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Autore: Maia Scott    30/06/2013    1 recensioni
Robyn è disposta a tutto per realizzare il suo sogno, anzi, i suoi sogni. Lei vuole diventare qualcuno, ma soprattutto vuole ritrovare una parte del suo passato.
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dal capitolo 8:
"Lui, il mio migliore amico, mio fratello, il ragazzo che sa tutta la mia vita. Adesso è qui, sta scendendo dalla platea, il pubblico urla, le ragazzine stanno impazzendo e posso capirle… è come se provassi la loro sensazione, avere una delle persone per cui si è davvero pronti a fare tutto, una di quelle persone che si impossessano della tua vita e la migliorano, provo le loro sensazioni, ma moltiplicate per cento, mille e anche di più."
Avevo iniziato questa ff sulla mia pagina facebook, ma ho pensato di pubblicarla qui.
Spero vi piaccia :)
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 La festa va avanti fino a tardi e ci divertiamo tantissimo.
Quando tutti vanno via verso le tre, mettiamo tutto in ordine e ognuno va nella stanza a sistemare tutto, domani ognuno di noi tornerà a casa per quattro giorni, prima della finale.
 
La mattina vengo svegliata da uno strano odore di bruciato, sicuramente è un altro tentativo di Chris e Lily che come ogni giorno si cimentano nella preparazione di qualcosa di commestibile.
Dopo essermi preparata scendo e la mia ipotesi trova conferma, hanno provato a preparare dei pancakes ma i risultati sono ancora una volta scarsi.
 Come un’apparizione, spuntano dalla porta Jake e Dave con dei sacchetti di Starbucks, questo significa che potremo fare una colazione decente.
Dalle scale scende una Alexys assonnata, con il borsone abbandonato pigramente sulla spalla e un codino e una spazzola nella mano. Appena vede i sacchetti lascia cadere la borsa e poggia tutto ciò che aveva in mano sul tavolo, poi va ad aprirli come una bambina impaziente la notte di Natale mentre apre i suoi regali.
Quando riusciamo a riunirci tutti intorno al tavolo sono già le nove e abbiamo pochissimo tempo per prepararci. Nonostante l’orologio appeso al muro continua a scandire i secondi che mancano alla nostra separazione, facciamo colazione allegramente.
Parliamo dei programmi che ognuno di noi ha fatto per questi giorni, per esempio io ho intenzione di passare almeno una giornata intera con i miei amici di Brighton e, perché no, di ritrovare i miei compagni del liceo.
Quando finiamo la colazione, chiudiamo le nostre stanze e ci ritroviamo nel grande salotto della casa ad aspettare che arrivino le auto.
Per soffocare la noia dell’attesa mista alla curiosità di vedere come è cambiata la mia città, accendo la tv e su un canale trovo un servizio su di noi.
 
All’improvviso Chris smette di gridare, Dave lascia il cellulare, Lily chiude il libro e Lexy e Jake abbandonano la loro interessante conversazione su armi, arti marziali e altri argomenti di questo genere.
Con una strana attenzione, accompagnata da una buona dose di orgoglio e soddisfazione ascoltiamo la giornalista parlare di ognuno di noi, la maggior parte di cose che dice sono inventate e terribilmente ridicole ma non sono niente di che, poi passano alle foto che ci hanno scattato i paparazzi e alcune provocano una sonora risata da parte di tutti noi, in poche parole hanno saputo cogliere i momenti più buffi e imbarazzanti di tutta la nostra permanenza a Londra.
Poi decidono di cambiare oggetto di discussione, passando a cose ancora più strambe, tipo i nostri colori preferiti o animali domestici.
 
Alle undici in punto il campanello ci avvisa che le auto che ci riaccompagneranno a casa sono fuori ad aspettarci e, finlmente, Dave va ad aprire.
Le sei auto nere sono parcheggiate davanti al cancello e i sei uomini ci aspettano sorridenti e pronti a riportarci nelle nostre città e dalle nostre famiglie.
Ci scambiamo uno sguardo complice, come per prometterci di non sparire e di chiamare.
 Ognuno posa il suo borsone nel bagagliaio dell’auto assegnatagli e poi arrivano i saluti.
J-Bene ragazzi, ci vediamo tra quattro giorni…
C-Eh già, rispondete ai messaggi, mi raccomando!
Quasi contemporaneamente entriamo nelle auto e subito estraggo dalla mia borsa nera il mio mp3. Indosso le mie cuffie giganti prima di scegliere una playlist a caso e far partire la musica.
L’auto comincia a muoversi, insieme a quella delle altre, mentre le prime note di Paparazzi di Lady GaGa si fanno strada nelle mie orecchie.
Vorrei salutare gli altri ma mi rendo conto che i finestrini dell’auto sono oscurati, quindi tiro fuori un libro e comincio a leggere.
 La lettura viene interrotta dal mio cellulare che nella tasca dei jeans comincia a vibrare. Lo pendo e noto un messaggio da Zayn, mi chiede se sono arrivata e solo allora alzo gli occhi sulla strada, per poi accorgermi di essere ormai alle porte di Brighton.
 Sorrido contenta, in fondo mi è mancata la mia città, così come i miei amici, la mia famiglia e le nostre gite a Londra.
 
Così, all’improvviso, comincio a ripensare a quel giorno, a quando i miei amici mi fecero fare una figuraccia gridando per tutta Londra cercando di convincermi a fare quel provino.
Quante cose sono cambiate!
 Proprio mentre rispondo a quel genio del mio migliore amico, l’auto imbocca l’ultimo isolato che mi separa dalla schiera di villette dove si trova la mia.
Arriviamo dopo pochi istanti e prima ancora di poter uscire dall’auto vedo la mia famiglia al completo seduta nel giardino, come se non fossimo a dicembre e non facesse freddo.
Indosso la mia giacca di pelle nera e sistemo la borsa su una spalla, scendo e l’autista mi porge il borsone. Lo ringrazio e lui non perde l’occasione per ricordarmi che lunedì alle nove sarà qui e per augurarmi un buon fine settimana. 
Attraverso la strada che mi separa dal cancello bianco e suono il campanello.
Subito si apre e mi rivela il solito giardino, ma a differenza dell’ultima volta che sono uscita da qui, l’erba è stata tagliata e adesso di fronte a me si estende un perfetto prato inglese che comincia a sentire i primi effetti dell’inverno.
 
Da dietro il cancello spunta la figura di mio padre, con il suo solito sorriso, mi lancio nelle sue braccia e solo adesso mi accorgo di quanto davvero abbia sofferto la lontananza.
Appena mi libero dalla sua stretta, faccio la stessa cosa con mia madre, che nel frattempo è arrivata sull’uscio curiosa.
Poi mi ritrovo davanti Nate, quel figo del mio fratellone ventunenne.
Lui è alto, con i capelli castani e gli occhi azzurri oceano di mia madre, a differenza dei miei color nocciola scuro.
 Adesso che lo guardo bene, è davvero cambiato. Si notano gli effetti della palestra sotto la sua t-shirt bianca accompaganta da una giacca identica alla mia e da un paio di jeans completamente strappati che cadono sui suoi anfibi neri.
Da certi punti di vista siamo molto simili, stessi gusti, stesso carattere vivace ma, purtroppo per me, non sono affatto alta.
Gli do una pacca affettuosa sulla spalla e lui se ne esce con lo sguardo da cucciolo bastonato a cui non resisto.
Alla fine gli salto letteralmente addosso.
N-Sembra strano ma mi sei mancata…superstar…- mi dice nell’orecchio, come conferma del suo stupido orgoglio che non gli farebbe mai e poi mai dire ad alta voce che mi vuole bene.
Scoppio in una fragorosa risata e subito lui mi segue.
R- Anche tu mi sei mancato…idiota…- riesco a dire tra una risata e l’altra.
 Mi guarda e mette il broncio, ma io mi allontano e riprendo il borsone dal prato dove l’avevo lanciato.
 
Si apre la porta di casa e da lì vedo uscire una figura a cui sono ormai abituata ma che comunque non mi aspettavo di trovare qui.
Ma non è lui quello che suscita in me stupore e gioia, quanto la persona che arriva subito dopo di lui e poi anche il resto della famiglia, due ragazze più piccole e una giovane coppia.
T- Robyn!! Congratulazioni, tu e la tua amica siete state fantastiche!!
R- Grazie mille, Trisha. Come mai siete qui?
D- Siamo venuti a salutarti. Zayn ci ha detto che saresti arrivata oggi.
Lancio uno sguardo al mio migliore amico che sorride compiaciuto dietro di me, ricambio il sorriso e ringrazio tutti.
Dopo aver salutato ognuno di loro con un abbraccio, ci ritroviamo nel grande salotto a raccontarci le nostre esperienze.
Da circa mezz’ora Doynia mi sta raccontando le avventure di suo fratello a scuola una volta tornati a Bradford, il quale non partecipa alle risate e ci sta pregando di smetterla.
Ad un certo punto si intromette nella conversazione tra me e le sue sorelle, dicendomi:
Z- Ro, - odio questo soprannome – stasera esci con me ed i ragazzi?
R- Sono qui anche loro? – chiedo sbalordita.
Non pensavo che avrebbero lasciato tutto e sarebbero venuti qui per trascorrere il fine settimana con noi.
Z- Si, sono nell’albergo ad un isolato da qui.
Alla fine acconsento e lui, esultando come un bambino, manda loro un messaggio e organizzano la serata in pizzeria.
Dopo il pranzo noi ragazzi trascorriamo il pomeriggio nella parte posteriore del giardino intrattenendoci con giochi da tavolo e chiacchierando tranquillamente.
 
Alle otto vado a prepararmi per la serata, considerato che le due sorelle piccole di Zayn tornano in albergo con i genitori, Doynia esce con Nate e i suoi amici, sarò l’unica ragazza, non che mi dia fastidio, mi diverto con tutti loro.
Entro nella doccia e faccio scorrere l’acqua calda lentamente sul mio corpo, quando ho finito mi avvolgo in un asciugamano e mi chiudo nella mia adorata stanza.
Apro l’armadio e ne estraggo una felpa nera e un paio di jeans pieni di strappi e toppe, li indosso e asciugo i capelli, scelgo le mie Converse nere e metto un filo di matita. Poi passo al profumo, il mio preferito, pesca.
Prendo la borsa e la giacca e scendo in salotto.
Circa una mezz’ora dopo arriva Louis a bordo di una Range Rover e, una volta salutati tutti, mi incammino lungo il vialetto e salgo sorridente nell’auto al posto del passeggero.
L- Hola Ro!
R- Hola Lou!!
Mette in moto l’auto e ci avviamo verso la pizzeria chiacchierando e ridendo come bambini.
 
Davanti all’ingresso ci aspettano tutti, tranne Harry, sarà in ritardo come suo solito.
Quando scendiamo abbraccio Niall e Liam con un sorriso, poi guardo Zayn e gli chiedo:
R- Harry dov’è?
L- Oh, lui non è venuto.. – interviene Louis con fare ovvio.
Z- Harry è andato a Manchester…
R- Manchester? – non capisco perché lui si trova lì.
L- Non lo sai? – continua Liam facendomi sentire l’unica che non è al corrente di qualcosa di dominio pubblico.
N- Harry è andato a Manchester da Alexys. – aggiunge Niall come se si fosse appena liberato da un peso.
 


HOLAAAAA!

Alor, se non mi sbaglio, questo è l'ultimo capitolo che avevo già pubblicato,
dal prossimo sono tutti nuovi e dovrò scriverli.
Parlando di questo, vi piace?
Vi anticipo solo che è in arrivo un'altra sfuriata di Lexy.
Sinceramente, è una parte difficile da scrivere, ma sopravviverò.
Mi scuso per qualunque errore, il mio pc mi sta abbandonando.
Evaporo (?)
bye gente, fatemi sapere che ne pensate.
  
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