Paint
Tobitaka aveva fatto più fatica di quel che aveva messo in conto per abituarsi alla presenza di qualcun altro in casa. In quattro giorni, inoltre, le aveva permesso di lavorare al ristorante, di cambiare menù e di distribuire volantini, anche se lui non era proprio convinto che tutto quello che faceva la ragazza avesse un senso. Ma a vederla vestita con abiti logori e dei secchi di vernice alla mano, proprio non riuscì a trattenersi.
-Stop. Dove pensi di andare?-
La ragazza lo guardò con innocenza.
-A ridipingere il locale, perchè?-
-Vengo con te.-
-Non ti fidi?-
Tobitaka stette zitto. Non voleva ferire i suoi sentimenti.
Hiyoko rideva mentre lo schizzava di vernice. Per fortuna si era cambiato prima di scendere.
-Hai intenzione di dipingere me al posto della parete?-
Lei annuì e con un pennello tracciò un cuore sulla parete. Si poteva intravedere appena la scia del pennello sul colore appena dato.
-Ecco. Così possiamo dire che ci ho messo il cuore a dipingere questa parete.-
Lui la guardò interdetto. L'espressione della castana era così soddisfatta, come se avesse compiuto un gesto straordinario.
-Chissà quante persone si accorgeranno di questo disegno-
Ora i suoi occhi scintillavano entusiasti.
-Ehi, è permesso?-
La porta si aprì, e mentre Tobitaka stava per dire che il locale era chiuso, intravide sotto un cappello bianco dei lineamenti famigliari.
-Someoka?-
-Yo, da quanto tempo!-
Il rosato entrò e fece per avvicinarsi all'altro uomo ma fu investito da una tempesta.
-GOOOOOO!-
Tobitaka rimase fermo. Aveva detto “Go”? Chi era Go? Poteva capire fosse stato Gouenji, ma da Someoka a “Go” ce n'era di strada...che avesse sbagliato persona?
-Allora eri qui! Insomma, staccati che sei pesante!-
-Ciao Go-
-SMETTILA DI CHIAMARMI GO!-
Hiyoko rise.
-Go?-
Chiese il lilla, interdetto. A chiarirgli le idee fu lo stesso Someoka.
-Questa piccola peste la conosco da quando facevo parte della Raimon, quindi da quando aveva 5 anni. Allora chiamava tutti per nome, ma visto che erano troppo lunghi li storpiava.-
-Non li storpiavo! Go è la fine di Ryuugo, come Moru è la fine di Mamoru-
Asserì convinta la ragazza sciogliendo l'abbraccio.
-Questo piccolo essere infame ci chiamava tutti con la finale del nome se era troppo lungo per la signorina.-
-Anche noi dell'Inazuma Japan?-
-Certo! Quando avevo 5 anni chiamavo tutti per nome, quindi ho imparato solo i vostri nomi. Quando Moru ha detto “ti porto da Tobitaka” non avevo capito che in realtà intendeva “ti porto da Seiya”-
Tobitaka sentì la nostalgia e la tenerezza investirlo. Era passato tanto tempo da quando qualcuno lo aveva chiamato per nome. Sorridendo leggermente guardò la ragazza ridere mentre Someoka la sgridava per avergli sporcato di vernice l'impermeabile bianco.
Desiderava essere chiamato ancora per nome.
Angolino dell'autrice
Ringrazio tutti quelli che hanno commentato, messo la storia sui preferiti o tra le seguite.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Baci, Dionisie