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Autore: Ginny Lily Potter    15/01/2008    55 recensioni
Spoiler 7° Libro
La Signora Weasley armamentava ai fornelli, instancabile.
Su una pentola cuocevano la pancetta e le uova, nel bollitore l’acqua per il tea e in un una grande casseruola la marmellata di albicocche.
La tavola era già imbandita di croccanti biscotti alla cannella, pagnotte appena sfornate, calde e zuccherose, panini morbidi imbottiti di prosciutto.
Le caraffe del succo di zucca e del latte stavano già versando da sole il loro contenuto nei bicchieri, aspettando gli ospiti.
Uno scalpiccio veloce fece capire alla donna che una creatura si era appena svegliata.
Una piccola bimba dai capelli rossissimi e gli occhi castani e profondi arrivò rapidamente in cucina, con il suo pigiamino a Boccini d’Oro.
Storia svolta durante quei famosi 19 anni:
una mattina, alla Tana...
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Weasley | Coppie: Bill/Fleur, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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One Big Happy Family Weasley

 

 

 

Quel giorno dal cielo scendevano fiocchi candidi e gelati, perfetti per una battaglia a palle di neve.

Il tetto della Tana era ricoperto da un soffice strato di coltre bianca, che faceva sembrare la casa ancora più fiabesca.

All’interno, una tavola apparecchiata aspettava solo che arrivassero gli abitanti di quel piccolo castello.

La Signora Weasley armamentava ai fornelli, instancabile.

Su una pentola cuocevano la pancetta e le uova, nel bollitore l’acqua per il tea e in un una grande casseruola la marmellata di albicocche.

La tavola era già imbandita di croccanti biscotti alla cannella, pagnotte appena sfornate, calde e zuccherose, panini morbidi imbottiti di prosciutto.

Le caraffe del succo di zucca e del latte stavano già versando da sole il loro contenuto nei bicchieri, aspettando gli ospiti.

Uno scalpiccio veloce fece capire alla donna che una creatura si era appena svegliata.

Una piccola bimba dai capelli rossissimi e gli occhi castani e profondi arrivò rapidamente in cucina, con il suo pigiamino a Boccini d’Oro.

Si stropicciò gli occhioni assonnati e si guardò intorno.

Vide la Signora Weasley cucinare e corse ad abbracciarla.

La piccola era troppo bassa e arrivava solo a cingerle le ginocchia con le braccia.

La Signora Weasley si fermò e sorrise, prendendo in braccio la stella che il cielo le aveva mandato.

Un altro rumore di passi, ed ecco che un altro bambino, poco più alto, dai capelli rossi e scompigliati e gli occhi blu, comparve sulla soglia della cucina.

Vide sfocato la donna che abbracciava la piccola e, geloso, si avvicinò, facendosi coccolare.

“Eccovi qui, i miei due mattinieri!”

I bambini sorrisero radiosi, prima di aiutare la donna a portare la fruttiera sulla tavola imbandita.

“Dove sono gli altri, tesoro?” chiese alla più piccola.

La bambina, ancora un po’ assonnata, si strinse nelle spalle, afferrando un’arancia caduta dalla ciotola.

“Dai, vai a svegliarli…” si rivolse al piccolo, che si era già seduto al suo posto.

Un grande sorriso illuminò il viso del bambino, che era già saltato giù dallo sgabello e stava correndo su per le scale.

“Con calma, però! E se non vogliono, lasciali dormire ancora un poco” rise la donna.

L’acqua del tea bolliva gorgogliante e le strisce di pancetta erano ben abbrustolite e croccanti.

La Signora Weasley le tolse dai fornelli, poggiandole su un grande piatto, insieme alle uova strapazzate e al formaggio.

Un rumore flebile di passi ed ecco che un ragazzino fece capolino dalle scale, preceduto dal bambino di prima.

Era alto, avrà avuto circa cinque o sei anni, con i capelli rossi e gli occhi azzurro cielo, le lentiggini spruzzate delicatamente sulle guance.

“’Gionno…” mormorò, abbracciando la donna, con la voce impastata dal sonno.

“Dormito bene?” sorrise lei, versando nel bollitore del tea qualchè foglia verde.

“Si..si…Però Fred non stava mai zitto, continuava a russare”

“A proposito, dov’è il bricconcello?”

Un tornado invase la cucina e un ragazzino si fiondò di fianco alla Signora Weasley, schioccandole un sonoro bacio sulla guancia.

“Parli del diavolo…”

“…splutano le colna” concluse la piccolina, grattandosi il naso e sorridendo al primo bambino.

Una risata si udì dalle scale ed una donna entrò in cucina.

Era minuta e snella, dai capelli rossi e gli occhi castani come quelli della piccola e della Signora Weasley.

Avvicinandosi, scosse indietro la lunga chioma.

Le lentiggini rossastre le adornavano le guance, proprio come il bambino dagl’occhi azzurri.

Era molto bella, sorridente e luminosa.

Abbracciò la Signora Weasley, poco prima di venir sopraffatta dalla piccola e dagli altri bambini.

Ridendo, li salutò uno ad uno, e prese in braccio la bambina.

“Allora, piccola Lily, sei riuscita a dormire stanotte?”

“Celto! Ho dolmito benissimo!Lose continuava a pallale, pelò!”

Il bambino dagli occhi azzurri rise.

“Però non hai ancora imparato a dire la R, velo?” la canzonò, saltellando intorno.

“Dai James…” sorrise la donna, arruffando i capelli del bambino.

“Mamma, ma ha tre anni! Dovrebbe saperla già ‘pronunciare’!” esclamò pomposo, contento per aver detto un vocabolo nuovo.

“Ma se tu non sapevi dire ‘pappagallo’ e ‘scoiattolo’!” ribattè un uomo, entrando, con in braccio due bambine.

Era alto, dai capelli rossi e gli occhi blu, simile alla donna.

La bimba che portava in braccio aveva lunghi capelli mossi e ricci, gli occhi nocciola vispi e vigli, che tenevano d’occhio la stanza.

L’altra bambina, issata sulle spalle dell’uomo, era piccola e dai capelli

neri come la pece, lisci e tagliati a caschetto.

“Zio! Una sola volta ho sbagliato!” replicò James, incrociando le braccia.

“Ma per un Potter una volta basta e avanza” si intromise la voce di un altro uomo, dai capelli nerissimi e disordinati e gli occhi verde smeraldo, bello, seguito da un piccolino simile in tutto e per tutto a lui.

Harry Potter si avvicinò alla moglie ed alla figlia e la baciò delicatamente, prima di fare il solletico alla piccola Lily.

“Albus, tesoro, vieni qua, ti ho fatto la marmellata che tanto ti piace!” disse la Signora Weasley, abbracciando il piccolo e, tenendolo in braccio, gli portò il cucchiaio di legno alla bocca, facendogli assaggiare le albicocche cotte.

Al si illuminò e divorò tutto il contenuto del cucchiaio, pronto ad assaltare anche la pentola.

“Ehi, piccolo Doxy, lasciane un po’ anche a Zio Ron” esclamò l’uomo dai capelli rossi, avvicinandosi alla madre.

Il bambino che era entrato in cucina per secondo, quello con gli occhi blu, strattonò i pantaloni del padre, facendosi sentire.

“Ohilà! Caspita Hugo, sei talmente uno scricciolo che nemmeno ti avevo visto!” scherzò Ron, posando il figlio su uno sgabello alto e infilandogli in bocca un’albicocca.

Le due che aveva portato i braccio, intanto, si erano abbarbicate alla gonna della nonna, cercando di attirare la sua attenzione.

“Rose! Lucy! Dormito bene?”

Quella dai capelli neri, Lucy, sbadigliò, mugugnando una risposta.

“Ha detto di sì, nonna…io, mediamente bene, oltre al fatto che Lily non mi ha ascoltato quando le parlavo dell’esperimento che stavo facendo…”

Molly rise. Era proprio figlia di Hermione!

Ginny si sedette in braccio al marito, intenta a spiegare a Fred II le regole del Quidditch.

“…e quindi la Pluffa deve passare per gli anelli, per cui il Portiere deve avere i riflessi pronti, se vuole fermarla”

Il piccolo Fred annuì estasiato.

“Dov’è Angelina, Freddie?” chiese Harry al nipote, sistemandogli il colletto del pigiama.

“Oh…credo è con papà da Rox..”

“Fred, si dice credo che ‘sia’” lo corresse una donna alta, dai capelli neri e la pelle cioccolato, con in braccio una bambina appena nata, con un ciuffo di capelli fulvi sulla fronte.

“Mamma! La zia mi stava spiegando il Qciviccidtch…no…Qiccidcth…”

Angelina Johnson rise e arruffò i capelli del figlio, porgendo la piccola Roxanne al marito, George, comparso di fianco a lei poco prima.

Molly Weasley salutò tutti e mise la teiera del tea in tavola, aspettando che l’ancora incompleta famiglia si riunisse.

“Chi manca, tesoro?” chiese a Rose, facendo segno a tutti di zittirsi.

La bambina fece un breve indagine con gli occhi socchiusi, concentrata.

“Zio Percy, zio Charlie, zio Bill, zia Fleur, zia Audrey, mamma, nonno, Victoire e Dominique” dichiarò infine, contenta di sé.

“Brava, che ne dici di andare a chiamarli?” propose Ron, tenendosi la pancia brontolante “dai che così mangiamo”

Rose scappò su per le scale e i suoi passettini si sentirono ancora per un poco.

Il silenzio che poco prima avevano raggiunto non durò molto.

James esultò come un pazzo quando vide la figura di Teddy Lupin

attraversare il giardino, seguito dalla nonna.

James ululò e si fiondò ad aprire la porta al suo migliore amico.

La Signora Weasley e Harry lo raggiunsero poco dopo.

“Ciao Andromeda, tutto bene? Ho un paio di cosette da raccontarti…” disse Molly, appena la seconda delle sorelle Black varcò la soglia di casa, poco dopo aver salutato Harry e lasciato andare a giocare il nipotino.

“Ehi, Teddy! Come va a scuola?” gli chiese George Weasley, battendogli una mano sulla spalla.

I capelli del ragazzino divenirono gialli e neri, come i colori della sua Casa, e un sorriso si allargò sul suo volto.

“Benissimo! È molto divertente…certo che Gazza…”

Harry rise. Era molto contento per Ted e convinto che si sarebbe trovato molto bene, ad Hogwarts.

Una ragazzina camicia da notte scese velocemente le scale, entrando in cucina.

“Ho sentito Teddì!” esclamò “Bonjour!”

“Ciao Vic, tutto bene?” la salutò Ginny, abbracciandola.

Le piaceva quella Weasley francese ed anche Fleur era cambiata molto, sebbene non avesse ancora perso il forte accento.

“Oui, merci, vous?”

La risposta dei parenti fu interrotta da un tonfo e la Signora Weasley sobbalzò, preoccupata.

“Miseriaccia, cosa sono tutti questi fili…” borbottò un uomo, rialzandosi da terra, in mezzo alle risate generali.

“Chi è che ha avuto la fantastica idea di fare una trappola in cucina? Tutto questo filo…”

“Io! Non è fantastico, zio? È un rullino di macchina fotografica…” spiegò James, con gli occhi che luccicavano, fieri del suo lavoro.

“Aha! Lo sapevo di aver un erede con la mia stessa passione per gli oggetti Babbani!” esclamò Arthur, trionfante, prendendo in braccio James.

Percy entro assonnato nella stanza e si sedette, cercando di non chiudere gli occhi.

Lucy gli saltò addosso, con piccoli gridolini.

“Mh…dopo…dormi…no…la pratica…domani…c’è tempo…” mugugnò Percy, sbadigliando.

“PAPA’!” strillò la bambina nell’orecchio del poverino, che sobbalzò, cadendo dalla sedia.

Sguainò quella che gli sembrava una bacchetta e, con gli occhiali storti sul viso, esclamò: “Calmi! Niente panico! Cosa sta succendendo?”

Tutti risero, compresa Audrey, sua moglie, con un pancione abbastanza prominente, che era appena comparsa dalle scale.

“Sta succendendo che, Perce, se non molli subito quel mestolo mi sa che il porridge lo dovremo mangiare direttamente dalla ciotola” disse George, ridacchiando.

“Ah…sì…” borbottò, risiedendosi e dando il mestolo al fratello.

“Possiamo mangiare?” domandò Hugo, affamato come il padre, mentre giocherellava con Roxanne e Lily.

La piccola Rox, a dir la verità, emetteva solo vagiti e bolle di saliva, da buona neonata.

“Dobbiamo aspettale lo zio Bill, zia Fleul, Dominique e zia Helmione” disse Lily, afferrando una scopa giocattolo e facendola volare per tutta la stanza.

“Ehi Lee, non ti è ancora uscita la R, vero?”chiese George, prendendo in braccio la piccola, che ancora osservava la sua scopa volare di qua e di là.

“No, ma ci liuscilà…” scherzò Harry, guardando adorante la sua bambina.

Ginny soffocò una risatina e Lily mise il broncio, incrociando le braccine al petto.

“Papaaaaà! Uffa…”

“Sembra terribilmente Ginny…” constatò Ron, sgranando gli occhi.

“No, eh? Ci manca solo che si innamori a dieci anni e metta il gomito nel piattino del burro!” esclamò Bill, appena entrato, affiancato dalla moglie e da Dominique, che aveva i capelli rossi come il padre e gli occhi glauchi come la madre.

“Ehi! Quell’episodio della mia vita doveva averlo notato solo Harry!”

“Ha, figurarsi! I Weasley sanno sempre tutto, vogliamo parlare di quando…”

“No, evitiamo…ero così timida!” ridacchiò Ginny, salutando Fleur e Dominique.

“Domdom, vieni?” chiese Fred, prendendo la sua mano e andando di là a giocare con James, Teddy e Victoire.

“Solo un pochino” ironizzò Harry, ricordando la faccia che aveva fatto la più giovane dei Weasley vedendolo per la prima volta.

“Sce volete, non capite nionte! Jinnì era molto timidà, Arrì era l’eroe dell’ècole!”

“Conosci molto la timidezza, vero Fleur?” scherzò il marito, guardando la faccia contrariata di Fleur, che poco dopo si aprì in un sorriso.

“Noi donne sci capiomo”

Andromeda e Molly rientrarono in cucina, parlando del più e del meno.

Tutti le salutarono contenti e Dominique abbracciò la nonna, prima di correre di nuovo a giocare.

“Quand’è che nasceranno i due nuovi Weasley?” chiese la donna, madre di Tonks, avvicinandosi a Audrey e Fleur.

“Oh, nasceranno entrombi tra due mesi, vero Aud?” rispose quest’ultima, raggiante.

In effetti, anche Fleur aveva un gran pancione.

“Esatto, tra due mesi” disse radiosa la moglie di Percy.

Andromeda sorrise contenta.

“Come si chiameranno? Sapete, ho sempre avuto la passione per i nomi…”

“Oui! Credo lo chiameremo Louis…”

“Molly, senza dubbio. Me lo sento, sarà femmina” risposero le donne, ancora beate nei pensieri dei figlioletti in arrivo.

“Ehm, che ne dite se iniziamo a mangiare?” chiese Ron, mentre il suo stomaco brontolava spazientito.

“Manca Hermione, Ron!”

“Ma sì, ma sì…non si offenderà…dai, Ginny!”

Ma Ginny era irremovibile.

“Uff…!”

Il piccolo Fred si avvicinò alla zia, chiedendole se poteva spiegargli ancora un po’ di Quidditch.

Ginny e Angelina, entrambe ex-Giocatrici Professioniste di Quidditch, acconsentirono a spiegarlo a tutti i bambini, seguite dalle altre donne Weasley e da Andromeda.

“Ah…a volte penso che a Ginny manchi moltissimo, forse non avrebbe dovuto lasciar perdere…” sospirò tristemente Harry, guadando la moglie.

“Ma scherzi? Io credo che sia felicissima, invece, ha scelto la famiglia…e comunque lavora ancora, no?” rispose Charlie.

“Sì, ma non penso che scrivere articoli sportivi sulla Gazzetta del Profeta le piaccia come volare in cielo, dove tutto è permesso”

“Sì, tranne i settecento falli previsti”

“Ron, hai capito cosa intendevo” lo rimbeccò Harry.

“No, dai, a me sembra molto felice, come ha detto Charlie” lo rassicurò Bill.

“Mh…speriamo”

La loro discussione fu interrotta dal rumore della porta che si chiudeva e delle scarpe che venivano pulite sullo zerbino.

Hermione entrò in cucina, dopo aver poggiato il cappotto e essersi tolta le scarpe.

Ron scattò in piedi.

“Ma non stavi dormendo?” chiese allarmato.

“Figurarsi! Mi sono svegliata molto prima di te, amore, sono andata in paese a prendere la Gazzetta, oggi usciva l’articolo di Ginny”

“Ma esce ogni giorno, Hermione!” esclamò esasperato Ron, che tanto aveva aspettato per mangiare.

“Ron, questo non è di cronaca sportiva…” disse la moglie, scuotendo la testa.“Prima di leggerlo, però, che ne dite di far colazione?”

Ron sgranò gli occhi, basito, mentre tutti gli altri, rientrati in cucina, si mettevano a ridere.

Hermione fece spallucce e si sedette tra suo marito e Ginny.

I bambini si avventarono sul cibo, famelici, e Ron non fu da meno.

Mangiarono uova e pancetta, panini imbottiti, pagnotte dolci, frutta, porridge, budino di castagne, focaccine al rosmarino, dolcetti ripieni di crema pasticcera, torte al cioccolato e alla frutta, croissant croccanti francesi, biscotti alla cannella, pane e miele.

Bevvero succo di zucca, latte, caffè, tea, sciroppo di violetta e qualunque altra bevanda colorata del mondo magico.

Quando i Weasley erano riuniti, la Tana era in festa, ognuno portava cibo e insieme ridevano, giocavano e cantavano come un grande famiglia.

“Mam’, per te in che Casa verrò smistato?” chiese ad un certo punto James.

Ginny fece per soffocarsi con il succo di zucca e Harry le battè delicatamente una mano sulla schiena.

“Vuoi…vuoi già andartene?”

“Ma, no, mam’…era una domanda” si affrettò a dire il bambino, di soli sei anni, vedendo gli occhi sgranati della madre.

“Tu, Rosie, devi essere una Grifondoro, chiaro?” biascicò Ron, con in bocca una focaccina.

“Ronald! Lei sarà quel che sarà!” lo rimproverò Hermione, rassicurando la piccola.

“Be’, non è meglio di Serpeverde?”

“Io sono stata a Serpeverde…e tutto, in quel periodo, poteva essere migliore” disse Andromeda.

“Ah…è…è vero, mi spiace”

“Figurati, caro! Sono sicura che Rose verrà Smistata nel posto giusto” sorrise la donna.

“Io non voglio finire a Serpeverde! Non voglio” disse Albus, con il viso tutto sporco di marmellata all’albicocca.

“Tesoro, andrà bene, vedrai…” gli rispose Ginny, sorridendo intenerita e pulendogli la faccia con un tovagliolo.

“E ci mancherebbe! È mio nipote!” disse Charlie, che l’adorava fin da quando l’aveva visto nella culla, piccolo e schiamazzante.

“Il solito modesto…comunque, Al, tutte le Case di Hogwarts sono molto buone” intervenne Arthur, che ancora stava contemplando l’opera ideata da James con i rullini della macchina fotografica.

“Esatto, come ha detto il nonno…Grifondoro ospita i coraggiosi di cuore, impavidi e sprezzanti del pericolo, Corvonero gli arguti, intelligenti e fini di mente, Tassorosso i leali, lavoratori instancabili e fedeli amici e infine Serpeverde, la Casa degli ambiziosi, furbi e potenti…” spiegò Rose, mangiucchiando un pezzo di torta alle fragole e panna.

Hermione la guardò fiera.

“Storia di Hogwarts, pagina 12, mamma” sorrise orgogliosa la piccola.

“Oddio! Hugo, vieni da papà, dobbiamo barricarci! Potrebbe contagiare anche te! Vieni, adesso che sei in tempo!” esclamò melodrammatico Ron.

Hermione scosse la testa, sorridendo.

“Io sono Grifondoro” disse Victoire, sorridendo a Teddy, con i grandi occhioni glauchi spalancati.

Il tredicenne si sentì avvampare e i capelli si tinsero di un bel rosso acceso.

“S-sì, avevo visto…” biascicò Teddy, nascondendo il volto nella tazza di latte.

“Ehi, Lee, allora, piccola hai imparato a dire la R?” chiese Hermione, salvando il giovane Lupin.

“Zia, non infielile…”borbottò Lily, afferrando un biscotto alla cannella e ficcandoselo intero in bocca.

“A quanto pare no…” disse Ginny, sorridendo teneramente alla figlia, che teneva il broncio.Erano identiche. Lo stesso naso, gli stessi occhi espressivi, i capelli rossi. Erano le donne della vita di Harry.

Dopo aver finito di far colazione, con immensa soddisfazione dello stomaco di Ron, Hugo e James, si affaccendarono tutti per sparecchiare.

La Signore Weasley portò tutti i bambini a giocare in salotto, con le miniature degli eroi che avevano salvato il mondo magico.

Harry, Ron, Hermione, Ginny, Luna, Neville e molti altri li guardavano dalla mensola sopra il camino.

Dei giocattoli identici ai veri salvatori, potevano muovere le braccia e arrabbiarsi con chi li stringeva troppo.

“Io plendo la mamma…” disse Lily, afferrando Ginny e mettendole in testa un cappello a punta.

Iniziarono a giocare con Molly che narrava loro la storia che ormai molte persone conoscevano.

“Ah…sono cosi…” cercò di dire Arthur, ma non riuscì a completare la frase che gli occhi gli luccicarono.

“Oh, papà” disse Ginny, abbracciando il Signor Weasley, che stava guardando i nipotini con amore.

Hermione si alzò e andò a prendere la Gazzetta del Profeta dalla tasca del lungo cappotto marrone.

Ginny era diventata caporedattrice della cronaca sportiva del giornale dopo aver lasciato le Holyhead Harpies.

“Ehi, Ginny, posso leggere il tuo articolo?”

“Cosa? Il mio articolo? Ma…come fai a sapere…?” esclamò Ginny, strabuzzando gli occhi.

“Cara, ho i miei contatti anche al Profeta, e non credere che l’avresti passata franca” spiegò Hermione, con un sorriso furbo sulla labbra.

“Io vado di là, meglio se non sento quello che ho scritto, poi mi pento…” disse Ginny, chiudendosi la porta della cucina alle spalle.

“Cos’ha? Non dirmi  che è ritornata timida!”

“No, Ron…adesso mastica, manda giù, pulisciti la bocca e taci”

Ron eseguì gli ordini, sorridendo. Oramai si era abituato al generale che aveva al posto della moglie.

“Dai, leggi Hermione” la incitò Percy.

La donna si schiarì la voce e iniziò a leggere.

 

One Big Happy Family Weasley, di Ginny Potter.

Weasley, vi ricorda qualcosa questo nome? Probabilmente sì. Tutte le persone che ad Hogwarts si ricordano dei ragazzini con i capelli rossi e una strana predisposizione naturale per il Quidditch sanno chi sono i Weasley.

Famiglia numerosa di teste vermiglie con libri di seconda mano, felici e sorridenti.

Anche io sono una Weasley, la prima femmina da generazioni, settima figlia di settimo figlio. L’unica con gli occhi castani.

Non sono qui per tediarvi con le mie lamentele sugli occhi cerulei che avrei voluto avere, bensì per parlarvi della famiglia migliore che ci sia.

So bene di non essere una reporter o altro, solo una cronista sportiva, per cui non aspettatevi grandi parole e saggia filosofia.

Ho sei fratelli: Bill, Charlie, Percy, Fred, George e Ron.

Bill lavora alla Gringott, ma non si è ancora deciso a togliersi quell’orecchino con la zanna di drago.

Charlie adderstra draghi in Romania. Spesso trorna a casa con bruciature sulle braccia, contento di esser riuscito a domare un altro Ungaro Spinato, magari dandogli il nome di ‘Piccolo’. Piccolo, ad un Ungaro Spinato.

Percy è il vice-ministro. Ho sempre pensato che quel ruolo fosse adatto a lui, che mai si scompone e i cui modi pomposi fanno ridere metà Ministero. Lui, che ha avuto il coraggio di chiedere perdono

Fred fa l’angelo. Un angelo che architetta scherzi tutto il dì, fluttuando serafico tra le nuvole candide come la neve e ride, inondando il cielo di musica celestiale.

George è la sua metà caduta, il gemello che fa ridere la terra, che inventa giochi e dolciumi per il suo negozio brillante e colorato.

Ron è un Auror. Mio fratello timido ed impacciato, che arrossiva solo sulle orecchie, è diventato un Auror, uno dei migliori, con tutti il rispetto per i suoi colleghi.

Mia madre è la donna che è riuscita ad allevarci tutti e sette, dandoci un’educazione adeguata e solidi principi morali.

Ma è anche la mamma tenace che ha spedito a Ron una Strillettera sgridandolo davanti a tutta la Sala Grande e a complimentarsi con me per essere entrata a far parte dei Grifondoro, la stessa che ha ucciso Bellatrix Lestrange quando ha tentato di aggredirmi con l’Anatema Che Uccide.

Mio padre è il mago adorante degli oggetti Babbani, che smonta le radio e riassesta le moto volanti, a cui brillano gli occhi quando trova un’altra batteria da aggiungere alla sua collezione.

Ma è anche il padre severo che ha ordinato a Shacklebolt di togliersi di mezzo quando George si era ferito, perché non aveva tempo di testare la veridicità della sua identità quando un figlio stava morendo, lo stesso padre che ha ordinato a me di rimanere nascosta ad Hogwarts, con lo sguardo più fermo che io abbia mai visto.

Adesso sono cresciuti tutti, non vedrete più il ligio Bill farvi da caposcuola, Charlie afferrare rapidamente il Boccino, Percy gonfiare il petto e portarvi in Sala Comune, Fred e George fare scherzi a destra e a manca, suggerendo a Pix di fare lo stesso e Ron dondolare nervoso davanti agli anelli dello Stadio di Quidditch.

Ora hanno dei figli che li sostituiranno.

Scommetto che tutti ricorderete la giovane e 1/4 di Veela Fleur Delacour, la ragazza dai lunghi capelli oro e gli occhi glauchi, che camminava danzando amoniosamente a un metro da terra.

È mia cognata, moglie di Bill e madre di Victoire, Dominique e del bimbo che tra poco nascerà, Louis.

E Audrey, la Corvonero divenuta moglie di Percy, madre della piccola Lucy e della futura Molly, dolce e gentile, proprio come un’ottima Guaritrice.

Angelina Johnson, la Cacciatrice dai tiri ad effetto più forti che io abbia mai visto, mia compagna di squadra nelle Holyhead Harpies, prima di cambiare e entrare a far parte delle Appelby Arrows, madre di Fred II e Roxanne.

E per ultima, ma non meno importante, Hermione Granger.

Tirate un sospiro di sollievo ed esultate, lettori che conoscevate i Weasley, perch Ron è riuscito a chiederle di uscire, finalmente.

E hanno anche due figli, Rose e Hugo, i ritratti dei genitori.

Poi ci sono Teddy e Andromeda, delle persone veramente speciali, al di fuori del fatto che il piccolo Lupin riesce a trasfigurare i suoi capelli.

Sono così piene di forza, di desiderio di vivere che ha permesso loro di andare avanti, nonostante tutto…nonostante il dolore delle perdite.

Vi ricordate di me? Ginny, Ginny Weasley, la ragazzina tenace che aveva spedito una cartolina per San Valentino a Harry Potter, stramba poesia che ha fatto arrossire il povero Harry davanti a metà scuola.

Alla fine l’ho sposato, quel Potter con gli occhi verdi e gli occhiali tondi, i capelli corvini e sempre spettinati.

Dire che ne sono stata felice sarebbe riduttivo.

James, Albus e Lily sono i nostri figli e se vi sembra che abbia scritto questa sottospecie di articolo per farmi pubblicità o qualcos’altro, ci sbagliate.

Sono qua perché voglio spiegarvi che, anche se vi lamentate della vostra famiglia, nel profondo non potete non essere felici di averne una.

Anche se tornate a casa sbuffando per la stanchezza e i piccoli vi saltano addosso strillando ‘mamma ho fame!’, non potete non sorridere nel vedere la loro faccetta buffa, macchiata di marmellata nel tentativo di mangiare qualcosa.

Perché non c’è niente di più bello che essere una famiglia e non lamentatevi più della vostra, poiché è già tanto averla.

Vivete e sorridete, non nascondetevi dietro un velo di lagne e insoddisfazione, prendete la vita di petto e con il sorriso sulle labbra.

Ora ritorno nel mio antro da Cronista sportiva e vi lascio riflettere sulle mie parole.

Devo andare a preparare il pranzo domenicale per la mia grande e felice famigla Weasley.

Ginny Potter

 

La Signora Weasley era rientrata in cucina, lasciando a Ginny le redini della storia e del gioco dei nipoti.

Ora era in lacrime, con un mestolo in mano.

Tutti i Weasley erano allibiti, contenti ma sbalorditi.

Era stata Ginny, la loro sorellina, ad aver scritto quell’articolo su di loro?

La piccola rossa, testarda e chiacchierona?

Harry aveva finalmente capito la scelta di Ginny. Anche se non poteva più avere il Quidditch, aveva la sua famiglia, la cosa più importante.

Ed Hermione era fiera della sua migliore amica, la ragazza che le aveva confidato i suoi segreti e che l’aveva ascoltata sempre.

I pensieri di tutti furono interrotti dall’entrata dei bambini, che avevano finito di giocare e volevano andare fuori a fare un pupazzo di neve.

“C-certo che potete, piccoli…copritevi bene, però! Lily, prendi i guanti..no, Hugo, no! Mettiti le scarpe” disse la Signora Weasley.

“Freddie caro, infilati quella giacca…Vic, Teddy, andate pure…James! Il cappello! Dom, Rose…o brava, tesoro, si, sì, potete prendere qualche carota… Lucy, prendi Vic per mano…pronti, andate ciurma!”

I piccoli Weasley-Potter, compreso Lupin, si fiondarono fuori e iniziarono subito a racimolare una grande quantità di soffice neve candida.

“Mi sa che è meglio se andiamo a guardare cosa combinano…” propose George, vestendo la piccola Roxanne e seguendo i nipoti.

“Arriviamo!” gli risposero gli altri, mettendosi capotto, guanti, scarpe e cappello e uscendo nella brina dell’inverno.

Le colline erano innevate e Charlie propose di andare a fare una battaglia a palle di neve in cima, sarebbe stato più divertente.

Tutti acconsentirono e lo seguirono su per la collina, tenendo per mano i bambini.

Nella casa rimasero solo Ginny ed Harry.

“Veramente le pensi tutte quelle cose che hai scritto, amore?”

La donna si girò, un poco rossa, e annuì sorridendo.

“Certo, non sono mica la Skeeter, io! Le cose che scrivo le penso…a parte quella sconfitta ingiusta delle Harpies…le Vespe avevano barato…vera-”

Ma non riuscì a concludere la frase, che Harry la baciò, tornando indietro nel tempo, quando avevano sedici anni e rubavano momenti d’amore, nascosti nel parco o nelle aule sperdute di Hogwarts.

Ora erano cresciuti, non avevano più bisogno di nascondersi, avevano una famiglia ed erano felici.

Non esisteva gioia più grande.

Essere lì, vivi, con tutta la vita davanti ancora da vivere nei momenti più belli.

Harry e Ginny si alzarono e, prendendosi per mano, si avviarono verso la collina, ricoperta dalla neve candida.

 

 

 

°°°  Spazio Autrice  °°°

 

Spero questa storia vi sia piaciuta, mi sono divertita tantissimo a scriverla.

Mi è piaciuto immaginare il carattere di ciascun nuovo personaggio e descriverlo indirettamente dai suoi gesti e dalle sue parole.

La piccola Lily non sa pronunciare la R.

Vi sembrerà strano, forse è vero, ma mi è sembrata un cosa carina.

Parlava correttamente ma non sapeva dire Harry Potter…

“Hally Pottel” avrebbe dichiarato, con la sua faccina lentigginosa.

Anche io non ho saputo dire la R fino a cinque anni, nonostante sapessi parlare, però.

Spero che vi sia piaciuta e spero in qualche commento

 

Un bacione glande,

 

vostla

 

Ginny Lily Pottel

 

 

  
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