Blaine
e Sebastian sfortunatamente non mi appartengono, ma sono di
proprietà del nostro Ryan
Murphy, pelatone fortunato; *sigh*
Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro (mi fa sempre ridere scriverlo), ma è stata fatta solo per il puro piacere di scrivere di quei due baldracchi che mi hanno rubato il cuore.
A
is for Adventure.
Blaine amava
la Florida e per questo quando Sebastian iniziò a
parlare di come facesse bene l’aria marittima alla crescita
dei bambini incominciò
a fare ricerche per trovare la spiaggia perfetta e la trovò
sotto la voce “St.
George Island Park”, era una delle più belle e lo
convinse a pieno la calma che
gli dava quel oceano meraviglioso. Era il posto perfetto e se Sebastian
avrebbe
accettato stava facendo un pensierino anche per Orlando, i piccoli
morivano
dalla voglia di vedere Disneyland. Aveva progettato tutto nei minimi
particolari: dove dormire, dove mangiare, cosa e quando vedere una
determinata
cosa, le attività da fare. Blaine impazziva nel progettare
viaggi e poi questo
sarebbe stato un viaggio importante perché era il primo vero
viaggio di Andrew
e Emily e lui voleva che se lo ricordassero per sempre. Quando anche
l’ultimo
particolare era stata programmato andò tutto felice verso lo
studio del marito
e bussò piano e si trovò il sui Bastian
illuminato dalla luce della lampada da
tavolo con gli occhiali sul naso, amava quando li usava gli davano
un’altra
aria, più matura che lo faceva impazzire. Sebastian
alzò gli occhi da quei
infiniti fogli pieni della sua calligrafia che stava sistemando per
sorride al
marito poi portò un dito alla bocca e fece gli fece segno di
rimanere in
silenzio per poi indicargli quella piccola figura che stava
raggomitolata su
una poltrona più grande di lui con il pollice sulla bocca e
con il suo fedele
Kiwi che vegliava i suoi sogni.
«Che
ci fa lui qui? – disse a bassa voce al marito – non
dovrebbe
stare nel suo lettino?»
«Non
riusciva a prendere sonno ed è venuto qui dicendo qualcosa
dei
poteri della poltrona che lo facevano dormire o qualcosa del genere,
come si è
messo lì si è addormentato subito. Tu invece?
Cos’è quel sorriso?»
Anderson
andò di corsa a sedersi di fronte al marito e tutto felice
iniziò a leggergli tutto il programma che aveva
dettagliatamente studiato.
«Florida!»
«Abbassa
la voce, stupido. Florida si può fare. È una
brillante
idea, amore.»
«Io
l’amo. Poi devi vedere le foto di queste spiagge, sono
meravigliose già solo fatte di pixel figurati dal
vivo!»
«St.
George Island, si può fare. Periodo?»
«Io
ho cercato per luglio, ad agosto ci aspetta tua madre a Parigi
no? Pensavo di non farli stancare troppo con due viaggi in un solo
mese.»
«Scommetto
che sul tuo pc ci sono ancora aperte tutte le pagine per
poter prenotare tutto, vero?»
Disse
sorridendogli da sopra i fogli del programma e Blaine gli rispose
con un sorriso colpevole. Lo conosceva bene.
«Immaginavo.
Per me si può fare, ma passo per Disneyland, maman
ha già preso i biglietti e ci tiene a portarci i suoi amati
nipoti e due parchi
a tema uguali non li reggo. Scusa. Però la cosa di Orlando
mi piaceva. . .»
«Allora
passiamo al piano B: Harry Potter!»
Sebastian si
tolse gli occhiali e scosse leggermente la testa
chiedendosi perché suo marito alcune volte si comportava
come un bambino più
piccolo dei loro figli.
«Scommetto
che se ti dico no anche a questo te ne esci fuori con un
altro parco a tema, mi arrendo ora facendo felice il bambino che
è in te e il
nostro Andrew. Ad una condizione.»
«Quale?»
Si
avvicinò a suo marito e gli parlò col tono di
voce più basso che
poteva visto che non voleva far sentire questa cosa al piccolo che
dormiva
beatamente dietro di loro.
«A
undici anni quando non riceverà la sua lettera da Hogwarts
sarai
tu a dargli la notizia, ok?»
«Sei
crudele.»
«Possiamo
sempre non andarci.»
Sebastian
allungò la mano verso suo marito che
l’afferrò per
ufficializzare il loro patto.
«Prometto
di essere io l’artefice della rottura di uno dei sogni
più belli che nostro figlio avrà mai e
– aggiunse sogghignando tutto di un
fiato – tufarailaconversazionditusaicosaanostrafiglia!
Ah.»
«Sai
giocare il tuo gioco, Anderson. Complimenti.»
Poi una
piccola manina si posò sul ginocchio di Blaine per attirare
la sua attenzione, poi si arrampicò sulla gamba del padre e
si appoggiò ancora
tutto assonnato al suo petto posando sopra il tavolo il suo pupazzo.
«Guarda
chi si è svegliato.»
Disse
accarezzandogli i ricci rossi tutti arruffati mentre lui con
una manina si stropicciava gli occhietti stanchi.
«Di
cosa stavate parlando?»
«Di
una sorpresa che vi annunceremo domani!»
«Ma
daddy!»
«Andrew
domani io e daddy ti diremo tutto, ma ci deve stare pure
Emily.»
«ANDIAMOLA
A SVEGLIARE ALLORA!»
«No,
adesso insieme a Kiwi andiamo a fare la nanna.»
«Ma
papa!»
Sebastian
nascose tutti i fogli che Blaine aveva scritto per
metterli lontano dalla portata di suo figlio, era capace di tutto pur
di
soddisfare la sua curiosità per poi alzarsi e prendere
Andrew per caricarselo
sulle spalle in modo da portarlo nel suo lettino fra le mille risate.
Blaine
prese l’orsacchiotto del figlio e si mise ad osservare quei
due folli che
giocavano sopra al lettino del figlio, poi Sebastian veniva a criticare
lui
dandogli del bambino. Quando il piccolo Andrew chiese la resa dal
solletico
Sebastian si alzò e gli lasciò il bacio della
buonanotte sulla fronte, poi fu
il turno di Blaine che gli posizionò di fianco a lui il suo
fedele Kiwi e gli
diede pure lui il bacio della buonanotte per poi riboccargli le
coperte.
Raggiunse Sebastian sulla porta e chiuse la luce poi lo prese per mano,
il più
alto lo spinse in direzione della camera di Emily per vedere se stava
bene e
aprirono piano la porta per non disturbarla per rimanere lì
visto che dormiva
talmente bene che avevano paura che si potesse svegliare se si fossero
avvicinati troppo. Blaine abbracciò da dietro Sebastian e
gli lasciò un bacio
sulla spalla.
«Sono
meravigliosi.»
«Già.
. .»
«Florida
stiamo arrivando!»
Sussurrò
Blaine mentre chiudevano piano la porta della camera della
figlia per poi dirigersi mano nella mano verso la loro stanza.
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«Papa!
Hai visto come stavamo in alto!!»
«Oh
si piccolo mio, piaciuto l’aereo?»
«Tantissimissimo!»
«L’OCEANO!»
Esultò
la piccola Emily mentre indicava alla sua destra l’oceano
che si estendeva da sotto i suoi occhi, Andrew si porse più
verso la sorella
per poterlo vedere meglio. Sebastian sorrideva con gli occhi fissi
sulla strada
mentre Blaine scattò una foto per immortalare i due con gli
occhi luminosi
mentre si perdevano in quel punto dove cielo e mare si fondono.
Appena
arrivarono nella casetta in riva alla spiaggia che aveva
prenotato Blaine i due piccoli si slacciarono subito le cinture per
dirigersi
vicino al mare seguiti subito da Sebastian che li raggiunse subito e li
prese
in braccio uno per parte.
«Ci
andiamo insieme dopo!»
Blaine
tirò fuori le valigie dal portabagagli mentre aveva ancora
al collo la sua macchinetta per fare le foto li osservò per
bene e la prese fra
le mani, e quando loro si rimisero in posa ci ripensò e
portò le valigie dentro
alla loro casa.
«Ma
che ti prende, Blaine?»
«I
capelli Sebastian. I capelli. Non ti faccio una foto senza i
capelli.»
«Ma
dai! È estate non sai che meraviglia quando
c’è la brezza.»
«Stai
zitto.»
«Daddy
fanno schifo. Ha ragione papa.»
«Bambolina
tu da che parte stai?»
«Dalla
parte del ciuffo che hai fatto uccidere!»
Blaine
uscì fuori in quel momento e sorrise a sua figlia.
«Questa
è mia figlia. Foto?»
Scattò
la foto e finalmente Sebastian li lasciò liberi che
entrarono subito dentro alla casetta bianca dal tetto blu, poi si
avvicinò a
suo marito, lo abbracciò e fece sfiorare i loro nasi.
«Fa
vedere la foto.»
Blaine
gliela girò e aspettò la reazione di suo marito.
«Mi
hai preso a mezza faccia! Sei proprio uno stronzo. Ricrescono,
mettitelo in testa! R-I-C-R-E-S-C-O-N-O.»
«Ma
a me piacevano, ti ho sempre visto in quel modo. Quando ti
bacio amo passarti una mano fra i capelli, adesso ci scivolo sulla
testa! E non
dire la parola con la s, potrebbero sentirti.»
Sebastian
sospirò e abbassò la testa fino a quando le loro
fronti
non si sfiorarono.
«Cosa
devo fare con te?»
«Niente,
mi ami anche per questa mia piccola ossessione.»
Sebastian
fece unire le loro labbra e unì le mani dietro alla
schiena per attirarlo ancora di più a se, mentre Blaine si
aggrappò al suo
collo. Ma un urlo li fece staccare e si misero a ridere.
«Non
ce la possiamo fare.»
Disse
sconsolato Sebastian, Blaine per consolarlo gli strinse la
spalla.
«Vediamola
così: Parigi è vicina e passeranno un sacco di
tempo con
la nonna e potremmo fare la coppietta spensierata per qualche
ora.»
«Ma
se tu ami il tuo ruolo di papà, Bastian.»
«Lo
amo, ma amo anche te. Vi amo entrambi allo stesso modo, beh
forse a loro un pochino di più.»
«Mi
sembra giusto. – disse ridendo Blaine – Entriamo
sennò ci
rompono la casa!»
Quei due
piccoli angeli che sono piombati nella loro vita gli
avevano rapito il cuore e non c’era un giorno che lo
rimpiangevano.
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«Sveglia
sveglia mie piccole stelle! L’oceano ci aspetta!»
Disse nel
modo più allegro che aveva in serbo Blaine, ma
anziché
vedere i suoi figli che saltavano di gioia sui loro piccoli lettini li
vide che
si rigiravano dall’altra parte in completa sintonia dando le
spalle a dove
proveniva la luce del caldo sole californiano. Allora passò
al piano B e nel
frattempo si meravigliò di quanti piani B avesse nella
manica, ma scacciò
questo pensiero dalla testa e si avvicinò prima ad Andrew
confidando in una
mano per svegliare la sorella. Ci mise più del previsto
nello svegliarlo e
mentalmente maledì Sebastian e la sua insana voglia di
fargli vedere le varie
costellazioni inventate da lui al momento solo per raccontagli delle
storie
fino a tardi, non erano abituati a stare svegli dopo le nove ed ecco il
risultato. Ma si erano divertiti molto ieri quindi gliel’ha
perdonata e
Sebastian promise che questa sera la storia sarebbe durata di meno e
nei loro
lettini, le stelle si vedevano anche da lì dopotutto.
Lasciò
stare Andrew per un po’ e andò verso la sua Emily,
le scosse
leggermente la spalla per poi lasciarle un bacio sulla fronte. La
piccolina
aprì subito i suoi occhietti azzurri limpidi come il mare
che avevano di
fronte.
«Buongiorno
papa!»
«Buongiorno
anche a te Emy. Mi aiuti a svegliare tuo fratello?»
La piccola
annuì facendo cadere sulla sua fronte un ciuffo di
capelli tutti intrecciati per via del sonno non troppo tranquillo e se
lo tolse
dal viso subito, era una bambina a cui piaceva l’ordine e
proprio per questo
chiedeva sempre al suo papà di pettinargli i capelli, Blaine
pensò che questa
volta ci avrebbe messo molto più del solito a strecciarli.
Insieme si
spostarono dall’altro lato della cameretta e Emily
salì sopra al letto per
andare a scuotere suo fratello per una spalla, continuando fino a
quando non
avrebbe aperto gli occhi.
«Emy
non fare così.»
«Sei
insopportabile, Emy!»
Si
lamentò il piccolo Andrew che per ripicca si andò
a nascondere
sotto al cuscino. Blaine prese per la vita Emily e la mise sul letto
che
sbuffando si mise a sedere a gambe incrociate sul letto con la testa
appoggiata
su una mano in attesa che il fratello si svegliasse.
«Andrew,
so che sei sveglio! – si abbassò per mettere la
testa
sotto il cuscino pure lui – daddy ha
fatto i muffin come piacciono a
voi!»
Il piccolo
tirò via il cuscino dalla sua testa lanciandolo in un
punto non definito nella stanza per poi correre da Sebastian.
Blaine
scosse la testa per poi mettersi a ridere era proprio vero
quando si diceva “tale padre tale figlio” sapeva i
giusti tasselli da muovere
quando doveva sbrigarsi. Emily di avvicinò a lui per
prendergli la mano e poi
si mise a guardare il punto dove Andrew era sparito.
«Maschi.»
Blaine rise
ancora più forte a causa di ciò che disse sua
figlia,
poi insieme si avviarono verso la cucina dove gli altri due li stavano
aspettando. Sebastian appena li vide aprì le braccia e Emily
corse verso di
lui, quando gli mostrò la guancia e nel momento in cui Emily
gliela baciò per
salutarlo Blaine fece lo stesso con l’altra. Quando entrambi
si staccarono si
guardarono negli occhi e incominciarono a ridere per poi accomodarsi
intorno al
tavolino.
«Emy,
Andrew mi hai detto che gli hai dato tanti colpi sulla spalla
per farlo svegliare, lo sai che non si svegliano così le
persone.»
«Lo
so, daddy.»
«Gli
hai chiesto scusa per il modo in cui l’hai
svegliato?»
«NO!»
Disse al
posto della gemella il piccolo Andrew. Emily gli allungò
il mignolo e lui l’afferrò subito, non era
arrabbiato con lei e voleva fare
pace con lei.
«Bravi
i nostri bimbi.»
«Quando
avete finito di mangiare vi aspetta un sorpresa!»
«SIIII!»
Gridarono in
coro i due piccoli di casa Anderson-Smythe sotto lo
sguardo confuso di Sebastian che si chiedeva cosa aveva architettato
Blaine per
conto suo.
Quando
finirono di mangiare Blaine riportò Emily ed Andrew nella
loro cameretta dove tirò fuori magicamente
dall’armadio due piccoli pacchetti
contenti due costumini nuovi tutti per loro, mentre loro se li
mettevano tutti
felici Blaine andò veloce verso il bagno per cambiarsi,
stando ben attento a
non farsi vedere da Sebastian. Quando fu pronto andò dai
suoi bimbi e li trovò
a specchiarsi felici nel grande specchio infondo alla stanza chiara.
«Piacciono?»
«Papa
sono bellissimi! Sono così buffi!»
«Ha
ragione Emy!»
«Andiamo
da daddy a fargli vedere i costumi
nuovi?»
«SII!»
Con indosso
solo i costumi si incamminarono verso la cucina con
Blaine al centro e si fermarono prima della porta.
«Bas
chiudi gli occhi!»
«B
ci sono i bambini di sopra, lo sai! Non possiamo!»
«Bastian!
Chiudi gli occhi, sto con i bambini! Emy ti dirà quando
riaprirli!»
Sebastian
fece come gli aveva ordinato Blaine che iniziò a contare
con le dite fino a tre e quando alzò il pollice Emily
urlò a Sebastian di
aprire gli occhi. Per una manciata di secondo Sebastian
valutò l’idea di
ridergli in faccia a quei tre col costume con la stessa fantasia:
aragoste su
sfondo blu. Poi pensò che era solo un incubo, Blaine non
poteva aver speso dei
soldi per. . .quelli.
«Blaine?
Sono. . .»
«Sono
bellissimi? Ne vuoi uno pure t-»
«NO.»
«Non
ti piacciono?»
«Ti
stai vendicando per i capelli vero? Costumi ridicoli per
capelli ridicoli?»
«In
realtà. . .l’ho comprati prima. . .ho visto che
c’erano in
tutti i tipi con questa fantasia e l’ho presi.
Tutti.»
«Non
ci posso credere! La prossima volta ci vado io a fare le
compere per i viaggi.»
«Ma
sono belli!»
Dissero
tutti a tre in coro e in quel momento Sebastian si ricordò
che non aveva solo due bambini da controllare, ma me aveva anche uno un
po’
troppo cresciuto.
«Andatevi
a cambiare.»
«Ma
dai, Bas!»
«A
te al massimo posso dare una mano per toglierlo Blaine, ma di
certo non verrete conciati così in spiaggia e non guardarmi
così io posso
sempre mettermi una bandana!»
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Sebastian
non aveva ancora capito che in quella casa lui faceva
parte di una minoranza e non aveva molta voce in capitolo per alcune
questioni,
di fatto mentre Emily e Andrew correvano in direzione della spiaggia
con i loro
secchielli nelle mani lui li seguiva affiancato ad un Blaine molto
sorridente
con i suoi occhiali da sole preferiti e quel nuovo costume che il
marito odiava
uguale a quello che indossavano i loro figli, ma non era questo quello
che lo
faceva sbuffare ogni due minuti, no, ma quell’odiosa bandana
con la stessa
fantasia che aveva sulla testa.
«Non
riesco ancora a capire dove l’hai trovata!»
«Sapevo
che avresti reagito così perciò prima di partire
sono
andato in quel negozio di costumi e ho chiesto alla commessa se avevano
delle
bandane e quando l’ho vista mi sono immaginato la tua faccia
e l’ho comprata.
Era perfetta – disse Blaine tutto felice – tu sei
perfetto.»
«L’adulazione
non ti salverà. Sappilo.»
«Dai
che è solo un giorno! Giuro che gli altri costumi sono
meravigliosi e l’ho scelti con i nostri figli. Niente
aragoste o qualcosa di
uguale per tutti.»
I due
avevano programmato di passare un’intera giornata al mare,
sempre se non fosse stato troppo caldo per i figli, perciò
Sebastian portava
sulle spalle un grosso ombrellone e Blaine la valigetta termica con le
bevande
e i cibi. Lasciarono scegliere il posto perfetto ai gemellini mentre
loro due
si guardavano intorno, Blaine diede una gomitata a Sebastian e gli
indicò un
punto dove si trovava il bagnino.
«Guarda.»
«Cosa
dovrei guardare?»
«Quel
figo di bagnino col ciuffo perfetto.»
«Tu
stai diventando pazzo, amore.»
«Cos’è
figo, papa?»
«Emily
le principesse non dicono certe cose, infatti definisco una
persona bella, come il tuo daddy.»
Il piccolo
Andrew si stava spazientendo perché non capiva come
facessero a parlare di cose che loro non potevano dire quando avevano a
pochi
passi il mare.
«ANDIAMO
A TOCCARE L’OCEANO? Vi pregoooo!»
«Blaine
vai tu, io sistemo qui.»
«Sicuro?»
Come
Sebastian annuì i piccoli della casa incominciarono a
correre,
era dal giorno prima che non vedevano l’ora di andare a
bagnare i loro piedini
in quelle acque che sembravano immense, non stavano più
nella pelle, ma quando
arrivarono nelle vicinanze nel grande mare si bloccarono.
«Che
succede?»
«Papa
è così. . .»
«.
. .bello!»
Continuò
Emily al posto di Andrew perché era rimasto senza parole
ora che lo avevano sotto ai loro nasini, ma questa piacevole sensazione
venne
rimpiazzata dalla curiosità di sentire l’acqua e
mano nella mano si
avvicinarono cauti al mare. Il primo che entrò Andrew che
come sentì l’acqua
fredda si girò verso di Blaine con la faccina tutta tesa per
via del freddo, ma
con gli occhi che brillavano come poche volte, il loro papà
si mise a sedere
sul bagnasciuga, né troppo lontano e né troppo
vicino per dargli modo di
giocare liberamente però avere
l’opportunità di intervenire subito in fase di
pericolo. Poco dopo li raggiunse pure Sebastian che andò ad
abbracciare da
dietro Blaine per poi mettere la testa sulla sua spalla per vedere quei
due
piccoli che si stavano lanciando l’acqua.
«Ancora
alla ricerca del bagnino, Blaine?»
«Cosa
me ne faccio di un bagnino qualsiasi quando ho te?»
Sebastian
gli sorrise per poi continuare a guardare i loro figli
che si guardavo curiosi tutti intorno, guardando il fondale alla
ricerca di
conchiglie. Dopo un po’ ritornarono dai loro genitori tutti
felici.
«Papa!
Papa! C’era un pesce!»
«Si!
Abbiamo visto un pesce, come quelli al lago! – poi
aprì le
braccia – era grande tipo così!»
«Un
pesce?»
Disse tutto
stupito Blaine come se fosse una cosa assurda trovare
dei pesci sul mare, che sicuramente sarà stato quei pescetti
piccoli, ma per
enfatizzare il tutto il piccolo Andrew diede la sua visione personale
dell’accaduto.
«Adesso
ritorniamo all’ombrellone, ci dobbiamo mettere la cremina e
poi siete tutti bagnati.»
«Ma
daddddyyyy!»
«Daddy
ha ragione bambini, andiamo.»
Quando si
alzarono Sebastian notò una conchiglia particolare che
scintillava sul fondo basso del mare e la raccolse, poi si
avviò con loro vero
l’ombrellone. Pensavano che riuscire a farli stare fermi per
dar modo alla
crema di asciugarsi si potesse rivelare una missione impossibile visto
che
erano super agitati ma l’idea che ebbe Sebastian rese tutto
ciò molto semplice
perché tirò fuori quella grande conchiglia che
aveva raccolto prima.
«Sapete
cos’è questa?»
«Una
conchiglia!»
Disse subito
Andrew.
«Una
conchiglia, bene, ma non è tutto! Tu sai perché
Emily? Andrew?»
Alzarono le
spalle entrambi, poi si rivolse a Blaine che aveva
capito dove volesse andare a finire e si avvicinò sempre di
più ai loro figli
da far sembrare ciò che gli doveva dire un segreto.
«Quella
è una conchiglia magica!»
«Magica?»
Chiesero in
coro Emily e Andrew.
«SI!
Sapete perché?»
«È
una passaporta?»
Blaine rise.
«No
tesoro, mi dispiace.»
«Peccato.
. .»
«Questa
conchiglia è speciale perché. . . –
Sebastian fece una
pausa per aumentare la loro curiosità – ha la
forza del mare dentro di se!»
«Forza
del mare?!»
Dissero i
bambini tutti in coro.
«Oh
si! – rispose Blaine – vedete tutte quelle onde?
Prendono la
forza dalle conchiglie! Oppure vedete che il mare fa avanti e
indietro?»
«Lo
fanno tutte queste conchiglie!»
«Daddy
non può essere!»
«No
Emily? Vuoi vedere che non mi sbaglio?»
«Come?»
«Porta
la conchiglia vicino all’orecchio e sentirai tu stessa la
forza che c’è dentro alle conchiglie.»
La piccolina
fece come gli aveva detto il padre e appena sentì il
rumore del mare lanciò un piccolo urlo e in quel momento
Andrew tese le sue
manine verso di lei per poter sentire pure lui, ma non gli dava retta
perciò si
avvicinò verso di lei e divisero la conchiglia.
«Daddy
chi ce l’ha messa tutta la forza del mare
là dentro?»
«Le
sirene!»
«Ariel?»
«Anche!»
«OHHHHHH!»
«Possiamo
tenerla? Tipregotipregotiprego daddy!»
«Tu
che dici Blaine?»
«Papa!
Ti preeegoooooooo!»
«Va
bene, Emily, ma non ditelo a nessuno.»
Emily e
Andrew si guardarono e fecero finta di avere una cerniera
invisibile sulla bocca e la chiusero più volte facendo
ridere i genitori quando
mimarono un “va bene così” e Sebastian
disse di no e allora loro fecero tante
facce buffe mentre chiudevano con mille lucchetti invisibile le labbra.
«Perfetti.»
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I bambini
non volevano andarsene più da quella spiaggia bianca che
gli aveva rapito il cuore ma verso le quattro videro che erano molto
stanchi
perciò a malincuore li fecero incamminare verso la macchina
e come posarono la
testolina sul sedile della macchina già erano partiti per il
mondo dei sogni. I
loro genitori li guardavano dallo specchietto retrovisore con un
sorriso tenero
sulle labbra, alcune volte faticavano a credere a tutto ciò
che ora faceva
parte delle loro vite, pensavano che questo faceva parte di un sogno
dal quale
non si volevano svegliare sapendo ciò che avevano passato.
Molto spesso Blaine
si gira per poterli guardare e vedere se stavano scomodi, ma li vedeva
felici
quindi si rigirava e si perdeva in quelle strade californiane. Aveva
deciso di
vedere tutte le coste che formavano St. Geoge Island e questa distava
molto da
casa loro.
«Ma
guardali come dormono.»
«Ne
hanno spese tante oggi. Abbiamo fatto i castelli di sabbia,
abbiamo fatto il bagno, abbiamo cercato le conchiglie, i pesci, poi
loro hanno
fatto avanti e dietro mille volte per prendere l’acqua per i
loro castelli, poi
abbiamo rifatto il bagno. Anch’io sono stanco.»
Disse
ridendo Blaine appoggiando pure lui la testa sul sedile per
poi girarla dal lato di Sebastian per guadargli il profilo, i suoi
occhi erano
fissi sulla strada.
«Se
vuoi dormire pure tu un po’ fai pure, ci vorranno ancora un
ventina di minuti.»
«Non
mi tentare, Smythe.»
«Non
ti preoccupare, se ti addormenti ti farò trovare dentro al
tuo
lettino al tuo risveglio.»
«Scemo.
»
«Ok,
allora ti distraggo con la mia voce. È stata una belle
giornata, eh?»
«Perfetta.
Domani sarà un’altrettanto perfetta giornata per
una
perfetta prima vacanza.»
«Da
tutti questi perfetti non ho capito come è stata la
giornata.
Puoi ripetere?»
«Scemo.»
Ridisse
Blaine colpendolo sul braccio facendo ridere il marito.
«Siamo
finalmente arrivati. Ci pensi tu a Andrew o io?»
«Io,
l’altra volta l’hai portato tu.»
Scesero
fuori dalla macchina e fecero molta attenzione a fare poco
rumore, poi presero i bambini in braccio proteggendogli la testa con la
mano
per non farli sbattere. Andrew come sentì le braccia di
Blaine avvolgerlo si
aggrappò al suo collo e gli fece solletico al collo con i
ricci che erano
ancora un po’ bagnati, mentre cercava la posizione giusta
Andrew diceva poche
parole ancora impiastrate dal sogno che stava vivendo. Blaine
riuscì solo a
capire che era tanto stanco ma che amava il mare e che secondo lui era
divertente la tavola che sta sulle onde. Emily dal canto suo teneva
stretta a
sé la sua conchiglia. Li misero nei loro lettini e mentre
Blaine si sedeva sul
dondolo protetto dal piccolo patio della casa bianca, Sebastian lo
raggiunse
subito con due bicchieri pieni di vino.
«Grazie,
lo adoro.»
«Lo
sapevo.»
Brindarono a
questa giornata spettacolare e alla loro famiglia, poi
insieme si misero ad aspettare il tramonto in silenzio, Blaine si
appoggiò a
lui e Sebastian passò il suo braccio intorno al suo collo
per abbracciarlo. Ma
dopo un po’ fu il più alto a interrompere il
silenzio.
«Che
ne dici di mollare tutto e vivere qui?»
«Sarebbe
meraviglioso, ma abbiamo un lavoro, Bas. Non possiamo
abbandonarli.»
«Ho
sempre sognato di avere un posto del genere, amo questo
silenzio.»
«C’è
silenzio solo perché quei due dormono.»
«Hai
ragione.»
«Come
sempre.»
«Papa,
daddy dove siete?»
Blaine si
alzò subito e si affacciò dentro alla casa per
vedere
dove stavano e in quel momento i due scesero le scale che portavano al
piano
delle camere e andarono verso di lui con gli occhietti ancora stanchi.
Blaine
gli sorrise per tranquillizzarli e gli tese la mano, come per dirgli
“stiamo
sempre qui per voi, non dimenticatelo”. Andarono insieme da
Sebastian che li
aspettava e si sedettero in mezzo a loro con la testina di Emily
appoggiata
sulla gamba di Blaine, mentre Andrew era appoggiato al petto di
Sebastian.
Stretti in
quell’abbraccio osservarono quel sole che viene
abbracciato dall’oceano per un’altra volta ancora,
stettero in silenzio perché
si sa’ le avventure stancano molto e in alcuni casi le parole
sono inutili.
Beth’s
Corner
Buona
seblaine Sunday a tutti! Spero che vi sia piaciuta e spero
anche che non vi dispiaccia il fatto che ho deciso di trasformare
quella che
era una sola one shot finita per domenica scorsa in questa raccolta che
andrà
avanti per tutte le domeniche, ho cambiato sia il titolo della storia,
la
descrizione e il titolo del primo capitolo. Il prompt per questa
domenica a
tema era: “guarda che figo quel bagnino”; potevamo
girarcela come volevamo e io
l’ho usata come scusa per questa os visto che volevo portare
al mare la
famiglia Anderson-Smythe!
Perché
ho scritto una cosa dove Sebastian si era tagliato i
capelli? Semplice ho visto una fanart, ho visto più fanart,
e poi. . . GRANT
TESORO MIO MA CHE TI DICE LA TESTOLINA? EH? *pianto disperato* Emily
è stata la
voce del fandom, almeno la mia.
Ok dopo questa parentesi insensata passiamo alle presentazioni!! Visto che avrete a che fare con la famiglia Anderson-Smythe ancora per un bel po’ mi pare giusto che sappiate il visetto dei pargoletti! Questo è Andrew e questa é Emily.
Un grande grazie va alla cara beta che, pur essendo immersa in quel vortice chiamato Teen Wolf, trova il tempo per questa famiglia e fa betaggi ad orari assurdi. Quindi grazie, mille volte grazie. Grazie anche a chi ha letto ed è arrivato qui fin.
Spero che vi
sia piaciuta, a dopo con la storia della sfida!
Love always,
Beth_