Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: msmali    03/07/2013    3 recensioni
AU: "Finn e Santana erano sempre stati amici : da quando il computer che distribuisce i posti nei dormitori aveva confuso “Santana” Lopez con “Santiago” Lopez, non si erano mai separati." Il mondo di Glee catapultato in quello di Scrubs, cosa succederà?
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Finn Hudson, Noah Puckerman/Puck, Quinn Fabray, Rachel Berry, Santana Lopez | Coppie: Finn/Quinn, Finn/Rachel, Puck/Quinn, Puck/Rachel
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 2.
 
Rachel Berry aveva sempre avuto paura di essere relegata al gruppo delle “persone comuni” e per tutta la vita aveva sempre cercato di primeggiare per sentirsi dire: << Sei speciale, Rachel! >>.
Certo, il destino, fato, karma o le leggi dell’Universo le avevano dato delle carte da giocarsi per reputarsi certamente “diversa”: era stata cresciuta da due papà, una coppia gay che ad un certo punto della loro vita si era rivolta ad una madre surrogato, in 24 anni non si era mai premurata di scoprire quale dei due fosse il suo “vero” padre.
Le era così difficile pensare che fosse solo uno dei due, del resto era un puzzle perfetto dei due: dall’uno aveva ereditato il nasone ebraico, l’attitudine alla musica e alle arti, dall’altro invece il sorriso, la propensione all’impegno e allo studio.
 
Aveva sempre sognato esibirsi a Broadway ma si era resa conto, ad un certo punto della sua vita, che bisognava essere concreti: così aveva deciso che il canto sarebbe stata il suo hobby e che avrebbe aiutato le persone nel miglior modo possibile, diventando medico.
 
Gli anni del liceo non erano stati facili: è difficile farsi amiche e amici quando nel mondo delle cheerleader bionde e slanciate, tu sei quella con i calzettoni alle ginocchia e i maglioni con gli animali.
Arrivata al college aveva sperato nel cambiamento, che effettivamente un minimo era avvenuto: i calzettoni e i maglioni con le renne erano stati appesi al chiodo, almeno esteriormente.
 
Nella vita amorosa di Rachel Berry c’erano stati due soli ragazzi: Jesse St. James al liceo e Brody Weston al college. Il risultato di queste due relazioni? Un totale disastro: l’avevano fatta diventare la tipica Bridget Jones, spaventata dagli uomini che combinava solo disastri.
 
Ma al McKinley le cose sarebbero andate diversamente: era riuscita a fare amicizia con lo specializzando più carino, con un po’ d’impegno magari avrebbe guadagnato una bella cena.
 
Altra nota dolente nella vita di Rachel erano le amicizie: è difficile avere amici quando si riconosce il proprio talento e non si finge falsa modestia facendo notare agli altri il tutto, forse troppo spesso.
Ma ora c’era un nuovo obbiettivo nella vita di Rachel. Diventare amica del dottor Kurt Hummel.
 
Lui era così simile a lei: tagliente, preparato, intransigente. Sembravano fratelli separati alla nascita.
Il problema è che il dottor Hummel non sembrava molto propenso alle amicizie, ma ehi? Rachel Berry era una star, in qualunque cosa si cimentasse. Entro la fine del suo primo anno da specializzanda sarebbe riuscita ad ottenere quello che voleva.
 
E si, quella mattina, come ogni mattina Rachel Berry stava ripercorrendo la sua biografia mentre si dirigeva con fare spedito verso la porta d’ingresso del McKinley. Era la sua seconda settimana da specializzanda e stranamente le cose non stavano andando malissimo: la sua amicizia con Finn stava procedendo discretamente e non fosse stato per quella Quinn Fabray che spuntava sempre per offrirgli un caffè e un battito di ciglia, probabilmente avrebbe già ottenuto un’uscita serale, se solo fosse riuscita a creare più complicità con il dottor Hummel avrebbe chiesto consiglio a lui…
 
« Ehi Barbra dei poveri, attenta a dove cammini! » la voce del dottor Hummel la riportò alla realtà (quando si dice parlare del diavolo)
« Oh dottor Kurt! Buongiorno! O mio dio, veramente pensa che sono una sorta di Barbra 2.0? Sa che è uno dei miei idoli? Se non avessi deciso di diventare medico avrei seguito le sue orme e… » ecco, stava cominciando a parlare a raffica come suo solito.
« Innanzi tutto: dottor Hummel, io sono il dottor Hummel. Per mia sfortuna la nostra confidenza ti da il permesso di chiamarmi per cognome, spero che non accada mai di andare oltre fino a giungere al nome. Poi, non mi interessano i tuoi sogni infranti: si vede lontano un chilometro che sei una di quelle ragazzine che nasconde le proprie insicurezze dietro l’imponenza e la magnificenza di Barbra! E ora se non ti dispiace avrei un gruppo di incompetenti che pendono dalle mie labbra, e se non sbaglio tu sei parte di quel gruppo. »
Durante tutto il discorso Rachel aveva avuto un sorriso pietrificato e sentiva delle lacrime bollenti salirgli fino agli occhi, deglutì e girò sui tacchi.
 
« Ti ha trattato male come solito, vero? Ancora non capisco per quale motivo ti fai torturare pur di fargli una buona impressione… » la voce ormai familiare e consolatrice di Finn.
« Finn non capisci, il dottor Kurt è la mia Barbra qui dentro e diventare sua amica sarebbe un grande obbiettivo. L’amicizia del proprio mentore è fondamentale per realizzarsi! » disse Rachel con il tono di chi sta dicendo un’ovvietà.
« Sarà, ma per ora vedo solo te che ci rimani male e lui che si irrita » rispose Finn confuso.
« Si ma Finn… » non sapremmo mai cosa voleva aggiungere perché ne frattempo una fluente chioma dorata guizzò davanti agli occhi di Finn.
« Ehi Finn, ciao! Sei appena arrivato? Solito caffè prima di cominciare? » con la sua voce calma e profonda: una delle tante caratteristiche della bionda che mandavano Finn in brodo di giuggiole.
« Eh, ovvio Quinn! Ci mancherebbe, tanto io e Rachel avevamo finito, giusto Rachel? » biascicò Finn, guardando distrattamente Rachel per poi tornare a concentrarsi su Quinn.
« Ma veramente io… » disse Rachel mentre vedeva un ridente Finn allontanarsi con Quinn.
« Veramente io sono sempre la solita stupida! » disse fra sé mordendosi il labbro.
 
« Allora Finnazzo, che emozione si prova ad essere per la prima volta il vertice di un triangolo? » disse Santana sedendosi al volo al tavolo di Finn.
« Scusa? Non ti sto seguendo! » la guardò Finn con le sopracciglia talmente inarcate da toccargli l’attaccatura dei capelli.
« Sì bietolone. Tu, Nasona e la Reginetta del ballo. » rispose Santana accompagnando tutto con un gesticolare eloquente.
« Non vedo triangoli. Vedo due amici e due persone che potrebbero avere qualcosa di più… »
« Potresti specificare i ruoli? Perché le assegnazioni che potrei fare io sarebbero quelle giuste, ma temo che tu con le tue di assegnazioni ti stai apparecchiando la tua vita per un bel disastro! » disse Santana addentando il suo panino.
« Ti sbagli. Credo che Quinn potrebbe essere quella giusta! » insistette Finn.
« Salve belli! Di cosa parlate? Chi sarebbe questa giusta per te, Finnmaister? » disse Puck sedendosi sulla sedia e poggiando il suo vassoio sul tavolo.
«Quest… » cominciò Finn
« Quinn Farbray, la reginetta del ballo scolastico! Mi chiedo cosa ci possa trovare tu di serio in lei. Si, una cosa veloce si potrebbe anche prendere in considerazione: non fantasticare su di lei è un reato, ma pensare che sia quella giusta mi sembra un azzardo bello e buono! Il college non ti ha insegnato niente Finnocence? » gesticolava l’ispanica.
« Quinn Fabray?  » aggrottò le ciglia Puck mentre Finn sbuffava: « L’ho vista per i corridoi un paio di volte e secondo me ti sbagli cara Santanassa, e quella mi sembra proprio una fata dai capelli color del miele più che una tipa da una botta e via. Parliamo piuttosto della Berry: chiacchiererà parecchio, sarà pure una feticista delle stelline, ma ha un corpo che parla! »
« Ehi vacci piano con i commenti su Rachel… » si innervosì Finn: « E anche su Quinn! Sono due ragazze apposto e nessuno di voi due ha il diritto di parlare di loro in questo modo! »
« Ah a quanto pare il triangolo potrebbe essere un bel quadrato! » rise Santana
« Cosa?! » fecero in coro Puck e Finn.
« Niente, lasciate perdere » concluse Santana.
 
« E quindi la tua giornata è stata particolarmente faticosa?  » un’indaffarata Quinn stava rimettendo in ordine le sue cose dopo la fine di un'altra giornata intensa al McKinley Hospital.
« Eh si abbastanza, la tua invece mi sembra sia stata abbastanza tranquilla: a quanto pare al dottor Hummel piace torturare solo me e Rachel… » disse Finn guardando Quinn dallo specchio che aveva appeso nel suo armadietto.
Ha sul serio i capelli color del miele e il colore di occhi più affascinante che abbia mai visto ci si potrebbe perdere dentro quel verde.
« Beh si insomma, tu e la specializzanda Berry siete i più…particolari! Ma vedrai che le cose andranno meglio per te, te lo prometto!» disse Quinn cercando, per quanto possibile vista la differenza di altezza, i capelli di Finn che sorrise in modo tirato: «Eh lo spero anche io… »
Ok è bella da togliere il fiato, ma i miei capelli lo sono di più. Era proprio necessario che me li scompigliasse dopo tutto il tempo che ci ho messo per pettinarli? Eh ma senti che profumo di buono…
« Si insomma sei bravissimo, e per quanto la Berry sia chiacchierona e petulante, beh si da tanto da fare. Se solo la smettesse con quella sadica imposizione di piacere al dottor Hummel!  » continuò Quinn.
Mi sto affezionando tanto a Rachel, ma è necessario parlarne ora? Non sarebbe molto più carino se partisse una musica romantica, noi due inclinassimo le teste e ci dessimo un bacio e i fuochi d’artificio cominciassero a impazzire fuori dalla finestra?
 « Eh si, Rachel è così: questa mattina mi ha fatto uno strano discorso sul fare amicizia con il proprio mentore… » rispose Finn.
E io l’avrei anche ascoltata se non fossi arrivata tu portandoti dietro il canto degli uccellini a primavera.
« Sei così dolce a preoccuparti di ascoltarla, sei veramente una delle persona più gentili che conosca… » si fece più vicina Quinn: « Non avrei potuto incontrare persona migliore, sei dolce e premuroso » continuò avvicinandosi ancora di più.
Troppo vicina, troppo vicina, nella maggior parte dei casi della mia vita Santana entrava e rovinava tutta la magia, ora non sta entrando, qualcosa vorrà dire no? Si, vuol dire che lei è quella giusta: guardatela signori! Si sta mozzicando il labbro!
Finn si leccò le labbra, lo sguardo passava tra la bocca di Quinn ai suoi occhi.
Bene se nessuno irrompe nella stanza entro tre secondi mi bacia. Uno…Due…Tre.
« Ecco non è entrato nessuno, ora puoi baciarmi! » disse Finn ad alta voce.
 « Cosa? » si bloccò Quinn.
Stupido stupido stupido! L’hai fatto di nuovo. Io non ci posso credere che non riesci ancora a controllare i sogni ad occhi aperti!
« Ehm no nulla… Dicevamo?! » disse Finn grattandosi la testa.
« Beh, sai stavo giusto pensando di baciarti e tu mi hai letto nel pensiero! » rise Quinn
E allora cosa aspetti? Dai musica romantica, dove sei? Parti su!
« Ehm, quindi ok… » Finn si avvicinò e chiuse gli occhi.
E ci fu il bacio. E ci furono anche i fuochi d’artificio.
 
Nell’anticamera dello spogliatoio Rachel stava facendo uno dei suoi discorsi di autoincitamento. Aveva deciso che quella sera avrebbe chiesto a Finn un appuntamento: se non si fosse sbrigata le cose tra lui e Quinn sarebbero di sicuro diventate troppo…sconvenienti per l’integrità del suo cuore, quindi era meglio muoversi.
Si sistemò la frangetta, sospirò e oltrepassò la porta dello spogliatoio.
E lo vide.
Li vide.
Sentì lo stomaco chiudersi, l’amaro in bocca, le orecchie ronzare e il cuore smise di batterle (o almeno così le sembrò).
Ecco. Era successo di nuovo.
Si era illusa di nuovo e aveva aspettato troppo. E era rimasta di nuovo con un palmo di naso.
Sentiva le lacrime scenderle sulle guance e non si preoccupò nemmeno di asciugarle, entrò di soppiatto nello spogliatoio, prese le ultime cose che aveva lasciato nel suo armadietto e uscì di corsa sperando di non essere vista.
 
Gli spogliatoi degli specializzandi chirurghi erano separati da quelli degli specializzandi internisti, ma Puck allungava sempre il giro per arrivare all’uscita per passare di fronte ai secondi spogliatoi. Quinn Fabray l’aveva vista, l’aveva vista proprio bene. E qualche volta gli era sembrato di vedere un paio di sguardi ricambiati. E il Puckradar non si sbagliava mai su queste cose: doveva solo trovare il momento giusto e il modo, e magari Quinn sarebbe diventata la sua ragazza giusta.
Si avvicinò con disinvoltura all’ingresso dello spogliatoio degli specializzandi, ma quando era quasi arrivato alla porta venne letteralmente travolto da Rachel che correva via piangendo:  « Ehi Rachel ma co… » e finalmente vide cosa aveva sconvolto Rachel, Finn e Quinn erano in mezzo allo spogliatoio coinvolti in un bacio appassionato: « Oh cavolo! » fu l’unica cosa che gli uscì dalla bocca.
Effettivamente l’indiretto due di picche gli bruciava parecchio, ma la persona che stava correndo fuori dall’ospedale aveva avuto un colpo sicuramente peggiore.
Ne aveva conosciute di Rachel Berry nella sua vita: le aveva sedotte, prese in giro, fatte innamorare e poi abbandonate. Ma dall’ombelico in quel momento gli partiva l’impulso di seguirla, come se prendersi cura di questa Rachel Berry avesse messo in pari i conti con tutte le Rachel Berry del suo passato.
 
« So che fa male, ma piangere non farà smettere loro di mangiarsi la faccia… » disse Puck, sedendosi  sulla panchina all’ingresso del  McKinely Hospital e porgendo un pacchetto di fazzoletti.
« Sei venuto a ridere di me e della mia ennesima delusione? »tirò su con il naso Rachel, girando lo sguardo dall’altra parte.
« No, sono qui per darti la mia amicizia. So quanto è brutto ricevere delusioni, perché ho visto tante volte il tuo stesso sguardo in altre ragazze che deludevo. Ma credo che tu non meriti di stare male, quindi questa sera tu esci con me e ci prendiamo due belle birre! »  e così dicendo Puck  le passò un fazzoletto sulla guancia per asciugarle le lacrime.
Rachel sorrise: « E’ gentile da parte tua, ma… »
« I ma non sono contemplati! » disse Puck alzandosi in piedi e porgendole la mano: «Dai andiamo, che quei due stanno per uscire! »
Rachel si guardò intorno, deglutì e prese sorridendo la mano di Puck.


AN: Ringrazio come sempre RobDarko per il beta e la pazienza, therentgirl per la citazione e tutte le mie smarties per il supporto e i consigli.
AN 2: Credo che tutti gli avventori di questa FF abbiano seguito Scrubs, credo sia chiaro che le parti in corsivo si riferiscano ai sogni ad occhi aperti di Finn (che si è moolto ispirato a JD). Per chi non avesse idea di cosa sto parlando ecco a voi un tutorial sui sogni ad occhi aperti fatto proprio dal nostro John Dorian preferito.
Alla prossima M. 
ヾ(◕ヮ◕)ノ⌒☆⌒✧彡
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: msmali