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Autore: xnothingbutclaire    30/06/2013    11 recensioni
Ho sempre sperato che non mi lasciassi mai andare via, ma una persona come me non merita una come te.
Ti amo, Harry Edward Styles, vorrei solo che lo sapessi.
-Margareth.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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i will never let you go
I will never let you go.


Flashback
La vidi scorrazzare verso di me, mentre giocavo con i miei lego sul marciapiede del parco.
Inciampò su una mia macchinina e cadde per terra.
Si mise subito a piangere, i suoi occhi marroni erano ancora più espressivi mentre le lacrime rigavano il suo viso un po’ paffuto ma adorabile.
Mi faceva davvero tanta tenerezza.
-Non piangere piccola, così fai piangere anche me.
La bambina mi guardò e si asciugò le lacrime, ma continuò a tenere il muso.
-Dai sorridi, ti va se andiamo a prendere il gelato? Io adoro la crema. Vieni con me, su.- dissi, porgendogli una mano.
Lei la strinse e sorrise timidamente.
-Io sono Harry. E tu?
-Margareth.- sussurrò.

Flashback
-Harry!- gridò.- Non voglio cadere!
-Smettila di piagnucolare, Meg.- le dissi con un leggero tono di rimprovero.- Pedala e lasciati andare!
-Ma io… Harry!- la sentii urlare come una matta.- Ci sto riuscendo, ci sto riuscendo!
Vidi il suo sorriso sul suo volto, non so perché, ma sorrisi anch’io.
Notai una buca sul suo percorso e cominciai a correre verso di lei, riuscii a prenderla prima che la bicicletta si schiantasse contro una macchina.
-Ah!
-Stai tranquilla, ti ho presa! Stai più attenta!
-Sì, va bene. Ma hai visto?! Ce l’ho fatta! Grazie Harry!- mi scoccò un bacio sulla guancia.
In quel momento ero il bambino più felice del mondo.


E' strano ricordare quei bei momenti adesso.
Molti flashback invadono la mia mente, facendomi sentire meno solo. Mi manca da morire.
Era la mia migliore amica, ci conoscevamo da tantissimo tempo.
Mi ricordo quando eravamo piccoli, la accompagnavo sempre al parco e giocavamo insieme.
Era davvero magico il nostro legame.
Lei non era una chiacchierona, e per quanto io cercavo di farla “cambiare”, lei restava sempre Margareth, quella ragazza tranquilla e gentile, ma con uno spirito intelligente e brillante.
A volte sembrava quasi che il più giovane ero io, mi sorprendeva sempre con le sue parole.
Sembrava una normale ragazza, ma quello che aveva dentro è sempre stato un mistero per me, ma anche per tutti gli altri.
Davvero uno stupendo mistero.

Flashback
-Non sei una gran chiacchierona, eh.- scherzai, strappando qualche filo d’erba dal prato dove eravamo seduti quel pomeriggio.
-Il mio carattere è questo… Non penso cambierò molto.- sorrise, abbassando lo sguardo.
-Perché? Sei una bella ragazza, se ti facessi un po’ più avanti con i ragazzi…
-Se mi facessi più avanti con i ragazzi diventerei un’oca.- ribatté, ancor prima che potessi finire la frase.
Risi.
-E perché?
-Perché il tuo “farsi avanti” è andare davanti a uno di voi, rinchiudersi in un armadio e scopare come assatanati.
-Ehi, piccola Meg, da dove escono queste parole?- dissi ridendo.
-Dalla mia bocca.- sorrise compiaciuta.
Fissai le sue labbra carnose per un po’, fino a perdere lo sguardo nel vuoto, immerso nei miei pensieri sulla mia migliore amica.
-Harry, ci sei?- mi passò una mano davanti al viso.
-Ehm… Sì. Stavo pensando.
-A cosa?
A quanto sei bella, cavolo. A quanto vorrei baciarti.
-Deve essere fortunato il tuo fidanzato.- sussurrai.

Non sapevo cosa mi sta succedendo.
Mi ero innamorato di lei, di tutto quello che faceva, dei suoi capelli profumati, dei suoi occhi color nocciola, che ogni volta che li guardavo mi portavano in un altro mondo.
Mi sentivo bene quando ero con lei.
Era come un anti-stress, quando aveva qualcosa da dire lei mi ascoltava, senza prendermi in giro o arrabbiarsi per quello che a volte usciva dalla mia bocca, quando ero con lei sapevo che non mi avrebbe mai deriso.
Era un angelo con l’apparecchio e il ciuffo davanti agli occhi.
La mia domanda però era sempre una, quella che mi torturava ogni notte: le piacevo? Era innamorata di me?
Lei era timida, aveva paura a rapportarsi con i ragazzi, ogni sguardo le faceva abbassare il volto.
Certo, non era la sensualità in persona, ma era questo che mi attraeva.
Era  impacciata, maldestra, scorbutica… Ma mi piaceva.
Stranamente era la prima volta che, nel mio cuore, sentivo che nessuna ragazza poteva competere con lei.
Glielo volevo dire, ma non ce la faceva. Avevo… Paura.
Paura di non essere ricambiato e quindi di distruggere il nostro legame.
Per la prima volta avevo paura del giudizio di una ragazza.

“Le persone che non piangono, hanno un mare di lacrime dentro”.

Avevo letto quella frase in un libro, durante un pomeriggio, mi venne in mente lei.
In effetti non l’avevo mai vista piangere prima d’ora.
Veniva presa in giro a scuola, dalle sue compagne di classe e lei ci stava male, tanto male, ma cercava sempre di non piangere.
Non capivo perché la prendevano in giro, lei era sempre così gentile, disponibile.
Non disturbava la gente, se ne stava ad ascoltare, parlava cordialmente, sorridendo, e non mostrava alcun tipo di arroganza.
Da quello che mi raccontava cioè abbastanza poco  le dicevano che era troppo alta, che si muoveva come un cane impazzito e che era una secchiona, sempre sui libri.
Dicevano che era brutta, era una cessa, le mandavano bigliettini con scritte cose orribili sul suo conto, solo perché pensava diversamente, e il suo unico interesse non era il sesso.
Le dicevo sempre che lei era fantastica, che tutto quello che le urlavano erano bugie, lei non era diversa, lei era migliore di loro.
Non mi credeva.
Vedevo quando tornava a casa da scuola triste, lo sguardo basso e le cuffiette nelle orecchie.
Quando la vedevo giù di morale cercavo sempre di farla ridere, ma a volte nemmeno il solletico o le mie battute riuscivano a rallegrarla.
E questo mi faceva stare male.

Flashback
Eravamo seduti su una panchina, la nostra panchina.
Ci sedevamo lì quasi sempre, ogni sera, alle 9, per parlare della nostra giornata a scuola, per scherzare, per vederci.
Di solito guardavamo insieme le stelle, aspettavamo di vedere insieme una cometa ed esprimere lo stesso desiderio “restare amici per sempre”.
Anche se, per me, lei sarebbe sempre stata più di un’amica.
-Stavo pensando ad una cosa…- sussurrò Margareth, girandosi i pollici.
-Cosa?
-Pensa se… Beh, noi non ci fossimo mai incontrati. Quel giorno, da piccoli… E’ strano pensarci, lo so, ma prova a immaginarti adesso senza me, senza avermi mai conosciuto.
-Non ci riesco.
-Andiamo Harry, sei un po’ stupido, ma non fino a questo punto!- scherzò Meg.
-Ehi!- risi, fingendomi offeso.
-Dai. Fallo per me.- mi supplicò.
-E va bene.
Strizzai gli occhi per benino, sentendo le risate soffocate di Meg, dovevo essere abbastanza buffo in quello stato.
Mi concentrai.
Una vita senza Margareth. Impossibile.
Per quanto cercassi di immaginarmela, non ci riuscivo, non era un capriccio.
Avevo molta fantasia… Eppure, quando pensavo a una vita senza di lei, vedevo solo nero e niente più.
Un nero che mette paura.
Capii tutto.
-Allora, come immagineresti la tua vita?
-Nera.
-Nera? Harry, sii serio.- mi rimproverò scherzosamente.
-Sì, nero. Non riesco a vedere niente, perché io sarei questo senza te: niente.
Le parole uscirono involontariamente, e mi maledii mentalmente per quello che avevo appena detto.
Non volevo farle capire i miei sentimenti.
-Pff. Non era Jade il tuo tutto?- chiese Margareth con arroganza, quasi come se fosse… Gelosa.
Chi era Jade? La mia ragazza.
Era carina… Baciava bene… Ci ero andato a letto, ma niente più.
Era solo piacere carnale, quello che provavo per Margareth era completamente un’altra storia.
Scossi la testa.
-Lei non è tu. Tu sei Margareth, la persona che mi ha accompagnato fino ad adesso senza lasciarmi mai… Lei è Jade, la ragazza più gallina che esista in questo mondo!- Margareth rise sonoramente, le mie guance si colorarono di rosso.
-Beh... Non è proprio il miglior modo per differenziare me e la tua ragazza ma… Sei stato davvero dolce, nei tuoi modi.
In quel momento, mi abbracciò, cogliendomi di sorpresa.
-Se non ci fossi tu…- sussurrò.

Non bevevo molto, cioè, mi piaceva, ma mi promettevo di non allargarmi troppo, i miei genitori non volevano.
Eppure una sera, quella sera, ero ubriaco fradicio, ero andato a una festa fino a mezzanotte e avevo dato il massimo,  avevo bevuto più di quanto lo avessi fatto nella mia vita.
Mi feci accompagnare da un mio amico il più vicino casa mia, appena sceso dalla vettura, mi appoggiai a una panchina e appoggiai la testa all’indietro.
Non mi sentivo per niente bene, sia fuori che dentro.
Cercai casa mia con lo sguardo, troppo lontana, sarei svenuto.
Guardai intorno e trovai casa di Margareth, dalla finestra potevo intravedere la luce del bagno accesa, si stava facendo la doccia.
Sapevo che la notte le piaceva dormire pulita e profumata, mai con un capello fuori posto, diceva che bisognava essere sempre pronti quando si è a casa.
“Potrebbe venire anche l’amore della tua vita a casa… Immaginati se puzzi come una capra e hai un alito che fa svenire!”
Ricordai le sue parole e sorrisi.
Camminai a tentoni verso il portone e bussai.
Sentii dei passi veloci verso la porta.
-Chi è?
-Harry.
Aprì subito la porta e la vidi. Era ancora tutta bagnata, nel suo accappatoio.
I capelli bagnati le contornavano il viso e i suoi occhi color nocciola erano ancora più meravigliosi.
-Ciao.- disse, abbassando la testa.
-Ciao, scusa se busso a quest’ora ma…
Stavo per spiegarle perché ero lì, quando notai dei tagli sui suoi polsi, tagli profondi, fatti da una lama o un coltello.
Li indicai, lei nascose subito il braccio dietro alla schiena.
-Cosa sono quelli?
-N-n-niente.- balbettò.
-No Margareth, dimmi che non sono quello che penso.
Stette in silenzio.
-Margareth.
Ancora silenzio.
-Margareth!- urlai, più inferocito che mai.
Non capivo… Io ero il suo migliore amico!
Era una cosa importante, e lei non mi ha voluto dire niente.
-Harry…- sussurrò, impaurita.
-Harry niente, noi siamo amici, migliori amici, ti ho raccontato di me, tutto! Questa è una cosa importante e tu… Tu niente!
La sua mascella si tese, le sue pupille erano più grandi del solito.
Vidi le lacrime che solcavano il suo viso, ma nonostante questo, io avevo solo un pensiero in testa: “non le importa di me, non sono parte della sua vita”.
Portai una mano tra i miei capelli ricci.
-Basta. Io me ne vado. Decidi tu quando sarò abbastanza importante per te da sapere quello che fai.- le dissi arrogante.
Mi girai e camminai via, subito chiuse la porta.
Sentii i suoi singhiozzi dentro casa.
Ero arrabbiato con lei, sì, in quel momento non me ne fregava delle sue lacrime.
Non mi diceva dei suoi tagli? Allora non ero poi così importante come diceva.
E se non ero importante per lei, nemmeno lei lo era per me.

La mia testardaggine non fece altro che peggiorare le cose.

Il telefono squillò, erano le 6 del mattino.
Non avevo dormito molto. Capiamoci, ero stato con Jade tutta la notte, avevamo fatto… L’amore, per così dire, anche se quello era sesso.
Non riuscivo ancora a capire perché Margareth mi avesse lasciato così, all’oscuro di tutto.
Quando ho scoperto che si tagliava, quella notte, non ci ho visto più, le ho detto cose orribili che pensavo veramente.
Inoltre, qualche giorno fa, a scuola, l’ho vista abbracciarsi con un ragazzo della sua classe.
Quel fatto mi ha fatto prendere ancora di più le distanze.
Mi sentivo solo… Mi aveva buttato fuori dalla sua vita, spezzandomi il cuore.
Guardai lo screen del telefono: Meg.
Le risposi, anche se l’ultima cosa che volevo era sentirla.
-Ehm… Ciao Harry.- disse.
-Ciao.- risposi freddo.
-Scusa per l’orario, ma poi non avrei avuto tempo per chiamarti, sai, oggi a scuola devo restarci fino alle 4. Mi sembra che tu abbia palestra a quell’ora.
-Si, e allora?! Non si chiama la gente a quest’ora.- alzai il tono di voce, sempre più arrabbiato.- Non mi importa se devi stare fino alle 4… Puoi startene anche per sempre con il tuo bel moretto!
-Chi? Di che stai parlando?
-Adesso non fare la finta tonta però! Finiscila di stare con il piede in due scarpe!
-Ma io…
-Tu niente.
-Harry?- Jade mi chiamò.
-Chi ti ha chiamato?- chiese.
-Jade, okay? Sto con lei ora!
-M-mi fa piacere.- balbettò.
-Con te non voglio più avere a che fare.
-O-okay.
Attaccai.
Poco dopo ricevetti un messaggio vocale, sempre da lei.
“Buongiorno Harry… Scusa se ti ho disturbato, ho rovinato il tuo momento con Jade, ma non ti preoccupare, non ti chiamerò più. E’ che volevo solo dirti…- si fermò, la sua voce ormai era diventata tremolante, come se stesse per piangere. Tirò su con il naso.- Volevo dirti che… Oggi è il mio compleanno, ho organizzato una festa a casa mia. Ho chiamato tutti, non è voluto venire n-nessuno… Ho provato a chiamarti più volte in questi giorni, ma non rispondevi… Volevo informartene prima, così magari organizzavamo una giornata fuori, come l’anno scorso, ricordi? Ma presumo che, dato che non ti sei ricordato nemmeno di farmi gli auguri… Beh, non vuoi venirci nemmeno tu. Non fa niente… Festeggerò da sola. S-scusa ancora se ti ho disturbato, salutami Jade.”
Il respiro mi si bloccò. Oggi era il suo compleanno, me ne ero scordato completamente.
L’avevo trattata così male… Provai a richiamarla.
Uno, due, tre squilli, ma niente. Aveva spento il telefono.
Non voleva sentirmi.
Sono stato un idiota.
 
Margareth era arrabbiata con me, da quando mi ero scordato il suo compleanno non mi parlava più, non mi chiamava più… Mi trattava come se fossi un estraneo.
Sono stato uno stupido… La gelosia mi aveva portato a trattarla così male.
Quando la salutavo si limitava ad abbassare la testa e continuare a camminare, come se non fosse successo niente, come se i tredici anni della nostra amicizia fossero stati inutili.
Così, passarono due mesi e noi non ci parlavamo più.
Davvero mi sentivo uno schifo, senza di lei ero perso completamente.
Senza i suoi sorrisi, i suoi occhi, le sue risate…
Bussai alla porta della casa di Margareth, volevo sentirla. Finalmente avevo raccolto tutto il mio coraggio per fare pace.
Aprirono i suoi genitori, che mi fecero entrare.
-Ehi.- la salutai, aprendo la porta di camera sua.
Era seduta sul suo letto, ascoltando musica, con tanti fazzoletti accanto.
Appena mi vide, si asciugò il viso.
-Ciao.
Stavo per risponderle, quando continuò a parlare, guardandomi con disprezzo, ma anche molta tristezza.
-Cosa ci fai qui? Vuoi ancora puntarmi il dito contro? Vuoi continuare ad insultarmi? Dai, raccontami della tua nottata con Jade…
-Io…
-Tu non hai niente da dire, vero? Perché ormai mi avevi detto già tutto. Sai come ho passato il compleanno? Sono andata a cena da sola, ho scartato i regali da sola, ho mangiato la torta da sola. Ma la cosa più brutta non è che ho fatto queste cose da sola, è che dentro, dentro mi sentivo sola, mi sentivo la persona più orribile che ci possa essere, altrimenti perché le persone non stanno con me e mi offendono?  Speravo che almeno tu venissi, che mi consolassi dicendo che ero fantastica, che mi cantassi buon compleanno, perché ormai eri l’unica persona su cui contavo, l’unica. Ma anche tu mi hai abbandonato.
-Mi hai tenuto all’oscuro di tutti quei tagli… E vedo che hai trovato anche l’amore eh? Come si chiama quel tipo che abbracciavi tempo fa?
-Ma quale amore! Secondo te, una come me potrebbe mai trovare una persona che è innamorata di lei? Quel ragazzo mi ha attaccato dietro alla schiena un bigliettino con su scritto “dammi un pugno” con la scusa di un abbraccio e, beh, alla fine della giornata avevo lividi ovunque.
Dei tagli non ti ho mai detto niente, va bene? Perché era una cosa che non avresti mai capito! Sei sempre stato amato da tutti, nessuno ti prendeva in giro… Poi arrivo io, tu ti ostini a starmi vicino e alla fine diventiamo amici… Ma poi mi hai lasciato sola, 13 anni della nostra amicizia… Pensavo tenessi a me, ma non era vero niente. Tu provavi pena e, appena hai trovato la prima scusa, te ne sei andato. Bravo, Harry, sei stato la persona più subdola e meschina che io abbia mai conosciuto. Ti darei un premio. Oh aspetta! Ce l’hai già.- mostrò le braccia, piene di tagli.- Ecco il tuo premio.
-Io non…- provai a replicare, a dire qualcosa, qualunque cosa, ma la gola mi si era seccata.
Mi sentivo un mostro.
Margareth si passò una mano tra i capelli e fece un profondo respiro, quelle gelide parole che mi aveva detto, forse avevano fatto male anche a lei.
Presi il mio cappotto e mi diressi verso la porta, prima di andarmene rivolsi un ultimo sguardo a lei.
I miei occhi verdi si scontrarono con i suoi, color nocciola.
Non sapevo proprio che fare, dovevo scappare. Forse era meglio così, o forse no, ma era difficile riuscire a tornare come prima in questa situazione.
I suoi occhi chiedevano aiuto, erano pieni di lacrime, ma non riuscivo a fare niente, tranne che scappare.
Mi dispiace Margareth, ma non ci riesco.
Chiusi la porta alle mie spalle, lei sibilò un “ti amo”, che fece piangere anche me, in silenzio.

Una notte uscii di casa per farmi un giro. Erano passati altri tre mesi da quando Meg ed io avevamo litigato.
Feci qualche passo verso casa sua. In quell'istante, la mia mente si riempì dei momenti felici che passammo a casa sua, e sorrisi.
Notai l’ambulanza vicino al vialetto, e dei signori che portavano una barella, mi avvicinai incuriosito.
-Lei è un amico di Margareth, la ragazza che è morta?- rimasi impietrito.
-M-morta?- balbettai, incredulo.
-Sì, da circa due giorni, nessuno se ne era accorto prima. Abbiamo ispezionato la casa e abbiamo trovato delle pillole letali in un sacchetto, ancora aperto. Probabilmente i genitori sono fuori, perché quando li abbiamo chiamati erano ignari a tutto questo. Era un amico?
-Ehm… Sì.
Ero davvero un amico? L’avevo lasciata a se stessa.
Gli amici non ti lasciano mai.

Mi mancava, mi mancava così tanto.
Volevo averla qui vicino, sentire il suo profumo così dolce e farla ridere con le mie battute.
Volevo che quel giorno non avessi litigato con lei.
Volevo tanto averla protetta di più.
Margareth, oh, Margareth.
Scusami tanto, io ti amavo, avevo occhi solo per te, ma ho pensato solo al mio amore e non a come ti sentivi veramente.
Tutti quei tagli, come ho fatto a non notarli?
Ti avevo promesso di curarti come se fossi la mia sorellina, di sostenerti e di non lasciarti mai, di capirti, di farti sfogare sempre e comunque, ma ho perso di vista tutto. E ti ho lasciata sola.
Ero innamorato di te, Margareth.
Tutto quello che è successo… Mi ha solo portato via da te. E, ti giuro, era l’ultima cosa che volevo.

E così passarono altri due anni dalla morte di Margareth, due anni in cui cercavo di dimenticare e innamorarmi di nuovo.
Ma non ci riuscivo, qualcosa mi fermava.
Come ogni mattina, mi alzai presto, ero stanco, tutti i giorni erano diventati grigi.
Volevo soltanto chiederle scusa per tutto e ricominciare, ma non potevo.
Guardai nel cassetto della posta, c’era un pacco. Lessi il bigliettino che era attaccato.
“Questo è il diario di Meg, quel piccolo quadernino che si portava dietro ovunque e che non faceva vedere mai a nessuno, sicuramente lo avrai notato. Dopo averlo trovato, abbiamo deciso di non leggerlo, vogliamo che lo tenga tu e che lo legga soltanto tu, sei la persona in cui Margareth aveva più fiducia. Sappiamo quanto volevi bene a nostra figlia e sono sicura che da lassù lei ci protegga sempre. Grazie di essere stato con lei prima che si suicidasse… Baci, Mr. e Mrs. Brave”
I genitori di Margareth mi avevano spedito il suo diario segreto, quello che tante volte avevo cercato di leggere, ma che lei mi aveva sempre nascosto.
Mi aveva promesso che quando sarei stato maggiorenne, mi avrebbe dato il consenso di leggerlo, e adesso sono qui, maggiorenne, ma senza di lei.
Aprii con cautela il pacco giallastro e presi tra le mani il taccuino dalla copertina blu.
Svogliai le pagine, parlavano tutte della nostra amicizia, di cosa accadeva a scuola e delle feste a cui raramente era invitata.
Dalle date capii che ci scriveva ogni giorno, dall’età di 12 anni.
Per sei mesi, aveva smesso di scrivere, poi continuò, erano le ultime pagine. Lessi con attenzione.

Caro diario,
cosa ho fatto di male ai miei compagni, cosa? Dimmelo tu, perché io proprio non capisco.
Mi prendono in giro perché porto l’apparecchio, perché mi piace leggere, perché mi piacciono gli animali e quando canto mi danno della balena in calore.
Qualunque cosa io faccio, trovano sempre un commento cattivo da farmi.
Ma anch’io dei sentimenti, anch’io ho un cuore, perché non lo capiscono?
Io provo a contrattaccare ma in quel momento riesco solo ad abbassare la testa e cercare di ignorarli.
Odio la mia scuola, odio tutto, odio i miei genitori che continuano a dire che sono io che non mi faccio accettare, odio ogni singolo particolare della mia vita.
Aspetta, forse c’è qualcosa che non odio, il mio migliore amico Harry.
E’ così carino quando si scosta i capelli e quando mi fissa con le sue meravigliose iridi verdi…
Ah, meglio non andare avanti.
Lui ha 17 anni, è carino, è simpatico… Se gli dicessi tutto quello che è scritto in questo diario lui andrebbe via…
E come farei io senza il suo sorriso quando mi accompagna a scuola?
So che è sbagliato, ma penso di avere una cotta per il mio migliore amico.

Sorrisi, e, involontariamente, feci la solita mossa con i capelli che le piaceva così tanto.

Insulti e ancora insulti. Mi sento male.
Oggi hanno scritto sul mio armadietto “Verginella di merda” e altre cose orribili sul mio conto.
Perché non sono un’oca, perché non ho ancora fatto l’amore, perché odio il fumo e mi piace leggere.
Perché non sono una puttana, ecco.
Cosa ci posso fare se non sono così?
Stavo male, ma il colmo è arrivato quando ho incontrato Jade, la fidanzata di Harry, mentre portavo a spasso Spoonky, il mio cagnolino.
L’ho salutata amichevolmente, e lei ha iniziato a prendermi in giro.
Prima per i miei vestiti, ok, so di essere brutta, ma perché aveva questo bisogno di farmi sentire così male?
Poi i brufoli, l’apparecchio, e poi… Harry.
Mi ha detto cose terribili, forse sono state le peggiori.
Diceva che Harry stava con me solo per pena, che a lui non gliene fregava nulla di me, mi ha detto che anche se sto con lui, sono solamente una sfigata, lui si merita di meglio.
Lei sa che a me piace Harry, o, perlomeno, penso se ne sia accorta.
Solo lui non ha capito niente.
Così, oltre agli insulti di prima, mi ha detto questa frase, credo non la scorderò mai: “Sai, per Harry, sarai solo una stupida ragazzina da prendere in giro, non sarai mai niente di serio.”
Con quella frase finalmente se ne andò, ma io mi sentii lo stesso a pezzi.
Era la cosa più brutta che qualcuno potesse dirmi, non me ne fregava niente del mio aspetto, so di essere quello che sono, ma sapere che l’unica persona che conta davvero per me, mi considera solo un giochetto… E’ peggio di essere torturata.
Così… Ho preso la lametta e mi sono tagliata.
Non so perché l’ho fatto, è stato un gesto involontario, non mi ha fatto sentire meglio, ma solo… L’ho fatto.
Non l’ho detto a nessuno, nemmeno a Harry, e non penso glielo dirò mai, insomma, lui non potrebbe capire e si arrabbierebbe come un matto.
Fa male sapere che mentre io lo amo da matti, lui mi vede solo come un’amica… O forse proprio quello che ha detto Jade: una sfigata.

Una scossa di rabbia mia assalì immediatamente.
Quella puttana della mia ex aveva detto questo a Meg, io avevo fatto l’amore con quella.
Era strano scoprire tutti queste cose, piccoli avvenimenti che ti segnano, che fanno male.
Margareth non mi avrebbe mai detto niente.

Caro diario,
quanto vorrei averlo tutto per me, vorrei sentire le sue carezze, vorrei farci l’amore, ma…
Non posso, per lui sono soltanto la sua migliore amica sfigata.
L’unica cosa che è riuscito a fare è entrare in casa mia, accorgersi finalmente di tutti i miei tagli e gridarmi contro, arrabbiarsi con me perché non gli avevo detto niente.
Adesso bagnerò qualche scritta, mi fa male ripensare a quel momento.
Mi ha soltanto urlato che se ne sarebbe andato, perché lui non era importante per me.
Non era importante per me?
Davvero era così ingenuo… Così cieco?
Chissà se si è mai accorto del fatto che ogni sera, mentre lui era a passeggiare con una delle sue fidanzate del momento, io scendevo e mi nascondevo tra gli alberi per guardarlo, per sentire la sua voce.
Chissà se si è mai accorto di quel taglio, il mio primo taglio sul polso, quando andavo in giro, ma magari non me lo ha mai voluto dire.
Ogni insulto che mi facevano mi portava una fitta al cuore, che solo il suo sorriso riusciva a lenire.
Ogni volta che mi diceva che ero fantastica così come sono, tutto diventata più bello, mi sentivo una principessa, mi sentivo speciale.
Mi hanno fatto sentire una persona orribile quelle parole, peggio di tutti gli insulti, peggio dei tagli e delle lacrime amare che verso ogni giorno.
Oggi è il mio compleanno, sai?
Volevo organizzare una festa a casa, la prima persona che ho provato a chiamare, nonostante il nostro litigio, nonostante quello che la sua ragazza mi ha detto, è stato Harry.
L’avrò chiamato venti volte.
Dato che non rispondeva ho chiamato tutti i miei compagni di classe, anche quelli che mi prendono in giro, quelli che mi picchiano, ho chiamato persino Jade, ma tutti, appena ho detto loro della festa, mi hanno riso in faccia, mi hanno insultata e hanno attaccato.
Stamattina, alle sei, ho chiamato Harry.
Detesto svegliarmi presto, ma sperando in una sua risposta, non mi importava più niente.
Mi ha risposto, era ancora incazzato, ho provato a spiegargli, ma lui non mi lasciava parlare, continuava a dirmi cose terribili.
Poi ho sentito una voce, era Jade, avevano fatto l’amore.
Gli ho chiesto chi era, e lui ha risposto che era Jade, adesso stava con lei e non gliene fregava più niente di me.
Poi mi ha attaccato.
Penso sia il giorno più brutto della mia vita oggi, anche se è il mio compleanno e finalmente compio i miei 16 anni…
In questo importante giorno io sono triste, vorrei andarmene, vorrei morire.
Era l’unico di cui mi importava il giudizio, gli insulti ormai erano diventati dolorosi, sì, ma sapere che lui c’era per me mi rendeva felice e mi faceva andare avanti.
Invece era proprio come diceva Jade, a lui non interesso, anche se è da 13 anni che siamo amici, anche se abbiamo passato i più bei momenti insieme.
Si è scordato persino di farmi gli auguri.
Tante volte mi domando cosa ho fatto per meritarmi questo.
Ho sempre cercato di essere gentile e educata, ma ho perso tutto, tutti, ho perso il controllo della lametta sulla mia pelle, ho perso il conto dei giorni che passano.
Ho perso Harry.

Mi sentii la persona più schifosa del mondo.
Non riuscii a credere a quello che era scritto nel diario, che dopotutto era la verità, la cruda verità.
Ero uno stronzo, solo uno stronzo. Non si meritava questo.
Non si meritava gli insulti, i tagli, il compleanno da sola, non doveva sentirsi brutta, perché lei è la ragazza più bella che ci sia sul pianeta.
Alcune lacrime uscivano dai miei occhi, presi un fazzoletto e voltai la pagina, era l’ultima volta che Margareth scrisse nel suo diario prima di morire…
Era risalente all’ultima volta che la vidi.
Feci un grande sospiro e cominciai a leggere.

Caro diario, questo credo sarà la mia ultima pagina.
Perché mi sono accorta che sono morta dentro.
Che motivo ho di vivere ancora se… Beh, ecco, non ho più la forza che avevo dentro.
Tutti quegli insulti, quei tagli che ho nelle braccia… Mi hanno distrutto.
Ma sai qual è la cosa che mi ha fatto collassare?
Harry.
Pensavo che lui notasse qualcosa in me, pensavo capisse che stavo male e che provasse ad aiutarmi ma no.
Non mi parlava da due mesi, due mesi in cui sono collassata.
Non capisce che io sto male? E’ da due settimane che di notte mi sveglio sudata perché sogno lui Jade che fanno l’amore!
A scuola esco con gli occhi lucidi, sapere che lui non è più con me per sorridermi è la cosa che mi distrugge sempre di più.
Diceva sempre che non mi aveva mai visto piangere, che sembro sempre così forte, così di ghiaccio.
Non lo sono, perché non l’ha mai capito?
Sono più fragile di quanto sembri… Ho solo bisogno di qualcuno che riesca a capirmi.
Pensavo quel qualcuno fosse Harry ma… Beh, non lo è.
Lui non mi ha mai capito, ha sempre pensato a me come una ragazzina che non ha sentimenti, che ha solo quel grande cervellone.
Ma non è così.
Non si quanto sono stata male quando a 14 anni, si è fidanzato con quella ragazza, Celine, e mi ha  raccontato per filo e per segno il loro primo bacio.
Non sa che la notte lo sognavo sempre, sognavo che ci baciavamo e che mi diceva che mi amava.
Non sa tutte le volte che ho pianto per lui, perché avevo paura che mi lasciasse sola.
Non sa nemmeno tutte le volte che chiudendo l’armadietto della scuola, pensavo “voglio morire”.
Non si è mai accorto che quella luce in me si stava spegnendo.
Adesso vorrei solo baciarlo e abbracciarlo, tenerlo stretto a me e non lasciarlo più.
Vorrei avere il coraggio che non ho mai avuto in questi anni e confessargli che tutte le volte che lo guardavo mi perdevo nei suoi occhi, tutte le volte che mi chiedeva di uscire, dentro di me scoppiava una festa, che quando si fidanzava con una ragazza io morivo e che ogni fottuta volta che sorrideva resuscitavo.
Non ha mai saputo niente di me, forse dovevo capirlo prima.
Credevo fossi qualcuno per lui, come mi diceva, pensavo di essere la sua principessa, la sua Margareth, quando ero con lui mi sentivo bella, speciale.
Tutte quelle parole… Erano solo bugie.
Pensavo fosse arrivato il peggio, ma non era vero.
Harry è venuto a casa mia, io gli ho detto tutto ciò che pensavo, senza freni, ormai avevo perso tutto, a cosa serviva starsi zitti?
Quello che fece servì soltanto a farmi capire che per lui non ero niente, e che non era il mio principe azzurro, ed io non ero la sua principessa.
Mi guardò un po’ prima di uscire definitivamente dalla mia vita.
I nostri sguardi si incontrarono, mi sarebbero mancati quegli occhi così verdi e brillanti, mi sarebbe mancata la sua risata, mi sarebbero mancati i suoi ricci e le sue fossette.
Gridavo aiuto con gli occhi, dato che ormai di parole non ne avevo più.
Ma lui si limitò a voltarsi e ad andare via, senza proferir parola, senza nemmeno un piccolo rimorso.
Mi ha lasciato sola.
Adesso non so più come fare, senza di lui sono completamente persa.
Mi sto autodistruggendo e non trovo più via d’uscita.
Sembra uno di quegli incubi da cui non riesci più a svegliarti.
Questa è la vita vera.
Mi sento sola, confusa, e l’unica cosa che mi consola è che tra poco le pillole che ho preso avranno effetto e finalmente potrò star bene.
Harry, se un giorno leggerai questo, sappi che ti amo, ti ho sempre amato e che sei stato il migliore amico del mondo, anche se per tutto questo tempo sono stata innamorata di te ma non ho mai avuto il coraggio di confessartelo.
Grazie per avermi fatta ridere e rallegrare nei momenti tristi, grazie di quegli abbracci, quelle carezze, quei complimenti che mi hai dato, sappi mi hai reso la ragazza più felice del mondo.
E non ti preoccupare per la mia morte.
Potevi starmi vicino ma… Non l’hai fatto e non sono arrabbiata.
Non potrei mai essere arrabbiata con te, nemmeno quando mi hai detto tutte quelle cose, nemmeno quando non hai mai provato a riallacciare i nostri rapporti.
Scusami se ho perso le speranze, adesso.
Avrei tanto voluto trovare un’altra soluzione, non mi è mai piaciuto arrendermi, ma le cose sono giunte al termine, e se l’ho fatto, significa che era veramente la fine.
I miei tagli sono colpa mia, è vero, i miei avevano ragione.
Non sono gli altri che non mi accettano, sono io che non mi voglio far accettare.
Ho sbagliato io a non averti mai detto niente, ad aver tenuto tutto dentro ogni volta.
Scusa di tutto.
Ho sempre sperato che non mi lasciassi mai andare via, ma una persona come me non merita una come te.
Ti amo, Harry Edward Styles, vorrei solo lo sapessi.
-Margareth.

-N-no.- balbettai ad alta voce, prima di scoppiare in un pianto disperato, accovacciandomi sulla porta, con le mani davanti al viso.
Restai così per tempo, sembrava che le mie lacrime fossero infinite.
Io la amavo, lei mi amava.
Potevo salvarla, potevamo salvarci da tutto questo.
Come ho fatto a non accorgermi che lei aveva bisogno di un aiuto?!
Non dovevo star fermo, non dovevo lasciarla.

Una mattina mi feci coraggio e decisi di uscire da quel vortice.
Presi il cappotto più bello che avevo, il preferito della mia Margareth, mi guardai allo specchio e sorrisi, mentre nella mia mente vagavano i ricordi che conservava quel cappotto.
Passai dal fioraio e ordinai il mazzo di gelsomini più costoso, il suo fiore preferito.
Entrai subito in macchina, quella mattina era gelida.
Arrivai al cimitero, quel posto mi aveva sempre dato i brividi, ma adesso ero pronto ad affrontare la sua tomba.
Arrivai al suo nome.
La sua lapide era così bella, decorata attorno con delle note musicali.
Aveva attaccata una foto, quella che ammiravo ogni sera sul mio computer.
“Margareth Brave” .
Il suo nome mi risuonava in testa come una parte di una canzone che ricordi a memoria e che sapresti riconoscere a distanza di migliaia di metri.
La mia Margareth.
Mi soffermai sulla scritta in fondo alla lapide.
“Non lasciarmi andare via”.
Abbassai lo sguardo, sapendo che quella frase era dedicata a me.
Non avevo parole, non avevo più lacrime.
Avevo solo un cumulo di pensieri confusi nella mia testa. Tirai su con il naso, cercando di trattenermi.
-Scusa Margareth, scusami davvero. Sappi che io sarò sempre con te. Non ti lascerò mai, piccola, mai.
Scrissi su un post-it questa frase: “Non ti lascerò mai, piccola, mai.”
Lo attaccai vicino alla sua scritta, come se così riuscissi a risponderle, in qualche modo.
Poggiai i fiori accanto alla sua tomba, facendo un rapido segno della croce.
A quel punto me ne andai, pronto a non ritornare più, con le lacrime che rigavano il mio viso, mentre il gelido vento di gennaio mi scompigliava i capelli.







Spazio autrice.

Ciao a tutti.
Beh... Questa è la one shot su Harry di cui vi parlavo.
E' molto triste, mi dispiace un po' per questo, perchè non vorrei rattristare nessuno, ma mi è venuta quest'idea e l'ho scritta di getto.
Niente di troppo colorato sta volta, I'm sorry, ma non c'entra molto.
Ho solo scritto in blu i flashback, e in viola le pagine di diario, così magari si distinguono anche meglio.
Come vedete, è Harry che parla, devo dire è stato davvero difficile scrivere quello che pensava...
Anzi, è stato difficile scrivere questa one shot.
E' la prima one shot triste che scrivo... Scusatemi se non è il massimo, io ci ho messo tutto il mio cuore.
Se non vi piace, andateci piano.
Lo so che forse alcune di voi vorrebbero prendermi a schiaffi (lol), ma abbiate pena di me.
Spero vi sia piaciuta e che ci saranno molte recensione, anche negative! :)
Grazie per averla letta, non so che dire...
Vi consiglio di leggerla con "Don't Let Me Go" sotto, fa più effetto.
Ok, adesso me ne vado!
Sciaoo belassss! xx
   
 
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