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Autore: Amy86    14/01/2008    3 recensioni
Allora, immaginate che Draco e Ginny si ritrovino in un mondo senza magia, dove uno vuole scappare e l'altro dimenticare. Cosa pensate che succederebbe, senza più le famiglie come scusa. NON TENGO CONTO DI HP7
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley | Coppie: Draco/Ginny
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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QUESTO CAPITOLO MI HA RICHIESTO UN IMPEGNO EMOTIVO NOTEVOLE. MA ALLA FINE IL RISULTATO MI PIACE. QUASI QUASI MI METTEVO A PIANGERE SCRIVENDOLO. LA CANZONE, E’ EVERYDAT, QUELLA DI HIGH SCHOOL MUSICAL 2. NON SO PERCHE’ MA MI FA PENSARE A LORO DUE. RINGRAZIO ANCORA LEDY SLYTHERIN, GIO91  E CHRISTINA MALFOY PER LE RECENSIONI. CI SARANNO ANCORA 2 – 3 CAPITOLI POI CREDO DI SMETTERE. MA MAGARI POI SCIRVO TIPO UNO SPIN – OFF.  A PRESTO, AMY86

PS. DEDICO IL CAPITOLO AL MIO ANGELO, IL RAGAZZO CHE MI HA ISPIRATO E CHE E’ DAVVERO ACCANTO A ME OGNI GIORNO. TI AMO TESORO!

Da quel giorno, Ginny era molto più serena. Si svegliava già con il sorriso sulle labbra, e Draco ebbe anche la netta impressione che ci mettesse molto di meno in bagno.

Sembrava addirittura che la sua cucina fosse migliorata. Ma magari questo più che con la pace con la famiglia, aveva molto a che fare con il fatto che un ottimo ristorante take away aveva appena aperto proprio sotto al palazzo in cui lavorava Ginny. Lei però si impegnava tantissimo a non farlo notare, arrivava ogni sera prima di Draco e svuotava tutto in piatti e padelle prima di andare a cambiarsi. Il problema è che ogni volta che Draco doveva buttare qualcosa nell’immondizia, il cestino era sempre invaso dalle vaschette con il nome del ristorante. Tuttavia, per una sorta di tacito accordo, nessuno dei due ne faceva parola e tutto procedeva bene.

Inutile dire che quando era andato dai Weasley, l’aveva fatto anche perché intendeva sposare Ginny e voleva la loro “approvazione”, in qualche modo. E aveva quindi interpretato in tal senso il fatto che avessero accettato che la loro bambina convivesse con il crudele quasi – Mangiamorte convertito e che mamma Weasley chiedesse sempre a sua figlia come stava lui, quando si sentivano o incontravano.

Questo chiaramente aveva dato vita ai preparativi per la proposta. Aveva l’anello di sua madre, ma niente sembrava più inadatto a lei: Era una pietra verde non meglio identificata con il simbolo della casata Malfoy al suo interno, che da generazioni passava di mano in mano alle giovani sposine dei discendenti maschi della famiglia. Così aveva deciso di comprare un anello alla babbana, che tra parentesi gli era costato una piccola fortuna, un anello molto sottile in oro bianco sormontato da tre piccoli diamanti, che a detta del gioielliere avrebbe fatto la felicità di qualsiasi donna. Ovviamente, Ginny non era qualsiasi donna. Lei era capace di adorare le cose più orribili del mondo e di odiare le cose più fantastiche, per questo si era già accordato col gioielliere per cambiarlo nell’eventualità in cui quel gioiello non si adattasse ai gusti della sua futura signora.

Si era anche comprato un abito per l’occasione. Qualcosa di sobrio ed elegante, che desse l’idea delle grandi occasioni. Aveva optato per il pantalone nero, una camicia anch’essa nera e la giacca bianca. Con il suo colorito bianco pallido, se si fosse vestito tutto di nero qualcuno avrebbe potuto pensare che era la sua testa senza corpo a camminare nella notte. E aveva comprato un vestito anche per la sua Ginny, rischiando di tirarsi contro le sue ire perché aveva sbagliato il colore o le scarpe adatte. Era un abito da sera, lungo fino alle caviglie con un piccolo strascico dietro. Era azzurro, la stessa tonalità dei suoi occhi,  tutto adornato di brillantini. Aiutato dalla commessa, che aveva dimostrato una pazienza infinita con lui, aveva abbinato al vestito un paio di sandali color argento, con due sottili stringhe sul piede e che si allacciavano alle caviglie. Anche i sandali erano pieni di brillantini. Aveva poi scelto per lei un fermaglio piccolo a forma di farfalla, ovviamente anche questo pieno di brillantini, e una collana con una piccola stella satinata. Solo immaginarla così, gli aveva fatto sgranare gli occhi per l’emozione.

Infine aveva scelto il posto in cui portarla: un piccolo ristorante che dava proprio sulla riva del mare, che aveva un’enorme terrazza con vista oceano bella da mozzare il fiato. Voleva fare colpo. E aveva anche scelto la musica per quel momento: una canzone babbana tanto in voga in quel periodo, che Ginny conosceva bene perché aveva visto il film da cui era tratta e, se la memoria non lo ingannava, aveva anche intervistato il protagonista maschile.

Avrebbe organizzato per lei una specie di caccia al tesoro, di cui lui doveva essere il premio finale. Sperando che lei dicesse di si, almeno.

La sera del sabato successivo a quella settimana di preparativi era la sera in cui avrebbe chiesto a Ginny di diventare sua moglie. La mattina di quel sabato Draco aprì gli occhi e, in preda all’isterismo, aspettò sbuffando che Ginny andasse al lavoro per preparare tutto. Primo passo: preparare i bigliettini per ogni indizio che doveva sparpagliare per casa. Secondo passo: scegliere dei posti in cui nasconderli, facendo attenzione che fossero facilmente rintracciabili per non rischiare di rimanere al ristorante ad aspettare per tutta la serata. Terzo passo: nascondere i suddetti oggetti e porvi accanto i rispettivi bigliettini. Quarto passo: vestirsi ed andare via di casa considerato che Ginny sarebbe tornata alle tre del pomeriggio perché era sabato. Ultimo passo: ricordarsi, sempre, di respirare!

Draco fece tutto quello che doveva e poi fece in modo di sparire letteralmente. Fece appena in tempo a girare l’angolo perché nello stesso istante colse Ginny scendere dalla sua auto e salire le scale che portavano al portoncino di casa. La serata era ufficialmente iniziata.

ஜஜஜஜஜஜஜ

Ginny aprì la porta di casa e come al solito urlò: “Draco, sono tornata!”

Ma la casa era avvolta dalla semi oscurità e solo una candela brillava sul mobiletto posto all’ingresso. Ginny si avvicinò, intimorita e affascinata allo stesso tempo, e vide accanto alla candela un bigliettino scritto con la calligrafia di Draco:

Inizia qui la tua caccia al tesoro , amore mio. Cerca gli oggetti che di volta in volta ti indicherò e poi raggiungimi nel posto indicato sull’ultimo foglietto. Io ti aspetterò lì. Ora vai in camera nostra. D.

Ginny pensò che Draco doveva essere impazzito, non c’era un'altra spiegazione plausibile. Comunque divertita, andò nella stanza che dividevano e fu stupita dal non dover fare altro che aprire una scatola piccola posta proprio sul letto. Al suo interno, trovò una piccola collanina con una stellina satinata. Era semplice ma meravigliosa.

La stella ti indicherà il tuo cammino. Seguila e vai dove sta il cielo.   

Questa volta dovette rifletterci un attimo prima di capire. Poi si ricordo del piccolo planetario di Draco, che l’ultima volta aveva visto nella stanzetta adibita a studio. E infatti, era proprio lì, sulla scrivania. Un'altra scatola, più piccola e meno elegante della precedente, conteneva un piccolo fermaglio a forma di farfalla.

Ogni crisalide ha bisogno del suo spazio per spiccare il volo. Trova il tuo.

“Ma questo è facile!” – lo urlò, anche se sapeva che nessuno poteva sentirla. Corse in bagno, ormai completamente presa da questo gioco. Sul lavandino vide una scatola più grande delle altre. Dentro trovò un bellissimo paio di sandali argento brillantinati. E accanto l’ormai familiare biglietto.

Una principessa che si rispetti ha bisogno di un abito da favola. Hai la casa a tua disposizione adesso, cerca il tuo abito da sogno.

Questa era difficile, non era un indizio. Era un autorizzazione a scaraventare tutto in aria. Ok, rifletti. Di certo un abito non sta in frigorifero. Aprì l’armadio, ma c’erano solo i suoi vestiti, nulla di nuovo. Anche in quello di Draco. E così per l’armadio che era all’entrata. Poi ebbe un flash. Si girò e notò la forma di una scatola sul divano, ben celata sotto una coperta. Si gettò lì accanto e la aprì. Dentro c’era l’abito più bello che avesse mai visto. Era davvero un sogno! Controllò il fondo della scatola per l’ultimo biglietto, dove c’era solo un indirizzo.

Ginny si vestì rapidamente, si infilò in macchina e guidò come una matta fino al posto indicato dal bigliettino. E lì, fuori da quello che doveva essere un ristorante, trovò il suo principe ad attenderla. Era bellissimo ed elegantissimo. Un pensiero attraversò veloce la sua mente, mentre parcheggiava: forse Draco....ma lo scacciò velocemente, non poteva essere...

Era ancora più bella di quanto avesse immaginato, pensò Draco mentre le apriva lo sportello e la aiutava a scendere. Poi la prese tra le braccia e la strinse forte, sussurrandole:

“Piaciuta la sorpresa?”

“Perché è già finita?” – chiese lei, maliziosa.

“No, hai ragione. Il meglio deve ancora venire.”

Così la prese per mano e la scortò dentro, proteggendola dagli sguardi invidiosi, ammirati e bramosi degli altri clienti.

La fece accomodare e cenarono tranquilli, ma qualcosa insospettì Ginny: Draco batteva continuamente il piede sotto il tavolo, doveva essere davvero molto nervoso..e cosa poteva innervosirlo così tanto?

Si stava ancora interrogando, quando partirono delle note a lei familiari. Era la sua suoneria, ma stranamente non veniva dal suo telefono ma da un orchestra di musicisti comparsa dal nulla.

Once in a lifetime

means there’s no second chance

so I believe than you and me

should grab it while we can.

 “Vuoi ballare, Ginny?” – Draco afferrò la mano che la ragazza gli porse e la accompagnò sulla pista da ballo. La strinse a sé forte, come se dovesse perderla da un momento all’altro.

Make it last forever

and never give it back

It’s our turn, and I’m loving’ where we’re at

Because this moment’s really all we have.

Everyday of our lives,

wanna find you there, wanna hold on tight

Gonna run, while we’re young and keep the faith

Everyday, from right now,

gonna use our voices and scream out loud

Take my hand; together we will celebrate, celebrate.

Oh, evryday.

Si separò da lei e si mise in ginocchio. Quello era il suo momento.

“Ginny, tu sei stata la mia seconda possibilità nella vita, ed io sinceramente non pensavo di meritarne una. Sei stata la forza che mi ha spinto ad andare avanti nei periodi bui, quella che mi ha fatto capire cos’era l’amore.”

They say that you should follow

and chase down what you dream,

but if you get lost and lose yourself

what does is really mean?

No matter where we’re going,

it starts from where we are.

There’s more to life when we listen to our hearts

and because of you, I’ve got the strength to start.

Everyday of our lives,

wanna find you there, wanna hold on tight

Gonna run, while we’re young and keep the faith

Everyday, from right now,

gonna use our voices and scream out loud

Take my hand; together we will celebrate, celebrate.

Oh, evryday.

“Per questo, e per almeno un milione di altri motivi, voglio stare accanto a te per sempre, voglio realizzare tutti i sogni perché da quando ci sei tu nella mia vita tutto ha più senso, Ginny. Non mi importa nulla se per il resto del mondo non siamo una coppia, tu sei parte di me e ti voglio accanto nella mia vita.”

We’re taking it back, we’re doing it here together!

It’s better like that, and stronger now than ever!

We’re not gonna lose.

‘Cause we get to choose.

That’s how it’s gonna be!

Everyday of our lives,

wanna find you there, wanna hold on tight.

Gonna run, while we’re young and keep the faith

Keep the faith!

Everyday of our lives,

wanna find you there, wanna hold on tight.

Gonna run, while we’re young and keep the faith

Everyday from right now,

gonna use our voices and scream out loud

Take my hand; together we will celebrate,

Ev’ryday!

Live ev’ry day! Love ev’ryday!

Live ev’ryday! Love ev’ryday!

Ev’ryday! Ev’ryday!

Ev’ryday! Ev’ryday!

Ev’ryday! Ev’ryday!

Evryday! Evryday!

“Vuoi sposarmi, Ginny?”

Ginny lo guardò. Aveva il volto rigato dalle lacrime. Ma erano lacrime di felicità. Lo fece alzare e lo baciò con tutto l’amore possibile. Poi gli sussurrò a fior di labbra si, una volta soltanto.

Draco le mise l’anello al dito.

“E’ meraviglioso Draco, tu lo sei!” – gli disse stretta al suo petto.

“Questo è solo l’inizio, principessa!”

 

 

 

 

   
 
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