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Autore: Bab1974    01/07/2013    2 recensioni
Harry è geloso del rapporto che Draco ha con Blaise, troppo intimo per essere solo amici.
Questo li porta a litigare e a lasciarsi in malo modo.
Partecipante al contest 'Is this the end?' di SilverKiria.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Preferisci lui o me?
Preferisci lui o me?


Draco aveva passato una bella serata con i suoi ex compagni Serpeverde: ogni tanto sentiva che aveva bisogno di staccare la spina dalla vita quotidiana.
Harry era stato a casa ad aspettarlo, gli occhi fissi nel vuoto, pronto a litigare un'altra volta.
Non sopportava quando Draco usciva a divertirsi senza di lui, soprattutto se nella compagnia c'era Zabini. Erano amici da una vita e non voleva certo che rinunciasse a lui, come Harry non avrebbe mai rinunciato a Ron, ma la maniera di Draco di dimostrare il suo affetto era qualcosa al di fuori della sua comprensione.
Lui non avrebbe mai preso da una parte Ron, cominciato ad abbracciarlo, a baciarlo sulle guance: come minimo avrebbe rischiato di ricevere un pugno, giacché il suo amico odiava quelle smancerie fra uomini e, se non l'avesse fatto lui, poteva essere Hermione un pericolo, anche lei molto gelosa del suo ragazzo.



In realtà non era stato proprio tutta la sera a casa. All'inizio aveva deciso di seguire il fidanzato, che era stato molto vago sulla presenza di Zabini nel gruppo. Probabilmente sapeva che odiava la complicità che aveva con lui, non lui come persona, e voleva evitare motivi di attrito e di tensione.
Si era buttato sulle spalle il Mantello dell'Invisibilità (caro vecchio non sbagliava mai un colpo!) poi aveva preso a stargli dietro. Era stato ben attento affinché non si vedessero i piedi al di sotto, com'era già accaduto e sembrava che Draco non si fosse accorto di nulla.
I ragazzi si erano incontrati al 'Paiolo Magico' e avevano cominciato subito a fare baldoria. Bevevano, ballavano, parlavano e sparlavano. Harry si guardò attorno: ultimamente il locale aveva qualcosa di diverso. Era stato preso in gestione dai figli del proprietario che ne avevano fatta una versione moderna. La sera diventava una specie di discopub, adatto ai giovani, che gradivano quell'aria diversa. In realtà aveva un che di Babbano, ed era certo che i ragazzi avevano scopiazzato, non potevano certo aver creato tutto ciò dal nulla.
Dopo neppure dieci minuti Draco e Blaise si erano rifugiati in un angolo. Blaise seduto in una poltrona, Draco seduto sulle sue braccia. Parlavano a fior di labbra e già solo questo lo irritava in maniera incredibile. Quando le labbra dei due si sfiorarono, non ci vide più e rivelò la propria presenza.
"Tu togli le mani e quei due canotti dalla persona del mio ragazzo. E tu Draco vieni con me ora, o non tornare più." aveva gridato Harry, fregandosene di attirare l'attenzione.
Draco e Blaise erano sobbalzati, ma dopo un primo attimo di terrore la rabbia per essere apostrofato in quella maniera ebbe il sopravvento. Litigarono e il povero Blaise, accorso per sedare la rissa fra i due, si prese un bel pugno in pieno volto.
Harry, che non aveva mai alzato le mani su essere vivente, almeno fuori dalla guerra, si massaggiò le nocche, poi scomparve con un colpo di bacchetta.
Ora era lì, in attesa del secondo round, sicuro che ci sarebbe stato.


Sentì confusione in camera da letto e capì che Draco doveva essere tornato. Era davvero molto tardi ed era passata l'ora in cui rientrava di solito.
Non venne da lui e dopo venti minuti d'attesa decise di andare a controllare. L'armadio dalla parte di Draco era vuoto, quella dalla parte di Harry aveva abiti, ehm... distrutti (anche se la parola era esatta, forse era disintegrati).
-Finito.- pensò Harry, chiudendo le ante e tornando nel soggiorno. -Meglio, non avrei potuto continuare così.- decise prima di abbandonarsi a piangere sul letto.
"Razza di scemo," sbraitò, rivolto a chi non c'era più "che gusto ci trovi a strofinarti addosso a un uomo che non ti fila."
Pensò, come sempre, che Blaise fosse il suo sogno proibito. Si addormentò e al risveglio ricordò quello che era successo con un respiro profondo e uno scuotere di testa.
Decise di andare subito da Ron e Hermione, sperando di non disturbare troppo, a raccontargli la novità.


"Lo sapevo che sarebbe finita così." fu il commento di Ron "Tu e quell'infido Serpeverde non eravate adatti a stare insieme." Il rosso aveva ancora idee piuttosto precise di quello che dovevano essere i rapporti con 'certi maghi'.
"Ron, ancora con la divisione in classi?" commentò Harry, difendendo senza volere Draco "Non siamo più a scuola, per fortuna."
"Hai ragione, ma penso a come reagirei io se Hermione si comportasse come lui." ribatté stridendo i denti, l'amico.
"Forse avresti il dubbio se questo sia merito tuo, o no?" intervenne Hermione, indicando il pancione prominente.
"Herm, sei davvero enorme!" commentò Harry. "Ci vediamo quasi tutti i giorni ma sembri levitare. Allora che ne pensi tu?"
Hermione si mise comoda, davanti ad un'enorme gelato poi, prima di gettarvisi a capofitto rispose all'amico.
"Mi dispiace confermare le parole di Ron e non perché sia un ex Serpeverde ma perché è uno stronzo di prima categoria." disse "Credo che gli piaccia sfidarti e solo perché lui vuole essere quello che comanda. Spero che abbia capito che non è così facile. In una coppia unita, non c'è uno che comanda e l'altro che ubbidisce tacitamente. Bisogna collaborare."
Dopo aver elargito questa perla di saggezza, si mise a mangiare il gelato con qualcosa che sembrava... cetrioli? Harry trattenne un conato poi salutò gli amici e decise che doveva continuare la sua vita senza di lui.


Erano passati due mesi, durante i quali Harry aveva abbandonato l'appartamento che aveva diviso con Draco, per evitare che i ricordi affiorassero in maniera esagerata.
Il biondo invece era diventato ospite fisso di casa Zabini.
Blaise, che ultimamente aveva trovato le attenzioni di Draco nei suoi confronti davvero esagerate, si accorse con piacere che, appena messo piede in casa sua, cessarono all'improvviso.
Sarebbe stato difficile spiegare alla moglie, Astoria Greengrass, che non c'era nulla tra loro, quindi la prese come un segno. Decise poi che doveva aiutare Draco a essere più felice, giacché dimostrava di non esserlo per nulla.
"Ehm, Draco, quindi tu mi stavi così appiccicato solo per fare un dispetto a Harry?" gli chiese un giorno, vedendo il suo amico sempre abbattuto e stranamente trascurato.
Draco ci aveva sempre tenuto molto al suo aspetto esteriore: ora non si sbarbava, né lavava e neppure cambiava.
Non ebbe risposta.
"Senti, se ci tenevi così a lui, perché hai fatto di tutto per costringelo a lasciarti?" chiese ancora "O meglio, perché lo hai lasciato, senza spiegazioni, quando la colpa di tutto era tua?"
"Ti ha fatto un occhio nero!" esclamò Draco, quasi scandalizzato.
"Lo so, e devo ammettere con rammarico che me lo sono meritato." ammise Blaise "La colpa è stata mia, non avrei dovuto permetterti che tra noi succedessero... 'quelle cose'." Poi abbassò il tono "Se Astoria lo venisse a sapere, anche tu ti ritroveresti con un occhio nero, anzi no con tutti e due. Credo che metterebbe su anche la rabbia che ha provato quando l'hai mollata a pochi giorni dal matrimonio. Anche se era un matrimonio combinato e se non ti amava, ha passato un bruttissimo periodo e con lei tutta la sua famiglia."
"Per fortuna che l'hai consolata tu, amico." ringraziò ancora una volta Draco, sbattendo le palpebre.
"Sono io che dovrei ringraziarti, per avermi dato la possibilità di conoscerla meglio." ricambiò Blaise, ma senza sbattito. "Ora devo essere io ad aiutare te, ascolta il mio consiglio. Torna da lui, cerca di essere felice e smettila di complicarti la vita."
Draco ci pensò un po': forse su una questione Blaise aveva ragione, gli piaceva fare del male a se stesso e a chi lo circondava.
Passò un altro mese. Draco non riusciva a contattare Harry per nessuna ragione. Sul lavoro si faceva negare e a casa trovava sempre Kreacher che da Elfo libero, e con paga regolare, obbediva ancora a Harry e faceva di tutto per non ostacolarlo.
Alla fine fu costretto a rivolgersi a Lenticchia e Zannuta.
La cosa lo inquietava abbastanza: non era abituato a parlare intenzionalmente con loro, senza la presenza del suo ragazzo, ma era l'unica maniera per trovare Harry senza aspettare altro tempo.


"Draco, qual buon vento?" chiese Hermione, che aveva in braccio un batuffolo rosso.
"Ehi, allora è nato? Si vede lo stampo Weasley." commentò il ragazzo.
"Nata, è una bimba e si chiama Rose." disse Hermione mostrandola con orgoglio. Parlava sottovoce per non svegliare la sua piccola addormentata. "Allora, per quale motivo sei qui?" facendo cenno a Draco di parlare anche lui piano, mentre entravano in casa.
"Ho bisogno di parlare con Harry." richiese Draco, senza troppi giri di parole. "Non riesco a contattarlo in nessuna maniera. Sembra che abbia gettato su se stesso una barriera anti-Draco. Tu e Ron potete aiutarmi?"
"Non lo so, appena Ron torna dal lavoro, ne parliamo. Anzi, stai a cena da noi, così ne possiamo discutere con più calma. " propose Hermione "Intanto potrei approfittarmi di te, prendermi un minuto per rilassarmi, se mi guardi la bimba, e fare una bella cenetta."
Draco accettò senza pensarci troppo e questo fece piacere alla ragazza: significava che era davvero motivato.
Al rientro Ron storse il naso: la cena era perfetta, ma la compagnia non lo soddisfaceva.
"Siete agli antipodi, fra qualche mese sareste daccapo." fu il suo giudizio.
"Io credo che invece dovremmo metterlo in contatto con Harry e farli parlare." disse Hermione "Poi succederà quello che deve."
Alla fine anche Ron si lasciò convincere che conveniva che si arrangiassero tra di loro.
"Quale messaggio dobbiamo lasciargli da parte tua?" chiese Hermione.
Draco non aveva pensato che avrebbe dovuto dare spiegazioni per incontrarlo. Ci dovette pensare per trovare le parole giuste.
"Riferitegli che ho capito il mio errore e che non succederà più." disse infine.
Hermione fu più che soddisfatta dalle parole e dallo sguardo abbattuto di Draco: sembrava sincero.


Harry, avuto il messaggio di Hermione, era indeciso di cosa fare. Che cosa significava quel messaggio? Aveva finalmente capito che era sbagliato strofinarsi in quella maniera addosso a qualcuno che non fosse il suo ragazzo? Era rimasto chiuso in casa Zabini tutto quel tempo, era l'unica cosa certa, senza andare al lavoro, e per fortuna che lavorava con Pansy che era molto comprensiva e non l'aveva licenziato.
Tutti attendevano che si riprendesse: ora toccava a lui decidere.
Si prese qualche settimana di tempo: voleva essere sicuro che fosse la scelta giusta. Benché Draco gli mancasse molto, non era mai stato così tranquillo e rilassato come in quel periodo.
Alla fine decise che la tranquillità non faceva per lui: non era divertente starsene da solo a rimuginare. Tramite Hermione gli fissò un appuntamento in un pub. Voleva che fossero in un luogo pubblico e affollato.


I Tre manici di scopa erano molto affollati i sabati invernali. Gli studenti di Hogwarts erano liberi di girovagarvi e si sfogavano della settimana occupata a sgobbare sui libri.
Harry non voleva scenate, solo chiacchierare in pace. Draco già lo aspettava dentro, con una Burrobirra davanti. Notò qualcosa di diverso dal solito in lui. Era vestito in maniera dimessa, pulita ma semplice e i suoi capelli erano disordinati. Appena lo vide sembrò illuminarsi e sembrò resistere alla tentazione di corrergli incontro.
"Ok, sono qui. Di cosa volevi parlarmi?" chiese al ragazzo che lo guardava quasi intimorito.
Draco all'improvviso sentì che ogni discorso che aveva preparato fosse assolutamente stupido.
"Ti prego, perdonami." disse semplicemente.
Harry abbassò lo sguardo: non sapeva cosa rispondere a quell'implorazione.
"Draco, non sono certo che possa cambiare qualcosa." cercò di spiegare "Io sono troppo geloso."
Draco sorrise.
"Non lo saresti, se non mi avessi amato." La risposta stupì Harry ma ancora di più lo stupì il comportamento del ragazzo. Da un momento all'altro aveva ripreso la sua sicurezza abituale. Si era alzato dalla sedia e si era avvicinato pericolosamente.
"Ehm, Draco... è pieno di gente qui." fu la difesa, labile, di Harry.
"Lo so. Per questo hai voluto vedermi qui? Perché non facessi questo?" chiese agganciandogli le mani dietro la nuca.
"In effetti, sì." Cavolo, aveva sbagliato i suoi calcoli. Dov'era finito Draco Malfoy, che temeva a farsi vedere con lui in pubblico, anche se tutti sapevano che stavano insieme? Chi era questo, o meglio, quando era diventato così?
Le labbra di Draco erano a un soffio dalle sue.
"Dammi un'altra occasione e non te ne pentirai." propose Draco, prima di appoggiare un bacio sulla bocca di Harry. Poi un altro, poi un altro, e infine un altro ancora.
A ogni interruzione mormorava 'Perdonami'.
Al quinto bacio Harry accettò di riprovare. Era certo che se ne sarebbe pentito, ma ne valeva la pena.
Lo stupore negli sguardi di chi li osservava, quasi tutti ragazzi, era palpabile.
Madama Rosmerta, che li conosceva da anni, scosse la testa, sorridendo complice.
"Me lo avevano detto che l'Eroe della II Guerra Magica era una checca, ma io non ci volevo credere." borbottò un ragazzino.
"Che ci vuoi fare." ribatté un altro "Nessuno è perfetto."
  
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