In contemplazione. Così aveva passato gran parte della sua breve vita. Mai un evento decentemente sconvolgente da destarlo dal suo ruolo da spettatore e renderlo protagonista. Anche in quel momento era un membro del pubblico. Guardava apatico la distesa sconnessa di verde che si apriva sotto l'altura su cui avevano improvvisato un luogo di sosta. Gli asfodeli bianchi ondeggiavano allo spirare del frizzante vento di marzo e il pensiero che lui dovesse essere tra quei fiori dagli steli incredibilmente alti, invece che seduto su un'umida roccia, lo stava assillando. Era un ignavo. Sempre in equilibrio, non aveva mai preso una vera e propria decisione, l'ago della bilancia delle sue azioni era sempre fermo nel centro. A lui andava bene così e, come fossero calamita, quei fiori continuavano ad attrarlo.

Gli occhiali dalla montatura pesante continuavano a cadergli sul naso per il leggero strato di sudore che si era steso sul suo viso per la lunga camminata e il cellulare era nello zaino. Troppo lontano. Poteva schierarsi? Scegliere, prendere una delle due strade e non piazzarsi in mezzo al bivio, vivere in una condizione diversa dallo stallo? Si guardò intorno. Solo asfodeli, un compagno di classe troppo cresciuto con la sua ragazza che di lì a poco sarebbe diventata un tutt'uno con la parete rocciosa tanto lui ce la stava spalmando, Olly Dewire che lo guardava. Non si era mai soffermato troppo a pensare alla sua morte come gran parte della sua stramba generazione faceva, ma forse quella ragazza avrebbe pianto al suo funerale, anche se non si erano neppure mai parlati. Era la classica persona che se ne frega di quello che gli altri pensano di te e prova ad aiutarti anche solo sorridendoti, ma Olly Dewire non stava sorridendo, lo stava guardando quasi come avesse paura di lui. Tornò di scatto a fissare il vuoto che lo divideva da quel campo che tanto lo ipnotizzava e si chiese perché l'unica persona che poteva salvarlo, aveva deciso di abbandonarlo a se stesso senza provare neppure a lanciargli l'ancora. Neppure lei avrebbe riposto le sue speranze in lui. Lui che non aveva mai fatto niente che qualcuno ricordasse. Lui che non faceva niente, mai. Fu in quel momento che decise di premere il tasto di avvio di quella vita che era stata sempre una scena in replay. Si alzò, prese il suo zaino e si lanciò in mezzo agli asfodeli.