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Autore: irishpuppysmile    03/07/2013    0 recensioni
Andò a fare rapporto e gli sembrò che anche Pain fosse triste; forse per Sasori. Salì le scale e andò a bussare alla sua porta, ma non ricevette risposta. Entrò ispezionando con lo sguardo la camera, non era nemmeno lì. Entrò in bagno preso da una brutta sensazione, non era nemmeno in bagno. Spalancò le porte di tutto il covo, controllò in cucina e persino in uno stanzino. Alla fine entrò in soggiorno, erano riuniti tutti lì.
-Dov’è?- la sua voce risuonò più minacciosa di sempre. Tutti tennero la testa bassa e Kisame li guardò stranito.
-Voglio sapere dove sta- sbottò Itachi, che di solito non perdeva mai il controllo.
- non lo sappiamo – disse Pain. Itachi uscì dal covo iniziando a correre in una direzione a caso. Sentì le urla dei suoi compagni ma non si fermò
Non poteva perdere anche lei

NOTA BENE: NON SEGUO I PASSAGGI DEL MANGA NE' DELL'ANIME.
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio, Sai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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New World

2.

 
Arrivammo davanti a delle porte enormi, controllate da più uomini vestiti di verde. Cercai di non fare commenti acidi su quanto vestissero male e mantenni la mia espressione neutrale. Cora raccontò loro che venivamo da Suna – non chiedetemi che cosa sia – e che eravamo in visita. Loro ci fecero entrare, ma vollero registrare i nostri nomi. Cora disse di chiamarsi Faguko mentre disse che io mi chiamavo Hikari.
Dopo mi spiegò che i nostri nomi reali avrebbero dato troppo nell’occhio. Bé, era lei l’esperta di queste cose, quindi me ne rimasi zitta.
Lei guardava in giro come se fosse la prima volta che vedeva tutto ciò, ma lei lo vedeva sempre attraverso le pagine di quei fumetti. Quello sguardo dovrei averlo io a regola.
Era tutto strano. Giapponese. Non mi aveva mai appassionato il Giappone. Avevo sempre preferito l’America all’Asia, al contrario di mia sorella.
Cora mi trascinò come un pupazzo in giro per il villaggio, volendo guardare ogni singola cosa. Mi sorpresi nel saper comunicare nella stessa lingua delle altre persone anche non avendola mai studiata a scuola.

Lei parlò di una persona importante che portava il nome di Hokage – credo – e disse che possedeva un palazzo. Era lì che mi stava portando. Riuscimmo a entrare nell’ufficio di questo Hokage e mi ritrovai davanti una donna bionda. Sotterrata da fogli.
-Buongiorno Hokage- disse mia sorella
La donna sembrò sollevata nel vedere delle persone, forse si era stancata di tutte quelle scartoffie. Cora gli raccontò tutto, diceva che di lei ci si poteva fidare.
-Forse so,dove potervi sistemare, anche se non avrò il consenso del padrone. Vi dispiacerebbe alloggiare nella villa degli Uchiha? Per ora è tutto quello che posso offrirvi.-
Vidi mia sorella rabbuiarsi di colpo. Credo che mi stesse per venire un mal di testa. Chi sono questi Uchiha? Perché siamo qui? Come riesco a comunicare bene in questa lingua? PERCHE’ ?
-Certo Hokage, la ringraziamo per il vostro aiuto.- salutammo e ce ne andammo

-Mi spieghi perché il cambio di umore?- chiesi quasi intimorita dalla risposta. Chissà, magari questi Uchiha erano dei serial killer pronti a ucciderci nel sonno e quella donna ci aveva mandate li per liberarsi di noi.
Scossi la testa.
-Tutto il clan Uchiha è stato sterminato da Itachi Uchiha, che ha lasciato in vita solo suo fratello minore, Sas’ke Uchiha.-

La prima cosa che mi venne da pensare fu: che strani nomi.
Subito dopo mi spaventai questo Itachi è davvero un serial killer.
Presi a massacrarmi le dita delle mani fino a che Cora non si fermò davanti a una casa. Villa.
Entrammo e girovagai per la casa cercando una camera che mi piacesse. Mia sorella invece mi diede la buona notte e si rintanò in una camera.
Sospirai e andai in giardino. Mi guardai intorno. Non era poi così male come abitazione. Mi immagino l’allegria delle persone che vivevano qui. Ovviamente prima di morire.
Mi chiesi come avesse fatto questo Itachi a sterminare il suo clan, la sua famiglia. Mi domandai come vivesse ora il fratello minore lasciato in vita. Cosa provasse, quanti anni avesse.
Sospirai e mi stesi sul prato. Non era ancora notte ma credo che l’orario fosse intorno alle sei, massimo sei e mezza.
Chiusi gli occhi e pensai ai nostri genitori, sarebbero stati in pensiero, spaventati e preoccupato nella scomparsa di due figlie, dopo che la primogenita aveva avuto la brillante idea di trasferirsi negli stati uniti a soli diciannove anni d’età.
Entrai di nuovo in casa e trovai il bagno, mi guardai allo specchio cercando di sistemarmi un po’.
Al contrario di mia sorella io avevo gli occhi blu scuro, i capelli erano ancora raccolti in due code, erano neri, ma lucidi. La pelle era l’unica cosa che accumunava me e mia sorella. Sospirai e guardai il mio riflesso. Tornai lentamente nella camera che avevo scelto e mi addormentai.
Un rumore mi fece aprire di scatto gli occhi. Sentivo il cuore battere forte e il mio corpo sudava freddo. Una strana sensazione mi percorreva l’interno corpo, passando per le vene con il sangue. Mi alzai senza fare rumore e uscì dalla camera.
La notte veniva illuminata solo dalla luce della luna piena, alta in cielo.

Camminai con passo felpato verso la camera che aveva occupato Cora e aprì la porta. Lei dormiva beatamente nel suo letto.
Richiusi la porta lentamente e sentì di nuovo quel rumore, sussultai spaventata accorgendomi che non proveniva dalla camera di mia sorella. Girovagai in casa sperando di non perdermi.

Calma e sangue freddo Angel, calma e sangue freddo.

Il cuore continuava a battermi mentre mi avvicinavo al giardino

Sarà un gatto, Angel, torna a dormire.

Uscì in giardino e alzai un sopracciglio trovando un ragazzo steso a terra. Presi un ramo che mi era vicino e camminai lentamente verso di lui. Mi piegai sulle ginocchia e punzecchiai il braccio sinistro con il rametto.
Vedendo che non si muoveva punzecchiai la testa.
Di scatto il ragazzo si alzò e gridò, facendo gridare anche me di conseguenza. Avvertì una porta aprirsi e dei passi veloci. Mia sorella si affacciò sul giardino e alzò un sopracciglio proprio come avevo fatto io.
-Ehm … chi siete? Che ci fate a villa Uchiha?- scattò in piedi indicandoci.
Strinsi le mani a pugno e presi il ramo,tirandoglielo in testa. Lui si massaggiò il punto che avevo colpito e mi guardo confuso.
-Prima di tutto scusati,mi hai fatto prendere un colpo, poi presentati e DOPO gentilmente esponi le tue domande testa ..- non finì la frase che mia sorella mi suggerì come chiamarlo
-Testa quadra,Hikari. – sorrise lei

Giusto pensai noi avevamo questi nomi falsi.

Sbuffai e incrociai le braccia
-Sono Naruto Uzumaki e ora .. cosa ci fate a villa Uchiha?-
Gli lanciai un altro rametto
-Ehi! Mi sono presentato – si lamentò afferrando il rametto prima che lo colpisse
-Ti devi scusare!- sbottai pestando il piede a terra.
-Ah si giusto, scusatemi per avervi disturbato.- sbuffai e sospirai.
-Ciao Naruto, io sono Faguko e lei è mia sorella Hikari, siamo a Konoha, ma veniamo da Suna, ci serviva un posto per alloggiare e l’Hokage ci ha mandato a villa Uchiha.-

Spiegò Cora con una pazienza e un sorriso mai visti prima, da quando mia sorella era diventata così socievole e gentile?
-Ah capisco.- si grattò la testa imbarazzato – Buona notte e scusatemi ancora- detto questo sparì in un balzo.

Sgranai gli occhi e tornai a dormire senza degnare mia sorella di uno sguardo
   
 
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