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Autore: banksy    01/07/2013    0 recensioni
"Poi il suo pensiero andò, come sempre, ai capelli rossi di una ragazza non a caso: Lily Evans abitava nella mente di James quasi per tutto il giorno.
I suoi capelli, le sue lentiggini chiare, i suoi occhi di quel verde così inconsueto, le sue gote che arrossivano quando qualcuno le faceva un complimento.. quanto gli sarebbe piaciuto che arrossissero anche per i suoi, di complimenti.."
Genere: Comico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Marlene McKinnon, Mary MacDonald | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Capitolo 9

 

Tentar nuoce (gravemente)

 

 

 

 

«Pozioni? Ancora?» si lagnò Peter dando uno sguardo all’orario.

James annuì sovrappensiero, tutto concentrato com’era sul suo tema di Trasfigurazione.

«Ramoso, per l’amor di Merlino, cosa stai facendo?» domandò Sirius infilandosi la camicia della divisa «Da quando tu fai i compiti?»

«Da quando mi sono reso conto che quest’anno abbiamo i M.A.G.O.» fece con sicurezza, alzando il pollice e sorridendo come un povero ebete.

Remus sorrise leggermente: «Ma giuramelo!»

«Te lo giuro, Lupin!» esclamò di slancio il giovane, ottenendo un’occhiataccia da parte di Sirius.

«Basta che non cominci anche ad allacciarti il cravattino, James. In tal caso perderesti la mia amicizia. La mia preziosa amicizia» fece, col tono di uno che non ammette repliche.

James rispose, tra una risata e l’altra, che quello non sarebbe stato possibile, dal momento che in diciassette anni di vita non aveva ancora imparato come annodarlo.

Tipico di Potter.

In ogni caso, dopo varie vicissitudini che videro il povero Peter vittima di violenze da parte degli altri Malandrini, i cinque giovani scesero in Sala Comune, trovando buona parte dei Grifondoro accalcati davanti alla bacheca degli annunci.

«Si può sapere che diamine sta succedendo qui?» chiese Sirius a un quattordicenne.

«L’uscita a Hogsmeade! E’ stata programmata per questo sabato!»

Sirius poté dirsi soddisfatto di quella risposta e lasciò andare il ragazzo.

Prima che il giovane Potter potesse anche soltanto muovere un muscolo, Remus lo afferrò per le spalle: «No, James! No! Non provare nemmeno ad invitare Lily ad Hogsmeade!»

James alzò un sopracciglio: «Adesso, maledetto Lupin, spiegami per quale arcano motivo io non dovrei cogliere questa occasione, chiaro dono di Godric?»

«Perché» Remus prese un gran respiro «sabato sera non le sei stato incollato per tutta la sera e alla fine siete riusciti ad avere un discorso quasi civile. Ti dice niente questo?»

«Credo ti sia sfuggito un piccolo particolare, Lunastorta. Lily mi odia anche più di prima dopo quella sera» e Sirius annuì con entusiasmo, beccandosi inevitabilmente un’occhiataccia da James.

«Beh, questo è solamente un piccolo particolare» tagliò corto Peter e Remus gli fu grato di non averlo lasciato solo in balia di quella furia che sapeva essere James Charlus Potter.

«Beh, comunque inviterò Lily ad Hogsmeade, che vi piaccia o no!»

«Razza di imbecille!» lo apostrofò Remus «L’hai detto anche tu che Lily ti odia!»

James si sistemò gli occhiali sul naso e dopo un lungo sospiro, emanò la sua sentenza: «Inviterò Lily ad Hogsmeade solamente una volta, ok? Non più di una. E questa volta giuro solennemente di avere buone intenzioni!»

Remus e Peter scoppiarono a ridere, mentre Sirius si limitò a scuotere il capo, sconsolato.

Dopo quel breve intermezzo, i Malandrini – con l’aggiunta di Frank Paciock, trovato in Sala Comune – scesero in Sala Grande per la colazione.

Remus, Frank e soprattutto James avrebbero voluto aspettare le ragazze, ma Sirius fu irremovibile: sostenne di aver un grande appetito e proprio per quel motivo era necessario mangiare al più presto.

Tra i borbottii di James e le parole di Frank, che ripeteva assorto la lezione di Erbologia, Remus ebbe tutto il tempo di pensare al comportamento quasi assurdo di Sirius in quei giorni.

Lui, che amava stuzzicare Mary MacDonald per qualsiasi, minima cosa, aveva smesso di cercarla; lui, che passava interi pomeriggi in Sala Comune, aveva preso la strana abitudine di vivere in Dormitorio e uscirne solamente per mangiare e recarsi a lezione.

Si convinse che sicuramente qualcosa non andava nell’amico e dunque si promise di parlargliene al più presto.

Prese posto di fianco a James, davanti a Frank, il quale non aveva ancora smesso di ripetere i nomi e gli usi delle piante.

«Paciock, rischi di brutto a continuare così, ti avviso!» esclamò ad un tratto Sirius, ridendo.

«Che devo farci? Oggi abbiamo il compito in classe e non mi sento sicuro…» borbottò il moro addentando un toast al prosciutto.

«Sei il primo del corso, razza di idiota» fece James, indicandolo con gli occhiali che si era sfilato per pulire.

Frank rise e in quel momento il suo collo fu cinto dalle esili braccia di Alice Prewett, scesa per la colazione con le compagne di Dormitorio.

«Ehilà, bellezze!» le salutò James, guadagnandosi qualche sorriso e la solita occhiataccia di Lily.

Mary si avvicinò a Sirius e gli picchiettò un dito sulla spalla.

«Sirius, dobbiamo parlare!» esclamò in tono autoritario.

L’aveva chiamato con il suo nome di battesimo, e non Black com’era suo solito fare. Sirius aveva immaginato quel momento molte volte e rimase decisamente deluso. Credeva che, pronunciato da Mary, il suo nome fosse più bello, armonioso, che suonasse meglio, ma non fu così.

Non provò nemmeno niente.

«E di cosa?» chiese.

Lei fece cenno di seguirla e lui lo fece, obbediente.

Quando furono abbastanza lontani dagli occhi indiscreti degli altri studenti, Mary finalmente parlò.

«Andiamo ad Hogsmeade insieme? Per chiarire…» provò lei.

«No» le rispose lui con semplicità, evitando accuratamente di lasciar trasparire una qualsiasi emozione.

La ragazza, che non aveva valutato l’idea di un possibile rifiuto, boccheggiò: «Come no…? Dobbiamo chiarire questa situazione!»

«Io non devo chiarire assolutamente niente. E’ successo, poteva accadere con te come con altre mille ragazze. Eravamo ubriachi, è successo, stop.»

Detto questo, si allontanò per tornare a sedersi con i suoi amici, lasciandola sola.

Mary sospirò rumorosamente e appoggiò la schiena alla fredda pietra del muro.

Erano quattro anni che Sirius non faceva altro che stuzzicarla e quando aveva avuto l’occasione di averla per sé, quasi definitivamente, l’aveva rifiutata.

Con semplicità.

Con un “no” misurato, così tranquillo da far venire il nervoso al solo pensiero.

La mora pestò fece per dare un pugno al muro, ma si bloccò, rendendosi conto di quanta importanza stava dando a quell’idiota.

Fece un gran respiro e decise dunque di tornare in Sala Grande, perché la fame cominciava a farsi sentire.

Si sedette affianco a Remus, esattamente di fronte a Marlene e sorrise all’amica come niente fosse.

 

*

 

Remus l’aveva detto, ripetuto, urlato, sussurrato, scritto e persino cantato – in un momento di pura esasperazione -, ma non c’era stato verso: James aveva comunque deciso di provare ad invitare Lily ad uscire con lui.

«Sarà l’inizio della tua fine, emerito cretino!» borbottò il ragazzo, mentre i quattro Malandrini stavano raggiungendo l’aula di Difesa contro le Arti Oscure per frequentare l’ultima ora di quel pomeriggio.

«"Tentar non nuoce" dicono i Babbani, mio caro amico»

«E da quando tu saresti un esperto di Babbanologia?»

James ammiccò: «Ho tanti di quei lati nascosti da scoprire che nemmeno Silente!»

Remus ridacchiò e abbandonò l’idea di far desistere James dalla sua impresa assurda.

Per tutta la durata della lezione, il giovane Potter non fece altro che girarsi nella direzione di Lily, scrutarla – pensando a chissà che cosa -, pasticciare la pergamena sulla quale avrebbe dovuto prendere appunti, generare l’astio di Remus per quest’ultima azione in particolare e ricominciare il tutto da capo, fissando la rossa.

Quando finalmente il professor Garrell li congedò, James tirò un sospiro di sollievo e sospirando, si avvicinò lentamente a Lily, ancora seduta al suo banco, intenta a infilare con cura le sue cose in una borsa fin troppo vecchia e consunta.

«Lily, volevo chiederti una cosa…» cominciò lui e, con suo enorme stupore, Lily alzò gli occhi dai libri per fissarli nei suoi.

Per un attimo, stordito da quel che era appena successo, meravigliato per il fatto che la rossa non l’avesse ancora minacciato di allontanarsi in un microsecondo, dimenticò per che cosa si trovava lì.

Ma poiché James Charlus Potter non è assolutamente uno sprovveduto, gli bastò un’altra occhiata da parte di Lily per riportare i piedi a terra.

«Non è che ti andrebbe di venire ad Hogsmeade con me, sabato? Facciamo una cosa semplice, non ho grandi pretese: una Burrobirra e un giretto per negozi, niente di che, d’accordo?» e si lanciò in uno sproloquio riguardo alle peculiarità di Zonko e Mielandia.

Lily dovette appellare tutte le sue capacità di autocontrollo per non ridere.

Alla fine, lo interruppe: «Vado già con un Corvonero, Potter!»

Per James, che ancora elencava con tanto di aggettivi i pregi della magnifica Burrobirra di Rosmerta, quelle parole furono una doccia fredda, gelata.

«Cosa?»

«Jonathan me l’ha chiesto giusto un paio d’ore fa» lo informò alzandosi per uscire dall’aula «Mi… mi spiace!» aggiunse poi, un po’ scossa, notando gli occhi lucidi del moro.

Poi se ne andò, lasciando James da solo, a fissare il muro.

Quella volta ci aveva creduto, ci aveva sperato seriamente. Forse perché dopo la partita di Quidditch avevano parlato civilmente, forse perché lei l’aveva ascoltato senza fare storie.

E invece Lily ad Hogsmeade ci sarebbe andata con Jonathan, un Corvaccio del malaugurio, uno di quelli che non facevano altro che parlare di Aritmazia, dei maledetti dodici usi del sangue di drago e delle noiose regole delle loro noiosissime pozioni.

Lily aveva preferito la compagnia di un personaggio del genere, piuttosto che la sua.

Si sentì male, come non lo era mai stato nella sua vita. Ancora peggio di come si era sentito dopo che Margaret Hutson, al quinto anno, gli aveva che lo amava e lui si era trovato fidanzato con una ragazza intelligente e innamorata, mentre il suo cuore apparteneva già a Lily.

Quel “mi spiace”, poi, gli aveva dato il colpo di grazia.

Doveva averle fatto proprio pena, per farle addirittura pronunciare quelle due parole.

Mentre tornava con la coda tra le gambe alla Sala Comune, incontrò qualche sua ammiratrice, le quali rimasero perlopiù offese dalla reazione di James al loro saluto. Si era limitato a fare un cenno con il mento, senza nemmeno tentare un sorrisetto tirato.

Sirius aveva detto che la Evans gli stava fottendo il cervello, e mai commento fu più azzeccato. Non faceva che pensare a lei: se la vedeva intenta a studiare correva in dormitorio a fare i compiti per darle una dimostrazione di quanto fosse anche intelligente e non solo atletico; se lei era in difficoltà a Trasfigurazione, anziché ridere come gli anni passati – e come Sirius ancora faceva –, l’aiutava senza pensarci due volte; se lei voleva ancora budino dopo averlo finito, lui glielo passava, anche se aspettava di gustarlo dalla sera precedente.

Aveva sempre riso di quei ragazzi che finivano per sottomettersi alle ragazze da loro ambite, ma lui si stava comportando esattamente allo stesso modo.

Arrivato in Sala Comune, si sedette affianco a Remus, immusonito come non mai.

«Remus, perché mi piace Lily?» gli chiese di slancio.

Il ragazzo lo guardò interdetto: «Devi dirmelo tu perché, James!»

«Giusto. Allora, perché è bella, forse?»

«Se ti piace perché è bella, allora è solamente attrazione fisica, amico»

James annuì: «Ma è anche intelligente! Forse è per quello!»

«Si tratta di ammirazione, se ti piace perché è intelligente» fece Remus, guardandolo attentamente negli occhi.

«No, non è ammirazione. Non solo quello, perlomeno» James scosse la testa, facendo muovere i suoi assurdi capelli «Non so perché mi piace, non ne ho idea a dir la verità…»

Il giovane Lupin si alzò dal divano, raccattando i suoi libri: «E allora, se non lo sai, ti piace perché ne sei innamorato» e se ne andò.

 

*

 

Lily, Marlene, Mary, Emmeline ed Alice erano sedute davanti al camino della Sala Comune – quella sera faceva particolarmente freddo – raccontandosi vari aneddoti sui primi anni di scuola.

«Ma vi ricordate di quando Marlene si era fidanzata con Frank?» chiese Emmeline, ridendo.

Alice incrociò le braccia al petto: «Frank è mio!»

«Andiamo, Prewett, è successo un secolo fa! Eravamo al terzo anno!» esclamò Lene spintonando l’amica.

La ragazza, impettita com’era, perse l’equilibrio pur essendo seduta e cadde su un lato, provocando le risate generali.

Le trovò così Sirius, quando tornò in Sala Comune, dopo uno dei suoi soliti giri per il parco.

Un’idea gli balenò in testa.

Si avvicinò al gruppetto velocemente e, senza degnare di uno sguardo Mary, praticamente ordinò a Marlene di seguirlo.

Mentre la ragazza si alzava, Sirius scompigliò i capelli ad Emmeline, facendola sorridere.

Quando i due furono lontani dalle altre ragazze del Settimo Anno, Marlene si appoggiò blandamente al muro. Non era sicura di voler parlare con Sirius dopo quello che era successo, ma la verità era che non aveva la forza di volontà necessaria per dirgli di no.

«Ti va di andare ad Hogsmeade insieme?»

Marlene pensò di stare vivendo un sogno e si morse la guancia, tanto per essere sicura di non stare dormendo.

«Penso sia molto meglio uscire con te che mi sei amica, che con qualche altra sgualdrina!» disse Sirius e la giovane McKinnon capì immediatamente di essere sveglissima.

Come poteva essersi illusa così? Era chiaro che Sirius, dopo ciò che era successo con Mary, volesse un momento di relativa calma. E chi meglio della buona, sempre disponibile e simpatica Marlene McKinnon?

Avrebbe voluto rifiutare, davvero. Avrebbe voluto urlargli in faccia di aprire gli occhi e smettere di usarla come tappabuchi, avrebbe voluto, ma non ne ebbe la forza.

«Sì, certamente» balbettò, mentre Sirius gli scoccava un bacio sulla fronte come ringraziamento.

 

 

Nota dell'autrice:

Chiedo scusa se sono sparita per tutto questo tempo, ma sono partita per la montagna un giorno dopo la fine della scuola e sono tornata soltanto stamattina.

Spero di poter essere più veloce in futuro ;)

A presto,

B.

  
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