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Autore: barbabietoladazucchero    03/07/2013    1 recensioni
- Ehi, splendore!- mormora con la sua voce roca. Ora, se una voce potesse ingravidare, sarei già incinta di 3 figli.
- Mr. Styles… - replico, in modo leggermente lascivo. Le sue labbra si fiondano sulle mie e mi bacia come se fossimo sul set di “9 settimane e mezzo”: orgasmo raggiunto in meno di 5 secondi.
Essere la compagna di Phil Styles ha i suoi vantaggi.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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POV Beth.
Occhi scavati da un paio di occhiaie nere, viso stanco e bianco come un lenzuolo, magro come se non mangiasse da giorni, barba incolta brizzolata, labbra serrate in una smorfia inespressiva, capelli unti appiccicati alla fronte, brizzolati anche quelli.
Mani unite con le dita incrociate appoggiate sul tavolo.
Tavolo bianco, sempre quello.
Stanza bianca, sempre quella.
Sedia di legno, sempre quella.
Silenzio assordante che ti fa venire voglia di urlare come una dannata.
Non mi stupisco che la gente non esca più dagli ospedali psichiatrici, se anche uno fosse sano impazzisce a stare qui dentro.
L’unico flebile rumore è il ronzio della lampada al neon, come quella dei bar malfamati delle periferie americane.
-Grant- mi rivolgo a mio padre a mo di saluto.
Fa una mossa impercettibile con la bocca, come un sorriso, sorriso di scherno, di sfida e di pena.
Non so nemmeno perché sono venuta. Il mio stupido senso di colpa mi ha portato ancora una volta alla clinica, incapace di affrontare la mia vergogna, che è ben ancorata al fondo della mia anima.
Capisco che è tutto inutile star lì, per cui lentamente prendo la borsa, mi alzo e mi giro per raggiungere la porta quando
-Astrid- Dio, non so nemmeno da quanto tempo non sentivo la sua voce. È incredibilmente dolce, che fa a pugni con la sua figura dura e severa, è calda, in contrasto con la sua freddezza e il gelo dei suoi occhi, ti accarezza la pelle, al contrario delle sue mani ruvide e screpolate dal tempo.
-Non mi faccio più chiamare Astrid. Sono Elizabeth ora.- dico rimanendo in piedi e fissando il muro dietro di lui.
-Oh, come la mami? Che dolce…- risponde senza un briciolo di gentilezza, ma pieno di sarcasmo e disprezzo.
-Quindi adesso hai ripreso a parlarmi? E solo per sfottermi come facevi un tempo? Ti prego risparmiami. Possiamo continuare come facciamo da sei mesi a questa parte, quaranta minuti di silenzio carico di tensione e basta.- gli dico fredda più che posso.
-Prova a stare zitta allora, e ascoltami- è un tono che non ammette repliche così mi riavvicino alla sedia, mi siedo e lo guardo con timore. Come una bambina di cinque anni che sta aspettando la sfuriata del padre.
-Sto morendo-
Cosa?
-Cosa?- chiedo stupita e terrorizzata.
-Cancro ai polmoni, troppe sigarette forse. Anche se secondo il clinico è perché non ho mai accettato la morte di tua madre. Dice che il dolore e l’odio che ho provato per diciotto anni mi stanno consumando dentro. Quante puttanate. Che ne può sapere uno psicologo? Strizzacervelli di merda. Che lavoro del cazzo.-
-Ti ricordo che sono anche io psicologa-
-Appunto. Ma comunque, qualunque sia la causa di questo figlio di puttana, la conseguenza è una e una soltanto: sto morendo, tra atroci dolori. Il prete di questo cottolengo dice che prima di morire devo riallacciare i rapporti con te, chiedere forse ammenda per quello che ho fatto. Ma, dimmi Astrid, che ho fatto? Non sono io che guidavo la macchina, non sono io che ho distratto mamma mentre guidava, non sono io che sono sopravvissuto mentre El e Stella morivano. Dico bene, Astrid?-
Non piangere Beth, non ci provare neanche, non dargli questa soddisfazione.
Figlio di puttana. Mi sta rinfacciando tutto ancora una volta.
Bastardo senza riserve.
-Ti ho fatto una domanda, Astrid. CHE COSA HO FATTO?!- inizia a urlare alzandosi in piedi, con la conseguenza che gli operatori sanitari entrano di corsa per evitare che Grant mi faccia del male.
Lo prendono per le braccia.
-Signor Stone, si calmi o siamo costretti a portarla via…- dice calmo un signore di colore alto e dal viso dolce.
-E allora fatelo, tanto non voglio più vederla.- mi guarda –Tu mi hai portato via tutto. Hai portato via l’amore della mia vita, la mia vita stessa e mia figlia! Vattene. VATTENE!- mi urla contro, viene portato via dai due infermieri mentre una singola lacrima mi solca il volto.
Prendo la borsa ed esco dalla stanza.
-Signorina, si faccia forza; è difficile avere a che fare con pazienti malati di mente. Spesso sono violenti, anche con le parole, magari la prossima volta…-
-Non ci sarà una prossima volta- interrompo dura la segretaria del posto –E non disturbatevi a chiamarmi quando quel pezzo di merda tirerà le cuoia.-
Butto il cartellino identificativo per i visitatori nel cestino, inforco gli occhiali da sole, sebbene fuori piova, ed esco per sempre da quella clinica.

Passano così due mesi senza che io rimetta piede in clinica, senza sapere se mio padre sia ancora vivo, senza sentire Harry e senza ricevere nemmeno una chiamata da Phil.
Passo il Natale e l’ultimo dell’anno rinchiusa nella mia camera d’hotel sola come un cane.
Pensavo di sentire Harry, sinceramente.
Non avrei fatto come quelle stupide ragazze dei film che quando il loro amato le chiama per spiegare l’assurdo fraintendimento, loro non rispondono per orgoglio.
Fanculo all’orgoglio, io avrei risposto al primo squillo sentendo tutto quello che mi avrebbe detto Harry.
Sia che fosse stato un ‘volto pagina, addio’ ma soprattutto sperando fosse stato un ‘è stato un malinteso, ti amo’. E invece niente. Probabilmente non valgo la pena di una spiegazione.
Aggiungiamo il fatto che sono stati due mesi in cui ero incollata a qualsiasi tipo di gossip per conoscere gli sviluppi della sua storia d’amore. La storia di Harry e Clare, o come li chiamano tutti i Clharry. Patetico.
Non vivono insieme, lui è ancora con Louis, ma in questi due mesi hanno adottato un gatto, sono stati in Australia due settimane, hanno fondato un ente di beneficienza, Harry le ha dedicato una canzone e l’ha presentata alla sua famiglia. Non so se solo ad Anne o anche a Phil.
Phil.
Di lui non so niente, nemmeno se si è tagliato i capelli, se si è dato al punk rock o ha cambiato orientamento sessuale.
È il 4 gennaio quando sento bussare alla mia porta dell’hotel. Probabilmente è Niall che mi porta del cibo commestibile, come fa ogni sabato. Apro la porta e mi trovo davanti Phil: pantaloni della tuta, felpa con il cappuccio che esce dal piumino pesante che indossa, cappellino di lana e sorriso che scioglie tutta la neve che si è depositata sta notte.
Lo faccio entrare, e parliamo di tutto, come un tempo. Come se non fosse successo niente; io gli dico di Grant, del mio conto in rosso perché continuo a vivere in un hotel, del mio lavoro, della Florida. Lui mi dice delle promozioni che ha avuto, che ha passato il Natale con Anne, Harry e la sua nuova fidanzata che ‘è molto carina, simpatica, una a posto’. Proprio quello che volevo sentire. Harry che ha trovato per davvero la ragazza perfetta, l’anima gemella.
-Ti amo ancora- mi dice dal nulla. Io mi volto sorpresa.
-Cosa?-
-Ti amo. Come ho sempre fatto.- non so cosa dire. Per la prima volta non so nemmeno interpretare quello che sto provando in questo momento. Se disagio o felicità.
-Abbiamo affrontato un brutto momento, ci siamo presi una pausa per capire i nostri sentimenti. E io li ho capiti! Non ho smesso un minuto di pensarti. Cosa ne pensi?- lo guardo interrogativa.
-Sì insomma, vuoi riprovarci?-

POV Harry.
Mi volto nel letto e trovo Clare serenamente addormentata. Sorrido nel vederla così tranquilla, ma irrimediabilmente il mio sorriso si spegne, come sempre. Si spegne quando penso che i suoi capelli non sono i capelli che vorrei accarezzare, che i suoi occhi non sono quelli che vorrei vedere, che la sua bocca non è quella che vorrei baciare, che la sua voce non è quella che vorrei sentire, che la sua mano non è quella che vorrei stringere, che il suo corpo non è quello che vorrei toccare.
Mi giro a pancia in su mandandomi affanculo da solo.
Che cazzo, Harry. Stai insieme a questa ragazza da due mesi e ancora non ti è uscita LEI dalla testa.
Che problemi hai?!
Certo, provo affetto per Clare, oltre a essere una buona copertura è risultata essere anche simpatica; è sexy, piace alle fan, piace alla mia famiglia, è divertente ed è anche parecchio brava a letto. E allora perché non riesco a provare più del semplice affetto?
Due mesi. No neanche. Poco meno di due mesi dall’ultima volta che l’ho vista.
Ogni volta che chiudo gli occhi rivedo il suo sguardo distrutto di quando era nella mia cucina e ha visto Clare. E ogni volta è come se una mano mi serrasse la gola per impedirmi di respirare. Lei era venuta da me, mi aspettava, mi voleva parlare.
Tutti credono che io l’abbia dimenticata. Mia madre, che non l’ha mai vista di buon occhio per ovvi motivi, è felice e tratta Clare come se fosse sua figlia, Louis la tratta come una sorella e non smette un secondo di elencarmi le cose in cui lei è migliore di Beth.
“Andiamo Haz, lei è più bella, ha un fisico da modella, è più gentile, non ha rovinato la tua famiglia, non se la fa con tuo padre, tutti l’adorano e…” blablabla. Come se fossero queste le cose che davvero mi importano.
Tutti credono che io l’abbia dimenticata. Tutti, tranne Clare. Lei sa tutto ed è per questo che è una copertura perfetta: sa cosa provo davvero, cosa purtroppo non proverò mai per lei, ma nonostante tutto mi sta vicina e anzi, mi aiuta ad andare avanti, o meglio, a far credere a tutti che sto andando avanti. Accetta persino che chiami Beth invece di lei quando siamo a letto. Cose da pazzi.
Mi alzo dal letto e mi dirigo in bagno dove mi butto sotto la doccia, acqua ghiacciata, come faccio ogni volta che torno a pensare a Beth. Terapia d’urto.  Devo associare Beth al gelo, al dolore.
Anche se forse non ce n’è bisogno, perché ogni volta che ci penso una lama di ghiaccio mi spezza il cuore.

POV Louis.
Harry è sotto la doccia. Di nuovo. Sotto l’acqua gelida anche se siamo ai primi di gennaio. Lui crede che io non mi sia accorto di niente, ma in realtà so tutto.
Lo si vede dai suoi occhi che non l’ha superata, non l’ha dimenticata.
Gli occhi più belli che io abbia mai visto velati da uno strato di tristezza che è mascherato bene, devo ammetterlo.
E lui pensa di prendermi in giro, finge che vada tutto bene, che è innamorato perso di Clare quando probabilmente anche nel sonno parla di Beth.
Crede che io non senta delle sue notti d’amore con Clare, dove c’è un unico nome a essere ripetuto; le sue docce quotidiane gelide come la neve da cui esce tremante e un po’ sollevato; i suoi occhi nascosti dagli occhiali da sole che la cercano nella folla. Un po' patetico.
Però è il mio migliore amico, mio fratello, e io non posso vederlo così, proprio non ce la faccio.
Che dire, sono troppo generoso.
Ed è forse la mia generosità e la mia modestia ad avermi portato di fronte a una camera d’albergo dell’Holiday Inn di Londra.

POV Beth.
Phil se n’è andato da qualche ora, e io sono ancora in lacrime. È stata una scelta sofferta, lo ammetto. Ma dovevo farlo, dovevo fare quello che è meglio per me. E ora come ora ho bisogno di stare da sola, sono troppo confusa.
L’ho lasciato andare, Phil non merita una ragazza come me, confusa sui proprio sentimenti che va a letto con il figlio.
Probabilmente una parte di me amerà sempre Phil, è stato importante, mi ha aiutato a sopravvivere e mi ha accolta in un periodo nero della mia vita. Gliene sono grata, e sempre lo sarò. Ma è inutile ignorare quello che la maggior parte del mio corpo prova. Sono completamente e incurabilmente innamorata di Harry Styles.
Che a sua volta è innamorato di Clare qualcosa.
Com’è bella la vita.
Mi sciacquo la faccia per scacciare il lieve senso di colpa che sento per Phil, e sento bussare alla porta.
Che sia Phil che torna indietro disperato chiedendomi di ripensarci?
Di fronte, invece, mi trovo l’ultima persona che mi sarei aspettata di vedere in vita mia: Louis.
-Ehm, ciao- dice lui tentennante.
-Louis, non è il momento. Puoi lasciarmi la tua lista di insulti in un foglietto, la leggerò più tardi- dico, mentre chiudo la porta.
-Aspetta!- la blocca lui con una mano –Vengo in pace- dice sorridendomi, un sorriso sincero, forse per la prima volta.
Siamo seduti sul mio letto in un silenzio imbarazzante come pochi. Mi schiarisco la voce.
-Allora- diciamo contemporaneamente, strappandoci una risatina soffocata.
-Prima tu- dico.
-Vorrei parlarti di Harry…-
-Credo di sapere già tutto Louis, grazie non c’è bisogno- dico un pochino irritata. È venuto a mettere il dito nella piaga?
-No io non credo.- lo guardo interrogativa e lui continua –Lui non ti ha dimenticata, sta solo fingendo con Clare…-
-Louis, ti prego…- inizio sentendo gli occhi inumidirsi, Beth non davanti a Louis, da brava.
-No ti prego tu, puoi ascoltarmi?! Harry è innamorato di te e te solo, vuoi capirlo? Tutta la faccenda con la sua ragazza, i Clharry, le loro uscite paparazzate, è tutta una montatura! Lui ha cercato di dimenticarti e di andare avanti ma sta fallendo miseramente. Persino Clare sa che non ti ha dimenticata. Va’ da lui, riprovaci…-
-È stato il managment a obbligarlo ad avere una copertura? A fingere di stare con una modella?-
Louis sbianca.
-N-non proprio…- come pensavo.
-Cioè? Dillo Louis, tanto lo so già, voglio solo averne la conferma.-
-L’ha richiesta Harry…- dice deglutendo a vuoto. –Ma solo per provare a dimenticarti, voleva cercare di andare avanti, di svagarsi, divertirsi…-
Pessima scelta di parole, e lui se ne accorge.
-No volevo dire…-
-Evitamelo Louis. Se Harry provava un minimo di interesse e rispetto per me, mi avrebbe chiamato anche solo una volta, per dirmi che era vivo e che stava andando avanti con la sua vita. E invece niente. Ha finto che non fosse successo niente, che io non fossi in quella cucina quella maledetta mattina. Scommetto che lui nemmeno sa che tu sei qui, perché te lo avrebbe impedito, dico bene?-
-Sì me l’avrebbe impedito, ma non per quello che pensi tu-
-Dio Louis! Smettila!- grido –Vuoi cercare di lavarti la coscienza? Cos’è per mesi mi sputtani alle spalle con Harry spingendolo verso chissà quante modelle taglia zero e adesso vieni qui cercando di risolvere la situazione?!- sei forte Beth, le lacrime non servono a niente, fai grandi respiri che passa tutto.
-Se per una volta scendessi da quel cazzo di piedistallo dove ti ritrovi capiresti perché lo sto facendo- dice un Louis incazzato.
-Quale piedistallo Louis?! Proprio tu me lo vieni a dire? Tu che ti comporti come se avessi un pisello d’oro tra le gambe?- mi azzittisce mettendo una sua mano sulla mia bocca.
-Ti hanno mai detto che sei testarda come un mulo? Se no te lo dico io! Forse non mi sono espresso abbastanza chiaramente, HARRY AMA TE- dice evidenziando le ultime parole. –Te, e nessun’altra ed è troppo orgoglioso per correre in mutande sotto il tuo albergo gridando che ti ama. Probabilmente perché pensa di non avere più uno straccio di possibilità con te. E quindi tutto il suo lavoro lo fa il suo migliore amico, che gli vuole troppo bene per vederlo sprecare il suo cuore per una ragazza non adatta a lui.-
“Harry ama te”.
Queste le parole che mi continuano a rimbombare in mente.
Se mi ama perché non  mi ha chiamato? Perché ha continuato una farsa con quella ragazza? Perché non è qua lui, invece che il suo miglior amico rompiballe?
Louis toglie la mano dalla mia bocca.
-Avanti Beth, so benissimo che provi le stesse cose per lui.- è vero, è maledettamente vero.
-Sì Louis, io forse lo amo. Ma la mia vita è troppo incasinata: ho un padre mezzo morto, faccio fatica ad arrivare a fine mese, vivo in un hotel, sono stata a letto con suo padre… Lui sa la metà delle cose che mi sono capitate nella vita. E poi c’è la vostra di vita: costantemente sui tabloid o sulle pagine di gossip in internet, paparazzi che vi seguono anche in bagno, tour della durata di nove mesi… Non voglio questa vita.- le mie parole mi fanno male, ma sono anche sincere: io voglio una vita normale. Sono stata catapultata nel mondo del gossip per un’ora e pensavo di impazzire, non posso passare così tutta la vita.
Louis mi guarda, a metà tra il deluso e il ferito.
-Le tue sono solo scuse. Tutti hanno la vita incasinata Beth, non sei l’unica ad aver avuto un passato non proprio facile…-
-Non proprio facile Louis?! Ma sai almeno come ho passato gli ultimi diciotto anni?!-
Lui scuote la testa, imbarazzato.
-Io parto, vado in Florida.- deglutisco -Là ho dei cugini da parte di mia mamma che non vedo da tanto tempo, ho bisogno di cambiare aria così forse potrò davvero andare avanti, e così potrà fare Harry…- dico con un filo di voce.
-Per quanto?- mi chiede.
Alzo le spalle.
-Non lo so.- lui si alza dal letto e va verso la porta.
-Stai facendo l’errore più grosso della tua vita Elizabeth. Potresti perdere Harry per sempre- mi dice voltato di spalle.
-L’ho già perso- dico mentre richiude la porta violentemente.


Ok, scusate la noia. Mi sono annoiata io a scriverlo, immagino voi a leggerlo.
È tutta colpa di una ff Larry che mi ha sconvolta, talmente l’ho trovata bella, per cui ora faccio fatica a immaginare Harry con Beth.
Siamo alla fine, manca un capitolo, forse due non so ancora.
Scusate ancora.
Enjoy my story.
B.
  
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