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Autore: angej    03/07/2013    0 recensioni
Una volta mi hanno detto che dentro di noi vi è una luce. Se fosse così, l'oscurità sarebbe capace di travolgerla?
Dietro ogni luce c'è un'oscurità. Siamo davvero disposti a scoprire di cosa siamo fatti fino in fondo? Oltre la pelle, oltre le ossa, oltre un cuore infranto, oltre l'anima. Se dentro di noi, ci fosse qualcosa di tremendamente spaventoso e contorto, saremmo disposti a scoprire cosa è? Ad accettare qualcosa che, magari, nessuno ha mai saputo controllare?
Tutti abbiamo una parte oscura. A volte, viene mostrata con: rabbia, dolore, suicidio. [...]
A volte invece, la nascondiamo respingendola: tanto da accumulare così tanto buio da non vedere più niente.
Tutti abbiamo una parte oscura. Anche gli angeli.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lasciai che il body scivolasse morbido su per il mio corpo. Infilai il braccio nella manica destra, per poi fare lo stesso con l'altro. Ficcai la maglia e i pantaloni nel borsone frettolosamente, mentre con rapidità indossai le punte, allacciando i nastri intorno alla gamba con un fiocco. Mi avviai verso la sala dove, Miss. Rose sistemava alcuni CD. Posai il borsone e l'asciugamano in un angolo, mettendomi alla sbarra per scaldarmi. Rose era la mia insegnante di danza, colei che fin da bambina mi aveva seguita in ogni mio passo. Nonostante il suo nome suonasse molto dolce, quasi ricordando il romanticismo di Titanic, lei non lo era affatto. Se eri sotto le sue grinfie, non te la faceva passare liscia. Quando ti richiamava per un errore, il suono della sua voce era tagliente come lame. 
“Vieni nel centro, ti sei scaldata abbastanza.” constatò seria facendo partire dal pianoforte la musica. “Sai cosa fare.” aggiunse secca. 
Appena sentii la musica rimbombare nella sala, iniziai a ballare ricordando la mia variazione. Sentivo il gesso premere sulle mie dita dei piedi, mentre i miei polpacci si contraevano per lo sforzo nel rimanere in equilibrio su una gamba, in arabesque.
“Eeeee... su... eeeeeee... chaîné....vai vai vai vai...” mi urlava Rose mentre io mi muovevo seguendo i suoi ordini, “... seconda, quinta, quarta e su... seconda, quinta, quarta e su!”
la musica cessò immediatamente. Il silenzio regnò nella sala, se non per il mio leggero fiatone. 
“Cosa stai combinando?!” urlò forte così da non sembrare neanche una domanda. 
“Io..” cercai di giustificarmi.
“Tu niente.” disse facendo ripartire la musica, “ricomincia.” aggiunse calma e seria. 
“Ma Rose...” 
“Miss. Rose.” mi corresse per poi indicarmi, incoraggiandomi a ballare. 
La musica ripartì. Ballai meglio che potei, per paura di dover ricominciare nuovamente. Mi facevano male le gambe, mentre nella mia testa vi era ancora un spropositato casino. Pensai ad Harry. Doveva essere un errore. Forse era solo stanco. Magari non pensava realmente a ciò che aveva detto, per lui non aveva senso, probabilmente. “Non potrai sempre scappare.” ripensai alle sue parole. Invece mi ero imposta un ordine: non avvicinarmi a lui. Sarei dovuta sempre scappare. 
Mi inginocchiai sul pavimento, mossi le braccia verso l'altro immaginando di voler prendere qualcosa nell'aria che però non c'era. Lasciai, poi, che il mio corpo cadesse lento sulle mie ginocchia mentre la musica si affievoliva fino a cessare. 
“Va bene.” disse soltanto Miss. Rose mentre mi alzavo. Mi portai l'asciugamano alla tasta, asciugandomi la fronte imperlata di sudore. 
“Sai, l'altro giorno è venuto in negozio un ragazzo irlandese.” raccontai; Rose era irlandese prima di trasferirsi in Inghilterra. La sua era un storia interessante ma altrettanto triste in qualche modo. Rose dati i suoi trent'anni di vita e venticinque di danza aveva provato a sfondare come prima ballerina, ballando in maestosi e importanti teatri in Inghilterra, portandola a trasferirsi. Il suo successo durò poco e dovette studiare per diventare maestra di danza. E ora, eccola a insegnare a una adolescente spenta.
“Biondo, occhi azzurri e ingannevole faccino dolce?” chiese senza guardarmi.
“Più o meno.” dissi, “non ho potuto constatare se fosse dolce o no dato che Harry lo ha fatto scappare.” 
“Faccia d'angelo?” 
“Si. Harry è il ragazzo dall'ingannevole faccino dolce.” mi maledì per la mia boccaccia. Non avrei dovuto dirlo. Era stato strano ieri sera, lui era diverso ma non conoscevo Harry tanto in fondo da poter affermare che quello fosse realmente il suo carattere. Serio, aggressivo. In realtà, frequentavo Gemma da molto tempo, anni di amicizia, perciò avere Harry intorno era quasi normale. Il problema era che non avevo confidenza con lui. Era un piccola apparizione nella mia vita. Non sapevo cosa aveva dentro. Sapevo solo che in questi anni, non mi aveva mai trattata così. 
“Che vuoi dire?” chiese Rose curiosa, degnandomi finalmente del suo sguardo. 
“L'ho visto fumare.” mi inventai su due piedi mentre avevo rincominciato a sudare. Non era vero. O almeno, secondo le mie fonti. Rose non parve sorpresa. Anzi, fu lei a cambiare discorso. 
“A me basta che non fumi tu, se non vuoi mandare a puttane il lavoro di una vita” disse secca, “ci vediamo domani alla stessa ora.” aggiunse mentre io mi allontanavo uscendo dalla sala a testa bassa.

La campanella suonò rumorosamente per qualche minuto. Non era la stessa campanellina che tintinnava nel Josh's, però era una degna salvezza sentirla. Mi alzai dal mio banco, prendendo i libri che mi servivano per poi infilarli nella mia borsa. L'aula si stava lentamente svuotando, mi portai velocemente la tracolla alla spalla e mi avviai verso la porta per uscire. Fiumi di adolescenti si muovevano verso la l'uscita principale. Aspettai che il corridoio fosse abbastanza sicuro, in modo da non essere travolta dalla folla. Dopo qualche secondo, mi avvicinai al mio armadietto. Ruotai la rotellina, inserendo il codice per poi aprirlo. Infilai dentro alcuni libri che non mi servivano, per poi richiudere l'armadietto con una spinta. 
Uscita da quell'inferno, o comunemente detto liceo, raggiunsi Gemma che con una mano verso l'alto mi incoraggiava a raggiungerla. Mi avvicinai a lei, che mi salutò con un solito raggiante sorriso. 
“Oggi viene Harry a prendermi, ti diamo un passaggio fino a casa.” disse facendomi rabbrividire. Harry sarebbe venuto qui. Nonostante un gabbia di matti, la scuola era l'unico posto che avevo per poter scappare da Harry. Non poteva venire qui. Avrebbe complicato tutto.
“Penso che andrò a piedi.” risposi piano all'offerta. Sentii un clacson suonare e mi voltai vedendo la macchina di Harry fermarsi qualche metro distante da noi. Maledizione. 
Gemma mi prese per un braccio, si avvicinò alla macchina impassibile a ciò che avevo appena detto. 
“Salta su.” disse con gioia, “tranquilla non morde.” rise entrando in macchina. 
Ormai c'ero dentro fino al collo e non potevo andarmene. Non avevo scuse. Il peggio era che la mia migliore amica era all'oscuro di tutto.
Aprii la portiera ed entrai in macchina.

Gemma rideva e scherzava davanti con Harry, mentre io friggevo dall'agitazione, sul sedile dietro di lei. Harry era nuovamente diverso, come se avesse lasciato in un angolo la sua seconda personalità. Lo vedevo sorridere, il suo sorriso confortante, mentre attento guardava la strada. Mi ritrovai a fissarlo, cercando di capire quel suo comportamento enigmatico. I suoi occhi erano brillanti per la luce del sole che li colpiva debolmente dal finestrino, non scuri per la notte. Le sue labbra erano rosee e non color sangue. Harry diede un veloce sguardo verso di me, accorgendosi che lo stavo guardando intensamente. Mi voltai verso il finestrino, cercando di sembrare indifferente. Guardai quelle casette, tutte uguali. 
La macchina si fermo, segno che eravamo arrivati a casa mia. Scesi dalla macchina prendendo la borsa. Notai che anche Harry era sceso, mentre Gemma era in macchina cercando un buona stazione radio. La salutai con la mano e lei contraccambiò distratta. Harry si avvicinò con me fino alla porta di casa. Aprii frettolosamente la serratura con le mie chiavi, entrando in casa. Mi fermai sulla soglia, guardando Harry in attesa di spiegazioni. 
“Sta sera alle nove, davanti al Village .” disse mentre i suoi occhi tornavano scuri, “non deludermi.” aggiunse sussurrandolo al mio orecchio. Trattenni il fiato sentendo il suo respiro caldo sul collo. 
Rimasi ferma sulla soglia, Harry tornò indietro. Sentii rombare il motore mentre la macchina nera sfrecciava via. Chiusi la porta appoggiandomici con la schiena. Lo stavo attirando verso di me. Non servivano calamite invisibili, solo sguardi, attrazione. Stavo cadendo tra le braccia di un angelo con il cuore di un demone. Non ero abbastanza forte per poter sopportare tutto ciò. Avevo vissuto nella calma, ero sempre stata invisibile alle persone. Ma lui mi aveva notata, tra la folla. Ora dovevo pagare la mia distrazione per non essermi nascosta meglio. Potevo ancora scappare, ma Harry non me lo avrebbe permesso. Non più. 
Merda.


notes:
questo capitolo mi piace molto perché ho aggiunto la danza, che poi è anche la mia passione (: spero lo abbiate apprezzato, vorrei sapere cosa ne pensate.


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