.»

«Mi sembra giusto. – disse ridendo Blaine – Entriamo sennò ci rompono la casa!»

Quei due piccoli angeli che sono piombati nella loro vita gli avevano rapito il cuore e non c’era un giorno che lo rimpiangevano.

 

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«Sveglia sveglia mie piccole stelle! L’oceano ci aspetta!»

Disse nel modo più allegro che aveva in serbo Blaine, ma anziché vedere i suoi figli che saltavano di gioia sui loro piccoli lettini li vide che si rigiravano dall’altra parte in completa sintonia dando le spalle a dove proveniva la luce del caldo sole californiano. Allora passò al piano B e nel frattempo si meravigliò di quanti piani B avesse nella manica, ma scacciò questo pensiero dalla testa e si avvicinò prima ad Andrew confidando in una mano per svegliare la sorella. Ci mise più del previsto nello svegliarlo e mentalmente maledì Sebastian e la sua insana voglia di fargli vedere le varie costellazioni inventate da lui al momento solo per raccontagli delle storie fino a tardi, non erano abituati a stare svegli dopo le nove ed ecco il risultato. Ma si erano divertiti molto ieri quindi gliel’ha perdonata e Sebastian promise che questa sera la storia sarebbe durata di meno e nei loro lettini, le stelle si vedevano anche da lì dopotutto.

Lasciò stare Andrew per un po’ e andò verso la sua Emily, le scosse leggermente la spalla per poi lasciarle un bacio sulla fronte. La piccolina aprì subito i suoi occhietti azzurri limpidi come il mare che avevano di fronte.

«Buongiorno papa!»

«Buongiorno anche a te Emy. Mi aiuti a svegliare tuo fratello?»

La piccola annuì facendo cadere sulla sua fronte un ciuffo di capelli tutti intrecciati per via del sonno non troppo tranquillo e se lo tolse dal viso subito, era una bambina a cui piaceva l’ordine e proprio per questo chiedeva sempre al suo papà di pettinargli i capelli, Blaine pensò che questa volta ci avrebbe messo molto più del solito a strecciarli. Insieme si spostarono dall’altro lato della cameretta e Emily salì sopra al letto per andare a scuotere suo fratello per una spalla, continuando fino a quando non avrebbe aperto gli occhi.

«Emy non fare così.»

«Sei insopportabile, Emy!»

Si lamentò il piccolo Andrew che per ripicca si andò a nascondere sotto al cuscino. Blaine prese per la vita Emily e la mise sul letto che sbuffando si mise a sedere a gambe incrociate sul letto con la testa appoggiata su una mano in attesa che il fratello si svegliasse.

«Andrew, so che sei sveglio! – si abbassò per mettere la testa sotto il cuscino pure lui – daddy ha fatto i muffin come piacciono a voi!»

Il piccolo tirò via il cuscino dalla sua testa lanciandolo in un punto non definito nella stanza per poi correre da Sebastian.

Blaine scosse la testa per poi mettersi a ridere era proprio vero quando si diceva “tale padre tale figlio” sapeva i giusti tasselli da muovere quando doveva sbrigarsi. Emily di avvicinò a lui per prendergli la mano e poi si mise a guardare il punto dove Andrew era sparito.

«Maschi.»

Blaine rise ancora più forte a causa di ciò che disse sua figlia, poi insieme si avviarono verso la cucina dove gli altri due li stavano aspettando. Sebastian appena li vide aprì le braccia e Emily corse verso di lui, quando gli mostrò la guancia e nel momento in cui Emily gliela baciò per salutarlo Blaine fece lo stesso con l’altra. Quando entrambi si staccarono si guardarono negli occhi e incominciarono a ridere per poi accomodarsi intorno al tavolino.

«Emy, Andrew mi hai detto che gli hai dato tanti colpi sulla spalla per farlo svegliare, lo sai che non si svegliano così le persone.»

«Lo so, daddy.»

«Gli hai chiesto scusa per il modo in cui l’hai svegliato?»

«NO!»

Disse al posto della gemella il piccolo Andrew. Emily gli allungò il mignolo e lui l’afferrò subito, non era arrabbiato con lei e voleva fare pace con lei.

«Bravi i nostri bimbi.»

«Quando avete finito di mangiare vi aspetta un sorpresa!»

«SIIII!»

Gridarono in coro i due piccoli di casa Anderson-Smythe sotto lo sguardo confuso di Sebastian che si chiedeva cosa aveva architettato Blaine per conto suo.

Quando finirono di mangiare Blaine riportò Emily ed Andrew nella loro cameretta dove tirò fuori magicamente dall’armadio due piccoli pacchetti contenti due costumini nuovi tutti per loro, mentre loro se li mettevano tutti felici Blaine andò veloce verso il bagno per cambiarsi, stando ben attento a non farsi vedere da Sebastian. Quando fu pronto andò dai suoi bimbi e li trovò a specchiarsi felici nel grande specchio infondo alla stanza chiara.

«Piacciono?»

«Papa sono bellissimi! Sono così buffi!»

«Ha ragione Emy!»

«Andiamo da daddy a fargli vedere i costumi nuovi?»

«SII!»

Con indosso solo i costumi si incamminarono verso la cucina con Blaine al centro e si fermarono prima della porta.

«Bas chiudi gli occhi!»

«B ci sono i bambini di sopra, lo sai! Non possiamo!»

«Bastian! Chiudi gli occhi, sto con i bambini! Emy ti dirà quando riaprirli!»

Sebastian fece come gli aveva ordinato Blaine che iniziò a contare con le dite fino a tre e quando alzò il pollice Emily urlò a Sebastian di aprire gli occhi. Per una manciata di secondo Sebastian valutò l’idea di ridergli in faccia a quei tre col costume con la stessa fantasia: aragoste su sfondo blu. Poi pensò che era solo un incubo, Blaine non poteva aver speso dei soldi per. . .quelli.

«Blaine? Sono. . .»

«Sono bellissimi? Ne vuoi uno pure t-»

«NO.»

«Non ti piacciono?»

«Ti stai vendicando per i capelli vero? Costumi ridicoli per capelli ridicoli?»

«In realtà. . .l’ho comprati prima. . .ho visto che c’erano in tutti i tipi con questa fantasia e l’ho presi. Tutti.»

«Non ci posso credere! La prossima volta ci vado io a fare le compere per i viaggi.»

«Ma sono belli!»

Dissero tutti a tre in coro e in quel momento Sebastian si ricordò che non aveva solo due bambini da controllare, ma me aveva anche uno un po’ troppo cresciuto.

«Andatevi a cambiare.»

«Ma dai, Bas!»

«A te al massimo posso dare una mano per toglierlo Blaine, ma di certo non verrete conciati così in spiaggia e non guardarmi così io posso sempre mettermi una bandana!»

 

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Sebastian non aveva ancora capito che in quella casa lui faceva parte di una minoranza e non aveva molta voce in capitolo per alcune questioni, di fatto mentre Emily e Andrew correvano in direzione della spiaggia con i loro secchielli nelle mani lui li seguiva affiancato ad un Blaine molto sorridente con i suoi occhiali da sole preferiti e quel nuovo costume che il marito odiava uguale a quello che indossavano i loro figli, ma non era questo quello che lo faceva sbuffare ogni due minuti, no, ma quell’odiosa bandana con la stessa fantasia che aveva sulla testa.

«Non riesco ancora a capire dove l’hai trovata!»

«Sapevo che avresti reagito così perciò prima di partire sono andato in quel negozio di costumi e ho chiesto alla commessa se avevano delle bandane e quando l’ho vista mi sono immaginato la tua faccia e l’ho comprata. Era perfetta – disse Blaine tutto felice – tu sei perfetto.»

«L’adulazione non ti salverà. Sappilo.»

«Dai che è solo un giorno! Giuro che gli altri costumi sono meravigliosi e l’ho scelti con i nostri figli. Niente aragoste o qualcosa di uguale per tutti.»

I due avevano programmato di passare un’intera giornata al mare, sempre se non fosse stato troppo caldo per i figli, perciò Sebastian portava sulle spalle un grosso ombrellone e Blaine la valigetta termica con le bevande e i cibi. Lasciarono scegliere il posto perfetto ai gemellini mentre loro due si guardavano intorno, Blaine diede una gomitata a Sebastian e gli indicò un punto dove si trovava il bagnino.

«Guarda.»

«Cosa dovrei guardare?»

«Quel figo di bagnino col ciuffo perfetto.»

«Tu stai diventando pazzo, amore.»

«Cos’è figo, papa?»

«Emily le principesse non dicono certe cose, infatti definisco una persona bella, come il tuo daddy.»

Il piccolo Andrew si stava spazientendo perché non capiva come facessero a parlare di cose che loro non potevano dire quando avevano a pochi passi il mare.

«ANDIAMO A TOCCARE L’OCEANO? Vi pregoooo!»

«Blaine vai tu, io sistemo qui.»

«Sicuro?»

Come Sebastian annuì i piccoli della casa incominciarono a correre, era dal giorno prima che non vedevano l’ora di andare a bagnare i loro piedini in quelle acque che sembravano immense, non stavano più nella pelle, ma quando arrivarono nelle vicinanze nel grande mare si bloccarono.

«Che succede?»

«Papa è così. . .»

«. . .bello!»

Continuò Emily al posto di Andrew perché era rimasto senza parole ora che lo avevano sotto ai loro nasini, ma questa piacevole sensazione venne rimpiazzata dalla curiosità di sentire l’acqua e mano nella mano si avvicinarono cauti al mare. Il primo che entrò Andrew che come sentì l’acqua fredda si girò verso di Blaine con la faccina tutta tesa per via del freddo, ma con gli occhi che brillavano come poche volte, il loro papà si mise a sedere sul bagnasciuga, né troppo lontano e né troppo vicino per dargli modo di giocare liberamente però avere l’opportunità di intervenire subito in fase di pericolo. Poco dopo li raggiunse pure Sebastian che andò ad abbracciare da dietro Blaine per poi mettere la testa sulla sua spalla per vedere quei due piccoli che si stavano lanciando l’acqua.

«Ancora alla ricerca del bagnino, Blaine?»

«Cosa me ne faccio di un bagnino qualsiasi quando ho te?»

Sebastian gli sorrise per poi continuare a guardare i loro figli che si guardavo curiosi tutti intorno, guardando il fondale alla ricerca di conchiglie. Dopo un po’ ritornarono dai loro genitori tutti felici.

«Papa! Papa! C’era un pesce!»

«Si! Abbiamo visto un pesce, come quelli al lago! – poi aprì le braccia – era grande tipo così!»

«Un pesce?»

Disse tutto stupito Blaine come se fosse una cosa assurda trovare dei pesci sul mare, che sicuramente sarà stato quei pescetti piccoli, ma per enfatizzare il tutto il piccolo Andrew diede la sua visione personale dell’accaduto.

«Adesso ritorniamo all’ombrellone, ci dobbiamo mettere la cremina e poi siete tutti bagnati.»

«Ma daddddyyyy!»

«Daddy ha ragione bambini, andiamo.»

Quando si alzarono Sebastian notò una conchiglia particolare che scintillava sul fondo basso del mare e la raccolse, poi si avviò con loro vero l’ombrellone. Pensavano che riuscire a farli stare fermi per dar modo alla crema di asciugarsi si potesse rivelare una missione impossibile visto che erano super agitati ma l’idea che ebbe Sebastian rese tutto ciò molto semplice perché tirò fuori quella grande conchiglia che aveva raccolto prima.

«Sapete cos’è questa?»

«Una conchiglia!»

Disse subito Andrew.

«Una conchiglia, bene, ma non è tutto! Tu sai perché Emily? Andrew?»

Alzarono le spalle entrambi, poi si rivolse a Blaine che aveva capito dove volesse andare a finire e si avvicinò sempre di più ai loro figli da far sembrare ciò che gli doveva dire un segreto.

«Quella è una conchiglia magica!»

«Magica?»

Chiesero in coro Emily e Andrew.

«SI! Sapete perché?»

«È una passaporta?»

Blaine rise.

«No tesoro, mi dispiace.»

«Peccato. . .»

«Questa conchiglia è speciale perché. . . – Sebastian fece una pausa per aumentare la loro curiosità – ha la forza del mare dentro di se!»

«Forza del mare?!»

Dissero i bambini tutti in coro.

«Oh si! – rispose Blaine – vedete tutte quelle onde? Prendono la forza dalle conchiglie! Oppure vedete che il mare fa avanti e indietro?»

«Lo fanno tutte queste conchiglie!»

«Daddy non può essere!»

«No Emily? Vuoi vedere che non mi sbaglio?»

«Come?»

«Porta la conchiglia vicino all’orecchio e sentirai tu stessa la forza che c’è dentro alle conchiglie.»

La piccolina fece come gli aveva detto il padre e appena sentì il rumore del mare lanciò un piccolo urlo e in quel momento Andrew tese le sue manine verso di lei per poter sentire pure lui, ma non gli dava retta perciò si avvicinò verso di lei e divisero la conchiglia.

«Daddy chi ce l’ha messa tutta la forza del mare là dentro?»

«Le sirene!»

«Ariel?»

«Anche!»

«OHHHHHH!»

«Possiamo tenerla? Tipregotipregotiprego daddy!»

«Tu che dici Blaine?»

«Papa! Ti preeegoooooooo!»

«Va bene, Emily, ma non ditelo a nessuno.»

Emily e Andrew si guardarono e fecero finta di avere una cerniera invisibile sulla bocca e la chiusero più volte facendo ridere i genitori quando mimarono un “va bene così” e Sebastian disse di no e allora loro fecero tante facce buffe mentre chiudevano con mille lucchetti invisibile le labbra.

«Perfetti.»

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I bambini non volevano andarsene più da quella spiaggia bianca che gli aveva rapito il cuore ma verso le quattro videro che erano molto stanchi perciò a malincuore li fecero incamminare verso la macchina e come posarono la testolina sul sedile della macchina già erano partiti per il mondo dei sogni. I loro genitori li guardavano dallo specchietto retrovisore con un sorriso tenero sulle labbra, alcune volte faticavano a credere a tutto ciò che ora faceva parte delle loro vite, pensavano che questo faceva parte di un sogno dal quale non si volevano svegliare sapendo ciò che avevano passato. Molto spesso Blaine si gira per poterli guardare e vedere se stavano scomodi, ma li vedeva felici quindi si rigirava e si perdeva in quelle strade californiane. Aveva deciso di vedere tutte le coste che formavano St. Geoge Island e questa distava molto da casa loro.

«Ma guardali come dormono.»

«Ne hanno spese tante oggi. Abbiamo fatto i castelli di sabbia, abbiamo fatto il bagno, abbiamo cercato le conchiglie, i pesci, poi loro hanno fatto avanti e dietro mille volte per prendere l’acqua per i loro castelli, poi abbiamo rifatto il bagno. Anch’io sono stanco.»

Disse ridendo Blaine appoggiando pure lui la testa sul sedile per poi girarla dal lato di Sebastian per guadargli il profilo, i suoi occhi erano fissi sulla strada.

«Se vuoi dormire pure tu un po’ fai pure, ci vorranno ancora un ventina di minuti.»

«Non mi tentare, Smythe.»

«Non ti preoccupare, se ti addormenti ti farò trovare dentro al tuo lettino al tuo risveglio.»

«Scemo. »

«Ok, allora ti distraggo con la mia voce. È stata una belle giornata, eh?»

«Perfetta. Domani sarà un’altrettanto perfetta giornata per una perfetta prima vacanza.»

«Da tutti questi perfetti non ho capito come è stata la giornata. Puoi ripetere?»

«Scemo.»

Ridisse Blaine colpendolo sul braccio facendo ridere il marito.

 

 

«Siamo finalmente arrivati. Ci pensi tu a Andrew o io?»

«Io, l’altra volta l’hai portato tu.»

Scesero fuori dalla macchina e fecero molta attenzione a fare poco rumore, poi presero i bambini in braccio proteggendogli la testa con la mano per non farli sbattere. Andrew come sentì le braccia di Blaine avvolgerlo si aggrappò al suo collo e gli fece solletico al collo con i ricci che erano ancora un po’ bagnati, mentre cercava la posizione giusta Andrew diceva poche parole ancora impiastrate dal sogno che stava vivendo. Blaine riuscì solo a capire che era tanto stanco ma che amava il mare e che secondo lui era divertente la tavola che sta sulle onde. Emily dal canto suo teneva stretta a sé la sua conchiglia. Li misero nei loro lettini e mentre Blaine si sedeva sul dondolo protetto dal piccolo patio della casa bianca, Sebastian lo raggiunse subito con due bicchieri pieni di vino.

«Grazie, lo adoro.»

«Lo sapevo.»

Brindarono a questa giornata spettacolare e alla loro famiglia, poi insieme si misero ad aspettare il tramonto in silenzio, Blaine si appoggiò a lui e Sebastian passò il suo braccio intorno al suo collo per abbracciarlo. Ma dopo un po’ fu il più alto a interrompere il silenzio.

«Che ne dici di mollare tutto e vivere qui?»

«Sarebbe meraviglioso, ma abbiamo un lavoro, Bas. Non possiamo abbandonarli.»

«Ho sempre sognato di avere un posto del genere, amo questo silenzio.»

«C’è silenzio solo perché quei due dormono.»

«Hai ragione.»

«Come sempre.»

«Papa, daddy dove siete?»

Blaine si alzò subito e si affacciò dentro alla casa per vedere dove stavano e in quel momento i due scesero le scale che portavano al piano delle camere e andarono verso di lui con gli occhietti ancora stanchi. Blaine gli sorrise per tranquillizzarli e gli tese la mano, come per dirgli “stiamo sempre qui per voi, non dimenticatelo”. Andarono insieme da Sebastian che li aspettava e si sedettero in mezzo a loro con la testina di Emily appoggiata sulla gamba di Blaine, mentre Andrew era appoggiato al petto di Sebastian.

Stretti in quell’abbraccio osservarono quel sole che viene abbracciato dall’oceano per un’altra volta ancora, stettero in silenzio perché si sa’ le avventure stancano molto e in alcuni casi le parole sono inutili.

 

 

 

Beth’s Corner

Buona seblaine Sunday a tutti! Spero che vi sia piaciuta e spero anche che non vi dispiaccia il fatto che ho deciso di trasformare quella che era una sola one shot finita per domenica scorsa in questa raccolta che andrà avanti per tutte le domeniche, ho cambiato sia il titolo della storia, la descrizione e il titolo del primo capitolo. Il prompt per questa domenica a tema era: “guarda che figo quel bagnino”; potevamo girarcela come volevamo e io l’ho usata come scusa per questa os visto che volevo portare al mare la famiglia Anderson-Smythe! 

Perché ho scritto una cosa dove Sebastian si era tagliato i capelli? Semplice ho visto una fanart, ho visto più fanart, e poi. . . GRANT TESORO MIO MA CHE TI DICE LA TESTOLINA? EH? *pianto disperato* Emily è stata la voce del fandom, almeno la mia.

Ok dopo questa parentesi insensata passiamo alle presentazioni!! Visto che avrete a che fare con la famiglia Anderson-Smythe ancora per un bel po’ mi pare giusto che sappiate il visetto dei pargoletti! Questo è Andrew e questa é Emily

Un grande grazie va alla cara beta che, pur essendo immersa in quel vortice chiamato Teen Wolf, trova il tempo per questa famiglia e fa betaggi ad orari assurdi. Quindi grazie, mille volte grazie. Grazie anche a chi ha letto ed è arrivato qui fin.

Spero che vi sia piaciuta, a dopo con la storia della sfida!

Love always,

Beth_

   
 
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