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Autore: redeagle86    01/07/2013    2 recensioni
(Ipotetico seguito di TMI)
Dal prologo:
"Era la fine: aveva perso, i suoi sogni di gloria erano crollati come castelli di carte e lui moriva con la faccia nel fango. Un finale epico, senza ombra di dubbio.
Clary e i suoi amichetti avrebbero avuto il loro “per sempre felici e contenti” e tutti si sarebbero presto dimenticati della sua esistenza. Non c'era nessun segno del suo passaggio, solo una sconfitta.
-Ave atque vale- sussurrò.
Non è ancora giunta la tua ora, Jonathan Christopher Morgenstern.
"
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Benvenuta in questo mondo

William prese il telefono con le mani che gli tremavano per l'agitazione: più di una volta, la cornetta rischiò di sfuggirgli mentre componeva il numero e aspettava, implorando l'Angelo che qualcuno rispondesse.
-Ti prego... ti prego... - ripeté, mentre nel corridoio si susseguivano i passi di Ron e di Cat. -E dai...
Al ventesimo squillo, forse cedendo all'insistenza del Cacciatore, una voce assonnata accolse le sue preghiere.
-Pronto... ?
-Magnus, mia madre! Devi venire subito!
-Will... sono le quattro del mattino- mormorò lo stregone, che aveva afferrato solo poche sillabe confuse. -Torna a dormire... Ne riparliamo domani.
-Magnus! Sta per nascere mia sorella!
-E perché non l'hai detto subito?- ribatté, svegliandosi di colpo.
-È mezz'ora che te lo sto ripetendo- replicò, esasperato.
-Mando un messaggio ad Alec e arrivo. Tu non farti prendere dal panico.
-Sì... va bene- concluse. Come se fosse facile: suo padre era stato in mezzo ai piedi per tutti i nove mesi, stressando sua madre, ed ora che avrebbe dovuto esserci e starle accanto, aveva avuto l'idea geniale di trattenersi ad Alicante.
A volte il destino aveva un umorismo tutto suo.

I tre giovani Cacciatori erano nel corridoio e aspettavano impazienti: avevano camminato avanti e indietro, si erano seduti sul pavimento, si erano rialzati... Quell'attesa snervante li stava uccidendo ed erano trascorsi solo una ventina di minuti da quando Magnus Bane era entrato nella stanza, chiudendosi la porta alle spalle e lasciandoli lì con il ricordo del suo pigiama verde acido.
Nell'Istituto non si sentiva volare una mosca e i ragazzi si scambiavano occhiate sempre più preoccupate: si fidavano ciecamente dello stregone, ma non ci stava mettendo un po' troppo? Si era forse trattato di un altro falso allarme? Eppure Clary era sembrata sicura quando aveva chiesto loro di chiamare Magnus perché era il momento ed era troppo tardi per l'ospedale.
-Cat, secondo te è tutto a posto?- domandò Will.
-Perché lo chiedi a me, scusa? Non ho ancora avuto dei figli: come faccio a saperlo?!
-Sei una donna, di sicuro ne sai più di noi su certi argomenti.
-Will, è in buone mani- intervenne il suo parabatai, mettendosi al suo fianco. -Cerchiamo di restare calmi: ci sarà già tuo padre ad essere in ansia per tutti.
-Sì...
In quell'istante un vagito si levò dalla camera e risuonò per i corridoi silenziosi.

-Se non avessi conosciuto gli avi di Jace, penserei che tu ed Alec dobbiate spiegare qualcosa- commentò allegramente, mettendole tra le braccia una bimba dalla chioma nera.
-Magnus, non puoi credere davvero... - iniziò, sorpresa. Alec era un uomo bellissimo, ma Clary non l'aveva mai guardato in quel senso.
-Sto scherzando, biscottino- ribatté lo stregone, sedendosi sul bordo del letto. - Inoltre ha il marchio degli Herondale: non può che essere figlia di Jace. Ed è bellissima.
Clarissa osservò la piccola con un sorriso dolce, sfiorandole piano il contorno del viso e poi i piccoli pugnetti che teneva stretti al corpicino: era meravigliosa, semplicemente questo. Sentì un'ondata d'amore invaderle il petto e le posò un lieve bacio sulla testolina piena di capelli scuri, voltandosi poi verso Magnus.
-Grazie.
-E di cosa? Non sapevi che sono anche un perfetto ginecologo?
-Di essere qui.
L'altro la fissò, cercando una risposta adatta e non trovandola: era forse la prima volta che restava senza parole, ma la scena che aveva di fronte era tanto dolce che non gli importò più di tanto.
-Clary!
Jace si precipitò nella stanza come un tornado, bloccandosi poi sulla porta con una mano sulla maniglia e la bocca spalancata: quella cosina in braccio a sua moglie, quell'esserino accanto all'unica donna della sua vita...
-Sei arrivato, finalmente- commentò lo stregone, entrando nel campo visivo del Cacciatore per un istante e imprimendosi nella sua mente come un'indistinta macchia verde acido.
Lo Shadowhunter scosse la testa e avanzò verso Clary, lo sguardo concentrato solo su di lei; si inginocchiò accanto al letto e i suoi occhi incontrarono il volto di sua figlia.
-Allora? Non dici niente?- domandò la donna.
Jace non stava mai in silenzio, amava parlare e non riusciva a tacere per più di due secondi consecutivi. Ma in quell'attimo aveva la gola più arida di un deserto e ogni parola era fuggita dalle sue labbra.
-Jace?- lo chiamò preoccupata.
Anche Magnus, che stava per lasciare la stanza e concedere loro un po' d'intimità, li guardò con una punta d'ansia: che pensasse davvero che lei ed Alec... ?
-Io... ho perso il momento più importante della sua vita- pronunciò infine, sciogliendo la tensione che si era creata nella camera.
-Amore mio... - mormorò la moglie, sollevata. Gli carezzò la guancia e gli sorrise, un sorriso così dolce che Jace si sentì turbato nel profondo. Sorrise di rimando, e Maguns pensò che nella sua espressione c'era una fiducia che non aveva mai visto su un volto umano. Non di recente, almeno.
Rassicurato, il figlio di Lilith uscì, sicuro che fuori dalla stanza avrebbe trovato altre persone da dover tranquillizzare. E forse poteva anche giocare un piccolo scherzo.
Jace nel frattempo si era accomodato al fianco di Clary, passandole un braccio attorno alle spalle e baciandole la testa: era felice come poche volte gli era capitato di essere, felice ed entusiasta. Era di nuovo padre ed era già innamorato della sua bambina.
-Benvenuta in questo mondo, Cecily Herondale- sussurrò, avvolgendo lei e la moglie nel cerchio protettivo delle sue braccia.

-Zio, allora cosa è saltato fuori dalla riunione? Ci sono novità?
-No, nessuna- rispose Alec, che attendeva nel corridoio con i ragazzi, mangiandosi le unghie fino alla carne per il nervosismo. -Magnus sta esaminando un oggetto che è stato ritrovato nei pressi di un cadavere, ma è presto per poter stabilire se ha qualche legame con le vittime e le loro morti.
-Insomma si aspetta finché non ci saranno più mondani.
-Qualcosa del genere, Will- fu costretto ad ammettere. O finché il Conclave non avesse iniziato a ragionare, cosa probabile quanto la colonizzazione di Marte entro l'anno.
Quella sera Isabelle aveva annunciato a tutti la causa di quelle morti, suscitando l'ilarità generale e una pioggia di commenti che era scesa su Alec come una frana di pietre. L'età cominciava a farsi sentire, avevano detto alcuni. La possessione demoniaca aveva come conseguenza la nascita degli stregoni e Magnus si confondeva con l'idillio tra i suoi genitori, avevano detto altri.
E questi erano tra i più gentili.
Sua sorella aveva atteso paziente che tutti tacessero, poi aveva affermato che nessun altro nella sala aveva tirato fuori un'idea intelligente da quando era cominciata quella storia; il figlio di Lilith era stato l'unico ad alzare il suo vecchio sedere mezzosangue per fare qualcosa e aiutare le indagini. Ma i commenti non si erano spenti: erano proseguiti, anche se ridotti a sussurri scambiati alle spalle del Cacciatore.
Aveva cercato di ignorarli, di convincersi che non fossero altro che acqua e lasciarseli scivolare addosso, ma era stato inutile: quell'acqua era peggio dell'icore demoniaco e bruciava pur senza lasciare segni sulla pelle.
Dopo era arrivato un messaggio di fuoco indirizzato a lui e il cuore aveva smesso di battere: persino le voci insistenti e maligne erano svanite di fronte alle poche parole contenute nello scritto.
Muoviti e prega il tuo Angelo” diceva. Abbastanza perché Alec capisse e pregasse, implorandolo ininterrottamente dal momento in cui aveva messo piede nell'Istituto, lasciando che Jace si precipitasse dalla moglie. Pregava Raziel che i suoi incubi non divenissero realtà, perché altrimenti l'intero esercito angelico non sarebbe bastato a placare la furia del suo parabatai. E nessun luogo sarebbe stato sicuro.
Tra la salvezza e la dannazione c'era quella bambina e il sangue che le scorreva nelle vene.
Tra la vita e la morte c'era ancora Valentine e i suoi folli esperimenti da dottor Frankenstein.
E a dividerlo dal verdetto, solo una porta chiusa che pian piano si stava aprendo; il suo compagno uscì con un'espressione indecifrabile.
-Stanno bene?- chiese, travolto poi dalle domande degli altri.
-È bella?
-Possiamo vederla?
-Mi somiglia?
-Sì, Alec, stanno bene. E Sì, Cat, è bella. Ron, penso che tra un attimo potrete entrare senza rischiare il diabete. E Will... - S'interruppe, guardando il giovane: William lo fissava con un sorriso e gli occhi grandi, come un bimbo in attesa di un regalo. -No, non ti somiglia affatto.
-Vuoi dire che ha preso da papà?
-Nemmeno quello. Somiglia ad Alec.
I ragazzi si voltarono all'unisono verso Alexander, con espressioni che andavano dallo stupito all'allibito fino all'assolutamente sconvolto.
-Zio Alec, come hai potuto? Tradire la fiducia di mio padre, del tuo parabatai...
-L'Angelo ti farà delle cose orrende- continuò Cat. -Verrai maledetto, fatto a pezzi...
-E le tue ceneri saranno sparse nelle dimensioni demoniache.
-Oh, sembra davvero orrendo- commentò Ron con aria sofferente. -Spero che ne valesse la pena, Alec.
-Ehi ehi ehi!- esclamò il Cacciatore, portando le mani avanti. -Cos'è questa storia?! Io non ho fatto niente, posso giurarlo sull'Angelo! Magnus, che razza di voci metti in giro?!- urlò paonazzo.
Lo stregone scoppiò a ridere, guadagnandosi un'occhiata furiosa da parte del compagno.
-Ragazzi, siete davvero divertenti. Jace non ha un palco di corna e sulla fedeltà di Alec non ho il minimo dubbio- spiegò, calmandosi. -Un tuo antenato, Will, aveva i capelli scuri e gli occhi azzurri proprio come Alec. Infatti c'è un po' di sangue Herondale nei Lightwood.
-Quindi mia sorella ha ereditato l'aspetto dei precedenti Herondale?
-Esatto. La prossima volta che vieni da noi ti mostrerò una foto che ritrae proprio quella persona. Ora è il caso di avvisare i Fratelli Silenti: dovranno preparare il rituale di protezione per la piccola.
-Ci penso io- decise Alec, intenzionato a sbrigare al più presto quella formalità. Una volta apposti gli incantesimi, avrebbe potuto dormire di nuovo tranquillo e preoccuparsi soltanto delle candeline sulla torta di compleanno del suo amato. -Dirò loro di fare il prima possibile- assicurò, allontanandosi diretto alla Città Silente. Sapeva che non era gentile nei confronti di Jace, che certo ci teneva alla sua presenza in quel momento tanto importante, ma ci sarebbe stato tempo per coccolare e viziare la nipotina: ora doveva preoccuparsi di ritrovare la quiete e gettare in un angolo ogni angoscia.
-Poteva anche aspettare cinque minuti- commentò William, inarcando un sopracciglio: quella di suo zio pareva una fuga e anche piuttosto precipitosa. -A mio padre dispiacerà.
-Tornerà prima di quanto pensi. Inoltre, sai anche tu quanto sia importante questo rituale, no? Prima lo si fa e prima saremo tutti certi che la piccola è al sicuro- rispose Magnus, tentando di spostare altrove l'argomento. -Ora, piccoli Shadowhunters, che ne dite di conoscere il nuovo acquisto dell'Istituto?
  
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