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Autore: meme_97    01/07/2013    2 recensioni
[PROGETTO IN FASE DI AMPLIAMENTO: STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA]
Creature diverse, poteri inimmaginabili.
Sette giovani dalle vite completamente differenti condividono un grande segreto, ma di cui neppure loro sono a conoscenza. E' compito della Custode riunirli e insegnare loro ciò che devono sapere, per, infine, riportare equilibrio tra le razze. Qualcuno, però, ha intenzione di sabotare la loro impresa...
Genere: Fantasy, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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Il risveglio CAP. 2 - Il risveglio

Si svegliò in un letto, situato a lato in una piccola stanza di una casetta di legno. Nykla era molto confusa: Dove sono? pensò.

Si guardò intorno e vide un ambiente rustico, tipico della zona alpina a cui era abituata e questo la fece rilassare un poco. Aveva un leggero mal di testa e la pervadevano sensazioni strane, sconosciute, ma non si ricordava cosa fosse successo la sera prima. Se si fosse svegliata a casa o in un ospedale avrebbe pensato a una “notte da leoni” oppure a una qualche brigata se si fosse ritrovata in carcere, ma non riconosceva nessuno di quei luoghi in quella luminosa stanzetta.

Un’anziana donna entrò e parlò in francese:

-Bonjour, mademoiselle. Comment ça va?-

Nonostante molti nella zona di confine del Piemonte con la Francia parlassero entrambe le lingue nazionali, Nykla comprendeva solo l’italiano e non le era mai interessata la conoscenza di altre lingue all’infuori della propria; inoltre, a scuola non prestava particolare attenzione alle lezioni, quindi non aveva mai imparato neanche l’inglese.

La donna, avendo notato che la ragazza non aveva risposto, ritentò in italiano.

-Ben svegliata. Come ti senti?-

L’accento non era fortemente marcato, inoltre aveva utilizzato l’italiano immediatamente dopo il francese, senza passare per l’inglese, perciò Nykla dedusse che dovevano trovarsi in un qualche luogo in Francia poco distante dall’Italia.

Rispose chiedendo a sua volta dove si trovassero, ma l’anziana signora disse solo che erano in una foresta alpina.

In una foresta? Ma come diavolo ci era arrivata? Nykla cercò di risalire agli avvenimenti della serata partendo dal pomeriggio, che si ricordava bene.

Dopo pranzo aveva litigato con il padre, come accadeva molto spesso ultimamente. Avevano iniziato quando lui l’aveva rimproverata perché non gli aveva detto che sarebbe andata a farsi un tatuaggio il giorno seguente. Lei era sbottata dicendo che poteva fare quello che le pareva quando voleva, ma il padre aveva reagito tirandole uno schiaffo. La ragazza inizialmete era rimasta basita, poi, però, aveva sibilato, in preda alla rabbia:

-Sei patetico, sai solo menare, mai una volta che ti esprima a parole. Se mamma fosse ancora qui, non avresti agito in questo modo e magari ci sarebbe stato più affetto in questa casa. Sei un fallito, senza di lei non sei niente!-

Poi era uscita ed era andata a casa di Rebecca per sfogarsi e, dopo che Gianlu e Fede erano passati da loro, erano andati insieme all’Olimpico, l’unica discoteca di quella città.

Da lì in poi i ricordi si facevano nebulosi, ma improvvisamente la realtà la travolse.

Oh, porca miseria...pensò quando si rese conto di cosa era successo nella foresta.

Devo andarmene. Subito.

L’ospite nel frattempo era uscita e quando Nykla tentò di muoversi, sentì una fitta di dolore al fianco sinistro, poprio dove il cane l’aveva morsa, e le scappò un gemito. Si tirò su la maglietta aspettandosi di vedere uno squarcio, ma notò una grande fasciatura bianca che le circondava completamente il fianco.

Al rumore di passi seguì l’ingresso della signora che aveva portato la colazione: latte e biscotti. La ragazza era solita bere un espresso la mattina, anche se il latte le piaceva lo stesso, ma non aveva fame, era completamente sazia. Declinò l’offerta e scrutò attentamente il volto della donna: profonde rughe la segnavano e le davano un’aura austera e gentile, il naso affilato e le labbra sottili erano in contrasto con i grandi occhi celesti, infine i capelli grigi erano raccolti con cura in uno chignon.

Chissà cos’aveva pensato quando l’aveva trovata svenuta nella foresta, forse sapeva. Nykla s’insospettì e sperò che non facesse domande. Quasi avesse sentito la preghiera implicita della ragazza, la vecchia donna non chiese niente riguardo alla notte scorsa, ma riesaminò la ferita e, dopo averla cosparsa con una sostanza appiccicosa e molto profumata, cambiò le bende e portò dell’acqua per Nykla, che bevve con avidità.

Nykla era riuscita a scorgere la ferita, che era decisamente migliorata rispetto a prima. Ma quanto tempo fosse passato non lo sapeva dire, perciò cercò con lo sguardo qualche indizio che la potesse aiutare. Dopo minuti di intensa ma celata ricerca, notò una piccola agenda su un tavolo, che però era irrangiungibile, perciò si decise a chiedere quanto avesse riposato alla sua salvatrice, se si può chiamare così.

-Solo un giorno e qualche ora-. La donna non era di tante parole.

Nykla si fece coraggio e chiese:

-Come mi ha trovata?-

L’altra ci pensò su un attimo, come se stesse decidendo se essere sincera.

-Ho sentito uno sparo, perciò sono corsa fuori e non distante da qui ti ho trovato stesa per terra sanguinante, così ti ho portato in casa e ho fatto il possibile per curare le tue ferite.-

Nykla non la trovò particolarmente convincente, come se avesse detto solo parte della verità.

L’anziana le sorrise e le porse una fialetta.

-Bevi-

-Non...- cominciò Nykla ma non riuscì a concludere perché era stata costretta a bere quel liquido trasparente senza odore. Pochi secondi dopo era caduta in un sonno profondo.

 

Si svegliò improvvisamente, allarmata da qualcosa. Qualcuno stava parlando al piano di sotto, così si alzò e si avviò giù per le scale. Il fianco non le faceva più male e stava complessivamente meglio, nonstante avvesse timore per chi avrebbe trovato al pian terreno. Le scale arrivavano nella sala da pranzo, collegata alla cucina da un arco e al salotto da una porta scorrevole. L’arredamento era più moderno del piano di sopra, ma s’intonava perfettamente con l’ambiente. Attraversò la sala e si accostò alla porta scorrevole per sentire meglio le voci, che però s’interruppero bruscamente. Nykla era stata attenta a non fare nessun rumore: era scalza e indossava solo una camicia da notte grigia.

Ora che si erano zittiti non aveva più senso origliare, perciò entrò, come se fosse stata la sua intenzione fin dall’inizio.

Nella stanza c’erano in tutto quattro persone: la vecchia sua ospite, due uomini –uno seduto sul divano e l’altro appoggiato al muro- e una donna –anch’essa in piedi- mai visti prima. Nykla s’irrigidì istintivamente, non si sentiva a suo agio. Inoltre l’uomo seduto la fissava intensamente con i suoi luminosi occhi grigi.

-La voilà!*- annunciò il secondo uomo staccandosi dalla parete.

Ah, già... come pensava di origliare se quelli parlavano francese?

L’uomo seduto disse qualcosa battendo la mano sul posto vuoto accanto a sè, facendo capire a Nykla che doveva sedersi accanto a lui.

La signora anziana era seduta di fronte a loro e probabilmente comunicò che la ragazza parlava solo italiano poiché la donna le chiese:

-Quanti anni hai?-

Lei sì che aveva un forte accento francese.

-Sedici- rispose Nykla semplicemente.

C’era tensione nell’aria, perciò l’uomo in piedi domandò sorridendo:

-Claudie, potremmo rimanere a pranzo qui, che ci aspetta un lungo viaggio dopo, per favore?-

-Certamente, caro. Vado subito a preparare! Perché non mi aiuti a preparare, Fabien?-

-Va bene, sto arrivando.- rispose l’uomo in piedi, che aveva gli occhi neri.

Nykla non capiva chi fosse quella gente, nemmeno il motivo per cui erano lì quel giorno.

Sentiva degli strani odori e cercò di respirare più profondamente per cercare di identificarli: sentiva odore di terra, di pioggia e di sangue. Infine percepì anche odore di selvaggio: era molto strano, ma non le sembrava nuovo. Proveniva dai tre nuovi individui e questo non le fece che diffidare ancora di più di loro. Avrebbe voluto andare via, ma se avesse provato a scappare, qualcuno l’avrebbe acciuffata di sicuro immediatamente.

Smise di pensarci e aspettò che il pranzo fosse pronto rimanendo lontana da tutti.

 

A tavola vennero servite grosse bistecche al sangue e della verdura, a parte, però.

La bistecca di Nykla aveva un odore invitante, ma preferiva il sapore della carne fresca, di una preda appena uccisa... Non si era resa conto che le stavano brillando gli occhi, ma sentì solo il peso dello sguardo di Alice –il nome della donna più giovane l’aveva scoperto solo pochi minuti prima-.

Mangiò velocemente e bevve molto, poi iniziarono a farle delle domande. Come ti chiami, di dove sei, cosa studi...

La ragazza inizialmente non sapeva se rispondere con sincerità alle sue domande, però poi pensò che probabilmente lo sapevano già, poteva essere una prova. Come nome riferì quello nuovo, anche se sapeva non fosse prudente.

Le sembrava di essere a quei gruppi di ascolto:

Ciao, come ti chiami?

Ciao, mi chiamo Nykla.

Ciao Nykla. (tutti, in coro)

Parlaci dei tuoi problemi, Nykla.

Ho deciso di frequentare una scuola di basso livello perché mi fa schifo studiare. Inoltre non ho amici veri e quei pochi che ho mi credono dispersa.

Poi le chiesero della famiglia:

-Chi sono i tuoi genitori?-

Lo sguardo di Nykla si fece improvvisamente duro.

-Mio padre lavora in una tabaccheria ma riceve benefici da degli amici e mamma è morta di parto-

I commensali si scambiarono qualche occhiata e l’uomo che veniva chiamato “Boss” riprese:

-Sei stata aggredita ultimamente?-

Se me lo chiedono, sanno. A Nykla vennero in mente le leggende sui licantropi, che trasformano gli umani con un morso, un po’ come i vampiri. Secondo altre versioni i licantropi si trasformavano improvvisamente quando i vampiri nei paraggi aumentavano, ma, presupponendo che i vampiri non esistessero, come aveva fatto lei a trasformarsi senza nessun morso?

Un’ombra passò sul viso della ragazza, ma infine decise di rispondere la verità: no.

Il Boss si alzò in piedi, seguito a ruota dagli altri due, e disse:

-Bene, è ora che tu ci segua.-

 

TRADUZIONE (dal francese):

*Eccola!

NOTA DELL'AUTRICE

Ciao a tutti!

Ecco qui il secondo capitolo della mia storia (scusate se ci ho messo un po', ma ho avuto un blocco terribile...)!

Spero che vi sia piaciuto e mi piacerebbe che recensiate, perché ho proprio bisogno di sapere cosa ne pensate. :) Mi raccomando, senza peli sulla linua, sia recensioni positive sia (e soprattutto) negative, in modo che possa migliorare ;)

Grazie per aver letto!

Vostra meme_97

  
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