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Autore: YouAreAParah00    03/07/2013    2 recensioni
" « Usagi-san, sono così felice! » si avvicinò e fece per abbracciarlo, ma ricevette un netto rifiuto.
« E tu chi sei? ».
Quelle parole gli spaccarono in due inequivocabilmente il cuore. "
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Akihiko Usami, Misaki Takahashi
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!
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Commento dell'autrice: Okay, e come da promesso, il quarto capitolo: spero vi piacerà e recensirete! Risponderò a tutte le recensioni domani nel prossimo capitolo! Bye bye, grazie a tutti >\\\< <3

Nuvole di pioggia vengono
per giocare;
ancora.
Nessuno ti ha detto
che non sta respirando?
Se sorrido e non ci credo
Presto saprò che mi sveglierò
da questo sogno.

[ Has no one told you she’s not breathing?
Hello, I’m your mind
Giving you someone to talk to
Hello.
If I smile and don’t belive
Soon I know that I wake from this dream
Don’t try to fix me
I’m not broken. ]
- Evanescense, Hello.

 
 
« Non ho capito ancora chi siete » disse Akihiko, la sera. « Chi ve lo dice che vi farò restare qui?»
Rukia avanzò altezzosa verso di lui. «Possiamo procurarti tutto ciò che vuoi!»
« Non ho bisogno di danaro.» Ribattè lo scrittore.
La donna si accovacciò vicino Misaki e cominciò a sussurargli nell’orecchio.
Dopo si alzò e avanzò nuovamente verso lo scrittore. « Io degli orsi!» disse. «Tanti orsi.»
« Spero che il soggiorno sia di tuo gradimento.»
« Sei il solito...» sospirò il moretto, mentre lo guardava allontanarsi.
Ichigo, però, si avvicinò a Rukia e cominciò a contestare. «Ho una vita, io! E soprattutto una casa! Perché dovrei restare qui?» chiese.
« Ichigo. È meglio che restiamo tutti uniti, per adesso. Io, tu, Inoue, il moccioso e soprattutto quell’uomo. Non sappiamo quali siano le intenzioni del nemico. E se li attaccasse mentre noi non ci siamo?» Così dicendo, girò sui tacchi e si chiuse la porta alle spalle.
«Pidocchio... » commentò Ichigo. Misaki gli si avvicinò e lo guardò negli occhi.
«Kurosaki-san, a te piace la signorina Kuchiki, non è così?» domandò sincero.
Il ragazzo fece molte cose contemporaneamente: prima cadde all’indietro, poi cominciò a ridere e poi ad urlare, scrollò le spalle al povero moretto che lo guardava incredulo. «Per niente! Perché dovrebbe piacermi una pidocchio alto 1 metro e 30?!» dicendo così, cadde per l’ultima volta indietro tutto rosso in viso.
 
La mattina dopo, appena alzato, Misaki trovò altri altri “ospiti”. Non se ne stupì.
La prima era una ragazza alta e snella, con buffi codini che erano legati a forma di cerchio, e poi scendevano giù con altre trecce. La seconda, invece, era più bassa e più mengherlina, aveva incredibili capelli verdi che teneva disordinatamente sulle spalle e la bocca era celata da uno straccio nero che teneva legato attorno al collo, che saliva da sotto il naso fino al mento. Con loro c’erano anche altri due ragazzi, uno aveva capelli rossi legati da una disordinata coda di cavallo mentre l’altro era più alto e robusto, con capelli neri lunghi e pettinati con cura, intrecciati da fermagli color cielo.
«Kuchiki-san...» accennò. «Loro chi...»
La ragazza bionda afferrò la mano di Misaki e cominciò a stringerla. «Salve!» strillò vivace. «Io sono Ryuuga Takagi, molto piacere!».
« Ah, ehm... Il piacere è mio.»
Rukia si accigliò. «Che ci fai qui, Ryuuga?» chiese. La ragazza cominciò a diventare più seria. «Sono andata da Urahara, in questi giorni e...» fece sulla difensiva, «E mi aveva detto che voi eravate qui, così... Insomma, perché non posso unirmi anch’io al party?».
«Quale party?» fece Rukia minacciosa.
«Insomma, smettetela di litigare.» Sentenziò il ragazzo rosso. «Infastidirete il capitano!».
Ryuuga urlò in modo estroverso e Misaki notò una certa somiglianza con gli urli di Aikawa-san.
«Renji-ji, aww, Renji-ji! Ti preoccupi sempre per il nostro capitano, ti amo così tanto!» disse.
Mentre questi due facevano un gran baccano, i due ragazzi non avevano pronunciato parola.
La donna, con una voce che al minimo si riconosceva a causa del panno che la celava, disse «Smettila, Ryuuga. Non siamo qui per giocare, o Byakuya taichou non sarebbe venuto.»
Con quella voce dura Misaki credette di ghiacciare.
«Kilari, Byakuya Taichou, forza! Visto che siamo in missione non significa per forza che non dovremo divertirci!» disse Ryuuga.
Byakuya la ferì con lo sguardo.
Ad un certo punto, la porta del soggiorno si spalancò, ed entrò Ichigo seguito da Akihiko. «Buongiorno...» fece un solito Usagi appena svegliato. La sua voce sembrava consumata a furia di fumare.
Misaki gli diede presto le spalle. Non riusciva a guardarlo.
Ichigo prima non notò niente, poi strizzò gli occhi. «Renji?» fece, guardando il ragazzo rosso. «Yo!»
«Kilari! Byakuya!»
Ma nessuno dei due rispose. Byakuya sembrava addirittura infastidito.
«E... Ryuuga.»
Al suo nome la ragazza scattò in piedi, abbracciò Ichigo con tutta la forza che aveva, e continuò ad urlare «Fragolino, Fragolino! Renji-ji, non essere geloso!».
Rukia scoppiò.
« Insomma, la piantate?! Dobbiamo pensare a cose più importanti!».
«Aspetta Rukia, non sarai tu la gelosa?» chiese maliziosa Ryuuga. «Guarda che io amo solo Renji!»
«N-non sono gelosa!».
 
«Non ci pensate nemmeno.» Disse Usagi, la sera. «Non ospiterò mai tutti qui! »
«Ovviamente sarà Ryuuga e la sua banda a sloggiare.» Esclamò Rukia. «Ma se Nii-sama vuole restare...»
Ryuuga, all’inizio si rifiutò nettamente. Poi, vedendo Renji che la incitava a lasciare la casa, accettò senza esitazione e uscì dall’appartamento, con la promessa che si sarebbero visti domani mattina.
Qualche ora dopo, però, Rukia era pensosa perché credeva che Byakuya potesse non essere a suo agio senza una dimora confortevole e calda.
«Kuchiki-san, quindi Byakuya-dono è suo fratello?» le chiese Misaki.
«Più o meno. Era sposato con mia sorella, e quando ella è morta mi ha adottato.» Raccontò.
Misaki voleva saperne di più, ma non chiese più niente. La storia non sembrava essere molto felice.
« Ascolta ragazzo!» lo richiamò lei. «Esci fuori e cerca mio fratello!» ordinò.
Il ragazzo volle ribattere, ma lei non lo ascoltò e lo trascinò fuori di casa.
Sospirò sonoramente. Fratellino, non puoi nemmeno immaginare in che guaio mi sono cacciato.
Quando uscì, notò che era una sera molto fredda, ma non ci mise troppo tempo per trovare Byakuya e gli altri. Infatti appena alzò lo sguardo li trovò tutti e quattro sul tetto di casa Usami.
Che gente stramba questi Shinigami, pensò.
Prima cercò di chiamarli, ma non potè alzare troppo la voce perché era notte fonda. Decise di raggiungerli con la scala inferiore.
Quando fu sopra al tetto, rabbrividì per il freddo e si constrinse ad avvolgere le braccia intorno al collo.
«Chibi-tan, cosa fai qui?» chiese Ryuuga sorpresa, quando lo vide.
Chibi-tan. Un classico.
«La signorina Rukia ha detto che dovevo vedere se... Ehm, il... Il nobile Byakuya era a suo agio.» Disse.
Nel sentire il suo nome, Byakuya si girò.
«Riferiscile che qui sto bene.»
«Ho capito.»
Stava per andarsene, quando vide Ryuuga abbracciare il povero Renji, che stanco, raggiunse Byakuya e Kilari in uno spazio del tetto molto lontano dalla ragazza.
«Ryuuga-dono... » fece Misaki. «Tu ami davvero Renji-san?».
«Certo.» Rispose pronta. «Perché?»
«No, niente... Sembrate molto...»
«Oh, no, no.» disse Ryuuga. «Renji-ji non ama me.»
«Cosa?»
« Non l’avevi ancora capito?» sorrise. «Quale fidanzato rifiuterebbe l’affetto della persona amata?»
Misaki trasalì.
«Io non... » accennò.
Silenzio.
«Chibi-tan?»
«È vero.» Si affrettò a rispondere. « Nessuno lo farebbe.»
Ancora altro silenzio.
Poi, per rompere l’aria tesa, Misaki scacciò una risata.
«Che succede?» chiese Ryuuga.
«Niente, è soltanto che tu somigli molto ad Usagi-san.» Disse. «Sai, lui non faceva altro che dichiararsi e io in tutta la mia vita gliel’ho detto solo... Solo una... Una volta.»
«Usagi-san? Intendi l’uomo che i gemelli gli hanno rubato i ricordi?»
«Esattamente.»
Poi si pentì di averlo detto con tanta franchezza.
«No, ehm...» fece. «Non era ciò che intendevo dire...»
«Tu e quell’uomo stavate insieme? Ma non è possibile, perché adesso lui...»
«Sì, lui... Ha dimenticato tutto.»
Silenzio.
Ma questa volta un silenzio assordante.
«Oh, ma non preoccuparti!» continuò il ragazzo. «È stata colpa mia.»
«Eh?»
«L-lui era innamorato di me, ed io non ho mai... E’ questo ciò che mi merito... » la sua voce cominciò a tremare. «Sembrava che... Toccandomi acquistasse certezze...»
Ryuuga non parlava.
«Una certezza in particolare: ti amo. Uno stupido sono stato, solo uno... »
La sua voce si spezzò da lacrime di collera.
Ryuuga lo guardò, ma egli non voleva essere visto mentre soffriva. L’aveva giurato quando i suoi genitori erano morti, da piccolo.
«Scusami, ora vado...»
Ryuuga gli si avvicinò e gli asciugò una lunga lacrima.
«Non provare a ricompormi, non sono rotto.»
Si alzò tremante ma la ragazza lo trattenne e gli fece cenno di piegarsi giù.
«Lui non ha dimenticato tutto.» Disse.
«Cosa?»
«Anche quando i gemelli rubarono i ricordi di Rukia, lei... Non scordò mai completamente.»
«I gemelli rubarono i ricordi di Kuchiki-san?» chiese, sottovoce.
«Si. Ma lei non dimenticò mai niente.» Disse. «Nonostante i ricordi le erano stati portati via, erano esistenti, e quindi collegati ancora a lei. C’era qualcosa, infondo al suo cuore, che non poteva scordare.»
«Kurosaki-san?»
Ryuuga si limitò a sorridere.
 
Quando Misaki rientrò a casa, Akihiko, Rukia e Ichigo erano nel soggiorno, ma lui non guardò nemmeno in faccia la Shinigami che lo osservava severa, ma si precipitò verso lo scrittore.
«Io ci riuscirò, lo giuro.»
«Cosa?» fece lo scrittore.
«Un giorno ricorderai, e io ti farò innamorare di nuovo di me! È una promessa!» urlò.
Dopodichè girò sui tacchi e si avviò verso la sua stanza, a testa alta. 
  
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