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Autore: evilqueen82    01/07/2013    1 recensioni
Sara Alyson Angels e Amanda Melody Rubens frequentano il penultimo anno alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
La prima risiede nei Corvonero, è intelligente e studiosa , l'altra invece è una tassorosso impulsiva e un po' pasticciona.
Sarah pensa allo studio e finisce per una serie di rocambolesche circostanze nel mirino dell'interesse di Malfoy: il giovane Serpeverde che lei detesta non troppo cordialmente.
Mandy invece è innamorata senza speranza di Harry Potter che, tuttavia, sembra completamente ignorarne persino l'esistenza..
Tra complotti, bugie, incantesimi e gravi pericoli ,le vite dei quattro stanno per cambiare indissolubilmente e legarsi e cambiare per sempre.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Lettere, lezioni e misteri notturni.

(Pov Draco)

Tornerai da me Angels,sì che tornerai e la prossima volta non ci sarà nessuno a interromperci .

Mi vuoi, lo so, nello stesso modo in cui ti voglio io.

Draco Malfoy

Scrissi questo biglietto quella sera stessa appena tornato a Hogwarts e glielo feci recapitare via gufo, a colazione il giorno dopo.


 

(pov Amanda)

Caro Harry,

Spero che le tue vacanze siano state belle come le mie: io mi sono divertita molto, ma ti confesso che non vedevo l’ora di tornare a Hogwarts.

Ora che sono qui, sono felicissima perché finalmente i miei occhi potranno gioire nel rivedere ogni giorno il tuo splendido volto.

Ti adoro.

Ps: sabato ci sarà la partita e io tiferò per te.

M.R.

Quella notte mentre tutti dormivano mi alzai di soppiatto come facevo sempre e andai nella guferia.

Consegnai la lettera a una delle civette.

Non sapevo però che quella notte anche qualcun altro aveva avuto la stessa idea…


 

(Pov Harry)

Accolse l’arrivo del buio e il suo arrivo al dormitorio con grande sollievo, non sopportando più le chiacchiere attorno o la presenza così pressante di Ginny.

Appena entrato in dormitorio, fu istintivo guardare in direzione del suo letto quasi alla ricerca qualcosa salvo fare una smorfia e immergersi sotto le coperte.

Al risveglio, sembrava un normalissimo lunedì e scese in Sala Grande ancora sbadigliando, pronto a fare colazione.

Non sapeva che ad attenderlo ci fosse un gufo e scorse quella lettera con un sorriso e lo sguardo scintillante, leggendola e restando per qualche istante con lo sguardo fisso nel vuoto, domandandosi ancora chi potesse essere.

Che dolce

Pensò con un lieve sospiro, guardandosi attorno come a voler scrutare le possibilità salvo restarne deluso.

Che succede, Harry? Perché sorridi così?”.

Niente”. Si affrettò a rispondere e nascose la lettera.


 

(Pov Sara)

Quella notte dormii poco e male mentre rivivevo la scena con Malfoy sul treno.

Ciò che più mi bruciava era che mi aveva rubato un bacio e io non avevo opposto resistenza: addirittura mi aveva scossa dentro tanto da non volerlo denunciare per poi ricevere quell’umiliazione.

Digrignai i denti e il giorno dopo mi svegliai di pessimo umore.

Ma non fu nulla rispetto a quando lessi quel bigliettino: sembrava ribadire quanto era successo tra noi, rinfacciandomi la mia colpa, con arrogante sicurezza di sé.

Lo accartocciai con rabbia e ne ricercai il volto al suo tavolo per poi fulminarlo con un’occhiata bieca.

Me la pagherai”. Gli sussurrai con il labiale.


 

(Pov Draco)

Sogghignai, leggendo il labiale della Angels e le feci l’occhiolino.

La vidi allontanarsi ma non la seguii: sapevo come conquistarla e se non ci fossi riuscito avrei usato il mio asso nella manica.

Intanto quel giorno mi accontentai che avesse ricevuto il mio biglietto.


 


 

(Pov Harry) Aveva riposto quel bigliettino dentro la tasca del suo mantello e custodito gelosamente.
Durante le lezioni di quella mattina, non aveva potuto fare a meno di rimuginare sul contenuto di quella lettera e quella ricevuta per Natale, oltre al pensierino.
Sorrise istintivamente, toccando la sciarpa che non indossava – visto erano all’interno delle mura – ma che aveva ancora nella propria borsa e che guardava di tanto in tanto.
Benedisse il suono della campanella che mise fine alle doppie ore di pozioni ed era già pomeriggio inoltrato quando depose tutti i libri di scuola.

La sua giornata però era tutt’altro che terminata perché quel pomeriggio aveva programmato un allenamento di Quidditch.

Fu lesto a uscire dal castello con Ron ed entrare nello spogliatoio per indossare la tuta e radunare tutta la squadra sul terreno erboso, prima di librarsi in aria.
Lasciò che la brezza gli sfiorasse i capelli scarmigliati e inspirò quella sensazione di infinito e di libertà che solo quello sport sapeva regalargli.

Lassù tutte le preoccupazioni e lo stress sembravano annullarsi mentre vorticava tra varie acrobazie per prendere il boccino.


 

(Pov Amanda)

Finite le lezioni mi sarei dovuta recare nella sala comune dei Tassorosso per studiare ma sapevo che quel pomeriggio la squadra di Grifondoro si allenava.

Mi recai perciò negli spalti ,in un punto in cui nessuno mi avrebbe notata e da lì, con un binocolo, osservai Harry.

Era davvero un grandioso spettacolo vederlo a cavallo della sua scopa: non solo perché era un ottimo giocatore ma anche per il modo in qui sorrideva felice e spensierato.

Tutta la sua timidezza, il suo essere riservato e quell’aria eternamente triste sparivano e lasciavano il posto all’allegria più genuina.

Era stato proprio lì: quattro anni fa, per la prima volta, lo vidi giocare e mi innamorai perdutamente di lui.

Rimasi ad osservarlo fino alla fine degli allenamenti anche se non avrei dovuto farmi vedere: avrei dato qualunque cosa pur di essere al posto di quella gatta morta di Ginny Weasley.

Stava seduta tra gli spalti e lo incitava a voce alta.

Se lo avessi fatto anche io, avrebbe compreso i miei sentimenti e questo non lo potevo permettere.

Rimasi ben nascosta fin quando non rientrarono tutti negli spogliatoi: una volta rimasta sola rientrai a scuola.

Sentendomi triste, andai a cercare Sarah nel nostro posto segreto.


 


 

(Pov Harry)

Avrebbe voluto che quella sessione di allenamenti di due ore potesse durare in eterno ma non fu così purtroppo.

Fu grazie alla passione e alla capacità di concentrazione se riuscì ad ignorare tutto il sottofondo attorno a sé, comprese le incitazioni di Ginny che gli avrebbero solo procurato un notevole fastidio.

Aveva fatto tutto il necessario, specie evitare confronti diretti per non illuderla o darle incoraggiamenti e ciononostante le sue attenzioni sembravano persino più marcate.

Si appiattì meglio sul manico di scopa e si sentì intirizzire per il turbine di aria gelida che lo investì ma lo sguardo era fisso sulla palla dorata che sfrecciava nell’aria a velocità supersonica.

Tese le dita intirizzite e dopo un giro della morte che avrebbe fatto commuovere Baston, strinse tra le dita il boccino.

Sorrise osservandolo mentre si dibatteva tra le dita prima che le alette smettessero di frullare.

Ragazzi, agli spogliatoi”. Annunciò alla fine e scese sul campo di gioco prima di gettarsi sotto la doccia bollente.

Trascorse il resto della serata imprecando contro Piton e la ricerca quasi impossibile ed era ormai notte fonda quando si infilò sotto le coperte.

Nella mente rivide quel bigliettino anonimo e con un sorriso scivolò nel sonno.


 

(Pov Sara)

Avevo passato una mattinata infernale: avevo la sensazione irritante – quanto paranoica – che tutti nella scuola mi stessero fissando e sapessero di quel bigliettino che mi aveva scritto Draco Malfoy.

Il che era ovviamente ridicolo ma ero stata tesa tutto il tempo delle ore scolastiche, prendendo distrattamente appunti.

Di fronte agli occhi rivedevo quanto accaduto sul treno per il ritorno a scuola, dopo le vacanze.
Le parole di Malfoy, il suo sguardo dardeggiante fino a quel bacio che mi aveva rubato e quel richiamo quasi disperato prima di svenire.

Scossi la testa per l’ennesima volta e quando la campanella siglò la fine delle lezioni, fui lesta a salire fino al settimo piano.

Passai di fronte alla porta per tre volte e, come di consueto, mi si aprì di fronte un immenso salone.

Un bel divano di pelle bianca di fronte ad un camino e il libro che stavo leggendo in quell’ultimo periodo.

Mi sciolsi il nodo della cravatta, mi passai una mano tra i capelli e mi abbandonai sul divano per leggere.

L’unica fonte di consolazione e di stasi dalla realtà era rinchiudermi tra quelle quattro mura, sapendo che nessuno a parte Amanda, avrebbe potuto rintracciarmi.
Mi immergevo in storie di guerriere, di principesse, di fate o di semplici babbane e dimenticavo il mondo circostante.

La magia della lettura” : così mi piaceva definirla.


 

(Pov Amanda)

Entrai nella stanza delle necessità, salutai la mia amica Sarah che aveva già finito di studiare e mi accomodai nel divano affianco a lei.

Rimanemmo a chiacchierare fio all’ora di cena e lei mi raccontò del biglietto di quel miserabile.

Ignoralo”.

Le dissi mentre prendevamo posto a tavola nella Sala Grande.

Iniziai a mangiare e i miei occhi si posarono nuovamente su Harry, rimasi in silenziosa contemplazione per il resto della cena.


 

(Pov Sara)

‎”Ignoralo”. Mi aveva detto Amanda e avrei senz’altro seguito il suo consiglio in condizioni normali. In condizioni normali perché di fatto quel bigliettino sembrava bruciare nella tasca della gonna della divisa.

Una parte remota del mio sistema nervoso mi aveva fatto notare che non c’era alcun motivo per volerlo serbare, neppure si fosse trattato di una vera e propria lettere d’amore.

Ciononostante, dovevo tornare a guardarlo e più di una volta, quasi a sincerarmi che fosse reale.

Sospirai un’ennesima volta, quella sera a cena, mentre tenevo lo sguardo fisso sul mio piatto: non volevo correre il rischio di incrociare il suo sguardo o peggio ancora, fargli credere che lo guardassi di nascosto.

Feci una smorfia al solo pensiero e scossi la testa: non provai neppure a coinvolgere Amanda in una discussione eravamo sature dopo quelle del pomeriggio che portavano alle solite parole e formule di chiusura.

Rimanemmo vicine ma ognuna persa nei propri pensieri e quella notte quando mi misi a letto, ebbi ancora la percezione delle sue labbra sulle mie.

Scossi la testa, imprecai tra i denti, e mi girai dall’altro lato per dormire.


 

Draco Malfoy stava perlustrando il giardino nel consueto giro di ronda.

Ad un certo punto, mentre camminava svogliato con le mani in tasca, udì un rumore:

Chi c’è?”. Domandò guardandosi intorno.

Udì una risata femminile, una risata piuttosto sinistra che gli fece accapponare la pelle.

Chi sei, esci fuori!”. Gridò con una nota di panico nella voce.

Udì un rumore secco e qualcosa gli cadde tra i piedi, si abbassò e vide un oggetto luccicare.

Lo sollevò con la bacchetta e quando fluttuò all’altezza degli occhi, scoprì con stupore che si trattava del medaglione di Serpeverde.

Lo prese tra le mani e lo osservò curioso prima di metterselo in tasca.

Si guardò attorno per scorgere chi lo aveva lanciato, gli sembrò di percepire ancora quella risata, dei passi che si allontanavano di corsa.

Non provò il minimo impulso di seguire la figura sconosciuta ma si ritirò, accarezzando con la mano nella tasca quel prezioso cimelio della sua Casa di appartenenza.

Tornò in fretta nei sotterranei, entrò nella sua stanza, si tolse la giacca e il maglione e si sdraiò nel suo letto.

Riprese tra le mani il medaglione per poi nasconderlo sotto il cuscino e coricarsi.


 

(Pov Draco)

Quella notte avevo fatto sogni strani: immagini confuse di mio padre, i Mangiamorte e Voldemort.

Non ne conoscevo il significato ma avevo la sensazione che c’entrassero qualcosa con il medaglione di Serpeverde che avevo trovato e che custodivo gelosamente in tasca.

Non mi andava di farmi condizionare la giornata da pensieri negativi anche perché, finalmente, quel giorno avevo lezione assieme ai Corvonero ed era l’ennesima occasione per tormentare la Angels.

Mi recai nell’aula sorridendo e ammiccando in sua direzione: sogghignai nel vederla sbuffare.

Era già seduta al suo posto vicino ad una compagna, l’amica pitbull non c’era.

Mi sedetti nel banco vicino al suo e, in un attimo di distrazione dell’insegnante, disegnai un immagine di me e lei che ci baciavamo e la modificai con la magia in modo che si muovesse.

La chiamai sotto voce toccandola con la bacchetta e le lanciai il biglietto come se le stessi lanciando un bacio.

Sogghignai vedendola dapprima sgranare gli occhi poi arrossire e arrabbiarsi accartocciando il foglio e rilanciandomelo.


 

(Pov Sara)

Mi sedetti con Luna prima dell’inizio della lezione di Ruf e chiacchierai tranquillamente con la mia amica, fino a quando non vidi entrare quel Serpeverde tanto arrogante e disgustosamente sicuro di sé.

Ammiccò in mia direzione e sbuffai risentita, incrociando le braccia al petto e fissandolo torva, prima che Ruf iniziasse lezione.

Lezione che, come da tradizione da che insegnava in quella scuola, aveva un effetto soporifero nei suoi allievi, ma mi sforzai di continuare a prendere appunti sulla mia pergamena.

Un altro inconveniente era che il docente teneva sempre lo sguardo fisso esclusivamente sulla pergamena per cui avremmo anche potuto ingaggiare una lite sotto i suoi occhi e non se ne sarebbe accorto.

Mi sentii richiamare e roteai gli occhi ma mio malgrado mi voltai verso il biondino che mi lanciò il bigliettino, mimando un bacio silenzioso quanto patetico.

Sospirai e mi passai una mano tra i capelli, dispiegandolo e guardando l’immagine in movimento.

Ti andrebbe… di nuovo?

Era scritto sotto l’immagine e sentii le guance andarmi a fuoco e stropicciai quel foglietto tra le mani, prima di fissarlo con rabbia.

Glielo lanciai contro ma prima mi premunii di scriverci sotto:

Quelli non erano baci ma “attacchi a tradimento”… preferirei baciare un vermicolo di mia spontanea volontà!.

Sottolineai bene il nome dell’animale e gli gettai il foglietto addosso quasi fosse stato un’arma contundente.


 

(Pov Draco)

Presi al volo il foglio accartocciato lanciatomi.

Lo aprii e sogghignai leggendone la risposta.

Presi un altro foglio e ci scrissi:

Bene, allora voglio vederti baciare il vermicolo: se non ci riesci dovrai baciare me.

La disegnai mentre baciava il suddetto animale, poi le rilanciai il figlio.


 

(Pov Sara)

Stavo riprendendo a scrivere i miei appunti salvo emettere uno sbuffo risentito quando il foglio mi colpì sulla tempia.

Lo fissai di sbieco ma dispiegai per l’ennesima volta il foglio di pergamena e lessi quelle parole.

Strinsi le dita e le aprii e chiusi e provai l’impulso di voltarmi, gettarmi su di lui e strangolarlo lentamente.

Inspirai ed espirai, facendo una smorfia schifata a quel disegno e cancellandolo muovendo su e giù la piuma come lo stessi accoltellando.

Infine, la intinsi nel calamaio e scrissi:

Dovrai costringermi con una imperius, lurido verme!

Lo piegai e glielo gettai con la stessa stizza di prima.


 

(Pov Draco)

Le lanciai un nuovo messaggio facendo un ritratto di lei arrabbiata e intorno un cuore e sotto scrissi:

Sei eccitante quando ti arrabbi… ti desidero.

Si girò a guardarmi e lanciai uno sguardo ammiccante alzando e abbassando le sopracciglia salvo lambirmi le labbra.

Mi sembrava ancora di percepire la morbidezza delle sue e provai l’impulso di bruciare le distanza tra noi e coglierla a sorpresa.


 

(Pov Sara)

Sperai che quel giochetto demenziale sarebbe giunto alla fine; invece sbafai sulla mia pergamena quando il suo biglietto mi arrivò di nuovo sul banco.

Lo aprii seppur scornata e quando lessi quelle parole sentii un verso strozzato di indignazione e di vergogna, il mio cuore scalpitò furioso e mi voltai a guardarlo, incredula.

Lui alzò ed abbassò rapidamente le sopracciglia, con fare suadente, e sentii le gote bruciarmi mentre boccheggiavo, salvo scuotere la testa disgustata.

Feci una smorfia e cancellai il suo messaggio prima di scrivere sotto.

Hai una faccia da stronzo e sei un maniaco, mi ripugni!

Lo sottolineai ben bene e glielo rigettai per poi riprendere a scrivere scornata.


 

(Pov Draco)

E tu sei scorbutica, odiosa e piena di te: non ti sopporto… ma adoro perdermi nei tuoi occhi.

Rilanciai il bigliettino sul suo banco e sorrisi continuando ad osservarla e spiarne i gesti e le espressioni che erano anche più divertenti se associati alle sue risposte.


 

 (Pov Sara)

Boccheggiai e mi indignai offesa quando lessi quegli epiteti “scorbutica, “odiosa” e “piena di me” ma quando giunsi al commento finale “perdermi nei tuoi occhi” restai letteralmente senza fiato.

Di fronte agli occhi mi apparve quel momento galeotto sul treno di ritorno a Hogwarts quando mi ero specchiata in quello sguardo di madre perla che sembrava quasi animato da un fuoco interiore.

Ricordavo ancora la sensazione delle sue labbra e bastò quello per farmi morsicare il labbro, prima di scuotere la testa e rispondere.

Stai solo sibilando per stordirmi… non vuoi far altro che avvelenarmi ma non cadrò nel tuo tranello.

Scrissi sperando fosse abbastanza intelligente da cogliere il significato della metafora.


 

(Pov Draco)

Sorrisi divertito per quel paragone davvero calzante e le risposi utilizzando la stessa metafora.

Non ho bisogno di avvelenarti: basterà strisciarti intorno e prima di quanto pensi ti troverai stretta nella mia morsa.

Scrissi questo sotto il disegno che la raffigurava nuda avvolta da un serpente verde. Rilanciai il biglietto e aspettai la sua reazione


 

(Pov Sara)

Presi il biglietto tra le mani convenendo tra me che oltreché inopportuno il ragazzo era davvero molto insistente.

Mi domandai a quale pro continuare quel giochetto insignificante: non avrebbe speso meglio le sue energie occupandosi di qualcuna più giuliva e propensa ad assecondare i suoi capricci.?

Rilasciai un ansimo senza fiato quando vidi quella raffigurazione e lessi le parole riportate al di sotto e tremai di rabbia e di indignazione, spiegazzando il foglio con forza e strappandolo in mille pezzetti.

Presi un foglio liscio di pergamena e pulito e vi scrissi sopra rapidamente.

Non ti basterebbero migliaia di “mute” perché io possa anche solo PENSARE di farmi avvolgere dalle tue spire…

Lanciai un sortilegio sulla pergamena in modo che una volta lette queste parole, un getto d’acqua gelida gli spruzzasse in faccia.

Ps. Questo è per sbollire i tuoi ardenti spiriti, lurido porco!


 

(Pov Draco)

Presi il biglietto e fui colpito in pieno da un getto d’acqua.

Picchiai Goyle che si era messo a ridere tuttavia non potei fare a meno di sorridere anch’io: ma che trucchetto divertente!

Presi un altro foglio e vi scrissi:

Più mi respingi, più mi diverto.

Se pensi che bastino questi trucchetti a fermarmi, ti sbagli.

Lanciai un incantesimo sul biglietto perché si tramutasse in petali di rose che emanavano un profumo dolcissimo e glielo lanciai.

Questo è solo l’inizio. Conclusi nella lettera


 

(Pov Sara)

Aprii il biglietto e fui investita da un piccolo turbine di petali di rosa e mio malgrado inspirai quel profumo soave ma delicato.

Sarebbe stato un gesto senza dubbio romantico se lui non fosse stato così subdolo e arrogante, persino in quella sua sicurezza sull’inevitabilità del mio cedere alle sue lusinghe.

Probabilmente il mio coprirlo sul treno aveva alimentato le sue aspettative e la sua sicurezza, pensai imprecandomi contro, mentre concludevo di leggere il suo bigliettino.

Smetterai presto di divertirti e comunque ti sbagli. Per me è la fine.

Risposi semplicemente, gettandoglielo e quando la campanella suonò, segnalando la fine della lezione, mi alzai velocemente dal banco e uscii nel corridoio prima che avesse il tempo di leggere la mia risposta.


 

(Pov Draco)

Presi il suo biglietto e dopo averlo letto, sospirai passandomi una mano tra i capelli.

Pansy si avvicinò a me domandandomi se volevo studiare con lei.

Non oggi e ora, se vuoi scusarmi, ho di meglio da fare”.

Me ne andai senza aspettare la sua risposta: senza rendermene conto mi ritrovai davanti alla sala comune dei Corvonero.

Ti sbagli Angels, ho appena cominciato”. Sussurrai tra me e me mentre tornavo alla Sala Grande e andavo a prepararmi per l’allenamento di Quidditch.


 

(Pov Harry)

Decise di approfittare di quell’ora libera per terminare il compito di Pozioni: Piton lo aveva seriamente minacciato di metterlo in castigo fino al diploma nonché espellerlo dalla squadra di Quidditch fino a quando non si fosse messo in pari.

Sbuffò e lesse per l’ennesima volta lo stesso paragrafo del vecchio e polveroso libro prestatogli da Hermione e si mise di impegno per completare la sua ricerca con accanto i suoi inseparabili amici.

Tutto bene Harry?”. Gli domandò Hermione dopo che ebbe stropicciato l’ennesimo foglio di pergamena e gettato nel camino acceso.

Si passò una mano tra i capelli e sbuffò mentre Ron si sgranchiva sulla sedia con un sorriso soddisfatto.

Fatto… se vuoi puoi copiare da me”.

Gli avvicinò la pergamena ed Hermione lo fissò di sbieco come avesse appena pronunciato un’imprecazione.

Harry sorrise appena ma scosse la testa e rimirò il suo tema: non era molto approfondito e neppure particolarmente elaborato ma gli sarebbe valsa almeno una A, o almeno era quello che sperava.

No, Piton dovrà accontentarsi di questo”.

Aprì la borsa per mettere al sicuro il tema ma nella confusione, la sciarpa di Grifondoro ricamata gli cadde sul pavimento.

Stava per chinarsi, usufruendo dei suoi riflessi da Cercatore, ma Hermione fu più lesta e la prese tra le mani, osservandola un poco.

Questa non è quella di Madama McLan”.

Osservò e il ragazzo si sentì arrossire.

No, infatti… un regalo”. Borbottò confusamente, riprendendola e affrettandosi a metterla nella borsa.

Non aveva fatto parola coi suoi migliori amici dei regali anonimi: non che se ne vergognasse, ma era qualcosa di piuttosto “privato” e prima avrebbe voluto scoprire l’identità della ragazza misteriosa.

Ci nascondi qualcosa, Harry?”. Domandò Hermione con un sorriso più malizioso e Ron gli batté sulla spalla.

Nuove conquiste?”.

Devo andare”. Farfugliò alzandosi e mettendosi la borsa a tracollo.

Ci vediamo in aula”. Si congedò e prima che potessero replicare era già uscito dal ritratto.

Decise di approfittare del tempo restante per andare a fare una visita ad Hagrid ma appena uscito dall’aula quasi si scontrò con Ginny il cui viso sembrò farsi raggiante quando lo vide.

Ciao Harry… le piante sono gelate e la Sprite ci ha fatto uscire prima - spiegò la sua presenza - dove stai andando?”.

Il giovane sospirò impercettibilmente.

Da Hagrid”.

Oh, ti accompagno!”.

Cicalò allegramente e senza attendere risposta gli si affiancò scendendo con lui e avvicinandosi così tanto che le loro braccia si sfioravano camminando.


 

(Pov Amanda)

Ero nella sala comune dei Tassorosso, quando mi ricordai improvvisamente che dovevo consegnare un tema sui draghi.

C’era solo una persona che poteva aiutarmi ovvero Hagrid, il guardiacaccia.

Non ero mai stata da lui: essendo bassina ero particolarmente impressionata dalla sua stazza ma se c’era una persona esperta di draghi, quella era proprio lui.

Indossai il mio cappotto, la sciarpa e il capello, presi la borsa e il quaderno degli appunti ed uscii dal castello.

Bussai alla porta della sua capanna: sentivo un lieve brusio dall’interno e dopo qualche secondo la porta mi fu aperta da Harry.

Rimasi interdetta e il mio cuore scalpitò furioso mentre sentivo le guance avvampare.

C-Ciao – salutai con voce stridula – posso entrare? Dovrei parlare ad Hagrid”.


 

(Pov Harry)

Sospirò ma per tutto il tragitto stette bene attento a non incrociare lo sguardo della ragazzina dai capelli rossi.

Si passò una mano tra i capelli con un verso strozzato di frustrazione: cos’altro sarebbe stato necessario per poterle far capire, senza comportare una sua rottura con la famiglia Weasley, che non era interessato a lei.

Eppure non l’aveva mai neppure incoraggiata, al contrario aveva fatto tutto il possibile per tenersi alla larga.

Sospirò tra sé ma la visita da Hagrid e le chiacchiere con il guardiacaccia sembrarono farlo rilassare.

Si riscosse al suono della porta e visto che il padrone di casa era impegnato con il bollitore, andò ad aprire e si ritrovò faccia a faccia con Amanda Rubens.

Non si erano più incrociati dal rientro a scuola e la ricordò a terra mentre gli chiedeva aiuto ed avevano persino riso insieme, avendo apparentemente smussato la tensione tra loro.

Le sorrise ed annuì.

Certo, entra”.

Il guardiacaccia si voltò e rimase sorpreso: non aveva mai visto quella giovane o forse non la ricordava.

Oh salve , Signorina...non conosco il tuo nome”. Ammise goffo e imbarazzato.

Sono Amanda Rubens dei tassorosso”. Si presentò la ragazza specificando anche la sua casa di provenienza.

Potrei parlare cortsemente?”. Domandò all'uomo dopo essersi schiarita la voce mentre cercava di evitare lo sguardo di Harry.

Ma certo – rispose Hagrid ritrovando la sua proverbiale giovialità – vieni, accomodati, c’è del the e dei biscotti anche per te!”.


 

(Pov Amanda)

Grazie .. molto volentieri ”. Risposi con un sorriso .

In realtà non avevo appetito ma perlomeno avevo rotto il ghiaccio ed era quasi un sollievo non ritrovarmi sola con quel'energumero.

Peccato che ci fosse anche Ginny Weasley seduta a tavola: la sua sola vista mi irritava facendomi ribollire il sangue nelle vene.

Per un istante pensai di lasciar perdere , alzarmi e andarmene di corsa ma purtroppo il compito era importante e per il giorno dopo e, poi non sarebbe stato carino nei confronti di Hagrid.

Cercai di mettere da parte l’orgoglio e l’odio per quella ragazzina e mi sedetti a tavola: sorseggiai il mio the e domandai al guardacaccia se poteva aiutarmi .

Accettò più che entusiasta e cominciò a dirmi tutto ciò che sapeva e scrissi le informazioni sul mio quaderno.

Per tutto il tempo evitai di guardare Harry ma sentii Ginny bisbigliare al suo fianco, cosa che mi irritò moltissimo.

Non appena ebbi finito di scrivere, alzai gli occhi e scoprii lo sguardo turchese fisso su di me: il mio cuore mancò un battito ma feci finta di nulla.

Mi alzai da tavola, ringraziai il gigante, salutai i presenti e tornai al castello.

Faticai moltissimo a scrivere il tema nonostante gli appunti e questo perché nella mia mente e nel mio cuore rivedevo gli occhi di Harry scrutarmi e mi domandavo il perché.

Ero afflitta dal dubbio che fosse fidanzato con la Weasley.


 

(Pov Harry)

Si risedette al suo posto mentre la Rubens prendeva posto tra loro e si rivolgeva ad Hagrid chiedendogli informazioni sui draghi.

Harry rivide in un flash l’immagine di Norberto e per un attimo ricordò tutti i guai passati al suo primo anno a causa per amore di Hagrid.

Sospirò tra sé, quasi con un sorriso, prima che Ginny gli sussurrasse all’orecchio, facendogli notare come Amanda avesse le guance e le orecchie rosse e che con qualche accorgimento lei sarebbe sembrata più Weasley di se stessa.

La ragazzina ridacchiò della sua stessa battuta, passandosi una mano tra i capelli con fare un po’ civettuolo che fece storcere il naso al ragazzo.

Anche lui osservò le gote arrossate della ragazza e i suoi occhi resi ancora più lucidi e splendenti ma Ginny non poteva immaginare che, a differenza sua, quelli gli apparivano come vezzi che rendevano la sua figura ancora più dolce e delicata.

Quella timidezza tremula che si intravedeva dietro quell’apparenza più arrogante, energica e talvolta bizzosa.

Quando alzò lo sguardo su di lui provò una strana morsa al petto e la seguì con lo sguardo finché non uscì.


 

(Pov Amanda)

Finalmente riuscii a terminare il tema.

All’ora di cena, scesi in Sala Grande e presi posto affianco di Sarah.

La mia amica era di pessimo umore e mi raccontò dei bigliettini di quel marrano di Malfoy.

Guardai al tavolo dei Serpeverde e lo vidi che osservava Sarah.

Ti sta guardando”. Bisbigliai al suo orecchio prima di tornare a mangiare.

Dopodichè, come di consueto, gettai un’occhiata al soggetto dei miei desideri e scoprii che il suo sguardo era fisso nel mio.

Arrossii e tornai a guardare la mia amica, sparlando di Malfoy per tutto il resto della cena.

La notte, girandomi nel letto, faticai a prendere sonno.

Cavolo”. Esclamai rizzandomi dal letto, all’improvviso, madida di sudore.

E se avesse capito tutto?”. Mi presi la testa tra le mani con disperazione.

No, non può essere… no, accidenti. Devo smettere di guardarlo o lo capirà presto”.

Sospirai e tornai a stendermi.

Da domani lo ignorerò totalmente”. Sussurrai tra me e me, prima di riaddormentarmi


 


 

(Pov Harry)

Si erano congedati poco dopo da Hagrid e negli occhi di Harry, ancora le immagine delle gote arrossate di Amanda Rubens e di suoi occhi sfavillanti.

Non si era più interrogato circa quella nuova sensazione improvvisa che lo aveva attanagliato quando aveva incrociato il suo sguardo e aveva rimosso il pensiero per il resto della mattinata.

Il vento aveva iniziato a soffiare e aveva cercato istintivamente la sciarpa dentro la propria borsa e indossandola si sentì quasi in colpa nei confronti della ragazza misteriosa mentre inspirava quel profumo soave di cui la sciarpa sembrava ancora intrisa.

A cena si sedette coi suoi amici ma il suo sguardo aveva di nuovo incontrato quello di lei e non era riuscito a sottrarsene.

Scosse la testa e cercò di concentrarsi sulla sua cena, non riuscendo ancora a descrivere quella morsa allo stomaco che lo aveva lasciato senza fiato.

Affondò maggiormente il cucchiaio nella zuppa e cercò di riporre quel pensiero, prima di lasciarsi coinvolgere in una discussione sul Quidditch.


 

(Pov Sara)

A cena ero di pessimo umore e ancora una volta potevo ringraziare quel grande cafone, arrogante e maniaco pervertito.

Avevo raccontato ad Amanda cosa era successo e insieme ci eravamo messe a denigrarlo, ciò mi aveva un poco rinfrancato seppure mi fossi premunita anche a cena di non alzare mai lo sguardo in sua direzione.

Quando poi mi informò che continuava a fissarmi mi morsi il labbro: avrei voluto incrociare lo sguardo o affatturarlo in modo più doloroso per intimargli di smetterla ma ricordai il suo bigliettino.

Più reagivo e più questo lo divertiva quindi non potevo assecondare ulteriormente il suo divertimento.

Stupido”. Borbottai tra me e continuai a cenare con lo sguardo fisso sul piatto e quella notte, rividi in sogno tutti i suoi disegni: il bacio tra noi due fino alla mia immagine nuda avvolta dalle spire di un serpente.

Perché proprio me?! Non potei fare a meno di chiedermi e sospirai.


 

(Pov Draco)

Dopo l’allenamento andai a cena e mi sedetti come di consueto in un punto da cui potevo lanciare sguardi ammiccanti alla Angels, cosa che non mancai di fare.

La vidi bisbigliare con la sua amica e lessi nel labiale che stavano sparlando di me.

La cosa mi divertì moltissimo: vidi la Rubens guardarmi ma la ignorai e gettai uno sguardo provocatissimo sulla Angels che però non ricambiò.

La vidi però arrossire ed intuii che la sua amica le avesse riferito che la stavo osservando.

Per tutta la cena, infatti, non alzò mai gli occhi verso di me ma tornai nella mia stanza di ottimo umore.

Dopo aver terminato i miei compiti, mi gettai sul letto e mi addormentai pensando a nuovi modi per stuzzicare la Angels.

Dopo qualche ora mi svegliai di soprassalto, guardai l’ora: le tre di notte.

Mi alzai di soppiatto: una voce dentro di me sembrava parlarmi d’istinto presi il medaglione dei Serpeverde dalla tasca e l’osservai .

La mattina dopo mi risvegliai nella Stanza delle Necessità e non ricordavo né come né perché mi trovassi lì.

Avevo ancora tra le mani il medaglione e di fronte a me un vecchio armadio come quello che tre anni prima avevo intravisto da Magie Sinister.

Non ricordavo assolutamente nulla della notte precedente: sapevo solo che erano le quasi le nove e che ero in ritardissimo.

Tornai nella mia stanza in fretta e furia, mi rivestii e andai a lezione senza aver fatto colazione.

Rimasi stanco e di pessimo umore tutta la giornata e quando Tiger e Goyle mi chiesero come mai quella mattina non ero nel mio letto e perché non ero sceso in Sala Grande, risposi loro di non impicciarsi.

Anche se avessi voluto, non avrei saputo spiegarlo.


 

Continua ….


 

Salve giovani, l'estate finalmente è iniziata e le scuole sono finite.

Ora che non avete più da sgobbare sul libri di scuola, potrete alzarvi tardi, andare al amare e a divertirvi e la sera prima di dormire, potete dedicarvi perchè no, alla lettura di qualche bella fanfiction.

Spero che tra le vostre scelte ci sia anche la mia ;)

Intanto ringrazio chi mi sta già seguendo, chi ha messo la storia tra le seguite e le ricordate e chi mi sta recensendo: siete dei tesssori *-*

Specialmente la mia Kiki87 che non mi fa mai mancare il suo incoraggiamento.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto.

Se avete qualche suggerimento e consiglio dite pure, se invece avete qualche domanda sulla trama in se, aspettate i prossimi capitoli e tutto sarà chiarito.

Dico questo e chiedo venia perchè la fanfiction l'ho scritta tre anni fa e non mi ricordo quasi nulla , in più, sempre tre anni fa ho letto i libri di Harry Potter, quindi anche se a grandi linee ricordo la storia, ho dimenticato certi particolari.

Poi i capitoli li sto rileggendo e revisionando di settimana in settimana prima di postarli nel sito.

A parte questo spero comunque che vi stia piacendo e mi auguro che continuerete a seguirla.

Vi ringrazio di cuore e vi rimando l'appuntamento alla prossima settimana (salvo impegni) e vi auguro un buon proseguimento di vacanze.

A presto :)


 

   
 
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