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Autore: Aqua24    30/06/2013    1 recensioni
NB: Storia ferma e incompleta.
Lei mi guardò con una nota di rimprovero negli occhi: "Sei una stupida."
Sorrisi.
"E tu sei bellissima."
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Noemi.

4.

Non avevo mai visto né sentito i miei litigare.
Erano sempre stati il simbolo di coppia ideale per me.
Qualcosa che mi sussurrava: "Credici che l'amore esiste".
Infatti non me l'aspettavo.
Il rumore che sentii quella mattina mi fece congelare il sangue nelle vene.

Mi svegliai al tintinnare di cocci caduti.
Quando poi andai a controllare, non vidi altro che la porta principale chiudersi e mia madre svanire in camera da letto.
Ecco, ora: fondamentalmente la prima frase non è del tutto falsa.
I miei genitori non hanno mai litigato gridandosi brutte parole, né hanno mai nascosto il loro affetto dai miei occhi.
Quindi fu tutto molto strano.

Il piatto stava in frantumi sul pavimento.

La vigilia di Natale ormai era alle porte, e la mia famiglia si stava sgretolando sotto i miei occhi.
Come quel dannatissimo piatto.
Ancora mi chiedevo: "E' colpa mia?" e nessuno rispondeva.

Ripulii accuratamente il pavimento di tutti i pezzi taglienti e non, poi raggiunsi la stanza di mia madre.
Mi accostai alla porta, aprendola piano piano.
La stanza era buia e silenziosa.
Sentii mia madre muoversi sul letto, tirando su col naso.

Avrei voluto chiederle se papà la stesse lasciando.
Avrei voluto chiederle se fosse stata colpa mia.
Avrei voluto chiederle tante cose, se quell'anno il natale lo avremmo passato dalla nonna, o con gli zii, oppure non ci sarebbe stato nessun festeggiamento.

Silenziosa richiusi la porta e andai nella mia stanza.

Non avevo la forza di fare nulla, nemmeno di piangere.
Spensi il cellulare e guardai il soffitto per delle ore.
Chissà se si sistemerà tutto, mi dicevo, o se si separeranno.
Chissà se si siano stufati l'uno dell'altra.
Mamma sicuramente no.
Mamma lo amava ancora, papà. Perché se non l'avesse amato ancora non avrebbe pianto.

Mi ritrovai a chiedermi perché.
Perché dovevano separarsi?
Erano una coppia così bella.
Allora decisi di parlarne, e la sera stessa li riunii in salone.

Mamma aveva il viso stanco, segnato dalle rughe, gli occhi rossi e ancora umidi, i capelli neri e scompigliati.
Papà era una lastra di ghiaccio, con le sue guance piene e pallide, nascoste da una leggera barbetta, le labbra piccole con gli angoli all'ingiù, gli occhi verde scuro che scappavano dai miei, senza ombra di sentimenti.

"Volete separarvi?"

Domandai.
Subito quelle parole parvero tagliare in due lo stomaco di mia madre, che si contorse sul divano e chiuse gli occhi, sospirando.
Papà rimase impassibile.
E allora ancora.

"Volete separarvi?"

Con più decisione, più carattere e più voce.
Esisto, gridai dentro me stessa, esisto che vi piaccia o no.
Mia madre scosse la testa e richiuse il viso nelle mani.

"Nonna sta morendo."

Annunciò papà, e il tono di voce tradì la sua espressione distante. Era ad un passo dalle lacrime, e forse lo ero anch'io.

"E comunque non lo sappiamo, ancora."

Aggiunse, in risposta alla domanda precedente.
Mamma se ne andò, così anche papà.
Si alzarono silenziosi come due fantasmi e scomparvero in qualche angolo della casa.
Non li seguii con lo sguardo, mi rannicchiai sulla poltrona e guardai un punto lontano.
Mentre tutto mi cadeva davanti.

Nonna moriva, in quell'istante, e un po' morivo anch'io, insieme all'amore dei miei.
I fiori accanto alla tv appassirono, e la luce del sole si spense all'orizzonte.
Allora muore tutto, no?
Muore tutto.

E Marilisa?
Morirà anche lei?
Non intendo di vecchiaia.
Morirà il nostro affetto?

E Lorenzo?
Lorenzo per me era già morto da tempo.

E Mila?
La gattina, che ora si strofinava contro i miei piedi, lascerà morire il legame che abbiamo stretto in cinque anni?

Qualcosa mi si strinse forte nel petto, e mi costrinse a singhiozzare.
Ancora, e ancora, e ancora.

Se muore tutto, che vivi a fare?

Quando andai a dormire, decisi di non parlarne con nessuno.
Neanche Marilisa avrebbe saputo che tutto muore, e che la mia famiglia fosse ad un passo dal baratro.
Decisi in qualche modo di sotterrare il dolore per quando ero con lei.

Ma in qualche modo il dolore riemerge.
Sempre. Sempre.
In qualsiasi modo.
Sotto qualsiasi forma.

Con me riemerse in maniera molto strana.
Mi riemerse addosso.
Che maniera stupida di riemergere.
A poco a poco.
Uno in più ogni sera.

Se qualcuno mi avesse chiesto "Perché?" non avrei saputo rispondere.
Non c'era un perché, era un modo per il mio dolore di non lasciarmi mai.

Forse esageravo.
Ma finché lo nascondevo, e lasciavo che facesse male solo a me, non importava.
Finché passavo le giornate con un grande e falso sorriso, non importava.
Finché sentivo ancora il calore negli abbracci di Mari, non importava.

Non importava finché qualcuno non mi avesse chiesto di mostrare le braccia.
  
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