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Autore: Delilah Phoinix Blair    03/07/2013    2 recensioni
Due migliori amici.
Una proposta impulsiva.
Una notte di fuoco… No, un momento…
E se lei rifiutasse e addirittura decidesse di non rivolgergli più la parola?
E se lui fosse il tipico ragazzo donnaiolo, allergico anche alla sola idea di avere una ragazza fissa?
E se lei decidesse di buttarsi in un'altra relazione perchè lui è il tipico ragazzo perfetto ed è così che le cose devono andare?
Aggiungete un gruppo di “Disadattati” e due amiche adorabilmente appiccicose ed avrete un’accozzaglia di ormoni in subbuglio.
LA STORIA E' MOMENTANEAMENTE SOSPESA PERCHE' MI STO DEDICANDO ALL'ALTRA LONG CHE HO IN CORSO (che trovate sulla mia pagina) MA TROVERA' CERTAMENTE UNA CONCLUSIONE
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Aprì la portiera ed uscì dall’auto ancora sconvolta per lo svolgersi degli eventi poi, vedendo Federica che si dirigeva verso l’ingresso dalla fermata dell’auto, Veronica arrancò verso di lei a passo di marcia.
«Buongiorno raggio di sole! Quest’anno siamo i padroni del mondo qui!! Pronta per iniziare questa nuova avvenura?» la salutò lei con un mega-sorrisone dei suoi, sistemandosi i suoi corti capelli neri e gettandole un braccio intorno alle spalle per poi continuare a camminare allegramente verso… il gruppo di compagni di classe a cui si era avvicinato anche Lorenzo poco prima! Veronica arrossì e, prendendo l’amica per la vita, la spinse dall’altra parte del cortile del loro liceo, pur di ritardare anche solo di qualche minuto il momento in cui avrebbe dovuto rivedere il suo vicino.
«Questo sembrerebbe proprio un no.» riprese allora l’amica, notando il suo colorito preoccupante. «Cosa è successo?» Veronica aspettò che si fossero allontanate ancora un po’ prima di sedersi su una panchina e decidersi a parlare.
«Ho fatto tardi questa mattina perché mia sorella è una stupida e…» si interruppe vedendo che Lorenzo la stava colpendo con lo sguardo più freddo che era riuscito a trovare nel suo repertorio e accorgendosi solo allora che lo stava fissando (per la seconda volta nell’arco di una mattina e questo non andava affatto bene) senza essersene accorta.
«Si infatti ho notato che non c’eri sull’auto ma ho pensato ti avesse accompagnata Stefania, no?» stava intanto dicendo Fede cercando di capire su cosa fosse concentrato lo sguardo dell’amica. «no??» insistette non riuscendo a capire cosa la distraesse. Poi vide Lorenzo. «Ah…» riuscì solo a dire.
«Mi ha vista alla fermata e mi ha dato un passaggio in macchina.» riuscì alla fine a confessare, concentrando di nuovo l’attenzione sull’amica come se nulla fosse, cercando di dare poca importanza alla cosa.
Federica non era dello stesso avviso visto il modo in cui la guardò, con i verdi occhi sbarrati, ed il «Cosa?!» che si lasciò sfuggire, e che venne provvidenzialmente quasi coperto dal suono della campanella, che annunciava l’inizio delle lezioni e le dava quel tempo prezioso che le era necessario per capire come stessero le cose tra lei e Lorenzo, prima di dover spiegare a lei ed a Serena, che le aveva raggiunte in quel momento (probabilmente dopo essersi imboscata da qualche parte con Luca), come stessero le cose tra lei e Lorenzo.
Veronica si alzò dalla panchina e fece cenno a Federica di fare lo stesso anche se quest’ultima non sembrava proprio in grado di farlo, tanto era sconvolta, ma alla fine ci riuscì e con Serena si avviarono verso l’ingresso della scuola.
«Ragazze ma che succede? Avete certe facce!» commentò subito lei  vedendo una delle sue migliori amiche completamente sotto shock e l’altra assolutamente su un altro pianeta. Ovviamente fu la prima a rispondere visto che la seconda non ne voleva sapere di tornare sulla terra, non se su quella terra continuavano ad esistere quei gelidi occhi grigi che sembravano continuare a seguirla con il loro carico di rabbia e delusione.
«Lore l’ha accompagnata in macchina a scuola questa mattina.» disse Federica con lo stesso tono con cui avrebbe comunicato che aveva sentito al telegiornale dello scoppio della terza guerra mondiale. Ovviamente Serena reagì allo stesso modo in cui avrebbe reagito alla suddetta notizia, nonché allo stesso modo in cui aveva reagito Federica a suo tempo, la quale si ritrovò a guardarla comprensiva battendole la mano sulla spalla come a volerle fare forza.
«Avanti ragazze! È solo un passaggio!» si intromise allora Veronica che aveva già più volte alzato lo sguardo al cielo per la loro reazione ad uno stupido passaggio su quella “fottuta macchina”.
Com’era prevedibile quattro occhi stralunati si posarono su di lei che non potè fare altro se non alzare di nuovo lo sguardo al cielo e precederle in classe mentre le sue migliori amiche spostavano i loro occhi sconvolti alternativamente tra di loro e su di lei e la seguivano.
Prese posto come al solito in seconda fila al centro e Federica venne a sedersi vicino a lei. Avevano sempre amato quel posto perché permetteva di seguire la lezione senza essere sedute praticamente in braccio al prof (come invece accadeva alla prima fila, incollata alla cattedra) e, trovandosi comunque tra le prime file, dava la possibilità di fingere di ascoltare come alunne diligenti, annuendo di tanto in tanto, senza destare i sospetti riservati agli alunni in fondo, che concentravano su di loro tutta l’attenzione dei professori.
Serena invece si sistemò dietro di loro in terza fila, come da precedente accordo (preso senza bisogno di parole), ed aspettò che qualcuno decidesse di sedersi vicino a lei. Luca dopo essere rimasto un po’ a parlare con alcuni ragazzi della classe la vide, con i suoi lunghi capelli castani e lisci ed i sorridenti occhi nocciola, e, com’era ovvio, non potè fare a meno di avvicinarsi e chiederle se il posto affianco a lei fosse libero. Lei sfoderò uno dei suoi migliori sorrisi maliziosi e, nonostante l’aria strafottente di lui, gli concesse il grandissimo privilegio (e dal modo in cui parlava lo sembrava davvero) di poterlesi sedere accanto.
Federica e Veronica si guardarono e cercarono di nascondere le risate sotto sonori colpi di tosse che ebbero solo lo scopo di attirare l’attenzione su di loro e di aumentare quelle risate.
La storia tra Serena e Luca era nata per caso: non si erano mai frequentati in quel senso, poi una sera si erano messi a chiacchierare sul balcone di Federica e da quel giorno lei si vantava di aver rimediato a Serena “il sesso migliore della sua vita” (precise parole della diretta interessata). Da quel momento erano diventati… amici. Chiacchieravano e si comportavano normalmente con gli altri, poi appena si ritrovavano qualche minuto da soli li si poteva tranquillamente ritrovare avvinghiati l’uno all’altra.
Mentre Veronica e Federica erano ancora impegnate a ridere entrò il professore. Era uno di quelli che avevano fin dall’inizio del triennio, il che in realtà non cambiava molto: avrebbero potuto passare un’ora a chiacchierare con lui e tra di loro a proposito delle vacanze oppure avrebbe potuto decidere di passare l’ora ad illustrare loro il programma di filosofia di quell’anno. Si trattava infatti del professor Schiazza, un “simpatico vecchietto” (come amavano chiamarlo tra di loro) che insegnava loro filosofia e storia. Nessuno aveva mai da lamentarsi con lui, era sempre molto corretto, le spiegazioni erano chiare e dava sempre anche più di una settimana di preavviso prima di iniziare il giro di interrogazioni, cosa che, al fianco di professore che fissavano compiti in classe da un giorno all’altro, lo metteva davvero in ottima luce e che gli garantiva un certo rispetto perfino da parte di quella classe di scalmanati ragazzini.
Mentre il professore procedeva in ordine alfabetico a chiedere di descrivere le proprie vacanze Veronica, il cui cognome iniziava per T, si prese del tempo per guardarsi intorno. Aveva passato l’estate con Stefano, Giulio, Filippo, Luca, Serena e Federica. Il gruppo di sempre insomma, con la sola differenza di Lorenzo. Di solito infatti anche lui usciva con loro, ma per tutta l’estate non l’aveva visto e non aveva voluto chiedere informazioni ai ragazzi perché sarebbe stato complicato spiegare come mai lei, che era la sua migliore amica, non sapesse dove fosse. Ovviamente però, avendo a disposizione due investigatrici (dalla pessima discrezione) come Fede e Sere, si era rassegnata a mandarle ad indagare per lei, ma nessuno sapeva nulla, o almeno così avevano detto. La cosa era davvero poco probabile, ma se non avevano voluto dire nulla pazienza. Ad ogni modo presto avrebbe saputo che fine aveva fatto, infatti il suo cognome iniziava per B ed era il prossimo dell’appello.
«Bezzi. Cosa ci dici della tua estate?» chiese in quel momento il professore con un sorriso. Lorenzo non era male ne in storia e ne in filosofia, anche se il suo miglioramento nella seconda delle due era dovuto prevalentemente all’aiuto di Veronica.
«Sono stato in Australia due mesi e mezzo, professore. Sono tornato solo l’altro ieri.» rispose lui con un’alzata di spalle. Veronica era sorpresa, ma non tanto sconvolta quanto le due sue amiche, infatti ricordava di aver sentito Lorenzo parlare di un lavoro che avrebbe impegnato suo padre li tutta l’estate ed era plausibile che lui non si sarebbe perso la possibilità di andare in Australia.
«Caspita. E posso chiederti il motivo di un’assenza così lunga?» domandò allora il professore congiungendo le mani davanti al volto e posandovi sopra il mento come era solito fare ogni volta che ascoltava con interesse un’interrogazione particolarmente soddisfacente.
«Certo. Il fatto è che mio padre aveva un lavoro da fare per la sua azienda e, visto che mia madre voleva visitare l’Australia da anni ma non ce n’era mia capitata la possibilità, abbiamo deciso di cogliere l’occasione ed andare con lui. Questo mi ha dato anche la possibilità di assisterlo lavorando, tra l’altro. È stata davvero un’esperienza… soddisfacente.» concluse lui con un’espressione soddisfatta.
Filippo, che sedeva affianco a lui in quarta fila e Giulio e Stefano che avevano preso posto subito dietro di loro, iniziarono  sghignazzare come se leggessero dietro a quell’ultima parola significati che ritenevano assolutamente incomprensibili per il professore ma che a loro, nonché al resto della classe, risultarono immediatamente chiari.
Anche Federica e Serena si permisero un sorriso che contagiò perfino Veronica la quale cercò di nasconderlo scuotendo lievemente il capo con rassegnazione, mentre Lorenzo si stringeva nelle spalle con fare innocente.
«Molto bene.» li interruppe Schiazza nascondendo l’ilarità  stento. «Sono certo che saranno state tutte liete di averla li.» replicò il professore con un femminile che non sfuggì a nessuno e portò ad una fragorosa risata collettiva.
«Lo sembravano.» Fu l’unico commento del diretto interessato, dato con un sorriso che non aveva proprio nulla di ingenuo.
E così questo spiegava il motivo per cui lei e Lorenzo non si erano incontrati per nulla in quei mesi. Certo avrebbe anche potuto avvisarla che sarebbe partito, dopo tutto gli sarebbe bastato uscire di casa e citofonarle, non sembrava una fatica insormontabile, ma decise di accantonare quel pensiero. Rimase immersa in una animata conversazione con Federica e si stavano divertendo un mondo a sentire Luca e Serena che flirtavano dietro di loro, quando venne il turno di Veronica di raccontare la sua estate.
«Tinucci. Cosa ci dici tu?» il professore le si rivolse in tono abbastanza confidenziale, era una delle migliori nelle sue materie.
«Ho passato le vacanze con Luca Valente, Giulio Trini, Stefano Cotti, Filippo Lode, Federica Scarra e Serena di Renzo. Abbiamo girato un po’ tutte le migliori spiagge d’Italia viaggiando in treno, non ne potevamo più della stessa acqua di tutti gli anni.» rispose Veronica sorridendo.
«Anche io facevo così da ragazzo, sapete? Io ed i miei amici prendevamo qualche ombrellone e qualcosa da mangiare e ci spostavamo il più possibile. Siete ragazzi, è giusto che vediate tutto quello che riuscite a vedere nell’età più bella.» disse tutto questo con l’espressione più tenera che gli avevano mai visto in volto.
È molto facile distinguere i professori che hanno scelto questa professione perché con la loro laurea era l’unica cosa che erano riusciti a fare da quelli che amano i ragazzi e che sono profondamente colpiti dall’idea di poter partecipare ad un futuro, che probabilmente non conosceranno, aiutando i giovani, che lo costruiranno con le loro mani, a crescere. Beh, il professor Schiazza faceva decisamente parte di questa seconda categoria, e loro l’avevano capito dalla prima volta che l’avevano sentito parlare di istruzione, futuro, responsabilità e sogni. Aveva una profonda stima per i sogni dei ragazzi. Li vedeva come i traguardi che quei ragazzi, una volta diventati adulti, sarebbero riusciti a raggiungere per loro e per l’umanità. Per lui non esisteva un desiderio che fosse troppo ambizioso o difficile per qualcuno, sempre che questo qualcuno avesse intenzione di rimboccarsi le maniche per raggiungerlo e ci credesse davvero. Peccato che distrusse i sorrisi di tutti quei ragazzi con la sua frase successiva.
«Sono contento che vi siate divertiti quest’estate perché siete un quinto ed avete gli esami e una volta finiti quelli dovrete preoccuparvi dell’università.» lo disse con un sorriso che ovviamente voleva essere di incoraggiamento ma ebbe il potere di congelare gli animi di tutti i presenti. «Ma suvvia ragazzi, togliete quei musi lunghi! Manca ancora tanto tempo e poi avete noi ad aiutarvi a prepararvi per tutto questo, altrimenti che ci pagherebbero a fare?!» esclamò lui gioviale riportando un po’ di allegria nell’atmosfera pesante della classe. «Mmm, andiamo avanti…» e così proseguì con l’appello parlando di vacanze e divertimenti.
Quando suonò la campanella tutti si alzarono per salutarsi sperando che il professore dell’ora successiva non sarebbe arrivato troppo in fretta.
«Hei ragazze!» esclamò Stefano arrivando di soppiatto alle loro spalle e stritolando Veronica e Federica in un abbraccio da orso. «Tranquilla non mi sono dimenticato di te.» disse rivolgendosi a Serena e riservandole lo stesso trattamento dal quale aveva appena liberato le prime due. «Pronte per questo nuovo anno?» chiese loro guardandole in viso una alla volta come a volerle analizzare.
Giulio, Filippo e Luca erano rimasti a parlare con Lorenzo dall’altra parte della classe, visto che evidentemente qualcuno non aveva nessuna intenzione di avvicinarsi.
Stefano, con i suoi lunghi capelli castani e ricci sempre raccolti sulla nuca in una coda, era un po’ il papà della compagnia, non solo perché era praticamente un armadio con le gambe, ma era anche il più responsabile dei Disadattati. Così si facevano chiamare ormai Lorenzo, Filippo, Stefano e Luca, da quando Marco Chiota (un loro compagno di classe) aveva usato quell’aggettivo per definirli in secondo liceo perché loro erano stati un po’ precoci a suo parere nello scoprire la birra. Erano rimasti così divertiti da quella reazione in generale e dalla definizione di “Disadattati” in particolare che avevano formato, dandogli quel nome, una sorta di “club esclusivo”, cui si poteva accedere solo avendo delle particolari “caratteristiche”.
Giulio aveva sempre evitato di entrare a farne parte perché per lui la sbronza non costituiva chissà quale attrattiva, ma non per questo era meno loro amico, anzi! Uscivano sempre tutti insieme solo che lui preferiva non bere. Gli avevano anche chiesto se voleva entrare lo stesso dei Disadattati come “membro sobrio” perché per lui erano disposti ad infrangere il loro Fra-codice* (evidente tributo ah “How I met your mother”) ma lui aveva declinato l’offerta dicendo che non voleva far perdere loro la credibilità di cui godevano e tutto si era concluso con una fragorosa risata collettiva. Da quel momento era stato spesso oggetto di battute inerenti il fatto che, siccome durante le loro uscite la sera era l’unico a rimanere sobrio, poteva provarci indisturbato con Veronica, Federica e Serena, mentre loro non erano abbastanza lucidi e spesso, visto come si riducevano, non ne avevano la forza, e che quindi era stato più furbo di tutti loro rifiutando di essere un Disadattato. Avevano, insomma, scoperto il suo piano! In realtà l’unica con cui lui avrebbe voluto provarci era Federica, quindi ovviamente lei era anche l’unica a non saperlo. La storia di come tutti gli altri ne erano venuti a conoscenza era abbastanza buffa a dire il vero. Inizialmente le uniche a cui Giulio l’aveva detto erano state Veronica e Serena, perché voleva chiedere alle migliori amiche della ragazza in questione qualche consiglio su come comportarsi e loro lo avevano esortato a farsi avanti. Beh, dal lontano dicembre dell’anno precedente lui stava ancora cercando la forza per farlo, ma questa è un’altra storia. Fatto sta che qualche giorno dopo Veronica e Serena si erano trovate un pomeriggio da sole con Stefano e, sapendo che era il migliore amico di Giulio, gli avevano chiesto quale fosse stato il suo consiglio su Federica «perché sicuramente Giulio te ne ha parlato!». Giulio però non gliene aveva affatto parlato perché aveva avuto paura che lui l’avrebbe detto ai Disadattati (cosa che tra l’altro fece) e che la notizia sarebbe arrivata a Federica, ma Stefano non se l’era presa (già, solo le ragazze se la prendono a morte per queste cose), capendo i timori del’amico, e la sua unica vendetta era stata quella di non dargli, da quel momento i poi, un attimo di tregua dalle prese per il culo, assieme a tutti gli altri Disadattati ovviamente. Il tutto avveniva però con la massima discrezione, tant’è che, appunto, Federica non sospettava la cotta di Giulio (che poi solo cotta non era) nemmeno lontanamente. E così il piccolo moretto dagli occhi scuri, rimpiccioliti dalle lenti degli occhiali, era salvo e poteva continuare a dedicarsi a quell’impresa titanica, che durava ormai da mesi e mesi e che consisteva nella ricerca della forza perduta, necessaria per confessare lui stesso i suoi sentimenti alla ragazza.
Luca, Filippo e Lorenzo erano sicuramente molto meno seri di Giulio e Stefano. Loro erano quelli che abbordavano le ragazze nei pub e che bevevano fino a vomitare, erano, insomma, i veri Disadattati e se Serena stava riuscendo (forse) a far mettere la testa a posto al bel Luca dai corti e scuri capelli a spazzola ed i magnetici occhi verdi, gli altri due, migliori amici fin dall’infanzia, erano ben lontani dal calmarsi.
Proprio in quel momento, Filippo si stava avvicinando alle ragazze ed a Stefano con il suo passo da “re del mondo” che li faceva sempre ridere un sacco e, quando glielo facevano notare, nonostante cercasse di nasconderlo, faceva ridere anche lui.
«Hei ragazzi!» esclamò abbracciando le ragazze una alla volta per salutarle. «Stavamo pensando di andare a pranzo fuori tutti insieme per festeggiare la resurrezione di Lore che sembrava definitivamente scomparso dai radar.» fece una pausa fissando i suoi occhi chiarissimi in quelli di Veronica.
“Lui sa!” Fu l’unico pensiero della ragazza in quel momento.
Poi lui riprese, scostandosi con una mano il ciuffo biondo che gli ricadeva su un occhio e domandando «Voi ci siete?».
Proprio in quel momento entrò la professoressa di scienze costringendoli a tornare a sedersi ognuno al proprio posto e ponendo fine alla loro breve conversazione con un frettoloso «Ne parliamo dopo!» di Filippo.
La Rossi era odiata esattamente quanto Schiazza era amato. Era un’anonima donna di mezza età che insegnava svogliatamente quattro cose ai suoi alunni, di cui non ricordava nemmeno i nomi (e non le interessava farlo), giusto per portare a casa lo stipendio a fine mese. Trascorse l’ora illustrando sommariamente il programma di quell’anno.
Veronica invece la trascorse chiedendosi se fosse il caso di domandare a Filippo cosa aveva saputo da Lorenzo. Alla fine di quei lunghissimi 3600 secondi aveva deciso che doveva sapere. Avrebbe agito durante la ricreazione, che avrebbe avuto luogo tra la terza e la quarta ora.
Quando finalmente trillò la campanella che ne segnava l’inizio, dopo che ebbe aspettato altri lunghissimi 3600 secondo di inglese, si alzò di scatto dalla sedia e si diresse a passo di marcia verso i banchi di Lorenzo e Filippo, che si stavano alzando in quel momento con calma. Li guardò entrambi per un po’ prima di aprire bocca e loro le restituirono uno sguardo divertito ed uno indifferente. Si girò verso Filippo, decisa ad ignorare l’altro, ma poi parve ripensarci e, mentre Lorenzo voltava loro le spalle per allontanarsi, gli disse «Così te ne sei andato in Australia due mesi e mezzo?».
Era una domanda sciocca, se ne rendeva conto, sia perché lui non aveva nessun interesse a raccontare frottole al professore e tanto più dato che quel viaggio spiegava il motivo per cui non si era fatto vivo per tutto quel tempo, ma lei ancora non riusciva a capacitarsi di come fosse potuto partire senza salutarla.
“Che diamine dovrei essere io quella offesa, dopo l’ultima sera, e invece lui continua a darsi tutte queste arie da prima donna!”.
Lui si fermò e, senza nemmeno girarsi del tutto, ma guardandola solo distrattamente da sopra la spalla, soffiò un «Già.» continuando poi a camminare verso la porta della classe ed attraversandola come se nulla fosse con Stefano e Giulio.
Serena e Luca se ne stavano in un angolo a parlottare, mentre Federica guardava Veronica e Filippo, facendo loro capire che li aspettava per scendere in cortile.
«Fede tu vai, io devo parlare con Filippo di una cosa.» le disse Veronica con fare eloquente calcando in particolar modo sull’ultima parola. Il volto dell’amica si illuminò allora di comprensione e si voltò esclamando un «Ricevuto!» per poi raggiungere gli altri.
A quel punto Veronica si rivolse all’amico e prese un respiro profondo.
«Ti devo parlare» disse guardandolo, seria.
«Ma va?» fece lui con un sorriso cercando di alleggerire l’atmosfera. Lei sorrise alzando gli occhi al soffitto e poi riprese.
«Si tratta di Lorenzo.»
«Ancora ovvio.»
«Parla tu allora!» sbottò lei incrociando le braccia al petto e guardandolo spazientita.
«Senti Ronnie,» iniziò lui togliendosi finalmente il sorriso dalla faccia. «Io non so cosa vi sia successo, ok? Ma lascia che ti dia un consiglio: qualunque cosa sia, cerca di chiarirla, perché lui è un bambino orgoglioso e testardo e, cazzo, non sembrate nemmeno più voi!» la guardò serio per qualche momento poi abbassò il capo e, quando Veronica stava per parlare, lo rialzò tornando ad essere il solito allegro Filippo di sempre che, stringendosi nelle spalle e sistemandosi poi il ciuffo con la mano sinistra, le propose di raggiungere gli altri nel cortile indicando Serena e Luca che si facevano gli occhi dolci per farle capire che voleva lasciarli da soli.
Lei gli disse di precederla perché doveva fare un salto in bagno e, fuori dalla porta della classe, si separarono. Quando stava già per voltare l’angolo si sentì chiamare dall’amico e si voltò.
«Sei dei nostri a pranzo?» le chiese lui con un sorrisone.
Lei ci pensò un attimo, non aveva voglia di dover sopportare la freddezza di Lorenzo anche a pranzo, ma alla fine decise che non valeva la pena di saltare un pranzo con i suoi amici solo per evitare quell’idiota, quindi annuì forzandosi di ricambiare il sorriso di lui.
Giunta in bagno si avvicinò al lavandino ed osservò il suo riflesso nello specchio. Filippo aveva perfettamente ragione, lei ne era pienamente consapevole, ma fare il primo passo per una riconciliazione era molto più facile a dirsi che a farsi.
Ed in quel momento capì e le sembrò la cosa più ovvia del mondo: erano due i bambini orgogliosi e testardi.
“E adesso?”.
 

Capitolo… Descrittivo. Premetto che non amo utilizzare l’inglese perché amo la nostra lingua, ma il titolo del capitolo mira a citare Orgoglio e Pregiudizio della Austen e pensavo che in lingua originale sarebbe stato più chiaro. Passiamo alla storia… Morivo dalla voglia di parlarvi dei Disadattati e di Giulio e ho pensato che potesse essere un buon secondo capitolo. Lo so, lo so, Serena e Federica sono ancora un po’ fumose come personaggi, ma mi dedicherò presto anche a loro, promesso. Anche Lorenzo, posso immaginare, sembra strano. Il suo comportamento “da prima donna”, come l’ha definito Veronica, sembra non avere molto senso, ma nel prossimo capitolo sarà tutto un po’ più chiaro perché i due… dopo alcune hemm… circostanze… si confronteranno, ma non vi dico altro!
A proposito del prossimo capitolo, nella mia testa è già bello che pronto, spero di riuscire a trasformarlo in realtà entro martedì prossimo! Sarà un capitolo importante: conosceremo la famiglia di Lorenzo, ma anche… Gianluca. Su di lui non vi dico niente, solo non odiatelo troppo!
Un grazie speciale a cardie9980Nikky47 e canta_storie che hanno aggiunto la mia storia tra le preferite, anche a tutte coloro che l’hanno letta! Aspetto con BRAMA le vostre recensioni!
Un bacione
 
* Il Fra-codice, per chi non seguisse “How I met your mother”, è un insieme di regole di comportamento per i Fratelli (che nella serie sono Ted e Barney). I Disadattati lo riadattano per il loro “club esclusivo”.
  
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